La natura etnea fonte d`ispirazione

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La natura etnea fonte d`ispirazione
MOSTRE
La natura etnea fonte d’ispirazione
Pino Schifano
In giugno Angela Zuccarello
Sardo ha esposto a Catania, a
Palazzo del Toscano, in una
antologica a lei dedicata quale
omaggio della Provincia regionale di Catania. L’artista palermitana ma catanese d’origine,
è nota per i suoi acquerelli che,
con stile personalissimo, hanno
raffigurato fiori, frutti e paesaggi della nostra terra, particolarmente quelli legati alla natura
etnea, luogo della sua memoria
e della sua ispirazione; ma
anche la figura umana, con
un’adesione al ritratto che, per la natura del
mezzo, ha effetti di straordinario impatto segnico
e cromatico.
Angela Zuccarello vanta ben mezzo secolo di attività. E’, infatti, nel 1950 che, ancora giovane, ma
dotatissima allieva dell’Accademia di Belle Arti di
Palermo, ha iniziato la sua carriera artistica, con
una doppia, esaltante esperienza che segnerà, di
fatto, il suo destino di pittrice: la partecipazione,
quale allieva di Pippo Rizzo, alla Biennale di
Venezia, prima, alla Quadriennale di Roma,
subito dopo. Giova riflettere che proprio quella
XXV Biennale – fra le fondamentali del secondo
dopoguerra – addita in qualche modo un indirizzo allo sviluppo delle arti per l’altra metà del
secolo, con un delinearsi di “filoni”, quali, principalmente, quello neorealistico e quello astrattista con sviluppi che saranno poi determinanti
per tutti gli artisti già maturi ed impegnati.
La giovane Zuccarello sfiora questo mondo in
fermento e in trasformazione e, nella sua dorata
simplicitas, produce oli dai riflessi cromatici
caldi ancorché brumosi, in equilibrata espressione compositiva e dall’impronta stilistica che
risente marcatamente di una “Scuola” alta e
significante, di certo appartenente ad un periodo
fra i più intensi e nobili della storia della pittura
in Sicilia. Non è un caso, cioè, che l’arte della
Zuccarello nasca dall’insegnamento dei suoi
eccezionali docenti – Pippo Rizzo, Eustachio
Antologica dell’artista Angela Zuccarello promossa
dalla Provincia regionale di Catania
Catalano, Gianbecchina, Giovanni Rosone,
Franco Grasso, Gino Morici e tanti altri – ma
soprattutto Michele Dixit, per la Zuccarello vero e
proprio punto di riferimento costante e immancabile. E non è un caso che i suoi numerosi colleghi, vivaio di quella scuola e di quel periodo,
rispondano ai nomi di Aldo e Mario Pecoraino, di
Disma Tumminello, Carmelo Marchese, Pippo
Spinoccia… per non dire dei grandi e compianti Totò Bonanno e Giacomo Baragli… Un
momento magico dell’arte siciliana, e palermitana in particolare, una fioritura di grandi talenti che sbocciò negli anni Sessanta e Settanta del
secolo appena concluso.
Angela Zuccarello dovette tuttavia quasi subito
abbandonare la pittura per dedicarsi alla famiglia e all’insegnamento. Ma il bisogno prepotente di riprendere il filo interrotto, pur dovendo
rinunciare all’olio per motivi connessi alla salute familiare, le ha fatto scoprire l’acquerello che,
fin dal primo momento, ha usato con tecnica del
tutto personale ed inconfondibile. I suoi colori
non sono sgargianti per quanto intensi, la sua
pennellata è veloce ma sicura, le sue composizioni sono insieme dettaglio e sintesi, in un gioco
di campiture e linee che creano suggestive scenografie paesaggistiche, spumeggianti esplosioni
floreali ed incisive tipicizzazioni formali dei coloratissimi frutti dell’Isola.
Ma è nel ritratto che l’arte della Zuccarello assu-
me una connotazione a sé stante, vuoi per la capacità di fare
emergere, con pochi ed essenziali tratti, non solo verosimiglianze ma soprattutto caratteri
e psicologie, vuoi per la forte
caratterizzazione “espressionistica” delle figure. Un dato stilistico, questo, che per i paesaggi
soprattutto ha fatto accostare
l’artista al linguaggio “fauve”.
Un accostamento non improprio ove lo si intenda quale tendenza al “fare” pittorico, svincolato, cioè, da orpelli teorici e
razionalistici. Perché l’arte della Zuccarello riposa molto più semplicemente nella ragione stessa
della pittura per cui forma e contenuto nascono
da un unico moto istintuale che fa della capacità tecnica e della nobile scuola assimilata un tutt’uno che spinge all’agire artistico al di là ed a
prescindere da un preciso e men che voluto
intendimento teorico.
La Zuccarello sta fuori dalle “correnti” anche se
le ha attraversate tutte. Le sue sperimentazioni (si
possono osservare opere distanti nel tempo, con
analogo soggetto e diverso trattamento tecnico)
sono fine a sé stesse, servono a dare un’impronta
molto personalizzata al dipinto, valorizzando il
particolare genere pittorico (l’uso della pennellata larga, la forte gestualità che dà ampiezza e
movimento…) e dando al paesaggio, al volto, al
fiore, quella nuova, forte o delicata, dimensione
estetica, che alla fine ha prodotto quella nota
identificativa che li distingue.
Ora Angela Zuccarello raccoglie i frutti di tanta
perseveranza e coerenza, e la mostra – che la
Provincia regionale di Catania le ha dedicato –
le ha fatto realizzare un sogno a lungo tenuto nel
cassetto: quello di ritornare nella sua città, fra i
suoi concittadini, per avere restituito quell’affetto
e quel sentimento che lei, da lontano, con le proprie numerose opere che esaltano il territorio
delle sue radici, non ha mai tralasciato di manifestare.