19 marzo, DOPPIO FRONTE: GIAPPONE E LIBIA
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19 marzo, DOPPIO FRONTE: GIAPPONE E LIBIA
19 marzo, DOPPIO FRONTE: GIAPPONE E LIBIA Non si placa la crisi nuclarea giapponese. Tracce di iodio radioattivo sono state trovate nell’acqua potabile di Tokyo ed aree limitrofi. In una conferenza stampa ilportavoce del governo Yukio Edano ha annunciato che livelli di radioattività “superiori ai limiti legali” sono stati riscontrati nel latte prodotto nei pressi della centrale nucleare di Fukushima e negli spinaci coltivati nella vicina prefettura di Ibaraki. Intanto una nuova forte scossa ha colpito proprio questa zona. La Tpeco ha ripristinato l’elettricità nella centrale di Fukushima, in particolare nei reattori 1,2,5 e 6. Ora si potranno riattivare le pompe di raffreddamento. Circa 300 tecnici hanno lavorato nel cuore della zona più pericolosa de reattore 3 riuscendo a farvi entrare dell’acqua nel reattore. Poi è stato rimesso in funzione il sistema di raffreddamento delle vasche di stoccaggio del combustibile esausto nei reattori 5 e 6. La Tepco ha chiesto pubblicamente scusa “ai cittadini giapponesi per aver causato tanti problemi e fastidi” . Nei reattori 1, 2 e 3 il nocciolo è parzialmente fuso. I contenitori che racchiudono le barre di combustibile sarebbero, invece integri. Intanto l’Aiea annuncia che il rischio di catastrofe nucleare diminuisce giorno dopo giorno. Intorno alle 17.45 è iniziata l’operazione “Odissea dell’alba” della coalizione del cosiddetto “gruppo dei volenterosi”. Circa 20 caccia francesi hanno bombardato un’area della Libria a 100/150km intorno a Bengasi, roccaforte dei rivoltosi, distruggendo diversi carri armati. Sono i piloti a decidere dove colpire dato che la risoluzione Onu prevede anche di “tutte le misure necessarie” per aiutare la popolazione sotto assedio. In serata, intorno alle 21, gli Usa hanno lanciato 110 missili cruise contro 20 obiettivi strategici. Infine sono entrate in azione anche le forze britanniche. Appena appresa la notizia, è esplosa la festa in piazza Tahrir a Tobruk. Scene di giubilo anche a Bengasi.L’impiego militare coinvolge le unità navali già nel Mediterraneo, cinque, oltre a diversi sottomarini. Fra queste due cacciatorpediniere di classe Arleigh-Burke, con in dotazione missili cruise: la USS Stout e la USS Barry. Nella regione è anche presente la USS Ponce, una nave anfibia da sbarco e la USS Kearsarge, una nave anfibia d'assalto con a bordo 400 marines. A guidarle è la USS Mount Whitney, la nave di punta della sesta flotta della marina, dotata di sistemi di comando e controllo molto sofisticati. La tv di stato libica annuncia l’abbattimento d’un aereo transalpino nella regione di Tripoli (informazione smentita dal governo parigino) e che sono stati colpite anche zone vivile in 1/3 19 marzo, DOPPIO FRONTE: GIAPPONE E LIBIA diverse città tra cui Misurata, Sirtef, Bengasi e Zuwarah. Colpito l’ospedale di Bir Osta Miled, a 15 km a est di Tripoli. Testimoni hanno detto all’Ansa che “è certo che un ospedale è stato colpito nei pressi di Tajoura”, sobborgo a poca distanza da Tripoli In mattinata il regime ha attaccato, via terra(carri armati, artiglieria pesante e lanciamissili) e con raid aerei, Bengasi colpendo anche il campo della Croce Rossa: più di 20 tra i morti e i feriti. Testimoni parlano di decine di morti e di migliaia di civili terrorizzati in fuga con ogni mezzo verso il confine col l’Egitto. L’attacco è stato rabbioso: la città è stata martellata per ore con lanci di razzi e colpi di artiglieria pesante. I tank hanno poi sferrato un attacco da terra cercando di rompere le sacche di resistenza nella parte orientale. Il leader degli insorti, Mustafa Abdul Jalil, ha invocato l’immediato aiuto della comunità internazionale. “È in corso un bombardamento su tutti i distretti di Bengasi. Oggi ci sarà una catastrofe se la comunità internazionale non attuerà le risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’nu. Ci appelliamo alla comunità internazionale, a tutto il mondo libero affinchè fermi questo sterminio di civili. Sulla strada per uscire dalla città ad est c'è una colonna di 160 chilometri di auto con famiglie terrorizzate”. L’Armée de l’air potrebbe utilizzare i celebri e collaudati Mirage e il suo nuovo gioiello, il Rafale. La versione Mirage 2000, che sarebbe impiegata sia come pattugliatore sia come bombardiere, è tra l’altro proprio quella che il fabbricante Dassault avrebbe voluto vendere a Gheddafi prima che scoppiasse la crisi. Sarebbe il battesimo del fuoco invece per il modernissimo Rafale, in servizio da pochi anni e mai esportato, che potrebbe anche operare dalla portaerei nucleare De Gaulle, attualmente in rada a Tolone ma che potrebbe raggiungere le coste libiche in pochi giorni. Le basi da cui potrebbe partire l’attacco francese sono Solenzara in Corsica e Istres sulla costa mediterranea. In entrambi casi sarebbero necessari rifornimenti in volo, per i quali la Francia dispone di aerocisterne Boeing Kc-135. I britannici dovrebbero invece rischierarsi a sud, probabilmente in Italia o nella base di Akrotiri a Cipro. Anche in questo caso sarebbero impiegati un aereo dalla lunga storia, il bombardiere Tornado veterano dell’Iraq e della ex Jugoslavia, e uno nuovo, il caccia europeo multiruolo Typhoon, al quale sarebbe affidato il controllo dei cieli. Insieme alle aerocisterne, potrebbero essere schierati già nel fine settimana in Italia, forse insieme ai vetusti ma ancora efficaci quadrimotori da ricognizione e guerra elettronica Nimrod. Da mettere in conto anche due fregate portaelicotteri, Cumberland e Westminster, al largo della Libia. Attualmente gli Usa hanno nel Mediterraneo la portaerei nucleare Enterprise e numerose altre navi d'appoggio. Gli F-18 a bordo della portaerei sono in grado sia di far rispettare la no-fly zone che di attaccare ogni tipo di obiettivo a terra. Da aggiungere centinaia di aerei in Europa, schierati tra Aviano in Italia e basi in Germania e Gran Bretagna: ci sono cacciabombardieri F-15, F-16 e aerei anticarro A-10. Gli F-16 di Danimarca e Norvegia partecipano da tempo alle operazioni Nato in Afghanistan, soprattutto con compiti di attacco al suolo. Il ministro della Difesa danese ha detto che quattro 2/3 19 marzo, DOPPIO FRONTE: GIAPPONE E LIBIA F-16 più due di riserva sono pronti a rischierarsi a sud. La Norvegia ha indicato una disponibilità simile. Altri paesi La Lega araba è a favore della no-fly zone, ma finora nessun paese membro ha offerto aerei. Se si dovesse arrivare a quel punto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi dispongono dei più moderni cacciabombardieri americani ed europei (F-15 sauditi e F-16 degli Emirati). Immediatamente confinante l'Egitto, che dispone di F-16 e Mirage 2000, ma finora ha indicato solo la disponibilità a fornire armi leggere ai ribelli. 3/3