La Forza Vitale in Frutti, Verdure ed Erbe - Naturopatia-IME

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La Forza Vitale in Frutti, Verdure ed Erbe - Naturopatia-IME
ARTICOLO
La Forza Vitale
in Frutti, Verdure
ed Erbe
dott. GIUSEPPE IMBRIANI
“Vis Medicatrix Naturae”
La Medicina Naturale si avvale dell’esperienza
millenaria nell’ambito dell’uso di sostanze medicinali.
L’alchimista
maturava
nella
consapevolezza
dell’esistenza di una “FORZA VITALE” unica e comune
a tutte le cose, a tutti gli esseri, la quale rappresenta il
“principio attivo”, la “forza guaritrice”. A tale principio
si basano tutte le metodiche naturopatiche.
La capacità di guarire è quindi insita in tutte le piante,
differenziata soltanto dalla capacità della specie di
manifestare più o meno bene la propria “energia
interiore”, nonché dalla capacità di estrarla dal suo
involucro.
E come dalla putrefazione dell’involucro del seme
nasce una nuova piantina, così dalla scomposizione del
grezzo scaturisce il principio curativo e questo in modo
analogo in erbe, frutti e verdure.
Nel corso dei secoli il “Ricercatore della Natura” ha
sviluppato vari metodi di estrazione dell’utile
dall’inutile, dal fine dal grezzo per avere poi alla fine
una sostanza medicinale più pura, sempre più vicina
alla FORZA VITALE unica e indifferenziata nel suo
utilizzo curativo; una panacea dunque, rimedio per
tutti i mali, la difficoltà consiste “solo” nell’estrarla.
L’uso della sostanza sempre più pura presuppone la
conoscenza della scomposizione profonda della
pianta.
L’uso della sostanza grezza presuppone invece la
conoscenza del “carattere” specifico di ogni pianta,
poiché più grezza è la sostanza e più differenziato e
specifico diventa il suo utilizzo: la pianta giusta per il
problema di salute giusto.
La medicina popolare con i suoi modesti e semplici
mezzi di “estrazione” ha sviluppato una grande
conoscenza empirica dell’uso grezzo e differenziato di
erbe, frutti e verdure e non solo per uso interno ma
anche per uso esterno.
NON ESISTE CURA SENZA DISINTOSSICAZIONE
Nell’organismo ogni movimento o cambiamento, sia
che si tratti di un ordine del sistema nervoso centrale
verso una fibra muscolare, un’articolazione, un
organo, sia che si tratti di una percezione sensoriale
degli organi di tatto, o che si tratti di un movimento
emozionale da mandare su al cervello; tutto avviene
in una catena di reazione elettrochimiche.
In un chimismo inquinato le informazioni di
funzionamento vengono travisate, l’organo si ammala.
La terapia adeguata è qui lo sblocco dei flussi per
aiutare l’organismo ad incrementare i meccanismi
automatici di disintossicazione e di recupero.
Molto spesso però si preferiscono i farmaci chimici
che, il più delle volte, tamponano il sintomo senza
togliere la causa: “intasamento”. Il processo
patologico è destinato a continuare, andando incontro
ad un intasamento progressivo.
Nella Medicina Naturale di definisce infatti “Malattia”,
la reazione biologica, intelligente e necessaria del
nostro organismo contro tossine squilibranti
tendenti ad eliminare, neutralizzare veleni endogeni
o esogeni (provenienti dall’esterno o dall’interno)
infiltratisi nel nostro chimismo o perlomeno a
compensare i danni da loro inflitti.
ARTICOLO La Forza Vitale in Frutti, verdure ed Erbe - pag. 2 dott. GIUSEPPE IMBRIANI
Il primo tentativo dell’organismo è, come dicevamo,
quello di neutralizzare le tossine inquinanti,
rielaborandole attraverso una serie di meccanismi, per
poi poterli espellere senza ulteriori danni. In questo è
determinante il lavoro del sistema immunitario: Timo,
Milza, Nodi e Canali Linfatici, il sistema di “polizia” e
“pulizia” organico, e l’attività disintossicante del
fegato.
Se l’organismo non riesce a eliminare tali veleni
attraverso i canali fisiologici dei reni, intestini,
polmoni, ghiandole sudorifere, mestruazioni ecc.,
cercherà per far questo altre vie, come per esempio la
pelle o le mucose.
A seconda dell’aggressività della tossina, questo
processo recherà dei danni, impropriamente chiamati
malattia, che saranno però in ogni caso minori dei
danni che risulterebbero dalla permanenza
incontrollata della suddetta tossina nel corpo.
L’organismo nella sua intelligenza avvolge, incapsula,
isola le tossine che non riesce a rielaborare o
espellere, depositandole possibilmente lontano dal
proprio chimismo, salvaguardando così il più a lungo
possibile i centri vitali.
Ripostigli diventano dunque le parti più deboli e i punti
più periferici, essendo questi luoghi di minore
resistenza.
Gli impacchi costituiscono un metodo efficace per
eliminare le tossine.
IMPACCHI ALLE VERDURE
Impacchi, impiastri, compresse già patrimonio
culturale della Medicina popolare, sono diventati
Metodiche Naturopatiche ben codificate con Kneipp,
Hufeland e Felke, esimi luminari del settore.
Ai nostri giorni la cultura naturopatica ha sviluppato
metodi a freddo e a caldo, con sola acqua, acqua e
sale, acqua e aceto, argilla, derivati del latte, erbe,
verdure o frutti.
Gli impacchi trovano applicazione la dove si richieda
l’intenso scioglimento ed eliminazione di sostanze
tossiche patogene dall’organismo, e vengono per lo
più usati abbinati a una cura interna.
Il freddo umido dell’applicazione fredda produce sulla
pelle in un primo momento una contrazione e in un
secondo momento una dilatazione dei vasi sanguigni.
La coperta doppia di lana che ricopre l’impacco
produce un graduale riscaldamento dello stesso, così
che anche dall’impacco freddo scaturisce calore.
Il caldo umido dell’applicazione calda produce invece
da subito la dilatazione dei vasi sanguigni.
La consistente dilatazione dei vasi della cute innesca
un processo di eliminazione dal profondo dei tessuti.
Contemporaneamente si produce un effetto riflesso
sugli organi interni, capace di rimuovere intasamenti e
infiammi.
Inoltre il calore sviluppato dall’impacco rilassa i nervi e
calma il dolore.
L’evaporazione calda nello strato umido dell’impacco
allarga infine i pori, intensificando il processo di
eliminazione.
A questa azione fisica si aggiunge poi l’azione curatrice
della singola sostanza applicata, che ne intensifica
l’effetto
antiinfiammatorio,
spasmolitico
e
decontratturante.
COME PREPARARE UN IMPACCO
Materiale occorrente: un panno di lana e due di
cotone o di lino, uno dei quali più stretto dell’altro.
Stendere il panno di lana, adagiarci il panno di cotone
o di lino più stretto e su questo il panno più largo
contenente l’agente curativo o bagnato con il suo
infuso.
Il bordo del panno di cotone o lino più largo si ripiega
per 2 – 3 cm. fino a raggiungere la larghezza dell’altro
e serve a contenere la sostanza solida eventualmente
usata per l’impacco quale ricotta, patate, verza, cipolla
e così via.
Direttamente sulla sostanza usata ovvero sul panno
umido si adagia dunque l’areale corporeo da trattare,
avvolgendolo con il primo strato (eventuale sostanza e
primo panno di cotone o lino) che verrà chiuso con
una spilla; dopodichè si riavvolge con il secondo
panno di cotone o lino ed infine con il panno di lana.
Da caso a caso l’impacco si terrà per 1 – 2 ore o anche
per tutta la notte.
IL NATUROPATA CONSIGLIA
Impacco alla ricotta
al petto (da avvolgere bene e interamente):
scioglie il muco e calma la tosse in caso di
bronchite o asma bronchiale, si applica la ricotta a
temperatura ambiente.
Tempo di applicazione: da 1 ora a tutta la notte.
alla gola: per irritazione o infiammi e per
rinforzare le corde vocali.
Tempo di applicazione: 1-2 ore.
ARTICOLO La Forza Vitale in Frutti, verdure ed Erbe - pag. 3 dott. GIUSEPPE IMBRIANI
Impacco alla patata
al petto: scioglie il muco in caso di bronchiti, si
applica la patata lessa, schiacciata e così calda da
poter essere sopportata al contatto. Tempo di
applicazione: 20 minuti.
Impacco al limone
al petto: calma lo spasmo in caso di bronchite
spastica o asma.
Si applica il panno di cotone o lino sottile
imbevuto di succo fresco a temperatura
ambiente. Tempo di applicazione: 2-3 ore o più.
Impacco alla camomilla
alla pancia: calma dolori, crampi, vomito, si può
applicare il resto solido dell’infuso o il panno di
cotone o lino imbevuto del liquido. Per mantenere
una temperatura più stabile è bene poggiare
sopra l’impacco (sopra lo strato di lana finale),
una borsa d’acqua calda.
Tempo di applicazione ¼ d’ora, da ripetere più
volte dopo circa un’ora di pausa.
Impacco alla verza
alla gola: spegne infiammi acuti e cronici
eliminando le tossine dei microorganismi patogeni
li insediati. Si applica la verza cotta a foglie intere
o cruda macinata e a freddo. Tempo di
applicazione: ½ ora a caldo e 2-3 ore a freddo.
È proficuo alternare con impacchi di argilla.
Impacco alla cipolla
sull’orecchio: per pronto soccorso
prima
dell’arrivo del terapeuta esperto, calma il dolore,
riduce l’infiammo. Si applicano cipolle crude
tritate, si posiziona la testa con la parte malata
poggiata sull’impacco, sotto il quale si può
mettere una borsa d’acqua calda.
Tempo di applicazione ½ ora, ripetuto più volte
dopo pause di circa 1 ora.
Impacco all’argilla
dappertutto: assorbe egregiamente le tossine dai
tessuti. Si applica l’impasto di acqua e di argilla a
caldo o a freddo.
Tempo di applicazione: ½ ora a caldo, da 1 ora a
tutta la notte a freddo.
Impacco alla coda cavallina:
sui reni: calma il dolore e il crampo in caso di
affezioni renali. Si applica il resto solido dell’infuso
o il panno di cotone lino imbevuto del liquido, con
borsa d’acqua calda per una temperatura più
costante.
Tempo di applicazione 1 ora, ripetibile.
Impacco all’acqua e aceto:
sui polpacci: per abbassare la temperatura e per
liberare la testa in caso di febbre alta (è il caso di
abbassarla se superiore a 39°). Si applica il panno
di cotone o lino intriso di acqua e aceto a freddo.
Tempo di applicazione: non più di ½ ora, può
essere ripetuto dopo almeno 1ora di pausa.