Si fa presto a dire Martini

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Si fa presto a dire Martini
Si fa pr esto a di r e Mar tini
Si fa presto
a dire Martini
Il Bar Manager dello Stravinskij Bar
firma per Travel Carnet
un racconto a puntate sui più celebri
cocktail della storia.
Con un suo ricordo di George Clooney
di Max D’Addezio
l Martini è tutto o niente,
è un bicchiere di gin
freddo o una cartina di
tornasole per capire quanto la
persona dietro al banco sia in
grado di incarnare il ruolo
affascinante dell’alchimista, che
sa trasformare in ghiacciato
argento l’infuocata lava che
fuoriesce dal vulcano Alambicco!
I
Il Cocktail Martini è un modo
di vivere, di interpretare la vita,
è una lente di ingrandimento
per i nostri pensieri reconditi,
nascosti, è un esaltatore delle
nostre emozioni, è una coperta
di Linus, è la freccia di Cupido
che trafigge 2 cuori con le
iniziali incise su, è un
chiarificatore di dubbi, è una
certezza, (e in un mondo come
quello odierno ah se ne
abbiamo bisogno di certezze!),
è un bellissimo e sfavillante
gioiello da indossare e
sfoggiare, è un segno di
distinzione, è un algoritmo, è
un pezzo di Ludovico Einaudi,
è il padrone di casa, è un
quadro con 2 colori…È il
cocktail che più di ogni altro è
il simbolo del bar per
eccellenza, è l’unico cocktail
che ha una forma, la forma a v
della coppetta gelata dove
viene servito, ma è proprio qui
che volevo arrivare.
Si perché il Cocktail Martini è
anche lo specchio di chi lo
ordina o di chi se lo prepara.
È l’estate del 2003, il cast di
“Ocean 12” sarebbe rimasto a
Roma per 57 giorni per girare
parte del film e avrebbe
alloggiato all’Hotel de Russie.
Dopo tanti preparativi e tanta
attesa, finalmente conosco
George, che mi saluta, mi
bypassa e viene dietro al banco.
Mi guarda quasi distratto, come
un collega che per la millesima
volta arriva a darmi il cambio
turno, come se quel luogo, il
bar per inteso, sia casa sua:
prende un bicchiere old
fashioned, lo riempie di
ghiaccio e ci versa una
elegante porzione di vodka, mi
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GIUGNO
Sweet Martini.
Pity Martini.
Vodka Martini.
On The Rocks: sulle rocce, per
rocce intendiamo i pezzi di
ghiaccio, versione del Cocktail
Martini molto amata negli U.S.A.,
dove la giusta percentuale di
vodka rispetto al ghiaccio fa la
differenza facendola
raffreddare senza annacquarla.
guarda facendo il gesto del
brindisi e mi dice accennando
un sorriso: “No Martini, No
Party”. L’ha detto!!! Ho George
Clooney davanti a me e ha
detto la celebre frase!!! Ecco,
penso, that’s life!!! Una vita di
sacrifici e di stenti dietro il
bancone di un bar fino alle 8
della mattina, tutte le immolazioni
che questo mestiere ha
prodotto ripagate da una frase.
Very very very dry: molto
secco, quando un martiniano
chiede la sua pozione very
very dry intende determinare la
quantità di vermouth dry
contenuta, e come nel caso del
nostro avventore il fatto che
non abbia neppure toccato la
bottiglia del vino aromatizzato
prima di versare la vodka
lascia intendere che il suo
gusto è molto molto molto
secco.
Ma analizziamo insieme che
cosa ha fatto il nostro eroe in
termini tecnici: si è fatto un
“Naked Martini, on the rocks
very very very dry”, ovvero il
Cocktail Martini a suo gusto.
Naked: nudo ovvero senza
guarnizione, niente olive o
twist di limone o nessun altro
genere di guarnizione.
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Sherley Temple.
Prima puntata (continua)
Alcuni cocktail alle erbe.
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