Documento di Analisi Ambientale - R5
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Documento di Analisi Ambientale - R5
ABC Napoli A.S. Acqua Bene Comune Napoli DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Copia Controllata N°__________ X Copia non controllata STATO: QUINTA EMISSIONE ELABORAZIONE SIGLA FIRMA DATA Su documento iniziale presso DG/QS 24/10/2014 QS/AQ DG/QS OGGETTO DELLE REVISIONI: aggiornamenti legislativi + VERIFICA risposta rilievo DNV ambiente (rif. NC 109/13) DG/LP DG/DT AD/LS APPROVAZIONE DG REVISIONI ANALISI AMBIENTALE TABELLA EMISSIONI N° EMISSIONE DATA 1 30/03/2011 PRIMA EMISSIONE 2 11/05/2011 Revisione generale del documento, Rilievi DNV visita preliminare 14001 3 26/03/2012 Revisione generale del documento 4 05/07/2013 Revisione generale + aggiornamenti normativi + risposta rilievo DNV (OM 27/12) Documento di Analisi Ambientale R5 OGGETTO DELLA REVISIONE Pagina 2 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 3 DI 112 INDICE 0.1 Premessa ........................................................................................................................ 4 1 CONTESTO AMBIENTALE .................................................................................................. 7 1.1 Premessa e Cenni storici ................................................................................................. 7 1.2 Contesto ambientale........................................................................................................ 9 1.2.1 Contesto ambientale: schede specifiche ............................................................... 12 1.3 Scheda A CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA NAPOLI ......................................... 12 1.4 SCHEDE B/C CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA ACERRA, AFRAGOLA; CASORIA ..................................................................................................................................... 19 1.5 Scheda D CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN SEBASTIANO (NA) ............... 23 1.6 Scheda E CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA AVELLINO E PROVINCIA AVELLINO/ PROVINCIA BENEVENTO ........................................................................................ 25 1.7 Scheda F CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN FELICE A CANCELLO (CE) .. 29 1.8 Scheda A/B/C/D/E/F CONTESTO AMBIENTALE SEDI CANTIERE TIPO/RETE ACQUEDOTTISTICA .................................................................................................................... 32 1.9 32 2 ANALISI DEL PROCESSO PRODUTTIVO ............................................................................ 34 2.1 Fasi del processo produttivo .......................................................................................... 34 2.2 Siti ABC e fasi del processo produttivo .......................................................................... 36 3 ANALISI AMBIENTALE .................................................................................................... 40 3.1 Identificazione degli aspetti ambientali........................................................................... 40 3.2 Valutazione degli impatti ambientali ............................................................................... 44 3.3 Metodologia di determinazione del livello di significatività .............................................. 97 3.4 Schede di Valutazione Significatività ........................................................................... 103 Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 3 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 0.1 PAG 4 DI 112 Premessa Attraverso l’analisi ambientale iniziale ABC ha identificato gli aspetti/impatti ambientali che devono essere considerati prioritari dal sistema di gestione ambientale nonché le misure attraverso le quali le stesse vengono tenute sotto controllo. L’analisi ambientale è un documento dinamico che viene aggiornato al variare delle condizioni operative/ambientali/strutturali connesse ai processi e/o ai siti gestiti da ABC, al fine di individuare le eventuali variazioni/integrazioni/modifiche degli aspetti ambientali applicabili e dei relativi impatti, nonché delle misure di mitigazione. L’analisi ambientale di ABC viene, comunque, riesaminata almeno una volta l’anno dalla struttura DG/QS e, comunque, in caso di modifiche sostanziali alle condizioni operative/ambientali/strutturali di ABC; le eventuali modifiche sostanziali al documento di Analisi Ambientale sono riportate in sede di riesame della Direzione. L'analisi ambientale considera l'intera gamma delle situazioni operative dell'azienda e identifica tutti gli aspetti ambientali delle attività svolte e dei siti di pertinenza, in modo da poter determinare quali di essi hanno o possono avere impatti ambientali significativi e sui quali sia motivabile un impegno in termini di obiettivi e di programma ambientale. A tal fine l'analisi ambientale persegue i seguenti obiettivi principali: • individuare la normativa ambientale applicabile alle attività svolte nei diversi siti aziendali per la verifica della relativa conformità e la rilevazione di eventuali carenze riguardo gli adempimenti normativi; • identificare le aree critiche di vulnerabilità del territorio in cui ricadono le attività/siti di abc; • acquisire gli elementi utili ad individuare gli effetti ambientali e la loro entità delle attività svolte nei diversi siti o legati alle varie attività aziendali, anche al fine di determinarne il grado di efficienza ambientale ; • identificare le necessità e le priorità di intervento per la programmazione degli interventi di adeguamento e/o di miglioramento • valutare la struttura e il modello organizzativo nella gestione delle problematiche ambientali; • valutare il livello di formazione specifica del personale e identificare eventuali necessità ulteriori di informazione/formazione/addestramento; • valutare il livello di “adeguatezza ambientale” dei fornitori che lavorano per ABC; • definire gli obiettivi e i traguardi ambientali; • costruire un punto di riferimento oggettivo per evidenziare e valutare i miglioramenti successivi. Il documento fornisce un quadro della gestione delle tematiche ambientali in conformità ai requisiti della norma UNI EN ISO 14001 ed 2004 e nel rispetto della Politica QSA di ABC. Dal punto di vista operativo l’analisi ambientale si svolge in due momenti strettamente connessi. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 4 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 5 DI 112 Il primo comporta l’inquadramento generale del territorio sul quale l’organizzazione opera, ciò significa, in termini di informazioni da acquisire, inquadramento geografico, paesaggistico, storicoculturale, ambientale. Le informazioni relative acquisirsi sono acquisite presso i Comuni, le associazioni di categoria, le fonti ufficiali. Il secondo momento è interamente incentrato sull’analisi delle attività svolte da ABC e prevede l’individuazione dei processi e dei siti in cui si articola l’attività svolta dall’azienda. Il passo successivo riguarda l’individuazione e la valutazione degli aspetti ambientali connessi con l’attività svolta, al fine di valutarne gli impatti e la loro significatività e dunque individuare le priorità di intervento in direzione dell’adeguamento e del miglioramento ambientali. DATI GENERALI Denominazione sociale dell’organizzazione ABC Napoli a.s. Azienda Bene Comune Napoli INFORMAZIONI GENERALI Sede legale Napoli Indirizzo Via Argine 929 - 80127 Napoli Servizi erogati Progettazione, costruzione, installazione, conduzione, gestione e manutenzione di opere acquedottistiche e reti per captazione, potabilizzazione, adduzione, sollevamento, accumulo e distribuzione di acque destinate al consumo umano. Erogazione di servizi di analisi chimico-fisiche e microbiologiche su acque destinate al consumo umano. DATI DEL RESPONSABILE DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE Nome Francesca Cognome Santagata Funzione in azienda Responsabile Sistema Qualità, Sicurezza e Ambiente Rappresentante della Direzione Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 5 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 6 DI 112 SEZIONE 1 CONTESTO AMBIENTALE Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 6 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 7 DI 112 1 CONTESTO AMBIENTALE Il capitolo espone le caratteristiche del contesto ambientale all’interno del quale si colloca territorialmente l’attività svolta da ABC. 1.1 Premessa e Cenni storici L’ABC Napoli, Acqua Bene Comune, è la titolare del servizio idrico della città di Napoli. L'ABC Napoli fornisce acqua a vari gestori terzi e Comuni per un totale di oltre due milioni di abitanti; serve circa 280.000 utenze (ovvero punti di erogazione all’utenza finale), con un volume giornaliero medio di circa 350.000 metri cubi di fornitura idrica. Utilizza 2000 e più Km di rete di distribuzione e otto serbatoi, con una capacità di accumulo totale pari a circa 400 milioni di litri d’acqua, dislocati a diverse quote su tutto il territorio della città di Napoli, dal livello del mare ai 458 metri della collina dei Camaldoli. L'Acquedotto di Napoli nasce il 10 maggio 1885 per raccogliere le acque delle sorgenti del Serino e distribuirle alla città di Napoli. L'acqua è trasportata dalle sorgenti Urciuoli, in provincia di Avellino, con una condotta in pressione DN 2000 e con un canale coperto a pelo libero, lungo circa 60 chilometri costruito a mezza costa, in gallerie e su ponti nelle province di Avellino, Benevento e Caserta, fino alla collina di Cancello. Dalle vasche di carico, su di essa situate, nascono condotte in pressione che alimentano i serbatoi dello Scudillo, di San Giacomo e la centrale di Lufrano(DN 1500, DN 1200, DN 1000, DN 500). Nell'immediato dopoguerra la società "Acquedotto di Napoli", con l'aiuto dell'esercito alleato, iniziò lo sfruttamento della falda a est della città ("falda di Lufrano") nei comuni di Casalnuovo, Casoria, Acerra e limitrofi. La captazione di tale falda ha rappresentato e rappresenta attualmente la riserva idrica della città partenopea, indispensabile in tutti i momenti di carenza idrica e di maggiore richiesta di acqua potabile, anche in occasione di fuori servizio idrico o di manutenzione degli impianti. A causa della continua richiesta di acqua, negli anni Sessanta la Cassa del Mezzogiorno costruì l'Acquedotto Campano per integrare le portate nel territorio a ovest di Napoli. Nel maggio 1959 il Comune di Napoli approvò la costituzione dell'A.M.A.N., Azienda Municipalizzata Acquedotto di Napoli, diventata attiva nel novembre 1963, dopo l'entrata in vigore del Regolamento Speciale. Negli anni Ottanta è stato inaugurato il nuovo acquedotto regionale della Campania occidentale. Oggi, quindi, la città di Napoli è servita da fonti diverse per soddisfare le necessità della sua numerosa clientela. Nel gennaio del 1996, a seguito della legge 142/90 sul riassetto degli enti locali e dei loro enti strutturali, il Comune di Napoli ha trasformato l'A.M.A.N. in azienda speciale, denominata Azienda Risorse Idriche di Napoli (A.R.I.N.). Nell'ottobre 2000 il consiglio comunale di Napoli ha approvato la delibera per la trasformazione dell'A.R.I.N. in società per azioni. Nel 2012 il Consiglio Comunale ha deliberato la trasformazione della società ARIN Spa in azienda speciale del comune di Napoli, modificandone anche la denominazione in Acqua Bene Comune Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 7 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 8 DI 112 Napoli. Tale trasformazione, dopo i processi tecnico-amministrativi, è divenuta operativa a partire da aprile 2013. La sede legale di ABC Napoli a.s. è situata in Via Argine n. 929- 80047 Napoli. Oltre alla sede legale l’organizzazione ha varie sedi operative ed unità locali, dislocate sul territorio di Napoli e lungo tutta la fascia di adduzione, a partire dalle Sorgenti di Serino fino alla città di Napoli, e ricadenti nella provincia di Avellino, Caserta e Benevento; tali unità locali sono di seguito riportate, accorpate per zone territorialmente similari: 2 3 4 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 SEDE CENTRALE VIA ARGINE (FRONT OFFICE + NAPOLI UFFICI+LABORATORIO + asilo nido) SEDE OPERATIVA POGGIOREALE NAPOLI SEDE SAN LAZZARO NAPOLI AGENZIA VENTAGLIERI (FRONT OFFICE) NAPOLI SERBATOIO SCUDILLO NAPOLI CENTRALE SCUDILLO NAPOLI SERBATOIO CAPODIMONTE NAPOLI CENTRALE CAVE DI CAPODIMONTE NAPOLI SERBATOIO CANGIANI NAPOLI CENTRALE CANGIANI NAPOLI SERBATOIO S.GIACOMO NAPOLI CENTRALE S.GIACOMO NAPOLI SERBATOIO CAMALDOLI NAPOLI Serbatoio Quota 100 NAPOLI Serbatoio Pianura NAPOLI Serbatoio Chiaiano NAPOLI SEDE REGI LAGNI ACERRA (NA) CAMPO POZZI ACERRA (AIR - VALLICCHIO) AFRAGOLA (NA) CAMPO POZZI LUFRANO (AIR -SN) CASORIA (NA) CENTRALE LUFRANO CASORIA (NA) MAGAZZINO CASORIA (NA) SERBATOIO S. SEBASTIANO S. SEBASTIANO (NA) 24 Manufatto Tronti AVELLINO 25 Atripalda AVELLINO 26 Arpaia BENEVENTO 27 SORGENTI BASSE – URCIUOLI CESINALI (AV) 28 SORGENTI ALTE - ACQUARO PELOSI SERINO (AV) 29 CAMPO POZZI CANCELLO S. FELICE A CANCELLO (CE) 30 COLLINA DI CANCELLO (QUOTE 90, 245, 313 e 275) S. FELICE A CANCELLO (CE) 31 CANTIERE TIPO MANUTENZIONE 32 RETE ACQUEDOTTISTICA 1 Documento di Analisi Ambientale R5 DI REALIZZAZIONETUTTI I PRECEDENTI Pagina 8 di 112 Zona A ZONA B ZONA C ZONA D ZONA E ZONA F TUTTE LE PRECEDENTI DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 1.2 PAG 9 DI 112 Contesto ambientale L’analisi del contesto ambientale è stata effettuata suddividendo le sedi in base alla loro collocazione geografica. Per ogni zona individuata è stata definita una specifica scheda di contesto ambientale in cui sono stati individuati i seguenti elementi: • Posizione geografica • Habitat sensibili nelle vicinanze • Geologia del sito, suolo e sottosuolo A tal fine, come premessa agli aspetti riportati nelle specifiche schede di zona individuate, sono state considerate le caratteristiche generali (dal punto di vista dell’inquadramento territoriale, idrografico, idrogeologico, etc …) di quella parte del territorio campano in cui ricadono le zone individuate per le varie sedi/unità locali di ABC e che in linea di massima corrisponde al territorio dell’Ambito Territoriale Ottimale n° 2 (ATO 2), denominato “Napoli – Volturno”, con particolare riferimento a quelle considerate d’interesse per le unità locali di ABC. Inquadramento territoriale Il territorio in cui risiedono le unità locali di ABC ricade per la maggior parte nel territorio campano dell’Ambito Territoriale Ottimale n° 2 (ATO 2), denominato “Napoli – Volturno”, costituito dall’ampia fascia nord occidentale della regione Campania che, partendo dalle catene montagnose al confine con le Regioni Lazio e Molise, si estende verso sud sino alle falde del Vesuvio che ne costituiscono il limite meridionale ed abbraccia 136 Comuni (tra i quali si annoverano due città capoluogo: Caserta e Napoli): tutti i Comuni della provincia di Caserta (104 Comuni) e 32 Comuni della provincia di Napoli. Sull’ ATO si esercita la competenza dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale. Sono, altresì, ricompresi sul suo suolo, i territori di pertinenza dei seguenti Consorzi di Bonifica: - degli Aurunci; - del Sannio Alifano; - degli Stagni di Marcianise; - di Conca di Agnano; - del Bacino Inferiore del Volturno (per parte del territorio); - delle Paludi di Napoli e Volla. Idrografia La rete idrografica dell’intero territorio campano considerato è organizzata su sei arterie principali, con i relativi bacini: Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 9 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 10 DI 112 - Il fiume Volturno, classificato come corso d’acqua di livello nazionale, il cui bacino idrografico ha un’estensione totale di circa 6340 km2 e si divide in due sub bacini: il primo, relativo all’asta principale del Volturno (175 km di lunghezza) il secondo relativo al fiume Calore, (132 km). - Il fiume Liri-Garigliano - Il canale Agnena - Il fiume Savone - Il canale dei Regi Lagni che attraversa il territorio dell’ATO per circa 57 km e in cui affluiscono complessivamente circa 120 km di canalizzazioni secondarie. Il relativo bacino ha una estensione di circa 1.300 km2 ed è delimitato a Nord dall’argine sinistro del Fiume Volturno e dai Monti Tifatini, a sud dai Campi Flegrei e dalle pendici settentrionali del Somma Vesuvio e ad Est dalle pendici dei Monti Avella. Tale superficie, dal punto di vista morfologico, può essere suddivisa in un’area montana e pedemontana, dell’estensione di circa 550 kmq, caratterizzata da pendici piuttosto acclivi (i sottobacini di maggiore interesse sono quelli del torrente Boscofangone, del Gaudo, del Quindici, del lagno di Somma, di Spirito Santo, di Avella), e da una zona di pianura, estesa cir-ca 750 kmq, caratterizzata dalla presenza del canale dei Regi Lagni, di lunghezza di circa 55 km, che costituisce in pratica l’unico recapito delle acque meteoriche provenienti dalle campagne attraversate e dalla maggior parte dei comuni presenti nell’area; - il bacino di Volla: la piana di Volla, situata nella zona orientale di Napoli, era originariamente interessata da una copiosa circolazione idrica superficiale in gran parte alimentata da antiche sorgenti ormai prosciugate. L’antico F. Sebeto costituiva il recapito principale di tali deflussi. La piana di Volla, attualmente priva di una rete idrografica superficiale efficiente per lo smaltimento delle acque meteoriche, risulta soggetta a fenomeni d’allagamento, divenuti di recente più gravosi anche a seguito del cessato emungimento e della conseguente risalita della falda freatica, in precedenza utilizzata per scopi acquedottistici. - l’alveo Camaldoli che ha una lunghezza complessiva di circa 25 km, realizzato dai Borbone nel corso del XIX secolo per incanalare e reggimentare le acque di origine meteorica provenienti dalla collina dei Camaldoli. I bacini lacustri di maggior interesse sono il lago Matese, inserito nella catena del Matese, che misura un’estensione di circa 435 ha ed il lago di Vallechiano con estensione di circa 82 ha. Entrambi i laghi ricadono nel bacino del fiume Volturno. A questi si aggiungono il lago Patria, che si estende per circa 200 ha, ha una profondità modesta e recapita direttamente a mare, poco a Nord del litorale di Licola. Infine vi sono i laghi di origine vulcanica ubicati nell’area flegrea: Lucrino, Averno, Fusaro e Miseno che raggiungono in totale un estensione di circa 200 ha e recapitano in parte nel Golfo di Pozzuoli ed in parte nel Mar Tirreno Inquadramento idrogeologico Dal punto di vista idrogeologico, il territorio considerato è delimitato ad Ovest e Sud-Ovest dal mar Tirreno, ad Ovest dal vulcano di Roccamonfina e dal fiume Garigliano (nella porzione terminale), a Nord e Nord-Est dai monti del Matese, a Est dalla dorsale di Avella, a Sud-Est dal Somma-Vesuvio, a Sud dai Campi Flegrei. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 10 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 11 DI 112 Il sistema di circolazione idrica sotterranea è influenzato sia dalle strutture idrogeologiche ricadenti nel territorio considerato che da quelle a contorno, che in maniera più o meno marcata ne influenzano la circolazione idrica sotterranea, come i distretti vulcanici, la grande Piana Campana e i massicci carbonatici a contorno, compreso il massiccio del Terminio Tuoro le cui risorse (sorgenti di Serino) contribuiscono significativamente al soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili del territorio dell’ATO2. Relativamente alla Piana Campana e alle strutture vulcaniche, si ritrovano in affioramento depositi piroclastici e alluvionali risalenti al Quaternario. Il grado di permeabilità, in questi litotipi, è molto variabile in relazione alla granulometria. Gli acquiferi sono interessati da più falde sovrapposte, riconducibili ad un unico schema di circolazione idrica sotterranea. Detti acquiferi sono generalmente molto produttivi ma facilmente inquinabili, sono alimentati non solo dalle acque di infiltrazione diretta, ma anche dalle falde basali degli adiacenti massicci carbonatici, i quali sono molto permeabili per fatturazione e carsismo. La circolazione idrica interessa soprattutto la parte basale degli acquiferi, anch’essi ad elevata potenzialità e produttività. Le acque sotterranee emergono generalmente concentrate in importanti sorgenti, le cui portate oscillano da alcune centinaia ad alcune migliaia di litri al secondo. Da dette sorgenti traggono alimentazione tutti i principali acquedotti per uso potabile della Campania oltre che l’Acquedotto Pugliese; infatti, gli acquiferi risultano ben protetti dai fenomeni di inquinamento, soprattutto per la pressoché totale assenza di attività antropiche altamente inquinanti e per la notevole profondità della falda (anche diverse centinaia di metri rispetto al piano campagna). Le sorgenti di Serino (Acquaro-Pelosi e Urciuoli) scaturiscono nella Valle del Sabato, al contatto tettonico tra i calcari mesozoici ed i depositi argilloso-marnoso-arenacei che costituiscono il substrato impermeabile della stessa valle. Tale contatto è sepolto da una potente coltre detriticoalluvionale. Le sorgenti Acquaro-Pelosi , facendo riferimento agli anni intercorsi tra il 1962 ed il 1998, presentano i valori massimi di portata nel periodo compreso tra i mesi di marzo e di maggio, mentre, i massimi di piovosità, registrati al pluviometro ubicato all'interno del comprensorio di Acquaro, si verificano tra novembre e gennaio. Ne consegue un "tempo di risposta" (inteso come quello intercorrente tra il massimo di pioggia ed il massimo delle portate) variabile tra 3 e 4 mesi: dato, questo, che non contrasta né con la genesi né con l'ampiezza del bacino di alimentazione delle due scaturigini. La sorgente di Urciuoli è caratterizzata da un idrogramma sorgivo più modulato, se confrontato con quello delle scaturigini Acquaro-Pelosi. Ciò è dovuto al fatto che queste ultime sono preferenzialmente alimentate, per via diretta, dall'acquifero del Terminio-Tuoro, tramite il substrato carbonatico esistente immediatamente al di sotto della coltre alluvionale, dalla quale scaturiscono le acque; sul regime della sorgente in esame, incide, invece, l'azione modulatrice che viene esercitata dall'ultimo tratto di acquifero alluvionale che la falda, dopo il trabocco dallo stesso massiccio, percorre fino al punto di recapito. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 11 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 12 DI 112 Per quanto attiene ai massimi di portata, essi si registrano tra i mesi di maggio e luglio, risultando pertanto ritardati, di circa due mesi, rispetto a quanto evidenziato per le sorgenti Acquaro-Pelosi. Ciò è in accordo con il citato ruolo di modulazione esercitato dalla coltre detritico-alluvionale 1.2.1 Contesto ambientale: schede specifiche 1.3 Scheda A CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA NAPOLI A.1 Posizione geografica Napoli sorge al centro dell'omonimo golfo, dominato dal massiccio vulcanico del Vesuvio e delimitato ad est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dal golfo di Pozzuoli con Capo Miseno, a settentrione dalle appendici dell'Appenino Campano. La città storica è andata sviluppandosi preminentemente sulla costa; il primo nucleo della città fu costituito dall'isolotto di Megaride, ove coloni greci diedero avvio al primo emporio commerciale che comportò lo sviluppo della città odierna. Il territorio di Napoli è composto prevalentemente da colline (molti di questi rilievi superano i 150 metri d'altezza per giungere fino ai 452 m della Collina dei Camaldoli) sulle quali sono nati veri e propri quartieri e/o rioni storici, ma anche da isole, insenature e penisole a strapiombo sul Mar Tirreno. L'intero territorio ha una storia geologicamente complessa: il substrato recente è composto per lo più da detriti di varia natura vulcanica. La morfologia dell'area e lo sviluppo della sua attività eruttiva sono state condizionate da due grandi eruzioni avvenute intorno a 34000 e 12000 anni fa. Queste eruzioni hanno lasciato vasti depositi chiamati, rispettivamente, Ignimbrite Campana e Tufo Giallo Napoletano Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 12 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 13 DI 112 A.2 Habitat sensibili nelle vicinanze NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente interessati dall’attività). Presenza di riserve naturali? Presenza protette? di parchi o Documento di Analisi Ambientale R5 SI’ aree SI’ Le aree naturali protette in Campania raggiungono una superficie di circa il 25% sulla superficie totale (sup. territoriale della Campania = 1.359.533 ha, sup. territoriale aree protette della Campania = 340.000 ha circa). In particolare quelle rientranti nella provincia di Napoli hanno una superficie di circa il 20% sul totale della superficie provinciale (sup. territoriale della provincia di Napoli = 117.114 ha, sup. territoriale aree protette della provincia di Napoli = 23.225 ha circa). Le aree protette presenti sul territorio della provincia di Napoli sono suddivise nelle seguenti tipologie: Parco Nazionale, Riserva Statale, Riserva Marina, Parco Regionale, Riserva regionale, Zona di tutela biologica, Area Naturale, Siti di Importanza Comunitaria (Siti Bioitaly), Oasi del WWF. . Pagina 13 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Presenza di bacini idrici? Documento di Analisi Ambientale R5 SI PAG 14 DI 112 Le acque marine e costiere costituiscono un ecosistema di fondamentale importanza, perché sono queste che, ad esclusione degli sversamenti di inquinanti in mare dovuti ad incidenti navali o a scarichi di rifiuti di vario genere, natura e entità (sempre ad opera di navi), sono più sottoposte agli effetti ed ai fenomeni di inquinamento prodotti dalle attività antropiche delle popolazioni rivierasche. Sono infatti proprio le zone costiere quelle in cui l’ambiente marino e quello costiero si incontrano, si influenzano ed interagiscono tra loro; è opportuno rilevare che in queste zone, che occupano meno del 15% della superficie della terra, vive il 60% della popolazione del mondo e anche il territorio della Provincia di Napoli rientra pienamente in questo range con il 52% della popolazione totale. Le coste sono sottoposte a fenomeni dinamici che le modificano a volte profondamente; l’erosione costiera conseguente alle attività e agli interventi antropici o a cause naturali è un fenomeno molto diffuso. Oltre ai fenomeni di erosione costiera è di fondamentale importanza il mantenimento di elevati standards di qualità delle acque ai fini della conservazione degli habitats (flora e fauna), fondamentali sia per il mantenimento sia delle attività di pesca ed acquacultura che per il turismo delle zone costiere. Per quanto concerne le sedi ABC Napoli, per la gestione del servizio idrico, sono situate in zone di Napoli che non impattano su aree marine e costiere Tali sedi non si collocano, dunque, in una zona di particolare interesse ambientale in relazione alla gestione delle risorse idriche della città, inoltre, considerato che in tali sedi non vengono svolte attività produttive, i consumi di acqua sono assoggettabili all’uso domestico e dunque gestiti come tali attraverso il sistema idrico urbano. Per quanto riguarda le sedi di ABC Napoli individuate nell’elenco come “serbatoi e centrali” in tali sedi l’attività principale è la conservazione dell’acqua destinata alla successiva erogazione. Pagina 14 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 15 DI 112 Presenza di siti di particolare interesse? Architettonico? SI Storico-culturale ? SI Documento di Analisi Ambientale R5 Si definiscono aree archeologiche tutte quelle parti di territorio in cui vi sono reperti antichi, visibili e non. Non tutte sono facilmente individuabili, in quanto, oltre ai reperti chiaramente emergenti dalla superficie terrestre, vi sono zone archeologiche occultate, che sono tuttavia riconoscibili, grazie a foto aeree, a foto a raggi infrarossi, o alla particolare conformazione del terreno, o ancora che si rilevano grazie ad un evento occasionale, come l’aratura. E’ chiaro comunque che qualsiasi porzione di territorio, in cui fino ad oggi non è stata individuata un’area archeologica, può nascondere reperti antichi. Napoli è un’area ricca di storia, in cui il patrimonio archeologico è estremamente frammentato, ma di gran valore; caratterizzata dalla presenza di numerosi monumenti architettonici e dalla bellezza dei luoghi. Le attività e i siti di ABC non impattano direttamente sul patrimonio architettonico né storico culturale della città se non per gli interventi di manutenzione condotte che potrebbero comportare l’attività di cantiere su aree di particolare interesse. Pagina 15 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 16 DI 112 A.3 Geologia del sito Il territorio della Provincia di Napoli presenta una notevole variabilità di costituzione litologica, pur nell’ambito di un’estensione relativamente contenuta. Vi si possono riconoscere almeno tre “domini” ben distinti per genesi e per modalità di evoluzione geomorfologica: 1. Area dei rilievi carbonatici: sub-area Penisola Sorrentina-Isola di Capri e sub-area Mti Lattari e M.ti di Sarno ed Avella 2. Edificio vulcanico del Somma-Vesuvio 3. Territorio flegreo continentale ed insulare Relativamente alla geologia del sito occorre premettere che, in considerazione della poca significatività degli impatti sul suolo e/o sottosuolo dei siti ABC interessati, non si è ritenuto necessario procedere ad un’azione di carotaggio al fine di ottenere la puntuale conformazione del terreno, solo per interventi sulla rete e dunque nel caso di scavi specifici vengono effettuate, se previste come necessarie nel progetto, specifiche attività di carotaggio Come noto, il sottosuolo della Città di Napoli è costituito da prodotti piroclastici, sia sciolti che litoidi, granulometricamente e litologicamente diversi tra loro e caratterizzati da reciproci rapporti geometrici molto variabili sia in senso orizzontale che verticale. L’agglomerato urbano di Napoli ed il relativo territorio comunale si estendono all’interno di una regione vulcanica comprendente ad occidente i Campi Flegrei e,ad oriente, il Somma Vesuvio. La città sorge per la maggior parte su terreni la cui genesi è strettamente legata all’attività vulcanica dei Campi Flegrei, solo ad oriente si estende verso le falde del Somma – Vesuvio, dove si rinvengono anche i prodotti di quest’ultimo vulcano. Inquadramento siti ABC Sebbene ci troviamo di fronte ad un territorio estremamente complesso dal punto di vista geologico, l’interesse dal punto di vista dell’impatto ambientale per l’allocazione della sede legale di Via Argine e delle sedi operative di Via Poggioreale e di Via San Lazzaro è comunque relativo, di maggior rilevanza sono invece da considerare i siti in cui si svolgono le attività produttive di ABC. Tuttavia, ai fini di una maggiore completezza dell’analisi, si riportano di seguito informazioni in merito alle attività/caratteristiche relative ai tutti i siti di seguito elencati, anche per quelli a minor impatto dal punto di vista ambientale. Tali siti sono classificabili in: • serbatoi e centrali • sede di via argine (compreso il laboratorio di analisi) • Siti operativi (Poggioreale e San Lazzaro) SERBATOI e CENTRALI Nei Siti denominati come serbatoi vengono svolte prevalentemente attività di verifica ed ispezione degli impianti ivi esistenti; all’occorrenza o su programmazione, sia sulle centrali che sui serbatoi vengono svolte attività di manutenzione idraulica e/o elettrica ed elettromeccanica. In tali siti sono presenti serbatoi contenenti l’acqua da distribuire nella rete idrica. I principali impatti riguardano il consumo della risorsa idrica e il consumo energetico. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 16 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 17 DI 112 SEDE VIA ARGINE LABORATORIO: Il Processo «Garanzia Qualità Acqua» ha l’obiettivo di controllare la qualità dell’acqua distribuita all’utenza attraverso la misura e il monitoraggio dei parametri chimico-fisici e microbiologici individuati dalle vigenti disposizioni di Legge in materia. All’interno di ABC, tale processo è gestito dal Laboratorio di analisi (Area Controllo Acque). In particolare gli impatti delle attività effettuate nel laboratorio potrebbero derivare da eventuali sversamenti accidentali in fognatura di sostanze chimiche e dalla produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non. Tutte le sostanze sono manipolate e conservate riducendo al minimo il rischio di eventuali sversamenti. Le sostanze chimiche stoccate al magazzino del laboratorio sono correlate di schede di sicurezza. Le sostanze sono conservate e maneggiate nel rispetto di quanto stabilito dalle schede di sicurezza e utilizzando apposite vasche di contenimento per lo stoccaggio delle stesse, per ridurre al minimo il rischio di eventuali sversamenti. I lavoratori sono informati, anche attraverso adeguata cartellonistica, che non vanno sversate sostanze pericolose nei lavabi. Sono predisposte idonee modalità di raccolta e gestione delle sostanze da smaltire, derivanti dalle attività di laboratorio. Vengono inoltre svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative, attività di sportello (presso l’Agenzia), oltre alle attività di laboratorio sopra descritte. SEDE AMMINISTRATIVA Presso il sito sono presenti: piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di ufficio/piccola manutenzione elettrica/idraulica effettuate presso il sito, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di riferimento/normativa applicabile; un gruppo elettrogeno a servizio del sito e un garage-autoparco, i cui impatti sono stati valutati e per essi è stato richiesto ed ottenuto CPI. impianti di condizionamento e refrigerazione, a servizio del sito, per i quali vengono effettuati, secondo la normativa vigente applicabile, controlli periodici di efficienza energetica e per rilevare la eventuale presenza di fughe Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 17 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 18 DI 112 SITI OPERATIVI (Poggioreale/San Lazzaro) Poggioreale: Vengono svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative e attività di movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la base logistica per le squadre operative che svolgono attività di manutenzione idraulica sul territorio napoletano. E’ presente anche una postazione di telecontrollo degli impianti. Presso il sito sono presenti: o piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri dalle squadre operative, gestite secondo quanto previsto dalla procedura aziendale di riferimento/normativa applicabile o impianti termici (con potenza < 35 KW) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad effetto serra per i quali vengono effettuati controlli periodicisecondo la normativa vigente applicabile, rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di fughe/efficienza energetica o un gruppo elettrogeno a servizio del sito e un autoparco a servizio dei mezzi delle squadre operative, i cui impatti sono stati valutati e per essi è stato richiesto ed ottenuto CPI. San Lazzaro: Vengono svolte prevalentemente attività di ufficio, attività di manutenzione elettronica e attività di movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la base logistica per le squadre operative che svolgono attività di manutenzione elettrica ed elettromeccanica sul Sistema gestito da ABC Presso il sito sono presenti: o piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri dalle squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di riferimento/normativa applicabile; o impianti termici (con potenza < 35 KW) per i quali vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente applicabile, del rendimento di combustione. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 18 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 1.4 PAG 19 DI 112 SCHEDE B/C CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA ACERRA, AFRAGOLA; CASORIA B/C.1 Posizione geografica I comuni di Acerra, Afragola e Casoria occupano una vasta area della pianura di Napoli nel quadrante nord-orientale e si collocano nel cuore dell'antica Campania felix, in passato l'area più fertile della penisola italica. Si tratta di quello che è storicamente il maggiore centro dell'entroterra campano, collocato tra la via Sannitica (il vialone voluto da Carlo III di Borbone per collegare la Reggia di Caserta con la capitale del Regno delle Due Sicilie) e la via Appia in posizione pressoché equidistante tra Napoli (15 chilometri) e Caserta (18 chilometri). L'abitato prosegue quasi senza soluzione di continuità a sud verso Napoli, a est verso Nola e a nord e a ovest verso Caserta e Aversa, trovandosi al centro di una conurbazione di circa 18 comuni per quasi 800mila abitanti Per l'esattezza sono situate nella piana dei regi lagni, caratterizzata dalla presenza del canale dei Regi Lagni, di lunghezza di circa 55 km, che costituisce in pratica l’unico recapito delle acque meteoriche provenienti dalle campagne attraversate e dalla maggior parte dei comuni presenti nell’area B/C.2 Habitat sensibili nelle vicinanze NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente interessati dall’attività). Presenza di riserve naturali? Presenza protette? di parchi o Documento di Analisi Ambientale R5 NO aree NO Le sedi ABC situate nei comuni di Acerra, di Afragola e Casoria non sono situate in zone dove si individuano riserve naturali o parchi protetti Pagina 19 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Presenza di bacini idrici? SI’ PAG 20 DI 112 Per quanto concerne le sedi ABC situate nel comune di Acerra e di Casoria, denominate “sede RR.LL” e “Magazzino”, essendo situate in zone in cui non sono presenti acque marine e costiere, esse non si collocano in una zona di particolare interesse ambientale in relazione alla gestione delle risorse idriche; inoltre , considerato che in tali sedi non vengono svolte attività produttive i consumi di acqua sono assoggettabili all’uso domestico e dunque gestiti come tali attraverso il sistema idrico urbano. Per quanto riguarda le sedi ABC nel comune di Afragola e Casoria, individuate come “Campo Pozzi”, esse si collocano, invece, in una zona di particolare interesse ambientale per la presenza di falde acquifere essendo punti di emungimento; l’attività principale di ABC, che consiste nel prelievo di acqua destinata alla successiva erogazione, risulta essere di notevole interesse ed impatto ambientale come consumo di risorse idriche ed è disciplinata dalle relative concessioni per gli emungimenti. Presenza di siti di particolare interesse? Architettonico? Storico-culturale ? Documento di Analisi Ambientale R5 NO Nelle vicinanze delle sedi ABC di Acerra non sono presenti aree di interesse architettonico o storicoculturale. Il territorio comunale di Afragola e Casoria, invece, è disseminato di chiese e cappelle, quasi tutte di rilevante interesse storico-artistico, architettonico o NO’ culturale, gli edifici di culto sono quasi tutti situati nell'abitato principale del Comune; le sedi ABC di Afragola e Casoria non sono però collocate nelle vicinanze di aree di interesse architettonico o storicoculturale Pagina 20 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE B/C.3 PAG 21 DI 112 Geologia del sito Le acque sotterranee presenti nella piana campana in corrispondenza del bacino scolante dei Regi Lagni rappresentano, conformemente al DLgs 152/06, accumuli d’acqua significativi caratterizzandosi con: • falde freatiche e profonde contenute in formazioni permeabili • orizzonti saturi di grande estensione e continuità • notevole importanza idrogeologica • rilevante significato ecologico Inquadramento siti ABC Le sedi ABC di Acerra, Afragola e Casoria si collocano nel bacino idrogeologico dei Regni Lagni. Tali siti sono : • REGI LAGNI • MAGAZZINO • CAMPO POZZI ACERRA (AIR - VALLICCHIO) • CAMPO POZZI LUFRANO (AIR -SN) • CENTRALE LUFRANO SEDE REGI LAGNI: Vengono svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative e attività di movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la base logistica per le squadre operative che svolgono attività di manutenzione idraulica sul territorio napoletano e casertano. In termini di impatto sulla geologia del sito è presente in questa sede un serbatoio non interrato di gpl, a servizio dell’impianto termico il cui impatto è stato debitamente valutato e per cui è stato richiesto ed ottenuto CPI. Lo scarico dei reflui civili avviene in vasca a tenuta. La vasca a tenuta è sottoposta periodicamente a prova di tenuta per verificare la presenza di eventuali perdite che potrebbero tradursi in sversamenti nel suolo e nel sottosuolo. Presso la sede sono anche presenti: - serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio. I serbatoi sono dotati di intercapedine di tenuta, e kit antispandimento; - piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri dalle squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di riferimento/normativa applicabile; - impianti termici (con potenza < 35 KW) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad effetto serra per i quali vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente applicabile, rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di fughe/ efficienza energetica. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 21 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 22 DI 112 MAGAZZINO Il magazzino ha sede a Casoria (NA). Nel magazzino sono stoccati i materiali utilizzati dall’ABC nelle proprie attività ed eventuali sostanze chimiche stoccate a magazzino sono correlate di schede di sicurezza. Presso il sito sono anche presenti: - una vasca a tenuta per lo stoccaggio e lo smaltimento dei reflui domestici. La vasca a tenuta è sottoposta periodicamente a prova di tenuta per verificare la presenza di eventuali perdite che potrebbero tradursi in sversamenti nel suolo e nel sottosuolo - piccole quantità di rifiuti, derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri dalle squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di riferimento/normativa applicabile - impianti termici (con potenza < 35 KW) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad effetto serra) per i quali vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente applicabile, rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di fughe CAMPO POZZI ACERRA (AIR - VALLICCHIO) e CAMPO POZZI LUFRANO (AIR -SN): Sono i siti da cui viene emunta e distribuita l’acqua, non sono presenti pericoli di sversamenti nel suolo, l’impatto sulla geologia del sito non è significativo se non dal punto di vista dei consumi di acqua (quale risorsa naturale del sottosuolo) disciplinati dalle relative concessioni. Altro impatto è connesso al consumo di energia elettrica. CENTRALE LUFRANO: Presso la centrale di Lufrano sono presenti serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio. I serbatoi sono provvisti di vasca di contenimento e kit antispandimento. Presso la sede è presente una centrale di sollevamento dove vengono svolte all’occorrenza o su programmazione attività di manovra e/o manutenzione idraulica e/o elettrica ed elettromeccanica. Il principale impatto è connesso al consumo di energia elettrica Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 22 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 1.5 PAG 23 DI 112 Scheda D CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN SEBASTIANO (NA) D.1 Posizione geografica Comune vesuviano con più di novemilacinquecento abitanti, a 14 chilometri dal centro di Napoli, sorto sulle pendici del Vesuvio in panoramico affaccio sul golfo di Napoli. Il territorio comunale confina con quello di Napoli. Oggi fa parte dell'area metropolitana di Napoli e rientra nel comuni che ospitano il parco Nazionale del Vesuvio. D.2 Habitat sensibili nelle vicinanze NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente interessati dall’attività). Presenza di riserve naturali? Presenza protette? di parchi o SI aree Presenza di bacini idrici? SI San Sebastiano al Vesuvio è uno dei comuni situati nel Parco Nazionale del Vesuvio. NO Per quanto concerne la sede ABC di San Sebastiano essa è situata in una zona in cui non sono presenti acque marine e costiere, inoltre in tale sede non vengono svolte attività produttive, i consumi di acqua sono assoggettabili all’uso domestico e dunque gestiti come tali attraverso il sistema idrico urbano. In tale sede l’attività principale è la conservazione dell’acqua destinata alla successiva erogazione. SI San Sebastiano è un’area ricca di storia, in cui il patrimonio archeologico è estremamente frammentato, ma di gran valore; caratterizzata dalla presenza di numerosi monumenti architettonici e dalla bellezza dei luoghi. Le attività di ABC riguardano la Presenza di siti di particolare interesse? Architettonico? Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 23 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Storico-culturale ? SI PAG 24 DI 112 semplice conservazione dell’acqua potabile destinata alla successiva erogazione e quindi non impattano sul patrimonio architettonico – storico culturale Per ogni area la Provincia di Napoli ha elaborato una tabella (A3 Aree archeologiche) con un elenco delle presenze archeologiche più rilevanti e della loro accessibilità, l’area in cui il sito è inserito è presente in tale tabella, se ne deduce che l’intero territorio è interessato dalla presenza di siti “censiti” di particolare interesse Architettonico o Storico Culturale D.3 Geologia del sito Il territorio della Provincia di Napoli presenta una notevole variabilità di costituzione litologica, pur nell’ambito di un’estensione relativamente contenuta. Vi si possono riconoscere almeno tre “domini” ben distinti per genesi e per modalità di evoluzione geomorfologica: 1. Area dei rilievi carbonatici : sub-area Penisola Sorrentina-Isola di Capri e sub-area Mti Lattari e M.ti di Sarno ed Avella 2. Edificio vulcanico del Somma-Vesuvio 3. Territorio flegreo continentale ed insulare Relativamente alla geologia del sito occorre premettere che, in considerazione della poca significatività degli impatti sul suolo e/o sottosuolo prodotti dalle attività svolte dall’ABC nella sede di riferimento, non si è ritenuto necessario procedere ad un’azione di carotaggio al fine di ottenere la puntuale conformazione del terreno. Inquadramento siti ABC La sede ABC sita nel Comune di San Sebastiano al Vesuvio è denominata SERBATOIO SAN SEBASTIANO Nel Sito vengono svolte prevalentemente attività di verifica ed ispezione degli impianti ivi esistenti; all’occorrenza o su programmazione, vengono svolte attività di manutenzione idraulica. In tale sito è presente un serbatoio contenente l’acqua da distribuire nella rete idrica. I principali impatti riguardano il consumo della risorsa idrica. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 24 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 1.6 PAG 25 DI 112 Scheda E CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA AVELLINO E PROVINCIA AVELLINO/ PROVINCIA BENEVENTO E.1 Posizione geografica La città è situata nel cuore di una grande conca dell'Appennino Campano dominata dai massicci montuosi dei Picentini e del Partenio ed è circondata a sud-ovest dal monte Faliesi e a nord-est dal Montevergine, il più importante e famoso monte del Partenio, meta di pellegrinaggio per venerare la Madonna di Montevergine nel Santuario benedettino del XII secolo, posto sul monte a 1272 m. La città è attraversata da alcuni corsi d'acqua: il Rigatore, il San Francesco ed il Fenestrelle, affluenti del fiume Sabato, oggi molto impoveriti ed in parte interrati. I dintorni del centro urbano sono rigogliosi di vegetazione. Il nucleo originario della città, Abellinum, si formò in prossimità dell'odierna Atripalda a circa 4 km dal centro di Avellino. Fu conquistata dai Romani nel 293 a.C., che la sottrassero al dominio dei Sanniti nella sanguinosa battaglia di Aquilonia, durante le Guerre sannitiche che si verificarono tra il 343 a.C. e il 292 a.C. Sotto il dominio di Roma la città cambiò più volte denominazione (nell'ordine: Veneria, Livia, Augusta, Alexandriana e Abellinatium). La posizione geografica ha agevolato la nascita dei primi insediamenti: sin dall'antichità la valle del Sabato ha costituito una via naturale tra l'Irpinia e il Sannio. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 25 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 26 DI 112 E.2 Habitat sensibili nelle vicinanze NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente interessati dall’attività). Presenza di riserve naturali? Presenza protette? di parchi o NO aree Presenza di bacini idrici? NO Le sedi ABC situate nella provincia di Avellino e di Benevento non sono nei pressi di riserve e/o parchi naturali SI’ Per quanto concerne le sedi ABC di Avellino/ provincia di Avellino e provincia di Benevento , denominate “manufatti e spogliatoi”, essendo situate in zone in cui non sono presenti acque marine e costiere, esse non si collocano in una zona di particolare interesse ambientale in relazione alla gestione delle risorse idriche; inoltre, considerato che in tali sedi non vengono svolte attività produttive i consumi di acqua sono assoggettabili all’uso domestico e dunque gestiti come tali attraverso il sistema idrico urbano. Per quanto riguarda le sedi ABC in Provincia di Avellino ,individuate come “ “sorgenti”, esse si collocano in una zona di particolare interesse idrografico vista la presenza delle sorgenti denominate “sorgenti del serino”. L’attività principale è il prelievo dell’acqua destinata alla successiva erogazione. Tale attività, di notevole interesse ed impatto ambientale come consumo di risorse idriche, è disciplinata dalle relative concessioni per gli emungimenti. Architettonico? SI Storico-culturale ? SI La città di Avellino e tutta la sua provincia di Avellino e Benevento sono di particolare interesse storico e architettonico. Presenza di siti di particolare interesse? Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 26 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE E.3 PAG 27 DI 112 Geologia del sito La provincia di Avellino, capoluogo dell'Irpinia, si estende nel parte centro-orientale della Campania, la città è situata nel cuore di una grande conca dell'Appennino Campano dominata dai massicci montuosi dei Picentini e del Partenio. Circondata a nord-est dal Montevergine,il più importante e famoso monte del Partenio, poiché è meta di molti pellegrinaggi per venerare la Madonna di Montevergine nel santuario benedettino del XII secolo posto a 1270 m.sul monte. I più grandi corsi d'acqua che passano per questa città, sono il Rigatore e il S. Francesco, oggi molto impoveriti a causa del percorso urbano. Il Rigatore, ricco di vegetazione è stato in passato sede di numerose industrie sfruttando anche la sua energia idrica. Avellino pur avendo una posizione molto centrale è centro d'importanti vie di comunicazione dell'Adriatico al Tirreno. Il territorio gode di una grande risorsa idrica anche per la presenza del fiume Calore che oltre a rifornire l'acquedotto dell'alto Calore, fornisce acqua alla città e alle vicine provincie. Il clima di Avellino è prettamente continentale: rigido d'inverno, frequenti nebbie e umidità, geli e brinate in primavera e gli inizi autunnali, frequenti e abbondanti piogge, favorendo così una ricca vegetazione con prevalenza di nocelleti che producono le pregiate "nocciole avellane", molto ricca è anche la produzione di frutta e ortaggi. Proprio per questo, la principale risorsa economica di Avellino è costituita dall'agricoltura, insieme all'allevamento bovino e avicolo. In estate la siccità predomina sul territorio con rare piogge. Dominano i venti di ponente e di scirocco. Il sottosuolo è molto ricco soprattutto di Tufo Grigio e Argilla. Le sorgenti di Serino (Acquaro-Pelosi e Urciuoli) scaturiscono nella Valle del Sabato, al contatto tettonico tra i calcari mesozoici ed i depositi argilloso-marnoso-arenacei che costituiscono il substrato impermeabile della stessa valle. Tale contatto è sepolto da una potente coltre detritico alluvionale. Inquadramento siti ABC Le sedi ABC site nella provincia di Avellino/Benevento sono classificabili in: • MANUFATTO TRONTI • ATRIPALDA/ARPAIA • SORGENTI BASSE – URCIUOLI (Sorgenti e sito operativo) • SORGENTI ALTE - ACQUARO PELOSI (Sorgenti e sito operativo) Presso i siti Atripalda/Arpaia vengono svolte prevalentemente attività di movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Tale sito rappresenta la base logistica per le squadre operative che svolgono attività di manutenzione idraulica sul territorio. Sono presenti: - serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio (ad Arpaia c/o vasca di disconnessione del dn2000). I serbatoi sono provvisti di dotati di intercapedine di tenuta, e kit antispandimento; - piccole quantità di rifiuti (c/o il sito di Atripalda), derivanti dalle attività di manutenzione effettuate presso i cantieri dalle squadre operative, gestite secondo quanto prevista dalla procedura aziendale di riferimento/normativa applicabili Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 27 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 28 DI 112 - impianti termici (con potenza < 35 KW presso sito Arpaia) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad effetto serra) per i quali vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente applicabile, rispettivamente del rendimento di combustione e dell’assenza di fughe. Le zone denominate sorgenti sono i siti da cui viene emunta e distribuita l’acqua. In tali siti l’impatto sulla geologia del sito è significativo per i consumi di acqua (quale risorsa naturale del sottosuolo) disciplinati dalle relative concessioni. Presso il sito operativo di Sorgenti Basse vengono svolte prevalentemente attività di presidio/verifica degli impianti presenti, mentre presso il sito operativo di Sorgenti Alte vengono svolte prevalentemente attività di ufficio tecnico-amministrative, attività di presidio/verifica degli impianti presenti e attività di movimentazione di materiale ed attrezzature in uso alle squadre operative. Presso entrambi i siti sono presenti: - serbatoio contenente GPL (sito operativo sorgenti basse) a servizio dell’impianto termico per cui è stata effettuata valutazione rischio incendio ed ottenuto relativo CPI - impianti termici (>35 KW, c/o sito operativo Sorgenti Basse) e di condizionamento e refrigerazione con gas ad effetto serra (sito sorgenti alte e basse) per i quali vengono effettuati rispettivamente controlli periodici di efficienza energetica e di assenza fughe secondo la normativa vigenteapplicabile- vasche a tenuta contenti reflui urbani (sito operativo sorgenti alte e basse); tali vasche a tenuta sono state sottoposte periodicamente a prova di tenuta per verificare eventuali perdite che potrebbero tradursi in sversamenti nel suolo e nel sottosuolo. Sono attualmente in corso lavori di allacciamento alla rete fognaria locale. - serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio (siti operativi sorgenti basse e sorgenti alte), dotati di intercapedine di tenuta, provvisti di vasca di contenimento e kit antispandimento Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 28 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 1.7 F.1 PAG 29 DI 112 Scheda F CONTESTO AMBIENTALE SEDI ZONA SAN FELICE A CANCELLO (CE) Posizione geografica San Felice a Cancello è un comune italiano di 17.483 abitanti della provincia di Caserta in Campania, ai confini con l'Area Metropolitana di Napoli. E' anche detto "Il Paese del Vento" a causa delle forti raffiche di vento che in inverno soffiano sul paese. Sorge a circa 15 km ad est-sud-est dal capoluogo in una posizione centrale rispetto a tutta la Campania, tanto che dista meno di 50 km da tutti i suoi capoluoghi di provincia; tale caratteristica fa dell’importante scalo ferroviario nella frazione denominata Cancello, nella direttrice NapoliCancello Capua, Napoli-Cancello-Benevento, uno dei più importanti per tutto il traffico regionale. Occupa la sezione meridionale della Valle di Suessola ed il territorio fa parte del Parco regionale del Partenio sul quale si estende per tutta l’estrema propaggine occidentale, la cui cima principale è il monte Sant'Angelo a Palombara (661 m s.l.m.). F.2 Habitat sensibili nelle vicinanze NOTA: il concetto di vicinanza è commisurato alla portata degli impatti dell’attività aziendale sull’ambiente: sono infatti da considerarsi “vicine” soltanto realtà a distanze tali da risentire di tali impatti (nel caso di piccole e medie imprese non è necessario analizzare ambienti non realmente interessati dall’attività). Presenza di riserve naturali? Presenza protette? di parchi o Presenza di bacini idrici? Documento di Analisi Ambientale R5 NO aree SI’ SI’ Le sedi ABC di San Felice a Cancello sono situate una zona che fa parte del Parco regionale del Partenio La sede ABC di San Felice a Cancello, denominata “Collina di Cancello (quota 90-quota 245-quota 275quota 313)” essendo situata in una zona in cui non sono presenti acque marine e costiere, essa non si colloca in una zona di particolare interesse ambientale in relazione alla gestione delle risorse idriche; inoltre, considerato che in tale sede non vengono svolte attività produttive i consumi di acqua sono assoggettabili all’uso domestico e dunque gestiti come tali attraverso il sistema idrico urbano. L’altra sede, denominata “CAMPO POZZI”, si colloca, invece, in una zona di particolare interesse ambientale per la presenza di falde acquifere essendo costituita da punti di emungimento. L’attività principale è il prelievo dell’acqua destinata alla successiva erogazione. Tale attività, di notevole interesse ed impatto ambientale come consumo di risorse idriche, è disciplinata dalle relative concessioni per gli emungimenti. Pagina 29 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 30 DI 112 Presenza di siti di particolare interesse? Architettonico? NO Storico-culturale ? NO Documento di Analisi Ambientale R5 Le sedi ABC di San Felice a Cancello non sono collocate nelle vicinanze di aree di interesse architettonico o storico-culturale Pagina 30 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE F.3 PAG 31 DI 112 Geologia del sito S. Felice a Cancello rientra in quei siti da cui traggono principalmente alimentazione la falda e le sorgenti del Fiume Sarno, rappresentano i principali massicci carbonatici che bordano e delimitano nel tratto a Nord-Est la Piana del Sarno, topograficamente avente forma pressoché romboidale ed una estensione territoriale complessiva di circa 200 km2; quest’ultima è poi delimitata nel tratto Sud-Est dalla base dei rilievi carbonatici dei Monti Lattari, nella porzione di Sud-Ovest dal tratto di costa compreso tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia e nel margine Nord-Ovest dalle falde dell’apparato vulcanico del Somma-Vesuvio. La conformazione geologica e geomorfologica del territorio favorisce, soprattutto in mancanza di una adeguata copertura vegetale e di un’efficiente rete di drenaggio delle acque superficiali, il verificarsi di eventi franosi di tipo colata lungo i versanti. Inquadramento siti ABC I siti ABC di San Felice a Cancello sono: • CAMPO POZZI CANCELLO (quota 120) • COLLINA DI CANCELLO (QUOTE 90, 245, 275 e 313) CAMPO POZZI CANCELLO È uno dei siti da cui viene emunta e distribuita l’acqua, per cui l’impatto sulla geologia del sito è significativo dal punto di vista dei consumi di acqua (quale risorsa naturale del sottosuolo) disciplinati dalle relative concessioni. L’ulteriore impatto ambientale è connesso al consumo di energia elettrica. Presso il campo pozzi sono anche presenti serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio, dotati di intercapedine di tenuta e kit antispandimento. I possibili impatti sono connessi a eventuali sversamenti accidentali nel suolo o sottosuolo COLLINA DI CANCELLO In tale sito sono presenti: • Q90: serbatoio contenente GPL a servizio dell’impianto termico per cui è stata effettuata valutazione rischio incendio ed ottenuto relativo CPI; Q90: impianti termici(<35 KW) e impianto di condizionamento e refrigerazione contenente gas ad effetto serra per il quale vengono effettuati controlli periodici di efficienza energetica e di assenza fughe secondo la normativa vigente applicabile • Q90: vasca a tenuta contenti reflui urbani; la vasca a tenuta viene sottoposta periodicamente a prova di tenuta per verificare eventuali perdite che potrebbero tradursi in sversamenti nel suolo e nel sottosuolo • Q 245 e Q 120 (c/o campo pozzi): serbatoi non interrati contenenti ipoclorito di sodio, provvisti di dotati di intercapedine di tenuta, e kit antispandimento. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 31 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 1.8 Scheda A/B/C/D/E/F ACQUEDOTTISTICA CONTESTO AMBIENTALE SEDI CANTIERE PAG 32 DI 112 TIPO/RETE Per l’effettuazione dell’analisi ambientale iniziale, per ciascuna zona territoriale considerata, sono stati presi in considerazione come possibili siti operativi, in cui sono svolte le attività di ABC, sia il cantiere tipo di realizzazione e manutenzione della rete idrica sia l’intera rete acquedottistica, intesa come rete di condotte di adduzione e di distribuzione della risorsa idrica. A/B/C/D/E/F.1 Posizione geografica Si rimanda alle schede precedenti A/B/C/D/E/F .2 Habitat sensibili nelle vicinanze Si rimanda alle schede precedenti A/B/C/D/E/F .3 Geologia del sito Si rimanda alle schede precedenti Inquadramento siti ABC - CANTIERE TIPO REALIZZAZIONE/MANUTENZIONE - RETE ACQUEDOTTISTICA Presso il sito denominato “CANTIERE TIPO” vengono svolte all’occorrenza attività di manutenzione/realizzazione su condotte e/o apparecchiature; attività di lavaggi di condotte, manovre idrauliche di chiusura e apertura mediante azioni su organi di manovra e rilievi di pressione su apparecchiature idrauliche. Gli impatti più frequenti che possono verificarsi durante le fasi lavorative per la realizzazione e la manutenzione della rete idrica sono: rumore, produzione di rifiuti, gestione delle terre e rocce da scavo, emissioni diffuse in atmosfera (polveri da scavo), consumo della risorsa idrica. Per il dettaglio circa le modalità di gestione di tali aspetti ambientali e la valutazione dei relativi impatti si rimanda alle specifiche schede di analisi riportate nelle pagine successive Presso il sito denominato “RETE ACQUEDOTTISTICA” vengono svolte prevalentemente attività di verifica dei manufatti tecnici e patrimoniali. L’impatto più significativo è connesso alla presenza della risorsa idrica all’interno delle condotte. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 32 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 33 DI 112 SEZIONE 2 ANALISI DEL PROCESSO PRODUTTIVO Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 33 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 2 ANALISI DEL PROCESSO PRODUTTIVO 2.1 Fasi del processo produttivo PAG 34 DI 112 L’attività dell’ABC consiste essenzialmente nella: • Progettazione, costruzione, installazione, conduzione, gestione e manutenzione di opere acquedottistiche e reti per captazione, potabilizzazione, adduzione, sollevamento, accumulo e distribuzione di acque destinate al consumo umano. • Erogazione di servizi di analisi chimico-fisiche e microbiologiche su acque destinate al consumo umano. In particolare, i processi fondamentali, e quindi strutturali, dell’organizzazione, per cui è “giustificata” l’esistenza dell’azienda sono: • Il Processo Tecnico; • Il Processo di Gestione Utenza; • Il Processo di Gestione della Qualità dell’acqua. Tali processi sono tra di loro interagenti ed, inoltre, sono influenzati da altri processi, detti infrastrutturali, intendendo con siffatto termine quei processi che producono servizi per uso “interno” dell’organizzazione aventi cioè la funzione di creare le giuste sinergie tra i processi strutturali. In particolare, sono individuati come infrastrutturali, tra gli altri : • Il Processo di gestione delle risorse umane • Il Processo Procurement, inteso come attività di approvvigionamento e qualifica fornitori • Il Processo di gestione degli strumenti di misura • Il processo di gestione Stakeholders • Il Processo di gestione del Sistema Qualità, Salute e Sicurezza e Ambiente • Il Processo di budgeting • Il Processo di gestione documentazione/dati • Il Processo gestione patrimonio/siti aziendali • Il Processo di prevenzione e protezione sul lavoro Di seguito sono schematicamente rappresentati i processi aziendali (strutturali e infrastrutturali), con i relativi sottoprocessi ed il riferimento ai siti in cui gli stessi si sviluppano, distribuiti sul territorio campano. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 34 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 35 di 112 PAG 35 DI 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 36 DI 112 Ognuno dei processi riportati nello schema è gestito secondo un approccio PDCA che garantisce la tenuta sotto controllo dello stesso secondo modalità definite, la verifica di quanto eseguito e del rispetto delle modalità di esecuzione previste e il continuo miglioramento dello stesso processo in termini di risoluzione di eventuali anomalie e, soprattutto, di verifica delle possibilità di migliorarne continuamente l’efficacia e l’efficienza . L'ABC può decidere di affidare, parzialmente o completamente, l'esecuzione delle opere/servizi da realizzare a fornitori esterni preventivamente qualificati. In ogni caso l'ABC interviene con proprio personale, onde assicurare un controllo costante sui lavori/servizi in svolgimento, e ad opere/servizi ultimati, al fine di garantire la conformità dei lavori ai requisiti prestazionali, di qualità, di salute e sicurezza e di impatto ambientale definiti da ABC nelle specifiche tecniche, di sicurezza (PSC/DUVRI) e negli altri documenti contrattuali. Di tali controlli sono disponibili adeguate registrazioni. In generale, ABC ritiene fondamentale il coinvolgimento e il contributo di tutte le risorse aziendali ai fini dell’implementazione del sistema di gestione ambientale e del suo miglioramento nel tempo. Quindi ABC costantemente forma e informa il proprio personale affinchè sia consapevole del ruolo e del contributo derivante dalle proprie attività. ABC ritiene, inoltre, che anche i fornitori siano parte essenziale per la corretta gestione del sistema ambientale per cui ha previsto attività di informazione e di coinvolgimento degli stessi e ha attivato idonee modalità di monitoraggio delle prestazioni ambientali richieste agli stessi. Il coinvolgimento delle risorse e dei fornitori è finalizzato a tenere sotto controllo e ridurre gli impatti derivanti dai processi e dai siti gestiti da ABC. Per gli aspetti ambientali su cui possono avere effetto anche gli utenti di ABC, come per esempio nel caso dell’utilizzo della risorsa idrica, ABC attiva periodicamente campagne di sensibilizzazione anche sui terzi per l’uso adeguato della stessa, ovvero, per ridurre il consumo di carta ABC ha attivato la possibilità di invio telematico delle fatture su richiesta degli utenti e ne ha dato ampia comunicazione (l’attivazione garantisce anche un risparmio economico incentivante per gli utenti). 2.2 Siti ABC e fasi del processo produttivo Nella tabella seguente sono riportati tutti i siti di ABC, raggruppati per tipologie omogenee rispetto alle attività prevalenti svolte presso gli stessi. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 36 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE DESCRIZIONE CESPITE SEDE CENTRALE VIA (UFFICI AMMINISTRATIVI) LOCALIZZAZIONE ARGINE PAG 37 DI 112 TIPOLOGIA SITO rispetto all’attività svolta NAPOLI Uffici amministrativi AGENZIA VENTAGLIERI (FRONT OFFICE) NAPOLI SEDE CENTRALE (LABORATORIO) NAPOLI Laboratorio SEDE MAGAZZINO CASORIA (NA) Magazzino SEDE OPERATIVA POGGIOREALE NAPOLI SEDE SAN LAZZARO NAPOLI SEDE REGI LAGNI ACERRA (NA) COLLINA DI CANCELLO (QUOTE 90 e 245) S. FELICE A CANCELLO (CE) SCUDILLO COME PARTE CENTRALE O SERBATOIO) NAPOLI VIA ARGINE Siti Operativi SITO (NO Manufatti tecnico/amministrativi a supporto AVELLINO/BENEVENTO delle sorgenti/rete SORGENTI BASSE – URCIUOLI SANTO STEFANO DEL SOLE (AV) SORGENTI ALTE – ACQUARO PELOSI SERINO (AV) Sorgenti CAMPO POZZI ACERRA (AIR – VALLICCHIO) AFRAGOLA (NA) e Caivano (NA) CAMPO POZZI LUFRANO (AIR –SN) AFRAGOLA (NA) e Casoria (NA) CAMPO POZZI CANCELLO S. FELICE A CANCELLO (CE) SERBATOIO QUOTA 100 NAPOLI SERBATOIO SCUDILLO NAPOLI CENTRALE SCUDILLO NAPOLI SERBATOIO CAPODIMONTE NAPOLI CENTRALE CAVE DI CAPODIMONTE NAPOLI Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 37 di 112 Campi pozzi Centrali e Serbatoi DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE DESCRIZIONE CESPITE LOCALIZZAZIONE SERBATOIO PIANURA NAPOLI SERBATOI CHIAIANO NAPOLI SERBATOIO CANGIANI NAPOLI CENTRALE CANGIANI NAPOLI SERBATOIO S. GIACOMO NAPOLI PAG 38 DI 112 TIPOLOGIA SITO rispetto all’attività svolta Centrali e Serbatoi CENTRALE S. GIACOMO NAPOLI SERBATOIO S. SEBASTIANO S. SEBASTIANO (NA) SERBATOIO CAMALDOLI NAPOLI CENTRALE LUFRANO CASORIA (NA) CANTIERE TIPO MANUTENZIONE DI REALIZZAZIONE Rete Acquedottistica ABC Documento di Analisi Ambientale R5 – NAPOLI/AVELLINO/BENEVENTO/CASERTA Cantiere Urbano o extraurbano NAPOLI/AVELLINO/BENEVENTO/CASERTA Rete ABC Pagina 38 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE SEZIONE 3 ANALISI AMBIENTALE Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 39 di 112 PAG 39 DI 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 3 ANALISI AMBIENTALE 3.1 Identificazione degli aspetti ambientali PAG 40 DI 112 Una volta individuati i siti e i processi ABC, nel contesto ambientale di riferimento, è stata effettuata una ricognizione degli ambiti ambientali applicabili per ABC (sia in situazioni ordinarie che in situazioni non routinarie e di eventuale emergenza). Il dettaglio degli ambiti ambientali applicabili è stato riportato nella tabella seguente: IDENTIFICAZIONE DEGLI AMBITI APPLICABILI ALLE ATTIVITA’/SITI GESTITI Applicabilità Ambiti ambientali SI Impianti che generano emissioni in atmosfera NO Presenti attività in complessi identificabili come stabilimenti rientranti nel campo di applicazione dell’art. 269 e 272 commi 1 e 2 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. Impianti termici civili Presenti impianti termici di riscaldamento, di potenza termica nominale minore o uguale a 35 kW per il riscaldamento dei luoghi di lavoro e/o produzione acqua calda sanitaria, e impianti di condizionamento e refrigerazione in diverse sedi ABC Mobility management Le singole unità locali comprendono un numero di dipendenti minore dei 300 previsti come limite dall’art. 3 del DM 27/03/1998 (mobilità sostenibile nelle aree urbane) Impianti che generano scarichi idrici Produzione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi Deposito temporaneo dei rifiuti Conferimento di rifiuti- trasporti di rifiuti Attività di recupero rifiuti con procedura semplificata Autosmaltimento dei rifiuti pericolosi Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 40 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 41 DI 112 Applicabilità Ambiti ambientali SI NO Gestione dei serbatoi interrati Incidenti rilevanti Per le attività non vengono utilizzate sostanze in quantità superiore ai limiti dell’allegato 1 del DLgs 334/99 (SEVESO BIS) e s.m.i., colonna 2 e colonna 3 Impianti e infrastrutture con emissioni sonore Risparmio energetico (Energy management) Risorse idriche Sostanze e preparati pericolosi Trasporto merci pericolose (ADR, RID, IMO) Le attività di ABC non comprendono il trasporto di merci pericolose su strada; ABC si accerta che, ove applicabile in base alla natura e quantità di sostanze e preparati pericolosi forniti/prelevati, i fornitori utilizzino trasportatori qualificati secondo la normativa ADR Danno ambientale (contaminazione del suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, ecc.) e bonifiche Assenza di serbatoi interrati di gasolio, ma presenza di diverse vasche interrate a tenuta per lo stoccaggio dei reflui provenienti dai servizi igienici dei fabbricati. Stoccaggio di ipoclorito di sodio prevalentemente in serbatoi plastici ad asse verticale. L’applicabilità di tale aspetto potrebbe essere dovuta anche ad eventuali situazioni di ritrovamento di rifiuti speciali (ad esempio amianto) nel corso di scavi/lavorazioni o abbandono di rifiuti speciali sui siti di ABC. Impianti industriali e opere di servizi e infrastrutture: costruzione di nuovi, e/o ampliamenti, modifiche, demolizione degli esistenti; attività comportanti trasformazione urbanistica e edilizia Edifici con frequenza dell’uomo per cui è certificata la salubrità Attività che rientrano nell’elenco delle industrie insalubri Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 41 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 42 DI 112 Applicabilità Ambiti ambientali SI NO Le attività svolte non rientrano in quelle elencate nell’allegato al DM 05/09/1994 (elenco industrie insalubri) Valutazione d’impatto ambientale (VIA) Le attività routinarie aziendali svolte non rientrano in quelle elencate negli allegati alla parte seconda del D. Lgs. 152/2006, come modificati dal D. Lgs. 4/2008 e dal D. Lgs. 108/2010. I.P.P.C. – Prevenzione e Controllo integrato dell’inquinamento (Impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, AIA) Le attività svolte non rientrano in quelle elencate nell’ All. VIII alla parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (ex All. I del D. Lgs. N. 59/2005) Impianti e attività soggette al controllo dei VVF ai fini della prevenzione incendi Presenti in alcuni siti di ABC attività rientranti tra quelle soggetta a CPI del D.P.R. 151/2011 (es. attività 92-64) Impiego di gas tossici Non vengono impiegati nello svolgimento delle attività gas tossici di cui al RD 09/01/1927 n.147 PCB-PCT Sostanze che impoveriscono lo strato d’ozono stratosferico e ad effetto serra Produzione ed eventuale riutilizzo di terre e rocce di scavo durante le attività di cantiere Amianto Non esistono in ABC strutture/manufatti contenenti amianto. Qualora dovesse essere rilevata presenza di amianto in siti di ABC o di cui ABC abbia la disponibilità giuridica (es. presenza rifiuti abbandonati contenenti amianto, ritrovamenti in fase di scavo) ABC affida gli interventi di bonifica/smaltimento esclusivamente ad imprese autorizzate. Discariche Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 42 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 43 DI 112 Applicabilità Ambiti ambientali SI NO Impianti d’incenerimento e coincenerimento dei rifiuti Inquinamento elettromagnetico Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 43 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE 3.2 PAG 44 DI 112 Valutazione degli impatti ambientali Per verificare, rispetto a ciascun ambito ambientale applicabile, gli aspetti ambientali e quindi gli impatti ambientali derivanti dalle attività/siti ABC, sono stati analizzati in dettaglio, per ciascun aspetto ambientale applicabile, gli impatti derivanti dalle attività/siti di ABC, la conformità legislativa degli stessi, l’adeguatezza tecnica e organizzativa delle misure di mitigazione di tali aspetti adottate da ABC, considerando anche la localizzazione dei siti nei quali gli stessi sono presenti. Il risultato è riportato nelle schede di seguito specificate: SCHEDE IMPATTI: o Scheda 1 Emissioni in atmosfera (impianti termici civili, cappe laboratorio, mensa, gruppi elettrogeni, automezzi, saldatura, polveri da attività di cantiere) o Scheda 2 Scarichi idrici o Scheda 3 Rifiuti (produzione deposito trasporto e conferimento) o Scheda 4 Emissioni Sonore o Scheda 5 Utilizzo risorse naturali (risorsa idrica e combustibili) e risparmio energetico (impianti elettrici, impianti termici, impianti di condizionamento e refrigerazione) o Scheda 6 Risorsa idrica (Materia prime) o Scheda 7 Sostanze e preparati pericolosi (detenzione e trasporto) o Scheda 8 Danno ambientale e bonifica siti inquinati o Scheda 9 Infrastrutture ed edifici - Salubrità degli ambienti (ampliamente e modifiche di natura edilizia, agibilità e abitabilità degli edifici) o Scheda 10 Prevenzione Incendi o Scheda 11 Detenzione apparecchiature contenenti PCB e PCT o Scheda 12 Sostanze lesive per l’ozono e ad effetto serra (impianti di condizionamento e refrigerazione - Commutatori di alta tensione in SF6 ‘’’) o Scheda 13 Gestione materiali di scavo derivanti da cantieri o Scheda 14 Traffico veicolare indotto o Scheda 15: Amianto Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 44 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 45 DI 112 SCHEDA 1: EMISSIONI IN ATMOSFERA E IMPIANTI TERMICI CIVILI EMISSIONI IN ATMOSFERA Se SI indicare se si tratta di emissioni: - convogliate diffuse SI NO SI SI NO NO Principali riferimenti di legge (emissioni in atmosfera): D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i. art. da 267 a 298, allegati alla parte quinta • • Delib. G.R. n. 286 del 19 gennaio 2001 Disciplinare tecnico-amministrativo per il rilascio • • • • delle autorizzazioni e pareri regionali in materia di emissioni in atmosfera. Decreto Dirigenziale Regione Campania n° 166 del 23/04/12- Regolamentazione e prescrizioni per l’adesione all’autorizzazione generale per gli impianti in deroga ex art. 272 comma 2 D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. Circolare esplicativa della Giunta Regionale Campania impianti ed attività in deroga ex art. 272 comma 1 D.Lgs 152/06 e s.m.i. del 13/02/2012 DPR 59/2013 Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35 Circolare MINISTERO dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, recante chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’AUA nella fase di prima applicazione del DPR 59/2013 Principali riferimenti di legge (impianti termici relativamente ai controlli sulle emissioni): • DPR 26/08/1993 n.412 e s.m.i. (Regolamento centrali /impianti termici civili) • D.Lgs. 192/2005 e s.m.i. (Rendimento energetico edilizia) • D.Lgs 152/2006 e s.m.i., parte quinta- titolo II come modificato e integrato D. Lgs 29 giugno 2010, n. 128 • DPR 2 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e • • b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia PROVINCIA DI NAPOLI – CITTA’ METROPOLITANA Regolamento per l’esecuzione delle ispezioni sullo stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici, ai sensi della Legge 9 gennaio 1991 n. 10 e s. m. e i. e per le modalità di pagamento delle relative tariffe DPR 74/2013: Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 45 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE • PAG 46 DI 112 Decreto Ministeriale 10 febbraio 2014 – Modelli di libretto impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica di cui al DPR 74/2013 PUNTI DI EMISSIONE (EMISSIONI CONVOGLIATE) Dall’analisi del ciclo produttivo e della tipologia di attività svolta dall’ABC si evince la presenza di fonti di inquinamento dell’aria nelle fasi di esecuzione delle prove sui campioni di acqua trattati in laboratorio per la verifica della qualità dell’acqua. Ci sono, inoltre, emissioni convogliate scarsamente rilevanti derivanti dai locali mensa di Via Argine, dai gruppi elettrogeni di bassa potenzialità presenti nei siti di Poggioreale, Scudillo e Via Argine a supporto degli impianti elettrici in caso di emergenza e dagli impianti termici a bassa potenza termica nominale (<35 KW) presenti nei siti Poggioreale, Magazzino, San Lazzaro, Sorgenti Basse, Ventaglieri, Regi Lagni, Collina Cancello Q90, San Sebastiano. Per il laboratorio esiste autorizzazione ordinaria all’emissione secondo le modalità previste dalla normativa vigente e vengono periodicamente verificate le emissioni come previsto dall’autorizzazione. In caso di necessità di richiesta di nuove autorizzazioni, per nuovi punti di emissioni in atmosfera, ABC presenta domanda per il rilascio dell’AUA al SUAP, territorialmente competente, che la trasmetterà in modalità telematica all'autorità competente e ai soggetti competenti in materia ambientale che, in base alla normativa vigente, intervengono nei procedimenti sostituiti dall'autorizzazione unica ambientale. In tal caso ABC provvederà a presentare richiesta per tutti i titoli abilitativi in corso per ottenere l’autorizzazione unica ambientale. Per le autorizzazioni in corso è, invece, obbligatoria la richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale al SUAP, territorialmente competente, alla scadenza del primo dei titoli abilitativi previsti dall’art. 3 comma 1 del DPR 59/2013 (per ABC autorizzazione alle emissioni ex art 260 del DLGS 152/06 e autorizzazione agli scarichi di cui Capo II titolo IV Sez II parte terza DLGS 152/06). Per i locali mensa e i gruppi elettrogeni è stata effettuata comunicazione all’autorità competente secondo le modalità previste dalla legislazione vigente. Per tutti gli impianti termici civili, alimentati a metano o GPL, vengono effettuati tutti gli adempimenti previsti dalla legislazione vigente. ABC ha provveduto a nominare il terzo responsabile per l’ esercizio e manutenzione. Inoltre, ABC garantisce: • Il rispetto della frequenza di manutenzione e della verifica dei parametri di combustione) con l’utilizzo di strumenti soggetti a taratura • Il rispetto del periodo e dell’orario annuale di esercizio degli impianti termici e della temperatura Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 46 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 47 DI 112 • La compilazione, a partire dal 1/6/2014, del libretto di impianto per la climatizzazione e del rapporto di efficienza energetica, in sostituzione rispettivamente del libretto di impianto e del rapporto di rendimento di combustione (allegato G) da parte del responsabile dell’esercizio e della manutenzione. • L’aggiornamento e la corretta conservazione del libretto (presso l’impianto termico) con allegate le dichiarazioni attestanti la conformità degli impianti e che riporta gli interventi di manutenzione sull’impianto e di verifica dei parametri di combustione • La conservazione, in allegato al libretto di impianto per la climatizzazione, dei libretti di impianto e degli allegati G già compilati fino al 1/6/2014 e comunque conformi ai modelli previsti dal DM 17/3/2003. Nel caso di insufficiente rendimento di combustione, vengono adottati gli interventi necessari per il ripristino dei valori entro i limiti consentiti, fino, se necessario, alla completa sostituzione della caldaia. PUNTI DI EMISSIONE (EMISSIONI diffuse ) Le emissioni in atmosfera relative all’attività dell’ABC riguardano le eventuali diffusioni di polveri e le emissioni prodotte da traffico veicolare e automezzi in dotazione, alimentati a benzina o gasolio e le emissioni derivanti dalle attività di saldatura nei cantieri. Per tutti i casi si tratta di emissioni poco significative e di ridotto inquinamento atmosferico e che dunque si ritiene rientrino nei valori stabiliti dal d.Lgs 152/2006. ABC gestisce, ove opportuno, le emissioni di polveri attraverso interventi effettuati dagli stessi operai di cantiere. Questi interventi consistono essenzialmente nell’innaffiamento manuale delle parti interessate, nel rispetto delle istruzioni riportate nei PSC/DUVRI . Per le emissioni prodotte dai mezzi circolanti, ABC garantisce la programmazione e l’esecuzione degli interventi di manutenzione e la revisione secondo le periodicità prescritte, anche attraverso la misurazione degli inquinanti emessi, sugli automezzi dell’intera flotta aziendale. Tutte le verifiche e le manutenzioni effettuate sono idoneamente registrate. Anche le attrezzature a supporto delle attività di saldatura sono periodicamente verificate/manutenute. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 47 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE SINTESI TIPO DI EMISSIONE PUNTO DI EMISSIONE CONFORMITA’ Convogliate Laboratorio Convogliate Argine (mensa) Convogliate Argine, Poggioreale, (gruppi elettrogeni) Convogliate Poggioreale, Magazzino, San Lazzaro, Ventaglieri, Regi Lagni, Collina Cancello Q90, San Sebastiano, manufatto sorgenti basse (Impianti termici) diffuse Cantieri diffuse Rete (Parco automezzi) Documento di Analisi Ambientale R5 PAG 48 DI 112 Scudillo Pagina 48 di 112 Autorizzazione Ordinaria art. 269 Dlvo 152/06 e conformità impianto, manutenzioni periodiche e verifiche di funzionamento, monitoraggio periodico emissioni Comunicazione (art. in deroga art. 272 Dlvo 152/06) Comunicazione (att. in deroga art. 272 Dlvo 152/06) manutenzione periodica impianto <35KW non soggetti ad alcuna autorizzazione, manutenzioni periodiche di impianto, monitoraggio periodico rendimento di combustione Rispetto prescrizioni operative abbattimento polveri. Manutenzioni periodiche attrezzature per saldature Periodica manutenzione e controllo emissioni automezzi DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 49 DI 112 SCHEDA 2 SCARICHI IDRICI Scarichi idrici Si utilizzano scarichi idrici? Se SI precisare se si tratta di scarichi idrici − acque reflue assimilate alle acque reflue domestiche - industriali SI SI NO NO SI SI NO NO Principali riferimenti di legge: • D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i. parte terza art. 53,54, art. da 101– Allegati alla parte • • • • • • • • • • terza come modificato e integrato da D. Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 Legge Regione Campania n. 14 del 21.05.1997 (direttive per l’attuazione del servizio idrico integrato) Delibera del "Comitato dei ministri per la tutela delle acque dall'inquinamento" del 04/02/77 (scarico in fossa Imhoff) Piano Regionale di risanamento delle Acque della Regione Campania; Regolamenti dei gestori del Servizio idrico ATO1, ATO2, Regione Campania L.R.n.4 del 15 marzo 2011- Regione Campania “DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE 2011 E PLURIENNALE 2011 – 2013 DELLA REGIONE CAMPANIA (LEGGE FINANZIARIA REGIONALE 2011)”- Definizione dei Comuni come enti competenti al rilascio delle Autorizzazioni in corpo idrico superficiale o su suolo T.A.R. CAMPANIA, Napoli, Sez. V - 16 marzo 2011, n. 1479- Illegittima l’assimilazione da parte del Comune delle acque di dilavamento dei piazzali adibiti a parcheggio a scarichi industriali. Regolamento Regione Campania n. 6, del 24/9/2013 – Criteri di assimilazione alle acque reflue domestiche (abroga regolamento precedente n. 11 del 2012) Sentenza 22 gennaio 2014, n. 2867, Sez. II Cassazione penale DPR 59/2013 Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35 Circolare MINITSERO dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, recante chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’AUA nella fase di prima applicazione del DPR 59/2013 Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 49 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 50 DI 112 SCARICHI IDRICI Da siti: I siti ABC recapitano i reflui prodotti o direttamente in fognatura pubblica o in vasche a tenuta. In particolare, i reflui recapitati in pubblica fognatura sono assimilabili a reflui domestici (ai sensi dell’art.3 comma 1 lettera a) e b) del Regolamento Regione Campania n. 6/2013) e quindi non soggetti ad autorizzazioni allo scarico ovvero di tipo industriale per i quali esiste autorizzazione rilasciata dall’ATO competente. In caso di necessità di richiesta di nuove autorizzazioni ABC presenterà domanda per il rilascio dell’AUA al SUAP, territorialmente competente, che la trasmetterà in modalità telematica all'autorità competente e ai soggetti competenti in materia ambientale che, in base alla normativa vigente, intervengono nei procedimenti sostituiti dall'autorizzazione unica ambientale. In tal caso ABC provvederà a presentare richiesta per tutti i titoli abilitativi in corso. Per le autorizzazioni in corso è, invece, obbligatoria la richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale al SUAP, territorialmente competente, alla scadenza del primo dei titoli abilitativi previsti dall’art. 3 comma 1 del DPR 59/2013 (per ABC autorizzazione alle emissioni ex art 260 del DLGS 152/06 e autorizzazione agli scarichi di cui Capo II titolo IV Sez II parte terza DLGS 152/06). Di seguito, si riporta una tabella contenente per ciascun sito la tipologia di reflui, la tipologia di scarico e il tipo di recettore. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 50 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE n. CESPITE INDIRIZZO PAG 51 DI 112 COMUNE PROV. TIPOLOGIA RETE INTERNA DI RACCOLTA REFLUO TIPOLOGIA SCARICO 1 ARGINE SEDE CENTRALE VIA ARGINE 929 NAPOLI NA NERE-BIANCHE B* 2 POGGIOREALE VIA CIMITERO ISRAELITA NAPOLI NA MISTE B* 3 SAN LAZZARO VIA SAN LAZZARO 4/5 NAPOLI NA NERE-BIANCHE B* 4 ACERRA REGI LAGNI VIA ISONZO n.47 ACERRA NA MISTE B 5 MAGAZZINO VIA NAZ. DELLE PUGLIE CASORIA NA MISTE B 6 VENTAGLIERI VIA VENTAGLIERI n. 85 NAPOLI NA NERE-BIANCHE B 7 SORGENTE URCIOLI VIA PROVINCIALE TURCI CESINALI AV NERE B 8 SORGENTI ACQUARO PELOSI VIA ACQUARA n.2 SERINO AV NERE B 9 COLLINA DI CANCELLO VIA BARRACCO S. FELICE A CANCELLO CE NERE B 10 SCUDILLO VIA SERBATOIO SCUDILLO n. 10/11 NAPOLI NA BIANCHE B* 10 SCUDILLO VIA SERBATOIO SCUDILLO n. 10/11 NAPOLI NA NERE B 11 LUFRANO VIA CIRCUMVALLAZIONE ESTERNA n. 4 CASORIA NA NERE-BIANCHE C 12 CAVE REICHELIN CORSO AMEDEO DI SAVOIA 228 NAPOLI NA MISTE B 13 CANGIANI VIA S. IGNAZIO DA LOYOLA 8 NAPOLI NA MISTE B 14 S. GIACOMO VIA JANNELLI II TRAVERSA ACQ: CAMPANO NAPOLI NA BIANCHE B 15 S. SEBASTIANO VIA BUONGIOVANNI 3 S. SEBASTIANO AL VESUVIO NA MISTE B 16 SAN DOMENICO QUOTA 100 CALATA S: DOMENICO 27 NAPOLI NA MISTE B 17 CAMALDOLI VIA DELL'EREMO 81 NAPOLI NA MISTE B 18 CAPODIMONTE VIA SALITA CAPODIMONTE 80 NAPOLI NA MISTE B 19 TRONTI SS 88 ALTAVILLA IRPINA AV MISTE B 20 ATRIPALDA VIA APPIA ATRIPALDA AV MISTE B 21 ARPAIA VIA TAURANO ARPAIA BN MISTE B 22 CHIAIANO VIA COMUNALE MARGHERITA NAPOLI NA MISTE B Legenda:, B = assimilato ai reflui domestici ai sensi dell’art. 3 comma 1 lett. a) del Regolamento Regione Campania n. 6/2013 Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 51 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 52 DI 112 B*= assimilato ai reflui domestici ai sensi dell’art. 3 comma 1 lett. b) del Regolamento Regione Campania n. 6/2013 (con richiesta di assimilazione all’ATO 2) C=industriale Rete nere-bianche=rete fognaria interna duale Rete mista=rete fognaria interna unica I reflui recapitati nelle vasche a tenuta sono prodotti al magazzino di Casoria, al sito Cancello Q90 , al sito di Acerra (RRLL), ai siti delle sorgenti basse e sorgenti alte ( dove sono in corso i lavori di allacciamento alla rete fognaria esistente) e sono gestiti come rifiuti nel rispetto della normativa applicabile. La tenuta delle vasche è verificata, comunque, attraverso specifiche prove di tenuta periodiche al fine di evitare sversamenti nel suolo e sottosuolo. Da attività operative: ABC recapita: - direttamente in fogna anche gli scarichi idrici provenienti da lavaggi di vasche e/o condotte di distribuzione idrica o in casi di riattivazione pozzi (scarichi prima dell’immissione dello stesso in rete) nonché sfiori e perdite dalle vasche dei serbatoi; - direttamente in acque superficiali nel caso di troppo pieno alle sorgenti non convogliabile nel canale/condotta di convogliamento delle acque. Viste le caratteristiche qualitative dell’acqua presente nell’intero sistema (condotte, vasche etc), tali scarichi sono assimilabili ai reflui domestici. In particolare, per gli scarichi idrici derivanti da interventi di manutenzione da guasto, vista l’urgenza a tutela della pubblica incolumità, ABC attua, per gli interventi eseguiti nel territorio del Comune di Napoli, la procedura per lavori urgenti prevista dal Comune. ABC quindi trasmette al servizio fognature del Comune di Napoli una comunicazione di interventi “ad horas” a cui segue, ad ultimazione dei lavori, la trasmissione allo stesso da parte di ABC di una specifica relazione dettagliata dei lavori effettuati unitamente alla comunicazione di eliminato pericolo. SINTESI TIPO DI SCARICO Assimilabile a acque reflue domestiche in Fogna pubblica Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI SCARICO Siti amministrativi (Argine, Ventaglieri), Siti operativi (Poggioreale, San Lazzaro, Scudillo, manufatti Avellino/Benevento), Laboratorio, campi pozzi, Centrali eserbatoi (Quota 100, Scudillo, Capodimonte, Pianura, Chiaiano, Cangiani, San Giacomo, San Sebastiano, Camaldoli), cantieri Pagina 52 di 112 CONFORMITA’ Reflui assimilabili a domestici (lett. a) + lett. b9, comma 1 art 3 Regolamento regione campania 6/13 – DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Assimilabile a acque reflue domestiche in acque superficiali Reflui domestici in vasche a tenuta Reflui industriali in rete fognaria Documento di Analisi Ambientale R5 PAG 53 DI 112 Reflui assimilabili a domestici Sorgenti (Urciuoli, Acquaro- (lett a, comma1, art 3, Pelosi), Regolamento Regione Campania 6/13), Siti operativi (Regi Lagni, Gestione rifiuti secondo Cancello), Magazzino, normativa Sorgenti Centrali e Serbatoi (centrale Rispetto autorizzazione Monitoraggio scarichi Lufrano) Pagina 53 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 54 DI 112 SCHEDA 3 RIFIUTI Produzione e deposito temporaneo Rifiuti urbani speciali -pericolosi -non pericolosi SI SI SI SI SI NO NO NO NO NO Principali riferimenti di legge: • L. 25/01/1994 n. 70 (istituzione MUD) • Lettera circolare del Ministero dell’Ambiente del 28 giugno 1999 (Chiarimenti definizione di • • • • • • • • • rifiuto) DM 01/04/1998 n. 148 (Reg. carico scarico) DM 01/04/1998 n. 145 (FIR) Circ. Min Ambiente 04/08/1998 (modalità di compilazione Registro di carico scarico e formuari) Decisione 2000/532 CE (codici CER) D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i., parte quarta e relativi allegati come modificato e integrato da D. Lgs. 4/2008, D. lgs 3 dicembre 2010, n. 205 integrazione SISTRI e sanzioni, migliore definizione di “recupero” e “smaltimento”, introduzione della definizione di “prevenzione”, “riutilizzo”, “riciclaggio”, “preparazione per il riutilizzo” e modifica della definizione di raccolta differenziata, riformulazione condizioni sottoprodotto), Dlgs 7 luglio 2011, n. 121 (16/08/2011)- Introduzione dei reati ambientali all’interno del decreto 231/2001, Dlgs 14 settembre 2011, n. 162 (05/10/2011)- Conversione in legge del Dl 138/2011 - Ripristino Sistri - Dia e Scia - Servizi locali, Legge 24 marzo 2012, n. 28 (25/03/2012) Conversione in legge, con modificazioni, del Dl 2/2012, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale - Materiali da riporto - Cambia il punto 5 dell'allegato D alla parte IV del Dlgs 152/2006, recante "Elenco dei rifiuti istituito dalla decisione 2000/532/Ce", che ritorna ad una formulazione molto simile a quella già vigente ante D. lgs 205/2010. Modalità di attribuzione caratteristica H14, Legge 7 agosto 2012, n. 134 (12/08/2012)- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese. Sospensione SISTRI Dlgs 20 novembre 2008, n. 188- Attuazione della direttiva 2006/66/Ce relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/Cee Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 aprile 2010 recante “Modifiche al Modello di dichiarazione ambientale (MUD)”. DECRETO 18 febbraio 2011, n. 52. Regolamento recante istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell’articolo 189 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dell’articolo 14-bis del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, come modificato da DM 25 maggio 2012 n° 141; Dm Ambiente 17 ottobre 2012, n. 210 Modifiche al Dm 52/2011 ("Tu Sistri") - Sospensione contributi 2012 Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 54 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE • • • • • • • • PAG 55 DI 112 L. n. 28/2012, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 gennaio 2012, n. 2, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale- Attribuzione della caratteristica H14 Dl 201/2011, art. 14 (“Salva Italia”)- Istituzione della nuova TARES (Tariffa rifiuti) Deliberazione consiliare n.12 del 22.2.2006- Regolamento rifiuti Comune di Napoli- Articolo 7 - Assimilazione ai rifiuti urbani dei rifiuti speciali non pericolosi Decreto Ministeriale 20 marzo 2013, decreto di riavvio progressivo del SISTRI Legge 27/2/2014, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative Ministero Ambiente- Comitato Scientifico Sistri – Aggiornamento sezione documenti di interoperabilità Legge 6 febbraio 2014, n.6, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali comportante l’introduzione dell’art 256-bis al Dlgs 152/06 che introduce il delitto di “Combustione illecita di rifiuti” DPCM 12 dicembre 2013 – nuova modulistica per MUD 2014 Conferimento Rifiuti − urbani − speciali Trasporto e smaltimento Rifiuti − urbani − speciali SI SI SI SI SI SI NO NO NO NO NO NO Principali riferimenti di legge: DM 01/04/1998 n. 148 (Reg. carico scarico), come mod. da art. 190 del D.Lgs. 152/06 e • • • • • • • • s.m.i. DM 01/04/1998 n. 145 (Formulario d’identificazione rifiuto) DM 28/04/1998 n. 406 (Albo gestori) e successive modifiche e integrazioni Circ. Min Ambiente 04/08/1998 (modalità di compilazione Registro di carico scarico e formulari) Dm 27 settembre 2010 (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica- Caratterizzazione di base e analitica) DM 05/02/1998 (Recupero rifiuti non pericolosi con procedura semplificata) come modificato da DMA 5 aprile 2006, n.186 Regolamento recante modifiche al decreto ministeriale 5 febbraio 1998 «Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22». D.Lgs 03/04/2006 n. 152 e s.m.i.- parte IV come modificato e integrato da D. Lgs. 4/2008, D. lgs 3 dicembre 2010, n. 205 ( integrazione SISTRI e sanzioni, migliore definizione di “recupero” e “smaltimento”, introduzione della definizione di “prevenzione”, “riutilizzo”, “riciclaggio”, “preparazione per il riutilizzo” e modifica della definizione di raccolta differenziata, riformulazione condizioni sottoprodotto). DMA 17 dicembre 2009 (Istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) e s.m.i. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 55 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE • • • PAG 56 DI 112 REGOLAMENTO COMUNALE COMUNE DI NAPOLI – DELIBERAZIONE CONSILIARE N°12 22/02/2006 Legge 27/2/2014, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative Ministero Ambiente- Comitato Scientifico Sistri – Aggiornamento sezione documenti di interoperabilità RIFIUTI URBANI I rifiuti urbani sono conferiti, secondo i regolamenti comunali dei siti di produzione degli stessi, negli appositi raccoglitori predisposti dai gestori di riferimento. In particolare, per le sedi maggiormente significative, viene verificata la compatibilità dei rifiuti urbani prodotti nell’anno rispetto al valore soglia definito nel regolamento comunale, ai fini della conferibilità diretta nei cassoni. Per tali rifiuti vengono effettuati i pagamenti delle relative tasse comunali. RIFIUTI SPECIALI I rifiuti speciali (pericolosi e non) sono gestiti secondo le modalità previste dalla legislazione applicabile e le modalità operative, con le relative responsabilità, sono descritte in idonea procedura aziendale. La tabella seguente riporta una sintesi dei tipi di rifiuti speciali prodotti da ABC e le modalità di deposito temporaneo. In particolare, per le attività di manutenzione alle infrastrutture, effettuate da ABC, il luogo di produzione coincide con la sede locale dell’unità aziendale nelle cui competenze ricade il tratto di infrastruttura interessato dai lavori di manutenzione. La tabella seguente, e la relativa procedura gestionale, riportano anche gli adempimenti connessi ai rifiuti non derivanti dal ciclo produttivo di ABC, ma eventualmente abbandonati da ignoti su aree di cui ABC abbia la disponibilità giuridica. Il trasporto e lo smaltimento/recupero dei rifiuti speciali è affidato da ABC a fornitori specializzati, privilegiando, nella scelta degli impianti di destinazione, gli impianti di recupero a quelli di smaltimento. In ogni caso ABC garantisce: la corretta e completa identificazione dei rifiuti generati prodotti/detenuti, eventualmente mediante analisi chimiche effettuate da laboratori qualificati e accreditati il rispetto del divieto di miscelazione di rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi e di miscelazione di rifiuti aventi caratteristiche di pericolosità differenti il deposito temporaneo per tipologie omogenee e nel rispetto delle relative norme tecniche che regolamentano le sostanze pericolose contenute nei rifiuti il rispetto dei limiti di volume o di tempi di deposito, a scelta del responsabile produttore del rifiuto la disponibilità di copie aggiornate delle autorizzazioni allo smaltimento/recupero per gli impianti di destinazione e dell’iscrizione all’albo per trasportatori dei rifiuti; la verifica che le autorizzazioni/iscrizioni riportino i codici dei rifiuti effettivamente trasportati/recuperati/smaltiti e che siano in stato di valenza; Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 56 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 57 DI 112 la emissione e conservazione del formulario di identificazione del rifiuto (I e IV copia) per i trasporti effettuati dai siti di ABC all’impianto di recupero/smaltimento in parallelo alle registrazioni previste dal SISTRI fino al 31/12/2014 per i rifiuti speciali pericolosi; la corretta compilazione di registri di carico/scarico e della sezione corrispondente (produttore) dei formulari in parallelo alle registrazioni previste dal SISTRI fino al 31/12/2014, per i rifiuti speciali pericolosi; la verifica che avvenga il rientro, nei termini (entro 90 gg.), della IV copia del formulario o, in caso di mancato rientro, la comunicazione e alla provincia della mancata ricezione la verifica, per i rifiuti speciali pericolosi, che sia avvenuta la registrazione del trasportatore e dell’impianto di destinazione dei rifiuti sul SISTRI. ABC provvede a presentare annualmente il MUD, secondo le prescrizioni normative. Inoltre, la gestione dei rifiuti derivanti da attività svolte da terzi fornitori, sui siti ABC o di cui ABC abbia la disponibilità giuridica, è di competenza degli stessi terzi ed è regolamentata attraverso idonee specifiche contenute nei contratti di affidamento agli stessi fornitori. In particolare, in caso di attività svolte da terzi sui propri siti o su siti di cui ha la disponibilità giuridica, ABC verifica che i terzi non abbandonino, presso tali siti, i rifiuti derivanti dalle attività svolte per conto di ABC. Per le attività di manutenzione, per applicazione dell’art. 266, i fornitori sono autorizzati al trasporto degli stessi rifiuti presso la loro sede legale, nel caso invece di fornitori di altre attività, nel caso di produzione di rifiuti presso i siti di ABC il trasporto degli stessi è effettuato a mezzo trasportatori autorizzati per la specifica categoria di rifiuti (fornitore stesso con autorizzazione al trasporto in conto proprio o terzi autorizzati). SINTESI TIPO DI RIFIUTO Urbano PUNTO DI PRODUZIONE Siti amministrativi (Argine, Ventaglieri), Magazzino, Siti operativi (Poggioreale, Regi Lagni, Cancello, San Lazzaro, Scudillo, manufatti Avellino/Benevento), Centrali Speciali Tutti i siti della riportata di seguito Speciali derivanti da attività di manutenzione affidata Tutti i siti Documento di Analisi Ambientale R5 CONFORMITA’ Pagamento TARES Adeguato deposito e identificazione dei rifiuti prodotti Compilazione/conservazione tabella formulari e registri carico e scarico, MUD Rispetto modalità SISTRI per gli speciali pericolosi Responsabilità dei terzi di gestione di tali rifiuti esplicitata anche in contratto di affidamento Pagina 57 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE a terzi Speciali derivanti da attività affidate a terzi (non manutenzione) Documento di Analisi Ambientale R5 Tutti i siti PAG 58 DI 112 Verifica provenienza rifiuti come da art 266 Verifica di non abbandono rifiuti sui siti di ABC Responsabilità dei terzi di gestione di tali rifiuti esplicitata anche in contratto di affidamento. Verifica di non abbandono rifiuti sui siti di ABC Verifica autorizzazione al trasporto rifiuti in conto proprio o a mezzo terzi autorizzati Pagina 58 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer 080318 Descrizione rifiuto Toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 080317 Luogo di conservazione registro di carico/scarico Periodicità di smaltimento Periodicità caratterizzazione LP/PT Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi MAGAZZINO LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno REGI LAGNI DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi SCUDILLO DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi VIA ARGINE ATRIPALDA 120113 120117 elettrodi di saldatura derivanti da attività di manutenzione in cantieri/impianti (art.230 d.lgs.152/06) Dischi smerigliatrice PAG 59 DI 112 MAGAZZINO Documento di Analisi Ambientale R5 Responsabilità LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione Pagina 59 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico ATRIPALDA 150101 150106 Periodicità di smaltimento DT/AC/AE/AD Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) MAGAZZINO LP/MG REGI LAGNI DT/AC/AE/AD Carta e cartoni di imballaggio (e. per materiali ed attrezzature) SCUDILLO 150103 Responsabilità Pallets di legno MAGAZZINO LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno ATRIPALDA DT/AC/AE/AD imballaggi in materiali misti Documento di Analisi Ambientale R5 Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata Ogni 6 mesi (quantità con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) DT/AC/AE/AD DT/AC/AE/AD Periodicità caratterizzazione Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) AVELLINO - SORGENTI ALTE (PELOSI) PAG 60 DI 112 Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) Ogni 6 mesi (quantità Caratterizzazione da ripetere max inferiore a solo nei seguenti casi: complessivamente con frequenza biennale, se presenti c/o il sito) conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se Ogni 6 mesi (quantità conferito in discarica (D1) max inferiore a complessivamente presenti c/o il sito) Pagina 60 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico Responsabilità Periodicità di smaltimento QS/CA Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno REGI LAGNI DT/AC/AI Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a complessivamente presenti c/o sito) SAN LAZZARO DT/AC/AE/EP Ogni 3 mesi DT/AC/AI Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a complessivamente presenti c/o sito) VIA ARGINE LP/PT Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno AVELLINO - SORGENTI ALTE (PELOSI) DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi ATRIPALDA DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi QS/CA Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno LABORATORIO MAGAZZINO SCUDILLO 150203 Assorbenti, materiali filtranti, stracci e tute monouso derivanti anche da attività di manutenzione in cantieri/impianti (art.230 d.lgs.152/60) LABORATORIO Documento di Analisi Ambientale R5 PAG 61 DI 112 Periodicità caratterizzazione Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione Pagina 61 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico Responsabilità Periodicità di smaltimento LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno POGGIOREALE DT/AC/AI Ogni 4 mesi (quantità max inferiori a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) REGI LAGNI DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi SCUDILLO DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi DT/AC/AI Ogni4 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) MAGAZZINO POGGIOREALE AVELLINO - SORGENTI ALTE (PELOSI) 160119 guarnizione in materiale plastico per tubazioni idriche; tappo di materiale plastico per tamponamento tubazioni idriche ATRIPALDA DT/AC/AE/AD REGI LAGNI DT/AC/AE/AD SCUDILLO 160214 apparecchiature fuori uso e/o relativi componenti DT/AC/AE/AD LABORATORIO Documento di Analisi Ambientale R5 DT/AC/AE/AD QS/CA PAG 62 DI 112 Periodicità caratterizzazione Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) Caratterizzazione da ripetere Ogni 6 mesi (quantità solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se max inferiore a 30 mc conferito a impianto di complessivamente recupero operante in presenti c/o il sito) procedura semplificata con frequenza annuale, se Ogni 6 mesi (quantità conferito in discarica (D1) max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se Pagina 62 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico Responsabilità SAN LAZZARO DT/AC/AE/EP Periodicità di smaltimento Ogni 3 mesi VIA ARGINE 160306 160604 Terreni di coltura (scaduti) BATTERIE ALCALINE (non contenenti mercurio) 161002 SOLUZIONI ACQUOSE DI SCARTO DIVERSE DA QUELLE DI CUI ALLA VOCE 161001* 170302 Misccele bituminose - LABORATORIO MAGAZZINO LABORATORIO ATRIPALDA Documento di Analisi Ambientale R5 LP/PT Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno PAG 63 DI 112 Periodicità caratterizzazione conferito in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione QS/CA Ogni 3 mesi oppure max 10 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) QS/CA Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: Pagina 63 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Guaine bituminose coibentanti utilizzate per rivestire le tubazioni d'acqua (derivanti anche da attività di manutenzione in cantieri/impianti (art.230 d.lgs.152/60)) 170401 metalli misti (Contatori – Chiavi d’arresto) Luogo di conservazione registro di carico/scarico Responsabilità Periodicità di smaltimento MAGAZZINO LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno REGI LAGNI DT/AC/AE/AD SCUDILLO DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi MAGAZZINO MAGAZZINO 170405 Periodicità caratterizzazione con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione Ogni 3 mesi ATRIPALDA ferro e acciaio derivanti anche da attività di manutenzione e in cantieri/ impianti (art.230 d.lgs. 152/06) PAG 64 DI 112 POGGIOREALE LP/MG Ogni 12 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) DT/AC/AE/AD Ogni 6mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno DT/AC/AI Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di Ogni 4 mesi (quantità recupero operante in procedura semplificata max inferiore a 30 mc con frequenza annuale, se complessivamente conferito in discarica (D1) presenti c/o il sito) REGI LAGNI DT/AC/AE/AD Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) SAN LAZZARO DT/AC/AE/EP Ogni 3 mesi Documento di Analisi Ambientale R5 Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) Pagina 64 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico SCUDILLO 170407 170411 190905 200304 metalli misti (trucioli da filettatura) Cavi elettrici resine di scambio ionio saturate o esaurite MAGAZZINO SAN LAZZARO Responsabilità Periodicità di smaltimento DT/AC/AE/AD Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 30 mc complessivamente presenti c/o il sito) LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno DT/AC/AE/EP LABORATORIO QS/CA AVELLINO - SORGENTI ALTE (PELOSI) DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi AVELLINO - SORGENTI BASSE (URCIUOLI) DT/AC/AE/AD MAGAZZINO Ogni 3 mesi Documento di Analisi Ambientale R5 LP/MG Periodicità caratterizzazione Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in Ogni 12mesi (quantità procedura semplificata max inferiore a 30 mc con frequenza annuale, se complessivamente conferito in discarica (D1), presenti c/o il sito) in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione Ogni 3 mesi oppure max 10 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Espurgo vasche biologiche PAG 65 DI 112 Ogni 3 mesi oppure max 30 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza biennale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) Pagina 65 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico Responsabilità POGGIOREALE DT/AC/AI REGI LAGNI DT/AC/AE/AD SAN FELICE A CANCELLO DT/CS Periodicità di smaltimento PAG 66 DI 112 Periodicità caratterizzazione Ogni 3 mesi Ogni 3 mesi Ogni 3 mesi 070104* 130301* 130310* 150202* Altri solventi organici i, soluzioni di lavaggio ed acque madri Altri oli isolanti e termo conduttori contenenti pcb Altri oli isolanti e termo conduttori assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi contaminati da sostanze pericolose, derivanti anche da attività di manutenzione e impianti (art.230 d.lgs.152/06) QS/CA Ogni 3 mesi oppure max 10 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) o a impianto di recupero operante in procedura semplificata DT/AC/AE/EP Ogni 12 mesi (quantità max inferiore a 10 mc complessivamente presenti c/o il sito) Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) o a impianto di recupero operante in procedura semplificata SAN LAZZARO DT/AC/AE/EP Ogni 12 mesi (quantità max inferiore a 10 mc complessivamente presenti c/o il sito) Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) o a impianto di recupero operante in procedura semplificata AVELLINO - SORGENTI ALTE (PELOSI) DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi ATRIPALDA DT/AC/AE/AD Ogni 3 mesi LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 10 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno DT/AC/AI Ogni 12 mesi (quantità max inferiore a 10 mc complessivamente presenti c/o il sito) LABORATORIO SAN LAZZARO MAGAZZINO POGGIOREALE Documento di Analisi Ambientale R5 Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata o in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione Pagina 66 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico Responsabilità REGI LAGNI DT/AC/AE/AD Periodicità di smaltimento PAG 67 DI 112 Periodicità caratterizzazione Ogni 3 mesi Ogni 3 mesi SCUDILLO 160209* 160506* 160601* Trasformatori e condensatori contenenti pcb reagenti vari (scaduti) Ogni 12 mesi (quantità max inferiore a 10 mc complessivamente presenti c/o il sito) Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito in discarica (D1) o a impianto di recupero operante in procedura semplificata QS/CA Ogni 3 mesi oppure max 10 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata o in discarica (D1), in caso di modifiche al processo cha ha generato il rifiuto, indipendentemente dal tipo di impianto di destinazione MAGAZZINO LP/MG Ogni 3 mesi oppure max 10 mc complessivamente presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno SAN LAZZARO DT/AC/AE/EP SAN LAZZARO LABORATORIO DT/AC/AE/EP Batterie al piombo ATRIPALDA 160602* DT/AC/AE/AD DT/AC/AE/AD BATTERIE AL NICHEL CADMIO MAGAZZINO Documento di Analisi Ambientale R5 LP/MG Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito a impianto di recupero operante in Ogni 6 mesi(quantità procedura semplificata o in discarica (D1) max inferiore a 10 mc complessivamente presenti c/o il sito) Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 10 mc Caratterizzazione da ripetere complessivamente solo nei seguenti casi: presenti c/o il sito) con frequenza annuale, se Ogni 3 mesi oppure conferito a impianto di max 10 mc recupero operante in complessivamente procedura semplificata o in discarica (D1) presenti c/o il sito ma comunque non oltre l’anno Pagina 67 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE Codice Cer Descrizione rifiuto Luogo di conservazione registro di carico/scarico REGI LAGNI SCUDILLO 180103* rifiuti sanitari nelle scatole gialle 200121* TUBI FLUORESCENTI ED ALTRI RIFIUTI CONTENENTI MERCURIO Sostanze Da assorbenti definire contaminate da all’occorre sostanze nza pericolose/non pericolose Responsabilità DT/AC/AE/AD DT/AC/AE/AD LABORATORIO QS/CA SAN LAZZARO DT/AC/AE/EP VIA ARGINE LP/PT Dove si verifica l’emergenza connessa allo sversamento oppure sede locale del responsabile dell’attività Periodicità di smaltimento PAG 68 DI 112 Periodicità caratterizzazione Ogni 6 mesi (quantità max 10 inferiore a mc complessivamente presenti c/o il sito) Ogni 6 mesi (quantità max inferiore a 10 mc complessivamente presenti c/o il sito) Caratterizzazione da ripetere solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se conferito a impianto di recupero operante in procedura semplificata o in discarica (D1) da ripetere Ogni 6 mesi (quantità Caratterizzazione max inferiore a 10 mc solo nei seguenti casi: con frequenza annuale, se complessivamente conferito a impianto di presenti c/o il sito) recupero operante in Ogni 3 mesi oppure procedura semplificata o max 10 mc in discarica (D1), in caso di modifiche al complessivamente processo cha ha generato presenti c/o il sito ma il rifiuto, comunque non oltre indipendentemente dal l’anno tipo di impianto di Max 30 gg dalla chiusura del contenitore (> 200 l) Responsabile di riferimento Al verificarsi dell’evento di emergenza dovuta a sversamento di sostanze pericolose/non pericolose All’occorrenza All’occorrenza All’occorrenza Da definire all’occorre nza Rifiuti derivanti da ciclo produttivo e non appartenenti alle Luogo di produzione Responsabile attività di manutenzione/Re sponsabile sito patrimoniale Da definire all’occorre nza Rifiuti non derivanti da ciclo produttivo Luogo di produzione Unità della Direzione tecnica All’occorrenza All’occorrenza Luogo di produzione Unità della Direzione tecnica (per siti operativi) o LP/PT (per siti non operativi o dismessi) All’occorrenza All’occorrenza Da definire all’occorre nza Rifiuti non derivanti da ciclo produttivo Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 68 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 69 DI 112 NA = attribuzione codice CER immediata/univoca, anche in base alle schede tecniche e di sicurezza del prodotto (ove applicabile). Le quantità di rifiuti prodotti sono monitorate attraverso apposito report gestito da ABC. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 69 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 70 DI 112 SCHEDA 4 EMISSIONI SONORE Emissioni Sonore Il Comune di Napoli ha effettuato la zonizzazione del rumore L’emissione di rumorosità avviene anche in orario notturno SI SI SI NO NO NO Principali riferimenti di legge: • DPCM 01/03/1991 (limiti massimi di esposizione ambiente abitativo ed esterno-criterio • • • • • • differenziale) DM Ambiente 11/12/1996 (Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo) DPCM 14/11/1997 (valori limite sorgenti sonore) DM 16/03/1998 (tecniche di rilevamento dell’inquinamento acustico) DPCM 31/03/1998 (competenze e qualifiche tecnico in acustica) D.Lgs 04/09/2002 n. 262 (emissione acustica di attrezzature destinate a funzionare all’aperto) Piano di zonizzazione acustica del Comune di Napoli Per le attività di scavo, manutenzione sulla rete idrica e sugli impianti, e per il funzionamento delle centrali di sollevamento, si emette rumore prodotto da utensili manuali (martelli, flex, ecc), da eventuali escavatori e dalle pompe di sollevamento presso le centrali. Sono state effettuate indagini fonometriche nei siti e nei cantieri considerati di maggior interesse ai fini della valutazione dell’impatto acustico. Le indagini sono state affidate a tecnico specializzato che ha utilizzato strumentazione idonea, le modalità di indagine sono riportate nelle relazioni tecniche di valutazione dell’impatto acustico. In particolare, sono stati presi in esame: • un cantiere tipo per interventi di manutenzione sulla rete idrica nella città di Napoli • sede operativa di Poggioreale (dove è presente un forte transito di automezzi e autoveicoli) • sede operativa di Casoria (dove è presente il magazzino) • sede centrale di Capodimonte (dove è presente una centrale di sollevamento interna) • sede centrale e serbatoio Scudillo (dove è presente una centrale di sollevamento esterna) • sede di via argine in quanto sede principale di ABC Come si evince dalle relazioni sulla valutazione dell’impatto acustico allo stato attuale, per le sedi suddette, relativamente all’eventuale disturbo sonoro all’ambiente circostante, sono rispettati i limiti assoluti di emissione sonora in entrambi i periodi di riferimento presi in considerazione (notturno e diurno), sono rispettati inoltre i limiti differenziali consentiti dalle norme. Per i cantieri di realizzazione viene effettuata in via preventiva, in fase di progettazione, una valutazione dell’impatto acustico atteso a mezzo tecnico abilitato. A valle delle autorizzazioni necessarie per l’inizio dei lavori viene presentata all’ufficio comunale competente richiesta di autorizzazione in deroga al piano di zonizzazione acustica. I lavori hanno inizio a valle del rilascio delle autorizzazioni previste. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 70 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 71 DI 112 Per i cantieri di manutenzione straordinaria, in base al piano di zonizzazione acustica del Comune di Napoli, ABC è esonerata dal presentare preventiva richiesta di deroga. SINTESI TIPO DI EMISSIONE Transito di automezzi Centrali di sollevamento Attività amministrative Attività produttive Attività produttive Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI EMISSIONE CONFORMITA’ Siti operativi (Poggioreale, San Lazzaro, Cancello, Regi Relazione tecnica di impatto per Lagni, Scudillo, manufatti alcuni siti operativi TIPO Avellino/Benevento), Magazzino Relazione tecnica di impatto SU Centrali SITI TIPO Relazione tecnica di impatto SU Siti amministrativi SITI TIPO Relazione tecnica di impatto Cantieri da guasto cantiere tipo e esonero da PZA Comune di napoli Relazione tecnica di impatto in via preventiva in fase di Cantieri di realizzazione progettazione/Autorizzazioni in deroga al PZA, ove previsto Pagina 71 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 72 DI 112 SCHEDA 5 UTILIZZO DI RISORSE NATURALI (COMBUSTIBILI, ENERGIA, ACQUA) E RISPARMIO ENERGETICO Utilizzo Risorse Naturali (combustibili, energia, acqua) SI Attuate misure per il risparmio energetico SI Esiste un programma di razionalizzazione del consumo delle risorse utilizzate SI E’ stato nominato l’ Energy manager ? SI NO NO NO NO Principali riferimenti di legge: • L. 9/01/1991 n.10 • DM 20/07/2004 (obiettivi di risparmio energetico, sviluppo fonti rinnovabili) • L. 23/08/2004 (riordino del settore energetico) • DM 27/7/2005 (attuazione legge n.10/91,art 4 co.1 e 2) • D.Lgs 19/08/2005 n.192 e s.m.(attuazione direttiva 2002/91/CE su rendimento energetico • • • • • • • • nell’edilizia) Decreto Ministeriale 26/6/2009 – Ministero dello Sviluppo Economico Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici come modificato da DM 22/11/12; DECRETO DIRIGENZIALE REGIONE CAMPANIA N. 516 DEL 26 OTTOBRE 20 D. Lgs. 387 del 29/01/2003- Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità. DM 10 settembre 2010- Linee guida Autorizzazione impianti da fonti rinnovabili D.M. 5 luglio 2012- Registro GSE DPR 2 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia Decreto Ministeriale 22 Novembre 2012 che modifica le linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (DM 26 giugno 2009) e introduce l’obbligo di certificazione anche per gli edifici di classe G. DPR 74/13 CONSUMI ENERGETICI: ABC ha provveduto alla nomina dell’energy manager; tale nomina viene sottoposta a rinnovo e comunicazione entro il 30 aprile di ogni anno al Ministero (M.A.P.). ENERGIA ELETTRICA L’attività svolta da ABC è fortemente condizionata dai consumi di energia elettrica. I processi che maggiormente influiscono sul consumo di energia elettrica sono quelli di captazione dell’acqua (campi pozzi) e di sollevamento dell’acqua attraverso le centrali di sollevamento che garantiscono la necessaria pressione per la distribuzione dell’acqua all’utenza. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 72 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 73 DI 112 ABC effettua analisi periodiche sui consumi di energia elettrica e stabilisce obiettivi di razionalizzazione del consumo rispetto ai quali valuta gli andamenti mensili. ABC valuta i fabbisogni di energia elettrica sulla base dei dati statici e tecnici disponibili che consentono di legare univocamente il funzionamento delle centrali di sollevamento e dei campi pozzi al consumo di energia, attraverso le portate sollevate/captate. In particolare, il fabbisogno di energia elettrica viene stimato per i sollevamenti c/o le centrali sulla base del legame analitico ricavato tra le serie storiche delle portate sollevate e quelle dei consumi rilevati, mentre per le necessità del sistema di captazione sulla base dell’utilizzo previsto dei campi pozzi. L’andamento dei consumi per ciascun sito è poi monitorato e riportato, con cadenza mensile, in forma aggregata nei report periodici di direzione. ABC effettua, inoltre, periodicamente controllo preventivo sistematico sulla funzionalità delle pompe di sollevamento a servizio delle centrali di sollevamento di ABC, attraverso attività di analisi termografica. L’impegno di ABC è anche nel campo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili secondo le seguenti linee di sviluppo: - lo sfruttamento dei salti idraulici esistenti nello schema acquedottistico gestito da ABC. la messa in esercizio di impianti fotovoltaici sulla sede aziendale di via Argine. L’obiettivo è quello di autoprodurre da fonti rinnovabili, e quindi impatto zero per l’ambiente, una quota dell’energia consumata dall’ ABC. Tale quota si prevede che sarà via via crescente con l’entrata in esercizio degli impianti in progetto/realizzazione. COMBUSTIBILI: Come combustibili vengono utilizzati: - metano e GPL per l’alimentazione degli impianti termici civili; - metano per alcune attività specialistiche di laboratorio; - gasolio e/o benzina per l’utilizzo del parco auto - gasolio per l’alimentazione dei gruppi elettrogeni. La sorveglianza e la misurazione dei consumi di combustibile sono tenuti sotto controllo periodicamente da ABC. Impianti termici civili ABC garantisce la tenuta sotto controllo di tutti gli impianti termici civili per la climatizzazione estiva ed invernale e/o di produzione di acqua calda, attraverso periodiche attività di verifica e manutenzione e di controllo di efficienza energetica secondo quanto previsto dalla normativa vigente. ABC garantisce quindi: • Il rispetto della frequenza di manutenzione e di controllo di efficienza energetica • Il rispetto del periodo, dell’orario annuale e della temperatura di esercizio degli impianti termici Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 73 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 74 DI 112 • La compilazione, a partire dal 1/6/2014, del libretto di impianto per la climatizzazione e del rapporto di efficienza energetica da parte del responsabile dell’esercizio e della manutenzione. L’aggiornamento e la corretta conservazione del libretto di impianto (presso l’impianto termico) con allegate le dichiarazioni attestanti la conformità degli impianti e che riporta gli interventi di manutenzione sull’impianto e di verifica dei parametri di efficienza energetica Impianto metano ABC garantisce la verifica e la manutenzione degli impianti di distribuzione metano. Parco auto ABC garantisce la programmazione e l’esecuzione degli interventi di manutenzione e la revisione secondo le periodicità prescritte sugli automezzi dell’intera flotta aziendale. Tutte le verifiche e le manutenzioni effettuate sono idoneamente registrate. ACQUA: Il consumo di acqua è limitato agli usi civili nei siti di responsabilità ABC. ABC ha stipulato, sui vari siti gestiti, i contratti di fornitura idrica con i gestori di riferimento. I dati di consumo sono monitorati attraverso le fatture emesse relativamente a tali contratti. SINTESI TIPO DI CONSUMO Energia elettrica Acqua per usi civili Combustibili Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI CONSUMO CONFORMITA’ Energy Manager Monitoraggio consumi energia Tutti i siti, tranne rete e elettrica cantiere Programma risparmio energetico Utilizzo energia da fonti rinnovabili Siti amministrativi (Argine, Ventaglieri), laboratorio, magazzino, siti operativi (Poggioreale, San Lazzaro, Monitoraggio consumi Cancello, Scudillo, Regi Lagni, manufatti Avellino/Benevento), Siti amministrativi (Argine, Ventaglieri), Laboratorio, siti operativi (Poggioreale, San Monitoraggio consumi gasolio e Lazzaro, Cancello, Scudillo, benzina per automezzi, metano e Regi Lagni, manufatti GPL per impianti termici Avellino/Benevento), rete Pagina 74 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 75 DI 112 SCHEDA 6: RISORSA IDRICA (MATERIA PRIMA) Impiego di risorsa idrica (materia prima) SI NO Principali riferimenti di legge: • RD 11/12/1933, n. 1775 (Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque) e s.m.i. (come • • • • • • • • • • • • • • • • • modificato dall’art. 96 del D. Lgs. 152/2006 e della Legge 689/1981); D. Lgs. 112/1998, art. 89_ trasferimento delle Competenze alle Regioni per la gestione del demanio idrico; D.Lgs. 12/07/1993 n. 275 e s.m. (Riordino e concessione di acque pubbliche, denuncia dei pozzi) DPCM 04/03/1996 (“Disposizioni in materia di risorse idriche”) D.Lgs. 02/02/2001 n. 31 (Acque destinate al consumo umano) come mod. da D.Lgs 27/02/2002 n.27 DM salute 06/04/2004 n. 174 (Reg. materiali che possono essere utilizzati per impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque adibite al consumo umano) D.Lgs 152 del 2006 e s.m.i. parte terza e relativi allegati Dlgs 16 marzo 2009, n. 30 (protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento, in recepimento della direttiva 2006/118/Ce) Delibera di Giunta Provinciale n.53 del 20/01/2003 (sistema sanzionatorio) DM 12/12/1985- Norme tecniche per le tubazioni. Decreto Ministero LL.PP. del 08/01/1997 n° 99- Regolamento per la definizione dei criteri e del metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature. UNI EN 12954: Protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerse - Principi generali e applicazione per condotte. UNI 11094: Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Criteri generali per l’attuazione, le verifiche e i controlli ad integrazione di UNI EN 12954 anche in presenza di correnti disperse. UNI EN 13509: Tecniche di misurazione per la protezione catodica UNI 10950: Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Telecontrollo dei sistemi di protezione catodica D.Lgs. 2 febbraio 2007, n. 22 Attuazione della direttiva 2004/22/CE relativa agli strumenti di misura DPCM 4 MARZO 1996 DM 26 MARZO 1991 – NORME TECNICHE DI PRIMA ATTUAZIONE DEL DPR 236/88 ABC utilizza la risorsa idrica come materia prima nel processo produttivo di erogazione di acqua destinata al consumo umano. L’acqua viene emunta attraverso il processo di captazione dalle sorgenti e dai campi pozzi, nel rispetto delle relative concessioni rilasciate dalle Autorità competenti e acquistata da terzi a garanzia della copertura del fabbisogno complessivo in distribuzione. Vengono periodicamente registrati i prelievi effettuati e l’acqua fatturata all’utenza anche al fine di verificare le perdite di sistema (sia tecniche che commerciali). Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 75 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 76 DI 112 Inoltre sono attivi processi fisici di monitoraggio periodico delle perdite in rete nonché delle perdite dalle vasche dei serbatoi. A valle di tali monitoraggi vengono pianificate con opportuna priorità di intervento le necessarie attività di riparazione/sostituzioni di parti del sistema acquedottistico interessate dalle perdite rilevate (sostituzione condotte, rifazione vasche etc…). Ai fini della prevenzione delle perdite vengono effettuate periodiche attività di controllo di efficienza delle protezioni catodiche presenti su alcune condotte del sistema di distribuzione e controlli a campione sulla corretta esecuzione delle saldature rispetto alle procedure di saldatura previste nelle specifiche tecniche e di progetto. Anche le attività di progettazione delle reti/impianti acquedottistici sono svolte in modo tale da garantire adeguate scelte in termini di riduzione degli impatti ambientali. Gli input alla progettazione prevedono, tra l’altro, la valutazione degli elementi che incidono sulla scelta dei materiali, sulle modalità di posa e sulla valutazione della necessità di realizzazione di specifici impianti di protezione catodica, al fine di garantire, principalmente, la riduzione delle perdite idriche e la durabilità delle opere progettate. Ad esempio in fase di progettazione, se ritenuto necessario (qualora cioè si intenda posare tubazioni in materiale metallico diverso dalla ghisa sferoidale) è prevista la valutazione delle caratteristiche del terreno di posa (in termini di pH e conducibilità) ai fini della scelta della tipologia di materiale da utilizzare, e la valutazione di altri elementi, quali l’intensità del traffico veicolare, presenza di correnti vaganti, presenza o meno di sottoservizi etc per definire le più adeguate modalità di posa della condotta (in cavo terra o cunicolo, etc,..) e il livello di serraggio giunti etc. ABC effettua anche campagne periodiche di sensibilizzazione all’uso razionale della risorsa idrica nei confronti dei cittadini/utenti. ABC applica tariffe diversificate in base ai consumi effettuati al fine di disincentivare lo spreco della risorsa. SINTESI TIPO DI CONSUMO PUNTO DI CONSUMO Acqua di processo Sorgenti (Acquaro Pelosi, Urciuoli) , campo pozzi Perdite di acqua Sorgenti (Acquaro Pelosi, Urciuoli), Campo pozzi, rete, serbatoi (Quota 100, Scudillo, Capodimonte, San Giacomo, Cangiani, Camaldoli, san Sebastiano, Pianura, Chiaiano) , cantiere Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 76 di 112 CONFORMITA’ Rispetto limiti da concessioni Pagamenti a terzi per acquisti acqua Bilancio idrico Bilancio idrico, Ricerca perdite da rete e vasche serbatoi, Campagne di sensibilizzazione, Valutazione aspetti di mitigazione dell’impatto ambientale in fase di progettazione, Monitoraggio protezioni catodiche DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 77 DI 112 SCHEDA 7 SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI Impiego di Sostanze e Preparati pericolosi SI NO Principali riferimenti di legge: • D. Lgs. 03/02/1997 n 52 (sostanze pericolose: attuazione Dir. 92/32/CEE, che modifica e • • • • • • • • • integra dir 67/548/CE) come mod. e integrato da D.Lgs n. 90 del 25/02/1998 e da D. Lgs.28 luglio 2008, n. 145 (adeguamento REACH); DM Sanità 04/04/1997 (Schede di sicurezza) REGOLAMENTO (CE) N. 1272/2008 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 16 dicembre 2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006 (periodo transitorio 2010- 2015) REGOLAMENTO (UE) N. 453/2010 della Commissione del 20 maggio 2010 recante modifica del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) Allegato I- Contenuti specifici scheda di sicurezza Regolamento Europeo n. 1907/2006 (registrazione, valutazione, autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche REACH) come modificato e integrato da da Reg. n .109/12, 125/12 E 253/11 DECRETO 24 gennaio 2011 , n. 20- Regolamento recante l'individuazione della misura delle sostanze assorbenti e neutralizzanti di cui devono dotarsi gli impianti destinati allo stoccaggio, ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori Regolamenti UE n. 252 del 15/03/2011 e Regolamento (UE) n. 618/2012 della Commissione del 10 luglio 2012 recante modifica, ai fini dell’adeguamento al progresso tecnico e scientifico, del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele Decreto 23 marzo 2011 -Recepimento della direttiva 2008/112/CE recante modifiche a precedenti direttive per adeguarle al regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura ed all'imballaggio delle sostanze e delle miscele DM 07/09/2002 Decreto Ministeriale 07/09/2002 (Informazione su sostanze e preparati pericolosi. Scheda informativa in materia di sicurezza) REGOLAMENTO UE DI MODIFICA REGOLAMENTO CLP N.252 DEL 15/03/2011 ABC ha effettuato un censimento delle sostanze pericolose presenti sui vari siti. Le sostanze sono classificate in funzione delle caratteristiche di infiammabilità e rischio di inquinamento. E’ garantita la disponibilità, nei siti dove le stesse sono utilizzate, delle schede di sicurezza aggiornate e in lingua italiana conformemente a quanto previsto dalla legislazione vigente. Si tratta di sostanze del laboratorio, gasolio per gruppi elettrogeni, ipoclorito di sodio presso gli impianti di clorazione, sostanze contenute nelle batterie presso centrali e campi pozzi, sostanze pericolose sporadicamente presenti in cantiere. La modalità di contenimento/imballaggio delle sostanze pericolose è tale da impedirne la fuoriuscita in condizioni normali di stoccaggio e utilizzo. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 77 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 78 DI 112 Ove presenti, le sostanze sono adeguatamente etichettate secondo la normativa vigente, anche in caso di eventuali travasi in altri contenitori. Dove ritenuto necessario, in funzione della gravità dell’impatto ambientale, sono previste specifiche misure di raccolta controllata di eventuali sversamenti (vasche di contenimento di adeguata capacità/serbatoi a doppia tenuta/kit anti spandimento). ABC si accerta che, ove applicabile in base alla natura e quantità di sostanze e preparati pericolosi forniti/prelevati, i fornitori utilizzino trasportatori qualificati secondo la normativa ADR. SINTESI TIPO DI CONSUMO Utilizzo sostanze per processo produttivo Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI CONSUMO Siti amministrativi (Argine), Laboratorio, Magazzino, siti operativi (Poggioreale, San Lazzaro, Regi Lagni, Scudillo, Cancello, manufatti Avellino/ Benevento – siti operativi c/o sorgenti ), , campo pozzi, centrali (Scudillo, Lufrano, Capodimonte, Cangiani, San Giacomo), cantiere Pagina 78 di 112 CONFORMITA’ Corretto stoccaggio ed etichettatura Eventuali contenimenti in fase di dispersione Piani di emergenza e attrezzature di emergenza DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 79 DI 112 SCHEDA 8 DANNO AMBIENTALE E BONIFICA SITI INQUINATI Danno ambientale e Bonifica siti inquinati SI NO Principali riferimenti di legge: • DPR 22/09/1988 n.447 libro primo titolo quinto (Costituzione di parte civile). • D.Lgs. 03/04/2006 n.152 e s.m.i. (TU ambientale), art. da 299 a 318 e relativi allegati • recepimento direttiva CE/2004/35/CE, (obblighi dell’operatore in caso di minaccia imminente o danno ambientale) come modificato e integrato da Legge 22 dicembre 2011, n. 214 (28/12/2011)- Conversione in legge del “Salva Italia”- modifica titolo V art. 242Bonifica dei siti inquinati- Messa in sicurezza D.Lgs. 03/04/2006 n.152 e s.m.i. (TU ambientale), art. da 239 a 253 (bonifica dei siti contaminati) e art. 257 (sanzioni) e relativi allegati come modificato e integrato da Dlgs 7 luglio 2011, n. 121 (16/08/2011)- Introduzione dei reati ambientali all’interno del decreto 231/2001, Legge 22 dicembre 2011, n. 214 (28/12/2011)- Conversione in legge del “Salva Italia”- modifica titolo V art. 242- Bonifica dei siti inquinati- Messa in sicurezza ABC garantisce che gli eventi che siano potenzialmente in grado di contaminare siti, siano gestiti attraverso l’adozione entro 24 ore e a proprie spese delle necessarie misure di prevenzione e messa in sicurezza, dando preventiva comunicazione agli organi competenti. L’ABC garantisce, in caso di danno ambientale (art. 305 D.Lgs. n.152/06, Ripristino ambientale) l’adozione immediata di tutte le iniziative praticabili per controllare, circoscrivere, eliminare o gestire qualsiasi fattore di danno e all’eventuale adempimento di eseguire un’indagine preliminare sui parametri oggetto di inquinamento e, nel caso di ripristino susseguente all’accertamento del mancato superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC, All 5 parte quarta D.Lgs. n.152/06), di presentazione di adeguata autocertificazione al Comune e alla Provincia entro quarantotto ore dalla comunicazione. L’ ABC, nel caso di mancato rispetto dei valori CSC delle matrici ambientali (All 5 parte quarta D.Lgs. n.152/06), prevede la presentazione entro 30 giorni dall’evento del piano di caratterizzazione (con i requisiti di cui all’allegato 2 della parte quarta del D.Lgs. n.152/06) all’autorità locale competente, delle possibili misure da adottare per la bonifica delle aree inquinate. L’ABC garantisce, in caso di mancato rispetto dei valori CSC, e quindi in caso di sito potenzialmente contaminato, entro sei mesi dall’autorizzazione della caratterizzazione, la presentazione alla regione dei risultati dell’analisi del rischio sanitario e ambientale e dei valori di concentrazione soglia di rischio (CSR), eseguita secondo i criteri di cui all’allegato 1 alla parte quarta del D.Lgs. n.152/2006. L’ABC provvede, nel caso di superamento nell’analisi del rischio dei valori CSR, alla presentazione alla regione nei successivi sei mesi dall’approvazione dell’analisi del rischio, del progetto di bonifica, messa in sicurezza e ripristino del sito. L’ABC garantisce, per siti di piccole dimensioni o in caso di eventi accidentali che interessino aree circoscritte di superficie non superiore ai 1000 mq, nel caso di superamento dei limiti CSC, l’adozione ed espletamento delle pratiche amministrative semplificate richieste dall’all. 4 alla parte quarta del D.Lgs. n.152/06. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 79 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 80 DI 112 ABC garantisce che anche i propri fornitori, per attività svolte presso i siti ABC o presso siti di cui ABC abbia la disponibilità giuridica, agiscano, in caso di danno ambientale, come previsto dalla normativa vigente e diano adeguata e tempestiva comunicazione ad ABC per l’attivazione delle comunicazioni di competenza. SINTESI TIPO DI DANNO Danno Ambientale da emergenza Documento di Analisi Ambientale R5 SITO CONFORMITA’ Magazzino, siti operativi (Regi Lagni, Cancello manufatti Avellino/Benevento – siti operativi c/o Sorgenti),cantiere, rete, campo pozzi Attivazione procedure previste da normativa applicabile, Registrazione degli eventi incidentali Pagina 80 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 81 DI 112 SCHEDA 9 INFRASTRUTTURE ED EDIFICI – SALUBRITÀ DEGLI AMBIENTI Agibilità e abitabilità degli edifici Principali riferimenti: • RD 27/07/1934 (Testo unico leggi sanitarie) art. 216 • RD 1265/1934 (T.U. sulle leggi sanitarie) • L. 28/01/1977 n. 10 (Norme in materia di edificabilità dei suoli) • DPR 6/06/2001, n.380 (Testo unico in materia edilizia) Ampliamenti e modifiche di natura edilizia ai fabbricati Principali riferimenti: • L. 17/08/1942 n.1150 (Legge urbanistica) • L.5/11/1971 n. 1086 (Norme per le opere in cemento armato) • L. 28/01/1977 n. 10 (Norme in materia di edificabilità dei suoli) • L. 25/03/1982 n. 94 (Norme per l’edilizia residenziale e provvidenze in materia di sfratti) • • • • • • • • DPR n. 471/98 e DPR n. 440/2000 (“sportello unico”) DPR 6/06/2001, n.380 e s.m.i. (Testo unico in materia edilizia) D.lgs 22/01/2004 n. 42 (codice dei beni culturali e del paesaggio) come integrato da decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 (individuazione documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica dei proposti interventi) Legge 22.5.2010 n.73- art. 5 (non obbligo di DIA per interventi di manutenzione straordinaria) Legge 30 luglio 2010, n. 122- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica- introduzione della Segnalazione certificata di inizio attività- SCIA Nota Min. Semplificazione normativa 16 settembre 2010- Chiarimenti sulla applicazione della Scia in edilizia D.P.R. del 09 luglio 2010, n. 139 ( procedimento per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica semplificata) Decreto Dirigenziale Regione Campania n° 583 del 11/12/2012- Modulistica presentazione autorizzazione paesaggistica I cespiti gestiti da ABC sono in parte di proprietà ABC e in parte sono in concessione d’uso da parte della Regione Campania. La maggior parte dei cespiti sono stati trasferiti e/o assegnati all’ABC a seguito di Disposizione Dirigenziale del Comune di Napoli. I titoli di proprietà, cessione e concessione dei cespiti sono censiti e gestiti dalla struttura aziendale competente. Per tutti i siti gestiti da ABC sono garantite condizioni di salubrità e agibilità. Qualora si debba procedere ad interventi di ristrutturazione/manutenzione straordinaria/nuove costruzioni sono applicate le disposizioni previste dalla normativa vigente applicabile, in materia di edilizia e urbanistica. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 81 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 82 DI 112 ABC effettua periodiche verifiche dei siti e delle infrastrutture, al fine di garantire lo stato di buona conservazione. Sui siti ritenuti critici (Collina Cancello uffici, via Argine, agenzia Ventaglieri, Poggioreale, San Lazzaro, Acerra Regi Lagni, Magazzino, S. Sebastiano, Scudillo ed altri..), ABC provvede a periodici interventi di derattizzazione/disinfestazione. ABC nei comprensori delle sorgenti e sulle fasce effettua attività monitoraggio dello stato di salute delle pinete esistenti e provvede ad effettuare periodiche attività di decespugliamento. SINTESI TIPO DI ASPETTO Adeguatezza infrastrutture patrimoniali Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI IMPATTO Siti amministrativi (Argine, Ventaglieri) , Laboratorio, Magazzino, Siti operativi (Poggioreale, San Lazzaro, Regi Lagni, Scudillo, Cancello, manufatti Avellino/Benevento) , Serbatoi (Quota 100, Scudillo, Capodimonte, San Giacomo, Cangiani, Camaldoli, san Sebastiano, Pianura, Chiaiano) , Centrali (Scudillo, Lufrano, Capodimonte, Cangiani, San Giacomo), e rete Pagina 82 di 112 CONFORMITA’ Garanzia stato di conservazione/salubrità/adeguatezza del patrimonio, Periodiche attività di derattizzazione/disinfestazione, Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni/nuove costruzioni DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 83 DI 112 • SCHEDA 10 PREVENZIONE INCENDI RISCHIO INCENDIO SI NO Principali riferimenti di legge: • D. Lgs. N. 81 del 09/04/2008 (Testo unico sulla sicurezza), art. 43, 46 • DPR 151 del 01 Agosto 2011 Regolamento recante semplificazione della disciplina dei • • • • • • • • • • • procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 DECRETO DEL MINISTERO DELL'INTERNO 3 novembre 2004 - Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio Ministero dell'Interno - Dip. Vigili del Fuoco, circ. 23 febbraio 2011, n. 12653 - Formazione addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze (D.Lgs. 81/2008). Corsi di aggiornamento Decreto 6 dicembre 2011 Modifica al decreto 3 novembre 2004 concernente l'installazione e la manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio Lettera Circolare Ministero Dell’interno del 06/10/2011 (chiarimenti applicativi del 151/2011 e gestione del transitorio circolare ministero interno dip. VVF 4962 del 4/4/12 (tornelli); circolare ministero interno dip. VVF 4963 del 4/4/12 (uso vie d’uscita ad apertura automatica a scorrimento orizzontale); Ministero dell'interno, circ. 27 giugno 2012, prot. 8660 - Attuazione del DPR 1.08.2011, n° 151. Depositi di GPL in serbatoi fissi di capacità complessiva non superiore a 5 m3 ed attività inerenti il settore del GPL - Indirizzi applicativi e chiarimenti Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i. “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” Titolo IIambiente di lavoro D.M. 14/05/2004 (Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per l'installazione e l'esercizio dei depositi di gas di petrolio liquefatto con capacità complessiva non superiore a 13 metri cubi) come modificato dal decreto 4 marzo 2014 DECRETO 24 gennaio 2011, n. 20- Regolamento recante l'individuazione della misura delle sostanze assorbenti e neutralizzanti di cui devono dotarsi gli impianti destinati allo stoccaggio, ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori Decreto del Ministro dell’Interno 20 dicembre 2012, “Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi" Norma UNI 9994- 1 (Giugno 2013) criteri per effettuare il controllo iniziale, la sorveglianza, il controllo periodico, la revisione programmata ed il collaudo degli estintori di incendio, ai fini di garantirne l’efficienza; Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 83 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE • • PAG 84 DI 112 Circolare Ministero del Lavoro n.30 del 16 luglio 2013 "Segnaletica di sicurezza - D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., Allegato XXV – Prescrizioni generali. Uso e rispondenza dei pittogrammi con la norma UNI EN ISO 7010:2012 – Chiarimenti Decreto DCPST 252 allegato alla Circolare prot . 4849 dell’11 aprile 2014 ABC ha valutato il rischio incendio redigendo idonei piani di emergenza ed evacuazione nelle sedi con più di 10 dipendenti. Nelle sedi presso le quali sono presenti attività soggette a certificato prevenzione incendi, i relativi CPI sono stati rilasciati dai VVFF. Le sedi soggette a CPI sono: Via Argine, Poggioreale, Regi Lagni, Collina Cancello, Urciuoli, Magazzino di Casoria, Scudillo. ABC garantisce la validità e il rinnovo periodico degli stessi e il rispetto delle prescrizioni in essi contenute. Presso tutte le sedi sono adottate idonee misure per la prevenzione degli incendi, sono infatti disponibili più estintori del tipo a polvere e/o a CO2, idranti, porte tagliafuoco e impianti di rilevazione fumi e impianti di spegnimento automatici. Presso i siti è installata idonea segnaletica di emergenza con indicazione della posizione dei mezzi di intervento e delle vie di fuga. Relativamente al rischio incendio presso i cantieri mobili ABC ha elaborato una valutazione del rischio incendio e esplosione e ha definito le misure di gestione delle emergenze in un apposito piano di emergenza cantiere. Sono disponibili adeguate attrezzature antincendio (estintori) su tutti gli automezzi a supporto dei cantieri. Tutti i dispositivi e le attrezzature antincendio sono sottoposte a periodico controllo e manutenzione e le registrazioni sono disponibili presso le unità aziendali competenti. Sono state nominate e adeguatamente formate squadre di emergenza, presso i siti e presso i cantieri. La formazione viene periodicamente rinnovata. Vengono, inoltre, effettuate periodiche prove di simulazione delle evacuazioni e i risultati di tali prove sono utilizzati per l’attivazione di eventuali azioni correttive o opportunità di miglioramento. SINTESI TIPO DI ASPETTO Rischio Incendio Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI IMPATTO Siti amministrativi (Argine, Ventaglieri), Laboratorio, Magazzino, Siti operativi (Poggioreale, San Lazzaro, Regi Lagni, Scudillo, Cancello, manufatti Avellino/Benevento), Serbatoi (Quota 100, Scudillo, Capodimonte, San Giacomo, Cangiani, Camaldoli, san Sebastiano, Pianura, Chiaiano), Centrali (Scudillo, Lufrano, Capodimonte, Cangiani, San Giacomo),cantiere Pagina 84 di 112 CONFORMITA’ Disponibilità emergenza, emergenza, antincendio CPI, Piani di squadre di attrezzature DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 85 DI 112 SCHEDA 11 DETENZIONE APPARECCHIATURE CONTENENTI PCB/PCT DETENZIONE DI APPARECCHIATURE CONTENENTI PCB/PCT Apparecchiature con PCB >0.05 Apparecchiature con PCB compreso tra 0.05 e 0.005 SI SI SI NO NO NO Principali riferimenti: • DPR 24/05/1988 n. 216 (Divieto uso apparecchi PCB e PCT, censimento, deroghe) • D.Lgs. 22/05/1999 n. 209 (Smaltimento PCB, PCT) • DM 11/10/2001 n. 33 (condizioni utilizzo trasformatori contenenti PCB in attesa di • decontaminazione o smaltimento, modalità di decontaminazione) Legge 18 aprile 2005, n. 62 (Legge comunitaria 2004”- art. 18 obblighi a carico dei detentori di apparecchi contenenti policlorodifenili e policlorotrifenili, ivi compresi i difenili mono e diclorurati di cui all’allegato, punto 1, del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 216, soggetti ad inventario ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 209, nonché a carico dei soggetti autorizzati a ricevere detti apparecchi ai fini del loro smaltimento) E’ disponibile il censimento aggiornato di apparecchiature contenenti PCB con l’evidenza della % in peso di PCB contenuto. E’ stata effettuata la comunicazione di detenzione delle apparecchiature e le apparecchiature sono correttamente etichettate. SINTESI TIPO DI ASPETTO Presenza PCB PUNTO DI IMPATTO CONFORMITA’ Campo pozziCentrali e Serbatoi Verifica buona funzionalità del trasformatore e assenza perdite (Cangiani, Capodimonte) di fluidi, corretta etichettatura Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 85 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 86 DI 112 SCHEDA 12 SOSTANZE LESIVE PER L’OZONO E AD EFFETTO SERRA (IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO E REFRIGERAZIONE - COMMUTATORI DI ALTA TENSIONE IN SF6 ‘’’) PRESENZA DI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO E REFRIGERAZIONE SI Refrigeranti dannosi per l’ozono SI Gas Fluorurati ad effetto serra SI NO NO NO PRESENZA DI INTERRUTTORI ELETTRICI ISOLATI CONTENENTI SF6 Gas Fluorurati ad effetto serra NO NO SI SI Principali riferimenti di legge: • L. 28/12/1993 e successive mod. e integr. (sostanze lesive per l’ozono, sostanze controllate) • Reg. CE 1005/2009 del 16/09/2009 (graduale eliminazione delle sostanze controllate) • DPR 15/02/2006 n.147-( Regolamento modalità per il controllo e il recupero delle fughe di • • • • • • • • • • sostanze lesive della fascia di ozono). Reg. CE 842/2006 (controllo apparecchiature contenenti HFC e SF6) Reg CE 1497/2007 (requisiti standard controllo perdite gas fluorurati come HFC e SF6 mezzi antincendio); Reg. CE 1516/2007 (requisiti standard controllo perdite gas fluorurati come HFC e SF6 impianti di condizionamento e pompe di calore). REGOLAMENTO (CE) N. 303/2008 DELLA COMMISSIONE del 2 aprile 2008 che stabilisce, in conformità al regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, i requisiti minimi e le condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle imprese e del personale per quanto concerne le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra Decreto del Presidente della Repubblica N. 43 del 27 gennaio 2012 (“Patentino frigoristi”) decreto legislativo 5 marzo 2013, n. 26 (disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento n. 842/2006 su taluni gas fluorurati DPR 74/2013: Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 Comunicato ministero dell’ambiente (GU 11/2/2013) circa il Registro dell’impianto ex art 15 del DPR 43/12 Decreto Legislativo 13 settembre 2013, n. 108 – Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento n. 1005/2009 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono) Decreto Ministeriale 10 febbraio 2014 – Modelli di libretto impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica di cui al DPR 74/2013 Per tutte le apparecchiature e gli impianti di refrigerazione e condizionamento a servizio dei fabbricati ABC, contenenti sostanze dannose per l’ozono e gas fluorurati ad effetto serra, è presente un inventario nel quale è riportato anche il tipo di sostanza e la quantità contenuta. Per tali apparecchiature Abc garantisce che: Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 86 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 87 DI 112 1. per l’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici sia effettuata da impresa dotata di abilitazione ai sensi del DM 37/2008 con evidenza dell’assunzione di responsabilità contestualmente all'atto di delega e comunicazione della delega ricevuta all’autorità competente entro i termini previsti (anche per eventuali variazioni di titolarità, dimissione o revoca dall’incarico); 2. In occasione degli interventi di manutenzione il responsabile dell’esercizio e della manutenzione compili anche il libretto di impianto per la climatizzazione conforme, a partire dal 1/6/2014, ai modello previsto dal DM 10/02/2014 3. in occasione degli interventi di controllo ed eventuale manutenzione su impianti termici di climatizzazione invernale di potenza termica utile nominale maggiore di 10 kW e sugli impianti di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale maggiore di 12 kW, sia stato effettuato un controllo di efficienza energetica entro i termini previsti nei seguenti casi : • all'atto della prima messa in esercizio dell'impianto, a cura dell'installatore; • nel caso di sostituzione degli apparecchi del sottosistema di generazione, come per esempio il generatore di calore; • nel caso di interventi che non rientrino tra quelli periodici, ma tali da poter modificare l'efficienza energetica 4. al termine delle operazioni di controllo, l'operatore che ha effettuato il controllo abbia provveduto a redigere e sottoscrivere uno specifico Rapporto di controllo di efficienza energetica, come indicato nell'Allegato A del decreto 74/13, e a partire dal 1/6/2014 secondo il modello conforme a quanto previsto dal DM 10/2/2014; 5. una copia del Rapporto sia stata rilasciata al responsabile dell'impianto, che lo conserva e lo allega ai libretti di impianto; 6. una copia sia stata trasmessa a cura del manutentore o terzo responsabile all'indirizzo indicato dalla Regione o Provincia autonoma competente per territorio, con la cadenza indicata all'Allegato A del decreto 74/13; 7. tale trasmissione alle Regioni o Province autonome, al fine di garantire il costante aggiornamento del catasto, deve essere eseguita prioritariamente con strumenti informatici. FLUIDI REFRIGERANTI DANNOSI PER L’OZONO Vengono effettuati i controlli per rilevare la presenza di fughe: con periodicità annuale (tra i 3 kg e 30 Kg) e semestrale (tra i 30 e i 300 kg). Per tali verifiche vengono utilizzati cercafughe di sensibilità superiore a 5 g/anno (certificazione dello strumento soggetti a taratura. Qualora si rilevino fughe, l’intervento viene effettuato entro massimo 14 giorni dal rilevamento della fuga, con interruzione dell’esercizio dell’impianto e viene effettuato un successivo controllo onde verificare l’efficacia della riparazione entro 30 gg dall’intervento. Per ogni impianto è presente, presso i relativi siti, il libretto d’impianto conforme all’allegato I del DPR 15/02/2006 n.147, dove vengono registrati i controlli, le prove di tenuta, le manutenzioni e le tipologie e quantità di sostanze recuperate e utilizzate per attività di manutenzione. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 87 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 88 DI 112 GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA Per gli impianti di condizionamento e refrigerazione e per l’impianto fisso antincendio presente presso l’archivio cartaceo di Via Argine, vengono effettuati controlli periodici, secondo la normativa vigente applicabile, per rilevare la presenza di fughe. Gli strumenti utilizzati per la rilevazione delle fughe sono soggetti a taratura. In caso di perdite ABC garantisce che dopo 30 gg dalla riparazione della perdita venga effettuato un successivo controllo per verificare l’efficacia dell’intervento. Per ogni impianto è presente presso i relativi siti, ove applicabile, il registro apparecchiature (o registro di sistema per l’impianto fisso antincendio) in cui sono riportate quantità e tipo di gas fluorurato installato, quantità eventualmente aggiunte e recuperate durante le attività di manutenzione e riparazione, la società o il tecnico che ha eseguito l’intervento e le date e i risultati dei controlli. ABC garantisce che gli interventi di installazione, manutenzione, riparazione e controllo delle fughe vengano effettuati unicamente da operatori e imprese iscritte ai rispettivi registri e che gli operatori, siano certificati nella categoria corrispondente (dalla 1 alla 4) da enti accreditati da ACCREDIA e facciano parte di imprese certificate da enti accreditati da ACCREDIA. ABC, infine, provvede annualmente entro il 31/5 di ogni anno, a partire dal 2013, a comunicare all’ISPRA la quantità di emissioni in atmosfera di gas fluorurati sulla base dei dati contenuti nei registri impianti, nei caso previsti dalla normativa vigente. SINTESI TIPO DI CONSUMO Fluidi dannosi per l’ozono (impianti di condizionamento e refrigerazione) Gas fluorurati (impianti di condizionamento e refrigerazione) Gas Fluorurati (INTERRUTTORI ELETTRICI ISOLATI CONTENENTI SF6) Gas Fluorurati (impianto fisso antincendio) Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI CONSUMO Siti amministrativi (Argine, Ventaglieri), , Siti amministrativi (Argine) laboratorio, magazzino, siti operativi (Poggioreale, Regi Lagni, Cancello, San Lazzaro, manufatti operativi Avellino/Benevento),Centrali (Scudillo) Centrali (Scudillo, Lufrano, Capodimonte, Cangiani, San Giacomo) , campo pozzi, sorgenti (Urciuoli) Siti Amministrativi (Argine) Pagina 88 di 112 CONFORMITA’ Inventario impianti, Controlli periodici su presenza fughe, Piano di smaltimento R22 entro 2015 Inventario impianti e apparecchiature, Controlli periodici su presenza fughe Controlli sui requisiti dei fornitori Comunicazione annuale all’ISPRA Controllo requisiti fornitore per attività di recupero/smaltimento SF6 a fine vita degli interruttori Controlli periodici su presenza fughe Comunicazione annuale all’ISPRA DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 89 DI 112 SCHEDA 13 GESTIONE DEI MATERIALI DI SCAVO DERIVANTI DA CANTIERI GESTIONE DEI MATERIALI DI SCAVO DERIVANTI DA CANTIERI SI NO Principali riferimenti di legge: • D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. art. 186 • Dm Ambiente 10 agosto 2012, n. 161 Disciplina dell'utilizzazione delle terre e rocce da scavo - • • • • Criteri qualitativi da soddisfare per essere considerati sottoprodotti e non rifiuti - Attuazione articolo 49 del Dl 1/2012 ("Dl Liberalizzazioni") D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. art. 185 così come modificato da D. Lgs. 205/2010 (terre e rocce utilizzate nello stesso sito in cui sono state scavate), Legge 24 marzo 2012, n. 28 (25/03/2012) Conversione in legge, con modificazioni, del Dl 2/2012, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale - Materiali da riporto Dm Ambiente 10 agosto 2012, n. 161 Disciplina dell'utilizzazione delle terre e rocce da scavo Criteri qualitativi da soddisfare per essere considerati sottoprodotti e non rifiuti - Attuazione articolo 49 del Dl 1/2012 ("Dl Liberalizzazioni") Legge 24 giugno 2013, n. 71, art 8/bis, recante modifiche alla gestione delle terre e rocce da scavo prevista dal D.M.. 161/2012 Legge 98/13 di conversione del decreto legge 39/2013 (c.d. decreto del fare) ABC prevede, di norma, per i cantieri di realizzazione, il riutilizzo delle terre e rocce di scavo, unicamente derivante dallo stesso sito di produzione, nelle quantità e secondo le modalità definite nello specifiche di progetto, previo accertamento di assenza di contaminazione. Qualora dovesse essere previsto il riutilizzo delle terre e rocce da scavo in sito diverso da quello di produzione, ABC applicherebbe i requisiti previsti dal DM 161/12. Al fine di garantire l’uso di terre e rocce di scavo non contaminate, ABC attiva, in fase di progettazione dei lavori, l’esecuzione di preventive e adeguate (in termini di frequenza e profondità di campionamento) prove di caratterizzazione analitica del sottosuolo. ABC garantisce, comunque, che i primi 30 cm di suolo su strade asfaltate non vengano mai riutilizzati ma gestiti come rifiuto. Per i cantieri di manutenzione da guasto (urgenza) non è mai consentito il riutilizzo delle terre e rocce di scavo che sono, invece, gestiti come rifiuti a cura dei fornitori edili. In caso di rilevamento di evento da cui derivi o possa derivare contaminazione del suolo e del sottosuolo, ABC individua le misure di ripristino e/o di contenimento/prevenzione e attiva le procedure previste dalla normativa applicabile. Nel caso in cui le lavorazioni sono affidate a terzi, il fornitore è tenuto a darne immediata informazione ad ABC circa l’evento da cui derivi o possa derivare contaminazione del suolo e del sottosuolo affinché ABC provvede a dare adeguata comunicazione agli organi competenti (i cantieri avvengono normalmente su suoli non di proprietà ABC ma di cui ABC ha ricevuto il permesso di utilizzo). Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 89 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 90 DI 112 SINTESI TIPO DI USO PUNTO DI CONSUMO Materiali di scavo Cantieri di realizzazione Materiali da scavo Cantieri di manutenzione Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 90 di 112 CONFORMITA’ Caratterizzazione preventiva per individuare eventuali contaminazioni del suolo e sottosuolo e valutare la gestione (riutilizzo nello stesso sito di produzione/trasporto a discarica) Non previsto riutilizzo DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 91 DI 112 SCHEDA 14 TRAFFICO VEICOLARE NOMINA MOBILITY MANAGMENT SI NO Principali riferimenti di legge: • Dm 27/03/1998 Mobilità sostenibile nelle aree urbane ABC non è tenuta alla nomina del Mobility Manager in quanto le singole unità locali comprendono un numero di dipendenti minore dei 300 previsti come limite dall’art. 3 del DM 27/03/1998 (mobilità sostenibile nelle aree urbane). ABC dispone di un parco auto e mezzi a servizio delle squadre operative per sopralluoghi e per interventi di manutenzione/realizzazione il cui utilizzo è ottimizzato attraverso l’assegnazione degli automezzi a squadre composta da più unità. Per limitare l’impatto sul traffico veicolare, ABC predispone, per i cantieri, piani di viabilità adeguati e provvede alla richiesta dei permessi stradali, nel caso di interventi programmati. SINTESI TIPO DI IMPATTO Traffico operativo Documento di Analisi Ambientale R5 PUNTO DI SVILUPPO Cantieri, rete Pagina 91 di 112 CONFORMITA’ Permessi stradali e rispetto piani viabilità, Gestione ottimizzata risorse/auto DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 92 DI 112 SCHEDA 15 AMIANTO AMIANTO SI X NO Principali riferimenti di legge: • DPR 24/05/1988 n. 215 (divieto commercializzazione fibre di amianto) • L. 27/03/1992 n. 257 (Norme relative alla cessazione dell’impiego di amianto) e s.m. • DPR 08/08/1994 (piani bonifica, elenco codici istat di aziende con possibile presenza di • • • • • • • amianto) DM 06/09/1994 (Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie) D.Lgs 17/03/1995 n.114 (limiti emissioni amianto in atmosfera e in effluenti liquidi) DM 14/05/1996 (Normative e metodologie per gli interventi di bonifica) DM 20/08/1999 (Normative e metodologie per gli interventi di bonifica, DPI) DM 13/03/2003 (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica- ammissibilità dei rifiuti contenenti amianto) DM 27/09/2010 (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica- Caratterizzazione di base e analitica) D. Lgs. N. 81 del 09/04/2008 (Testo unico sulla sicurezza) e s.m.i. ABC ha accertato l’assenza di amianto nelle aree esterne e interne dei fabbricati/strutture in gestione. Tuttavia, in condizioni di emergenza/anomale, durante le attività di verifica/attività di scavo presso siti di ABC o di cui ABC abbia la disponibilità giuridica può essere/è stata rilevata presenza di amianto dovuta a sversamenti da parte di ignoti di rifiuti contenenti amianto ovvero a ritrovamenti accidentali di manufatti contenenti amianto nel sottosuolo, non di ABC e non segnalati dagli enti proprietari, durante le fasi di scavo. In tali casi ABC affida gli interventi di bonifica/smaltimento esclusivamente ad imprese autorizzate, e garantisce l’accertamento nei luoghi oggetto di bonifica per verificare l’eventuale esposizione residua secondo i criteri definiti dal D.M. 6-9-94. SINTESI TIPO DI DANNO SITO Contaminazione siti per ritrovamento amianto Cantiere, rete Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 92 di 112 CONFORMITA’ Attivazione procedure dalla normativa previste DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 93 DI 112 I dati quantitativi relativi ai singoli aspetti ambientali individuati sono registrati dai responsabili delle singole attività di ABC da cui gli stessi derivano. Nella tabella seguente sono riportati i riferimenti per le relative registrazioni: ASPETTO AMBIENTALE Emissioni in atmosfera e impianti termici civili Scarichi idrici civili Rifiuti DATO REGISTRATO DOCUMENTO DI REGISTRAZIONE PERIODICITA’ DI REGISTRAZIONE RESPONSABILE Emissioni cappe laboratorio Rapporto di prova Biennale QS/CA Rapporto verifica parametri di combustione Biennale Rapporti di prova Annuali LP/PT Report consumi (rif. fatture trimestrali) Annuale LP/PT Parametri di combustione impianti termici Caratteristiche chimico fisiche e batteriologiche scarichi industriali Quantitativi reflui civili (non produttivi) in fognatura Perdite di rete e da vasche serbatoi Quantitativi rifiuti speciali prodotti Quantitativi rifiuti speciali pericolosi Quantitativi stimati di rifiuti urbani Emissioni sonore Utilizzo risorse e Risparmio energetico Vedi scheda Risorsa idrica (Materia Prima) MUD Annuale RSPP SISTRI Annuale RSPP Calcolo quantitativo stimato Una tantum LP/PT Una tantum LP/PT Prima dell’inizio lavori DT/IN/PI Annuale LP/PT Annuale LP/PT Energy Manager Impatto acustico Relazione tecnico per i siti di maggior specializzato interesse Impatto acustico Relazione tecnico cantieri di specializzato realizzazione Report consumi Consumi idrici per (rif. fatture usi civili trimestrali) Report consumi Consumo (rif. fatture combustibili periodiche di gpl e (metano e gpl) metano)/ relazione annuale EM Documento di Analisi Ambientale R5 LP/PT Pagina 93 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE ASPETTO AMBIENTALE DATO REGISTRATO Consumo combustibili (benzina/gasolio) Consumo energia elettrica Controlli efficienza energetica su impianti termici Energia prodotta da fonti rinnovabili Efficacia interventi di risparmio/efficienza energetici Monitoraggio energia reattiva Monitoraggio costi sostenuti per energia reattiva Risorsa idrica (Materia prima) Quantitativi acqua emunta Quantitativo di acqua fatturata Perdite di acqua complessive del sistema acquedottistiche Perdite di acqua dalle vasche dei serbatoi Numero di perdite rilevate su Documento di Analisi Ambientale R5 PAG 94 DI 112 DOCUMENTO DI PERIODICITA’ DI RESPONSABILE REGISTRAZIONE REGISTRAZIONE Report consumo benzina/gasolio)/ LP/PT Annuale relazione annuale Energy Manager EM Relazione Annuale/flash report periodica consumi Energy Manager mensile energia elettrica Rapporti di efficienza LP/PT energetica degli Quadriennale/Biennale impianti termici/ - annuale Energy Manager relazione annuale EM Rendiconto QSA/relazione Trimestrale/annuale Energy Manager annuale EM Rendiconto QSA/ relazione annuale EM Trimestrale/annuale Energy Manager Trimestrale/annuale Energy Manager Semestrale/Annuale Energy Manager Mensile DT/CS Trimestrale DG/CL Bilancio di esercizio Annuale DG/AF Report prove di tenuta vasche serbatoi Annuale DT/CS Rendiconto QSA Mensile DT/AC/AI Rendiconto QSA/ relazione annuale EM Rendiconto QSA/ Relazione periodica consumi energia elettrica Riepilogo dati portate Fatture di consumo acqua Pagina 94 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE ASPETTO AMBIENTALE Sostanze e preparati pericolosi Danno ambientale e bonifica siti inquinati Salubrità ambiente DATO DOCUMENTO DI REGISTRATO REGISTRAZIONE condotta, per KM di rete monitorato Numero di perdite riparate rispetto al Rendiconto QSA numero di perdite rilevate Quantitativi sostanze pericolose Elenco sostanze stoccate al pericolose laboratorio Quantitativi di cloro stoccati presso Report consumi di impianti di cloro clorazione PERIODICITA’ DI REGISTRAZIONE RESPONSABILE Mensile DT/AC/AI Annuale QS/CA- annuale DT/AC/AE/AD Registro eventi incidentali ambientali Al verificarsi dell’evento DG/QS - - - - - - - - Check list monitoraggio livello olio dei trasformatori Annuale DT/AC/AE/EP Rapporto verifica assenza fughe Semestrale/Annuale LT/PT Rapporto di prova All’occorrenza DT/IN/PI Numero eventi incidentali con danno ambientale Prevenzione Incendi PAG 95 DI 112 Detenzione apparecchiature Stato livello olio dei contenenti trasformatori PCB/PCT Sostanze lesive Verifica periodica per l’ozono e ad assenza fughe effetto serra Gestione Caratteristiche materiali da terreno da scavo scavo derivanti per attività di da cantiere realizzazione Una volta individuati gli aspetti applicabili ad ABC e i relativi impatti, sulla base dei siti dove gli stessi si verificano e i dati quantitativi disponibili relativi a ciascun impatto, è stata effettuata, nella tabella di seguito riportata, una mappatura sintetica degli aspetti ambientali applicabili alle varie tipologie di siti, omogenei per attività. Si precisa che effettuando questa mappatura si è ritenuto applicabile l’aspetto ambientale individuato se lo stesso risulta presente in almeno uno dei singoli siti appartenenti alla tipologia omogenea. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 95 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE PAG 96 DI 112 Inoltre, nella tabella sono evidenziati gli impatti che derivano almeno da attività routinarie e/o non routinarie (X) e gli impatti che derivano unicamente da condizioni di emergenza (E). Per attività routinaria si intendono attività svolte con modalità e frequenza sistematica. Per attività non routinarie si intendono attività svolte per eventi o situazioni non consuete (es. attività di manutenzioni/avviamento impianti etc). Per condizioni di emergenza si intendono condizioni straordinarie da considerare come potenzialmente verificabili. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 96 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 97 DI 112 X Rifiuti Speciali X Emissioni Sonore X X X X X X X X Utilizzo di risorse - energia elettrica X X X X Utilizzo di risorse - combustibili (gpl-metano-gasolio) X X X X Utilizzo di risorse - acqua per usi civili X X X X Risorsa idrica - materia prima X Danno ambientale e Bonifica siti inquinati X X X X X X X X X E X X X Sostanze e Preparati pericolosi X X E Rifiuti Urbani Rete acquedottistica ARIN Scarichi idrici da attività operative - assimilabili a domestici Cantiere tipo di realizzazione manutenzione X Serbatoi e Centrali Scarichi Idrici da sito - assimilabili a domestici E X Campi pozzi X Sorgenti X Siti Operativi Laboratorio Emissioni in atmosfera e Impianti termici civili Aspetto Ambientale Magazzino Siti Amministrativi Siti interessati X X X E X X X X X X X X X E E E X X X E E E E X X X X X Prevenzione Incendi E E E E E Detenzione apparecchiature contenenti PCB e PCT X X X X X X Salubrità ambienti (infrastrutture e edifici) Sostanze lesive per l'ozono e effetto serra X X E E X X E Gestione materiali da scavo derivante da cantieri X Traffico Veicolare indotto X X Amianto E E Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 97 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE 3.3 PAG 98 DI 112 Metodologia di determinazione del livello di significatività Dopo aver elencato gli aspetti ambientali e individuato i relativi impatti è stata valutata la significatività di tali impatti, al fine di determinare gli obiettivi ambientali, tecnico organizzativi, di miglioramento. Si è scelto di valutare la significatività degli impatti ambientali sulla base della seguente funzione: S = f (G,P) dove S= Significatività dell’impatto G= Grado dell’impatto P= Probabilità del verificarsi dell’impatto In particolare: G (Grado di impatto ambientale) è stato valutato in maniera quali/quantitativa, sulla base di quattro criteri di valutazione: A. Rilevanza ambientale B. Rispondenza ai requisiti di legge C. L’attenzione delle parti interessate D. Adeguatezza tecnico – organizzativa La rilevanza ambientale prende in considerazione sia gli aspetti qualitativi, in termini di tipologia di impatto, che gli aspetti quantitativi rispetto ai dati di monitoraggio ABC relativi allo specifico impatto. Un ruolo importante gioca la vulnerabilità del sito in cui sono svolte le attività dell’organizzazione e la vicinanza di questo ad aree particolarmente sensibili. Per rispondenza ai requisiti di legge si intende la presenza di prescrizioni legislative relative all’aspetto/impatto ambientale considerato e lo scostamento da eventuali limiti di legge che regolano tale aspetto ambientale. Con il termine attenzione delle parti interessate ci si riferisce al grado di accettabilità da parte di lavoratori, vicinato, i media, terze parti in genere, dell’aspetto/impatto ambientale in oggetto. L’accettabilità è funzione della rilevanza che alcuni aspetti possono suscitare nell’opinione pubblica a livello locale e nazionale. Il presente criterio affronta anche elementi legati all’immagine pubblica dell’organizzazione. L’adeguatezza tecnico – organizzativa si riferisce alla possibilità di intervenire tecnicamente o organizzativamente e di allocare investimenti per prevenire e/o limitare le conseguenze dell’impatto ambientale. Nel prendere in considerazione questo criterio bisogna avere presente le tecnologie di intervento adottate in attività industriali similari e/o gli accorgimenti suggeriti da standard di buona condotta nazionali ed internazionali. G è classificato su una scala (a quattro livelli) che va da un valore minimo (1) a un valore massimo (4) Sinteticamente la combinazione dei vari criteri di valutazione per quantificare il Grado di impatto è data dalla tabella seguente: Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 98 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 99 DI 112 Classe di impatto Criteri di valutazione 1 2 3 4 A Rilevanza ambientale L’aspetto considerato non produce sostanziali impatti ambientali L’aspetto considerato produce impatti ambientali da tenere sotto controllo L’aspetto considerato produce impatti ambientali di tangibile entità B Rispondenza ai requisiti di legge L’aspetto considerato non è regolamentato da norme di legge Tutte le prescrizioni di legge applicabili all’aspetto considerato sono agevolmente rispettate Le prescrizioni di legge applicabili all’aspetto considerato sono rispettate con difficoltà C Rapporti con parti interessate L’aspetto considerato non costituisce motivo di contenzioso né di interessamento L’aspetto considerato costituisce motivo di contenzioso da parte di soggetti interni e/o esterni L’aspetto considerato produce impatti ambientali di considerevole entità Alcune prescrizioni di legge applicabili all’aspetto considerato possono non essere rispettate anche se in particolari condizioni anomale o di emergenza L’aspetto considerato costituisce motivo di conflittualità da parte di soggetti interni e/o esterni D Adeguatezza tecnico – organizzativa L’aspetto considerato risulta efficacemente controllato L’aspetto considerato risulta efficacemente migliorabile L’aspetto considerato risulta al di sotto degli standard di settore L’aspetto considerato costituisce motivo di interessamento da parte di soggetti interni e/o esterni L’aspetto considerato risulta efficacemente controllato, ma risulta praticabile un miglioramento del controllo tecnico e/o organizzativo La combinazione della matrice per definire il livello di Gravità avviene attraverso la valutazione per ogni aspetto delle singole righe (A, B, C, D) e la media aritmetica dei valori delle classi di impatto arrotondato per eccesso (esempio se un aspetto ha A=2, B=1, C=1, D=1 G=((2+1+1+1)/4)=1,75=2 quindi G=2 ) Tale formula non si applica qualora i criteri A e B assumano valore maggiore di 2. In tal caso G si assume pari al valore più elevato di A o B (esempio A=4 B=3 C=1 D=2G=4; A=3 B=3 C=1 D=1 G=3); tale modalità di valutazione deriva dal fatto che i criteri A e B pesano in maniera più significativa rispetto ai criteri C e D. P (Probabilità del verificarsi dell’impatto) è legato al numero di volte in cui può verificarsi l’impatto in un dato intervallo di tempo. P è classificato su una scala (a quattro livelli) che va da un valore minimo (1) a un valore massimo (4). La scala delle probabilità è riportata nella tabella seguente: Scala Probabilità 1: improbabile 2: Possibile 3: Probabile 4: Altamente Probabile Documento di Analisi Ambientale R5 Criterio - può accadere solo in condizioni estreme. - non sono noti episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili -può verificarsi solo in circostanze anomale. -sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili -può verificarsi in condizioni di disattenzione, di non idoneo addestramento o di mancata manutenzione/verifica -sono noti alcuni episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili -possibilità alta che l’evento si verifichi accade in condizioni normali -sono noti molti episodi già verificatisi in azienda o in aziende simili Pagina 99 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 100 DI 112 Quindi, stabiliti G e P, la significatività viene calcolata mediante la formula: S=GXP dove Significatività è un parametro che può assumere un valore compreso tra 0 e 16 ed è raffigurabile nella seguente matrice: Matrice di Valutazione della Significatività P 4 4 8 12 16 3 3 6 9 12 2 2 4 6 8 1 1 2 3 4 1 2 3 4 G Nel caso dell’ABC, sono mantenute attive procedure di monitoraggio e controllo per tutti gli aspetti ambientali di pertinenza dei requisiti di legge; inoltre, attraverso l’applicazione della metodologia descritta, basata sull’analisi della significatività, si vuole individuare un ordine di priorità, nella definizione degli obiettivi, correlato al grado di rischio dell’impatto ambientale. Il valore assunto dalla significatività dell’impatto ambientale determina una scala di priorità degli interventi tesi al miglioramento delle performance ambientali. LIVELLO DI PRIORITA’ AZIONI DA INTRAPRENDERE 1<= S <4 Basso - Aspetto da mantenere agli attuali livelli di significatività 4<= S <8 Medio - Aspetto da tenere sotto controllo al fine di assicurare il mantenimento o il miglioramento nel medio/ lungo periodo dell’attuale livello di significatività 8<= S <=9 Alto - Aspetto da migliorare nel medio/breve periodo, mediante interventi tecnici e/o organizzativi S >9 Critico - Inaccettabile: necessità di azioni correttive immediate E’ stato definito il livello di significatività considerato accettabile per l’organizzazione. Nello specifico: Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 100 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 101 DI 112 Sa <=9 Verranno ritenute bisognose di interventi in via prioritaria tutte quelle situazioni che presentano un livello di significatività S tale che S > Sa Comunque possono essere individuate azioni da mettere in campo anche per livelli di significatività inferiori a Sa. In particolare, per livelli di significatività compresi tra 8 e 9 è necessario definire sorveglianza e misurazione, individuare specifici obiettivi da perseguire, definire criteri operativi e stabilire piani di miglioramento specifici. Per livelli di significatività compresi tra 4 e 7 è necessario attivare sorveglianza e misurazione degli aspetti (eventualmente definendo specifici obiettivi) e definire criteri operativi per la gestione. Per livelli di significatività tra 1 e 3 non è necessario individuare interventi specifici né particolari monitoraggi/sorveglianze. A fronte delle significatività valutate e delle scale di priorità individuate per l’eliminazione/mitigazione degli impatti, ABC elabora e tiene sotto controllo un piano delle misure (cronoprogramma ambientale delle misure di miglioramento) riportante: • gli interventi da eseguire per la risoluzione di eventuali problematiche/irregolarità riscontrate e per il miglioramento delle performance ambientali; • le responsabilità dell’esecuzione; • la tempistica prevista per la realizzazione. Il piano delle misure viene aggiornato trimestralmente per tenere sotto controllo l’attuazione delle misure e il rispetto dei tempi previsti nella pianificazione. ABC riesamina periodicamente il documento di analisi ambientale e, comunque, a seguito di possibili eventi o situazioni che lo rendano necessario. In particolare la valutazione è aggiornata in conseguenza a: • modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro con impatti significativi sugli aspetti ambientali; • eventuali evoluzioni della tecnica applicabile per le attività svolte da ABC; • modifiche legislative ambientali o regolamentari o di accordi volontari aziendali; • necessità evidenziate, per aspetti/impatti ambientali, dai risultati degli audit interni o esterni effettuati; • azioni correttive o preventive che ne evidenzino la necessità; • a seguito di incidenti ambientali significativi o di analisi di incidenti ambientali che ne evidenzino la necessità. In particolare, per tenere sotto controllo gli incidenti con impatto ambientale, ABC ha adottato una procedura di registrazione di tutti gli eventi incidentali al fine di analizzarne le cause. L’attività di analisi delle cause è effettuata di concerto tra la struttura DG/QS e i responsabili/preposti delle aree/attività Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 101 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 102 DI 112 nelle quali l’evento si è verificato. L’analisi delle cause può comportare la valutazione di azioni correttive e/o preventive da attuare per eliminare o prevenire il ripetersi delle stesse. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 102 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE 3.4 PAG 103 DI 112 Schede di Valutazione Significatività Il metodo individuato per la valutazione della significatività dell’impatto è stato applicato per le singole tipologie di sito individuate, per gli aspetti ambientali presenti sugli stessi siti, nelle condizioni di operatività routinarie, non routinarie e di emergenza. In particolare, visto che i siti raggruppati per attività omogenee possono ricadere in contesti ambientali differenti, la valutazione è stata considerata ponendosi nella condizione di contesto ambientale maggiormente sensibile. Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 103 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 104 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': siti amministrativi Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza aspetto ambientale azioni di mitigazione/prevenzione Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività emissioni in atmosfera e impianti termici civili 2 2 4 2 2 4 2 1 2 scarichi idrici da sito (assimilabili a reflui domestici) 2 1 2 2 1 2 4 1 4 rifiuti (urbani) 2 3 6 na na na 2 1 2 Gestione rifiuti urbani secondo regolamento comunale, pagamento TARSU/TARES rifiuti (speciali) na na na 2 3 6 2 1 2 Verifica del rispetto delle procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi Controllo requisiti fornitore attività raccolta, trasporto e smaltimento emissioni sonore 2 1 2 2 1 2 2 1 2 utilizzo risorse (energia) 1 4 4 1 2 2 na na na Monitoraggio e Razionalizzazione dei consumi di energia utilizzo risorse (combustibile) 1 2 2 1 2 2 1 1 1 Monitoraggio dei consumi di combustibile; Manutenzione periodica impianti metano e gruppi elettrogeni; Manutenzione periodica impianti termici e controllo periodico di efficienza energetica utilizzo risorse (acqua) 1 4 4 1 2 2 2 1 2 Monitoraggio dei consumi; manutenzione periodica degli impianti sostanze e preparati pericolosi na na na na na na 2 1 2 Procedura di emergenza e kit antispandimento salubrità ambienti (infrastrutture e edifici) 1 1 1 2 2 4 1 1 1 Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni/nuove costruzioni; piani di derattizzazione periodica prevenzione incendi na na na na na na 3 1 3 piano di emergenza, CPI sostanze lesive per l'ozono ed effetto serra 2 2 4 2 2 4 3 1 3 Monitoraggio assenza fughe e manutenzione periodica impianti Piano di dismissione Impianto con fluidi refrigeranti lesivi per l'ozono Controllo requisiti fornitore per attività installazione/manutenzione impianti condizionamento/refrigerazione e impianti fissi antincendio Documento di Analisi Ambientale R5 Manutenzione periodiche degli impianti termici, gruppo elettrogeno. Monitoraggio periodico del rendimento di combustione disponibilità kit antispandimento per emergenza - Pagina 104 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 105 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': laboratorio Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza aspetto ambientale azioni di mitigazione/prevenzione Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività emissioni in atmosfera e impianti termici civili 2 3 6 na na na 2 1 2 Monitoraggio periodico emissioni e manutenzione periodica impianto Utilizzo recipienti a tenuta e corrette attività operative Rispetto prescrizioni autorizzazione scarichi idrici asssimibilabili a domestici (da attività operative) na na na na na na 4 1 4 procedure operative per corretta gestione acque di lavaggio Procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti Controllo requisiti fornitore attività raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti Definizione di specifiche misure in casi di emergenza rifiuti (speciali) 2 4 8 2 2 4 2 1 2 emissioni sonore 2 1 2 2 1 2 2 1 2 utilizzo risorse (energia) 1 4 4 1 2 2 na na na Monitoraggio e Razionalizzazione consumi di energia utilizzo risorse (combustibile) 1 4 4 1 2 2 1 1 1 Monitoraggio dei consumi di combustibile; Manutenzione periodica impianti metano e impianti termici e controllo periodico di efficienza energetica utilizzo risorse (acqua) 1 4 4 1 2 2 2 1 2 Monitoraggio consumi e manutenzione periodica impianti idraulici sostanze e preparati pericolosi 2 2 4 2 2 4 2 1 2 Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze Corretta etichettatura delle sostanze e disponibilità schede sicurezza Piano di Emergenza e presenza di attrezzature di emergenza salubrità ambienti (infrastrutture e edifici) 1 1 1 2 2 4 2 1 2 Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni/nuove costruzioni prevenzione incendi na na na na na na 3 1 3 sostanze lesive per l'ozono ed effetto serra 2 2 4 2 2 4 3 1 3 Documento di Analisi Ambientale R5 - - Monitoraggio assenza fughe e manutenzione periodica impianti Controllo requisiti fornitore attività di installazione/manutenzione/sostituzione impianti Pagina 105 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 106 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': siti operativi Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza aspetto ambientale azioni di mitigazione /prevenzione Grado impatto Probabilità significatività emissioni in atmosfera e impianti terminci civili 2 3 6 2 2 4 2 1 2 Manutenzione periodica degli impianti termici, gruppo elettrogeno. Monitoraggio periodico del rendimento di combustione scarichi idrici(assimilabili a reflui domestici – da sito 2 1 2 2 1 2 4 1 4 Disponibilità kit antispandimento per sversamenti accidentali sostanze rifiuti (urbani) 2 3 6 na na na 2 1 2 Gestione rifiuti urbani secondo regolamento comunale, pagamento TARSU/TARES Procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi Prove di tenuta e Svuotamento periodico della vasca a tenuta con fornitori autorizzati Controllo requisiti fornitore di attività di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività rifiuti ( speciali) 2 3 6 2 3 6 2 1 2 emissioni sonore 2 1 2 2 1 2 2 1 2 utilizzo risorse (energia) 1 4 4 1 2 2 1 1 1 Monitoraggio e Razionalizzazione dei consumi di energia utilizzo risorse (combustibile) 1 4 4 1 2 2 1 1 1 Monitoraggio dei consumi di combustibile Manutenzione periodica impianti metano, gruppi elettrogeni e impianti GPL Manutenzione periodica impianti ermici e controllo periodico di efficienza energetica utilizzo risorse (acqua) 1 4 4 1 2 2 2 1 2 Monitoraggio consumi e manutenzione periodica degli impianti - sostanze e preparati pericolosi 2 2 4 2 3 6 2 1 2 Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze Corretta etichettatura delle sostanze e disponibilità schede sicurezza Piano di emergenza e presenza attrezzature di emergenza Controllo requisiti e sorveglianza fornitori di ipoclorito e manutenzione impianti clorazione/gpl/gasolio danno ambientale e bonifica siti inquinati na na na na na na 2 1 2 Prove di tenuta e svuotamento periodico della vasca a tenuta con fornitori autorizzati salubrità ambienti (infrastrutture e edifici) 1 1 1 2 2 4 2 1 2 Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni; piani di derattizzazione periodica prevenzione incendi na na na na na na 3 1 3 Piani emergenza sito + CPI Sostanze l'esive per l'ozono e ad effetto serra 2 2 4 2 2 4 3 1 3 Monitoraggio assenza fughe Manutenzione periodica impianti di condizionamento e refrigerazione Controllo requisiti fornitore per attività di installazione/manutenzione/sostituzione impianto Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 106 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 107 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': magazzino Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza aspetto ambientale azioni di mitigazione/prevenzione Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività 2 2 4 2 2 4 na na na Manutenzione periodiche degli impianti termici Monitoraggio periodico del rendimento di combustione emissioni in atmosfera e impianti termici civili rifiuti (urbani e speciali) 2 3 6 2 2 4 3 1 3 Gestione rifiuti urbani secondo regolamento comunale, pagamento TARSU/TARES Verifica del rispetto delle procedure di gestione rifiuti e delle corrette modalità operative, attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi Svuotamento periodico vasca a tenuta Controllo requisiti fornitore attività raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti emissioni sonore 2 1 2 2 1 2 na na na - utilizzo risorse (energia) 1 4 4 1 2 2 na na na Monitoraggio e Razionalizzazione consumi di energia utilizzo risorse (combustibile) 1 4 4 1 2 2 1 1 1 Monitoraggio dei consumi di metano Manutenzione periodica impianti termici e Controllo periodico di efficienza energetica utilizzo risorse (acqua) 1 4 4 1 2 2 2 1 2 Monitoraggio dei consumi sostanze e preparati pericolosi 2 1 2 na na na 2 1 2 Presenza kit antispandimento danno ambientale e bonifica siti inquinati na na na na na na 2 2 4 Svuotamento periodico della vasca a tenuta con fornitori autorizzati e prove di tenuta salubrità ambienti (infrastrutture e edifici) 1 1 1 2 2 4 2 1 2 Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni; piani di derattizzazione periodica prevenzione incendi na na na na na na 3 1 3 piano di emergenza e rispetto prescrizioni CPI sostanze lesive per l'ozono ed effetto serra 2 2 4 2 2 4 3 1 3 Monitoraggio assenza fughe e manutenzione periodica impianti Controllo requisiti fornitore per attività installazione/manutenzione impianti condizionamento/refrigerazione Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 107 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 108 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': sorgenti MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': sorgenti Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza aspetto ambientale azioni di mitigazione /prevenzione Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività scarichi idrici assimilabili a domestici (da attività operative) na na na 2 3 6 2 1 2 Bilancio idrico Risorsa idrica- materia prima 2 4 8 2 2 4 na na na Bilancio Idrico sostanze e preparati pericolosi 2 2 4 2 3 6 2 1 2 Manutenzione/verifica periodica degli impianti di clorazione Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e disponibilità attrezzature di emergenza e di contenimento Controllo requisiti e sorveglianza su fornitore di ipolorito e manutenzione impianti di clorazione danno ambientale e bonifica siti inquinati na na na na na na 2 1 2 Controlli visivi e strumentali della fscia di rispetto Analisi periodiche di laboratorio presso le sorgenti Attivazione procedure previste da normativa ove applicabile sostanze lesive per l'ozono ed effetto serra na na na 2 2 4 na na na Controllo requisiti fornitore per attività di recupero/smaltimento interruttori elettrici Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 108 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 109 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': campi pozzi Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza aspetto ambientale azioni di mitigazione /prevenzione Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività na na na 2 3 6 na na na Bilancio idrico scarichi idrici assimilabili a domestici (da attività operative) rifiuti (speciali) na na na na na na 2 3 6 Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifuti speciali pericolosi Verifica requisiti fornitori attività di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti Sorveglianza su fornitori in caso di rifiuti derivanti da loro attività Verifiche periodiche siti Implementazione sorveglianza anche a mezzo impianti /recinzioni utilizzo risorse (energia) 2 4 8 2 2 4 1 1 1 Monitoraggio e razionalizzazione consumi di energia. Piano di miglioramento impianti di sollevamento presso pozzi risorsa idrica - materia prima 2 4 8 2 2 4 2 1 2 Bilancio Idrico sostanze e preparati pericolosi 2 2 4 2 3 6 2 1 2 Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze Attività di verifica e manutenzione trasformatori Corretta etichettatura delle sostanze e disponibilità schede sicurezza danno ambientale e bonifica siti inquinati na na na na na na 2 2 4 Verifiche periodiche sui siti Attivazione procedure previste da legge ove applicabile detenzione apparecchiature contenenti PCB e PCT na na na na na na 2 2 4 Monitoraggio periodico assenza perdite sostanze lesive per l'ozono ed effetto serra na na na 2 2 4 na na na Controllo requisiti fornitore per attività di recupero/smaltimento interruttori elettrici Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 109 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 110 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': centrali e serbatoi Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza azioni di mitigazione /prevenzione aspetto ambientale Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività emissioni in atmosfera e impianti termici civili 2 2 4 2 2 4 2 1 2 - scarichi idrici assimilabili a domestici (da sito) 2 1 2 2 1 2 2 1 2 - scarichi idrici assimilabili a domestici (da attività operative) na na na 2 2 4 2 2 4 rifiuti (urbani) 2 1 2 na na na 2 1 2 rifiuti (speciali) na na na 2 3 6 na na na emissioni sonore 2 1 2 2 1 2 2 1 2 utilizzo risorse (energia) 2 4 8 2 2 4 1 1 1 Monitoraggio e Razionalizzazione consumi di energia. Relazione Energy Manager per gli obiettivi di miglioramento utilizzo risorse (combustibile) 1 4 4 1 2 2 1 1 1 Monitoraggio dei consumi di combustibile; Manutenzione periodica gruppo elettrogeno, manutenzione periodica impianto termici e controllo periodico di efficienza energetica utilizzo risorse (acqua) 1 1 1 1 2 2 2 1 2 Monitoraggio dei consumi; manutenzione periodica degli impianti risorsa idrica - materia prima 1 4 4 2 3 6 2 2 4 Bilancio idrico. Monitoraggio livelli serbatoi Bilancio idrico. Monitoraggio livelli serbatoi. Rispetto prescrizioni autorizzazione ATO (lufrano) - Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi. Verifica requisiti fornitori attività di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti - Manutenzione/verifica periodica degli impianti di clorazione Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e disponibilità attrezzature di emergenza Controllo requisiti e sorveglianza sul fornitore di ipoclorito/attività di manutenzione impianto clorazione sostanze e preparati pericolosi 2 2 4 2 3 6 2 1 2 salubrità ambienti (infrastrutture e edifici) 1 1 1 2 2 4 2 1 2 Piani di derattizzazione Rispetto normativa vigente in caso di ristrutturazioni/nuove costruzioni prevenzione incendi na na na na na na 3 1 3 Piani di emergenza e attrezzature di emergenza; CPI per il gruppo elelttrogeno detenzione apparecchiature contenenti PCB e PCT na na na na na na 2 2 4 Monitoraggio periodico assenza perdite sostanze lesive per l'ozono ed effetto serra na na na 2 2 4 na na na Controllo requisiti fornitore per attività di recupero/smaltimento interruttori elettrici contenenti SF6 Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 110 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 111 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': cantieri di realizzazione e manutenzione Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza azioni di mitigazione/prevenzione aspetto ambientale Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività emissioni in atmosfera 1 3 3 1 3 3 na na na Sorveglianza su fornitori per garantire conformità di macchine/attrezzature da loro utilizzate scarichi idrici assimilabili a domestici (da attività operative) na na na 2 3 6 na na na Bilancio idrico rifiuti (speciali) 2 3 6 2 3 6 na na na Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifuti speciali pericolosi Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti emissioni sonore 2 3 6 2 3 6 na na na Autorizzazioni alle emissioni sonore per attività in deroga Sorveglianza su fornitori per garantire conformità macchine/attrezzature da loro utilizzate utilizzo di risorse combustibili (gasolio) 1 4 4 1 4 4 na na na Monitoraggio consumi combustibili Manutenzione periodica attrezzature/macchine risorsa idrica - materia prima na na na 2 4 8 na na na Bilancio idrico sostanze e preparati pericolosi 1 1 1 2 2 4 2 1 2 Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e registrazione eventi Sorveglianza su fornitori per garantire conformità sostanze pericolose da loro utilizzate danno ambientale e bonifica siti inquinati na na na na na na 2 2 4 Attivazione procedure previste da normativa ove applicabile prevenzione incendi na na na na na na 3 1 3 piano di emergenza cantieri gestione materiali da scavo derivanti da cantieri 2 2 4 2 2 4 na na na Preventive caratterizzazioni terre e rocce da scavo su realizzazioni Attivazione procedure previste da normativa applicabile Controllo sui fornitori per adeguate verifiche e segnalazioni traffico veicolare indotto 1 4 4 1 4 4 na na na Gestione permessi stradali e gestione dei piani di viabilità amianto na na na na na na 2 2 4 Attivazione procedure previste da normativa applicabile Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 111 di 112 DOCUMENTO DI ANALISI AMBIENTALE INIZIALE PAG 112 DI 112 MATRICE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI E STIMA DI SIGNIFICATIVITA': rete acquedottistica ABC Condizioni routinarie Condizioni non routinarie Condizioni di emergenza aspetto ambientale azioni di mitigazione/prevenzione Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività Grado impatto Probabilità significatività emissioni in atmosfera 1 3 3 1 2 2 na na na revisione e manutenzione periodica degli automezzi scarichi idrici assimilabili a domestici - da attività operative na na na 2 2 4 2 3 6 Bilancio idrico, ricerca perdite, call center emergenze rifiuti (speciali) na na na 2 2 4 2 3 6 Procedura gestione rifiuti e corrette modalità operative con attivazione SISTRI per i rifiuti speciali pericolosi Verifiche periodiche siti Implementazione sorveglianza anche a mezzo impianti /recinzioni Sorveglianza sui fornitori per la gestione dei rifiuti da loro prodotti utilizzo risorse (combustibili) 1 4 4 1 4 4 na na na Monitoraggio consumi automezzi+generatori Manutenzione periodica automezzi/attrezzature risorsa idrica - materia prima 1 4 4 2 3 6 2 3 6 Bilancio idrico, ricerca perdite, call center emergenze., protezioni catodiche sostanze e preparati pericolosi na na na 2 2 4 2 1 2 Idonee modalità di stoccaggio e manipolazione sostanze. Corretta etichettatura e disponibilità schede di sicurezza sostanze. Piani di emergenza e registrazione eventi danno ambientale e bonifica siti inquinati na na na na na na 2 2 4 Attivazione procedure previste da normativa ove applicabile traffico veicolare indotto 1 4 4 1 4 4 na na na Ottimizzazione nell'utilizzo automezzi amianto na na na na na na 2 2 4 Attivazione procedure previste da normativa applicabile Documento di Analisi Ambientale R5 Pagina 112 di 112