Novembre 2011 - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale

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Novembre 2011 - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
Libri – Novità
Servizio di aggiornamenti bibliografici - FSC
XXXII (30/11/2011): Novembre
A cura del prof. Emiro Cepeda
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I seguenti sono nuovi acquisti già catalogati nel settore comunicazione sociale della Biblioteca
centrale dell’UPS: http://biblioteca.unisal.it/
Gli abstract sono stati pubblicati originalmente nei siti web delle diverse case editrici o in
quelli d’alcune librerie on-line.
L’obiettivo di queste pagine è quello di far conoscere le novità bibliografiche del settore
comunicazione sociale della nostra biblioteca e promuovere la loro consultazione.
BALDINI MASSIMO, e ROLAND BARTHES, Semiotica della moda. Roma, A. Armando, 2005.
UPS 32-C-3630
Questo saggio sulla semiotica della moda raccoglie una serie di interventi incentrati su questo
argomento di alcuni dei maggiori studiosi tra i quali Simmel, Barthes e Lotman. Questa antologia,
che contiene testi tradotti per la prima volta in italiano, si articola in due sezioni: la prima incentrata
sulle caratteristiche e sul potere della moda, sulla sua storia e sulle sue modalità di diffusione, la
seconda sul linguaggio vestimentario.
BLIGNAUT HELENE, e LUISA CIUNI, La comunicazione della moda: significati e
metodologie. Milano, F. Angeli, 2009. UPS 32-C-2662(33)
Lo sviluppo della Rete come straordinario mezzo di comunicazione di massa ha sconvolto i canoni
classici su cui questa si basava. E, allo stesso tempo, con l'aumento delle notizie una massa di
nozioni inesatte, urlate, confuse, ha stravolto il modo di informare fino a saturare il consumatore
finale che è continuamente sottoposto a bombardamenti urlati di novità di ogni genere: di prodotti,
figure, sensazioni. In questo mondo rinnovato e, allo stesso tempo, profondamente cambiato
dall'attentato alle Due Torri, il primo momento di vera paura passato dal mondo occidentale dalla
fine della seconda guerra mondiale, è necessario rivisitare modi e tempi della comunicazione. Per
renderla efficace, per sfruttare al massimo le novità, per innovare dall'interno un palare della moda
che è diventato - quasi dall'oggi al domani - desueto. In poche parole la moda cambia ma il suo
fraseggio è invecchiato. Secondo le leggi della moderna semiologia possiamo dire che nella baraonda
di suoni che arrivano di ora in ora all'orecchio non siamo più in grado di distinguere il tintinnio dei
dettagli. Tutto diventa vecchio, tutto sembra uguale. Un problema si pone dunque. Rinnovare la
capacità di osservazione dei fenomeni per ricominciare a distinguerli e ridare in mano a chi comunica
per mestiere, sia esso un giornalista, un addetto stampa o uno studioso di pubblicità un alfabeto
nuovo dal quale trarre nuove frasi e nuove espressioni.
BONILLA MALDONADO DANIEL, e MAGDALENA HOLGUÍN, La Constitución multicultural.
Bogotá, Siglo del Hombre: Universidad de los Andes. Facultad de derecho: Pontificia
Universidad Javieriana. Insituto Pensar, 2006. UPS 20-B-4565
El caso de Colombia es paradigmático. Si bien en nuestro país la presencia histórica y cultural de
grupos indígenas y de aforcolombianos es significativa, sus exigencias y necesidades casi nunca han
sido consideradas por los filósofos o por los teóricos del derecho. Paradójicamente, en los últimos
años, Colombia ha desarrollado uno de los marcos constitucionales y jurídicos más progresistas en
América Latina en asuntos multiculturales. Su desarrollo jurídico ha sido considerado por activistas y
políticos como un ejemplo del tipo de legislación que otros países debieran adoptar. -- Coedición con
la Facultad de Derecho de la Universidad de los Andes y el Instituto Pensar.
CACCAMO RITA, Il fascino indiscreto della moda: sogno, comunicazione, vita quotidiana,
eros. Roma, Bulzoni, 2010. UPS 33-B-114(714)
Questo volume propone un’originale lettura della moda, che si declina al plurale nei soggetti, nelle
pratiche, nelle domande emergenti del mondo che cambia. Rigoroso testo sociologico, ricchissimo di
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riferimenti incrociati, è avvincente come un romanzo, con il suo snodo narrativo che guarda alla
moda come un''avventura che si consuma nell’attimo fuggente e nel frammento, eppure attraversa
l''esperienza del soggetto, rompendo continuamente le righe. Sono ancora le donne ad uscirne
sovrane e schiave, nel gioco erotico del velo e dello svelamento. L''ambivalenza continua: l''abito,
testo della moda per eccellenza, si presenta come risorsa dell''identità del suo portatore, ma può
farsi facilmente mero sembiante, mascherata tragica. Riemerge, più forte che mai, il mito
dell''eterna giovinezza, patto col diavolo, come mostra la corsa senza tregua verso la "forma" fisica,
mai raggiunta una volta per tutte. Ancora, lo spirito rétro che si esprime nell''abbigliamento vintage
si pone sul crinale di vita-morte-rinascita: un capo può nascere (e morire) più volte, sopravvivendo
al suo proprietario e flirtando con la propria fine. Si produce, inoltre, una nuova sensorialità, dove il
lusso assume dimensioni sempre più qualitative rispetto al passato, la lentezza coabita fianco a
fianco con la velocità, il tradizionale con l''innovativo, il globale con il locale. In questo nuovo
scenario, si assiste ad una pluralizzazione degli stili di vita e dei consumi, dove si affermano nuove
dimensioni di convivialità e socializzazione, a partire dal cibo e, quindi, dagli atti e dal contesto della
vita quotidiana: il piacere del gusto e il gusto del piacere.
CAROTENUTO GENNARO, Giornalismo partecipativo: storia critica dell'informazione al
tempo di Internet. Modena, Nuovi Mondi, 2009. UPS 32-B-2165
La crisi etica ed economica della stampa è accelerata dalla presenza di Internet, il medium dove
secondo tutti gli esperti prospererà l'informazione del futuro. I latifondisti mediatici ne hanno finora
preso il peggio usando la Rete per precarizzare i giornalisti e omologare verso il basso le notizie. Ma
fuori dai grandi media Internet è una rivoluzione. Da trent'anni offre sinapsi e tecnologia libera che
democratizza l'informazione, rompe la concentrazione editoriale e fa circolare tra milioni di soggetti
notizie non filtrate. Analizzando luci ed ombre, da ben prima dei blog, del web 2.0, dei social
network, Facebook e Twitter, la Rete ha reso possibile un giornalismo diffuso e partecipativo, dal
basso, ma non per questo meno verificabile. Se il giornalismo tradizionale si basa sulla cooptazione,
il "giornalismo partecipativo" basa la propria autorevolezza sulla revisione tra pari propria della
comunità scientifica e sulla comunicazione aperta. Siamo di fronte ad una erosione del latifondo
mediatico e una Riforma agraria dell'informazione?
CASTELLANI LEANDRO, Scrivere per la TV: come trasformare la tua idea in un progetto per
la TV. Con chiave USB. E-book. Roma, Bruno Editore, 2010. UPS
Come diceva Albert Einstein: "Le idee buone sono molto rare" e non bisognerebbe mai dare per
scontato che la creatività della scrittura o lo sviluppo di un'idea, che sia essa del tutto originale o
magari tratta da un libro o ispirata a una storia vera, non abbia bisogno di essere educata e
incanalata correttamente. Un soggetto per la TV e una sceneggiatura cinematografica devono
sempre rispondere a domande precise e nulla va mai dato per scontato, ecco perché questo ebook
può sicuramente fare fronte all'esigenza di chi voglia dare una forma più solida e accattivante alle
proprie idee e proposte editoriali con dei suggerimenti estremamente pratici e con esempi molto
calzanti proposti da un vero esperto del settore.
CHRISTIANS CLIFFORD G., e JOHN CALHOUN MERRILL, Ethical communication: moral
stances in human dialogue. Columbia ; London, University of Missouri Press, 2009. UPS 32C-3547
Proponents of professional ethics recognize the importance of theory but also know that the field of
ethics is best understood through real-world applications. This book introduces important ethical
concepts through the lives of major thinkers ranging from Aristotle to Ayn Rand, John Stuart Mill to
the Dalai Lama. Some two dozen contributors approach media ethics from five perspectives
altruistic, egoistic, autonomous, legalist, and communitarian and use real people as examples to
convey ethical concepts as something more than mere abstractions.
CODERCH MARCEL, e NURIA ALMIRON, Il miraggio nucleare: perché l'energia nucleare non
è la soluzione, ma parte del problema. Milano, B. Mondadori, 2011. UPS 20-C-5088
Alcuni vedono l'energia nucleare come una soluzione pulita alla crisi energetica. Ma sì tratta di un
miraggio: i problemi che da sempre minano il nucleare - i costi, le scorie radioattive, la
proliferazione degli armamenti, la sicurezza degli impianti - sono tutt'altro che risolti, come
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mostrano tragicamente disastri vecchi e recentissimi. Questa inchiesta -che fonde analisi e
documentazione, considerando problemi, dibattiti e i reali interessi economici in Italia e nel mondo smonta le promesse propagandistiche, le menzogne e i falsi miti che inquinano il dibattito pubblico.
E fornisce strumenti seri per affrontare un tema di scottante attualità, sul quale noi italiani siamo
chiamati a pronunciarci con assoluta urgenza.
FOUCAULT MICHEL, e ALAN SHERIDAN, Discipline and punish: the birth of the prison. 2nd
ed. New York, Vintage Books, 1995. UPS 20-B-4341
In this brilliant work, the most influential philosopher since Sartre suggests that such vaunted
reforms as the abolition of torture and the emergence of the modern penitentiary have merely
shifted the focus of punishment from the prisoner's body to his soul.
GALTUNG JOHAN, e ANTONIO CARLOS DA SILVA ROSA, Peace journalism: 80 Galtung
editorials on peace and war. S.l., Transcend University Press, 2010. UPS 32-B-1558(5)
Since early 2008 TRANSCEND has been running a media service--managed by Antonio Carlos Rosa-promoting a solution-oriented peace journalism. In the preface Rosa tells the story of this evolving
enterprise, soon to add a peace channel. Johan Galtung writes an editorial for TMS every week,
centered on peace and war, and Rosa has selected 80 of them to commemorate Galtung's 80th
anniversary on the UN day 2010.
In the mainstream press, we are used to find "war journalism", which focuses on how many people
were killed today, and who is winning. This book includes a rich collection of good examples of peace
journalism, which focuses instead on what the underlying conflict is about, and what are possible
solutions. Only this approach can really help us move towards sustainable peace. Johan altung, the
founder of the field of peace studies, draws on his rich experience from more than five decades of
mediation in international conflicts, often successfully. I wish to recommend this book very highly to
anyone interested in peace. And indeed, peace concerns all of us. As the late German Chancellor
Willy once said, "Peace is not everything, but without peace, everything is nothing." -- Dietrich
Fischer
HEMER OSCAR, THOMAS TUFTE, e THOMAS HYLLAND ERIKSEN, Media and glocal change:
rethinking communication for development. Buenos Aires, Gœteborg, CLACSO; Nordicom,
2005. UPS 32-C-3550
This book is about exploring both the potential and the limits of communication -of using
communication both as a tool and as a way of articulation processes of development and social
change, improving averday lives, and empowering people to influence their own lives and those of
their fellow community members. The essence is communication. The dilemma is that
communication will not solve every problem, althought it can contribute in some ways to problemsolving -we just need to get better at knowing how. The discipline of communication to development
is currently at a crossroads, and the approaches taken over the last few decades require serious
rethinking. Technologies are evolving on everthing -and communication concerned with debates and
issues relating to development and change in society. The aim of this book is a contribute to the
critical reflection about how communicaction works in process of change within the contexts of
globalization.
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completo
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http://bibliotecavirtual.clacso.org.ar/ar/libros/edicion/media/media.html
MARTÍN CABELLO ANTONIO, La escuela de Birmingham: el "Centre for Contemporary
Cultural Studies" y el origen de los estudios culturales. Madrid, Universidad Rey Juan
Carlos: Dykinson, 2006. UPS 6-C-9718
Los estudios culturales son una de las ramas del saber con un mayor desarrollo y expansión en el
panorama intelectual de nuestro tiempo. Esta investigación, pionera en España, trata de acercarnos
a sus orígenes: el Centre for Contemporary Cultural Studies de la Universidad de Birmingham. El
objetivo es presentar la producción intelectual de la Escuela de Birmingham a la luz de sus
principales influencias teóricas y del entorno social, cultural, económico y político en el cual estaba
inmersa. Así, se recogen las teorías acerca de las subculturas juveniles, sobre el papel de los medios
de comunicación de masas o sobre el modo en el cual la raza, el género o la clase influyen la
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construcción de la cultura de las sociedades industriales avanzadas.
MEFALOPULOS PAOLO, Development communication sourcebook: broadening the
boundaries of communication. Washington, D.C., World Bank, 2008. UPS 32-C-3468
This Sourcebook highlights how the scope and application of communication in the development
context are broadening to include a more dialogic approach, one that facilitates assessment of risks
and opportunities, prevents problems and conflicts, and enhances the results and sustainability of
projects when implemented at the very beginning of an initiative. The book presents basic concepts
and explains key challenges faced in daily practice. Each of the four modules is self-contained, with
examples, toolboxes and much more.
MERRILL JOHN CALHOUN, The dialectic in journalism: toward a responsible use of press
freedom. Baton Rouge, Louisiana; London, Louisiana State University Press, 1989. UPS 32C-3549
“A main intent of this book is to show how freedom relates to ethics in journalism and at the same
time to discuss how a number of other contraries or antinomies are unsuitable in the real world of
journalism. I also hope to demonstrate how a synthesis—a position near the Aristotelian Golden
Mean—is the best solution to many of the problems of mass communication. We need to form the
habit of thinking dialectically about many of our journalistic problems realizing that a clash of
opposing positions is not harmful but useful in the constantly changing world of journalism.” —From
the Introduction
Over the past thirty years, John C. Merrill has produced what many critics consider an essential body
of writing on the relatedness of journalism and philosophy. He speaks with authority for a growing
group of scholars who are looking behind the product of journalism for the ideologies that create
them. His latest work, The Dialectic in Journalism,is an ambitious and comprehensive examination of
the forces at work throughout the press.
The book focuses on two important and timely issues: journalistic license and social control, or in a
larger sense, freedom and responsibility. What are the just limits of the press? Where may
libertarians and statists of the press find common ground? How do journalists convert the world into
the word
MERRILL JOHN CALHOUN, The imperative of freedom: a philosophy of journalistic
autonomy. New York, Freedom House, 1990. UPS 32-C-3548
Since the first version of this classic work was published in 1974, major events in which American
journalism has played a decisive role have cast the reporter increasingly as the subject for public
examination. The newsman has become news. Though there are more serious, responsible
journalists today than at any time in America, the less serious, less responsible also have great
exposure. The loss of credibility of the mass media is widely acknowledged, and is a considerable
concern to serious journalists. For not only is American policy-making hampered by sensational
journalism, but also weakened is the philosophical foundation of a free society; a society committed
to maximize the freedom of well-informed choice for individual citizens in a period of massification.
This book presents a philosophy of journalism that not only relates to a journalist's everyday
activities, but also deals with a broad Weltanschauung for journalism which is built largely on the
ideas coming out of the Age of Reason. Areas of philosophy are political philosophy and its
relationship to journalism, epistemological concerns-primarily journalistic objectivity and truthseeking, and journalistic ethics.
MERRILL JOHN CALHOUN, The princely press: Machiavelli on American journalism.
Lanham, Maryland ; New York ; Oxford, University Press of America, 1998. UPS 32-B-2160
The Princely Press sets forth in an unusual manner some of the basic tenets of Machiavelli as they
might apply to modern-day American journalism. The interview format permits Machiavelli (in 1520)
to expound on such journalistic topics as journalists, journalistic power, press freedom and
responsibility, self aggrandizement, objectivity, audiences, propaganda, ends and means, and
ethics. Machiavelli's answers are based on his ideas about politics expressed especially in his two
best-known works, The Prince and The Discourses.
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MERRILL JOHN CALHOUN, e S. JACK ODELL, Philosophy and journalism. New York ;
London, Longman, 1983. UPS 32-C-3546
SARDO MARCELLA, Moda tra identità e comunicazione: l'abito e la costruzione dell'io
sociale. Acireale ; Roma, Bonanno, 2007. UPS 32-B-2166(5)
Cosa c’è dietro la moda? Perché gli individui scelgono con attenzione l’abbigliamento da indossare?
Perché definiamo “divisa” o “uniforme” il vestiario di un’organizzazione? Queste e tante altre
domande si è posta Marcella Sardo nel suo testo, “Moda tra Identità e Comunicazione. L’abito e la
costruzione dell’io sociale” (Bonanno Editore). Una lettura semplice e
scorrevole per chiunque desideri accostarsi al mondo della moda spaziando dalle origini del costume
fino all’ultima interfaccia mediatica; fotografie, internet, cinema e televisione, infatti, bene si
fondono con le ricerche storiografiche della moda che, da secoli, rappresenta e accompagna
l’individuo nel suo percorso di vita.
La moda è un circolo virtuoso e, come tale, ogni risposta in merito si spiega sotto una chiave socioantropologica. L’individuo, infatti, non può essere scisso dal contesto in cui vive e cerca, attraverso il
vestiario, di provocare un’emozione o, più specificatamente, una reazione, nel proprio interlocutore.
Sentimenti di approvazione o di contrasto, da parte del gruppo di appartenenza, trasformano il
vestiario in un biglietto da visita per la persona che lo indossa. Comunicare attraverso l’abito è
possibile e, nel corso dei secoli, abbiamo esempi eclatanti: il nero o il rosso, la minigonna o i
pantaloni, infatti, non sono mai stati dei semplici indumenti, ma una chiara espressione politica o di
rivoluzione sociale. Per restare nell’attualità basta guardare le campagne pubblicitarie della
Camiceria Castello che ha cercato di fidelizzare i consumatori attraverso un’immagine positiva della
Sicilia moderna.
La donna ha sempre avuto un legame quasi morboso con l’abbigliamento già dai tempi di Adamo ed
Eva. Quest’ultima, infatti, ha fatto conoscere la vergogna e il pudore, una delle motivazioni per le
quali l’individuo si veste oltre il coprirsi dal freddo e il desiderio di ornarsi.
Oggi, nell’era della personalizzazione, la donna si sente libera di esprimere sé stessa e la propria
personalità attraverso l’abito, cerca di attirare le attenzioni dell’uomo ricercando un abbigliamento
sensuale ma sempre rispettoso del proprio corpo. Ogni consumatrice di moda, infatti, può trovare
l’abito adatto a sé valorizzando i suoi pregi e camuffando i suoi difetti. Le rotondità adipose, infatti,
non devono discriminare la donna ma, semplicemente, basta affidarsi allo stilista che meglio riesce a
valorizzare le “curve morbide”.
Da un’indagine condotta nella città di Caltanissetta è emerso, tra gli altri dati, che le donne
prediligono, per essere sensuali, un abito nero, con spacchi, scollature e tessuti aderenti. Tale
abbigliamento, però, deve essere rigorosamente utilizzato al di fuori di un contesto lavorativo pena
l’essere etichettate come “arrampicatrici” scorrette.
Rappresentativa del lavoro anche la copertina, realizzata da Gianfranco Pullerone che ci racconta
l’immagine: “rapita da un’immaginaria macchina del tempo, in un vortice rappresentativo del
susseguirsi di epoche diverse, la moda, rappresentata da una donna senza volto, associa in modo
poliedrico l’abito alla personalità. Maschere che magicamente consentono di essere anche ciò che
non si è, in un gioco fatto di seduzione ed espressione di libertà”.
Per secoli la società ci ha fatto credere che la moda fosse un fenomeno futile, guidato solo da donne
frivole e spendaccione; Marcella Sardo, invece, lo ha sempre ritenuto uno specchio dell’identità e
della propria personalità: oggi ha capito di avere ragione e, in questo libro, ci spiega il perché.
SIEGEL LEE, Homo Interneticus: restare umani nell'era dell'ossessione digitale. Prato (FI),
Piano B, 2011. UPS 32-B-1863
"Homo interneticus" prova a mettere in discussione il mezzo tecnologico più esaltato e venduto degli
ultimi dieci anni: Internet. La retorica di democrazia e libertà che circonda la rete viene sfidata nelle
sue questioni fondamentali: che tipo di interessi nasconde la rete? Come e quanto sta influenzando
la cultura e la vita sociale? Come stiamo imparando a relazionarci agli altri on line? Qual è il costo
psicologico, emotivo e sociale della nostra affollata solitudine high-tech? "Homo interneticus" non è
un manifesto contro Internet, ma un'analisi tagliente su come la quotidianità della rete ha cambiato
il ritmo delle nostre vite e il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Siegel prova a centrare
l'attenzione sui reali interessi che circondano l'enorme massa di nuovi clienti da informare,
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consigliare e a cui vendere oggetti o stili di vita.
WESTERBECK COLIN, e JOEL MEYEROWITZ, Bystander: a history of street photography:
with a new afterword on Street Photography since the 1970s. Boston ; New York ; London,
Bulfinch Press, 2001. UPS 32-D-450
This work is a chronicle of the photographic genre created from the chaotic energy of everyday
street life. It grew out of a 15-year collaboration between an esteemed curator and a distinguished
photographer. The work of such celebrated masters as Arget, Stieglitz, Cartier-bresson, Brassai,
Walker Evans, Robert Frank and Garry Winogrand is presented here, along with extraordinary photos
by complete unknowns. Colin Westerbeck's text illuminates each image and he has also contributed
a new illustrated afterword for this paperback edition, which examines contemporary street
photography.
ZAMBRANO CARLOS VLADIMIR, Ejes políticos de la diversidad cultural. Bogotá, Siglo del
Hombre: Universidad Nacional de Colombia, 2006. UPS 20-B-4566
Este libro surge para conocer realidades transicionales, contextos en gestación, sucesos inéditos o
desconocidos, en suma, fenómenos emergentes de todo tipo en los que se ven involucradas
demandas identitarias, procesos nacionalistas, protestas de nuevos movimientos sociales,
propuestas de reconocimiento de fenómenos migratorios, demandas de libre autodeterminación de
los pueblos, derechos de las poblaciones indígenas y tribales, derechos culturales, etc. Busca
igualmente definir la relación de estos movimientos con la política, los cambios simbólicos y los
nuevos sentidos sociales.
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