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LA GAZZETTA DEL
Pirata
Periodico indipendente di libera informazione
Numero 1 Anno II Ottobre 2006
La Gazzetta del Pirata è un periodico amatoriale no-profit distribuito sotto Creative Commons
License. Non ci assumiamo nessuna responsabilità per ciò che viene scritto!
Ottobre 2006
Evviva! La Gazzetta compie un anno!!!
Ebbene sì, cari bucanieri, il vostro mensile preferito ha tagliato un traguardo importantissimo e si
lancia con fiducia verso il futuro…
E come tutti i pargoli che si rispettino, anche la nostra creatura è cresciuta ed è cambiata!
Eravamo partiti come un piccolo gruppo di amici che voleva provare una cosa nuova e siamo finiti, addirittura, su Punto Informatico!!!
Parafrasando una celebre frase “un piccolo passo per PI, un grande passo per la Gazzetta!” e questa
splendida opportunità ci è stata offerta, nemmeno a farlo apposta, in occasione del nostro primo com pleanno… Non avremmo potuto chiedere regalo migliore!
Mai come in questa circostanza è d’obbligo rivolgere il pensiero a tutti coloro i quali hanno fatto sì
che quest’anno fosse per noi un anno di crescita costante e
di grandi soddisfazioni per tutta la redazione…
Un grande, grandissimo GRAZIE di cuore a tutti quelli che,
in un modo o nell’altro, con pochi o molti contributi, con idee, proposte, suggerimenti,
incoraggiamenti e, ovviamente, critiche, ci ha dato modo di andare avanti senza perdere l’entusiasmo
iniziale e di crescere un po’ per volta.
Un ringraziamento collettivo e sentitissimo a tutti i collaboratori della Gazzetta, passati e presenti,
che hanno speso tempo e energie per mandare avanti questa nave… Grazie ragazzi!
Grazie a chi c’è e chi c’è stato, a chi è andato e a chi è rimasto, a chi ci ha creduto e chi no, a
chi c’è dalla prima ora e a chi è arrivato dopo… Grazie a tutti. La Gazzetta siete voi!
L’ultimo ringraziamento, il più caloroso, va, ovviamente, a voi Fedeli Lettori!
Se lo staff è la struttura portante di un “giornale” voi siete la linfa vitale che manda avanti tutto.
Senza la vostra benevolenza, la vostra pazienza e l’interesse con cui ci seguite non saremmo qui a
festeggiare!!!
Ma ora, bando alla ciance, basta con le feste!
Festeggiare è bello, ma “chi si ferma è perduto” e quindi noi ripartiamo, curiosi come sempre e come
sempre pronti a imparare nuove cose…
Issate le vele…
verso l’orizzonte…
anno secondo,
arriviamo!!!
la redazione della Gazzetta del Pirata
La gazzetta del Pirata
Sommario
La Gazzetta diventa cliccabile
Notizie Dai Porti:
Tortuga Italiazip died
Legalmente:
Petizione Legalize P2p
3/10/2006 giornata anti DRM
Le Nostre Navi:
Le morti apparenti
Messaggi In Bottiglia :
Intervista a Piratapartiet.it
I titoli nel sommario vi
porteranno sulle varie
pagine del pdf, mentre
quelli dei singoli articoli
direttamente
sulle discussioni in board
per intervenire
attivamente
ed interattivamente
Il “peer to peer” da fenomeno di costume
a movimento politico?
Le Vignette di Torny
Thanks to
La gazzetta del Pirata
Notizie dai porti
News sui vari forum P2P!
Tortuga Italiazip died
Nel marzo 2004 The Black Dragon si ergeva come unico bastione del p2p italiano dopo la
chiusura forzata di EWS e di edonkeyitalia. Due anni e mezzo dopo la nascita di Italiazip,
chiude i battenti anche l'ultimo componente di un network che in pochi mesi segnò la storia
del p2p italiano, l'ultimo a resistere: Tortuga. Oggi, a due mesi dall'addio, i componenti che
formavano il suo ultimo staff si confessano, raccontando le proprie esperienze e la storia
che ha portato alla fine di una pietra miliare del web.
Sanji80
E' da un pezzo che non scrivo più sulle pagine di questo giornale,
ma è sempre un'emozione...
Ve n e n d o a l l a v o s t r a r i c h i e s t a , a m i c i r e d a t t o r i r i c o r d o c o m e s e f o s s e
ieri il mio arrivo sul network Italiazip. Uscivo da un recente flame
sull'allora Italodome e chiedendo in giro di un forum che permettesse libertà di espressione mi fu indicato da un amico proprio
To r t u g a d i I t a l i a z i p . Q u e s t o a m i c o e r a To r n a d o . M i i s c r i s s i e p r o s e guì la mia discussione: per le mie parole finì in purgatorio (creato
per l'occasione) e dopo una lunga diatriba venni assolto (manco
fossi un criminale)
S u To r t u g a e b b i m o d o d i c o n o s c e r e p a r e c c h i a m i c i c o m e i l g i à c i t a t o To r n a d o e d H o m e r 7 3 , p e r s o n a c h e c o n s i d e r o c o m e u n f r a t e l l o
virtuale, anche se è da un pezzo che non si fa più sentire in giro
per il web. Brandon, l'amministratore, cercava membri per lo staff
ed io ed Homer ci proponemmo: partendo da zero arrivammo ad
e s s e r e i o s u p e r m o d e d H o m e r a d m i n . N a c q u e c o s ì l a To r t u g a
seconda gestione, famosa per i flame contro Italodome, La nostra
c a s a e t u t t i i f o r u m c h e v e d e v a n o l a p r e s e n z a d e l c o w b o y. E p i c o
m o m e n t o f u q u a n d o H o m e r p u b b l i c ò i l p r o x y d i Te x W i l l e r e d i D o m e
( p r e s i s u I s l e o f To r t u g a ) d i m o s t r a n d o c h e e r a n o p r e s s o c h é u g u a l i
e che quindi ad usare il nick di Dome su Isle poteva non essere il
p a d r o n e d i I t a l o d o m e , m a p r o p r i o Te x . S i s o l l e v ò u n e n o r m e p o l v e r o n e i n c u i Te x a r r i v ò p e r s i n o a c h i e d e r e l e d i m i s s i o n i m i e e d i
H o m e r s i a s u I s l e c h e s u To r t u g a . R i c h i e s t a c h e f u r e s p i n t a .
N e l f r a t t e m p o n e l l o s t a f f e n t r a r o n o To r n a d o e Ya n e z , m e n t r e t r a i
membri fedeli già si poteva contare Luftw@ffer e TroyMcLure e
parecchi nick che passavano ogni tanto. Eravamo pochi ma buoni.
dai
e
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Not orti
P
La gazzetta del Pirata
Ci si divertiva, anche senza flammare, creammo la sezione purgatorio
per fare il verso ad Italodome, che in tempo breve divenne la sezione
spam per le nostre demenze, non a caso la moderavo io, eh eh.
Ma tutte le cose belle prima o poi devono finire. Per un'incomprensione, diffidenza per la presenza di alcuni su Indian Reserve e non so
c o s a l o s t a f f s i d i v i s e i n 2 b l o c c h i : I o e d H o m e r e d a l l ' a l t r a To r n a d o e
Ya n e z . C o n t i n u e p r o v o c a z i o n i , m o z i o n i b o c c i a t e d a u n a e d a l l ' a l t r a
parte (manco fossimo il governo italiano) ed alla fine Homer si dimise.
To r t u g a s e c o n d a g e s t i o n e m o r ì c o s ì . P a s s a r o n o i m e s i i n s i l e n z i o , i l
forum restava pressoché vuoto finché apparve quel nick noto col suo
allora sguattero che fecero un po' di “caciara” per finire poi rispediti
d a d o v e v e n i v a n o . I o e To r n a d o n e l f r a t t e m p o c i e r a v a m o c h i a r i t i , s e p p e l l i t a l ' a s c i a d i g u e r r a c e r c a m m o d i r i p o p o l a r e To r t u g a . C h i a m a i c o s ì
una persona conosciuta su Indian Reserve: The Edge Mai avrei pensato che fosse così in gamba. Da semplice mod in un pochi giorni divenne il nostro teNNico (come diciamo noi) di fiducia e un carissimo
a m i c o e s i s t r a m e r i t ò l ' i n c a r i c o d i d e v e l o p e r. M i s e s u l a u r l o b o x , l ' a r c a d e e m i l l e d i a v o l e r i e . To r t u g a t e r z a g e s t i o n e n a c q u e c o s ì . I l f o r u m
cominciava a popolarsi, creammo pure la sezione keyforum (avendo
t r a i n o s t r i m o d u n o s p e c i a l i s t a c o m e L u f t ) , a r r i v ò p u r e Ta r a n t i s m e Ts l
p e r l a p a r t e t e c n i c a . To r t u g a e r a i n p i e n a c r e s c i t a . M a i c o n t i n u i p r o blemi tecnici, la lentezza del forum ci costrinsero a prendere una dura
decisione: andarcene. Ci pianse il cuore a lasciare Italiazip, come un
figlio troppo vecchio che ha bisogno di spazio lascia la casa dei suoi,
d o v e è n a t o p e r a n d a r e a l t r o v e c o s ì f a c e m m o n o i . C r e a m m o To r t u g a
Reloaded che ormai tutti conoscono, niente più targhette, lo staff è
tutto uguale (ormai ci si conosce e non vogliamo nessun capo) e tutti
hanno accesso al pannello admin per le modifiche al forum nel caso
vogliano fare migliorie ecc ecc. Tutto lo staff contribuisce in piena
armonia, ed i risultati li potete vedere con i vostri occhi.
Tutto questo grazie ad un amico che rinuncia ad una birra e patatine
( c o m e d i c e l u i ) p e r p a g a r c i i l s e r v e r.
To r n a d o
Il mio non fu propriamente un "arrivo" sul network Italiazip, già da
p r i m a d e l l a c r e a z i o n e d i To r t u g a e r o s u l m i t i c o d r a g o n e n e r o , i l p a s s a g g i o a To r t u g a q u i n d i f u o v v i o e n a t u r a l e . I l p r i m o p e r i o d o f u u n
dai
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La gazzetta del Pirata
inferno, centinaia di persone chiedevano a Trilux spiegazioni riguardo
la chiusura di The Black Dragon e tutte le vicende ad esso correlate
(presunta fuga di notizie dall'area staff, periodo di riapertura del
drago ecc.), alcune in modo pacato, altre in maniera più decisa ...
Fino a che ovviamente il buon Trilux non fece una scelta sbagliata e
cioè bannare indiscriminatamente chiunque per mantenere l'ordine.
Quel gesto causò l'abbandono di molti anche se non erano stati bannati e quella fu la vera rovina, nel caos venni bannato pure io per
sbaglio (non ho mai condannato questa cosa) e quindi mi disinteressai
per un po'. Pochi mesi dopo nacque su Pleasurdome una piccola
sezioncina italiana, quella che poi sarebbe diventata la primissima
Italodome. La pessima gestione di quel forum portò lo scontento di
molti. Falsità, azioni dittatoriali ed altro crearono lo stesso malcont e n t o p e r c u i , s i p u ò d i r e , e r o " f u g g i t o " d a To r t u g a . M i r i t r o v a i i n u n
lampo nel purgatorio (una sezione isolata che successivamente avrebbe subito anche la moderazione preventiva) per aver detto qualcosa
riguardo ai numerosi e pedanti inviti al cliccaggio dei banner (feci un
thread con scritto "CLICK CLICK CLICK" ). Una volta "isolato" su
I t a l o d o m e m e n e t o r n a i u n p o ' d i s g u s t a t o s u To r t u g a , d o v e i n i z i a l m e n te pensavo ai fatti miei postando sporadicamente. All'epoca Homer e
Neo erano gli unici moderatori rimasti, ma anche loro latitavano quel
t a n t o c h e b a s t a v a p e r d e f i n i r e To r t u g a u n f o r u m " m o r t o " . S u
Italodome, nel frattempo, mi arrivò un pm da Sanji (compagno di purgatorio in quanto si unì al mio thread dei "click click click" heheh)
chiedendomi se conoscevo un forum nel quale andare che non fosse
Italodome, dove parlare tranquillamente o anche lamentarsi di quello
c h e s t a v a s u c c e d e n d o . G l i c o n s i g l i a i To r t u g a e a n c h e l u i a p p r o d ò l à .
Dopo poche settimane (di flame maggiormente) fu ricostituito uno staff
degno di tal nome: all'epoca eravamo io, Sanji, Homer e Neo. Il resto
lo conoscete bene tutti credo: periodi più scuri fatti di flame e discussioni, e periodi più tranquilli. Durante tutta la mia permanenza sul
r i n a t o To r t u g a I t a l i a z i p h o v i s t o p a s s a r e 4 g e s t i o n i , h o v i s t o a m i c i
andare e nuovi amici venire, ho conosciuto gente che credo abbia
superato la classificazione di "conoscenze online" per diventare qualcosa di più. Tutto questo fino all'inizio dei problemi: causa l'anarchia
che regnava (o libertà che dir si voglia) fummo presi di mira da gente
che non aveva di meglio da fare che piantare grane. Attaccati sul
piano tecnico fu necessario ricorrere ai dati dell'ftp per ripristinare
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velocemente tutto o se non altro per capire cosa succedesse, ma non
fu possibile perché all'epoca i dati non li sapevamo nemmeno noi: toccava percorrere a ritroso tutta una catena di sant'antonio di persone
per recuperarli. Subimmo questa situazione di attacchi per qualche
m e s e , f i n o a c h e n o n p r e n d e m m o l a d e c i s i o n e d i a b b a n d o n a r e To r t u g a
in quanto ingestibile: era come stare dentro un'auto in corsa senza
disporre di volante e freni. Da quel momento lo staff al completo si
dimise e pensammo a lidi alternativi... Dato l'attaccamento di tutti (chi
p i ù c h i m e n o ) a l n o m e d i To r t u g a , f u d e c i s o d i f a r e l e c o s e p e r b e n e
d a s u b i t o p e r n o n a v e r e p r o b l e m i p o i ( c i p i a c e d i r e c h e To r t u g a
Reloaded e' nata prima nelle nostre teste, e poi e' diventata una realtà): fu preso un dominio serio e ci discostammo "dolcemente" da
Italiazip, facendo capire a Trilux quale fosse il problema. Non ci fu
discussione, la decisione venne accettata di buon grado e iniziò uffic i a l m e n t e l o s c i s m a ; c o n t e m p o r a n e a m e n t e s u To r t u g a t o r n ò i n v i g o r e i l
detto "Se qualcuno ha intenzione di occuparsi del forum si faccia
avanti, sennò si chiude", cosa che poi successe realmente poche sett i m a n e d o p o . D a q u e l m o m e n t o , q u i n d i , To r t u g a R e l o a d e d s i t r o v ò
nella situazione di non essere più la board "alternativa", ma di divent a r e r e a l m e n t e i l p r o s e g u o n a t u r a l e d i To r t u g a I t a l i a z i p , c o s a c h e c i h a
reso particolarmente felici visto che abbiamo ritrovato tutti i vecchi
amici.
Luftw@ffer
La mia avventura sul network Italiazip ha inizio con l’ormai mitico The
Black Dragon, un forum che ho ancora nel cuore perché più di un
semplice “contenitore di link”: una vera comunità. Dopo la chiusura di
EWS (l’ultima repubblica marinara) che scosse profondamente l’Italia
intera (grande popolo di navigatori) e lasciò senza lavoro tantissimi
scaricatori (di porto) e di conseguenza anche tantissimi pirati, urgeva
trovare una soluzione alternativa alla miriade di piccoli villaggi che
ormai spuntavano cloni su LI. Fu così che 7 dogi si riunirono a consiglio assieme ad un Lord (Nik) ed al capitano di un’astronave per mettere a punto la costruzione di una nuova cittadella fortificata e inattaccabile, situata nel regno di Italiazip (uno stato di proprietà di
misteriose entità fittizie). Dopo vari tentativi e la consulenza del Mago
Silvan (una vecchia gloria italiana), riuscirono finalmente ad estrarre
dai
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La gazzetta del Pirata
il classico e tanto agognato drago dal cilindro… Forte della sua sicurezza, la cittadella si espanse rapidamente attirando gente da ogni
dove e diventando di fatto la capitale marittima italiana. Il regno di
Italiazip forniva asilo a chiunque lo chiedesse, così, quasi fosse un
r o m a n z o To l k e n i a n o , I t a l i a z i p v e n n e s u d d i v i s o i n c o n t e e ( c h i a m a t e
server) destinate a popoli ben definiti. Oltre alla capitale TBD furono
assegnati: 1 server ai malati di fibrosi cistica, 1 agli strimpellatori e 1
a i p o s s e s s o r i d i B l u e To o t h I t a l i a n i . P e r q u a l c h e r a g i o n e i n o g n i c o n t e a
venivano identificati e isolati, quasi fossero malati contagiosi,
i mangiatori di carne in scatola. Per questo si decise di assegnare
a n c h e a l o r o u n s e r v e r , c h e d i v e n n e f a m o s o c o n i l n o m e d i To r t u g a .
Credendo che ormai fosse tutto a posto io stesso decisi di prendermi
una meritata vacanza: sempre in zona marittima, ma lontano da pirati
e tecnologia, solamente con il mio fido cellulare gprs ed il suo mitico
minsweeper (ah, quanto mi manca l’m35… non sono ancora riuscito a
trovarne una versione decente per Symbian). Purtroppo, però, mi sbagliavo completamente: senza la mia guida e la mia protezione l’intera
rete mondiale venne scossa dalla notizia di tremendi eventi. Prima
che chiunque avesse i tempo di fare “2+2”, il malvagio Generale
F e n n e r ( f o r s e a s s o l d a n d o C h u c k N o r r i s , M C G y v e r , l ’ A - Te a m e l o C h e f
To n y ) r i u s c ì a c a t t u r a r e 2 n a v i e , c r a c k a n d o i l c e r v e l l o d e i c o m a n d a n ti, ottenne i dati di accesso al mainframe di Italiazip. Fu la fine di
tutto. “5”. Al mio ritorno scoprii con brivido, terrore e raccapriccio che
a l m a s s a c r o e r a s o p r a v v i s s u t a s o l o To r t u g a . P e r f i n o 4 d e i 7 d o g i i n i ziali avevano dovuto abbandonare: chi si era lanciato dalla finestra,
chi era scappato in America con i soldi, prima di accorgersi di esserci
già, chi finì all’ospedale sbattendo la testa contro il muro e chi ancora
venne arrestato per possesso di fumo di ritorno dalla Jamaica.
Il fato volle che dovessi assentarmi nuovamente per qualche giorno.
Senza il mio consiglio e supporto, il doge di turno fu preso dal panico
e iniziò a sparare su tutto quello che si muoveva… E’ in questo modo
che i malcapitati di turno, anche se un po’ acciaccati, scapparono fond a n d o u n a n u o v a c i t t à c h i a m a t a “ I s l e o f To r t u g a ” . S i r a c c o n t a c h e i n
q u e l l ’ o c c a s i o n e v e n n e v i s t o l ’ a m m i n i s t r a t o r e d i To r t u g a s c a p p a r e a
bordo di un UFO, forse diretto verso Fleed. Di lui non si ebbero più
notizie. Giorni bui seguirono quelle vicende. Ok, adesso provo a essere un po’ più serio se no non si capisce nulla di quello che scrivo…
Dopo la svendita del ban, il Trilux in questione rimase a svolgere il
dai
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La gazzetta del Pirata
ruolo di Admin ancora per qualche tempo, anche se non era ciò che
egli desiderava. Nel frattempo alcuni profughi cominciarono a giungere dal neonato Italodome, tutti vittime della gestione scriteriata di un
famoso cauboi. Era tuttavia una situazione piuttosto strana: da una
parte tantissimi utenti volevano portare agli occhi di tutti ciò che
stava avvenendo su Italo, dall’altra c’era ancora il risentimento nei
confronti di Trilux per come si era comportato (oltre alla storia del
ban, anche una lettera a Punto Informatico abbastanza pesante nei
confronti della GF) e per non aver riaperto TBD. Ciò si tradusse in un
enorme numero di lurker rispetto agli utenti attivi; una situazione che
non cambierà mai fino alla chiusura. Fu in quell’occasione che giunse
s u To r t u g a a n c h e S a n j i . N e l f r a t t e m p o T r i l u x , c h e n o n v o l e v a p i ù
ricoprire il ruolo di amministratore, “pronunciò” una frase che divenne
una costante per le successive gestioni: “il forum rimane finché c’è
qualcuno che vuole occuparsene”. Un modo per dire “ci metto i soldi
per server e banda, voi fate quello che vi pare, ma non toccate la
barra in alto del circuito Italiazip”… Ed effettivamente fu così, Trilux
non mise più il naso nelle decisioni dello staff. Brandon si propose a
Trilux per ricoprire il ruolo di admin e non lasciare morire una board
così giovane ma carica di ricordi, e Trilux gli concesse il potere…
Avviò quindi una campagna di reclutamento come Bruce Lee ai tempi
d ’ o r o , f a c e n d o n a s c e r e l a S e c o n d a G e s t i o n e d i To r t u g a , c h e a l l ’ i n t e r n o
dello staff contava: Homer73 (co-admin) e Sanji80 (smod) (e qui probabilmente mi son dimenticato qualcuno, ma proprio non mi viene in
m e n t e ) . Q u e l l a n u o v a To r t u g a s i c o n t r a d d i s t i n s e p e r l ’ e s a s p e r a n t e
c a m p a g n a a n t i - Te x “ l o g i u r o s u l m i o o n o r e ” W i l l e r . P o c o d o p o e n t r a r o n o a
f a r p a r t e d e l l o s t a f f a n c h e To r n a d o ( s m o d ) e Ya n e z ( m o d ) e n a c q u e r o
diverse sezioni per fare “il verso” a Italodome, come il famosissimo
“Purgatorio”. Fu anche istituito quello che diventò uno dei marchi di
f a b b r i c a a n c h e d i To r t u g a R e l o a d e d ( p e r b r e v i t à T R ) : i l w a r n s c h e r z o so. Gli utenti attivi rimanevano relativamente pochi, ma eravamo in
grado di spammare anche per i lurker ed io potevo fregiarmi del titolo
di utente più vecchio (come data d’iscrizione) del forum. “Al destino,
come si sa, non manca il senso dell’ironia” [cit.] ed il pistolero ottenne la sua vendetta dopo qualche mese. Tutto questo lo venni a sapere
solo successivamente, ma in pratica lo staff si divise in 2, se non
s b a g l i o p r o p r i o i n s e g u i t o a d u n ’ a f f e r m a z i o n e d i Te x . Q u e l l o c h e v i d i
da utente quale ero allora, fu la scomparsa totale dei moderatori. Se
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La gazzetta del Pirata
non ti chiami Sonia, hai bisogno di una spalla per riuscire a spammare
decentemente, così anche io fui costretto a desistere. Per un lungo
periodo ci fu il nulla. Trilux tornò a pronunciare le fatidiche parole “se
non c’è nessuno che se ne occupa, chiudo”. Fortunatamente Sanji e
To r n a d o ( c h i a r i t i s i d o p o q u e l l a v i c e n d a ) t o r n a r o n o , a p p u n t o , s u
To r t u g a , d e c i s i a d a r v i t a a l l a Te r z a G e s t i o n e . C o n l ’ a s t u z i a d i L u p i n
riuscirono a rubare utenti agli altri forum con vane promesse di “incarichi gestionali” sul nuovo forum… In quel modo arrivarono il tennico
T h e E d g e , i l r a g n a c c i o Ta r a e i l f a m o s o Ts l . Q u i n d i p r o p o s e r o a n c h e a
me di diventare mod… Sinceramente sono un animale di terra e non
ho piume né targhettite, tuttavia la creazione dell’area KeyForum a me
dedicata (a proposito, ci servono sviluppatori!!!) e la possibilità di
spammare in area staff mi convinsero ad accettare. Sembrava andare
tutto bene, se non che nell’ultimo periodo si verificarono problemi di
o g n i t i p o : c r a c k a g g i d e l f o r u m , v i r u s s u l s e r v e r, i m p o s s i b i l i t à d i
accedere all’FTP… Insomma, la sicurezza (rimasta immutata dai tempi
di TBD) su cui si basava ancora Italiazip era diventata opprimente.
Apro un piccola parentesi, il sistema di sicurezza deve essere proporzionale al bene da proteggere, se no diventa controproducente. Allo
s t e s s o m o d o s u To r t u g a n o n a v e v a m o i l c o n t r o l l o d i r e t t o d e i s e r v i z i
d e l l ’ h o s t , m a s o l a m e n t e l ’ a c c e s s o F T P, c h e u l t i m a m e n t e a n d a v a a t r a t ti. Fu una decisione lunga e sofferta, ma infine fummo tutti d’accordo
che era necessario spostarci su un host “nostro”, che potessimo gestire direttamente, anche dovendo pagare di tasca “nostra” (specifichiamo, io non ci metto un centesimo, LOL). Ora siamo tutti su TR, cambia
un po’ il nome, ma gli utenti sono gli stessi e più dementi che mai.
Non esistono cariche all’interno dello staff, in quanto tutti abbiamo la
stessa targhetta e tutti conosciamo i dati dell’account di amministrazione. Le mod al forum si susseguono in continuazione, all’insegna
dello “useless but cool”… C’è anche l’area “Fight for warn”, dove gli
utenti si possono sfidare a colpi di insulto per ottenere il tanto agognato warn. Naturalmente abbiamo anche un passatempo preferito:
bannare PC69. Dovreste provare anche voi, è estremamente rilassante; se più gente bannasse PC69, ci sarebbero meno guerre, garantito;)
In definitiva, mi sento di ringraziare profondamente i Trilux, che ci
hanno dato per tutto questo tempo una board completamente gratis
senza chiedere nulla in cambio e senza intervenire mai una volta nelle
decisioni dello staff. Grazie a Italiazip ho conosciuto tantissime per-
dai
e
i
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Not orti
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La gazzetta del Pirata
sone eccezionali, anche se non nella real life… Non dimentichiamoci
poi che quasi tutte le board italiane attualmente esistenti derivano in
qualche modo da Italiazip, o comunque ne sono state influenzate prof o n d a m e n t e . P e r c o n c l u d e r e … S o n o s t a t o p i ù l o g o r r o i c o d i To r n a d o , c i
scommetto...
The edge
La mia avventura su Italiazip inizia nel gennaio 2006 dopo che venni
contattato da Sanji per un posto da moderatore in area sport. Fui
subito entusiasta perché si trattava del mio primo "impiego" da mod in
una board...e che board! Durante il periodo passato su Italiazip ho
scoperto molte cose sul mondo p2p; l'eterna guerra tra chi vuole guadagnare soldi contro chi lo fa per pura passione, chi denuncia e chi
viene denunciato e quant'altro ruota intorno a questo strano mondo
v i r t u a l e . U n g i o r n o To r n a d o e S a n j i m i p r o p o s e r o d i a f f i a n c a r e
Brandon nella gestione tecnica della board, premetto che fino a quel
momento sapevo veramente poco di php. Accettai volentieri perché si
trattava per me di una nuova esperienza e mi dava la possibilità di
migliorare la mia capacità con i linguaggi di programmazione. Inizia
con inserire qualche mod e subito ci furono i primi complimenti e la
soddisfazione da parte di tutti per quello che mettevo, ovviamente
faceva molto piacere anche a me questa cosa. Nel frattempo sulla
board iniziarono o meglio continuarono quelli che per me erano novità, i flame. Da quel che avevo letto su Italiazip i flame erano quasi
all'ordine del giorno, antiche guerre con il gruppo Trilux da parte di
utenti scontenti della fine di The Black Dragon. Arrivarono simpatici
p e r s o n a g g i c h e i m p a r a i a c o n o s c e r e . Te s c h i , v o l a t i l i e q u a n t ' a l t r o r o m pevano e non poco, dopo un tira e molla durato qualche settimana si
decise di eliminare questi utenti sgraditi e finalmente si iniziò a tirare
un sospiro di sollievo. Continuarono le frecciate incrociate con board
p2p a dir poco ridicole secondo il mio punto di vista e continuò quella
che secondo noi era satira nei confronti dei padroni del mondo p2p.
Questo è quanto ho visto da utente nei pochi mesi di permanenza su
Italiazip. Per quanto riguarda gli ultimi mesi, bhe, posso dire che è
stato un mezzo calvario per quanto riguarda la parte tecnica.
I m p r o v v i s i d o w n d e l s e r v e r, l e n t e z z a a l l i m i t e d e l l a s o p p o r t a z i o n e e
blocchi della gestione ftp ci fecero meditare sul futuro nostro e della
dai
e
i
iz
Not orti
P
La gazzetta del Pirata
board. Dopo l'ennesimo down durato un paio di giorni si decise di
d a r e u n a s v o l ta , d e c i d e m m o d i f a r e t u t t o d a s o l i . Sta c c a r e i l c o r d o n e
o m b e l i c a l e c h e u n i v a n o i a To r t u g a e d i c o n s e g u e n z a a T r i l u x , i l q u a l e
s e n z a c h i e d e r e n u l l a p a g a v a i l s e r v e r, f u u n a d e c i s i o n e s o f f e r t a , m a
dovuta se volevamo andare avanti. Una sera su msn io, Sanji e
To r n a d o d e c i d e m m o d i d a r e v i t a a q u e l l a c h e è t u t t o r a To r t u g a
Reloaded. Dopo un giro di consultazioni con il resto del gruppo si
decise di dare il via al progetto, preso il dominio iniziai a montare
board e mod e quant'altro serviva per iniziare. Mi ricordo che io e
To r n a d o p a s s a m m o c i r c a 3 o r e p e r s i s t e m a r e i l t u t t o c o n u n b u o n
risultato, imho. Il resto è presente e spero futuro.... Italiazip mi ha
permesso di accrescere le mie capacità tecniche e di gestione di un
sito web, mi ha permesso di conoscere nuove persone simpatiche e
non, mi ha fatto scoprire il lato oscuro del web e i suoi navigatori, ma
soprattutto mi ha fatto conoscere due persone che in breve tempo
s o n o d i v e n t a t i d e g l i o t t i m o a m i c i , S a n j i e To r n a d o . S i c u r a m e n t e m i h a
illuminato su certa gente che si crede una divinità perché ha in mano
u n ' i m m a g i n e . g i f c h i a m a t a t a r g h e t t a , c h e r o b a s t u p i d a . S u To r t u g a
Reloaded lo staff è rimasto pressoché uguale e non c'è nessun boss a
cui rendere conto, questa gestione "familiare" è apprezzata da noi e
dagli amici che ogni giorno vengono a trovarci.
Credo di aver espresso al meglio la mia breve permanenza su un sito
storico come Italiazip, sicuro di aver dato un tocco in più a quella
board e aver passato dei bei mesi in compagnia di amici.
Vo r r e i r i n g r a z i a r e c o l o r o c h e h a n n o p e r m e s s o i l m i o a r r i v o , l a m i a c r e s c i t a t e N N i c a e q u a n t ' a l t r o . V i v a I t a l i a z i p v i v a To r t u g a .
La gazzetta del Pirata
Legalmente
Manifesto degli intenti di scambioetico.org
Scambioetico.org nasce dall'esigenza di porre fine alla criminalizzazione, sempre più pressante, degli
utenti del P2P, quindi, preoccupati dall'escalation della campagna criminalizzatrice in atto, anche attraverso azioni pubblicitarie e trasmesse addirittura dagli organi di informazione pubblica, pone come prioritaria la cessazione delle ostilità da parte dei detentori dei diritti d'autore nei confronti di quelle
Comunita P2P che si diano un'autolimitazione nel condividere materiale audiovisivo e musicale tutelato
dalla legge sul diritto d'autore.
Considerato che:
- In Italia abbiamo una legge sul diritto d'autore che prevede una tutela fino a 70 anni dopo la morte di
tutti gli aventi diritto
- La criminalizzazione in atto condurrà certamente alcuni utenti e amministratori di siti al cospetto della
giustizia come "martiri sacrificali", senza comunque avere la possibilità reale di fermare lo scempio di
opere appena rilasciate ed a volte addirittura prima di essere commercializzate
Valutato che:
- L'attuale legge italiana sui diritti d'autore sia palesemente obsoleta e lo sarà ancor più gli anni a venire
- Quando ci si trova a cospetto di comportamenti di massa che non possono di per sè essere definiti
dei crimini, la repressione è una via impraticabile ed è quindi meglio una regolamentazione che nè
riduca i danni e produca benefici.
Stabilito che:
- Scambioetico.org ha identificato in 18 mesi dalla prima divulgazione delle opere musicali e audiovisive il periodo minimo di divieto alla condivisione, con l'intento di tutelare gli aventi diritto ai legittimi interessi nel periodo più proficuo di ritorno economico.
- Questa iniziativa è volta a trovare un dialogo con le controparti, anzichè continuare una lotta deleteria
e probabilmente inconcludente, qualora la proposta fosse presa in considerazione c'è la disponibilità ad
aumentare questi parametri e discutere di un eventale pagamento forfettario agli aventi diritto per poter
condividere tale materiale
Scambioetico.org invita
- le Forze Politiche del nostro paese ad assumersi l'onere di modificare la legge attuale sul diritto d'autore, riducendo drasticamente i termini a tutela, in modo da permettere di "sdoganare" queste opere e
renderle, senza scopo di lucro, liberamente condivisibili dopo tale periodo.
- le Comunita P2P ad ottemperare alle autolimitazioni sopra citate e diventare così mano tesa per una
trattativa con gli Autori e detentori dei diritti.
Scambioetico.org fà appello a tutte le persone di buona volontà e coscienza, in particolare Autori,
Politici e Giornalisti, ad unirsi in una campagna di sensibilizzazione al problema e giungere ad un ono-
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revole compromesso che possa terminare questa "guerra" dando imput legislativi di ampio respiro culturale.
Scambioetico.org saluta in modo favorevole le iniziative che hanno, al momento, bloccato il tentativo di
brevettabilità delle idee, quelle prodotte dalle ormai radicate Comunità Open Source e quelle Creative
Commons.
Scambioetico.org, si rende inoltre disponibile a collaborare ai progetti in corso su questi temi, sostenendo le iniziative che si producono in questo ambito e quelle che puntano ad una diffusione, a basso
costo economico, di saperi e cultura, affinchè ciò non sia più riservato a pochi ed abbia invece la possibiltà della massima divulgazione.
Testo integrale della petizione:
QUOTE
Firma anche tu la petizione per depenalizzare il P2P
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi
Al Ministro per l'innovazione e le tecnologie Luigi Nicolais
Al Ministro degli affari europei Emma Bonino
Premesso che:
- il 18/05/2004 la precedente maggioranza, attraverso la conversione in legge del D.L. n°72 del
22/03/2004, ha modificato la normativa sul diritto d'autore, e, sostituendo le parole "a fine di lucro" con
"per trarne profitto", ha trasportato nel penale lo scambio via internet, senza scopo di lucro, delle opere
protette da copyright;
- la legge n. 43 del 31 marzo 2005, convertendo in legge il DL n. 7 del 31 gennaio 2005, pur riconsiderando per il solo fine di lucro le sanzioni previste dall'articolo 171-ter, ha aggiunto all'articolo 171 la lettera a-bis), rendendo comunque sanzionabile penalmente, seppur con possibilità di oblazione, per qualsiasi scopo la condivisione tramite reti telematiche delle opere contemplate dalla legge n. 633 del 22
aprile 1941, mantenendo di fatto il regime penale.
Considerato che è possibile pensare, per gli aventi diritto, ad un ritorno economico di quanto viene diffuso attraverso Internet, con sistema più mirato delle attuali inique tasse sui supporti di masterizzazione
ed hardware, nella prospettiva di legalizzare il P2P;
Chiediamo al PdC Romano Prodi, così come fece il Governo Berlusconi, di voler proporre al Consiglio
dei Ministri un decreto legge che sopprima dalla lettera A) e B)dell'articolo 171 la parola "DIFFONDE" e
abroghi queste due norme previste dalla legge n. 43 del 31 marzo 2005:
- 3-ter. All'articolo 171, primo comma, della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni,
dopo la lettera a) e' inserita la seguente:
"a-bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un'opera dell'ingegno protetta, o parte di essa;".
- 3-quater. All'articolo 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, dopo il primo
comma, e' aggiunto il seguente:
"Chiunque commette la violazione di cui al primo comma, lettera a-bis), e' ammesso a pagare, prima
dell'apertura del dibattimento, ovvero prima dell'emissione del decreto penale di condanna, una somma
corrispondente alla meta' del massimo della pena stabilita dal primo comma per il reato commesso,
oltre le spese del procedimento. Il pagamento estingue il reato".
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Una misura d'urgenza dettata dalla necessità di trovare una soluzione diversa da quella di criminalizzare milioni di persone. Confidiamo che Lei voglia recepire questa necessità di popolo e trasformarla in
urgenza dell'agenda di governo.
Chiediamo al Ministro per l'innovazione e le tecnologie, Luigi Nicolais, di presentare un progetto di
legge che, invece di tassare i supporti di masterizzazione e gli hardware, trovi un accordo tra i provider
e la SIAE per stabilire un canone atto a soddisfare gli autori ed essere accettabile dal Popolo del P2P
(25/30 euro all'anno). Una legge che autorizzi le persone a divulgare e reperire materiale con la gioia di
condividere cultura, saperi e svaghi senza sentirsi additati come pirati e sciacalli.
Invitiamo inoltre il Ministro Luigi Nicolais, nell'ambito delle audizioni di commissione, a voler consultare
anche i rappresentanti di associazioni e movimenti che da tempo sulla rete propongono questa forma di
legalizzazione del filesharing e che, in questo modo, tendono a trovare il compromesso di armistizio
con la lobby delle major.
Chiediamo al Ministro degli affari europei, Emma Bonino, di proporre, in ambito comunitario europeo,
una richiesta di revisione della convenzione universale del diritto di autore, una riduzione dell'anacronistica durata della tutela sul copyright che dovrebbe essere stabilita in non oltre 20 anni dalla produzione
dell'opera. Nell'attuale società 5 anni sono più che sufficienti per avere un adeguato ritorno economico,
quindi prevedere un rinnovo dei 5 anni per un massimo di tre volte sarebbe una soluzione adeguata ai
tempi in cui viviamo.
Link per firmare la petizione: http://www.scambioetico.org/petizione/petizione.html
Luigi Diliberto, spiega in poche righe quello che è lo scopo che si vorrebbe raggiungere con la sua iniziativa per i nostri lettori:
Lo scopo di questa iniziativa è quello di poter avere un documento che, al momento opportuno, possa
essere ripreso da qualche interrogazione parlamentare, al fine di poter muovere qualcosa nella direzione indicata sulla petizione. Le e-mail dei sottoscrittori saranno anche utilizzate per tentare la costituzione di un movimento su questi temi, sulla scia di quelli che, in tutta Europa e non solo, si stanno costituendo nel solco del partito pirata svedese. La sottoscrizione di questa petizione non comporta, comunque, alcun impegno a partecipare alle iniziative che saranno prese a sostegno dell'iniziativa, ma verrete
solo informati di come, quando ed a chi sarà consegnato il testo con l'elenco dei sottoscrittori. Al
momento in cui scrivo la previsione è quella di consegnare la prima tranche di firme entro la fine dell'anno in corso ad uno dei destinatari identificati nella petizione stessa in forma cartacea ed in modo
manuale, nell'auspicio che ciò possa essere un evento pubblico capace di suscitare l'attenzione dei
mass media nazionali. Sappiamo che le richieste contenute in quel testo non sono cose assurde, sono
un onorevole compromesso tra i detentori dei diritti delle opere ed il popolo del P2P, ma, nonostante
ciò, non sarà facile ottenerle, bisogna però credere nella bontà delle idee anche quando le condizioni
esterne non sono favorevoli e fare le cose con la stessa convinzione per cui sia possibile ottenerle
domani. Se non si inizia un cammino sarà impossibile a chi segue trovare il sentiero per proseguirlo.
Concludo, ricordando che non è un un reato sottoscrivere proposte politiche (anzi è un diritto garantito
e dovere morale per chi le condivide), con l'invito a sottoscrivere e fare sottoscrivere la petizione al
maggior numero di persone possibile, per dare forza al documento ed aver la possibilità di ricevere via
e-mail notizie di questa iniziativa e di quelle che potrebbero nascere dall'iniziativa stessa. Questo è un
modo concreto di far uscire dal virtuale quanto oramai stiamo da anni scrivendo sulla rete: Fai quello
che devi ed accada quello che può.
La gazzetta del Pirata
Legalmente
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a cura di anvaccar
Visto il grande interesse suscitato dalla pubblicazione di questo "pezzo" a cura di Punto
Informatico http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1676166&r=PI abbiamo deciso di anticipare la
pubblicazione integrale del servizio dedicato alla Giornata anti DRM, che successivamente
verrà, come di consueto, pubblicato anche sulla versione .pdf della Gazzetta, che è prevista per
la fine di questa settimana.
La Redazione di LGDP
DRM - IL SAPER DI NON SAPERE
In occasione della Giornata mondiale contro i lucchetti digitali indetta da Defective by Design abbiamo
deciso di fare il punto della situazione riguardo ai DRM, alla loro natura, al loro utilizzo e abbiamo cercato di capire quanto ne sappia effettivamente l’opinione pubblica di questo argomento tanto delicato.
COSA SONO I DRM?
I DRM (Digital Right Management) sono una forma di sistema di sicurezza integrato sulle opere di
ingegno distribuite su supporti digitali che servono ad evitare che l’opera possa essere copiata e distribuita illegalmente. Attualmente sono in uso diversi tipi di DRM, da quelli più vecchi, come i CSS
(Content Scrambling System) o i meccanismi di attivazione del software, a tipi più recenti che utilizzano
nuove tecniche cifratura dei contenuti; ognuno di questi DRM utilizza tecniche e sistemi di diversa natura. I CSS che si trovano sui DVD, criptano il supporto con una chiave rilasciata ai produttori di hardware e software. I meccanismi di attivazioni del software come quelli introdotti dalla Microsoft invece prevedono di inserire manualmente un codice rilasciato dal produttore nel momento dell’installazione del
software ed, entro un periodo stabilito, effettuare una verifica online tramite la quale il software installato viene riconosciuto dalla casa produttrice e le sue funzioni vengono sbloccate. I watermark sono delle
vere e proprie filigrane digitali, informazioni di identificazione inserite in un flusso digitale. Alcuni tipi di
DRM, come i CSS o i meccanismi di attivazione del software sono stati già in passato aggirati grazie
alla creazione di appositi programmi, altri invece sono tuttora ancora inviolati. Esempio emblematico di
DRM è l’Apple FairPlay. Tale sistema, utilizzato dall’iTunes Store, si basa sulla criptazione dei brani
musicali e su una chiave di codifica in dotazione solo agli iPod. Tale tecnica consente non solo di poter
ascoltare i brani musicali legalmente acquistati esclusivamente sull’iPod, ma anche di determinarne il
numero di copie o di computer sui quali si desidera ascoltare la musica.
PERCHE’ USARE I DRM
I DRM nascono da un'esigenza delle majors discografiche e cinematografiche di condurre una lotta
senza quartiere alla pirateria audiovisiva e al file sharing, infatti secondo le grandi
multinazionali dell’intrattenimento la vendita di CD e DVD pirata unita al p2p sono causa di una enorme
perdita economica. Una lotta come detto senza quartiere condotta sul piano giuridico, legislativo e tecnico. Su nessuno di questi tre fronti, però, i dirigenti delle majors sono riusciti ad ottenere i risultati sperati. Dal punto di vista giuridico infatti, sebbene la RIAA (Recording Industry Association of America) e
l’MPAA (Motion Picture Association of America) abbiano fatto scattare migliaia di denunce negli USA
contro i produttori dei sistemi p2p, contro i provider e contro molti utenti colti in flagrante mentre scaricavano film e CD, non solo non hanno raggiunto l’obbiettivo desiderato (cioè usare le denunce come
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deterrente per limitare la condivisione delle opere di ingegno tramite il file sharing), ma addirittura sono
incorsi in una serie di passi falsi quando tra i denunciati sono cominciati a figurare ragazzini di dodici
anni o meno. Inoltre un altro duro colpo alle majors è giunto da alcuni artisti ed etichette indipendenti
che hanno cominciato col prendere le distanze da un simile attacco, arrivando addirittura a sostenere il
p2p. Dal punto di vista legislativo, invece, le grandi multinazionali si sono impegnate in un pressing
estremamente duro sui governi occidentali, su quello cinese e giapponese; un pressing che quasi
ovunque si è trasformato in leggi o proposte di leggi durissime contro il file sharing e chi ne usufruisce,
tanto che in molti di questi paesi chi fa uso di questi sistemi per la condivisione di opere protette rischia
finanche la galera, come in Italia, Francia, Cina, India, USA, Australia e Svezia. Ma è dal lato tecnico
che queste aziende si stanno forse maggiormente impegnando, con investimenti di grandi quantità di
denaro nel settore della ricerca, per perfezionare le protezioni che, come vedremo più avanti, sono sì
più difficili da aggirare, ma sono anche decisamente più invasive e in certi casi addirittura dannose.
Tutto questo partendo, però, da un falso presupposto e cioè che i programmi p2p creino un danno economico alle case discografiche e cinematografiche. Questo è ovviamente sbagliato perché non è assolutamente dimostrabile che gli utenti, privati dei programmi di file sharing, comincerebbero ad acquistare legalmente le stesse quantità di materiale protetto che oggi scaricano illegalmente.
UN ANNO DI DRM
Anche se mancano ancora tre mesi alla sua fine, il 2006 è stato un anno molto importante per quanto
concerne l’argomento DRM, un anno in cui tale argomento ha per la prima volta abbandonato gli studi
e gli uffici dei tecnici del settore per diventare argomento di discussione di blog, forum e siti internet.
Tante, tantissime, infatti, sono state le novità che hanno riguardato i DRM, a cominciare da quanti, assistendo al successo planetario e senza precedenti di iTunes, hanno deciso di percorrere una strada
simile a quella intrapresa dalla Apple. Ecco spuntare un po’ come funghi sul web progetti e servizi di
jukebox e di distribuzione di film da parte di tutte le più grandi compagnie del settore del mondo.
Compagnie come Microsoft, Universal, Time Warner, Google e anche la nostrana Mediaset hanno
avviato sul web servizi di distribuzione videomusicale o hanno in cantiere di allestirne uno. Più in generale, inoltre, tutte le varie majors musicali sono alla ricerca di un distributore alternativo alla Apple che
possa soddisfare le loro richieste economiche e che allo stesso tempo possa competere con iTunes.
Tutto ciò fermo restando che tutto il materiale in distribuzione conterrà ovviamente DRM al fine di poter
controllare e limitare le copie e il numero di supporti sul quale sarà possibile usufruire del prodotto
legalmente acquistato. Ma non sono solo i negozi online di film e musica ad essere al centro dell'attenzione. Da qualche mese stanno sorgendo tanto negli USA quanto nel resto del mondo stazioni radio
digitali ad alta definizione (Radio HD) le quali sono al centro del mirino perché le majors discografiche
richiedono un’integrazione forzata di sistemi anti-copia DRM. Insieme ai Digital Right Management
sono attualmente allo studio e verrano messi
presto sul mercato tutta una serie di componenti hardware definiti come “Trusted Computing”.
Con la scusa della sicurezza (sicurezza per chi?) infatti, tutte le più importanti industrie del settore, riunite nel Trusted Computing Group, immetteranno presto sul mercato i propri prodotti che avranno come
fine ultimo quello di blindare il PC impedendo all’utente di poter scegliere se permettere al proprio computer (ma anche al proprio lettore dvd o al proprio televisore) di fare determinate operazioni (volute dai
produttori dei componenti) o meno. In questo senso i DRM non solo risultano essere assolutamente
compatibili con il Trusted Computing, ma addirittura perfettamente complementari. Il 2006 è anche l’anno in cui si parla apertamente per la prima volta dell’HDCP (High-bandwidth Digital Content Protection,
sistema di protezione dei contenuti digitali ad alta densità di dati) un nuovo sistema di protezione per i
formati HD (alta definizione) che renderanno non visibili formati super compressi come i DIVX. Anche
l’IBM si è mossa in questo anno annunciando la creazione di SecureBlue, un modulo di sicurezza che
permetterà di cifrare e decifrare i dati in tempo reale e che perfettamente si combina con l’azione dei
DRM. Intorno ai Digital Right Management e al loro utilizzo quest’anno sono nate un immenso numero
di discussioni e polemiche tanto che gli argomenti in alcuni casi sono andati a finire nelle aule giudiziarie o addirittura nei parlamenti di molti paesi del mondo.
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Lo scandalo più grande esploso, finora, è probabilmente quello che ha visto come protagonista la
SONY che in alcuni CD musicali aveva inserito un tipo di DRM estremamente invasivo e dannoso. In
pratica la Sony offriva insieme al CD un player musicale in grado di far ascoltare il cd sui PC dotati di
sistema operativo Windows, ma insieme al player si installava un rootkit (un malware che si nasconde
nel PC mascherando la sua esecuzione e le operazioni che effettua e che nella maggioranza dei casi è
in grado di aprire delle backdoor) che oltre essere invisibile non forniva nessuna routine per la disinstallazione. Una volta scoppiato lo scandalo la Sony rilasciò un aggiornamento per rimuovere il sistema
di occultamento del software, tale aggiornamento dava problemi di instabilità nei sistemi operativi e la
Sony si decise a rilasciare un sistema di disinstallazione online che aveva come effetto indesiderato
quello di lasciare nei sistemi operativi un bug tale che nel giro di poche settimane cominciarono a circolare i primi trojan che si basavano su quello stesso bug. Ma non è stato l’unico DRM a fare danni e ad
accendere le polemiche. Anche il sistema anti-pirateria StarForce è stato al centro di numerose discussioni. Questo, infatti, si installa autonomamente sui PC dei malcapitati e ad ogni tentativo di fare delle
copie di back up, non solo del supporto originale di provenienza, faceva riavviare il computer indipendentemente dalle applicazioni aperte. Il tutto senza che l’utente sapesse cosa stesse succedendo al
suo PC, in quanto non informato della presenza dello StarForce. Ovviamente vietato parlar male, infatti,
Cory Doctorow che aveva denunciato sul blog BoingBoing l’accaduto è stato minacciato dalla stessa
casa moscovita di essere denunciato per diffamazione. Nel frattempo, però, la Starforce immetteva sul
web un programma per la rimozione del DRM. Nella lista dei piccoli o grandi scandali rientrano a pieno
titolo il regista Spielberg e il suo film Munich che in Gran Bretagna risultava non visibile alla giuria della
British Academy of Film and Television Arts a causa di un DRM imposto nei DVD distribuiti non compatibili coi sistemi di riproduzione inglesi. O anche la Apple, che nella sua versione 6.0.2.23 di iTunes ,
inseriva una versione aggiornata dei DRM che avevano come effetto secondario quello di risultare simili in tutto e per tutto a degli spybot. In tutto questo trambusto i governi di molti paesi del mondo (europei in primis) hanno avviato dei dibattiti sull’utilità e l’efficacia dei DRM. La Francia è stato di sicuro il
paese più attivo, che con un’alternanza di proposte di volta in volta favorevoli o contrarie ai DRM ha
alla fine stabilito che questi possono si essere presenti, ma che devono essere interoperabili (cioè che
devono essere funzionanti su tutti i tipi di supporti esistenti). Una strada simile pare l’abbiano presa
anche i governi di Danimarca, Svezia (dove addirittura nasce un Partito dei Pirati) e Nuova Zelanda.
In Gran Bretagna resta ancora valida la proposta di marchiare tutti i supporti contenti DRM.
Il 2006 è stato anche un anno di durissimi attacchi ai DRM sia della Apple sia della Microsoft che si
vedono smantellare i loro sistemi anti-copia a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro da alcuni hacker.
Rilevante è anche l’attacco proveniente dagli artisti canadesi che hanno “scomunicato” l’uso dei DRM
da parte delle majors delle volte imposto sui loro lavori senza l’autorizzazione degli artisti stessi.
DRM – INTERVISTE E PARERI
Durante il mese di settembre siamo andati in giro per i negozi di informatica e di hardware a chiedere
pareri ed opinioni agli operatori del settore sull’argomento DRM. Le discussioni si sono svolte ponendo
più o meno le stesse domande a tutti. Una cosa su cui c’è stata praticamente l’unanimità delle opinioni
è stata che della questione DRM pochissimi sono effettivamente a conoscenza di cosa siano e di quanto avvenga effettivamente, di fatto “solo i più smanettoni” tra i loro clienti “sono meglio informati”. Un
effetto contrario è stato riscontrato quando abbiamo chiesto se in giro ci fossero già prodotti contenti
DRM, infatti le opinioni sono state decisamente varie, da: “che io sappia nessuno” , a “solo gli iPod
hanno delle protezioni”, fino ad arrivare a “praticamente tutti gli hardware e i software hanno già delle
protezioni, basti pensare ai CSS presenti sui DVD” Anche quando abbiamo chiesto cosa ne pensassero delle nuove schede video della GForce, quelle contenti il sistema di protezione HDCP, sono comparsi pareri contrastanti. Molti, essendo addetti del settore, hanno interesse a vendere anche se un po’
tutti ammettono che “se sarà l’unica scheda che darà un certo tipo di prestazioni può essere che sicuramente la venderò, lo devi fare per forza, sarà una costrizione” mentre qualcun’altro più coscienzioso
ha risposto: “dovrò valutare quanto sono funzionali e se danno problemi di varia natura.” Ognuno, po,i
ha raccontato i propri aneddoti quando gli abbiamo chiesto se loro o qualche loro cliente aveva mai
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avuto problemi con i DRM. “Non credo ci saranno molti problemi, hanno già bypassato i sistema di protezione HDCP lo trovi su internet, entrano HDCP escono HDMI, sono degli adattatori basta che fai una
ricerca su internet…”
“Un mio cliente ha preso 2 giochi, GTR e Colin 2005, non giravano nessuno dei due a causa dello
StarForce, inoltre lo StarForce ti istalla un driver virtuale che ti da un sacco di problemi.”
“Ci sono persone che hanno avuto dei problemi con l’ HDCP del decoder di SKY e o non vedevano
nulla, schermo nero, o addirittura si sono ritrovati con la TV danneggiata.”
“Quello è il lato negativo dei sistemi di protezione, ma il sistema di protezione è ancora peggiore quando non solo vuoi vederti il tuo filmino delle vacanze e non te lo fa vedere, ma quando tu hai un gioco
originale, un film originale, un cd originale e non te lo fa vedere. Ed è successo”
“Su internet puoi trovare la lista di CD audio protetti, che su un lettore girano e su un altro non girano.
E ci sono un mare di persone che si lamentano di questo.”
Non sappiamo quali di questi aneddoti siano riconducibili ai DRM, ma è opinione di chi abbiamo intervistato che le causa fosse di sicuro da ricercare nei sistemi di protezione applicati ai supporti.
Dopo aver ascoltato gli operatori del settore abbiamo deciso di chiedere maggiori informazioni e siamo
riusciti ad intervistare Beppe Caravita, giornalista de Il Sole 24 Ore.
LGDP: Perché i prodotti contenenti DRM non portano un marchio, un segno di riconoscimento per
segnalare l’utilizzo di sistemi di sicurezza?
Beppe Caravita: La realtà è che si tratta di una guerra che vede da un lato gli utenti è dall’altro un’industria che cerca tutti i mezzi per stabilire “l’ordine”.
LGDP: Ma questa non è una deliberata mancanza di informazione?
BC: Certo che risulta come una mancanza di informazione, perché tutto viene lasciato all’iniziativa di
persone che pensano a fare i propri interessi. L’Apple da questo punto di vista è la più pulita perché ha
detto apertamente come funziona l’iTunes, l’iPod e il materiale che mette in vendita.
LGDP: Quanto possono effettivamente essere utili i DRM per fermare la pirateria?
BC: Arginare il p2p attraverso dei lucchetti di vario genere mi pare improbabile. Su questo fronte l’offensiva delle majors non ha mai riportato grossi risultati.
LGDP: E quindi si resterà sempre sul piede di guerra?
BC: Una strada per legalizzare tutto a mio modo di vedere ci sarebbe anche. Bisognerebbe trovare un
metodo per attaccare ai file un DRM che permetta si di far circolare il file tranquillamente sulle varie
piattaforme p2p senza limitazioni, ma che quando si utilizza (per la prima volta ndr. ) scatti una richiesta di pagamento.
LGDP: Vorrei portare alla tua attenzione un ipotetico scenario futuro. Immagina di comprarti un nuovo
notebook; decidi di riversare o di vederti su quello il tuo filmino delle vacanze, ma questo ultimo non ti
funziona a causa dei DRM presenti sul portatile che non riconoscono il tuo filmino come un’opera originale.
BC: Questo è praticamente lo stesso esempio che mi ha fatto un dirigente della Microsoft. A quanto
pare la Microsoft avrebbe fatto marcia in dietro per quanto riguarda l’abbinamento dei DRM su hardware e software e pare che stia proseguendo la sua ricerca solo su quelli software.
Ciò che penso è che se questo scenario dovesse diventare realtà farebbero incazzare tutti, ci sarebbe
una rivolta generale di un miliardo di persone abituate a vivere in un ambiente aperto e che si ritroverebbe incatenate mani e piedi. Io non credo che questa gente si vada a gettare in questo buco nero.
LGDP: Ma nel frattempo esistono già sul mercato hardware tipo i decoder HD di SKY che pare abbiano
fatto non pochi danni arrivando a distruggere anche dei TV al plasma.
BC: Si ma questo fa parte di una casistica tecnologica, può succedere con l’inserimento nel mercato
delle nuove tecnologie. Ripeto io non ci credo che questi si vadano a ficcare in questo buco nero.
Abbiamo, infine, contattato uno dei più importanti relaser di film sui circuiti p2p italiani che per ovvi
motivi ha deciso di mantenere l’anonimato.
LGDP: Finora i DRM non sono stati particolarmente difficili da superare per i pirati informatici, tanto che
esistono diversi programmi per bypassare le attuali protezioni, ma i DRM di nuova generazione sono
decisamente più complicati. Pensi che questo possa incidere effettivamente su chi “rippa” film e CD?
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La gazzetta del Pirata
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"Fatta la legge, trovato l'inganno": un modo di dire molto comune in Italia. Aggirare l'ostacolo, però, non
è sempre un'impresa facile. La prima tipologia di DRM applicata al DVD è stata, se ben ricordo, il CSS.
E' tutt’oggi presente nella quasi totalità dei dischi, abbinato (purtroppo) a modelli di protezione ben più
evoluti. La decodifica della crittografia CSS viene gestita nativamente dal celebre software "DVD
Decrypter", il cui sviluppo cessò proprio a fronte di una possibile denuncia da parte dei grandi produttori. E' di certo il DRM più facilmente aggirabile, dal momento che non richiede l'ausilio di programmi di
supporto (AnyDVD e derivati). Discorso diverso, invece, per quanto riguarda gli ultimi baluardi del DVD
Ripping: ArCcos, Puppetlock, Alpha-DVD, RipGuard e via dicendo. L'utente inesperto incappa in un
senso di frustrazione derivato dall'incapacità di procedere alla copia su hard disk e spesso desiste. Chi,
armandosi di pazienza e dei giusti software, riesce a completare con successo il trasferimento del
disco sul proprio drive, deve poi quasi sempre ricorrere ad altri software per eliminare con successo gli
ultimi residui del DRM (riscrittura degli .Ifo, rimozione delle celle morte, aggiornamento dei puntatori e
dei PGC). Sono operazioni basilari se si vuole procedere con successo alla masterizzazione su DVD,
ad esempio, con il classico DVDShrink. Non sempre gli All-In-One riescono a gestire ottimamente l'intero processo e ciò significa che alcuni passaggi andrebbero eseguiti manualmente con un apposito
parco software. Parlando nello specifico di conversioni DVD/DivX, emergono altri inconvenienti: primo
tra tutti la desincronizzazione audio-video, da correggere "a naso" e con alcune limitazioni per quanto
riguarda la riproduzione sugli ormai diffusi players Stand-Alone. Tutto ciò mi spinge a rispondere "sì".
Penso che l'introduzione di DRM sempre più complicati e difficili da superare possano effettivamente
incidere sulla pazienza, sulla voglia e in particolar modo sulla capacità di coloro che rippano film e CD:
nel contempo, però, sono convinto che gli sviluppatori delle applicazioni ausiliarie al "DRM ripping"
saranno sempre pronti a raccogliere la sfida delle majors. La cosa più importante è che qualcuno continui a fornire gli attrezzi adatti: solo a quel punto gli operai sono in grado di fare il loro lavoro.
LGDP: I DRM sono in continua evoluzione e anche il nuovo ****** per i brani musicali presi da iTunes è
stato superato, pare quindi essere una corsa tra chi progetta i sistemi di sicurezza e chi li cracka e li
bypassa, è una corsa che chi fa le copie dei film da diffondere in rete può sostenere? Ed è una corsa
che può avere fine?
Riprendo quanto detto in conclusione nella risposta precedente. Un acquirente di un DVD o di un CD,
fintantoché non ne distribuisce i contenuti in ntework pubblici, non viola alcuna legge in fatto di gestione dei diritti digitali. Dovrebbe essere libero di copiare il contenuto del suo DVD o CD su disco rigido e,
nell'ambito della sfera personale, farci ciò che vuole (editing, remixing etc.). A conferma di ciò basti
pensare alla Alcohol Software, alla SlySoft Inc. (AnyDVD, CloneCD, CloneDVD) o alla Fengtao
Software Inc. (i prodotti di DVDIdle.com): siti commerciali ove è possibile scaricare shareware o acquistare una copia completamente funzionante, con licenza annessa, di software che servono a escludere
i meccanismi anticopia più recenti. Che lo si faccia per gloria, per ideale o per denaro non ha importanza: l'importante è che questi programmatori continuino a sfornare nuove versioni dei propri software
aggiornate per combattere l'ennesima implementazione DRM nei vari campi di applicazione (video,
audio, programmi, giochi). I cosiddetti "pirati informatici" hanno i mezzi per sostenere questa corsa e
arrivare al traguardo giusto qualche secondo dopo coloro che progettano questi sistemi di sicurezza. Il
"Trusting Computing", di cui ormai tutti abbiamo sentito parlare, potrebbe decretare la fine di questa
corsa. Io incrocio le dita: devo dire che ci credo poco. E' una prospettiva talmente assurda da non sembrarmi fattibile. www.no1984.org tratta l'argomento in maniera più che esauriente.
LGDP: Alcuni DRM si sono rivelati particolarmente invasivi e dannosi per chi acquistava legalmente un
prodotto (basti pensare allo StarForce o al DRM della Sony), sul piano della sicurezza per il vostro PC
quali misure adottate? E siete veramente al sicuro?
Due casi scandalosi. Sia il "malicious software" contenuto nel Rootkit Sony BMG sia il driver nascosto
dello StarForce hanno dell'illegale. Combattere l'illegalità con l'illegalità non mi sembra il modo giusto di
procedere. Installare ed eseguire un software senza la consapevolezza ed il consenso dell'utente dà
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La gazzetta del Pirata
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l'idea della carenza di idee delle grandi multinazionali: se hanno deciso di passare alla forza bruta,
significa che sono alla frutta. Ho riscontrato personalmente dei problemi con StarForce su un gioco
regolarmente acquistato: dopo essermi documentato, non ho potuto fare altro che prenderne tristemente atto e fare quanto possibile per "epurare" il PC. Non mi sento al sicuro: questi sotterfugi sono troppo
insidiosi per essere costantemente monitorati ed evitati. Le misure di sicurezza consistono nel verificare il materiale con il quale si ha a che fare: natura, produttore, grado di pericolosità. Ora attendo il malware nei DVD Video: non c'è due senza tre.
LGDP: Chi mette in condivisione film e musica sui sistemi di file sharing non lo fa mai per lucro o per
un guadagno personale, però i DRM possono provocare danni seri ai PC. Come vi spiegate questa
anomalia che vi porta non solo a rischiare per un "reato", ma allo stesso tempo vi fa rischiare di veder
danneggiati i vostri PC e il loro contenuto?
Potrei dire, semplicisticamente, che mi sembra la cosa giusta da fare. E' una filosofia che comprende
vari aspetti: l'essere contrario al sistema dei DRM, i quali rischiano di colpire indiscriminatamente "pirati" e non, o la disapprovazione verso i prezzi troppo elevati di CD e DVD, considerando il fatto che non
tutti sono disposti a (o hanno la possibilità di) pagare venti euro per un film o sessanta euro (!) per un
videogame. Il guadagno personale del "pirata", al limite, si può quantificare in termini di gratificazione
personale: fai una cosa che ti piace e la condividi con gli altri, che a loro volta la apprezzano e ti sono
grati. Diventa un circolo di scambio, un Do Ut Des dove il fine di lucro viene circoscritto unicamente
alla cifra che l'utente non spende per acquistare quel determinato prodotto. In questo non ci vedo niente di sbagliato. Senza contare che spesso l'usufruire della copia "pirata" funge da trampolino di lancio
verso l'acquisto dell'originale: tutto dipende dal gradimento riscontrato in quel gioco, in quel film, in quel
CD. "L'originale" piace a tutti, me compreso. Si tratterebbe di conciliare la pirateria con il marketing: a
questo proposito ricordo una frase molto carina letta in firma su un certo forum. Certo, si rischia sull'uno e sull'altro versante: legalità e integrità della propria macchina. Fortunatamente è un rischio che
molti sono pronti a correre - forse un po' incoscientemente, alle volte addirittura con malcelata spavalderia - per sostenere qualcosa in cui si crede e dalla quale, innegabilmente, si trae un certo profitto.
DRM – L’INFORMATICA SENZA INFORMAZIONE
Negli ultimi quarant’anni la rete è passata da avere qualche decina di utenti (per lo più i ricercatori che
si impegnavano nel suo sviluppo) a circa un miliardo di utenti in tutto il mondo.
Ogni giorno vengono venduti migliaia di nuovi computer e di nuovi hardware (dai televisori ai decoder,
dai lettori DVD alle autoradio). Ogni giorno vengono stipulati migliaia di nuovi contratti di connessione
ad Internet da parte dei gestori di telefonia di tutto il mondo. Ogni giorno ci sono innovazioni tecnologiche atte a potenziare e perfezionare i nostri computer, cellulari, TV ecc. ecc. Ma di pari passo, ogni
giorno, vengono realizzati nuovi “sistemi di protezione” sempre più invasivi, sempre più limitativi, sempre più restrittivi e chi si ritrova ad avere a che fare con tali sistemi di sicurezza è sempre più controllato ed è sempre meno padrone di ciò che compra. Di tutto questo al di fuori di Internet non vi è alcuna
traccia di informazione.
Il digitale rappresenta il mercato di oggi ed il mercato di domani, ma senza un’adeguata informazione
non ci sarà mai un vero mercato libero, così come libero dovrebbe essere il consumatore nella sua
scelta di poter decidere cosa sia meglio acquistare, cosa sia più adatto alle proprie esigenze.
I DRM e il Trusted Computing rappresentano un paradosso, un pericoloso paradosso, un paradosso
nel quale chi compra non è padrone di ciò che ha acquistato, dove i diritti di poche multinazionali
schiacciano i diritti di tutti per una libera circolazione di idee e di cultura.
L’informazione su tutto questo non esiste e se non si farà informazione allora un giorno, senza nemmeno rendercene conto, senza capire come sia potuto succedere, ci ritroveremo ad utilizzare prodotti che
decideranno per noi cosa possiamo e non possiamo fare e ci ritroveremo immersi in una specie di
tirannia tecnologica; in un mondo dove tutto sarà controllato dai computer non si potrà fare altro che
accettare un sistema imposto silenziosamente.
La gazzetta del Pirata
Le nostre navi
L e m o r t i a p pa r e n t i
Come nel mondo reale spesso siamo testimoni di incidenti gravi che possono portare alla morte. Nell'arco
della storia del p2p abbiamo assistito ad alcuni programmi che sono deceduti: Napster ed AudioGalaxy ne
sono un esempio. Purtroppo spesso accade l'inevitabile, ma possiamo assistere a dei sussulti, possiamo
vedere gli ultimi spasimi... Questi non durano in eterno, ma almeno ci provano.
Ultimamente, invece, abbiamo potuto notare che nonostante i vari colpi inferti dalle major, due tra i più
importanti software di p2p non sono deceduti. La loro è stata solo una morte apparente, annunciata con
squilli di trombe dai nemici. Pura propaganda di guerra. Questo tipo di notizie sono molto pericolose perché si basano su fatti realmente accaduti e a prima vista possono sembrare morti vere, anche agli "addetti
ai lavori". Prendiamo in esempio i casi di WinMx ed eDonkey. Entrambi i sistemi, closed source, sono
stati "abbandonati" dai propri sviluppatori. Per WinMx inoltre il supporto della casa madre FrontCode era
molto importante per la gestione della rete proprietaria che utilizzava. Per eDonkey, l'abbandono di
MetaMachine, invece, non ha comportato almeno per adesso problemi alle due reti utilizzate.
Riporto qui le testimonianze di due amici che utilizzano ancora, nonostante siano stati spacciati per morti,
questi due software. Kajimiro per quanto riguarda WinMx e Roikin per quanto riguarda eDonkey
QUOTE (Kajimiro)
A differenza di quanto si possa credere, WinMx è ancora vivo e vegeto. Vero, non abbiamo più una versione ufficiale da diverso tempo, e utilizziamo sempre la vecchia, ma come si dice nel calcio "squadra
vincente non si cambia". Capisco che molti utenti che utilizzano p2p come emule, bit torrent o shareaza, siano di tutt'altro parere, perché le innovazioni sono ferme, ma fino a quando funziona e la comunità segue il progetto penso che possiamo sfruttare questa tecnologia. Tanto per cominciare è possibile
utilizzare solo il supporto ai server OpenNap, come molti, moltissimi già fanno e facevano, e poi nonostante la morte (questa non apparente) di FrontCode è possibile utilizzare delle patch create da gruppi
di programmatori simpatizzanti di WinMx, che ci permettono di utilizzarlo in tutte le sue funzionalità.
Penso che la risposta migliore alla major sia stata questa: dateci pure per morti ed inventatevi un funerale, ma noi siamo comunque in tanti e WinMx funziona alla grande. Certo, forse non va più "di moda"
come anni fa, molti hanno preferito migrare verso altri lidi... Ma non tutti ed anzi abbiamo anche una
bella utenza nuova e fresca. Il gruppo è forte e WinMx per adesso continua a vivere sulle sue gambe,
certo, un po' acciaccato, ma è sempre lì che sorride.
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La gazzetta del Pirata
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Le
QUOTE (roikin)
Ci siamo già passati da tempo e niente ci stupisce. E' vero, i MetaMachine si sono "venduti"
ma non credo potessero avere altre alternative. eDonkey funziona ancora nonostante il terrorismo psicologico che si legge su alcuni forum e sui proclami della RIAA. Le ultime versioni non
vanno? Beh non importa, basta usare la 1.4.3
Anche la nostra comunità è forte ed unita, e lo è adesso come lo è stata in passata. Continuo
a pensare che eDonkey sia il miglior software attualmente in circolazione e fino a quando non
sarà superato dagli altri, non vedo il motivo per non usarlo. Al grido di "eDonkey è morto! Viva
eDonkey" stiamo andando avanti e tutto va a gonfie vele. E' vero è closed source ed è stato
abbandonato, ma in cuor mio non escludo la formazione di gruppi di programmatori, che possano gestire o migliorare parti del programma a noi essenziali.
E ne esistono a migliaia di utenti come Kajimiro e Roikin che non si son dati per vinti. Io stesso, sono
dell'idea che sia meglio orientarsi verso nuove sponde in casi come questi... ma a guardare bene si tratta
di tutto tranne che di carcasse. Infatti nel p2p non è il programma singolo che determina la vita o la
morte, ma sono gli utenti, e quando li vediamo così ben organizzati... Beh diciamo che è inutile sparare a
salve: se volete uccidere un software p2p, accertatevi che non possa rialzarsi.
A cura di Old Glory
La gazzetta del Pirata
Messaggi in bottiglia
I n t e r v i s ta a P i r a ta pa r t i e t . i t
Abbiamo scoperto che il gruppo che ha dato origine al Piratpartiet italiano si sta evolvendo ed
intende uscire dal web per portare finalmente il problema del P2P e del diritto d'autore in
Parlamento. Per tanto abbiamo chiesto maggiori informazioni ad uno dei soci, Athos Gualazzi, e
organizzato l'intervista che segue:
- Athos vorrebbe chiarire alcune cose:
Parliamo del Piratpartiet.it (movimento) italiano, del partito svedese o del Partito-Pirata italiano? Ti posso fornire un piccolo scoop: è in
linea http://www.partito-pirata.it/ il sito di supporto all'associazione che stiamo perfezionando e che in un futuro potrà essere un partito
vero e proprio che si confronterà nella vita
quotidiana non solo sul web.
Nel Partito-Pirata Italiano siamo, al momento,
pochi iscritti, giusto quelli che servono per istituzionalizzare l'associazione, mentre nel
Piratpatiet.it siamo in parecchi (nel Piratpartiet
svedese sono diverse migliaia e il numero
complessivo degli iscritti al Partito Pirata
Transnazionale a livello mondiale e' veramente elevato).
Più o meno, tutti c'ispiriamo naturalmente al
modello svedese che è partito per primo
all'inizio dell'anno mentre noi li abbiamo
seguiti ai primi di marzo.
1) Il partito del Pirata in Italia nasce sulla
scia del partito del pirata svedese, ma
quali sono le differenze e le similitudini
che legano/dividono queste due realtà.
Ciò che ci unisce è la battaglia per modificare
le leggi e gli accordi internazionali sul diritto
d'autore, il copyright e la tutela della privacy
(che sarebbe bene chiamare col suo nome
italiano: intimità); la differenza sostanziale tra i
due paesi e' nella diversa diffusione della cultura informatica: in Svezia i problemi coi quali
ci confrontiamo sono sicuramente più sentiti e
avversati dall'opinione pubblica piuttosto che
da noi.
2) Quali sono pionieristicamente gli scopi
e gli intenti di questo partito a livello
nazionale ed in chiave visiva europea?
A livello nazionale dovremo fare molto lavoro
di sensibilizzazione e conoscenza, sia a livello
"mediatico", sia con azioni locali, possibilmente con l'aiuto dei Lugs (Linux User Group).
Sensibilizzando anche le p.a. (pubbliche
amministrazioni), le p.m.i. (piccole medie
imprese) e collaborando con i legislatori per
far emergere le nostre istanze; a livello europeo invece confidiamo nella transnazionalità
del fenomeno "partiti pirata" e sicuramente
faremo la nostra parte.
3) Com'è organizzato e strutturato il partito
del pirata, su quali appoggi può contare e
in quali modi si intende portare a conoscenza dell'utenza il proprio programma?
In Italia siamo nati in seguito alla esigenza da
molti avvertita in no1984.org di "andare oltre il
web": di sviluppare un dibattito meno tecnico,
più comprensibile per chi non è un appassionato o un professionista dell'informatica.
Cercheremo di indire conferenze stampa,
convegni e dibattiti per sensibilizzare anche
chi ignora che questi campi sono oggi regolamentati da leggi antiquate che non tenendo
conto delle nuove tecnologie sono obsolete e
quindi ingiuste e non più condivise dai cittadini.
4) Intraprendere una strada politica al fine
di modificare l'attuale legge italiana sul
diritto d'autore non è facile, come pensate
di riuscire a convincere e vincere?
Contiamo sul fatto che non propendiamo per
nessuna forza politica attualmente in campo: i
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La gazzetta del Pirata
nostri obiettivi, una volta palesati, dovrebbero
essere sentiti e condivisi da tutti coloro che
ritengono un diritto dell'uomo avere libero
accesso alla cultura e tutelata la propria intimità, usiamo il termine "intimità" proprio perché dopo l' 11 settembre ci sentiamo spiati
persino lì dove normalmente con quel termine
ci riferiamo.
5) In caso di eventuale vittoria, quindi
modifica della legge Urbani, come vi proporreste in un eventuale confronto che
sicuramente ne scaturirebbe con le major?
Le major prima o poi dovranno adottare
nuove strategie di mercato, dovranno prendere in considerazione che la rete è e deve
rimanere libera e quindi adottare altre politiche di business che non siano penalizzanti
per l'utente come quelle finora proposte.
6) Attualmente cosa proponete per chi utilizza il p2p, come gestite la rete privata
anonima che avete creato?
Intanto la completa rivisitazione se non abrogazione della legge Urbani; chiediamo che sia
depenalizzato il "reato" di violazione del copyright da penale a civile (poiché in fondo si
tratta di una mera violazione contrattuale); poi
insistiamo molto sulla diversificazione fra l'uso
"personale" e quello "commerciale" o di
"lucro": e' illogico, inutile, dispendioso se non
addirittura immorale condannare pesantemente un ragazzino che si è scaricato "piratescamente" un mp3. La legge Urbani va quindi
profondamente modificata se non cancellata.
Per quanto riguarda il servizio offerto dalla
ditta Relakks in termini tecnici la rete è denominata "darknet. Il servizio permette di usare
un indirizzo non rintracciabile nella rete darknet quindi gli utenti non possono essere
identificati personalmente.
7) Provider TLC, spesso non efficienti e
DRM che stanno prendendo sempre più
piede, due scogli contro cui dovrete scontrarvi sicuramente, qual è il vostro pensiero al riguardo?
Il Partito dei Pirati intende ottenere il ricono-
scimento legale del diritto del cittadino ad
ottenere una fornitura di Beni e Servizi che
sia caratterizzata dalla massima lealtà nei
suoi confronti da parte del Fornitore.
Il Diritto ad una Fornitura Leale viene violato
ogni volta che vengono imposti dei limiti arbitrari al Bene od al Servizio che viene fornito.
Consideriamo casi eclatanti di violazione di
questo diritto le limitazioni sul traffico Internet
imposte dai fornitori di accesso ("Traffic
Shaping" e "Filtering") e le limitazioni imposte
al funzionamento dei PC da parte dei produttori grazie a molte tecnologie di tipo DRM
(Digital Rights Management) e di tipo Trusted
Computing. Consideriamo assolutamente
inaccettabili le limitazioni d'uso imposte ai
sistemi per pure ragioni di marketing, come la
limitazione d'uso a sola Game Console della
XboX di Microsoft (che, di fatto, è un vero
PC). Consideriamo assolutamente inaccettabili le limitazioni d'uso imposte ai sistemi per
pure ragioni di strategia aziendale, come l'uso
di formati proprietari che limitano la possibilità
di interazione con sistemi equivalenti prodotti
dalla concorrenza e come l'assenza delle
opportune funzioni di import/export necessarie
a scambiare dati con sistemi equivalenti prodotti dalla concorrenza.
La fornitura di un Bene o di un Servizio deve
essere improntata alla sua massima utilizzabilità sul mercato ed alla sua massima versatilità d'impiego.
8) Quanti consensi ed iscrizioni avete ricevuto finora da parte degli utenti del P2P e
quali sono i risultati ottenuti?
Diciamo che per il momento non ci siamo
interessati molto specificatamente degli utenti
del P2P, ma abbiamo approfondito le tematiche del settore dal punto di vista legale e dei
diritti. Diciamo subito che utilizzare il file sharing in Italia è perfettamente legale fintanto
che non si condividono opere protette dal
copyright ed è quindi su questo che dobbiamo
muoverci.
Si attribuisce ad uno statista del
passato,Winston Churchill l'espressione per
cui <<se sotto un cartello di "vietato fumare"
un cittadino accende la pipa lo si multa, se
sotto lo stesso cartello i cittadini sono 10 li si
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La gazzetta del Pirata
invita a spegnere, se sono 100 a spostarsi,
ma se sono mille si sposta il cartello, questa è
la democrazia>>
9) Diverse idee ed iniziative si stanno svolgendo in questo periodo, cosa ne pensate
della Petizione Legalize P2P e dello scambio etico in generale?
Pensiamo che sia sicuramente il futuro e che
tutte le iniziative intraprese per i nostri obiettivi, al di là dei risultati raggiunti, aprono
comunque un dibattito costruttivo e portano la
gente a prendere consapevolezza del problema.
questo senso dovremo fungere da catalizzatore per tutte le istanze che vanno in quella
direzione. Diciamo che la cultura è la base
sulla quale si sviluppa la democrazia, una
delle migliori strutture sociali oggi conosciute
e sperimentate, da quella dipende la libertà e
il benessere collettivo e non va posposta ai
problemi quotidiani. Diciamo anche che è la
forma peggiore di governo, la dittatura, quella
che ti deruba della privacy o, come si dice in
lingua italiana, dell'intimità.
10) Una riflessione sulle vostre aspettative
ed un momento di riflessione per chi vi
legge:
Contiamo di raccogliere intorno a noi tutti
quelli che, nel web e fuori dal web, hanno a
cuore il diritto alla cultura e alla privacy, in
A cura di: Stegosauro
La gazzetta del Pirata
Messaggi in bottiglia
Il “peer to peer” da fenomeno di
costume a movimento politico?
Il “peer to peer” da fenomeno di costume a movimento politico?
Non c’è dubbio che l’argomento è costantemente d’attualità tra le pagine della Grande Rete.
Se ne scrive, se ne parla, in qualche caso se ne straparla; può essere avversato o apprezzato, ma è fuor di dubbio che è un tema che non lascia indifferenti i “web surfer”.
Adesso, però, sembra che una sorta di onda anomala sia in procinto di scuotere l’oceano
informatico.
Dalla Svezia è partita un’iniziativa che sta facendo clamore in tutto il mondo:
il Partito dei Pirati.
Cosa sia è presto detto: è un movimento, strutturatosi in partito politico che fa della libera condivisione e della lotta allo strapotere delle major una bandiera. Con nordico pragmatismo sono
già passati dalle parole ai fatti, quindi, oltre ad aver “raccolto le forze” per potersi presentare
alle prossime elezioni politiche, hanno anche lanciato un servizio per poter condividere e scaricare materiale coperto da copyright in assoluta sicurezza al modico prezzo di 50 euro l’anno.
“Dal punto di vista strettamente tecnico si tratta di una “darknet”, quindi si presenta come il
primo tentativo di darknet su larga scala in internet, promossa dal Piratpartiet e offerta dall'azienda hi-tech svedese Relakks,
Le darknet sono reti private che permettono di connettersi a internet in modo anonimo e alle
quali solitamente si accede previo invito. Gli utenti di una darknet lasciano labili tracce sul web
dalle quali è praticamente impossibile risalire ai loro dati personali (identità e luogo dal quale si
effettua la connessione)
Il servizio consente, infatti, agli abbonati di accedere a internet attraverso il filtro di un server
speciale, dove le comunicazioni sono protette da crittografia a 128 bit. In termini tecnici, è una
Vpn (Virtual private network). L'utente crea sul proprio sistema operativo una nuova connessione utilizzando i dati forniti da Relakks. Entra così nella darknet, che fa da anticamera e filtro
all'accesso a Internet. Una sorta di ingresso, nel quale vengono forniti dei travestimenti che
consentono di navigare in assoluto anonimato. Invece di andare in giro con il proprio indirizzo
Ip (un numero che identifica i computer su internet), l'utente andrà sul web con l'indirizzo fornito da Relakks. Non a volto scoperto, quindi, ma con una maschera. Tutte le comunicazioni
saranno così, in teoria, anonime. Non solo la navigazione web, ma anche l'uso di applicazioni
internet, come appunto il peer to peer.
Irrintracciabili, grazie alla darknet, sarebbe così possibile schivare le indagini che di solito
seguono le denunce di Hollywood e discografici, che da anni stanno facendo tremare il popolo
del peer to peer. La polizia, su denuncia dei detentori di diritto d'autore, spesso investiga tra i
server peer to peer utilizzati per condividere contenuti pirati. Scopre il registro (log) di tutte le
connessioni fatte a quei server, per risalire agli utenti che vi hanno partecipato. Ma se l'utente,
per accedervi, ha usato una darknet come filtro, alla polizia che indaga sulla sua connessione
resterà in mano soltanto una prova che non porta da nessuna parte: un indirizzo Ip di Relakks.
(fonte: Repubblica.it)
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La gazzetta del Pirata
È ovvio che un sistema simile costituirebbe, appunto, un evento epocale nel mondo del filesharing. Ma, come tutti gli accadimenti drammatici, porta con sé anche parecchi dubbi e molte
domande irrisolte. E’ senz’altro vero che la vigente normativa sul “diritto d’autore” è obsoleta e
costituisce un freno formidabile alla libera circolazione delle idee e della cultura. Ma è altrettanto vero che l’idea di una rete superprotetta e imperforabile è quantomeno inquietante… chi
garantisce che all’interno della darknet ci siano solo “adepti” del filesharing intenti a scambiarsi
file, illegali sì, ma del tutto innocui e non invece un gruppo di terroristi o, peggio ancora, una
rete di pedofili?!?
E’ vero che la rete deve essere libera, ma è anche vero che l’uomo ha dato moltissime volte
esempi aberranti di cosa è capace quando gode di troppa libertà. E l’idea di poter anche solo
lontanamente essere sospettati di trafficare materiale pedopornografico è talmente raccapricciante da essere intollerabile…
Pirati sì, per convinzione e scelta, ma offrire una sponda, sia pure involontaria e indiretta, a
quel liquame pseudo-umano, mai! Per nessun motivo!
Altra considerazione: il partito dei pirati svedese è davvero interessato alla libera circolazione
delle idee e al cambiamento delle leggi sul diritto d’autore o piuttosto sta “cavalcando la tigre”
degli eventi che hanno portato alla chiusura di piratebay per assicurarsi una base elettorale?
La mossa della rete darknet sembra fortemente demagogica.
A pensare male si fa peccato ma raramente si sbaglia, recita un adagio popolare…
Ma diamo per buono il tentativo degli svedesi… resta sul tappeto la questione circa l’effettiva
opportunità di un servizio che garantisca il completo anonimato. La speranza è che sia una
provocazione, che sia il sasso gettato nello stagno dell’attuale rapporto tra filesahring e diritto
d’autore per mostrare al mondo che l’idea di un pagamento forfettario per poter accedere a
servizio di p2p “regolare” non sia peregrina, ma possa essere la risposta definitiva all’annosa
diatriba.
In questa direzione sono stati fatti alcuni passi, anche da parte delle major, basti pensare al
servizio iTunes che consente il DL di brani dietro pagamento. Certamente è un servizio “parziale”, utilizzabile solamente dai possessori dei famosi iPod, ma è comunque un passo avanti.
Non è difficile ipotizzare che, creando una “rete” di p2p a cui si accede dietro pagamento, ma
che abbia le stesse prerogative dell’attuale sistema illegale (varietà pressoché infinita di materiale, possibilità di fruire più e più volte del prodotto scaricato, interazione tra utenti etc. etc.) si
avrebbe una risposta sicuramente entusiasmante. Paradossalmente si potrebbe incassare di
più di quanto attualmente si sia disposti a spendere per ottenere il prodotto attraverso i canali
consueti.
A sostegno di questa linea di pensiero si può prendere in considerazione il sistema operativo
(da ora in avanti indicato con SO) GNU/Linux e tutte le sue molteplici incarnazioni.
Come saprete senz’altro, GNU/Linux non è affatto gratuito in assoluto. Può essere acquistato
oppure scaricato liberamente a seconda della distribuzione presa in esame. La differenza sta
negli “extra” e nella mole di lavoro che c’è alle spalle di quest’ultimi; chi compra il SO ottiene il
supporto fisico, il manuale, l’assistenza diretta e cosi via, mentre chi si avvale delle versioni
reperibili in rete si deve “accontentare” del solo SO, affidandosi a chi lo ha elaborato per quanto riguarda affidabilità, compatibilità, troubleshooting e quant’altro.
A esempio perfetto di questa situazione possiamo tranquillamente pensare alla Red Hat Inc. la
società americana produttrice di Red Hat Linux.
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Fino al 2003 esistevano due varianti della distribuzione, Red Hat Linux e Red Hat Enterprise.
La versione Red Hat linux era mirata ad un utilizzo in ambito desktop e non commerciale.
Essa era liberamente scaricabile ed e' giunta fino alla versione 9.
Red Hat Enterprise era ed è concepita per gestire server di produzione in ambiti aziendali,
essa ha vari costi di licenza in base al numero di utenti e numero di CPU esattamente come i
sistemi competitor quali ad esempio: Sun Solaris, HP-UX, Windows Server. L'attuale versione
e' la 4 che ha anche una versione Desktop pensata per utenti aziendali.
Con la decisione di affidare alla community Fedora lo sviluppo della versione desktop Red Hat
si e' concentrata prevalentemente su caratterstiche "Enterprise" ovvero per ambiti commerciali
e aziendali, ereditando lo sviluppo fatto dalla community Fedora della parte desktop ma non
solo.
Ed è stata la prima società fornitrice di soluzioni Open Source ad essere quotata alla borsa dei
titoli tecnologici di Wall Street, il NASDAQ. Il che rende evidente il fatto che la libera distribuzione di un prodotto non sia affatto l’anticamera del fallimento, ma un'opportunità che sfruttata
a dovere produce utili anche considerevoli.
Allora, rifacendosi ai principi del Software così detto libero, non è possibile differenziare le produzioni anche per altri sw o per altre creazioni dell’ingegno?!?
Una produzione “semplice” destinata alla distribuzione tramite filesharing, e un'altra, più “raffinata” destinata alla vendita. Il ricavato derivante dalla distribuzione tramite p2p sarebbe garantito, appunto, dal canone forfetario versato dagli utenti per fruire del servizio p2p.
Un cd musicale ha una sua valenza intrinseca, fisica, che va oltre la musica stessa. Un fan
devoto di un gruppo sarà comunque disposto ad acquistare l’oggetto, perché magari contiene i
testi, le foto, degli extra particolari che lo rendono in assoluto appetibile anche potendo scaricare a un costo decisamente inferiore i pezzi musicali.
Stesso discorso per i DVD; un appassionato di cinema sarà sempre orientato all’acquisto del
prodotto originale: più tracce audio, sottotitoli in più lingue e/o col commento di autori e attori,
extras, una qualità comunque globalmente superiore ai prodotti “artigianali” spingono il collezionista a volere comunque il prodotto originale.
Ma l’effetto globalmente positivo si avrebbe dal fatto che, tramite il “canone” pagato per fruire
del servizio p2p, tutti i partecipanti darebbero un “contributo”, che sarebbe diretto anche a chi
produce materiale che non è interessante per l’utente.
Personalmente un cd di Tiziano Ferro non lo prenderei nemmeno se lo trovassi in terra, ma se
la sua casa discografica aderisse a un progetto simile finirebbe per incassare anche parte dei
soldi del nostro abbonamento.
In più, c’è da valutare il fatto che non molti di noi sono soliti spendere 50 euro al mese per giochi, film o musica; con un canone lo si farebbe comunque in base al principio che “quando mi
serve qualcosa tiro giù e via”
In conclusione, speriamo che l’idea della darknet sia solo una provocazione che ottenga l’effetto di smuovere le acque e di far vedere alle major che forse un accordo sarebbe più utile di un
giro di vite.
A cura di: Rat Man
La gazzetta del Pirata
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riparare casini ma anche sempre pronto a farne "
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