la famille bou

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la famille bou
Press cuttings
« Un mélange pop qui fait merveille et nous tient en haleine tout au long de l’écoute. »
Trax Magazine
« Un premier album sensible et rafraîchissant […]. Les Frenchies peuvent trembler, la "Swiss
touch" arrive. »
LA FAMILLE BOU
Open doors
Elle Magazine
« Ce premier opus est une véritable perle pop-électro comme on les adore [...]. La Famille Bou
er
est sans conteste notre 1 coup de coeur 2005. »
Em@le Magazine
Contacts
Management: Les Éditions familiales - [email protected] - +33 6 11 07 24 26
Publishing: Les Éditions familiales - [email protected] - +41 76 344 38 51
Distribution: France - Night & Day - [email protected] - +33 1 49 17 88 50
Switzerland - Disques office - [email protected] - +41 26 425 85 50
www.famillebou.com
Haute couture pop in diretta dalla svizzera..
..1o album, uscita il 8 marzo 2005.
..1o single, « Plus je te vois », estratto dall' album
La Famille Bou
Aldilà dei monti del Jura, in riva al lago e in faccia alle Alpi, esiste un paese sereno dove ci si
prende il tempo di fare le cose e dove il termine “carriera” non è per forza una parola chiave per
il successo. E lì che un gruppo con un nome buffo e bizzarro nasce e cresce. In questo "p'tit
bout de famille", dove le parole d'ordine sono amicizia e semplicità, si rivendica prima di tutto
una passione per la musica. Qualunque cosa accada tale integrità umana e artistica è
preservata, in quanto vitale per il cammino creativo di questi quattro amici.
La Famille Bou coltiva un giardino musicale vario e luminoso dove si percepisce spontaneità e
creatività ereditate dagli anni della new wave e della pop elettronica europea. Programmazione
e macchinari elettronici sono ovviamente partecipi ma si sposano a sonorità acustiche di una
formula strumentale rara. Questa, a sua volta, si integra a una voce pura, ad un violoncello
inventivo e ad un basso che sa di antico buon legno. Tutto ciò dà una lega raffinata di "Haute
couture poppy” e canzoni stilose, irradiate da una filosofia positiva che si pone agli antipodi dei
garbugli intellettuali. Garbugli troppo spesso oscuri di un trip-hop che sempre più si morde la
coda.
« Open doors », il primo album di questo gruppo di amici d'infanzia, è stato registrato
nell'estate 2002 nello studio del Flon a Losanna. Successivamente, come se volessero sfidare
le "sacro sante" leggi del marketing, i Bou hanno fatto le cose un po’ a modo loro. Il loro
debutto in pubblico è stato partecipando alla trasmissione tv « Hit machine » e molti brani di
questo album hanno avuto gli onori di Couleur 3, una radio di tendenza della Svizzera
francofona. Il gruppo si è così distinto durante un concerto a Zurigo che il brano« Anodin » è
stato inserito in una compilation distribuita dai negozi "Diesel", da Barcellona ad Amsterdam
passando per Berlino. Risultato: molti contatti con i media e concerti nella regione del Léman e
di Ginevra. La Famille Bou è profeta nel suo paese ma quasi sconosciuta altrove.
Ora hanno deciso di mirare alla Francia. Un debutto in terra francese intensamente riflettuto
visto che l'album è stato rilavorato e nuovamente registrato. Già dalle prime note di « Dreams »
si rimane colpiti da un suono pulito e raffinato. Ritmi cesellati e voce fruttata, eccoci davanti ad
una nuova opera. Questi piccoli gioielli della pop-electro si susseguono senza assomigliarsi :
« Anodin » un po’ più alternativo, « You or Me » molto scherzoso, « Pilot » e il suo profumo di
protest-song moderno (infatti, la canzone rimprovera l’uso delle mine anti-uomo), « Une année
sans femme » e il suo groove incisivo, « Cassis » e quel elettronico turbinio vocale che rimane
in testa e non vi lascia più. C'è anche la ballade « I don't know u » con il suo quieto clima, il
lento « Prayer for the Past » e « Wide Effect », un incursione sul territorio post new wave con il
suo basso pensante, come rallentato. In più, due nuovi titoli sono stati aggiunti, due riletture
appassionanti che allargano lo spettro musicale del gruppo. Il primo, « If I Could » è una ripresa
di un brano del pianista Laurent de Wilde, composto con la cantante Malia. I Bou l'hanno
trasformato iniettandoli una eleganza sottile e fluida come l'etere... Il secondo, « Plus je te
vois » è un arrangiamento di « The More I See You » dove un vero intenditore di musica saprà
distinguere in sottofondo un omaggio a Chet Baker, il più emozionante dei poeti jazz. Pascal
Ohsé, il trombettista di St Germain è stato convocato per l'occasione. Come sorto da un altro
tempo, questo brano possiede un delizioso stile rétro con una voce e una tromba in sordina
che sembrano uscire dal padiglione di un vecchio grammofono...
Basato su un'arte della melodia e una perfetta simbiosi tra tutti i musicisti, irrigato da una
freschezza e una grande sobrietà, "Open doors" con i suoi 45 minuti poppy, contiene i più i
grandi successi in voga. Se è necessario cercare referenze, andremo ad attingere dai primi
Depeche Mode (efficacia) a Saint Etienne (gli svolazzi romantici), da Telex (una certa arte del
originalità), a Pet Shop Boys (la ricerca delle perfezione).
Un piede nella loro "Famiglia" e l'altro nella "vera" vita, ogni membro del gruppo svolge più
attività. Il bassista Jérome Devolz è insegnante in un collegio ed amministratore per la
pianificazione di concerti. Claire Chappuis combina canto e gestione editoriale. Laura
Vinckenbosch perfeziona il suo violoncello studiando, nel frattempo, matematica al politecnico
di Losanna. Quanto all'uomo delle tastiere, Marc Emery, la sua formazione al pianoforte
classico l'ha portato naturalmente all’elettronico. E dopo un anno d'esperienza in una grande
casa discografica di Parigi, è stato nominato all’unanimità il manager del “combo”.
Da Yello a Stephen Eicher passando per Jérémy Kisling, i nostre vicini elvetici hanno già
regalato al rock e alla canzone un bel po’ di sorprese. E se La Famille Bou fosse il prossimo
regalo per il pianeta pop ?
Pascal Bussy
Traduzione italiana : Sabine Cacciatore