DUE ANNI DI RICERCHE Morfasso rivive in un libro storico
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DUE ANNI DI RICERCHE Morfasso rivive in un libro storico
Valdarda 28 LIBERTÀ Giovedì 22 luglio 2010 500 foto tra fine ‘800 e anni ‘70 Ventidue capitoli e cinque ricerche, ricordi personali e biografie di personaggi illustri DUE ANNI DI RICERCHE “QUANDO SI RACCOGLIEVANO I DENTI DI LEONE” A sinistra,Parigi Anni ‘10,la seconda persona da sinistra è Giovanna Cavaciuti dei Rusteghini,sopra il rifugio sul monte Morìa a destra il parco di Santa Franca Immagini e memorie Ricordi del secolo lungo Morfasso rivive in un libro storico-fotografico di Saccomani di LUCIO BERTOLI ■ Verrà presentato sabato 24 luglio alle ore 21 a Morfasso in piazza Inzani (in caso di maltempo l’iniziativa si sposterà nella chiesa parrocchiale) il libro storico - fotografico dal titolo “Quando si raccoglievano i denti di leone”, edito dalla Pro loco di Morfasso e il cui autore è il nostro collaboratore Gianluca Saccomani. Il programma della serata prevede il saluto del presidente della Pro loco, Alessandro Negri, la presentazione del volume da parte dell’autore e gli interventi del professor Gianfranco Scognamiglio, che ha curato l’introduzione al libro, e del direttore di Libertà Gaetano Rizzuto. Il volume è il frutto di un paziente lavoro di ricerca durato due anni e mezzo, un lavoro che ha portato l’autore a raccogliere e dare alle stampe oltre 500 fotografie scattate tra la fine dell’800 e il 1970 nel capoluogo ma anche in ogni frazione del Comune, «in modo da salvare e non interrompere così quel filo della storia morfassina che c’è in ognuna di esse». Ma il volume, che si compone di 22 capitoli ben distinti, racchiude anche 5 ricerche storiche (tre delle quali inedite) e quattro ricordi personali che l’autore ha dedicato ad altrettanti personaggi illustri che hanno onorato (e onorano) il territorio morfassino. La fotografia ha la straordinaria capacità di riportare fedelmente dettagli e informazioni ma soprattutto di conservare atmosfere ed emozioni. Infatti il titolo “Quando si raccoglievano i denti di leone”, tratto da alcune immagini che immortalano i bambini morfassini proprio mentre mietono il fiore giallo di tarassaco, venduto poi «per un soldino al chilo» a chi li raccattava per conto degli erboristi, rievoca un’epoca - quella tra le due Guerre - ricordata ancora oggi dalle persone di una certa età per la grande miseria che accomunava tutti ma anche «perché ci si voleva più bene». «Nell’essenza dei petali era racchiuso molto più di un soldi- no da guadagnare - dice Gianlu- re comunali, vecchi articoli di ca Saccomani -: in essa c’era la Libertà e racconti tramandati osemplicità, il “tutto” che noi og- ralmente. Se nel libro delle cengi talvolta disconosciamo d’ave- tinaia di persone fotografate 50, re perché non ci sappiamo più 60, 70, 80 hanno un nome, queaccontentare di averlo già». sto lo si deve allo straordinario Il libro inizia con due capitoli lavoro di riconoscimento svolto fotografici dedicati alla raccolta da diverse “memorie storiche” dei denti di leone e alle cartoline del paese, alle quali l’autore ha postali di Morfasso, per poi pro- chiesto di tornare indietro nel seguire con una tempo per ricocorposa sezione noscere volti adedicata alle SERATA - EVENTO mici con gli ocscolaresche di La presentazione chi di quando Morfasso, Rocerano bambini, chetta, Mona- si terrà sabato, ore 21 di ricordare dastero Val Tolla, in piazza Inzani te e particolari Teruzzi, Rusteutili a identifighini, Villa Cacare luoghi e avsali. venimenti lontani. Inoltre, acCaratteristica fondamentale canto ai nomi di tante persone di questo libro, però, è quella di riconosciute l’autore ha aggiunnon essersi limitato a fornire to, rigorosamente in dialetto, delle didascalie essenziali da ag- quella «ricchezza straordinaria» giungere ad ogni foto, ma di a- del soprannome delle famiglie ver dato un nome ai tanti bam- di appartenenza ma anche tanbini e alle persone immortalate ti vocaboli che identificano struallegando, ove è stato possibile, menti del lavoro contadino, tointeressanti cronistorie tratte da ponimi e particolari espressioni fotocopie di documenti, delibe- cadute nel dimenticatoio e rie- merse assieme alle foto. Tra i diversi capitoli che compongono le 368 pagine del libro non si può fare a meno di citare quello che riguarda la Civiltà montanara, con le 60 e più foto che immortalano, tra i tanti personaggi del variegato mondo contadino, il leggendario mulattiere Giuseppe Gregori, il “cavatore” di patate Marco Gregori, Alfonso Secchi con i suoi agnellini, il mulino del Sasso di Sperongia negli anni ’40 con il mugnaio Cirillo Salvoni, Pietro Inzani di Monastero Val Tolla (detto Piron d’Grigulon). Ma un posto di primo piano è riservato anche ai capitoli che trattano il fenomeno dell’emigrazione, la famiglia e le frazioni del Comune, dove abbondano inedite foto panoramiche, di gruppo e di singoli scattate nelle frazioni di Teruzzi, San Michele, Monastero (rarissime quelle scattate sul monte Morìa negli anni ’20), Sperongia, Villa Casali, Rusteghini, Pedina e altre frazioni ancora. Sopra la cartolina postale dei Casali di Morfasso,sotto Villa Casali sulle note della fisarmonica,Innocente Rosi è il fisarmonicista Valdarda LIBERTÀ Giovedì 22 luglio 2010 La civiltà montanara Spazio alle memorie della mugnaia, al mulattiere e al cavatore di patate 29 La vita politica e religiosa Arcipreti, sindaci e partigiani Il lazzaretto e i malati di colera I volti riconoscibili nelle fila dei “balilla”e delle “piccole italiane” Sotto le cognate Giovanna Salvoni e Caterina Antonioni infornano il pane; sopra la classe quarta elementare del ‘32 - ‘33,nella foto i nomi anche dei ragazzi del muretto:Eugenio Maffini e Mario Boeri.In alto la festa di Santa Filomena ■ Accanto ai capitoli fotografi- ci che documentano il folklore montanaro (dove emerge, tra le altre, una rarissima immagine di un Carnevale a Pedina dei primi anni ’30), la vita religiosa delle parrocchie morfassine (con immagini inedite di funzioni religiose scattate negli anni ’30 anche a Sperongia, San Michele, Olza di Morfasso), il periodo bellico e altri ancora, nel libro sono inserite delle sezioni corredate anche da interviste e ricordi personali che l’autore ha dedicato ad alcuni personaggi morfassini. A 20 anni dalla scomparsa non poteva mancare un ricordo dedicato a monsignor Riccardo Serena, indimenticato arciprete di Morfasso dal 1952 al 1989. Il capitolo è arricchito con alcune preziose notizie che risalgono a quando il sacerdote, parroco a Scopolo di Bedonia durante il periodo bellico, riuscì a salvare la vita a due partigiani feriti, ma anche di alcuni scritti dello stesso don Sere- I personaggi che fecero la storia E la strana guerra di secessione San Michele e Carignone chiesero di essere annesse a Gropparello na che, con abbondanza di particolari, raccontano l’inizio dei lavori per erigere la Cripta parrocchiale di Morfasso (1958). Uno spazio è stato riservato all’inarrivabile storico morfassino con la tonaca, don Pietro Prati, allo scalabriniano padre Mario Boeri e all’attuale parroco di San Michele Val Tolla, don Emilio Rigolli. Assieme al capitolo che riguarda il Lazzaretto, la storica struttura sorta alle porte di Morfasso nel 1913 per accogliere e curare e- ventuali malati di colera (tra le cui pagine è inserita la storia dell’edificio ma anche un sottocapitolo che documenta la posa del pino e della lapide dedicatoria in onore del fratello del Duce, Arnaldo Mussolini, avvenuta proprio nel piazzale situato di fronte all’edificio il 1 maggio 1932) e a quello riservato al mulino Sala di Prato Barbieri di Bettola, corredato dalla ricerca storica sull’impianto e dalle straordinarie memorie della mugnaia Giusep- pina (Pina) Bergonzi Sala, uno spazio particolare è stato destinato a tre ricerche storiche inedite. La prima riguarda Giovanni Basini, indimenticato sindaco di Morfasso dal 1960 al 1966. Grazie alle fotocopie di molti documenti, l’autore ha spiegato alcuni importanti successi conseguiti da Basini durante i suoi mandati da primo cittadino, primi tra tutti l’istituzione della scuola media, della banca e della pesa pubblica nel capoluogo, ma anche il ruolo giocato dal Comune per vedere finalmente realizzato l’acquedotto rurale di Monastero Valtolla (1964). Molto interessante sotto il profilo storico è la vicenda che riguarda i confini della frazione di San Michele, aggregata dal Comune di Lugagnano a quello di Morfasso col Regio Decreto del 7 marzo 1870. «All’atto dell’annessione - dice Saccomani - scoppiò una lite tra i due Comuni, perché Lugagnano riteneva che fossero stati compresi nei confini di San Michele dei terreni della frazione di Macinesso, mentre Morfasso, invece, riteneva giusta la linea di demarcazione stabilita». L’autore, dopo aver descritto capillarmente “l’incredibile guerra” che ha visto confrontarsi i due Comuni ben quattro anni, ha fatto anche un cenno al tentativo di “secessione” delle frazioni di San Michele e Carignone (Comune di Morfasso) e Velleia (Lugagnano), che nel 1921 chiesero di essere annesse al Comune di Gropparello. Il libro si conclude con un capitolo dedicato interamente all’oratorio di Santa Franca sul monte omonimo, composto da immagini, poesie, canti e, soprattutto, dalla storia di una fede popolare che affonda le radici nei secoli passati e culmina con la costruzione del nuovo tempio, realizzato tra il 1882 e il 1883. Il libro verrà messo in vendita e il ricavato servirà per finanziare le molteplici attività della Pro loco. L. B.