N. 45 - Parrocchia San Pio

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N. 45 - Parrocchia San Pio
IMPEGNI DELLA SETTIMANA...
LUNEDI’ 30
MARTEDÌ 31
Ore 18.00 S. Messa
VIVERE INSIEME
FOGLIO SETTIMANALE DELLA
Parrocchia San Pio da Pietrelcina - Mesagne (Br)
www.sanpiomesagne.it
[email protected]
Fam. Attanasio
Ore 18.30 S. Messa
Ore 00.00 Veglia di preghiera di fine anno
SOLENNITA’ DI MARIA MADRE DI DIO
Fam. Dellegrottaglie
MERCOLEDÌ 01 Ore 10.00 S. Messa
Ore 11.15 S. Messa
Fam.
Ore 18.30 S. Messa
Fam. Nestola
GIOVEDÌ 02
Ore 18.00 S. Messa
VENERDÌ 03
Ore 17.00 Adorazione Eucaristica animata dall’AdP
Ore 18.00 S. Messa
Fam.
SABATO 04
Ore 18.30 S. Messa
Fam. Di Dio
DOMENICA 05
Ore 10.00 S. Messa
Ore 11.15 S. Messa
Ore 18.30 S. Messa
Fam.
Fam. Spinelli
Fam. Belfiore
Fam. Acquaviva
Il catechismo riprenderà
martedì 07 Gennaio 2014
BUONA DOMENICA
SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE
29 DICEMBRE 2013
Dal Vangelo secondo Matteo
chiamato Nazareno».
I Magi erano appena partiti, quando un
angelo del Signore apparve in sogno a
Giuseppe e gli disse: «Àlzati,
prendi con te il bambino e
sua madre, fuggi in Egitto e
resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese
il bambino e sua madre e si
rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla
morte di Erode, perché si compisse ciò
che era stato detto dal Signore per mezzo
del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio
figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del
Signore apparve in sogno a Giuseppe in
Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il
bambino e sua madre e va’ nella terra
d’Israele; sono morti infatti quelli che
cercavano di uccidere il bambino». Egli si
alzò, prese il bambino e sua madre ed
entrò nella terra d’Israele. Ma, quando
venne a sapere che nella Giudea regnava
Archelao al posto di suo padre Erode,
ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in
sogno, si ritirò nella regione della Galilea
e andò ad abitare in una città chiamata
Nazareth, perché si compisse ciò che era
stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà
Riflessione…
a cura di Sara Villani
Contempliamo la Santa Famiglia e, nelle parole del
vangelo di questa festività,
consideriamo Gesù, Maria e
Giuseppe. Subito dopo
l’adorazione dei Magi, Matteo narra nel suo Vangelo la
fuga in Egitto, la strage degli
innocenti e il ritorno dall’Egitto: tre episodi collegati alla storia della Santa Famiglia
e presentati nel Vangelo come altrettanti
compimenti di profezie dell’Antico Testamento.
L’angelo del Signore è apparso in sogno a
Giuseppe e gli ha detto: “Alzati, prendi
con te il bambino e sua madre e fuggi in
Egitto, e resta là finché non ti avvertirò,
perché Erode sta cercando il bambino per
ucciderlo”.
Dio, colui che è il Salvatore, agisce in diversi modi.
Un tempo aveva salvato un altro Giuseppe, sempre in Egitto, facendo sì che sfuggisse ai suoi fratelli, uscisse dalla prigione
e avesse, infine, autorità e potere per
aiutare i suoi fratelli e l’intera famiglia di
Giacobbe, suo padre. Davvero Dio salva
in diversi modi. Questa volta salva la Santa Famiglia grazie all’aiuto di un altro
“giusto”: san Giuseppe, spinto ad obbedire alle parole dell’angelo proprio dalla
sua fiducia nel disegno divino e nel compimento della volontà celeste.
“Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in
Egitto”, proprio mentre Betlemme e i dintorni stavano per risuonare di pianti e
lamenti, provocati dalla strage degli innocenti. Dopo la morte di Erode, sempre
obbedendo alle parole dell’angelo, Giuseppe ritorna dall’Egitto, portando con
sé Gesù e Maria, per stabilirsi a Nazaret.
La fede in Dio e l’obbedienza alla sua parola possono cambiare il cammino della
nostra vita. Così, è per la nostra salvezza che Dio ha salvato la Santa Famiglia.
GLI “AUGURI SCOMODI” DI
DON TONINO BELLO
mittente come indesiderati.
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo
se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto
infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza
spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché
non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera
diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo
struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino
tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre
tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano
lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta
tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con
l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la
gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli
allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la
città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere
“una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se
provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano
l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio
dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è
poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
+ Tonino Bello
(testo pubblicato nel libro Alla finestra la speranza, lettere di un vescovo. Edizioni Paoline,1988. Don Tonino Bello è nato ad Alessano, il 18 marzo 1935. E' morto a Molfetta,
dove è stato vescovo, il 20 aprile 1993).