Untitled - Rizzoli Libri
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La Storia di Annie Auerbach traduzione di Cristina Panzeri Epic TM & © 2013 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved. Pubblicato nel 2013 da HarperCollins, New York Per la traduzione italiana © 2013 RCS Libri S.p.A., Milano Editing: La Fabbrica delle Idee, Milano Published by arrangement with HarperCollins Publishers Prima edizione Fabbri Editori: maggio 2013 ISBN 978-88-451-9435-1 Finito di stampare nel mese di aprile 2013 presso Grafica Veneta S.p.A., via Malcanton 2, Trebaseleghe (PD) Printed in Italy 1 U n colibrì volò veloce tra gli alberi, spez- zando il silenzio della foresta con il suo rapido sfrecciare. Il volatile zigzagò tra le foglie e i rami per cercare di sfuggire all’odiosa cornacchia che gli stava dando la caccia. All’improvviso, si udì un suono più forte. Qualcosa si muoveva nel folto sottobosco. 5 Un orso? O forse un lupo? No, peggio! Era uno scienziato! Armato di occhialoni, binocolo e zaino, il Professor Bomba alzò lo sguardo verso gli uccelli che combattevano sopra di lui. Li sentiva, ma non poteva vederli, nascosti com’erano tra i rami frondosi. Allora estrasse un telecomando e premette un pulsante. Immediatamente diverse telecamere montate sugli alberi si attivarono e iniziarono a riprendere tutto intorno. Bomba scrutava il monitor del telecomando trattenendo il respiro. Finalmente una delle telecamere riuscì a intercettare il passaggio dei volatili in lotta. Incespicando tra il fitto sottobosco, l’uomo si mosse in quella direzione tentando di raggiungerli. Poi udì un cinguettio e vide qualcosa cadere dai rami. Bomba si precipitò da quella parte solo per trovare, con sua grande delusione, un colibrì ferito che giaceva a terra. 6 Il professore abbassò gli occhialoni dotati di lenti di ingrandimento per vedere meglio. Affascinato, notò che il volatile aveva una piccola sella fissata sul dorso. Bomba era dispiaciuto per il colibrì, ma era anche entusiasta di aver finalmente trovato la prova dell’esistenza di una civiltà di creature minuscole. Doveva ancora vederle, era vero, ma se non altro era certo che fossero reali. In effetti, erano più vicine di quanto l’uomo immaginasse... La cornacchia, a caccia di prede, fischiò tra i rami alti. La creatura che cavalcava l’uccello dalle piume nere e lustre era alta appena 7 cinque centimetri, ma aveva un fisico robusto e prestante. Apparteneva al popolo dei Bogani, esseri ributtanti simili ad anfibi dalla pelle viscida e grigiastra, che volevano prendere il controllo della foresta per distruggerla. Il Bogano scoccò una freccia verso il suo bersaglio: un guerriero ginn. Anche i Ginn erano alti pochi centimetri: alcuni avevano sembianze umane, altri somigliavano a insetti o erano fatti di steli, petali e foglie, così da mimetizzarsi tra la vegetazione. Al contrario dei malvagi Bogani, i Ginn amavano la foresta e facevano di tutto per proteggerla. Tra i Ginn c’era un gruppo di soldati particolarmente abili e coraggiosi chiamati Leafmen, che avevano il compito di difendere il bosco dalle forze del male. Agivano come dei guerrieri samurai e cavalcavano dei colibrì, usandoli come se fossero dei veloci aerei da combattimento. 8 Il Leafman sotto attacco si chiamava Nod. Indossava un elmo e un’armatura fatti di foglie elegantemente decorate. Agile e leggero, Nod cercò di mettersi in salvo correndo e spiccando alti balzi tra i rami. All’improvviso… crack! La freccia del nemico si conficcò nel legno a poca distanza dai suoi piedi. Il dardo era avvelenato e, nel punto dell’impatto, la corteccia iniziò immediatamente a decomporsi. Nod sollevò lo sguardo e vide altri due Bogani e altre frecce dirette contro di lui. Ma un secondo prima che potessero centrarlo, tre colibrì piombarono in picchiata trasportando altrettanti Leafmen pronti per la battaglia. Ronin, il loro comandante, con un’abile manovra fece capovolgere il volatile che pilotava, tranciando di netto la freccia del Bogano con un colpo di spada. Nod era salvo! 9 Ovviamente la cosa fece infuriare i Bogani. Ma sebbene fossero pericolose e aggressive, queste creature mancavano di precisione e di addestramento. Tuffatesi in basso, iniziarono a scoccare frecce a ripetizione contro Nod. Ma neppure una andò a segno! Ronin si affiancò a Nod. «Ti serve un passaggio?» gli chiese. «Non ho bisogno del tuo aiuto!» rispose l’altro ostentando sicurezza. «Sei quasi alla fine del ramo, amico!» fece notare Ronin. Ma Nod scosse la testa. «Te l’ho detto, posso farcela…» Proprio allora la cornacchia di un Bogano virò su Nod e lo agguantò con i suoi artigli! 10 2 «A iuuutooo!» gridò Nod. Ronin si era già gettato all’inseguimento della cornacchia. Affidabile e rispettato da tutti, non ci pensava due volte a mettere a rischio la propria vita per salvare chi amava. Lottò contro il Bogano rapitore, mentre Nod continuava a dondolare a 11