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IL FUTURO DELLA SARDEGNA? NELLE INDUSTRIE HIGH TECH
Fonte: La Nuova Sardegna
19 marzo 2013
URL della pagina: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=30663
Data scaricamento: 16 marzo 2017, 18:44
A Cagliari sul libro di Cometto e Piol Tech & the city dibattito con Soru, Zedda, Mannoni,
investitori e giovani imprenditori
tecnologia
imprese
di Giulia Clarkson
CAGLIARI. Cervelli, finanziatori, disponibilità al rischio, spirito comunitario di chi ha avuto dalla
generazione precedente e vuole ricambiare con i più giovani, un'amministrazione facilitatrice. Gli
ingredienti sono quelli di una ricetta di successo. Il piatto in tavola è l'industria del futuro, quella
ad alto contenuto tecnologico, partita (ormai oltre 60 anni fa) dalla California della Silicon Valley,
culla di Apple e Google e oggi soppiantata, per alcuni interessanti aspetti, dalla città di New York.
Già ribattezzata la Tech City, per via del nuovo trend che migra verso la costa est, New York ha
puntato sulla digitalizzazione delle sue industrie storiche, ha innestato l'alta tecnologia nel suo
crogiuolo naturale creando opportunità e humus utile a dar vita a centinaia di nuove aziende.
Start up giovani ed innovative attratte da tutto il mondo, in cui le varietà culturali, mediatiche ed
economiche che di quella città sono state sempre i semi, si sono sapientemente e lucrativamente
miscelate con la tecnologia informatica.
Comune Cagliari News - Testata giornalistica quotidiana del Comune di Cagliari
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari in data 05.12.2005 al n. 31/05 - Direttore responsabile: Gianfranco Luigi Quartu.
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C'è una nuova effervescenza, un entusiasmo inedito nellintrapresa ad alto contenuto tecnologico
che fa gemmare il nuovo sogno americano, forse
ci si spera
passibile di esportazione.
Significativo che sia tutto avvenuto dopo la crisi del 2008 causata dallo scandalo dei Lehman
Bros: un colpo durissimo inferto alla città, che l'ha portata ad una svolta grazie all'intuizione del
sindaco Michael Bloomberg, grande facilitatore dei processi di innovazione tecnologica e grande
supporter della loro valorizzazione. La giornalista Maria Teresa Cometto e Alessandro Piol, il cui
lavoro è investire nel settore tecnologico, entrambi residenti nella Grande Mela, ne hanno
costruito una gustosa e precisa narrazione nel libro, appena pubblicato da Guerini & Associati,
"Tech and the City", presentato sabato al Mem di Cagliari davanti a una sala affollatissima di
giovani in cerca di parole positive, di spiragli di possibilità. Coordinati da Luca De Biase, oltre agli
autori sono intervenuti Franco Mannoni, Renato Soru, Roberto Mazzei, Mario Mariani e il sindaco
Massimo Zedda.
«In questo momento le giovani aziende newyorkesi sono pronte a mille nuove assunzioni.
L'industria tecnologica muove nuove esperienze, acquista un ruolo fondamentale nell'economia.
Ci interessa portare questo dibattito in Italia, stimolare i nostri giovani con l'esempio di quel che
accade nei vivaci quartieri di New York», dice Maria Teresa Cometto, che nel libro racconta
cinquanta storie di successo e fornisce una guida agli appassionati dell'impresa digitale (è on line
il blog: tech-and-the-city.com). Nel suo piccolo, nell'Italia del 2.0, Cagliari vanta un posto da top
ten. Nessuno si illude che il capoluogo sardo sia paragonabile a New York, ma il Sardegna
distrICT è comunque un interessante ambiente innovativo, grazie all'intuizione dell'allora
assessore regionale Franco Mannoni, che puntò verso l'industria della conoscenza dando vita a
un Crs4 firmato Carlo Rubbia e a Sardegna Ricerche, in collegamento con l'Università e il settore
produttivo. Non tutto ha marciato a regime, eppure l'esperienza di Video on Line prima e di Tiscali
poi trovano lì la loro origine.
Semi che hanno lasciato il segno se, come dice Renato Soru, «in Sardegna c'è un industria della
tecnologia e dell'innovazione attorno alla quale ruotano 5.500 persone, un'industria che non
licenzia ma continua ad assumere». Soru cita poi il caso della israelo-italiana Telit, oggi in
Sardegna, azienda leader nella tecnologia wireless machine-to-machine, nata da un precedente
fallimento e che oggi somma settanta scrivanie per altrettanti ingegneri. E annuncia, Soru, l'avvio
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dell'Open Campus di Tiscali, a partire dalla prossima settimana: un incubatore per giovani
imprese in cui chi abbia un'idea può trovare accoglienza e concretezza, entrare in start up già
avviate e costruire la propria esperienza, perché «il mondo, come il lavoro, non è finito dice
ancora Soru ma è da creare e non dobbiamo attendere nessuno che venga ad offrircelo da
fuori».
Certo c'è un passaggio culturale da compiere, ed ha a che fare con l'assunzione del rischio e con
la negatività che tuttora circonda l'idea di fallimento. Su questo si sofferma Roberto Mazzei, che
insegna all'università di Sassari e che con la Principia SGR, di cui è l'AD, gestisce un fondo di
oltre sessanta milioni di euro per investimenti digitali nel Sud (circa 20 milioni sono investiti in
Sardegna, in nove aziende a Cagliari e una a Sassari). «La parola fallimento è da bandire: le
visioni da cui nascono le imprese sono da verificare sul mercato. Se non funzionano, avranno
comunque generato esperienza e conoscenza».
Svela un nuovo progetto, di cui parlerà più specificamente il mese prossimo, anche il fondatore
di The Net Value, forte della lunga esperienza in Tiscali, Mario Mariani. Si chiamerà Cagliari Start
up ed offrirà, attraverso una stretta sinergia tra soggetti pubblici e privati, un approccio facilitante
la generazione di imprese innovative. «Cagliari e il suo territorio dimostrano di essere molto fertili,
serve aiutare le imprese a crescere» e a tal fine Mariani ha costituito un fondo di Venture Capital
con Massimo Magrini di Google.
La sfida è raccolta dal sindaco Massimo Zedda, che ricorda come i nuovi bandi de minimis si
indirizzano in particolare verso l'innovazione tecnologica e che ben nove milioni sono stati investiti
in incubatori di imprese culturali, legate al Teatro lirico e al Parco della musica. Bloomberg ha
dato il buon esempio.
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