«Animali ne compaiono parecchi nella Cognizione, e spesso
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«Animali ne compaiono parecchi nella Cognizione, e spesso
«Animali ne compaiono parecchi nella Cognizione, e spesso soddisfacendo quella ricerca di attenzione alla realtà vera e alla sua espressione letteraria che è pur un tratto tipico, inscindibile dalla deformazione (e qui sta forse una delle cifre della grandezza dello scrittore), del mondo gaddiano. Ma nello stesso tempo rivelano anche la difficoltà di questo rapporto con la realtà, soverchiato in Gadda-Gonzalo dalla nevrosi, dalla distanza, dall’inadattabilità. Viene di conseguenza che anche l’animale (fatte le dovute eccezioni, ad es. per la riconosciuta, in altre opere, nobiltà del cavallo) ha il suo luogo proprio in questa realtà urticante e ne fa le spese. Non si spiega altrimenti l’abbondanza dei contesti in cui animali detengono il polo negativo, ad es. le metafore lessicalizzate come «è un porco» (detto del peone José), «non voglio maiali in casa» ecc. (rispettivamente Gadda 1987a: 203, 435 / RR I 646, 736); o comunque bizzarro, anche di un felice grottesco («La villa aveva due torri, e due parafulmini, alle due estremità d’un corpo centrale basso e lungo; tanto da far pensare a due giraffe sorelle-siamesi, o incorporàtesi l’una nell’altra dopo un incontro a culo indietro seguito da unificazione dei deretani» – Gadda 1987a: 49 / RR I 586); o d’altra parte l’eterna ricorrenza di polli e pollai, evidenti figurazioni non-valide, anche loro, sbrodolate giù dall’acheronte della mala suerte toccata a Gonzalo. Neppure si spiega altrimenti l’insistenza sul quadrupedare e lo zoccolare dei contadini se non in quest’ottica di riduzione animalesca, quindi di assimilazione negativa dell’umano (rispetto al quale vi sia distanza incolmabile di classe) all’animale. E nella stessa casella si collocano le non pochissime definizioni di bipede e bipedi.» [da: Claudio Vela, Le cicale (e altro bestiario) della Cognizione, in Gadda e la Brianza. Nei luoghi della «Cognizione del dolore» (Atti del convegno internazionale di Longone, 6-7 maggio 2005), a cura di M. Porro, Milano Edizioni Medusa, 2007, pp. 93-117]