l`ergonomia nell`interazione uomo-macchina

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l`ergonomia nell`interazione uomo-macchina
Francesco Tuccino
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L’ERGONOMIA
NELL’INTERAZIONE
UOMO-MACCHINA
Un’indagine empirica sulle interazioni
utilizzatore-presse nella produzione ceramica
1. Introduzione
U
n sistema uomo- macchina può essere definito come l’insieme delle attività e
delle relazioni che intercorrono fra due sotto-sistemi ( l'uomo e la macchina),
finalizzato alla trasformazione di un determinato input in un output.
Per effettuare un processo produttivo un sistema uomo- macchina necessita
essenzialmente di tre fattori : le materie prime (l’input), gli strumenti, l' energia motrice
per lavorarle e le informazioni su come lavorarle.
L'evoluzione tecnologica ha portato ad un progressivo spostamento di questi fattori
dall'uomo alla macchina.
In un'attività lavorativa con attrezzi manuali, ad esempio, sia l'energia motrice che le
informazioni necessarie sono fornite dall'uomo; in un sistema uomo - macchina non
automatizzato, la macchina fornisce l'energia, l'uomo è ancora il detentore delle
informazioni sulle caratteristiche del processo produttivo; nei sistemi con macchine
automatiche anche il fattore “informazioni” tende ad essere progressivamente
“incorporato” nella macchina.
La svolta si verifica, negli anni '50, con la scoperta della capacità degli atomi di
silicio di “memorizzare” informazioni sotto forma di modificazioni della propria
configurazione elettronica e la conseguente invenzione dei calcolatori elettronici; con
l’associazione dei calcolatori alle macchine si verifica il passaggio da un' automazione di
tipo elettromeccanico ad una di tipo elettronico, dall' automazione rigida a quella
flessibile. Se il primo tipo di automazione era fondata su dispositivi meccanici azionati
elettricamente in grado di eseguire automaticamente semplici operazioni ripetitive; nell’
automazione flessibile, invece, gli organi di lavoro della macchina sono comandati da un
calcolatore, secondo un software codificato dall'uomo, e arricchiti di sensori in grado di
"vedere" l'ambiente di lavoro e di auto-regolare le proprie azioni sulla base delle
variazioni che in esso si verificano.
Queste innovazioni tecnologiche hanno suscitato un accesso dibattito sulle modalità
di allocazione delle funzioni del sistema alla componente umana o alla macchina; le
posizioni più estreme sostenevano la possibilità di realizzare processi produttivi
totalmente automatizzati.
Al riguardo,senza entrare nel merito delle varie posizioni, vogliamo fare due brevi
considerazioni:
a) Ogni programma software per comandare una macchina ad eseguire determinate
operazioni, è il frutto della precedente osservazione da parte di un programmatore
delle modalità operative e delle strategie messe in atto da un lavoratore (umano) per
operare facendo fronte alle variabili di disturbo, della formalizzazione delle
osservazioni e della successiva traduzione in linguaggio macchina; per cui l'
eliminazione della fonte delle osservazioni, l' uomo al lavoro, comporterebbe anche la
stasi dello stesso processo di innovazione tecnologica.
b) Il numero e la complessità delle variabili di cui un lavoratore tiene conto nell'
espletazione della propria mansione è tale da rendere veramente difficile, nonostante
gli enormi progressi degli ultimi decenni, l' elaborazione di sistemi così "esperti" da
considerarle tutte. E anche se questo fosse possibile, la loro complessità sarebbe tale
da far aumentare la probabilità di inconvenienti tecnici e renderne molto difficoltosa la
manutenzione.
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Ma al di là della fondatezza delle diverse posizioni teoriche, è indubbio il fatto che
nelle aziende l'attività umana è diventata sempre più un'attività di controllo delle modalità
in cui le macchine effettuano le funzioni produttive.
In un sistema uomo-macchina diventa sempre più importante, allora, l'efficacia degli
scambi di informazioni fra i due sottosistemi; efficacia connessa all’adeguatezza dei
dispositivi (le interfacce) attraverso i quali l'uomo comunica e interagisce con la
macchina.
In questo contesto il ruolo dell’ergonomia consiste nell’analisi delle interfacce uomomacchina intese in termini di contenuto e modalità con cui le informazioni vengono
presentate all’utilizzatore (i dispositivi di segnalazione) e delle modalità con cui
l’operatore - dopo aver interpretato le informazioni ricevute - decide ed agisce sulla
macchina (i dispositivi di comando).
L’ergonomia, in quanto scienza-tecnica, oltre all'analisi si propone la progettazione
di sistemi di lavoro in grado di raggiungere gli obiettivi produttivi prefissati, in cui le
interfacce abbiano un buon livello di usabilità, e al contempo le caratteristiche delle
mansioni garantiscano la qualità della vita di lavoro.
Possiamo definire ergonomico, quindi, un contesto lavorativo in cui il lavoratore
possiede un buon livello di conoscenza sia dei compiti della sua mansione che del ciclo
produttivo complessivo, ed è in grado di agire in modo autonomo per risolvere i problemi
connessi alla sua attività.
In un contesto in cui l'attività mentale sul lavoro diventa sempre più rilevante,
diventa fondamentale la corrispondenza tra le risorse e le competenze possedute dal
lavoratore e quelle richieste dalla mansione che deve svolgere; per evitare che si creino
situazioni di stress da sous-menage (sotto utilizzo delle proprie risorse) o da sur-menage
(le risorse del soggetto non riescono a fare fronte alle richieste della mansione).
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2. Obiettivi e metodologia dell’indagine
L’indagine si propone di analizzare le caratteristiche delle interazioni del sistema
operatore – pressa in alcune aziende ceramiche, per verificare le caratteristiche di
usabilità delle interfacce e fornire informazioni di ritorno per i progettisti dell’azienda che
produce la pressa.
L’indagine, quindi, si focalizza soprattutto sugli aspetti percettivi e cognitivi dell’interazione
uomo-macchina, sul livello di conoscenze e competenze dell’utilizzatore in relazione ai compiti da
effettuare.
L’indagine si articola in due fasi (A-B); la prima si propone l'analisi della macchina
presso l'azienda produttrice, la seconda l'analisi del sistema uomo-macchina presso le
aziende utilizzatrici. Nella prima fase (la conoscenza del dominio) si è cercato di cogliere le
caratteristiche strutturali e funzionali dalla pressa, i criteri di progettazione, il modello
dell'utilizzatore dei progettisti; attraverso l'analisi del materiale documentare ( manuali d'uso
ecc), l’osservazione diretta della pressa, le interviste con i progettisti, il responsabile della
formazione clienti, un collaudatore.
Nella seconda fase, l'indagine sul campo, sono state condotte delle interviste con alcune
figure nel reparto di pressatura ( il direttore del reparto, il caporeparto, il capo pressa), ed è
stata effettuata l'osservazione diretta, con una breve ripresa video, dell’attività di due
operatori alle presse in ognuna delle aziende ceramiche.
Il contenuto delle cassette audio registrate è stato trascritto integralmente, ed i testi sono
stati codificati secondo una griglia di aree tematiche di riferimento che rispecchia quella
usata nell’esecuzione dei colloqui.
Ultimata la fase di codifica, grazie all’uso di un software, le parti inerenti le stesse aree
tematiche di tutte le interviste sono collocate in un unico file.
Attraverso la lettura incrociata sia delle interviste integrali che dei files per aree
tematiche, associata al resoconto dell’osservazione diretta (inclusa la registrazione video)
della realtà aziendale, si è proceduto all’interpretazione dei dati ed alla stesura del rapporto.
Infine è stato effettuato un seminario con i progettisti delle presse per esporre il
rapporto dell'indagine e fornire dei feedback per migliorare le caratteristiche ergonomiche
del sistema.
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3. L’analisi delle macchine nell’azienda
produttrice
3.1 L’azienda
L’azienda oggetto dell’indagine, che d’ora in poi chiameremo Alfa, progetta e realizza
macchine e linee complete per l'industria ceramica.
In una prima fase Alfa produceva presse per piastrelle, ma progressivamente, per
garantire al cliente il pieno controllo qualitativo del processo produttivo, ha allargato la sua
gamma produttiva anche alle macchine che controllano le fasi tecnologiche rilevanti del
processo di produzione ceramico: mulini di macinazione, atomizzatori, essiccatoi, forni,
attrezzature per lo stoccaggio ed il confezionamento dei prodotti.
L’ASSETTO ORGANIZZATIVO DI ALFA
Per quanto riguarda l’assetto organizzativo ci focalizzeremo sulle parti inerenti la
progettazione e la produzione delle presse per ceramiche; le macchine , cioè, oggetto della
nostra indagine.
La struttura organizzative di Alfa può essere schematizzata nel modo seguente: reparto
amministrativo, ricerca e sviluppo, progettazione, marketing, assistenza clienti ,formazione
clienti, produzione e assemblaggio dei componenti delle macchine, collaudo.
Alfa, quindi, esegue al suo interno le fasi di progettazione, di collaudo e montaggio
finale delle presse e la produzione della maggior parte dei componenti delle macchine, ad
eccezione di alcuni di essi effettuati dalle aziende fornitrici.
L’azienda impegna ingenti risorse economiche ed umane nel settore della ricerca e
sviluppo, considerato strategico per la formazione di una cultura e di una professionalità
interna che risultano poi a disposizione dei suoi clienti diffusi in tutto il mondo.
Il Centro Ricerche e Sviluppo è dotato sia di strumentazioni ed apparecchiature per
effettuare analisi sulle materie prime ceramiche che di impianti pilota per sperimentare le
caratteristiche di una linea completa di produzione.
LA PRODUZIONE DELLE PRESSE PER CERAMICHE
Nell’ambito degli uffici di progettazione di Alfa è presente un gruppo specifico che si
occupa degli aspetti meccanici ed idraulici delle presse,ed un gruppo che si occupa della
progettazione delle parti elettriche - elettroniche e delle interfacce delle macchine.
Sulla base delle indicazioni dei progettisti si costruiscono dei prototipi che, se superano
la fase di sperimentazione nel centro di ricerche e sviluppo, vengono prodotti per essere
immessi sul mercato.
Le presse prima di essere immesse sul mercato vengono sottoposte ad un attento collaudo
per verificare la loro adeguatezza rispetto alle richieste tecnico - produttive di un’azienda
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ceramica.
Ultimata la fase di collaudo le macchine vengono installate, dai tecnici di Alfa, presso
le aziende clienti; i progettisti, per le presse di nuova produzione , effettuano nei primi tempi
dei sopralluoghi periodici presso le aziende ceramiche.
3.2 Le caratteristiche tecnico funzionali delle presse
Le presse prodotte da Alfa sono macchine automatiche che eseguono la compattazione
di polvere ceramica e fanno parte di impianti per la produzione di piastrelle (o altri
manufatti similari); immediatamente a monte delle presse sono collocate le macchine per la
fornitura delle polveri, a valle quelle per l’essiccamento dei prodotti.
Le presse utilizzano energia oleodinamica in tutte le loro fasi di attività: dal
caricamento dello stampo all’azione di pressatura, dalla estrazione del materiale pressato
alla espulsione del medesimo.
Gli elementi fondamentali che compongono le presse sono:
a) la struttura portante : costituita da un bancale, due montanti ed una traversa fissa
b) la traversa mobile: che scorre sulle colonne di guida ed è azionata dal pistone
oleodinamico principale
c) il pistone oleodinamico: aziona la traversa mobile ed è montato nella parte inferiore della
traversa fissa
d) Lo stampo formatore, così chiamato perché serve a dare forma alla polvere pressata, è
costituito da due parti; quella inferiore fissata al bancale della pressa e quella superiore
fissata alla traversa mobile
e) il carrello caricamento polveri: svolge la funzione di caricamento della polvere nello
stampo e di espulsione delle piastrelle pressate
f) la centralina oleodinamica: ha la funzione di generare la portata di olio necessaria per
realizzare i movimenti degli organi di lavoro della macchina
g) il gruppo cablaggio oleodinamico: comprende tutti i dispositivi (tubi rigidi e flessibili,
raccordi) di collegamento fra i vari organi delle presse.
h) la cabina elettrica: comprende le apparecchiature elettriche necessarie per l’avviamento e
l’arresto di tutti i motori della pressa
i) il cablaggio elettrico: comprende, sul principio di quello oleodinamico, tutte le
apparecchiature elettriche ed elettromeccaniche localizzate sulla pressa
j) l’automatismo elettronico a microprocessore: per mezzo del quale viene programmato
l’intero ciclo di lavoro che dovrà eseguire automaticamente la pressa.
L'automatismo si compone delle seguenti parti:
• una tastiera di comando e regolazione;
• un terminale per visualizzare i parametri impostati, i dati di esercizio, i messaggi di
allarme;
• una serie di schede elettroniche.
k) il personal computer che permette in tempo reale l’elaborazione e la visualizzazione
sotto forma grafica dei dati rilevati dall’automatismo a microprocessore
l) l’impianto di aspirazione che capta le polveri prodotte nella zona di pressatura
m) i dispositivi di protezione: impediscono la discesa accidentale della traversa mobile
durante le fasi di pulizia manuale dello stampo o di manutenzione; sono presenti inoltre
una serie di carter per impedire l’accesso involontario dell’operatore agli organi in
movimento delle presse.
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3.3 Le interfacce utente
Le interfacce per gli operatori sono quelle del personal computer (monitor a colori, tasti
funzionali, tastiera e mouse) e quelle della tastiera di comando macchina (pulsanti, icone e
dispositivi luminosi (led) di funzionamento .
Struttura della tastiera di comando macchina
Ad una visione d'insieme la tastiera appare suddivisa in tre grandi aree: l'area dei
pulsanti di comando, quella dei pulsanti di azionamento, l'area del selettore delle modalità di
funzionamento della pressa; sul lato sinistro è collocato il pulsante per l'arresto di
emergenza. L'attivazione di una specifica funzione della pressa è possibile solo attraverso la
pressione in contemporanea di due pulsanti: il pulsante di comando ( ad esempio quello per
la movimentazione della traversa) ed il relativo pulsante di azionamento ( ad esempio uno
dei due pulsanti per la direzione del movimento della traversa).
Il colore e la collocazione dei pulsanti sono stati definiti secondo la loro logica di
funzionamento: colore nero per i pulsanti di funzionamento in manuale della pressa, verde
per quelli di avviamento, rosso per quelli di arresto.
Ai diversi pulsanti di comando sono associate delle icone (simboli) che forniscono agli
operatori informazioni sulle relative funzioni; sopra il pulsante di comando della traversa, ad
esempio, è collocata un’icona che la raffigura, sui due relativi pulsanti di azionamento
(collocati sul lato destro della tastiera) sono raffigurate delle frecce (in su o in giù) che
indicano le possibili direzioni di movimento della traversa.
Oltre alle informazioni sulle funzioni dei differenti pulsanti, la tastiera di comando
fornisce agli operatori informazioni di ritorno ( feedback), sia di tipo tattile che visivo,
sull’esito delle loro azioni. Il feedback tattile è rappresentato da una membrana che, con un
particolare scricchiolio, fornisce all'operatore una conferma dell'azione di pressione che ha
effettuato con le dita, il feedback visivo viene fornito dai led, che si accendono quando il
pulsante è stato azionato.
IL PERSONAL COMPUTER
Il personal computer fornisce all'operatore informazioni sui parametri produttivi
impostati, i valori attuali (lo stato del sistema), l’elenco dei programmi codificati per le
differenti tipologie di prodotto, i messaggi di allarme (in caso di malfunzionamento della
pressa).
L'interfaccia del software è costituita, essenzialmente, da un menù principale, che
compare nella prima schermata del monitor, strutturato in cinque colonne: la prima colonna
per la visualizzazione dei dati di funzionamento, la seconda per l’ impostazione dei dati del
programma operativo, la terza fornisce i dati per la diagnostica e la manutenzione, la quarta
colonna per i dati di controllo della produzione, la quinta per le impostazioni del sistema.
Le colonne sono suddivise in una serie di pagine, ognuna delle quali raffigura il
componente della pressa e le relative funzioni su cui l’operatore può agire selezionandola.
Il software del computer, come vedremo nei paragrafi successivi, è dotato di password
per l'accesso alle diverse pagine del menu; le password sono definite sulla base delle
competenze degli utilizzatori delle presse.
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IL LAY–OUT DI PAGINA
Tutte le pagine del software hanno una struttura comune costituita nella parte superiore
dalla “barra di stato” del sistema, in quella inferiore dalla barra dei pulsanti funzionali.
La barra di stato è composta di 2 righe che forniscono all’operatore una serie di
informazioni necessarie per capire lo stato di funzionamento della pressa, tra le quali
ricordiamo: lo stato della macchina ( se è in fase di ciclo automatico, in fase di arresto ecc),
i messaggi di allarme ( che informano su eventuali problemi nel funzionamento della
macchina), il numero del programma operativo in funzione (relativo al lotto di piastrelle in
produzione) ecc.
Tra i pulsanti funzionali, nella parte inferiore di ogni pagina del software, ricordiamo: il
pulsante del manuale in linea (F1), il pulsante per accedere alla pagina “arresti” (F2, per
specificare il motivo per cui è stata fermata la macchina), il pulsante per ritornare al menù
principale (F3), quello per tornare alla pagina precedente (F4), il pulsante con cui un
operatore può abilitare (login) o disabilitare (logout) la propria password (F10).
L’usabilità del software
Un’analisi delle caratteristiche di usabilità del software sarà effettuata nel capitolo
successivo, sulla base dello studio del manuale d'uso della macchina e della osservazione di
alcuni pressisti al lavoro.
3.4 L’utilizzatore secondo i progettisti delle presse
Le considerazioni di questo paragrafo si basano sui colloqui effettuati sia con 2
progettisti delle componenti meccaniche ed idrauliche delle presse che con 2 progettisti del
software e delle interfacce.
Le interviste, in sintesi, si focalizzavano sui seguenti punti:
• i criteri seguiti nella progettazione delle interfacce
• il modello degli utilizzatori; le competenze richieste, secondo i progettisti, ai
soggetti che devono operare sulle presse
• una descrizione dettagliata dei compiti previsti per gli utilizzatori
3.4.1 I CRITERI DELLA PROGETTAZIONE DELLE INTERFACCE
Prima di parlare dei criteri della progettazione è utile fare alcune considerazioni sulla
filosofia di progettazione.
Questa filosofia è espressa in modo chiaro e sintetico soprattutto dai progettisti,
secondo cui la pressa è una macchina automatica progettata per autotestarsi e autoregolarsi
in modo da ottenere un prodotto secondo i parametri che sono stati impostati nel
programma.
Siamo di fronte, quindi, ad una filosofia della allocazione delle funzioni nel sistema
uomo – macchina che attribuisce alla componente umana un ruolo marginale; un ruolo da
“appendice” (da sentinella) della macchina, con compiti di pulizia e di controllo del suo
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funzionamento, di verifica della caratteristiche del prodotto per fornire alla pressa le
informazioni necessarie per “permetterle” di autoregolarsi.
“La pressa è una macchina che noi abbiamo pensato come automatica,
fondamentalmente l'utente spinge un bottone…. e la macchina va… da un certo
punto di vista il conduttore deve essere considerato come colui che fa dei
controlli che la pressa non riesce a fare da sola . Una specie di sentinella…. non
è in grado di fare dei ragionamenti importanti sulla macchina.”
(progettista)
Sempre secondo i progettisti, la necessità di progettare una macchina quasi
autosufficiente deriva da un lato dalla tendenza delle aziende ceramiche ad avere sulle
presse una forza lavoro poco qualificata ed a basso costo, dall'altro da condizioni di lavoro
oggettivamente insalubri, a causa della presenza di agenti inquinanti come la polvere e il
rumore; condizioni di lavoro che renderebbero poco appetibile il ruolo di conduttore delle
presse per soggetti qualificati e tecnicamente competenti.
Questa tendenza all'uso di forza lavoro poco qualificata, è più diffusa all'estero,
soprattutto in alcuni paesi extraeuropei; in Italia, come vedremo meglio in seguito, le
aziende ceramiche tendono ad assegnare ai conduttori delle presse compiti che richiedono
un livello di competenze più elevato.
Da una filosofia progettuale che assegna alla componente umana del sistema compiti
marginali, potrebbe derivare una scarsa attenzione da parte dei progettisti verso la usabilità
delle interfacce; proprio perché, appunto, l'utilizzatore dovrebbe interagire poco con una
macchina che fa tutto da sola.
In realtà, però, sia dall'analisi delle presse che dai colloqui con i progettisti del software,
si rileva un discreto livello di attenzione agli aspetti cognitivi della interazione utente interfacce.
Nella progettazione delle interfacce, in particolare per la tastiera di comando macchina,
si fa riferimento sia alle normative specifiche che alla logica di funzionamento della pressa
ed alla sequenza delle operazioni che l’operatore dovrebbe svolgere.
In realtà le normative attualmente disponibili forniscono indicazioni progettuali per
circa il 10% dei pulsanti di comando e dei display presenti sulla tastiera, per il resto i
progettisti hanno dovuto elaborare delle componenti specifiche delle interfacce.
La capacità di inferenza, da parte dei progettisti, delle operazioni che il conduttore
esegue nelle sue interazioni con la pressa, risulta buona soprattutto se si tiene conto che la
metodologia seguita nella progettazione delle interfacce è quasi esclusivamente quella
“euristica”, basata, cioè, sul confronto tra esperti.
Nell'ambito degli uffici di progettazione, infatti, gli scambi di informazione tra i due
gruppi di progettisti (i “meccanici” ed i “softwaristi”) sono abbastanza frequenti. Vengono
effettuati incontri specifici in cui i progettisti meccanici, una volta definiti la struttura ed il
ciclo di funzionamento della pressa, interagiscono con l'altro gruppo per la progettazione sia
del software che delle interfacce.
La progettazione, quindi, si basa sul confronto tra esperti, non vengono effettuate
indagini specifiche per un’analisi articolata delle caratteristiche del contesto aziendale in cui
la pressa deve essere usata, della tipologia di utilizzatore e dei compiti che deve svolgere
nella sua attività lavorativa.
Le informazioni sulle condizioni di utilizzo delle presse nelle aziende ceramiche,
arrivano ai progettisti in modo abbastanza informale; le fonti sono essenzialmente di tre tipi:
• le informazioni raccolte direttamente dai progettisti nei sopralluoghi effettuati nelle fasi
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di sperimentazione dei prototipi delle presse
• quelle fornite dai tecnici dell'assistenza sulla base dei loro interventi presso di clienti
• le comunicazioni degli addetti al ricevimento delle richieste di assistenza dei clienti
Questo patrimonio di conoscenze, che scaturisce dal sapere empirico degli utilizzatori,
però, non viene sufficientemente valorizzato; attraverso, ad esempio, una raccolta
sistematica delle informazioni in un archivio, in modo da renderle fruibili sia per la
progettazione di nuovi modelli di presse che per effettuare modifiche su quelle già in
produzione.
Si tratta, quindi, di informazioni spot che, solo in alcuni casi , dopo un'analisi dei due
gruppi di progettisti, si possono tradurre in modifiche da applicare alle interfacce delle
presse.
È il caso, ad esempio, della realizzazione, sulla base delle informazioni raccolte presso
un cliente da un tecnico dell'assistenza, di una pagina specifica del menù principale del
software in cui i valori dello spessore della piastrella e della pressione, sono stati visualizzati
in un formato tale da renderli visibili al conduttore della pressa anche a distanza.
“Tutte le volte che da un cliente abbiamo una richiesta di modifica…..allora noi
della progettazione ci troviamo per decidere se la proposta può essere o meno
generalizzabile su tutte le presse….. tutti i giorni viene qui negli uffici di
progettazione uno dell'assistenza, parliamo...
Si tratta di informazioni magari non organizzate, nel senso che non c'è un
manuale in cui ognuno scrive quello che ha visto presso un cliente”
(progettista)
3.4.2 IL MODELLO ED I COMPITI DEGLI UTILIZZATORI DELLE
PRESSE
Nella pagina principale del menù del software, come si è detto, sono presenti cinque
colonne, ognuna delle quali consente di agire su una serie di parametri del computer della
pressa; la possibilità di accesso alle singole colonne viene regolamentato da una serie di
password che, secondo lo schema previsto dai progettisti, corrispondono ad altrettante
tipologie di utente.
Le relazioni tra le singole colonne e le relative tipologie di utente possono essere
schematizzate nel modo seguente:
• prima colonna: si può accedere senza password e permette solo la visualizzazione dei
dati di funzionamento del sistema; corrisponde ad un utilizzatore base ( i progettisti
parlano di livello zero);
• seconda colonna: consente l’impostazione dei parametri di funzionamento della pressa e
corrisponde ad un utilizzatore di livello 1(un conduttore della pressa) o superiore;
• terza colonna: contiene le pagine per la diagnostica e la manutenzione della
macchina,l’accesso è consentito solo ad utenti di livello 2 ( un capo turno, un addetto alla
manutenzione) o superiore;
• quarta colonna: contiene i dati per il controllo della produzione e della qualità ; l’accesso
è consentito ad un utente di livello tre ( un capoturno, un caporeparto, un tecnologo) o
superiore;
• quinta colonna: contiene tre pagine, di cui una, la terza, permette la configurazione del
sistema e l’accesso è consentito solo ad un utente di livello cinque (i tecnici dell’azienda
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produttrice, Alfa).
Questo schema di password e relative possibilità di accesso al computer della pressa è
abbastanza teorico; vedremo, infatti, nella realtà delle due aziende ceramiche analizzate, che
il sistema delle password è molto meno definito ed articolato.
Risultano invece verosimili le tipologie di utilizzatori delineate dai progettisti: il
conduttore della pressa, l'addetto alla manutenzione, il capoturno, il capo reparto, il
tecnologo, il tecnico dell’assistenza di Alfa; la nostra indagine, come si è detto, si focalizza
sulla figura dell’operatore, del conduttore delle presse.
Quando si entra nel merito della figura specifica del pressista e dei compiti previsti
dalla sua mansione, i progettisti ammettono di non avere elementi sufficienti per capire
quello che avviene nei fatti nelle aziende ceramiche; si basano,cioè, su di una
modellizzazione teorica di questa figura.
I progettisti, infatti, fanno una analisi articolata sulle funzioni che hanno deciso di
allocare alla componente umana del sistema: le operazioni iniziali per l’avviamento della
pressa e l’impostazione del programma relativo ad una specifica tipologia di prodotto, il
cambio dello stampo, se necessario); i controlli periodici sulla qualità delle piastrelle (le
caratteristiche dello spessore, della superficie e dei bordi della piastrella); l’analisi delle
cause e la soluzione dei problemi evidenziati dai messaggi di allarme della macchina.
I progettisti, però, fanno fatica ad attribuire in modo preciso i compiti alla figura del
conduttore della pressa ed a stabilire i confini tra la sua mansione e quella delle altre
tipologie di utenti (come, ad esempio, il capoturno, caporeparto ecc); non riescono, cioè, ad
andare molto al di là dei compiti previsti secondo la loro stilizzazione dei profili di utente,
effettuata in base alle possibilità di accesso al computer della pressa.
Si ritiene, in sostanza, che le caratteristiche ed i compiti del pressista dipendono dalle
specifiche politiche aziendale in materia di distribuzione di conoscenze e competenze tra i
diversi soggetti; sulla base di queste scelte si possono avere dei conduttori di livello zero o
di livello 1.
Nel primo caso, più diffuso nei paesi extraeuropei e tra i lavoratori immigrati anche in
Europa, siamo in presenza di un lavoratore che svolge solo compiti di controllo del
funzionamento della pressa e di pulizia, per ogni problema, deve chiedere l’intervento di un
responsabile; l'utente di livello zero, infatti, ha accesso solo alle pagine di visualizzazione
ma non può modificare nessuno dei parametri del funzionamento della pressa. Si tratta di
aziende, come si è accennato, che privilegiano il fatto di avere una forza lavoro a basso
costo, a scapito sia della qualità della vita di lavoro del conduttore che della qualità del
prodotto; sembra si tratti, infatti, di aziende che producono ceramiche di qualità medio
bassa.
Nel caso del conduttore di livello 1, invece, l'azienda è più selettiva nei criteri di
assunzione del pressista ed investe anche nella sua formazione; in modo da avere un
soggetto in grado di agire su parametri di impostazione della pressa per ottenere un prodotto
di qualità.
Il problema delle competenze dell'operatore diventa rilevante, come vedremo meglio
nel capitolo seguente, soprattutto nei turni notturni e festivi, quando, cioè, non sono presenti
i responsabili con competenze tecniche più elevate. In questi casi, infatti, il conduttore, in
caso di problemi, dovrebbe chiamare il referente tecnico a casa, o pure cercare di risolvere
in modo autonomo; se, però, non ha le competenze adeguate per farlo, rischia di fare degli
scarti di produzione o dei danni alla pressa.
Nelle due aziende oggetto della nostra indagine, ad eccezione di un pressista giovane,
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erano presenti solo degli operatori di livello 1, non abbiamo elementi sufficienti, quindi, per
verificare le caratteristiche reali di un utente di livello zero; sembra, però, poco verosimile
una figura di pressista che non abbia i margini di autonomia per agire almeno sui parametri
più semplici e di uso più frequente, come, ad esempio, quelli per regolare il livello dello
spessore della piastrella.
Possiamo concludere, in sintesi, che i progettisti non avendo gli elementi sufficienti per
delineare in modo preciso la figura del conduttore della pressa, proprio perché non vengono
condotte indagini specifiche sull’usabilità, non dispongono nemmeno di dati adeguati per
progettare delle interfacce calibrate rispetto agli utilizzatori delle presse. Si basano, quindi,
prevalentemente sulle loro inferenze e sul fatto che in ogni caso nelle aziende ceramiche
dovrebbe esserci qualche soggetto in grado di interpretare il significato delle interfacce della
pressa ed agire in modo adeguato.
La presenza reale di un utente di livello zero, come vedremo sulla base delle analisi
effettuata nelle aziende ceramiche, sembra poco credibile se si tiene conto della frequenza
con cui bisogna agire sul computer per effettuare la variazione dei parametri sulla base delle
verifiche di non conformità delle piastrelle.
Un approccio progettuale fondato sull’autonomia della pressa rispetto all'intervento
della componente umana, confligge con la estrema variabilità dei fattori di cui bisogna
tenere conto per la produzione di piastrelle che rispettino i requisiti desiderati.
L’estrema variabilità della polvere di terra da pressare, le richieste del mercato di
piastrelle con design e caratteristiche sempre più complesse, sono elementi difficili da
tradurre in procedure e, quindi, in programmi per il computer che governa le funzioni
elettromeccaniche della pressa.
Diventa fondamentale, quindi, la capacità della componente umana del sistema di
adeguare le potenzialità funzionali della macchina alle esigenze specifiche del contesto;
capacità che richiedono da parte degli utilizzatori una buona conoscenza della logica di
funzionamento della macchina. L’acquisizione di queste conoscenze, però, richiede un
percorso formativo, sia teorico che pratico, adeguato; ma questo, come vedremo nella
seconda parte dell’indagine, risulta ,insieme alla carenza di feedback per i progettisti, tra i
punti più critici.
(Intervistatore)
“Qual’è il modello dell’utilizzatore che avevate per progettare le interfacce sia
della pulsantiera che del software?
(progettista)
Non sono stati fatti test con campioni di operatori, ma incontri tra noi esperti.
Non abbiamo una conoscenza, un modello, dei pressisti. Delle volte ci
interfacciamo con i nostri tecnici dell’assistenza, anche se sono degli utenti più
evoluti. Se il pressista fosse troppo scarso è possibile che la pressa sia troppo
complessa.Si presuppone che il pressista conosca cosa fa la macchina e le sue
funzioni.”
(Intervistatore)
“Quando si progetta... quali sono, gli elementi, i criteri su cui vi basate per
definire le caratteristiche degli utenti?
(progettista)
questa suddivisione (degli utenti) nella nostra testa non c’è, nel senso che
comunque si suppone che la macchina deve dare dei messaggi a qualcuno che si
suppone sia in grado di interpretarli, di leggerli e di capire cosa significa.”
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(Intervistatore)
“Quali sono i profili di utenti che avete previsto?”
(progettista)
“uno schema preciso non c’è; prevediamo una figura di utente base come lo ha
descritto lei, poi un soggetto che sia in grado di agire su tutti i parametri della
pressa, diciamo un tecnologo….Nel mezzo si possono stratificare figure
intermedie che però normalmente sono personalizzate sulla fabbrica... Di solito,
comunque le cause di arresto sono dovute più alle parti a monte o a valle che
alla pressa stessa. Almeno mi sembra, bisognerebbe andare a sentire nelle
ceramiche.”
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4. L’analisi del sistema uomo
macchina nelle aziende utilizzatrici
–
La seconda parte della indagine è stata condotta presso due aziende ceramiche che
utilizzano le presse prodotte da Alfa; si tratta di due aziende con caratteristiche differenti sia
rispetto alla dimensione, che alla anzianità produttiva e le caratteristiche delle piastrelle
prodotte.
La prima azienda, che d'ora in poi chiameremo Beta, è di dimensione maggiore, sia in
termini di capacità produttiva che di numero di dipendenti; la sua attività nel settore
ceramica è di vecchia data e produce piastrelle di una certa complessità sia in termini
strutturali che di design.
La seconda azienda, che d'ora in poi chiameremo Gamma, è di dimensioni inferiori ed è
presente nel settore solo da alcuni anni.
Come vedremo nel corso del capitolo, queste differenze hanno degli effetti anche
nell'approccio delle due aziende verso la figura del conduttore delle presse, sul suo percorso
formativo e le sue competenze.
4.1 Il reparto di pressatura nelle due aziende
ceramiche
I reparti di pressatura hanno una struttura simile nelle due aziende in oggetto e sono
costituiti da una serie di macchine sia a monte che a valle della pressa vera e propria.
A monte della pressa abbiamo tutta quella parte dell'impianto che provvede alla
preparazione della terra che deve essere pressata, a valle, invece, sono collocati l'essiccatoio
e le macchine per la smaltatura delle piastrelle. Nell'azienda Gamma l'impianto nel suo
complesso, ad eccezione della pressa vera e propria, è molto più recente ed ha un livello più
elevato di automatizzazione.
L'organigramma del reparto di pressatura.
I soggetti che operano all'interno del reparto sono il caporeparto, il capoturno, il capo
pressa, il conduttore della pressa (il pressista); abbiamo, inoltre, la figura del manutentore e
quella del tecnologo.
Per analizzare bene la suddivisione di compiti e ruoli all'interno del reparto, bisogna
tenere conto del fatto che l'impianto funziona a ciclo continuo, ma i diversi soggetti
effettuano orari e turni differenti.
Il caporeparto effettua solo il turno giornaliero e si occupa della gestione complessiva
dell'impianto, del coordinamento e della supervisione di tutti coloro che operano all'interno
del reparto; il capoturno lavora nel turno della mattina e quello del pomeriggio, le sue
funzioni sono simili a quelle del caporeparto, di cui effettua le veci nei turni in cui non è
presente.
Il pressista si occupa essenzialmente della gestione della pressa delle macchine
immediatamente a monte ( quelle che preparano la terra) ed a valle (l'essiccatoio); le sue
funzioni, come vedremo meglio in seguito, variano nel turno notturno in cui si trova da solo
17
a gestire l'impianto.
Il manutentore provvede sia alla manutenzione ordinaria che straordinaria della pressa,
il tecnologo è il referente tecnico per gli aspetti relativi al prodotto; entrambi questi soggetti
effettuano solo turni giornalieri.
Nella gestione quotidiana della produzione la divisione del lavoro non è così formale
come potrebbe sembrare dalla descrizione dell'organigramma, tra i diversi soggetti, infatti,
c'è un clima di lavoro di squadra, anche perché, come si è accennato, a causa della forte
variabilità dei fattori produttivi di cui bisogna tenere conto, abbastanza spesso è necessario
effettuare una serie di tentativi empirici prima di ottenere la piastrella desiderata.
Il caporeparto, ad esempio, non rimane chiuso all'interno del suo ufficio ma gira spesso
per il reparto, sia per verificare il buon funzionamento dell'impianto che per rispondere alle
chiamate dei diversi soggetti del reparto.
Il caporeparto ed il capo-pressa delle due aziende ceramiche non conoscono (o
conoscono molto poco) il sistema di password ed i relativi profili di utente previsti
dall'azienda produttrice Alfa e non applicano quasi nessuna password per limitare l'accesso
del pressista alle pagine del software della pressa; questo dato supporta la nostra ipotesi
sulla inadeguatezza delle informazioni che i progettisti ricevono dal contesto reale di
utilizzo della pressa.
Questa " permissività” nell'accesso ai parametri del software della pressa viene vissuto
in maniera differente dai responsabili di reparto delle due aziende oggetto dell'indagine.
Per quanto riguarda Beta sembra si tratti di una scelta che rientra nella filosofia più
generale di valorizzazione delle risorse umane; una scelta che spinge l'azienda ad ampliare
le possibilità di azione del pressista e tollerare eventuali costi che possono derivare da suoi
eventuali errori.
Nel caso di Gamma, invece, la possibilità che il conduttore possa accedere a tutti
parametri di impostazione della pressa, viene vissuto come un problema ed imputato alla
genericità delle password e dei profili di utenti previsti dai progettisti; si parla, ad esempio,
di una gamma troppo ampia di possibilità previste per l'utente di livello 1 e della necessità di
individuare delle password più coerenti con le operazioni reali effettuate dai pressisti.
Nei fatti, come vedremo, il livello di competenze dei pressisti nelle due aziende è
abbastanza simile, la differenza di approccio è dovuta, forse, al fatto che Gamma, avendo un
turn over più elevato, si trova più spesso di fronte ad operatori neoassunti e, quindi, alla
necessità di limitare, nella fase in cui sono in formazione, la possibilità che accedano a
parametri che non conoscono e possano fare degli errori con conseguenze negative sia a
livello della qualità del prodotto che sulla stessa pressa.
“Noi non ci poniamo questo problema delle password e livelli, l’azienda tende a
valorizzare gli addetti, li stimola a crescere e osare anche sulle macchine…..
anche se si verifica qualche problema con le macchine non è un limite. L’errore
serve per imparare, si spiega il perché e poi impara.”
(Caposettore Beta)
“Diciamo che da noi sulle presse non abbiamo delle password, quindi i
conduttori possono fare tutto sulle presse….e questo può creare dei problemi, se
si fanno degli errori…..errori che poi hanno degli effetti sia sulle piastrelle che
sulle presse”
(Capo-pressa Gamma)
4.2 Il percorso formativo del “pressista”
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Il percorso di formazione complessivo dei pressisti si differenzia nelle due aziende,
rimane quasi identica, invece, la parte di formazione specifica per la conduzione della
pressa.
Nell'azienda Beta il percorso di formazione è strettamente connesso con le politiche di
gestione del personale adottate per l'ottenimento della certificazione di qualità; in particolare
il sistema di qualità implementato prevede per il conduttore delle presse un programma
formativo di circa 40 ore focalizzate prevalentemente sulle caratteristiche tecniche delle
piastrelle, con un modulo
specifico sulle tematiche della sicurezza del lavoro.
La formazione specifica sulle caratteristiche e le modalità d'uso della pressa risulta,
invece, molto simile nelle due aziende e si articola essenzialmente in un percorso di
formazione sul campo.
Il pressista, appena assunto, riceve un addestramento con un lavoratore più esperto; in
una prima fase, della durata di circa dieci giorni, il suo ruolo consiste essenzialmente
nell'osservare, in un secondo tempo inizia ad agire sulla pressa, sempre con la supervisione
del collega esperto.
Si tratta di una formazione essenzialmente empirica, molto finalizzata
all'apprendimento di conoscenze strettamente funzionali all'esecuzione dei compiti previsti
dalla mansione del pressista; non vengono forniti, quindi, elementi per comprendere la
struttura e la logica di funzionamento della macchina.
Quello della carenza di una formazione adeguata sulle caratteristiche di funzionamento
della pressa è un problema che va oltre la figura del pressista, che riguarda anche gli altri
soggetti che operano nel reparto. Nel caso dell’azienda Gamma si esprime un forte
malessere per il gap esistente tra la complessità tecnologica della macchina e le competenze
degli utilizzatori di vario livello, ma soprattutto dei pressisti; si evidenzia anche il fatto che
le interfacce sono poco usabili proprio perché sembrano progettate per " elettronici "
piuttosto che per soggetti che devono operare sulle presse.
“L’evoluzione tecnologica è rilevante, la tecnologia diventa sempre più
complessa per effettuare sempre più funzioni; gli operatori, però, hanno
difficoltà a stare al passo con questa complessità.
Abbiamo avuto delle difficoltà con il software per adeguarlo alla nostra
produzione… Per cercare di capire quei piccoli particolari elettronici che ti
possono rendere la vita difficile.
L’elettronica è arrivata all’esasperazione, per gestire le macchine ci vogliono
degli elettronici, non dei pressisti comuni.
A volte anche i tecnici Alfa non sanno cosa fare e ci dicono di spegnere il
sistema e riaccenderlo.”
(Direttore tecnico Gamma)
La difficoltà a capire bene la logica di funzionamento della pressa sembra un problema
che va oltre le competenze richieste per la conduzione quotidiana della macchina e può
portare anche all'assenza di una figura di riferimento tecnico sufficientemente competente
nelle aziende utilizzatrici.
Questo problema viene evidenziato anche dal responsabile della formazione di clienti
dell'azienda produttrice Alfa, che mette l'accento sulla scarsa propensione delle aziende
ceramiche ad inviare il proprio personale presso Alfa per una formazione più organica sulle
caratteristiche delle macchine. La tendenza a fornire agli utilizzatori solo una formazione
mirata alla soluzione dei problemi produttivi specifici sarebbe anche la causa della mancata
19
efficacia dei tentativi di assistenza a distanza dei clienti e della eccessiva richiesta dei
sopralluoghi diretti dei tecnici di Alfa nelle aziende ceramiche; a titolo d'esempio il fatto che
il primo anno dell'installazione della pressa nell'azienda gamma, la frequenza dei
sopralluoghi dei tecnici è stata di circa 2 al mese.
Una formazione più efficace degli operatori, oltre a ad una parte teorica adeguata,
potrebbe essere effettuata sul campo dai tecnici dell'assistenza in fase di sopralluogo presso
le aziende; questi soggetti, però, dovrebbero essere a loro volta formati per avere un
approccio maggiormente didattico nei confronti gli utilizzatori delle macchine.
“Capo pressa Gamma
I tecnici di Alfa sono venuti ma non ci hanno spiegato come fanno per risolvere
dei problemi…. Oppure le varie procedure per poterlo risolvere da soli, quindi
anche noi stessi siamo cresciuti nella ignoranza, tutto sommato…. Per cui si
impara a risolvere i problemi sempre sulla base della pratica..
Intervistatore
Il corso di formazione teorici fatto presso Alfa?
Capo pressa Gamma
dovevo farlo molto prima, è stato molto utile, io lo proporrei anche per i
conduttori delle presse…. Perché in due- tre anni nessuno mi ha mai spiegato,
realmente, come funziona la pressa e la sua struttura…
Alcuni ( tecnici dell'assistenza) spiegano quello che stanno facendo senza nessun
problema, altri, invece, prendono i loro attrezzi, lavorano, finiscono, fanno la
bolla e vanno via.
Quindi io sono costretto ad apprendere quasi solamente sulla base dei tentativi
pratici.”
Nello specifico del conduttore della pressa, la mancanza di una formazione organica ha
delle conseguenze negative soprattutto nei turni, notturni e festivi, in cui il lavoratore si
trova da solo e, proprio perché non ha gli elementi per cogliere la logica di funzionamento
della macchina, fa fatica a trovare le soluzioni adeguate per risolvere gli eventuali problemi
che si verificano.
“Formare dei soggetti che siano in grado di capire, ad esempio, perché la
macchina si è fermata, in modo che a distanza ci si capisca per tentare di
risolvere il problema.
Questo è il livello minimo che ci proponiamo con i corsi per clienti…
Con le aziende italiane si fanno circa il 2% dei corsi; circa 1-2 aziende
all’anno…
(le aziende ceramiche) chiedono una formazione del tipo : problemi – soluzioni.
Io invece cerco di dare le conoscenze per capire da soli come risolvere i
problemi…
E’ chiaro che ogni azienda ceramica ha bisogno di un tecnico interno di
riferimento, quelli che vengono ai corsi in Alfa sono pochissimi…
Di solito il pressista va per tentativi: ha un problema tenta di risolvere con delle
regolazioni, ma senza capire bene la logica del funzionamento della macchina.
Quindi si trovano delle soluzioni empiriche.”
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(responsabile formazione clienti di Alfa , azienda produttrice presse)
Un programma di formazione più articolato ed organico, sia per i pressisti che per le
altre figure di operatori, ed una maggiore facilità d'uso delle interfacce della pressa,
sembrano, quindi, gli elementi fondamentali per migliorare l’interazione del sistema uomo –
macchina.
Anche perché l’estrema variabilità dei parametri produttivi (caratteristiche della terra,
usura dello stampo ecc) richiede, nonostante il livello di automatizzazione della pressa, un
intervento costante della componente umana del sistema.
4.3 L’interazione operatore – pressa
Nel capitolo 3 abbiamo fatto un’analisi delle interfacce della pressa, vedremo in seguito
quali sono le modalità secondo cui il pressista interagisce con esse, e cioè con il computer e
la tastiera di comando della macchina.
Come si è detto questa parte dell'indagine si basa sia sulle interviste (a pressisti e
responsabili di reparto) che sulla osservazione diretta di tre pressisti al lavoro; due dell’
azienda Beta (un senior ed uno junior) e uno di Gamma.
L'indagine si focalizza soprattutto sugli aspetti cognitivi della interazione, ma è stata
effettuata anche una breve analisi degli aspetti posturali e biomeccanici, della sicurezza e la
salute sul lavoro.
4.3.1 GLI ASPETTI COGNITIVI
L’ ergonomia degli aspetti cognitivi della interazione uomo – macchina considera il
contenuto delle informazioni e le modalità con cui le informazioni vengono presentate
all’utilizzatore (attraverso il monitor del computer e la tastiera di comando) e le modalità in
cui l’operatore - dopo aver interpretato le informazioni ricevute - decide ed agisce attraverso
i dispositivi di comando della macchina.
Le considerazioni che seguono rappresentano solo degli spunti d’analisi basati sul
confronto tra i dati rilevati dallo studio del manuale d’uso della macchina e
dall’osservazione diretta dei pressisti al lavoro, con i criteri di riferimento maggiormente
significativi e consolidati nella letteratura sul tema . Un’analisi approfondita richiederebbe,
infatti, l’effettuazione di test di usabilità con un campione significativo di utenti ed in
condizioni sperimentali scientificamente adeguati.
Nel caso specifico della nostra indagine è stato chiesto agli operatori di descrivere e di
simulare al computer le operazioni più frequenti e significative previste dalla propria
mansione; che consiste essenzialmente in una verifica periodica della qualità delle piastrelle
e nella successiva azione sul computer e\o la tastiera di comando della pressa per risolvere
eventuali problemi di non conformità.
In teoria i pressisti possono accedere a tutte le pagine del software, in realtà, come
vedremo, utilizzano quasi esclusivamente alcune delle pagine della colonna 1 e 2 nel menu
principale nell’ambito delle seguenti operazioni: verifica delle caratteristiche dello spessore,
della superficie e dei bordi della piastrella; gestione dei messaggi di allarme forniti dalla
pressa.
Analizziamo adesso sinteticamente 3 parametri dell’usabilità del software (la
21
navigazione, la presentazione dell’informazione e la modalità di comunicazione dei
messaggi) in connessione con le operazioni più frequenti effettuate dagli operatori sulla
pressa.
4.3.1.1 La navigazione
Nell'ambito delle caratteristiche della navigazione del software considereremo in modo
sintetico i seguenti aspetti: il menu, l'interazione con il sistema, i comandi.
a. Il menu
Il menu principale presenta delle buone caratteristiche, in termini di usabilità, per
quanto riguarda aspetti come la collocazione di tutte le opzioni nella stessa schermata, la
coerenza logica dell'ordine delle pagine rispetto alle loro funzioni; risultano più critici,
invece, aspetti come la profondità degli alberi del menu (le singole colonne, infatti,
superano le cinque opzioni), il fatto che non si tenga conto della frequenza d'uso delle
singole pagine da parte degli utilizzatori.
La presenza di un surplus di opzioni presenti nel menu principale rispetto a quelle
realmente usate dai pressisti è uno degli aspetti maggiormente messi in evidenza nelle
aziende ceramiche, soprattutto da parte dei responsabili di reparto dell'azienda Gamma.
Nel menu principale, infatti, sono presenti cinque colonne-alberi per un totale di 27
pagine-opzioni; il conduttore della pressa usa quasi esclusivamente alcune pagine della
prima colonna (quelle per la visualizzazione dei dati, di solito la n.0 e la n. 1) e alcune della
seconda colonna ( la pagina B per l'impostazione dei dati di frenatura della traversa, la
pagina D per i dati relativi al ciclo di pressatura, la pagina F per l'impostazione dei dati dell’
estrattore proporzionale).
All'interno di queste pagine, però, il pressista agisce solo su una parte minima di
parametri, quelli, cioè, strettamente connessi con le operazioni di verifica della qualità delle
piastrelle.
Il pressista, infatti, va nella pagina B per agire solo sui parametri dello spessore delle
piastrelle, nella pagina D per variare i valori della deareazione (nel caso di presenza di
sacche d'aria sulla superficie), nella pagina F per impostare il valore "extra corsa punzonisi” per la pulizia dei tamponi dello stampo.
In sostanza, quindi, la scelta dei progettisti è stata quella di collocare nello stesso menu
e all'interno delle stesse pagine sia i parametri per l'impostazione dei programmi relativi alla
produzione delle diverse tipologie di piastrelle, che quelli usati dai pressisti nella loro
quotidianità lavorativa.
È vero che in fase di progettazione sono stati definiti diversi profili di utenti, con
relative password, per l'accesso alle diverse colonne e pagine nel menu; nei fatti, però, nelle
aziende non è stata installata nessuna password e, in ogni caso, anche la password di livello
1(prevista per il pressista) permette l'acceso a tutti i parametri di impostazione dei dati del
programma.
Si tratta di un punto sicuramente critico rispetto ai criteri ergonomici di presentazione
delle informazioni, che risulta, però, problematico rispetto ai criteri della crescita
professionale e della qualità del lavoro del pressista.
La presenza di un surplus di informazioni se da un lato rende sicuramente più difficile,
soprattutto per un nuovo assunto, sia l'individuazione che la comprensione di quelle più
usate; dall'altro la possibilità di accedere a tutte le pagine nel menu può essere per
l'operatore uno stimolo per conoscere degli aspetti del software che vanno oltre la sua
mansione strettamente intesa.
Un'ipotesi potrebbe essere quella di progettare una colonna specifica con i parametri
relativi alle operazioni più frequenti effettuate dal pressista, senza installare nessuna
password; in questo modo anche un pressista appena assunto potrebbe accedere senza
22
difficoltà ai parametri necessari per lo svolgimento della propria attività e,allo stesso tempo,
poter " curiosare " nelle altre pagine del menu.
La reazione rispetto a questa proposta nelle due aziende ceramiche è stato di segno
opposto.
I responsabili di Beta la considerano poco utile perché può ridurre gli stimoli verso
l’apprendimento di nuove conoscenze per l'operatore e, quindi, limitare anche le sue
possibilità di crescita professionale; i responsabili di Gamma ritengono, invece, che la
presenza di pagine specifiche per il pressista non compromette la crescita professionale,
rende più facile l'apprendimento dell'uso della macchina, e riduce gli errori. In entrambe le
aziende i pressisti hanno ritenuto poco utile la proposta sia perché potrebbe tradursi in una
possibile fonte di limitazioni alle proprie possibilità di accesso, sia perché si ritengono
abbastanza esperti del software della pressa e , quindi, non temono di fare errori.
Bisogna notare, però, che la simulazione dei compiti da parte di un lavoratore che
operava sulla pressa da due mesi nell'azienda Beta, ha avuto esiti nettamente negativi; il
pressista, infatti, non era in grado di agire su nessuna delle pagine nel menu.
Questo dimostra che, spesso, l’enfasi sulla valorizzazione delle risorse umane, può
ridursi solo ad una filosofia gestionale se non si traduce in un impegno effettivo per la
crescita professionale dei lavoratori.
Un vero percorso di crescita deve includere un percorso formativo efficace, sia teorico
che pratico, in modo da fornire al lavoratore gli elementi di conoscenza adeguati per
cogliere la logica di funzionamento della macchina e poter agire su di essa in modo
autonomo; il percorso di apprendimento diventa più agevole se, insieme alla formazione,
l'operatore trova nelle interfacce le informazioni necessarie che lo guidano nell'uso della
macchina.
(Responsabile tecnico Gamma)
”Mi sembra che il conduttore di fronte ad un software con tutti quei valori possa
avere timore e quindi chiama il responsabile, anche se si tratta di una
sciocchezza …paura di provocare qualche danno…Volevo dire che anche nel
menu principale, se le diverse pagine invece di essere con le icone ci fosse una
scritta, ad esempio per andare nella pagina dello spessore, il conduttore deve
sapere che è la pagina con l’icona della traversa. Se invece trovasse una pagina,
già nel menu principale, in cui trova scritto: spessore, sarebbe molto più
semplice. Perché spesso vedo i nuovi conduttori che prima di provare la pagina
giusta su cui devono agire provano su varie pagine…. sarebbe utile individuare
una finestra che è quella più usata dal conduttore in cui lui si trova quelli che
sono i parametri più usati, e renderla molto facile da individuare nella pagina
del menu… tutti quei dati in più…non servono a niente, servono solo a far
crescere gli errori, la confusione ed il timore di sbagliare per il conduttore..”
(Intervistatore)
Potrebbe essere utile avere pagine specifiche solo con i valori che il pressista
usa per il 90 %?
(Caporeparto Beta)
“Si. Il pressista si trova delle pagine con il 70 % delle informazioni che non usa
mai….però…serve avere delle pagine con più dati, anche se vengono usati poco,
perché con il tempo li guarda, s’incuriosisce e capisce cosa sono…. Se si fanno
pagine distinte con i valori più usati, l’operatore non li vede mai , non apprende
e, quando serve , non li sa usare.”
(Pressista giovane Beta)
23
“Svolgo questo lavoro da 2 mesi… Svolgo funzioni di controllo sulle piastrelle ,
la terra nel tramoggino, agisco poco sulla macchina.”
(Intervistatore)
“Se lo spessore della piastrella non è adeguato?”
(Pressista giovane Beta)
“Non mi ricordo più come si fa (intanto sfoglia le pagine del menu)…. Alcune
cose me le ricordo altre no…..Nel caso dello spessore…. Non mi ricordo.”
(Intervistatore)
Se si verificano delle bolle d’aria sulla superficie?
(Pressista giovane Beta)
“Dipende dalla terra troppo umida, ma non so dove agire sul pc. Mi occupo
della pulizia pressa , misuro lo spessore. Ma non agisco sulla macchina.”
b. L’interazione con il sistema
A livello di dispositivi per l'interazione con il sistema risulta abbastanza agile l'uso di
mouse e tastiera, è chiara l'indicazione della posizione del cursore; sembra poco chiara,
invece, la possibilità per l'utente di visualizzare la posizione in cui si trova rispetto all'albero
di navigazione.
Si tratta di un aspetto che non abbiamo avuto modo di verificare bene sul computer ma
che viene segnalato da un pressista.
(Intervistatore)
“Come fa per conoscere la posizione quando siamo all’interno di una pagina?
(Pressista Gamma)
(il computer) non te lo dice, io lo so perché lo so...”
b1. I comandi
Lo spostamento sia tra le colonne che tra le pagine all’interno di una stessa colonna
risulta abbastanza intuitivo e può essere effettuato attraverso tre modalità:la freccia del
mouse, i tasti funzionali (F5 per spostarsi tra le colonne, F6 all’interno di una colonna),
digitando la lettera o la cifra riportata a fianco del pulsante con l’icona della pagina
interessata.
La navigazione viene notevolmente facilitata dal pulsante (F3) che permette il ritorno
rapido al menù principale e da quello (F4) per tornare alla pagina precedente; utile anche il
fatto che i comandi attivi siano differenziate dal punto di vista grafico da quelli non attivi.
Per quanto riguarda la tipologia dei comandi è da segnalare che di molti dei tasti
funzionali della barra dei pulsanti, situata nella parte inferiore del monitor, il pressista non
conosce il significato e, quindi, non li usa mai. È il caso, ad esempio, del tasto " 88 " che
dovrebbe servire per evidenziare le modifiche effettuate rispetto ad un programma in una
pagina specifica; il tasto F2 che permette di andare nella pagina " arresti " in cui l'operatore
può specificare il motivo per cui è stata fermata la macchina; il tasto F9 che dovrebbe essere
usato dagli operatori per lasciare un messaggio ad un collega. Il fatto che questi pulsanti non
vengano usati può dipendere da un lato da carenze al livello di formazione degli operatori,
dall'altro dal fatto che gli stessi pulsanti non forniscono indicazioni sufficienti sul significato
24
della loro funzione.
Il criterio fondamentale infatti dell'usabilità nelle interfacce, è proprio il fatto che
forniscano degli stimoli ( le affordance) sulle loro funzioni e al contempo stabiliscano delle
limitazioni nel loro uso per ridurre la possibilità dei fare errori.
Ma il punto più critico del software è il fatto che non ci sia un comando che, in caso di
errore, permetta di annullare l'ultima operazione effettuata; si tratta di uno dei requisiti
fondamentali per la flessibilità e la reversibilità di un sistema rispetto alle azioni compiute
dall'utilizzatore.
(Intervistatore)
“questo pulsante sotto la pagina con il numero 8 8, a cosa serve?
(Pressista Gamma)
non lo so”
4.3.1.2 La presentazione delle informazioni.
Risultano ergonomiche le caratteristiche della intestazione delle pagine, visibile sia per i
caratteri usati che per la collocazione sempre nella medesima area della schermata; buona
anche la visualizzazione dei dati rispetto al fatto che le informazioni su uno specifico
argomento sono collocate in una stessa schermata; risulta abbastanza chiara anche la
capacità evocativa delle immagini usate. I colori delle pagine rispecchiano abbastanza i
requisiti standard previsti e cioè: colori tenui per aree di grandi dimensioni ( lo sfondo della
schermata), colori brillanti per oggetti di piccole dimensioni su cui si intende attirare
l’attenzione ( i valori numerici dei vari parametri).
Il punto critico, di cui abbiamo già parlato a proposito del menu, è il fatto che all'interno
di una stessa pagina ci sia molto più delle informazioni realmente necessarie per il
conduttore;
la ricerca dei parametri su cui agire risulta difficile per l'operatore per il fatto che non
sono evidenziati rispetto agli altri dati presenti nella pagina.
Il pressista, quindi, non solo deve sapere qual’è la pagina del menu in cui si trovano i
parametri che gli servono, ma, all'interno della stessa pagina, deve individuarli tra una
gamma notevole di valori che, nella sua quotidianità lavorativa, non usa quasi mai.
Per modificare, ad esempio, i dati relativi allo spessore della piastrella, deve andare
nella pagina B in cui trova una serie di dati relativi alla pressatura della traversa sia in
discesa che in salita ( spazio di frenatura, posizione impatto, ecc.).
Se nella pagina B, la ricerca dei valori dello spessore è facilitata dal fatto che sono
collocati
all’interno di una finestrina, la situazione è più complessa riguardo ai parametri per il
tempo di deareazione nella pagina D; in questo caso, infatti, i dati sono collocati all’interno
di un'unica finestra in cui abbiamo circa 45 finestrine con i dati relativi alle pressate e circa
16 finestrine relative ai tempi di deareazione; tutti i dati presenti nella pagina hanno lo
stesso tipo di carattere, colore, dimensione ecc.
Si tratta di interfacce in cui circa il 90% dei dati servono per l'impostazione del
programma (la ricetta) per la produzione di una specifica tipologia di piastrelle; dati, cioè,
che vengono usati quasi esclusivamente dai responsabili di reparto nelle fasi in cui si cambia
un lotto di produzione.
Rispetto ai criteri di base, quindi, della ergonomia dell'interazione arte fatto-utente,
25
fondata essenzialmente sulla conoscenza esterna presente nelle interfacce; quella, cioè, che
fornisce all'utilizzatore stimoli sul significato e sulle possibilità di azione (le affordance) e lo
guida attraverso le limitazioni al suo agire, le pagine del menu del software della pressa
risultano poco usabili per il conduttore.
Ribadiamo, quindi, la validità dalla proposta di progettare delle pagine specifiche con i
parametri relativi alle operazioni più frequenti del pressista o, almeno, evidenziarli in modo
chiaro all'interno delle pagine.
La progettazione di una colonna specifica con le funzioni del pressista, un livello
intermedio tra la colonna 0 e la 1, sarebbe utile soprattutto per i nuovi assunti e per le fasi,
come turni festivi e notturni, in cui l'operatore si ritrova solo con la pressa.
Anche perché dalla osservazione diretta del conduttore al lavoro, abbiamo rilevato che
la frequenza con cui bisogna agire sul software è abbastanza elevata ( almeno una volta ogni
15 minuti); non è pensabile quindi, anche solo nei primi mesi di attività di un pressista, che
chiami il responsabile ogni volta che si verifica un problema sulla piastrella o sulla pressa.
Delle interfacce più usabili, quindi, oltre a ridurre il livello di frustrazione di un
operatore nuovo assunto, per il fatto di non essere autonomo nella risoluzione almeno dei
problemi più frequenti, può avere degli effetti positivi anche sull’efficienza e l'efficacia
produttiva dell’azienda.
“(Intervistatore)
Ogni quanto tempo si effettuano i controlli dello spessore, della superficie della
piastrella ecc.?
(Pressista Gamma)
se tutto va bene ogni 15-20 minuti… altrimenti devi ripulire e controllare quasi
di continuo..
(Intervistatore)
quali sono le pagine che usi più spesso?
(Pressista Gamma)
io lavoro specialmente su questi valori qui nella pagina B…. Questi altri dati
della pagina B li usa il capo pressa..
(Intervistatore)
ma a cosa servono?
(Pressista Gamma)
Bo!, lo so però non li ho mai usati..Oltre alla pagina B, uso spesso la pagina 1
(della colonna di visualizzazione).
(Intervistatore)
li vari tu questi dati
(Pressista Gamma)
credo di averlo fatto solo una volta, lo fa il capo pressa….. Questa velocità
dipende dal tipo di formato che si fa …. Credo…. Comunque lo fa sempre lui
(Intervistatore)
Di questi dati presenti nella pagina F cosa ti serve?
(Pressista Gamma)
… posso usare il parametro extracorsa punzoni per esempio quando si verificano
dei problemi sulla superficie della piastrella, scatole etc….Si… andiamo pagina
D… qui abbiamo la deareazione.. Se adesso, per esempio, mi fa degli scatoloni…
(Intervistatore)
Nella pagina D agisci solo su questo parametro della deareazione
26
(Pressista Gamma)
esatto...
(Intervistatore)
cosa sono tutti questi altri numeri presenti nella pagina D
(Pressista Gamma)
non lo so”
In riferimento alle modalità di presentazione dell'informazione un altro aspetto che
potrebbe essere migliorato è la pagina (K) in cui viene fornito un istogramma sulle fermate
della pressa.
In questa pagina l'utilizzatore trova le informazioni sulle cause degli arresti, la
frequenza e la durata; manca, però, il periodo di riferimento complessivo. Si tratta di un dato
che potrebbe essere molto utile, sia per il conduttore che per le altri utilizzatori, per capire
quali sono, in un determinato periodo, le cause più frequenti degli arresti della pressa ed
elaborare delle strategie per trovare delle soluzioni. A conferma della validità di questa
proposta il fatto che l'utilizzatore ( di solito il capo pressa o il capo reparto) per conoscere il
periodo di riferimento delle fermate deve andare nella pagina (J), in cui però deve sfogliare
tutto l’elenco generale degli arresti; un istogramma con il periodo di riferimento, invece,
fornisce in modo sintetico e in una stessa schermata le informazioni necessarie.
“Intervistatore
Per sapere quali sono state le cause di errori che hanno provocato gli arresti
della pressa negli ultimi mesi?
Capopressa Gamma
vado nella pagina J
Intervistatore
potrebbe essere utile se nella pagina K si fosse anche il periodo di riferimento?
Capopressa Gamma
sarebbe utile…”
Un problema di una certa rilevanza segnalato con forza dagli utilizzatori è il fatto che i
dati del disco fisso del computer della pressa non possono essere salvati su un altro
supporto, oppure stampati; in realtà si tratta di opzioni che i progettisti di Alfa hanno
previsto, ma che nelle due aziende ceramiche non sono state installate.
Si tratta di una carenza di un certo livello se si tiene conto del fatto che l'impostazione
dei programmi per la produzione delle diverse tipologie di piastrelle ( le cosiddette ricette),
viene effettuata sia sulla base di parametri standard, che sulla base di valori ricavati da una
serie di tentativi empirici per adeguare il software alla variabilità dei fattori produttivi (
caratteristiche della terra).
Una eventuale rottura del disco fisso del computer della pressa sarebbe, quindi, un
grosso danno per l'azienda; proprio per evitarlo, infatti, i responsabili di reparto sono
costretti a trascrivere a mano su un foglio di carta i valori relativi alle singole " ricette ".
“Intervistatore
se volessi raccogliere i dati dal computer della pressa per metterli su un
dischetto….
Capopressa Gamma
non lo posso fare…. Di fatti io avrei piacere anche che fosse possibile
stamparli… ma i dati restano lì, restano nel computer dalla pressa..
Intervistatore
quella della stampante è una possibilità che la pressa permette
Capopressa Gamma
27
A si ….. Perché se fosse possibile io vorrei salvare i programmi che stiamo
facendo per le varie tipologie e di prodotto…. Perché se il disco rigido dal
computer si rompe io perdo tutti i lavori dei vari programmi che ho fatto….se si
dovesse rompere il disco fisso, siamo fermi…. Di fatti io sono sempre lì con un
foglio è una penna per scrivermi i valori dei vari programmi….. in mancanza
d’altro….in questo modo sono sicuro di non perdere i dati”
4.3.1.3. La presentazione dei messaggi
Per quanto riguarda i messaggi di errore è sicuramente positivo il fatto che siano
collocati sempre nella medesima area della schermata che messaggi siano sintetici e precisi;
meno efficace risulta, invece, la spiegazione sulle modalità di recupero dell'errore.
Analizziamo, ad esempio, il caso in cui la macchina si è fermata perché lo scostamento
dello spessore della piastrella supera la soglia limite di 0,4 millimetri: sul monitor compare
sulla scritta " scostamento spessore >0.4 mm” preceduta da un codice numerico.
L'operatore trova la spiegazione del messaggio solo sul manuale cartaceo in cui si dice:
“è stato rilevato un errore... se lo spessore rilevato non corrisponde a quello reale,
controllare l’encoder traversa, il suo fissaggio meccanico, la scheda EIA ecc.”
Potrebbe essere utile, al riguardo, fornire prima di tutto la spiegazione in linea, tenendo
conto della difficoltà con cui vengono letti i manuali cartacei, e scriverla in un linguaggio
chiaro e semplice. In sostanza l'operatore quando compare il messaggio di allarme,
dovrebbe solo premere un tasto
( oppure digitare il codice relativo) e trovare sul monitor una spiegazione semplice delle
operazioni che deve effettuare per risolvere il problema.
In questo modo l'utilizzatore , oltre ad accrescere il proprio livello di autonomia
d'azione, può essere facilitato nell'apprendimento sia della soluzione dei problemi specifici
che della struttura e la logica di funzionamento della macchina.
Questa proposta di un manuale in linea in linguaggio semplice, ha trovato consenso tra
tutti i soggetti intervistati nelle due aziende.
“Intervistatore
parlando invece dei messaggi di allarme?
Capopressa Gamma
quelli (i pressisti) che sono qui da tempo sanno che cosa significa….. E sanno
anche cosa fare… i conduttori nuovi invece, fanno solo reset e riavviano la
pressa che però si ferma dopo una sola pressata … e mi chiama..
Se la pressa rileva uno spessore oltre i quattro decimi si ferma…. questo è un
caso in cui il conduttore riesce a fare lui da solo... Vicino al messaggio si trova
un codice, il conduttore sulla base del codice dovrebbe andare a leggere sul
manuale cartaceo quali sono le possibili soluzioni…..
Intervistatore
sul manuale c'è una spiegazione delle operazioni che il consultore deve
svolgere?
Capopressa Gamma
diciamo che nella spiegazione sul manuale sono espresse delle comunicazioni
che non sono alla portata del conduttore… il conduttore se legge queste
spiegazioni non capisce nulla…quindi il conduttore può sapere cosa fare per
risolvere questo problema solo se gli è stato già detto da me
Intervistatore
Se, ad esempio, sul monitor quando compare un messaggio di allarme, il
conduttore premendo un tasto avesse una spiegazione in video espressa in modo
molto chiaro, quindi non con un linguaggio tecnico .. potrebbe essere utile?
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Capopressa Gamma
sarebbe una bella cosa…. Avere una risposta in linea per capire quali sono le
cause e dove bisogna mettere le mani”
“Intervistatore
potrebbe essere utile il fatto che quando quando compare un messaggio di
allarme, premendo un tasto pure facendo il codice, il conduttore possa sapere
quali sono le cose da fare per risolverlo?
Pressista Gamma
porca miseria.... Potrebbe essere utile anche per andare a rileggere ed essere
sicuri di quello che si deve fare.. Sarebbe buono si si...”
Caporeparto Beta
Il manuale in linea è solo per indice non c’è un motore di ricerca. Se il pressista
non sa già in quale pagina andare per variare un parametro deve sfogliare tutto
il manuale in linea; che è come il cartaceo. Sarebbe utile un help interattivo, ad
es. nei casi in cui il pressista deve risolvere il problema della piastrella sporca e
agire su parametri più complessi dello spessore come la salita traversa;
soprattutto nei turni notturni e festivi.
4.4 La salute e la sicurezza del lavoro
Le presse sono dotate dei dispositivi di sicurezza intrinseca, previste dalle normative di
riferimento, per evitare infortuni che possono essere causati da avviamenti accidentali o da
eventuali contatti degli operatori le parti pericolose della macchina (organi in moto,organi di
lavoro, parti elettriche ecc). Sono state adottate anche delle misure per ridurre la percentuale
di agenti inquinanti come la polvere ed il rumore; misure, però, la cui efficacia dipende
molto dalle modalità in cui le macchine vengono usate nelle aziende ceramiche.
La pressa in se è dotata di un impianto di aspirazione che, però, agisce solo vicino allo
stampo, e non riesce, quindi, a captare la polvere che si produce, ad esempio, sul carrello di
alimentazione della terra.
Alcuni accorgimenti efficaci per integrare il sistema di aspirazione e ridurre la
dispersione delle polveri sono stati adottati nell'azienda Gamma; si tratta di misure che non
riescono, comunque, a risolvere il problema di un'attività che, proprio perché si compatta
della terra, è caratterizzata da un microclima con una percentuale piuttosto elevata di agenti
inquinanti.
Il problema della presenza della polvere viene aggravato dalla difficoltà ad effettuare le
operazioni di pulizia della pressa, dovuta alla carenza di spazio ed alla scarsa accessibilità
delle parti da pulire, soprattutto al livello del carrello di alimentazione, che costringe
l'operatore ad assumere delle posture scomode.
Si tratta di carenze abbastanza diffuse nelle macchine per l'industria, imputabili sia alla
scarsa conoscenza dei progettisti sulle operazioni che gli utilizzatori effettuano nella loro
attività lavorativa, che ad una filosofia progettuale focalizzata prevalentemente sulle
caratteristiche di efficienza produttiva nelle macchine e non sulla facilità e la comodità
d’uso.
“Direttore tecnico Gamma
Abbiamo cercato di risolvere il problema della polvere con accorgimenti che
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evitano la dispersione e convogliano le polveri in raccoglitori e nei punti dove è
più facile pulire: tramogge, condotti e contenitori…..Per migliorare il
microclima.”
“Pressista Gamma
… è molto scomodo andare a pulire sotto la pressa, sotto al carrello... io oggi ho
male alla schiena male al ginocchio e quindi faccio fatica
Intervistatore
cosa si potrebbe fare per rendere più comoda questa operazione?
Pressista Gamma
dovrebbe esserci più spazio per andare sotto in modo agevole... un'altra cosa
molto molto molto scomoda è pulire alla sera quando finisci il turno... devi
smontare la griglia e pulire il ripiano lì sopra (stiamo parlando del carrello),
pulire sotto alla pressa... è molto scomodo... perché bisogna andare lì sotto”
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5. Il seminario con i progettisti delle presse.
L'esposizione dei risultati dell'indagine ha fornito stimoli interessanti sia per i
progettisti che per il ricercatore. I progettisti hanno riconosciuto la validità di quasi tutte le
modifiche delle interfacce proposte ed hanno fornito ulteriori informazioni sui loro criteri di
progettazione.
Hanno precisato, ad esempio, che alcuni dei feedback sulle caratteristiche degli
utilizzatori delle presse le ricevono dall'ufficio commerciale e dai risultati del laboratorio
interno di ricerca e sperimentazione dei prototipi.
È stato sottolineato il fatto che la carenza di un'adeguata formazione degli utilizzatori
provoca sia una scarsa valorizzazione delle potenzialità della macchina che un decadimento
della qualità della produzione ceramica.
I progettisti si sono dimostrati molto interessati alle citazioni delle testimonianze tratte
dalle interviste agli utilizzatori, a prova di una loro forte curiosità a conoscere gli effetti che
la loro
" creatura " può avere sui soggetti che vi lavorano quotidianamente.
Nel corso della esposizione sono state espresse perplessità sulle possibilità tecniche di
realizzare alcune delle modifiche proposte ed è stata espressa l'esigenza di approfondire
l'indagine su un campione più vasto di aziende.
L'esito di questo incontro finale testimonia la validità di indagini ergonomiche per
fornire ai progettisti informazioni più articolate sul contesto aziendale, le caratteristiche
degli utilizzatori delle operazioni che concretamente devono effettuare sulla macchina.
Informazioni fondamentali per il passaggio da sistemi uomo-macchina a sistemi uomo –
uomo; in cui, cioè, il progettista interagisce direttamente con l'utilizzatore.
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Conclusioni
L'indagine ha messo in evidenza due punti chiave: la carenza delle informazioni dei
progettisti sulla realtà in cui le macchine vengono usate, l’inadeguatezza della formazione
per gli utilizzatori;
da questi due aspetti derivano quasi tutte le criticità rilevate nell'analisi.
La pressa è stata progettata per funzionare ad un livello elevato di automatizzazione,
questo, però, è in conflitto con la forte variabilità dei fattori produttivi per la realizzazione
delle differenti tipologie di piastrelle; risulta difficile, quindi, la stesura di procedure per
l'elaborazione di programmi che tengano conto della variabilità di aspetti come le materie
prime, l'usura dello stampo ecc.
In un simile contesto, allora, diventano fondamentali le conoscenze degli utilizzatori sia
sulla logica di funzionamento delle macchine che le caratteristiche tecniche del prodotto;
conoscenze, però, che possono essere acquisite solo con un percorso formativo adeguato.
Nel caso specifico delle aziende ceramiche collocate nello stesso territorio dell’azienda
produttrice, si verifica anche un meccanismo di delega nei confronti dei tecnici
dell'assistenza per la soluzione dei problemi relativi al funzionamento delle macchine;
fattore che determina una scarsa attenzione non solo verso la formazione del pressista, ma
anche di quella del soggetto che dovrebbe fungere da responsabile tecnico dell'azienda.
Una conoscenza approfondita da parte dei progettisti della realtà di utilizzazione della
pressa per la realizzazione di interfacce più usabili, associata ad un percorso di formazione
che fornisca agli utilizzatori gli elementi sufficienti per cogliere la logica di funzionamento
della macchina; sono i fattori che potrebbero creare un circolo virtuoso con ricadute positive
sia sulle performance produttive che sulla qualità della vita di lavoro dei pressisti.
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Bibliografia
1. Dispense del master in ergonomia (anno 2000-2001) del Politecnico di Torino:
•
Relazione tra sviluppo tecnologico e condizioni di lavoro; Francesco Novara
•
La progettazione dei sistemi informativi; Alessandra Re
•
Progettazione degli spazzi di lavoro; Enrica Fubini
•
Procedure di analisi del lavoro; Enrico Gaia
•
Aspetti ergonomici di posti di lavoro e attrezzature industriali; Alessandro Baracco
•
Progettazione e valutazione dei siti Web; Laura Farinetti
•
Sistemi uomo-macchina; Enrica Fubini
•
Valutazione di usabilità di prodotti e sistemi; Antonella Roella
2. Il lavoro a misura d'uomo; Etienne Grandjean, Ed. Comunità, Milano, 1986
3. Ergonomia per psicologi; Alessandra Re, ed. Raffaello Cortina, Milano, 1995
4. La qualità dell'interazione uomo-computer; Giuseppe Mantovani, ed. IL Mulino, Bologna
1991
5. Le cose che ci fanno intelligenti;Donald Norman, ed. Feltrinelli, Milano, 1995
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