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Il testo completo dell’intervista
Paolo Grossi, direttore dell’IIC di Stoccolma, è nato nel 1956 a Torino, dove si è
laureato in letteratura italiana. Ha poi conseguito il dottorato in lingue romanze
all’università francese di Caen. Grossi ha lavorato alla società Olivetti di Ivrea e,
come consulente culturale ed editoriale, in diverse aziende e case editrici italiane. Ha
insegnato nei licei italiani e alle università di Uppsala e di Caen. Ha pubblicato studi,
in italiano e in francese, sulla letteratura italiana moderna e contemporanea.
Quali sono le principali attività dell’IIC di Stoccolma?
L’edificio che dal 1958 ospita l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma è stato
progettato e realizzato da uno dei più illustri architetti e designer italiani, Gio Ponti,
con la collaborazione di Pier Luigi Nervi e l’assistenza di Ture Wennerholm e di
Ferruccio Rossetti. Meta frequente di ricercatori, docenti e studenti di architettura
provenienti da ogni parte del mondo, l’Istituto non si distingue solo per l’originalità
delle sue forme architettoniche, ma anche per l’integrale conservazione degli arredi
originali, disegnati personalmente da Gio Ponti : lampade, divani, tende, tavoli, sedie,
scaffali, poltrone, costituiscono oggi un’eccezionale collezione, unica nel suo genere,
del design italiano dell’epoca.
I locali dell’Istituto destinati alle manifestazioni sono :
- l’auditorium, costruito su progetto di Pier Luigi Nervi, con una capienza di
200 posti;
- la sala delle esposizioni, di circa 60 mq.;
- la sala “F. Rossetti”, di circa 30 mq, utilizzata come sala riunioni.
1. Manifestazioni culturali.
L’Istituto organizza ogni anno oltre ottanta manifestazioni nei più diversi settori della
cultura (arte, scienza, musica, letteratura, cinema, teatro etc.) in collaborazione con le
maggiori istituzioni culturali svedesi (Kulturhuset, Conservatorio Reale di Musica,
Museo d’Arte Moderna, Museo dell’Architettura, Museo Nobel, Teatro Reale di
Stoccolma, etc.).
Fra le manifestazioni della stagione 2008/2009 si ricordano, in particolare :
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la mostra dedicata all’architetto Gio Ponti, in occasione delle celebrazioni del
cinquantenario dell’Istituto;
una retrospettiva di film del maestro del documentario italiano, Vittorio de Seta, in
collaborazione con la Cineteca Nazionale svedese;
la prima edizione del Festival del Documentario, Storie dall’Italia (in programma,
una selezione di dieci film degli ultimi anni. Il Festival è stato aperto da un film di
Gianni celati, in presenza dell’autore);
la prima edizione della stagione di concerti di musica contemporanea Maestri italiani,
che ha visto ospiti presso l’Istituto alcuni fra i maggiori compositori italiani
contemporanei, da Luca Francesconi, direttore artistico della Biennale di Venezia, a
Marco Stroppa, docente all’IRCAM di Parigi;
la mostra di moda Notti italiane: oltre sessanta abiti da sera disegnati dai più noti
stilisti italiani, da Capucci a Valentino.
Il Seminario “Letteratura Italiana 2000”, dedicato alla letteratura italiana
contemporanea, cui hanno partecipato alcuni fra i maggiori specialisti italiani e
stranieri (Mario Barenghi, Alfonso Berardinelli, Angela Borghesi, Fabio Gambaro,
Sergio Luzzatto, Martin Rueff, Domenico Scarpa)
Il programma delle manifestazioni dell’Istituto viene reso pubblico attraverso una
lettera di informazione spedita per via elettronica e per mezzo di un bollettino a
stampa, inviato ogni bimestre ad un indirizzario periodicamente aggiornato e
suddiviso per competenze ed interessi culturali. Il sito web dell’Istituto riceve ogni
anno oltre 50.000 visitatori.
2. Promozione linguistica.
I corsi d’italiano sono gestiti dalla Folkuniversitet, in accordo l’Istituto, che assicura il
controllo dell’attività didattica ed effettua la selezione degli insegnanti. Nell’anno
2008 sono state registrate oltre 500 iscrizioni.
3. Servizi.
La Biblioteca dell’Istituto dispone di un fondo di oltre 16.000 volumi, in continua
crescita grazie ad acquisti e donazioni. È frequentata ogni giorno da numerosi lettori,
che possono altresì consultare giornali e periodici italiani e prendere in prestito film in
DVD e VHS.
4. Pubblicazioni.
Da quest’anno l’Istituto pubblica una rivista semestrale bilingue, CARTADITALIA,
dedicata alla cultura italiana contemporanea e distribuita a tutte le istituzioni culturali
svedesi. Creata per promuovere la conoscenza presso il pubblico svedese degli aspetti
più significativi della creatività italiana contemporanea, la rivista presente nelle
biblioteche e viene diffusa attraverso le librerie di tutta la Svezia. Il primo numero,
dedicato al romanzo, ha riscosso un particolare successo ed è stato presentato in Italia
in occasione del Salone del Libro di Torino. I prossimi numeri saranno dedicati alla
poesia, al cinema e al teatro.
5. Borse di studio.
Il Ministero degli Affari Esteri Italiano mette a disposizione ogni anno borse di studio
destinate a studenti che desiderano proseguire i loro studi in Italia.
La Fondazione Lerici, inoltre, ogni anno assegna borse di studio di breve durata per
un valore pari all’80% delle rendite del Fondo gestito dalla Fondazione stessa (anno
2008: 40 borse assegnate). I borsisti selezionati proseguono generalmente i loro studi
in Svezia, occupandosi di ricerca nei settori umanistico e scientifico.
È molto recente l’uscita del primo numero della rivista Cartaditalia. Come è
maturata l’idea di questo progetto di promozione culturale?
L’idea di Cartaditalia è nata dalla constatazione che, per il pubblico colto che vive
all’estero e non ha la possibilità di seguire costantemente sui mezzi di informazione le
vicende della vita culturale e artistica del nostro Paese, è molto difficile orientarsi in
una selva di informazioni spesso disordinate e disparate.
Come è noto, quanto più aumenta la massa di informazioni cui siamo
quotidianamente “sottoposti”, tanto più difficoltoso diventa operare una ragionata
selezione. Di qui, la necessità di offrire una “mappa”, una carta (come il titolo vuole
indicare) di orientamento nei più diversi territori dell’attività culturale, dalla
letteratura alla musica, dal cinema al teatro.
La rivista, sempre rigorosamente bilingue in ogni sua parte, si rivolge perciò al
pubblico degli “operatori culturali” (insegnanti, responsabili di musei, di istituzioni
culturali, bibliotecari, editori, etc.) e colma un vuoto importante dell’informazione qui
in Svezia.
Il primo numero ha suscitato un vivo interesse presso la stampa e, in particolare,
presso l’editoria svedese, molto pigra negli ultimi anni ad impegnarsi in imprese di
traduzione di autori italiani. Avendo già lavorato in Svezia venticinque anni or sono,
come docente di letteratura italiana presso l’università di Uppsala, posso dire che oggi
il panorama editoriale svedese è decisamente peggiorato: la maggior parte delle case
editrici non hanno lettori di italiano e si limitano spesso a leggere traduzioni
dall’inglese o da altre lingue. Di qui il dovere, per chi dirige l’Istituto di Cultura di
Stoccolma, di esercitare un’azione particolarmente incisiva presso l’editoria, inviando
periodicamente volumi e schede di lettura agli editori. Un lavoro faticoso, certo, e
spesso ingrato, ma che lentamente potrà dare i suoi frutti.
La rivista nasce come pubblicazione dedicata alle arti italiane contemporanee.
Qual è, a suo avviso, l’immagine che gli svedesi hanno del nostro Paese?
Questa domanda esige una risposta articolata. La stampa popolare insiste purtroppo,
negli ultimi anni, su alcuni cliché ribattuti (la malavita organizzata, il degrado
ambientale, la corruzione della classe politica). Tuttavia, l’opinione pubblica svedese
ha, in generale, una immagine molto positiva dell’Italia. Per l’eccezionale ricchezza
del suo patrimonio artistico, per le sue bellezze naturali, per il suo clima e, non ultimo
fattore, per la sua cultura gastronomica, l’Italia è amata ed apprezzata dal più vasto
pubblico svedese.
Altro poi è il discorso che va fatto per le élite culturali del Paese, dove si riscontra un
attento interesse alla creatività artistica e culturale contemporanea italiana. Gli
specialisti dei rispettivi settori conoscono bene i nostri maggiori compositori, i nostri
artisti, giovani o più affermati. Prova ne siano, per esempio, le recenti iniziative del
Moderna Museet di Stoccolma, che ha dedicato lo scorso anno una mostra all’arte
italiana fra anni Cinquanta e Sessanta e che, quest’anno, ospiterà Francesco Vezzoli.
O ancora le mostre di opere di due giovani artiste italiane, Rosa Barba e Micol Assale,
che saranno allestite questo autunno alla Bonnierskonsthallen di Stoccolma.
Il primo numero di Cartaditalia presenta dieci nuovi narratori. Da un punto di
vista geograficamente lontano avete scelto, o riconosciuto, un filo conduttore nei
racconti proposti o siamo di fronte a percorsi individuali? Si afferma quindi una
scuola o si tratta di personalità autonome?
La scelta degli autori ha obbedito a vari criteri. In primo luogo, abbiamo scelto autori
mai tradotti in svedese prima d’ora, proprio in coerenza con il nostro obiettivo di
promozione di nuove voci della cultura italiana presso il pubblico svedese.
In secondo luogo, come indica il sottotitolo Dieci scrittori: un Paese, abbiamo cercato
di selezionare autori impegnati a raccontare, seppure in modi tra loro diversissimi, la
storia del nostro Paese in questi ultimi anni.
Ora, si è molto parlato negli ultimi tempi in Italia di un nuovo realismo, di una
narrativa al “servizio del reale”. E si sono portati come esempio i tanti (troppi, a
nostro giudizio) “noir” all’italiana o la recente moda del giornalismo romanzesco. La
scelta di autori proposta dal primo numero di Cartaditalia non si iscrive in questa
direzione. Escludendo le facili e spesso corrive ricette del giallo o dell’inchiesta, si è
inteso invece assegnare particolare rilievo ad opere in cui la conquista di uno sguardo
originale sulla realtà contemporanea si compie sempre attraverso l’elaborazione
coerente e rigorosa di un linguaggio narrativo e di una scrittura dalla forte, spiccata
identità.
Quanto all’identificazione di corrente o di scuole, l’incandescenza stessa della materia
(si tratta di libri usciti negli ultimissimi anni) mi sembra che per il momento non
consenta di azzardare ancora troppo precoci classificazioni.
In questi giorni l'istituto ha anche promosso un ciclo di seminari sul romanzo
italiano nel nuovo secolo. Quali sono le tendenze che vede emergere?
Il seminario Letteratura Italiana 2000 è stata dedicato non solo al romanzo, ma anche
alla saggistica, alla critica letteraria e alla poesia. Studiosi di provenienze diverse si
sono confrontati su una materia ancora in divenire, tracciando percorsi, individuando
linee tematiche, generi e sottogeneri.
Tra i tanti interventi, tutti egualmente stimolanti e coinvolgenti, vorrei segnalare in
particolare quello di Martin Rueff, dedicato alla poesia italiana contemporanea.
Docente di teoria letteraria all’università di Parigi VII e di storia della della filosofia
all’università di Bologna, curatore di un’importante antologia della poesia italiana,
uscita a Parigi pochi anni or sono, Martin Rueff, ha tracciato un articolato quadro
delle più significative tendenze in atto nella poesia italiana oggi. Troppo lungo
sarebbe qui cercare di riassumere un panorama estremamente ricco e suggestivo, in
cui Martin Rueff ha proposto di distinguere almeno quattro grandi orientamenti:
poesia, ri-poesia, neo-poesia, post-poesia.
Ricordo, per concludere, che Martin Rueff sarà il curatore del prossimo numero di
Cartaditalia, dedicato alla poesia italiana contemporanea. L’uscita è prevista in
autunno, fra fine ottobre e primi novembre.
Stoccolma, 17 giugno 2009
Paolo Grossi
Direttore IIC Stoccolma