Associazione Nuova e Nostra
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Nuova e Nostra - N° 8/2009 6 di Roberto Canobbio ATTENZIONE AI CATTIVI GIOCATTOLI amma, me lo compri?”. Quante volte abbiamo sentito questa frase pronunciata dai bambini? Siamo stati tutti piccoli e quindi capiamo l’emozione di trovarsi di fronte all’ambito oggetto del desiderio. Una volta c’erano i bambolotti, le cucine in miniature, i trenini, i calciatori e i soldatini. Ora nelle vetrine regnano i mostriciattoli, i dinosauri, gli eroi dei cartoni animati, i robot oppure le macchinine di formula uno, le moto, senza dimenticarci delle astronavi e degli extraterrestri. Perché non comprarglieli? Che male potrebbe fare un giocattolo? Nulla se è costruito a norma di legge. Ma se pensiamo che ogni anno in Italia si verificano circa 90.000 incidenti causati da giocattoli difettosi, la musica cambia. Per fortuna la stragrande maggioranza degli incidenti si risolve bene, anche se a volte al prezzo di una corsa al Pronto Soccorso con tanto di spavento per il bambino e per i genitori. Colpa delle ditte che costruiscono giocattoli senza curarsi della loro potenziale pericolosità. l grosso del problema è dato dal commercio clandestino proveniente dall’estero, soprattutto dalla Cina. Le Forze dell’Ordine ogni tanto compiono megasequestri che si guadagnano i titoli sui quotidiani. Come ad esempio gli 8.000 pezzi fuorilegge scoperti nei primi giorni del gennaio 2003 dalla Polizia Ferroviaria della Stazione Termini di Roma. Si trattava di oggetti contraffatti (dai pupazzetti dell’Uomo Ragno agli orologini da polso) di produzione cinese, realizzati con materiali scadenti, pronti a invadere il nostro mercato per la festa dell’Epifania, ultimo tradizionale appuntamento con i regali natalizi. Un’operazione lodevole, quella svolta dalle Forze dell’Ordine, come altre verificatesi prima e dopo, che però rappresentano una goccia di giustizia in un mare di illegalità. Anche le ditte europee regolarmente registrate producono, per dolo o per colpa, giocattoli non sicuri. difetti riscontrati nei giocattoli non a norma di legge sono molteplici. Si va dalle anomalie nei circuiti elettrici ai materiali infiammabili che potrebbero “M I I prendere fuoco in presenza di certe condizioni, alle componenti piccole e staccabili (tipo bottoncini, occhi, nasi, teste dei pupazzi) che purtroppo i bimbi più piccoli tendono a mettersi in bocca. Pure il rischio chimico non è da trascurare. In molti giocattoli sono state riscontrate dispersioni di materie nocive all’uomo quali vernici, colle, metalli pesanti e ftalati. Elementi che se vengono no sicurezza giocattoli o “Imq” fornito dall’Istituto marchio qualità. Entrambi i marchi vengono rilasciati dopo aver effettuato severi controlli sulla merce. Gli esperti del settore raccomandano inoltre ai genitori di seguire alcune facili regole: i giochi elettrici sono sconsigliati prima degli otto anni dì età; non dare in mano ai minori di tre anni oggetti minuscoli o con sezioni staccabili e facilmente ingoiabili; evitare di comprare giocatoli che presentino parti appuntite e taglienti; non regalare corde, stringhe lunghe o palloncini sgonfi perché i bimbi sono soliti legarseli attorno al collo. Stare attenti anche ai giocattoli che producono rumori molesti: i piccini hanno un sistema uditivo assai più sensibile e vulnerabile di quello degli adulti. na citazione a parte merita il recente caso delle “Skifidol Puzz”, figurine che raffigurano personaggi trash, dai nomi ributtanti come Aldo Urinocaldo e Bruce Pus, da raccogliere in un album. Le “Skifidol Puzz” sino a qualche mese fa non si limitavano a riportare le facce e le frasi poco edificanti dei loro personaggi, del tipo: “Passo intere giornate prendendo gente a sprangate!” o “Hei, sei tu che meni rogna? Forza, torna nella fogna”. La loro caratteristica principale era quella di emettere una puzza disgustosa in quattro diversi ‘gusti’: vomito, diarrea, uovo marcio e alito cattivo. Sinché la procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulle cartine maleodoranti, accusate di aver provocato malori a 16 bambini della scuola elementare Spinelli del capoluogo piemontese. Premesso che i medici, dopo aver sottoposto i bimbi agli accertamenti di rito, hanno escluso qualsiasi fenomeno di intossicazione. Premesso che la ditta produttrice ha ritirato dal mercato le “Skifidol Puzz” originarie, rimpiazzandole con figurine simili ma senza odori. Premesso altresì che non vogliamo sostituirci ai giudici e quindi non ci espri- U ingeriti o respirati possono procurare seri danni ai piccoli, sia nel breve che nel medio o lungo periodo. Gli ftalati, per dirne una, sono sostanze che, se leccate o succhiate (azioni tipiche nell’infanzia), rischiano di generare malattie, in particolare all’apparato riproduttivo. Ecco perché è importante che i genitori si accertino dell’innocuità del prodotto prima di acquistarlo per i figlioletti. Non vogliamo creare allarmismi, ma tra l’essere un po’ apprensivi e ignorare il problema, è meglio la prima ipotesi. he cosa possono fare papà e mamma per preservare il loro bimbo da brutte sorprese? Innanzitutto acquistare giocattoli che presentino il marchio CE della Comunità Europea, da non confondersi con il marchio Ce che significa “China Export” e non garantisce un bel niente. E’ bene sapere che alcune aziende, oltre a quello obbligatorio CE, presentano ulteriori marchi di affidabilità come “Giocattoli Sicuri” emesso dall’Istituto Italia- C Nuova e Nostra - N° 14/2009 Ditelo a noi 7 di Lia Tommasi STORIE DI BUIO E DI LUCE V oglio spedire a Milano questa puntata con anticipo. E allora, che vi racconto, amici? Tra i vostri ultimi scritti trovo una cartolina dalla Sardegna. Scrive una certa Annamaria, che spero si rifaccia sentire quando leggerà questa nostra pagina. Annamaria ci manda le impressioni ricevute durante una visita a un istituto sardo che assiste giovani ammalati cronici. L’immagine presenta una pagina a quadretti, senza nome, intitolata Raccontami la tua storia: o letto sguardi, occhi attoniti, sorrisi, silenzi… Ho ascoltato storie: storie di morte, di buio, di abbandono… storie di resurrezione, di maledizione, di rassegnazione… Non so la storia di te, bambino, che dalla tua carrozzina tendi la mano; di te, ragazzo, che mi saluti con un gesto; di te, mamma, che premi numeri e lettere; di te, babbo, che sorridi triste; di te, nonno, che reciti la tua poesia; di te, caro Mauro, che per tutti hai dolci parole… Raccontami la tua storia, nel mio cuore c’è posto anche per la tua storia.” egue un dispaccio breve di Isa; è nel suo stile, da quando c’incontrammo ai tempi di Alba e di Fra Nazzareno Fabbretti, che insisteva a testimoniare con i fatti l’amicizia come dono e “ottavo sacramento”. Ricordo lontani incontri nel parco suggestivo di Villa Fonteviva sulle rive del lago Maggiore, prima ancora di altri alle pendici del Sacro Monte di Varese, Isa presente con i numerosi amici di Monza. Passa il tempo, sbiadiscono le foto-ricordo, c’è qualche ruga nuova sui volti che cambiano, ma la luce degli occhi rimane la stessa. “H S miamo su un’inchiesta che, mentre stiamo scrivendo, è ancora in corso. Premesso tutto quanto, non ci pare che il mondo dell’infanzia avesse bisogno di figurine così diseducative. Non siamo assolutamente d’accordo con le parole che il dottor Maurizio Corti, amministratore delegato della Gedis edicola, casa editrice delle figurine, ha rilasciato nell’aprile scorso al settimanale Oggi: “Dalla Tv alla strada, alla famiglia, il cattivo E stamattina arriva un biglietto così: La pace guardò in basso e vide la guerra, “Là voglio andare” disse la pace. L’amore guardò in basso e vide l’odio, “Là voglio andare” disse l’amore. La luce guardò in basso e vide il buio, “Là voglio andare” disse la luce. Così apparve la luce e risplendette. Così apparve la pace e offrì riposo. Così apparve l’amore e portò vita. ella posta c’è anche un libro del Filo Azzurro di Rosetta: Il tassista. E’ il suo ultimo romanzo e premia la fatica di leggere a chi come la sottoscritta ha problemi di vista rallentata dall’età. Un incontro con un ragazzo speciale che vive il suo lavoro come una missione, e inconsapevolmente grazia, nel mondo variegato del quotidiano in cui si muove ogni giorno. re belle lettere di missionari aspettano il turno. E anche il libro che raccoglie le testimonianze degli scolari emiliani. Ricordate? Ve ne ho già accennato, è la raccolta di P. Claudio Mazzoni della Casa di Preghiera di Novi di Modena. Frasi di bambini e ragazzi, piene di stupore dopo l’incontro con la Sindone presentata in parole e note musicali da un giovane uomo che, folgorato interiormente dalla Grazia, ha promesso a se stesso di diffondere la testimonianza dell’evento che ha segnato la sua vita. n’altra lettera di oggi viene dall’Alto Adige: Anna P. manda una poesia dialettale molto bella intitolata “El Cristo de- smentegà”, il Cristo dimenticato. Non è facile tradurre la poesia, lo sapete amici, perde l’incanto: …stava lì da cento e più anni e faceva buona guardia a quei cristiani quando lavoravano e quando dormivano quando nascevano e quando morivano. La poesia racconta del crocefisso di una valle sperduta che si attraversava a piedi o a cavallo, ma il “boom” giunto alle poche case sperdute ha beccato tutti come un ragno… e un “dio” per l’uomo diventò il guadagno… una larga strada al posto dei sentieri e il crocefisso adesso non si vede più dicono che l’han rubato, venduto o spostato ma penso che invece se n’è andato a piantare la croce su un altro dosso dove l’uomo per attraversare la valle va ancora a piedi o a cavallo e una donna, un bambino un contadino passano lasciando un ciclamino o un rododendro rosso come una volta e fanno il segno della croce come davanti al vecchio crocefisso. gusto è il segno dei tempi. Noi non abbiamo una missione educativa, ma di vendita. E lo schifo fa vendere”. e tutti ragionassero come il dottor Corti questo mondo andrebbe ancora più alla deriva di quanto purtroppo ci stia già andando. Il ribrezzo generale in cui versa la società contemporanea non deve rappresentare un alibi per peggiorare ancora di più la situazione. Al contrario dovrebbe indurci ad avere coraggio per andare controcorrente e riscoprire certi valori. Soprattutto quando sono i bambini ad andarci di mezzo. Non pretendiamo che un’azienda a scopo di lucro si trasformi in un modello etico, ma che segua alcune basilari norme morali sì. Neppure la vendita delle figurine dei calciatori è di per sé educativa, ma se non altro non è diseducativa. E questo ci basta. N T U S La nostra catena d’amore Mariuccia di Padova, ti ricordo con tanta riconoscenza, ciao Renata di Intra, altrettanto e così a Milena di Brescia e amiche. Grazie Franca di Lugano, Anna Maria, Stefania e Laura del canton Ticino. Grazie Maria e Bruna, Dina di Comerio e l’altra. Ciao Fedora, Laura Danieli, grazie per le telefonate nei momenti giusti e chiedo scusa a chi non riesce a trovarmi. Alda e Marsilia, grazie!