Lettera di saluto di Giacomo

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Lettera di saluto di Giacomo
Lettera di saluto di Giacomo
Scritto da Administrator
Giovedì 18 Luglio 2013 08:22 - Ultimo aggiornamento Martedì 13 Agosto 2013 10:50
Carissima comunità di Creola, carissimi tutti, in questo giorno, in cui facciamo memoria
dell’apostolo Pietro nostro patrono, provo in poche righe a dirvi il mio grazie per quest’anno
trascorso insieme.
Non vi nascondo la difficoltà e l’emozione di consegnarvi queste parole, perché possono avere
il tono di un addio, ma sono soltanto un arrivederci.
Vi ringrazio perché in quest’anno mi avete fatto sentire uno di voi, e per questo mi sento di dire
che anche questa è la mia parrocchia. Mi avete dimostrato il vostro affetto, la vostra vicinanza.
Ho condiviso con voi momenti forti ma anche feriali. Ho vissuto la fatica e la difficoltà. Mi sono
messo in discussione e ho visto voi farlo con me. Vi ringrazio.
Sento nel mio cuore che umanamente e spiritualmente devo crescere ancora molto, e in
questo mi siete stati compagni e testimoni.
Ognuno di noi porta nel proprio cuore la chiamata di Dio, chi può negarlo a sé stesso? La
chiarezza, io credo, va fatta nella sequela, ovvero nel modo in cui il Signore ci chiama a
seguirlo e a costruire insieme a lui la Chiesa.
Per questo vi chiedo perdono per tutte quelle volte in cui non sono stato all’altezza della
chiamata, se non ho testimoniato con coerenza la missione che il Seminario mi aveva affidato.
Perché prima di tutto ero chiamato a mettermi in gioco e buttarmi e, perché no, deludere e
sbagliare. Diceva il mio padre spirituale che non saremo mai sicuri di essere sulla buona
strada fintanto che non saremo certi di aver deluso qualcuno. Il Vangelo ce lo insegna: non
nascondere il talento per paura di perderlo, ma proprio per non perderlo è bene investirlo,
correndo dei rischi. Non una parte di esso, ma tutto, fidandosi con coraggio. Per questo, per
tutte quelle volte in cui mi sono tirato indietro, inseguendo un folle perfezionismo, vi chiedo
perdono.
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Giovedì 18 Luglio 2013 08:22 - Ultimo aggiornamento Martedì 13 Agosto 2013 10:50
Sento forte, soprattutto in questo giorno, la testimonianza dell’apostolo Pietro. Signore,
Signore, ti seguirò dovunque andrai! Signore, fino alla morte! E poi mi sono reso conto di
avergli voltato le spalle non una, non due ma ben tre volte. Eppure Gesù, Buon Pastore, non
mi chiede quante volte l’ho tradito, ma per quante volte sono disposto ad amarlo e a lasciarmi
amare da lui.
Pietro riconosce, per mezzo della fede che il Padre gli ha donato, che Cristo è il Figlio amato.
Ma, è proprio quella fede che vacilla quando il Signore lo chiama a camminare sul mare in
tempesta. Pietro sa che quando il maestro se ne sarà andato, qualcun altro gli cingerà le vesti
e lo porterà dove non vuole. Però intanto Gesù lo conferma: “Ma tu vieni e seguimi”.
Sento Pietro vicino a me in questo travaglio umano e spirituale. Perché anche la mia salute è
oggetto del mio discernimento vocazionale. Una difficoltà, quella fisica, che mi ha interrogato
perché sembra aumentare proprio quando comincio a forzare le tappe del mio cammino e della
mia sequela. È come se ancora una volta il Signore mi dicesse “Stammi dietro, imprudente!”
così come disse a Pietro quando volle forzare lo scorrere della Grazia.
E allora, le immagini che mi stanno accompagnando in questi mesi e per le quali ringrazio la
provvidenza, che attraverso lo Spirito Santo muove e dirige la storia dell’uomo, sono le
dimissioni di papa Benedetto. Egli ha saputo tirarsi indietro per il suo bene e per il bene della
Chiesa. Nel mio piccolo mi metto in disparte, a pregare e a supplicare il Signore che illumini i
miei passi, per il mio bene e per il bene della mia comunità, per la quale non desidero altro che
il meglio. Ringrazio infinitamente don Emilio, per avermi trasmesso una figura di prete che è
capace di guardare oltre e vivere appieno il proprio ministero, lontano dalla mediocrità e
sempre in ricerca della volontà di Dio.
Ringrazio la preghiera e la sollecitudine delle sorelle e la calorosa accoglienza del Gruppo
Famiglie. Ringrazio i miei carissimi chierichetti, con i quali abbiamo condiviso bei momenti di
divertimento e fraternità. Ringrazio gli animatori, il coretto e tutti i giovani e giovanissimi, che
con la loro simpatia e la loro amicizia, mi hanno dato da vivere bellissimi pomeriggi di attività
pastorale ma anche di svago e riposo.
Vorrei ringraziarvi uno per uno, ma sarebbe troppo lungo, perché, grazie al Cielo, sono tante le
relazioni che ho avuto la bellezza di stringere in quest’anno. Questo vi auguro: restate saldi
nella fede! La bontà del Padre vi manderà un altro chierico, spero più robusto di me, in salute e
con tanta buona volontà. Vi voglio bene e ve ne vorrò in futuro, perché i vostri volti e le vostre
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storie sono state per me un dono del Signore, storie e volti che nel mio domani saranno la
memoria di un anno indimenticabile della mia vita. Vi chiedo perdono se ho sbagliato in
qualcosa, e se qualcosa di buono l’ho fatto, ringrazio il Signore.
Maria possa vegliare su di voi e San Michele custodirvi nella fede.
Vi abbraccio a tutti
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