Dicembre - InformaGiovani Don Bosco
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Dicembre - InformaGiovani Don Bosco
Bollettino formativo/informativo del movimento degli UNIVERSITARI CATTOLICI dell’ATENEO LUCANO Anno 7° - N° 11 (66) – Dicembre 2008 Poste italiane – sped. in A. P. – art. 2 c. 20/c Legge 662/96 – PZ Direttore responsabile: Gerardo Messina COMUNIONE. A CENA COL SIGNORE A sostegno dell’importanza che l’UCAL dà alla sua Messa mensile, offriamo la riflessione che Andrea Gasparino pubblica su “Mondo nuovo” n° 259 (Editrice Elledici). La comunione dovrebbe essere il punto E questo spiega il perché di tanti mi- della Messa che ci trova più impegnati, perché è il momento di un incontro personale con la persona di Cristo. racoli con i quali Gesù ha voluto attirare la nostra attenzione proprio sull’Eucaristia. “ Come quello di Lanciano, di cui vi diamo un breve cenno. In tutti gli altri momenti della liturgia eucaristica abbiamo, per così dire, tutti i fratelli che operano con noi: in un certo senso ci perdiamo in mezzo a loro, la nostra responsabilità sembra in qualche modo divisa con tutti. Nella comunione non è Nell’anno La carne risulta essere parte del miocardio ed esattamente del ventricolo sinistro. Si identificano bene i vasi arteriosi e venosi e un duplice esile ramo del nervo vago. Nel momento del miracolo la carne era viva e poi ha seguito la legge del rigor mortis. così. E’ il momento choccante dell’ a tu per tu con Cristo. Lui che s’incontra personalmente con noi, viene a interpellarci, viene a sceglierci, perché ha da dirci qualcosa di individuale, qualcosa tutto per noi. È anche il momento in cui mi incontro con Cristo, io solo, aiutato da nessun altro che dalla mia solitudine. La sua Parola la riceviamo insieme ai fratelli, un sacerdote ce la porge, tutto ci aiuta a riceverla bene insieme. Nella comunione ci troviamo a tu per tu con lui, ciascuno con le sue debolezze, le sue dissipazioni, le sue indegnità. E’ un momento drammatico e privilegiato. Devo rendermene conto... Una comunione può creare un santo, e in me forse non ha mosso di un millimetro la rotta della mediocrità!”. 750 a Lanciano (Chieti), nell’attuale chiesa di San Francesco, un monaco, letterato nelle scienze del mondo più che in quelle di Dio, mentre celebrava la s. Messa, dubitò che il pane e il vino potessero veramente trasformarsi nel Corpo e Sangue di Gesù. Ma, pronunciate le parole della consacrazione: “questo è il mio Corpo … questo è il mio Sangue”, vide divenire Carne l’ostia e Sangue il vino. Meravigliato e commosso, invitò i presenti a constatare il miracolo, che diventò così di dominio pubblico. Quel pane e quel vino consacrati sono stati oggetto di molteplici studi e analisi scientifiche, anche in tempi molto recenti, che hanno confermato che sono carne e sangue umani. Abbiamo potuto vederli e venerarli due anni fa anche noi dell’UCAL, passando per Lanciano mentre ci recavamo a Pescara per un convegno di universitari. U.C.A.L. – UNIVERSITARI CATTOLICI dell’ATENEO LUCANO Piazza Don Bosco 11 bis, 85100 Potenza Tel. 0971 442709 - 0971 469064 - Cell. 347.8700228 - Fax 0971 445233 e-mail: [email protected] - Quota sociale annuale: € 5,00 Ha tracciato così le linee fondaCari amici, ci presentiamo ancora insieme, Presidente e Animatore spirituale, per suggerirvi alcune riflessioni atte a dare un significato al nostro augurio di BUON NATALE. Un Natale, cioè, che esca dalla mediocrità imposta dal consumismo, dal divertimento ad ogni costo, dalla superficialità del “si è sempre fatto così”. Un Natale la cui celebrazione possa incidere nel nostro spirito, “incidere” nel senso letterale del verbo, cioè “scavare dentro” di ognuno di noi per permettere a Gesù di nascere e fruttificare: dal Bambino del Presepio, al Cristo Salvatore. mentali del nostro progetto di vita, ha acceso la luce sul nostro cammino di credenti. Cormac Mc Carthy ha scritto che “gli uomini vorrebbero essere migliori, ma non sanno come si fa”. San Giovanni Bosco, il Santo dei giovani, è sceso sul piano pratico, con un suggerimento veramente evangelico: “Non tramandate a domani il bene che potete fare oggi”. Come dire: “Ogni giorno è Natale”… Ve lo ricorderà giorno per giorno il calendario-semestrino che anche quest’anno l’UCAL vi offre come segno di amicizia e unità. In un suo recente discorso, il PAPA ha affermato che la vera libertà “si attua nella conformità a Cristo” e non “con l’arbitrio di fare ciò che si vuole” e ha aggiunto: “Essenziale è essere sempre più conformi a Cristo. E’ così che si diventa realmente liberi, così si esprime in noi il nucleo più profondo della Legge: l’amore per Dio e per il prossimo”. E per chiudere, Chesterton: “Il cristianesimo è stato dichiarato morto infinite volte. Ma, alla fine, è sempre risorto, perché Dio conosce bene la strada per uscire dal sepolcro”. Vostri Nino e Don Bruno IL SANTO DEL MESE Per dicembre, QUI UCAL propone di superare la ristretta attenzione a “un” Santo e di aprirsi invece alla visione di GESU’ BAMBINO, il “Santo e chiamato Figlio di Dio” secondo la promessa dell’Angelo. E lo fa rivivendo l’esperienza di Paul Clodel dinanzi al Presepe. Quando e dove è nato il poeta Paul Claudel? È nato il 6 agosto 1868, a Villeneuve-surFère (Aisne), secondo i registri anagrafici. Senza rifiutare questa data e questa località, egli suggerirebbe una diversa registrazione: nato il giorno di Natale, 25 dicembre 1886 a Parigi, nella basilica di Notre-Dame. E si spiegherebbe così: «Ecco come era il giovane infelice che il 25 dicembre 1886 si recò a Notre-Dame di Parigi per assistere all’ufficio di Natale. Cominciavo allora a scrivere e mi sembrava che nelle cerimonie cattoliche, considerate con superiore dilettantismo, avrei trovato uno stimolo opportuno e la materia per qualche esercizio decadente [...]. Stavano cantando ciò che più tardi ho saputo essere il Magnificat. Io ero in piedi tra la folla [...]. In quel momento capitò l’evento che domina tutta la mia vita. In un istante il mio cuore fu toccato e io credetti [...]. Ma era vero? Era proprio vero! Dio esiste, è qui. È qualcuno, un essere personale come me! Mi ama, mi chiama» («Ma conversion», in Œuvres en prose, Paris, Gallimard, 1965, 1.009 s). Nacque dunque alla Vita il giorno di Natale del 1886, in Notre-Dame. Da allora, quel giorno e il mistero che in esso si celebra diventarono un punto di convergenza della sua vita e della sua ispirazione poetica. In realtà tutta la sua opera è un incessante ritorno, sui sentieri più diversi, alla grotta di Betlemme per incontrare il Salvatore e decifrare i segni che, dall’inizio del mondo, lo indicavano. «L’immenso fiume luminoso, la cataratta di profezie, di analogie e di testimonianze» dell’Antico Testamento, tutto confluisce e s’illumina nel Verbo incarnato. (cfr «Un Poète regarde la Croix», in Credo in Dio, Torino, Sei, 1963, 149). Nel volume “La rosa e il rosario” c’è un testo sul Natale nel quale Claudel narra l’evento immaginando di essere presente alla natività del Signore. Guarda, ascolta, riflette. Vorrebbe piangere, se non fosse «troppo intento a contemplare e annotare». Ora contempla Maria che ha tra le braccia il «Santo e chiamato Figlio di Dio», secondo la promessa dell’angelo. Osservando “le petit Enfant”, Claudel resta sbigottito dallo «stato di annientamento, di totale rinuncia che è stato scelto dal Signore. Perché questo sconcertante Natale? La risposta, non meno sconcertante, Claudel la sintetizza così: «E si mette nudo tra le nostre braccia, questo fragile bambino dal quale San Paolo dice venire ogni paternità. Egli non comanda più. Chiede. Ci fa sapere cha ha bisogno di noi, che la sua debole mano cerca come può il nostro cuore. Egli cerca di risvegliare in noi una parentela indispensabile, irresistibile. Si direbbe che abbia dimenticato di essere Dio, e che solo sulle nostre labbra voglia farselo dire. Si dà a pesare. C’è un Dio, tra le braccia della sua creatura che si rende conto di quel che Egli pesi. Ed io, uomo, io sostengo Dio. Io lo tengo, lo sostengo, lo contengo.» (ivi, 80). Claudel trascrive infine la famosa affermazione di sant’Agostino: «Dio si è fatto uomo perché l’uomo si faccia Dio», e si abbandona a cantare la magnificenza di un’inimmaginabile dono che rivela la natura divina: l’amore. E l’amore spiega il Natale. LA POESIA “Credo che il contatto migliore con la verità sia la poesia. Essa è il modo più profondo di penetrare la realtà. C’è una sfera non dicibile della realtà che solo il verso può dire, appunto perché non la esprime in termini espliciti, ma con allusioni e analogie, dando forma così all’esperienza del cuore”. (Riflessione di un monaco della Certosa di Serra San Bruno – CZ) CUORE CHE T’ASPETTA T’aspetto tutto il giorno avendo come sola risposta di poterti ancora attendere un domani Sai Signore tutto è vuoto senza Te Ho solo il tuo Amore per vivere ancora Ascoltami In fondo alla mia solitudine porto la tua speranza come una fiaccola per i tuoi fanciulli (Poesia di un Certosino) METTI IN AGENDA Mercoledì 10 dicembre, ore 20.00 S. MESSA UCAL Mercoledì 17 dicembre, ore 20.00 CORSO DI TEOLOGIA Presso Parrocchia S. Giovanni Bosco LAUREE Congratulazioni e auguri a Leonardo GIUZIO - Economia a Napoli Roberto GIUZIO - Economia a Roma P.S. - Annunzio tardivo - Perché non ci comunicate subito la notizia della laurea?