MESSINA - Clan di Giostra e Camaro: sono 54 gli indagati
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MESSINA - Clan di Giostra e Camaro: sono 54 gli indagati
Mercoledì 7 Dicembre 2011 MESSINA - Clan di Giostra e Camaro: sono 54 gli indagati. Contestati usura ed estorsioni, traffico e spaccio di droga, rapine e corse clandestine I sostituti procuratori della Dda di Messina Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco hanno chiuso le indagini della maxi operazione antimafia “Gramigna”, il blitz che lo scorso 22 luglio aveva portato carabinieri e polizia all’arresto di 45 persone per associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento di animali ed all’illecita organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali. Adesso gli indagati coinvolti sono in tutto 54 tra capi, gregari e fiancheggiatori. Al centro dell’inchiesta gli affari dei boss emergenti messinesi, Domenico Arena «reggente» del clan del rione Giostra, Lorenzo Micalizzi che ora guiderebbe il gruppo del rione Santa Lucia sopra Contesse e Vincenzo Pergolizzi, che sarebbe al vertice del clan di Camaro. Oltre ai nuovi boss, tra i 54 indagati figura anche il medico veterinario Nino Di Blasi, considerato «consulente» per la somministrazione di farmaci dopanti ai cavalli delle corse clandestine. Tra gli altri, ci sono l’usuraio Nunzio Venuti, che con il boss Pergolizzi imponeva tassi a del 30% mensile alle vittime, il trafficante di droga Davide Puleo ed il «terminale di rifornimento» a Salerno, Angela Di Marzo. GLI INDAGATI - Ecco i nomi dei 54 indagati: Davide Puleo, Rocco Perrotta, Salvatore Arena, Salvatore Nava, Davide Russo, Andrea La Spina, Giovanni Agatino Distefano, Gaetano Savasta, Salvatore Savasta, Francesco Libro, Massimo Privitera, Tommaso Vadalà, Antonino La Paglia, Carlo Pimpo, Lorenzo Micalizzi, Vito Rizzo, Walter Morici, Domenico Arena, Cesare Graziano, Antonino Di Blasi, Letterio Colantoni, Guido Caporlingua, Francesco Ballarò, Emanuele Danaro, Giuseppe Fusco, Vincenzo Pergolizzi, Giuseppe Rizzitano, Orazio Jhonny Faralla, Francesco Pergolizzi, Vittorio De Natale, Massimo Burrascano, Iliana D’Antoni, Antonia Vento, Giuseppe Burrascano, Bartolo Mantineo, Cristian Alessandro Burrascano, e infine Nunzio Venuti. Ci sono poi alcuni minorenni che avrebbero fatto parte dei vari gruppi e che ovviamente sono indagati dal Tribunale per i minorenni. L’operazione “Gramigna”, venne condotta all’alba del 22 luglio con oltre 200 carabinieri del Reparto operativo e delle nove Compagnie del Comando s’è nei rioni di Giostra e di Camaro. Vennero interessati anche i Comandi di Napoli, Palermo, Catania, Agrigento, Trapani, Enna, il Nucleo cinofili di Nicolosi e il Nucleo elicotteri di Fontanarossa. Vennero eseguite 45 ordinanze di custodia cautelare in carcere siglate dal gip Antonino Genovese, quattro con il beneficio dei domiciliari. Sette dei provvedimenti restrittivi della “Gramigna” furono eseguiti dalla Squadra Mobile in quanto la polizia stava lavorando in quel periodo ad una parallela indagine per fatti d’usura e di spaccio, avviata nel 2008 grazie alla collaborazione di un artigiano vittima d’usura. Il 58enne Lorenzo Micalizzi, fu indicato all’epoca dal procuratore capo Lo Forte, come «l’attuale reggente del clan di Giostra, assieme al co-reggente Domenico Arena», mentre a Camaro venne indicata come riferimento centrale la figura di Vincenzo Pergolizzi, personalità emergente, appena 28 anni, residente a Camaro Superiore. Quest’ultimo insieme a Vittorio De Natale era molto attivo anche nella attività usuraria. All’epoca, dopo una estenuante indagine portata avanti tra il 2006 e il 2008, si riuscìi a risalire ad alcuni episodi specifici, come ad esempio quelli riguardanti alcuni imprenditori, che a fronte di prestiti di 10.000, 20.000 euro dovevano restituire la somma con interessi mensili del 20 per cento. Il gip Genovese nel suo provvedimento cautelare, ravvisò gli estremi del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso a carico – oltre che di Micalizzi ed Arena per il clan di Giostra – anche per Giuseppe Rizzitano, Orazio Jhonny Faralla e Vittorio De Natale, «ritenuti inseriti nel clan mafioso messinese di Camaro». In città promotore ed organizzatore di un’associazione finalizzata al traffico e allo spaccio sarebbe stato per esempio Davide Puleo, residente a Giostra, appena 24 anni, inteso “picciriddu”, il quale secondo l’accusa si riforniva di marijuana, hascisc e cocaina per poi cederla ai pusher o ai consumatori. Ma all’epoca emerse per esempio che a Napoli, nel traffico di droga, esisteva un’associazione operante per i rifornimenti tra Napoli, Messina e altre province siciliane.