Il Commissario Parlato sul piano biologico Crea

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Il Commissario Parlato sul piano biologico Crea
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ITALIA
29 gen.-4 feb. 2016
POLITICA&STRATEGIE La posizione e le future scelte del Mipaaf alla presentazione del piano Crea per l'agricoltura biologica
La ricerca sul bio va oltre gli Ogm
Olivero: «Tecnologie sostenibili a basso costo, niente condizionamenti dal mondo industriale»
L
a ricerca pubblica
sulla filiera «bio»
mette all'angolo
gli Ogm. Spostando i riflettori da un dibattito annoso, ma tuttora sospeso,
tra chi gli Organismi geneticamente modificati li
vuole, e chi no, a un piano nazionale per l'agricoltura biologica supportato
dal Piano triennale di miglioramento genetico delle colture che fa leva sulle
biotecnologie sostenibili.
Un primo importante progetto pubblico di ricerca,
quest'ultimo (si veda il n.
4/2016 di «Agrisole»),
predisposto dal ministero
delle Politiche agricole e
finanziato dal governo attraverso la legge di Stabilità 2016 con una dotazione di 21 milioni.
Un cambio di passo, e
di prospettiva, per la ricerca italiana nel settore
agroalimentare, ma anche
per tutti gli «attori» della
filiera - dai produttori ai
consumatori - che d'ora in
poi faticheranno a trovare
sponde per sostenere, o
meno, la battaglia sugli
Ogm.
La riflessione è maturata a margine di un convegno organizzato la settimana scorsa a Roma dal
Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e
l'analisi dell'economia
agraria) sulla «ricerca per
l'agricoltura biologica e
biodinamica: una visione
d'insieme». Un incontro
tecnico-scientifico articolato in due giorni nel quale è stato presentato il
Piano d'azione Mipaaf per
il settore biologico, lanciato il programma di lavoro 2016-17 della Società Challenge 2 di Horizon
2020, avviata la discussione in ambito Isofar sulla ricerca per l'agricoltura
biologica 3.0. E dove si è
parlato di Programmi di
In cantiere il documento tecnico di Bruxelles
sulla diversità dagli Organismi biotech
sviluppo rurale regionali e
di strategia Pei, nonché di
azioni a sostegno dell'innovazione e della sostenibilità realizzate dalla Rete
rurale nazionale. Tutti
elementi che, presumibilmente, avranno un rilevante impatto sulla ricer-
ca italiana per l'agricoltura italiana.
In attesa di un documento tecnico, annunciato
a breve, con il quale la
Commissione europea dovrebbe fare chiarezza sulla diversità che intercorre
tra biotecnologie sosteni-
bili e Organismi geneticamente modificati, il viceministro alle Politiche
agricole con delega al
bio, Andrea Olivero, ha
ricordato la scelta «Ogmfree» del governo italiano. Precisando che comunque «occorre mettere
in atto una ricerca in grado di dare ai decisori politici le informazioni utili
per valutare queste nuove
tecnologie».
«L'approccio, rigorosamente scientifico - ha aggiunto Olivero - ci dovrà
mettere nelle condizioni
di scegliere a ragione veduta e di non impoverire
il nostro Paese rispetto a
quelle che possono essere
le potenzialità di queste
tecnologie». Il viceministro ha quindi sottolineato: «Dobbiamo avere precise cognizioni su opportunità e rischi, in modo da
poter interloquire in ambito Ue con le competen-
ze necessarie e, in questo
senso, il Crea ci permetterà di decidere al meglio,
senza alcun condizionamento da parte del mondo
industriale». Senza contare, ha aggiunto Olivero,
che «le biotecnologie sostenibili sono a basso costo» e che quindi «non ci
sarà in ogni caso spreco
di risorse pubbliche».
Il commissario straordinario del Crea, Salvatore
Parlato, ha detto quindi
che il Piano di ricerca sul
biologico, che coinvolgerà tutti gli aspetti della filiera, dalla produzione ai
controlli, alla promozione, «spazierà dalla genetica, alla robottistica,
all'analisi dei suoli, in
modo da ampliare la
gamma dei prodotti, oltre
a renderli sempre più sostenibili». O
ma anche in relazione alla
salvaguardia della salute degli agricoltori e dei consumatori».
Il Crea è impegnato con 14
progetti di ricerca, alcuni appena conclusi, altri ancora in
corso, su cambiamento climatico, tutela del suolo, zootecnia, alternative all'uso del rame, ortofrutticoltura in campo
e in serra, presenza di composti salutistici nei prodotti,
agricoltura di precisione.
«Il settore biologico – ha
affermato Salvatore Parlato,
commissario straordinario del
Crea – da tempo si è imposto
come una esigenza produttiva
che richiede una ricerca specifica orientata in tale direzione. Occorrono, quindi, studi e progetti finalizzati alla
caratterizzazione dei prodotti
bio lungo l'intera filiera: una
vera e propria sfida per la ricerca, in grado di coniugare
le conoscenze più avanzate
(dalla genetica alla nuove
tecnologie) con il tradizionale rispetto della natura, specifico del bio». O
MASSIMO AGOSTINI
© RIPRODUZIONE RISERVAT
BIOREPORT
Intanto l'export di prodotti biologici
è volato oltre quota 1,4 miliardi
C
on quasi 1,4 milioni di
ettari, pari all'11% della Superficie agricola utilizzata, coltivata da 49.070
aziende (in crescita del
2,5%) e oltre 55.400 operatori certificati, il settore biologico conferma la sua vivacità, rafforzata anche da un
aumento dell'export, a 1,42
miliardi di euro, pari al 4%
di quelle dei prodotti agroalimentari nazionali.
Sono i «numeri» relativi al
biologico contenuti nel «Bioreport», strumento di analisi
realizzato dal Crea (Consi-
Parlato (Crea): il settore
richiede un piano
di ricerca specifico
glio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia
agraria) nell'ambito delle attività della Rete rurale nazionale, e presentati il 20
gennaio scorso alla giornata
inaugurale di una «due giorni» dedicati alla ricerca
sull'agricoltura biologica.
Il ministero delle Politiche
agricole ha annunciato infatti
l'avvio del Piano strategico
nazionale per lo sviluppo del
sistema biologico, che prevede la predisposizione di
un piano nazionale per la ricerca e l'innovazione in agricoltura biologica e la costituzione di un comitato permanente di coordinamento
per la ricerca in agricoltura
biologica e biodinamica, con
il coinvolgimento degli enti
vigilati dal Mipaaf, primo
fra tutti il Crea.
Al convegno il vicemini-
stro delle Politiche agricole,
Andrea Olivero, ha spiegato
che «con la definizione del
piano strategico nazionale per
lo sviluppo del sistema biologico, che ha visto un'ampia
partecipazione e un partenariato attivo, viene delineata
una strategia attenta per lo
sviluppo del sistema biologico nel nostro Paese nell'ottica
di rafforzare la convenienza
di impresa, la redditività
aziendale e l'occupazione in
zone marginali, generando, al
contempo, effetti esterni positivi non solo ambientali,
M.AG.