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SPECIALE CASA ECOCOMPATIBILE PUBLIKOMPASS SERVIZI PROMOZIONALI 31 CRESCE LA COSCIENZA ECOLOGICA ANCHE TRA I VIP Per i divi di Hollywood la casa verde non è una moda ma uno stile di vita I divi di Hollywood abitano in case ecologiche. Leonardo Di Caprio (nella foto) vive a New York a Riverside, in un innovativo building descritto come «il condominio verde nel livello più alto di Manhattan». Composto di 264 unità, è stato costruito con materiali rinnovabili, è alimentato da energia solare, ha un sistema d'aria filtrata e il tetto fatto di pini. Johnny Depp, con Vanessa Paradis e i due figli, ha deciso di rendere eco-compatibile la piccola isola acquistata per 1,5 milioni di dollari alle Bahamas. Il pirata ecologista ha deciso di acquistare un sofisticato sistema capace di sfruttare sole e idrogeno che garantirà l'energia elettrica sufficiente all'approvvigionamento dell'isola, senza impatti sull'ambiente. Con giovamento anche per le popolazioni indigene. Che l'acquisto dell'isola fosse un vezzo degli attori hollywoodiani non è una novità. Il primo fu Marlon Brando che acquistò l'isola di Tetiaroa, vicino Tahaiti, dopo aver girato «Gli ammutinati del Bounty», in ricordo di quel film maledetto e memorabile, dopo aver chiesto la mano di Tarita Teriipia, terza moglie e madre dei suoi due figli, Simon Teihotu e Cheyenne Brando. Ma la vera notizia è che oggi molte star, quando traslocano sull'isola, la trasformano in un eco-resort. C’è chi invece, non potendo salpare sull'isola, fa un omaggio alla propria città natale. A Dublino, se si è interessati all' acquisto su carta, si può già chiedere un appuntamento per vedere il cantiere della U2 Tower, la torre del gruppo rock irlandese progettata da Norman Foster. Tutto super-green. Chi pensa che «verde» sia solo la moda del momento dovrà convincersi che invece il green sia il colore del futuro. Per Di Caprio la tutela dell'ambiente è un'esigenza. «Se non si fa qualcosa per garantire un futuro sostenibile al nostro pianeta, la situazione sarà drammatica» ha dichiarato Leonardo Di Caprio presentando il suo documentario «The 11th hour» al Festival del Cinema di Cannes. Per questo le star hanno iniziato a dare il buon esempio non solo sostenendo le associazioni benefiche ma scegliendo di abitare loro stessi in case eco-compatibili. Orlando Bloom ha fatto istallare dei pannelli solari nella sua villa di Los Angeles. Elisabeth Hurley, modella, attrice, produttrice cinematografica e moglie del miliardario anglosassone indiano Arun Nayar, è diventata una «fattoressa». Si è trasferita in una fattoria biologica a Gloucester, nel sud ovest dell'Inghilterra, dove alleva polli, galline e maiali. Vende carne biologica e sta preparando il lancio di una nuova linea di prodotti organici con l'etichetta Duchy Originals. Tra tutti gli stati del mondo la California è quello più all'avanguardia in fatto di edilizia verde. Ma c'è forse già qualche altro stato che potrebbe farle concorrenza. A Dubai dallo scorso anno sono in costruzione 300 isole artificiali che, viste dall'alto, avranno la forma del globo terrestre con l'effigie dei continenti. Energia elettrica fornita da speciali pannelli solari, impianto di desalinizzazione con una capacità di produzione di 100mila litri d'acqua al giorno. Sembra quasi un film, ma la bioarchiettura è una realtà sempre più importante in tutto il mondo. In Italia uno dei precursori della bioedilizia è l'architetto Matteo Thun. Allievo di Oscar Kokoschka presso l'Accademia di Salisburgo, ha collaborato a lungo con Ettore Sottsass. Thun ha fatto della sostenibilità economica, ecologica e socioculturale la bandiera dei suoi progetti. Dagli Anni Ottanta si occu- L’orto urbano adesso diventa «vertical farm» e da New York presto arriverà anche a Milano Non solo case, ma città sempre più verdi. Secondo un'indagine di Coldiretti, la disponibilità di verde urbano per abitante nelle città italiane è aumentata del 6% dal 2000. Nel 2008 la superficie «verde» a disposizione di ogni cittadino è arrivata a quota 93,6 metri quadrati, pari all'8.3% del totale della superficie comunale dei capoluoghi di provincia. Viali alberati, parchi, giardini e aiuole ma soprattutto il recupero di aree industrializzate e edifici dimessi ripensati in un’ottica ecologica. Sono affascinanti e originali le tendenze che si stanno delineando per portare la natura anche in città. Ancora poco diffusi in Italia, più visibili in alcune metropoli americane e asiatiche, sono gli «orti sociali», piccoli appezzamenti di terreno che vengono adibiti per la coltivazione di piante o frutti. Ha fatto il giro del mondo l'orto biologico della first lady americana Michelle Obama che si trova proprio nel giardino della Casa Bianca. Si tratta di spazi socialmente importanti perché chi si occupa dell'orto è responsabilizzato nei confronti di tutto il territorio pubblico; l’allestimento di orti sociali infatti è una delle occasioni più importanti per consentire ad ogni cittadino di percepire il terreno come bene comune che va tutelato. Gli orti sociali possono anche diventare luoghi per una convivialità all'aperto. In alcune città si stanno facendo anche i primi progetti di «agritettura», un intervento a metà tra agricoltura e architettura, che consiste nel recupero di spazi urbani da adibire per coltivare pomodori, insalata e altre verdure. La tendenza arriva da New York. Sempre dalla Grande Mela l'idea di utilizzare lo spazio delle metropoli come «fattorie verticali» (vertical farm), ovvero orti coltivati in altezza. L'ideatore del vertical farming è Dickson Despommier, professore di Scienza della Salute ambientale alla Columbia University di New York. La prima vertical farm in Italia potrebbe sorgere a Milano, e diventare il simbolo dell’Expo 2015. «Skyland», questo il nome del progetto, è frutto della collaborazione tra Enea, che ha sviluppato l'impianto progettuale, Agrimercati, che ha fornito la consulenza sul versante agroindustriale, e l'assessorato alla Salute. Sempre con lo stesso fine, stanno prendendo piede progetti di abitazioni che includono il «green roof» ovvero il tetto verde, cioè la copertura dei tetti con uno strato di terra su cui viene fatta crescere della vegetazione. In ogni modo si sfruttano spazi per vivere meglio e avere il verde non solo dentro casa ma anche nelle vie trafficate delle metropoli. pa di «ecotecture», l'insieme di architettura ed ecologia come sfida dello sviluppo sostenibile. Utilizzo di materiali ecologici, struttura che cerca soluzioni confortevoli nel rispetto dell'ambiente, design semplice ed essenziale caratterizzano lo stile di questo architetto nato a Bolzano. Tutto parte dallo studio dell'essere umano. Gli elementi fondamentali dell' uomo sono aria e fuoco. Secondo Thun ogni architettura deve essere pensata come una continuazione della natura e legno e pietra sono due materiali che conciliano egregiamente naturalezza, funzionalità ed estetica. Esemplare da questo punto di vista il Vigilius Mountain Resort a 1500 metri di altezza tra le Dolomiti altoatesini, raggiungibile solo a piedi o in funivia, costruito interamente in legno e vetro. Di recente lo studio Matteo Thun &Partners ha stretto una partnership con Casa Clima per proporre una nuova certificazione. Si chiama ClimaHotel e il primo progetto coinvolgerà Gustavo Thoeni, la leggenda dello sci italiano vincitore di innumerevoli gare. La sfida è di raddoppiare l'hotel di suo padre senza compromettere il prato che lo circonda. Sul prato sono state progettate delle onde che daranno forma a degli igloo di verde dove si potrà camminare senza sottrarre superficie al parco. Sotto ogni igloo ci saranno case, circa 100 metri quadrati per famiglie di quattro persone. E’ la vittoria della natura sull'architettura.