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SPECIALE CASA ECOCOMPATIBILE
PUBLIKOMPASS
SERVIZI PROMOZIONALI
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CRESCE LA COSCIENZA ECOLOGICA ANCHE TRA I VIP
Per i divi di Hollywood la casa verde
non è una moda ma uno stile di vita
I divi di Hollywood abitano in case ecologiche. Leonardo Di Caprio (nella foto) vive a
New York a Riverside, in un innovativo building descritto come «il condominio verde
nel livello più alto di Manhattan». Composto di 264 unità, è stato costruito con materiali rinnovabili, è alimentato da energia solare, ha un sistema d'aria filtrata e il tetto
fatto di pini.
Johnny Depp, con Vanessa Paradis e i due
figli, ha deciso di rendere eco-compatibile la
piccola isola acquistata per 1,5 milioni di dollari alle Bahamas. Il pirata ecologista ha deciso di acquistare un sofisticato sistema capace
di sfruttare sole e idrogeno che garantirà
l'energia elettrica sufficiente all'approvvigionamento dell'isola, senza impatti sull'ambiente. Con giovamento anche per le popolazioni indigene. Che l'acquisto dell'isola fosse
un vezzo degli attori hollywoodiani non è
una novità. Il primo fu Marlon Brando che acquistò l'isola di Tetiaroa, vicino Tahaiti, dopo
aver girato «Gli ammutinati del Bounty», in
ricordo di quel film maledetto e memorabile, dopo aver chiesto la mano di Tarita Teriipia, terza moglie e madre dei suoi due figli,
Simon Teihotu e Cheyenne Brando.
Ma la vera notizia è che oggi molte star,
quando traslocano sull'isola, la trasformano
in un eco-resort. C’è chi invece, non potendo
salpare sull'isola, fa un omaggio alla propria
città natale. A Dublino, se si è interessati all'
acquisto su carta, si può già chiedere un appuntamento per vedere il cantiere della U2
Tower, la torre del gruppo rock irlandese progettata da Norman Foster. Tutto super-green.
Chi pensa che «verde» sia solo la moda del momento dovrà convincersi che invece il green
sia il colore del futuro. Per Di Caprio la tutela
dell'ambiente è un'esigenza. «Se non si fa
qualcosa per garantire un futuro sostenibile
al nostro pianeta, la situazione sarà drammatica» ha dichiarato Leonardo Di Caprio presentando il suo documentario «The 11th
hour» al Festival del Cinema di Cannes. Per
questo le star hanno iniziato a dare il buon
esempio non solo sostenendo le associazioni
benefiche ma scegliendo di abitare loro stessi
in case eco-compatibili. Orlando Bloom ha
fatto istallare dei pannelli solari nella sua villa di Los Angeles. Elisabeth Hurley, modella,
attrice, produttrice cinematografica e moglie del miliardario anglosassone indiano
Arun Nayar, è diventata una «fattoressa». Si è
trasferita in una fattoria biologica a Gloucester, nel sud ovest dell'Inghilterra, dove alleva polli, galline e maiali. Vende carne biologica e sta preparando il lancio di una nuova linea di prodotti organici con l'etichetta Duchy Originals.
Tra tutti gli stati del mondo la California è
quello più all'avanguardia in fatto di edilizia
verde. Ma c'è forse già qualche altro stato che
potrebbe farle concorrenza. A Dubai dallo
scorso anno sono in costruzione 300 isole artificiali che, viste dall'alto, avranno la forma
del globo terrestre con l'effigie dei continenti. Energia elettrica fornita da speciali pannelli solari, impianto di desalinizzazione con
una capacità di produzione di 100mila litri
d'acqua al giorno. Sembra quasi un film, ma
la bioarchiettura è una realtà sempre più importante in tutto il mondo.
In Italia uno dei precursori della bioedilizia è l'architetto Matteo Thun. Allievo di
Oscar Kokoschka presso l'Accademia di Salisburgo, ha collaborato a lungo con Ettore Sottsass. Thun ha fatto della sostenibilità economica, ecologica e socioculturale la bandiera
dei suoi progetti. Dagli Anni Ottanta si occu-
L’orto urbano adesso diventa «vertical farm»
e da New York presto arriverà anche a Milano
Non solo case, ma città
sempre più verdi. Secondo
un'indagine
di
Coldiretti, la disponibilità
di verde urbano per abitante nelle città italiane è
aumentata del 6% dal
2000. Nel 2008 la superficie «verde» a disposizione
di ogni cittadino è arrivata a quota 93,6 metri quadrati, pari all'8.3% del totale della superficie comunale dei capoluoghi di provincia. Viali alberati, parchi, giardini e aiuole ma
soprattutto il recupero di
aree industrializzate e edifici dimessi ripensati in
un’ottica ecologica.
Sono affascinanti e originali le tendenze che si
stanno delineando per portare la natura anche in città. Ancora poco diffusi in
Italia, più visibili in alcune metropoli americane e
asiatiche, sono gli «orti sociali», piccoli appezzamenti di terreno che vengono
adibiti per la coltivazione
di piante o frutti. Ha fatto
il giro del mondo l'orto
biologico della first lady
americana Michelle Obama che si trova proprio nel
giardino della Casa Bianca. Si tratta di spazi socialmente importanti perché
chi si occupa dell'orto è responsabilizzato nei confronti di tutto il territorio
pubblico; l’allestimento di
orti sociali infatti è una
delle occasioni più importanti per consentire ad
ogni cittadino di percepire
il terreno come bene comune che va tutelato. Gli
orti sociali possono anche
diventare luoghi per una
convivialità all'aperto. In
alcune città si stanno facendo anche i primi progetti di «agritettura», un
intervento a metà tra agricoltura e architettura, che
consiste nel recupero di
spazi urbani da adibire per
coltivare pomodori, insalata e altre verdure. La tendenza arriva da New York.
Sempre dalla Grande Mela
l'idea di utilizzare lo spazio delle metropoli come
«fattorie verticali» (vertical farm), ovvero orti coltivati in altezza. L'ideatore
del vertical farming è Dickson Despommier, professore di Scienza della Salute
ambientale alla Columbia
University di New York. La
prima vertical farm in Italia potrebbe sorgere a Milano, e diventare il simbolo
dell’Expo 2015. «Skyland»,
questo il nome del progetto, è frutto della collaborazione tra Enea, che ha sviluppato l'impianto progettuale, Agrimercati, che ha
fornito la consulenza sul
versante agroindustriale,
e l'assessorato alla Salute.
Sempre con lo stesso fine,
stanno prendendo piede
progetti di abitazioni che
includono il «green roof»
ovvero il tetto verde, cioè
la copertura dei tetti con
uno strato di terra su cui
viene fatta crescere della
vegetazione. In ogni modo
si sfruttano spazi per vivere meglio e avere il verde
non solo dentro casa ma
anche nelle vie trafficate
delle metropoli.
pa di «ecotecture», l'insieme di architettura
ed ecologia come sfida dello sviluppo sostenibile. Utilizzo di materiali ecologici, struttura
che cerca soluzioni confortevoli nel rispetto
dell'ambiente, design semplice ed essenziale
caratterizzano lo stile di questo architetto nato a Bolzano. Tutto parte dallo studio dell'essere umano. Gli elementi fondamentali dell'
uomo sono aria e fuoco. Secondo Thun ogni
architettura deve essere pensata come una
continuazione della natura e legno e pietra
sono due materiali che conciliano egregiamente naturalezza, funzionalità ed estetica.
Esemplare da questo punto di vista il Vigilius
Mountain Resort a 1500 metri di altezza tra
le Dolomiti altoatesini, raggiungibile solo a
piedi o in funivia, costruito interamente in
legno e vetro. Di recente lo studio Matteo
Thun &Partners ha stretto una partnership
con Casa Clima per proporre una nuova certificazione. Si chiama ClimaHotel e il primo
progetto coinvolgerà Gustavo Thoeni, la leggenda dello sci italiano vincitore di innumerevoli gare. La sfida è di raddoppiare l'hotel di
suo padre senza compromettere il prato che
lo circonda. Sul prato sono state progettate
delle onde che daranno forma a degli igloo di
verde dove si potrà camminare senza sottrarre superficie al parco. Sotto ogni igloo ci saranno case, circa 100 metri quadrati per famiglie di quattro persone. E’ la vittoria della natura sull'architettura.