Maggio 2002 - Credito Cooperativo
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Maggio 2002 - Credito Cooperativo
8 BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI CALCIO E DI COVO Anno III Maggio 2002 Spedizione in A.P. 70% - DC /DCI 01/00 -M Bergamo PERIODICO ECONOMICO E CULTURALE DELLE COMUNITÀ LOCALI ‘‘,, Nella collezione della Banca Bartolomeo Cesi in cOPErtinA: L’ArtE Il quadro che qui si vuole illustrare, ora collocato nella controfacciata della chiesa parrocchiale di Covo, raffigura la Madonna che presenta il bambino Gesù, ritto in piedi su di un alto piedestallo, ai santi Carlo Borromeo e Luigi, re di Francia, mentre un angelo assiste alla scena quasi a protezione: una annotazione paesaggistica si delinea sullo sfondo caratterizzata da fronde smosse e da un tramonto segnato da nubi bigie e dagli sprazzi rosati dell'ultimo sole. Il bambino Gesù offre a san Luigi un serto di fiori come per sottolineare la sostituzione avvenuta della corona di metallo dorato e dello scettro regale, che giacciono a terra, con un'altra più vera, la corona della santità. San Carlo, qui raffigurato in posizione decentrata, ebbe un culto diffusissimo per tutta l'Italia a motivo della sua intensissima azione pastorale e della incidenza che ebbe sugli andamenti ecclesiali dell'epoca, dal Concilio di Trento in poi; san Luigi, re dei Francesi, ebbe una sottolineatura culturale più limitata anche se non rara in Italia, sostenuta soprattutto dall'Ordine Francescano di cui il santo re era terziario. Bartolomeo Cesi Madonna con Bambino e Santi (particolare), olio su tela, 1611 ca. La composizione del presente quadro riprende con varianti un'opera dipinta da Bartolomeo Cesi (Bologna 1556 1629) per una chiesa soppressa di Bologna ed ora conservata nella Pinacoteca ‘‘,, Il ruolo della Banca nel mondo della ingegneria finanziaria Alla scoperta delle virtù e dei vizi del mercato dei capitali iL mELogrAno Periodico Economico e Culturale delle Comunità Locali della città. In tal modo la tela qui proposta si palesa, per qualità e fedeltà, quale replica attuata dallo stesso pittore o da collaboratori a lui strettamente vicini. Bartolomeo Cesi occupa un posto importante nella storia della pittura bolognese in un momeno particolare, tra fine '500 ed inizio '600, che vede il progressivo superamento delle forme manieristiche, in voga anche a Bologna, mediante un approdo verso modi di più sentita adesione a forme classicheggianti; mai disgiunte, tuttavia, da una osservazione attenta alle esigenze della devozione, del sentimento e dei dati di una verità più oggettiva. Bartolomeo Cesi, educato fin dagli esordi nella cultura manieristica bolognese facente capo a Pellegrino Tibaldi, vi rimase lungamente fedele; ma via via seppe cogliere suggestioni di rinnovamento e riuscì ad associarsi al travaglio aggiornativo che vide la partecipazione dei più bei nomi della stagione bolognese più illustre: Reni, i Caracci, il Guercino. Nella tela della parrocchiale di Covo, certamente della maturità (il san Carlo, infatti, dipinto in piedi, segnala che il dipinto fu elaborato dopo il 1611, anno di inizio del culto del santo milanese), vengono espressi elementi di forte incidenza luministica tesi a creare suggestioni figurative di grande intensità sentimentale non meno che equilibri compositivi di rinnovato sapore. Le opere di Bartolomeo Cesi, numerose e sempre significative, sono reperibili a Roma, a Bologna, ad Imola, come pure in non poche pinacoteche d'Italia. Risulta, dunque, altamente meritevole la presenza a Covo di un dipinto così significativo: lo sforzo di rinnovamento decorativo che ha caratterizzato in questi ultimi anni la revisione globale della chiesa parrocchiale ritrova, nella tela qui presentata, un brano che l'arricchisce straordinariamente per qualità, per epoca e per possibilità devozionali. C Anno III - n. 8 Maggio 2002 Registrazione al Tribunale di Bergamo n. 12 del 12 Febbraio 2000 Editore Banca di Credito Cooperativo di Calcio e di Covo Via Papa Giovanni XXIII, 40 24054 CALCIO (BG) Direttore responsabile Battista De Paoli Redazione Carlo Aglioni - Virginio Barni Cesare Bonacina - Dario Consolandi Stellina Galli - Luca Guerrini Vilma Leoni - Augusto Zaninelli Ilario Zonca Corrispondenza Lettere e telefonate sono sempre gradite. Nel limite del possibile risponderemo a tutti. Recapito di E-mail [email protected] Hanno collaborato Emilio Beltrami - Giosuè Regonesi Giuseppe Rivellini Grafica e impaginazione Studio Zonca - Daniela Corna Fotografie Marco Mazzoleni Stampa Press R3 - Almenno S.B. (BG) Spedizione Spedizione in Abbonamento Postale 70% - DC/DCI 01 /00 - M Bergamo Il marchio e la simbologia della "Melagrana" sono di proprietà della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e sono utilizzati dalla Banca di Credito Cooperativo di Calcio e di Covo su licenza. ome è ben noto a tutti, il pilastro della moderna economia finanziaria è costituito dalla Borsa. Ma che cos’è la Borsa? Qual è la sua funzione? Secondo John Maynard Keynes, un grande economista del ‘900, la funzione principale della Borsa è quella di rendere liquidi investimenti che tali non sono nella realtà. Al fine di meglio illustrare il ruolo del mercato dei capitali egli utilizza un’espressione piuttosto colorita, ma semplice ed immediata: "È come se un agricoltore, consultato il barometro dopo colazione, potesse decidere di ritirare fra le 10 e le 11 il capitale investito nella fattoria, salvo poi a riconsiderare l’eventualità di reinvestirlo nell’azienda nel corso della settimana". Considerare liquidi gli investimenti, e cioè trasformabili rapidamente in moneta, "tiene calmi i nervi degli investitori e li rende disponibili ad assumersi il rischio". In sintesi, la Borsa è indispensabile in quanto facilita le decisioni di investimento, abbassa il costo del capitale, favorisce l’accumulazione e, quindi, contribuisce allo sviluppo economico di una nazione. Ma come si è evoluto il mondo della Borsa negli ultimi anni? Il mercato dei capitali è stato caratterizzato da profonde modificazioni. Le tecniche, gli strumenti e i prodotti sono notevolmente cambiati. Sono entrate in circolazione espressioni strane e un poco misteriose quali reverse floater, reverse convertible, covered warrant. Il problema, però, è che non tutti sanno che si tratta di strumenti complessi che spesso promettono rendimenti elevati, ma che possono nascondere gravi pericoli: un mercato secondario illiquido, volatilità di prezzo elevatissime, ecc.. Cerchiamo di risalire all’origine di questa complessità. Da una parte, c’è chi sostiene che il fenomeno sia la diretta conseguenza dell’evoluzione della domanda. Sono le esigenze sempre più sofisticate e specifiche dei risparmiatori che impongono la nascita di prodotti che non possono che essere complessi. Dall’altra, c’è chi, ben più realisticamente, fa notare che i nuovi strumenti assicurano ai pochi intermediari in grado di offrirli margini più elevati di quelli dei prodotti tradizionali, semplici, trasparenti, offerti dalla generalità degli intermediari. Dobbiamo ora domandarci se è utile e conveniente assecondare comunque la sfrenata fantasia degli inventori di finanza, di coloro che hanno trasformato l’attività di investimento in una scienza esoterica e impenetrabile. Qualcuno comincia a dubitare che il costo per il funzionamento e il controllo dei mercati abbia un compenso nella riduzione del costo del capitale. Un illustre economista recentemente scomparso, James Tobin, ha posto la seguente questione: "Nel decidere se approvare le nuove tipologie di prodotti, le autorità dovrebbero valutare se colmano realmente dei vuoti e se accrescono le opportunità di riduzione del rischio…e non semplicemente le occasioni di profitto degli speculatori". Il tema che abbiamo voluto introdurre è di cruciale importanza sia per la Banca che per la nostra clientela. Partendo da questo presupposto, la questione è stata oggetto di ampie riflessioni che investono la natura del servizio offerto dalla Banca, la professionalità dei collaboratori, il livello di conoscenza e di consapevolezza di tutti coloro che si rivolgono alla nostra cooperativa di credito per ottenere un’adeguata consulenza nei delicati comparti della pianificazione finanziaria e dell’investimento dei propri risparmi. Limitare le possibilità di accesso della clientela ai prodotti finanziari più sofisticati e complessi, sviluppare le competenze specialistiche dei collaboratori, educare i soci e i clienti anche alla dimensione "rischio" e non solo a quella "rendimento" sono gli orientamenti di fondo che la Banca, in piena coerenza con i propri fini istituzionali, continuerà a perseguire con convinzione e determinazione per fronteggiare efficacemente le grandi insidie che stanno sempre più caratterizzando il nuovo mondo della finanza. Il Presidente BATTISTA DE PAOLI DON GIOSUÈ REGONESI Il quadro di Bartolomeo Cesi è di proprietà della Banca ed è stato concesso in comodato alla chiesa parrocchiale di Covo. DOVE C'È CULTURA C'È VITA Tutti i diritti riservati. Testi e fotografie non possono essere riprodotti, anche parzialmente, senza autorizzazione dell’Editore. Il tema è ripreso nella sezione "L'argomento". UN PERIODICO PER INFORMARE E COMUNICARE ‘‘,, Novità di rilievo dopo il decreto - legge del Consiglio dei Ministri dell'11 aprile 2002 Ristorno, via libera anche dalla Banca d'Italia La Banca d’Italia ha approvato la bozza di regolamento sul ristorno ai soci delle B.C.C. e le modifiche dell’art. 49 dello statuto - tipo. Vediamo in ordine gli elementi essenziali della pratica del ristorno ai soci delle B.C.C., figura caratteristica della cooperazione bancaria mutualistica. IL VANTAGGIO MUTUALISTICO NELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO STRUMENTO Ristorno Strumento per coinvolgere i soci OGGETTO DEL RISTORNO La Federcasse ha avviato ormai da tempo, nelle proprie sedi istituzionali ed in occasione di eventi nazionali, riflessioni ed approfondimenti sull’introduzione nell’ambito del Credito Cooperativo della pratica del cosiddetto "ristorno". Come nelle imprese capitalistiche il dividendo, distribuito in proporzione al capitale conferito dall’azionista e come remunerazione dello stesso, è misura del vantaggio riconosciuto al socio, così nelle Quota del margine di intermediazione (margine di interesse e margine da servizi) riferibile ai rapporti intrattenuti con i soci MODALITÀ DI DETERMINAZIONE DEL RISTORNO In proporzione all'attività svolta dal socio con la banca CONFIGURAZIONE DEL RISTORNO Attribuzione di una quota dell'utile netto (dopo le destinazioni obbligatorie) MODALITÀ DI CORRESPONSIONE DEL RISTORNO IN NATURA (aumento delle quote sociali) IN DENARO taria, di cui numerosi e variegati sono gli esempi nella esperienza delle B.C.C.. L’introduzione di tale nuova disciplina ha richiesto, in particolare, l’approfondimento di due profili, quello fiscale e quello di vigilanza, sui quali sono stati avviati confronti con l’Amministrazione Finanziaria e la Banca d’Italia. Va premesso che, per ragioni attinenti alla sana e prudente gestione della banca e ad esigenze di trasparenza nei confronti della base sociale (ragioni condivise, come si vedrà, dall’Organo di Vigilanza), si è ritenuto opportuno predisporre uno schema di regolamentazione uniforme che configura il ristorno come attribuzione di una quota di utile netto - dopo le destinazioni obbligatorie - parametrata a quella parte del margine di intermediazione riferibile all’attività svolta con i soci. Il ristorno, come attribuzione di utile netto, può essere, in linea di principio, riconosciuto in denaro o in natura (in questo ultimo caso mediante l’aumento delle quote sociali di ciascun socio - beneficiario). Il profilo fiscale PROFILO FISCALE DEL RISTORNO IN NATURA Alessandro Azzi, presidente di Federcasse. Banche di Credito Cooperativo il ristorno, attribuito in proporzione all’attività svolta dallo stesso con la società cooperativa, è misura del vantaggio mutualistico e concretizza il valore dell’essere socio. L’adozione di tale pratica - che è facoltativa, essendone rimessa l’introduzione alla valutazione degli organi responsabili delle singole Banche - è stata più volte auspicata in quanto più tipica espressione della natura mutualistica della società e dell’effettività del relativo "scambio" tra soci e società medesima. Tale pratica affianca, e quindi non sostituisce, gli altri strumenti intesi a rafforzare i rapporti con i soci ai fini di un loro maggiore coinvolgimento nella vita socie- IN DENARO PER LA BANCA Gli utili attribuiti a titolo di ristorno sono deducibili extra -contabilmente, in sede di dichiarazione dei redditi PER LA BANCA Gli utili attribuiti a titolo di ristorno sono deducibili extra -contabilmente, in sede di dichiarazione dei redditi. PER IL SOCIO Le somme riconosciute al socio non concorrono a formare il reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e la base imponibile ai fini dell'Irap del socio stesso. In caso di restituzione del capitale, il ristorno capitalizzato si considera: - non tassabile: ristorno derivante da restituzione di interessi / commissioni passive pagate. - tassabile (aliquota del 12,50 per cento a titolo di imposta): ristorno derivante da maggiorazione di interessi attivi riscossi. PER IL SOCIO La questione è ancora aperta. Federcasse ha presentato una istanza di interpello alla Amministrazione Finanziaria. PROFILO DI VIGILANZA DEL RISTORNO PRESCRIZIONI DELLA BANCA D'ITALIA L'ammontare del ristorno non deve eccedere il limite del 50 per cento della quota di utile netto che residua dopo l'accantonamento a riserva legale e la destinazione ai fondi mutualistici previsti dalla legge. La liquidazione del ristorno deve avvenire almeno per la metà mediante incremento della partecipazione sociale e non attraverso la retrocessione di importi monetari ai soci. Le B.C.C. devono adottare un'apposita disciplina in materia, da approvare in sede assembleare. Tale disciplina deve prevedere il coinvolgimento dell'assemblea dei soci nella definizione dei parametri di calcolo e dell'ammontare del ristorno. Per quanto concerne l’aspetto fiscale, il decreto - legge approvato dal Consiglio dei Ministri dell’11 aprile u.s. ha formulato una disciplina specifica per il caso del ristorno attribuito attraverso l’aumento delle quote sociali; prassi, quest’ultima, che si raccomanda di adottare nella prima fase di applicazione del ristorno, non solo perché consente di coniugare la fidelizzazione del socio con la necessità di non rallentare il processo di autofinanziamento della società, ma anche perché esiste ora un chiaro regime fiscale di riferimento. In particolare, mentre ai sensi dell’art. 12 del DPR n. 601 del 1973 restano deducibili extra - contabilmente, in sede di dichiarazione dei redditi, gli utili attribuiti a titolo di ristorno (in denaro o in natura) in capo alla società, il richiamato decreto legge stabilisce che le somme riconosciute al socio, ma destinate ad aumento delle quote sociali, non concorrono a formare il reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e la base imponibile ai fini dell’Irap del socio stesso. La sospensione d’imposta, che ne deriva, perdura fino al momento della restituzione del capitale ai soci e, in tale caso, la parte del capitale medesimo imputabile al ristorno capitalizzato si considera: - non tassabile, se consiste in una restituzione di una parte del corrispettivo della cessione dei beni ai o dei servizi acquisiti dai soci; e cioè per i soci delle B.C.C. la restituzione, a titolo di ristorno, di una parte degli interessi o delle commissioni passive pagate; - tassabile, alla stregua di un utile, con l’aliquota del 12,5 per cento a titolo di imposta, la maggiorazione, sempre riconosciuta a titolo di ristorno, degli interessi attivi. Resta invece aperto il problema del regime fiscale del ristorno riconosciuto in denaro al socio; problema sul quale l’opinione di Federcasse è quella che il trattamento tributario di dette somme dipende dalla natura e dalla provenienza delle somme ristornate; e, quindi, se tali somme riguardano una maggiorazione degli interessi attivi, le stesse si configureranno, nei confronti del socio, come reddito di capitale con applicazione della ritenuta ordinaria del 27 o del 12,5 per cento; se, invece, tali somme riguardano una restituzione di parte delle commissioni versate dal cliente socio, le stesse non saranno tassabili in quanto non si verifica alcun presupposto di imponibilità. Sul punto, si attende una conferma da parte dell’Amministrazione Finanziaria in risposta ad una istanza di interpello appositamente formulata. ‘‘ Il profilo di vigilanza Per quanto concerne gli aspetti di Vigilanza, la Banca d’Italia ha ritenuto che la materia richieda, per le motivazioni sopra ricordate, una specifica regolamentazione; in particolare, che "tenuto conto della natura innovativa della materia e avuto presente che i ristorni potrebbero influenzare le capacità di autofinanziamento delle banche interessate, ... i ristorni da riconoscere ai soci devono essere definiti nell’ambito del bilancio in modo che: a) il relativo ammontare non ecceda il limite del 50 per cento della quota di utile netto che residua dopo l’accantona- non attraverso la retrocessione di importi monetari ai soci”. L’Organo di Vigilanza ha richiamato, inoltre, "l’esigenza che le B.C.C. adottino un’apposita disciplina in materia, da approvare in sede assembleare, che preveda in particolare il coinvolgimento dell’assemblea stessa nella definizione dei parametri di calcolo e dell’ammontare dei ristorni". Le prescrizioni di Banca d’Italia trovano già riscontro nella bozza di regolamento nonché in quella di modifica dell’art. 49 dello statuto - tipo, ad essa sottoposte. Va richiamata, infine, la necessità che l’attribuzione del ristorno sia suppor- Antonio Fazio, governatore della Banca d'Italia. mento a riserva legale e la destinazione ai fondi mutualistici previsti dalla legge (art. 37 del testo unico bancario); b) la liquidazione del ristorno avvenga almeno per la metà mediante incremento della partecipazione sociale e tata da una contabilità analitica e da un sistema informativo, che consentano di individuare la quota di margine di intermediazione riferibile ai rapporti con ciascun socio. Fonte: flash L'intesa tra il Governo e le organizzazioni del movimento cooperativo Decreto fiscale e BCC. Ecco il comunicato concordato tra Tesoro e Cooperative Riportiamo il testo integrale del comunicato concordato tra Ministero dell’Economia e delle Finanze e le quattro centrali cooperative alla cui redazione ha partecipato anche Federcasse. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che il Governo e le organizzazioni del movimento cooperativo Agci, Confcooperative, Legacoop e Unci sono pervenuti ad una ragionevole intesa che prevede quanto segue. In attesa di definizione del nuovo ordinamento di diritto societario e della messa a punto del conseguente regime fiscale per le cooperative, si adotterà, con decreto legge (anche superando le previsioni dello Statuto del contribuente), una normativa fiscale transitoria per un periodo di due anni. La norma conferma il principio fondamentale per le società cooperative della intassabilità degli utili distribuiti a riserva indivisibile. Tale principio tuttavia ,, N . 21 - 18 APRILE 2002 ne su una parte degli utili, si facilita l’utilizzo del ristorno per la capitalizzazione, in sospensione d’imposta, con una norma a carattere permanente. Alla luce dell’esperienza Al di là della norma delerealizzata sulle norme tranga, anche il settore del Credito sitorie, il dialogo proseguirà Cooperativo si è fatto parte atsulle scelte future a valle tiva nel condividere l’impedella riforma del diritto sogno richiesto a tutto il movicietario. mento cooperativo. Il GoverIn sede di determinaziono si impegna ad operare per ne della disciplina fiscale favorire la diffusione del creconseguente all’attuazione dito cooperativo e per sosteneIl ministro Giulio Tremonti. della riforma del diritto sore i processi di coesione e incietario si prevederà, per le cooperative tegrazione del sistema; il Governo si impegna a sostenere lo sviluppo della co- che rientrano nei parametri previsti dal operazione anche al fine di rafforzarla in comma due dell’art.5 della legge 366/01, tutto il territorio nazionale. Per questa una ulteriore fase transitoria che si convia si rinsalda anche l’unità ordinamenta- cluderà al quinto anno. E’ impegno comune confermare il carattere intergenele dell’esperienza cooperativa italiana. razionale delle cooperative, favorendo la Le cooperative sociali restano escluse costituzione di più congrue riserve legali dall’imposizione. Per bilanciare la dimiobbligatorie. nuita capacità di patrimonializzazione delle cooperative, derivante dalla imposizioFonte: flash N. 21 - 18 APRILE 2002 nella fase transitoria opererà non per la totalità degli utili ma per una parte di essi, differenziata per settori, comunque superiori alla metà. DIRETTO FILO DIRETTO CON IL SISTEMAFILO DELLE B.C.C. CON IL SISTEMA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO ‘‘,, ‘‘,, Controlliamo la gestione Prodi, le proposte delle banche cooperative europee Analizziamo insieme la dinamica reddituale della Banca nel periodo gennaio / marzo 2002 Wim Meijer sottolinea il ruolo della cooperazione di credito nel creare un'area finanziaria a vantaggio dei cittadini europei e delle Pmi ‘‘ Le cooperative sono scuola di partecipazione democratica e di senso civico. Esse offrono agli individui la possibilità di prendere in mano il proprio destino, di organizzarsi per raggiungere obiettivi comuni. ,, ROMANO PRODI Presidente della Commissione europea ‘‘,, In tema di devolution Un incontro tra una delegazione delle Banche cooperative europee e il Presidente della Commissione, Romano Prodi, si è svolto lo scorso 19 marzo a Bruxelles. Nel corso dell’incontro, il primo tra il Groupement e il vertice dell’organo esecutivo dell’Unione, il presidente Meijer ha sottolineato il ruolo delle banche cooperative diffuse sul territorio nella costruzione di un’area finanziaria integrata a vantaggio dei cittadini europei e delle piccole imprese. Meijer ha affermato, tra l’altro, che "4500 istituti di banche cooperative sono raggruppati in reti estremamente dinamiche e diffuse che aggiungono valore all’Unione Europea". La complessa tematica della devolution apre nuovi ed interessanti orizzonti al mondo della Cooperazione di Credito, perché il suo forte impatto sulla struttura dei pubblici poteri, centrali e periferici, non può non ripercuotersi sulla stessa vita economica e sociale del Paese. Le scelte appena compiute a livello costituzionale vanno in direzione di un federalismo dai risvolti potenzialmente molto interessanti anche per le Banche di Credito Cooperativo, con immediate ricadute in materia di potestà legislativa ed amministrativa, nonché in tema di autonomia. Non va inoltre trascurata l'opportunità per il nostro Gruppo, di divenire L’action plan dei servizi finanziari, uno dei punti dell’ordine del giorno del vertice dei Capi di stato e di governo L’IMPRENDITORIALITÀ COOPERATIVA NELL’EUROPA DEL 2000 "L’imprenditoria cooperativa costituisce, nei paesi dell’Unione Europea, una parte significativa dell’economia. Le cooperative contano 80 milioni di soci e danno lavoro a 3,5 milioni di persone. Una realtà importante, dunque.Tuttavia, le cooperative sono imprese dai caratteri peculiari, le cui specificità non possono essere trascurate. Esse sono anche libere associazioni di donne e uomini e loro obiettivo è la valorizzazione della persona. Lo sviluppo della cooperazione, infatti produce crescita della coesione sociale, partecipazione, solidarietà. In tutti i paesi dell’Unione Europea, le cooperative agiscono sulla base di valori comuni, valori di democrazia e di socialità. Esse hanno consentito e consentono a strati sociali che per altra via ne resterebbero esclusi, di accedere all’esperienza dell’impresa, che è esperienza di libertà, di responsabilità, di cittadinanza attiva". partner bancario delle Amministrazioni locali. Determinante risulterà il ruolo delle Federazioni locali, chiamate in particolare a svolgere la funzione di monitoraggio della produzione normativa regionale e ad assolvere funzioni di rappresentanza degli interessi del Credito Cooperativo. Di grande importanza, al riguardo, il lavoro di "mappatura" delle situazioni organizzative esistenti a livello regionale e la conseguente immediata elaborazione di un piano di lavoro, già previsto per la prossima riunione della Conferenza dei direttori regionali. Fonte: Appunti della Federlombarda B.C.C. N. 34 - marzo /aprile 2002 FILO DIRETTO CON IL SISTEMA DELLE B.C.C. dell’Unione Europea svoltosi il week end precedente a Barcellona, indica l’integrazione dei mercati finanziari come uno degli obiettivi-chiave. Il retail banking, attività tipica e centrale nel sistema del credito cooperativo, non viene ancora sufficientemente preso in considerazione, nonostante sia una delle forze del sistema bancario europeo. In effetti le banche cooperative ritengono che le autorità europee tendono a considerare l’industria bancaria europea esageratamente omogenea mentre invece la sua solidità si basa proprio sul pluralismo e le diversità. Anche per questo, nel contesto della negoziazione sull’accordo di Basilea, i presidenti delle banche cooperative hanno chiesto a Prodi di tenere in conto e difendere gli aspetti specifici dell’industria bancaria europea. Date le circostanze, ha aggiunto Meijer, "le banche cooperative raccomandano che venga formato un organismo consultivo rappresentativo delle tre componenti dell’industria bancaria europea, la Federazione bancaria europea, l’Associazione delle casse di risparmio, il Groupement". Con riferimento alle politiche di tutela dei consumatori, Etienne Pflimlin, il vice presidente del Groupement, ha sottolineato la relazione preferenziale che le banche cooperative intrattengono con i clienti che sono anche soci. "I clienti sono fondamentali per noi dice Pflimlin - e in questo senso dobbiamo creare le condizioni per creare un dialogo costruttivo tra organizzazioni di consumatori a livello nazionale ed europeo". Sulla base di ciò le banche cooperative hanno proposto l’idea di un forum per riunire organizzazioni di consumatori e banche sotto l’egida della Commissione. All’incontro, reso possibile grazie all’interessamento di Federcasse e della Confcooperative, hanno partecipato anche il Presidente di Federcasse, il Presidente di Confcooperative, il segretario generale del Groupement e il direttore generale di Iccrea Holding. Fonte: flash N. 20 - 16 aprile 2002 In questo numero de Il Melograno focalizziamo l’attenzione sulle modalità di formazione del Risultato di gestione relativo al periodo gennaio /marzo 2002. Com’è noto, il Risultato di gestione è un risultato parziale in quanto non include quelle componenti reddituali (risultati valutazioni titoli e crediti, accantonamento al fondo rischi, imposte sul reddito, ecc.) che, di norma, vengono quantificate in via definitiva in sede di stesura del rendiconto annuale. Nel 1° trimestre 2002 il Risultato di gestione è stato pari a 1,1 mln. di euro. Il grafico n. 1 sintetizza le modalità di formazione di tale risultato. Le componenti del Risultato di gestione sono rappresentate dal Margine di interesse, dagli Altri ricavi netti e dai Costi operativi. Il Margine di interesse, pari a 3,0 mln. di euro, deriva dalla differenza tra gli Interessi attivi (4,8 mln. di euro) e gli Interessi passivi (1,8 mln. di euro). In sede di analisi dell’andamento reddituale della Banca è utile procedere alla riclassificazione di questo importante risultato intermedio. Il grafico n. 2 evidenzia che alla formazione del Margine di interesse contribuiscono il Risultato dell’intermediazione delle passività onerose (2,3 mln. di euro) e il Risultato dell’investimento del capitale circolante netto (0,7 mln. di euro). Il primo risultato deriva dalla valorizzazione dei volumi delle passività onerose allo spread; il secondo deriva, invece, dalla valorizzazione dei volumi del capitale circolante netto al rendimento medio ponderato delle attività fruttifere. Il grafico n. 3 mostra la composizione degli aggregati Altri ricavi netti e Costi operativi. Gli Altri ricavi netti, pari a 0,6 mln. di euro, sono costituiti dalle seguenti voci: - Ricavi netti da servizi (0,6 mln. di euro): l’aggregato rappresenta il saldo delle commissioni e delle provvigioni che la Banca riceve / corrisponde a fronte dei diversi rapporti di servizio intrattenuti con la clientela e con le banche corrispondenti; - Utile da negoziazione titoli (43 migliaia di euro): l’aggregato evidenzia il risultato dell’operatività riguardante il portafoglio mobiliare della Banca. I Costi operativi, pari a 2,5 mln. di euro, sono costituiti dalle seguenti voci: - Costi del personale per 1,3 mln. di euro; - Altri costi operativi (elaborazione dati, ammortamenti, ecc.) per 1,2 mln. di euro. Il grafico n. 4 espone, infine, la com- Grafico n.1 RISULTATO DI GESTIONE Composizione 6 5 4.756 4 3.631 2.984 3 2.517 2 1.772 1.114 1 647 0 Interessi attivi Interessi passivi Margine di interesse Altri ricavi netti 4 2.984 2.261 2 1 723 0 Risultato intermediazione raccolta onerosa Risultato investimento capitale circolante netto Costi operativi Risultato di gestione posizione e la ripartizione - in valori percentuali - del Margine di intermediazione. Tale risultato intermedio, pari a 3,6 mln. di euro, è costituito dal Margine di interesse (82,2 per cento) e dagli Altri ricavi netti (17,8 per cento). Il Margine di intermediazione viene in parte assorbito dai Costi operativi (69,3 per cento). La quota residuale rappresenta il Risultato di gestione (30,7 per cento). Grafico n. 2 MARGINE DI INTERESSE Riclassificazione 3 Margine di intermediazione Margine di interesse Gli importi dei grafici sono espressi in migliaia di euro. Grafico n.3 ALTRI RICAVI NETTI E COSTI OPERATIVI Composizione 3 2.517 2 1 1.331 1.186 Costi del personale Altri costi operativi 647 604 43 0 Ricavi netti da servizi Utile da negoziazione titoli Altri ricavi netti Costi operativi Grafico n.4 MARGINE DI INTERMEDIAZIONE Composizione e ripartizione (%) 100,0 100 82,2 75 69,3 50 30,7 25 17,8 0 Margine di interesse Altri ricavi netti Margine di intermediazione Costi operativi Risultato di gestione NUMERO 2.578 SOCI AL 31 MARZO 2002 ‘‘,, eletto Vice Presidente vicario; a Cesare Bonacina è stata, invece, affidata l’altra carica di Vice Presidente. Nella stessa seduta del Consiglio di Amministrazione, Augusto Zaninelli è stato nominato Consigliere designato. Nella seduta del 6 maggio sono stati nominati membri del Comitato Esecutivo i seguenti Consiglieri: Battista De Paoli, Angelo Valtulini, Cesare Bonacina, Emilio Pesenti e Fausto Vezzoli. Presso gli Sportelli della Banca è a disposizione dei Soci e dei Clienti il fascicolo a stampa del Bilancio approvato dall’Assemblea dei Soci del 20 aprile 2002. Assemblea Ordinaria dei Soci 20 aprile 2002 Lo scorso 20 aprile si è tenuta, nella insolita e suggestiva cornice del complesso "Cascina San Carlo", a Vidalengo, l’annuale Assemblea Ordinaria dei Soci della Banca. Una Assemblea "ordinaria" nel nome, ma con diverse note di assoluto interesse. Innanzitutto, straordinario è stato il numero dei soci presenti, mai così numerosi nella storia della Banca: 1.023 soci, di cui 659 in proprio e 364 per delega. Di rilievo sono stati, inoltre, i risultati gestionali della Banca, illustrati come di consueto dal Presidente con l’ausilio della proiezione di alcuni dati di sintesi. Il 2001 ha rappresentato per la Banca l’anno del consolidamento: la nuova struttura organizzativa ha iniziato a operare a pieno regime grazie anche all’implementazione di nuovi meccanismi operativi; le capacità di copertura e di penetrazione nell’area di operatività sono ulteriormente aumentate; il sistema di offerta ha dimostrato di essere in grado di rispondere, sia in termini di qualità che di convenienza economica, alle crescenti aspettative della clientela; importanti interventi sono stati avviati per razionalizzare e adeguare le infrastrutture funzionali alle nuove esigenze opera- tive; la struttura economico - finanziaria si è ulteriormente consolidata per effetto dei positivi risultati conseguiti anche nell’ultimo esercizio. Vasto consenso ha raccolto la presenza dell’avv. Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo. Il suo plauso alla Banca per l’impegno profuso nella diffusione dei principi e dei valori della Cooperazione di Credito è stato al tempo stesso un riconoscimento per l’attività sin qui svolta ed uno sprone a proseguire sulla strada intrapresa. Oltre alla approvazione del bilancio, all’ordine del giorno dell’Assemblea vi era il rinnovo delle cariche sociali: Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale e Collegio dei Probiviri. A tal fine, dopo che all’illustrazione da parte del Presidente del bilancio economico ha fatto seguito quella del bilancio sociale, e dopo la loro approvazione all’unanimità da parte dell’Assemblea, si è dato il via alle votazioni. La giornata si è conclusa con una cena offerta a tutti i Soci intervenuti nel corso della quale sono stati resi noti i risultati della votazione. BILANCIO ESERCIZIO 2001 Sintesi dei dati economico - finanziari AGGREGATI 2001 2000 VARIAZIONI assolute % CARICHE SOCIALI B.C.C. DI CALCIO E DI COVO Triennio 2002 / 2004 Dichiarazione di impegno degli amministratori "Noi, amministratori della Banca di Credito Cooperativo di Calcio e di Covo, consapevoli dei compiti di servizio della persona, della comunità locale e della società che amministriamo, e nel rispetto dei principi e dei significati della Cooperazione di Credito, CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Nome Qualifica Attività Residenza DE PAOLI BATTISTA Presidente Membro Comitato Esecutivo Dirigente d'azienda Covo VALTULINI ANGELO Vice Presidente Vicario Membro Comitato Esecutivo Imprenditore (settore allevamento suini) Calcio consapevoli delle sfide poste da un mercato sempre più competitivo e della necessità di perseguire la coesione e la cooperazione di sistema, BONACINA CESARE Vice Presidente Membro Comitato Esecutivo Responsabile Servizio Medicina Veterinaria Regione Lombardia Romano di Lombardia in attuazione dei principi della Carta dei Valori del Credito Cooperativo, ALIMONTI ROBERTO Consigliere Imprenditore (settore lavorazione marmi) Romano di Lombardia BASSINI ANTONIO Consigliere Docente Economia Aziendale presso Istituto G.B. Rubini (Romano di Lombardia) Fontanella al Piano BREVI LUCIANO Consigliere Imprenditore (settore alimentare) Calcio CAPPELLETTI FRANCESCO Consigliere Artigiano edile Pumenengo CONSOLANDI DARIO Consigliere Artigiano carpenteria metallica Urago d'Oglio CUCCHI ANGELO Consigliere Imprenditore (commercio ingrosso abbigliamento) Covo PESENTI EMILIO Consigliere Membro Comitato Esecutivo Imprenditore (settore scavi e prefabbricati) Covo RUSSI SILVANO Consigliere Libero Professionista Covo VEZZOLI FAUSTO Consigliere Membro Comitato Esecutivo Libero Professionista Calcio Consigliere / Consigliere designato Medico di base Romano di Lombardia consci della necessità di svolgere con il massimo impegno e con la più elevata professionalità gli incarichi affidatici, e con la piena consapevolezza del valore e del significato della fiducia accordata dai soci della Banca, innanzi a questa Assemblea assumiamo sul nostro onore l'impegno a intraprendere, perseguire e curare personalmente la formazione professionale e l'aggiornamento dei componenti degli Organi amministrativi di questa Banca di Credito Cooperativo, dando puntualmente conto di tali attività alla comunità dei Soci". Il Consiglio di Amministrazione uscente è stato sostanzialmente riconfermato per il triennio 2002 / 2004. Agli stessi Amministratori che hanno condotto l’azienda in questi ultimi anni è stato quindi affidato l’impegnativo compito di proseguire nell’azione di cambiamento e di sviluppo intrapresa, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la posizione della Banca quale azienda di riferimento delle famiglie e delle imprese del territorio. Tra i 13 Consiglieri, nuovi ingressi del dott. Antonio Bassini e del Sig. Francesco Cappelletti, già Consigliere della Banca dal 1993 al 1997. Ai Consiglieri uscenti, sig. Luigi Dell’Angelo e sig. Pietro Fabemoli, va il ringraziamento dell’azienda per la valida ed appassionata collaborazione prestata nel corso del triennio 1999 / 2001. Tutti gli Amministratori eletti hanno assunto innanzi all’Assemblea dei Soci l’impegno a intraprendere, perseguire e curare la propria formazione e il proprio aggiornamento professionale, dando puntualmente conto di tali attività alla comunità dei Soci. Il nuovo Consiglio di Amministrazione nella seduta del 24 aprile scorso ha provveduto alla nomina del Presidente e di due Vice Presidenti. Battista De Paoli è stato riconfermato Presidente della Banca; Angelo Valtulini è stato ZANINELLI AUGUSTO COLLEGIO SINDACALE SCHIVARDI PIO Presidente Dottore commercialista Romano di Lombardia CAPALDO FESTA GIANCARLO Sindaco effettivo Direttore Agenzia Entrate Ufficio locale di Gorgonzola Bergamo GALLI STELLINA Sindaco effettivo Ragioniere commercialista Romano di Lombardia Raccolta diretta 309.589 258.289 51.300 19,9 Raccolta indiretta 190.896 207.920 -17.024 -8,2 Raccolta complessiva 500.485 466.209 34.276 7,4 MONESI ANTONIETTA Sindaco supplente Dottore commercialista Calcio Impieghi 229.505 209.809 19.696 9,4 PIZZETTI MARCO Sindaco supplente Dottore commercialista Covo Fondi intermediati Clientela (1) 729.990 676.018 53.972 8,0 3.873 3.737 136 3,6 Utile netto di cui: - alle Riserve indivisibili 3.622 3.509 113 3,2 - ai Fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione 35 34 1 2,9 - ai fini di beneficenza e mutualità 181 155 26 16,8 - ai Soci (dividendi) 36 39 -3 -7,7 65.085 61.513 3.572 5,8 Mezzi propri (2) (1) Raccolta complessiva e Impieghi (2) Post riparto utile netto d'esercizio COLLEGIO DEI PROBIVIRI FERRI ALFREDO Presidente Presidente Cassa Rurale B.C.C. di Treviglio e Geradadda Treviglio FORMENTO RICCARDO Proboviro effettivo Presidente onorario B.C.C. di Caravaggio Caravaggio PASSONI MOSÈ Proboviro effettivo Presidente B.C.C. di Mozzanica Mozzanica MANGINI RENATO Proboviro supplente Presidente B.C.C. di Ghisalba Ghisalba MUTTI ACHILLE Proboviro supplente Presidente B.C.C. della "Valle Seriana" Pradalunga importi in migliaia di euro L'ASSEMBLEA SOCI, MOMENTO FONDAMENTALE DEL CONTROLLO DEMOCRATICO DELLA GESTIONE FILO DIRETTO CON IL SISTEMA DEI DELLE B.C.C. ‘‘,, Arte, cultura e... cucina in Sicilia Riflessioni a margine della gita in Sicilia dal 25 al 28 aprile. Al termine della visita a Taormina, Acireale, Siracusa, Valle dei Templi, ecc., ognuno di noi ha constatato come certi modi di dire non sono catalogabili in caselle precostituite ma sono variabili secondo l’impulso del cuore e la preparazione culturale. La composizione variegata dei centocinquanta turisti, ha avuto un diverso riscontro all’impatto con tali e tante preziosità. La parte orientale della Sicilia è uno scrigno che racchiude bellezze naturali, reperti archeologici e tesori d’arte inestimabili. Il sottoscritto più volte ha ripensato alla canzone che recita: "... fermate il mondo, voglio scendere". Il mondo sembra fermo sulle scalinate del teatro greco-romano di Siracusa e sembra d’intravedere in una velata nebulosità gli attori delle tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide con le classiche maschere e il mormorio cantilenante del coro. La maestosità non disgiunta dalla signorile linearità del barocco nelle facciate della cattedrale e dei palazzi di Noto, pare invitino il passante a fermarsi e a ridare vita a capolavori da troppo tempo trascurati da colpevole dimenticanza. La salita sull’Etna in una splendida giornata di sole, è stata il suggello di una gita contraddistinta da una valida organizzazione e da un forte affiatamento dei vari gruppi. Non va disgiunto il generale apprezzamento per la scelta dell’albergo e dei vari ristoranti con dei prelibati e gustosi menu. Il vino siciliano veramente "allieta il cuore dell’uomo" - come dice la Bibbia - e ha coronato in sana letizia le varie riunioni conviviali. Il volo da Milano a Catania e ritorno con l’immancabile attesa dei bagagli è stata un’ulteriore occasione per reciproci scambi di vedute e legami d’amicizia. Un plauso alla Banca per la scelta della meta e per la perfetta organizzazione. Mons. Giuseppe Rivellini Banca di Credito Cooperativo "San Marco" di Calatabiano Verso il riassetto e il rilancio COOPERAZIONE "Lo stile cooperativo è il segreto del successo. L'unione delle forze, il lavoro di gruppo, la condivisione leale degli obiettivi sono il futuro della cooperazione di credito. La cooperazione tra le banche cooperative attraverso le strutture locali, regionali, nazionali e internazionali è condizione per conservarne l'autonomia e migliorarne il servizio a soci e clienti". C ARTA Visita alla mostra "La Collezione Rau. Sei secoli di grande pittura europea" Bergamo ha ospitato dal 31 gennaio al 26 maggio la collezione privata di Gustav Rau. La vita di Gustav Rau merita di essere raccontata. Nato in Germania nel 1922 da famiglia di industriali, laureato in Scienze Economiche, Gustav Rau lavorò a lungo nelle aziende paterne, di cui divenne unico erede nel 1970, alla morte del padre e dello zio. La sua scelta di vita era tuttavia già cambiata, anni prima, con la decisione di divenire medico pediatra: laureatosi nel 1969, vendette tutto l’immenso patrimonio di famiglia e si trasferì in Africa, dove per oltre trent’anni si è dedicato all’assistenza dell’infanzia costruendo ospedali, realizzando piantagioni e promuovendo azioni umanitarie in Nigeria e Zaire. Nello stesso tempo continuò a coltivare la sua passione per l’arte formando una raccolta tra le più complete nel mondo, composta da circa 800 opere degne dei più grandi musei. Nell'anno 2000 Gustav Rau ha riunito in un solo progetto le sue due grandi passioni: i bambini e l’arte, decidendo di donare la sua raccolta all’UNICEF, l’organizzazione mondiale che si dedica alla protezione dell’infanzia. Il Dottor Rau ha predisposto una selezione di 110 opere della sua raccolta, per presentarle al pubblico in una mostra itinerante per il mondo: dopo Parigi, Rotterdam, Colonia e Monaco di Baviera, l’esposizione è arrivata a Bergamo prima di trasferirsi in altri Continenti. Una parte degli incassi del tour mondiale sarà devoluta in iniziative umanitarie a favore dei bambini del mondo. A Bergamo, la Mostra è rientrata nel programma di grandi proposte culturali avviato dalla Accademia Carrara con le esposizioni dedicate a Baschenis, Lotto e Caravaggio. L’evento di straordinaria rilevanza ha richiamato un gran numero di visitatori. Anche la Banca ha ritenuto opportuno offrire ai propri soci e clienti l’opportunità di visitare la bellissima mostra. Le visite si sono svolte nelle serate del 26 marzo e dell’11 aprile. I partecipanti sono risultati complessivamente 100. Il repertorio a disposizione dei visitatori è risultato sempre di livello qualitativo elevatissimo. I visitatori hanno avuto, infatti, la possibilità di ammirare opere di Beato Angelico, Tiepolo, Canaletto, di artisti olandesi e fiamminghi. La mostra, inoltre, ha riservato largo spazio anche all’arte moderna. Lungo il percorso espositivo, i visitatori hanno mostrato di apprezzare soprattutto i dipinti dei preimpressionisti (Corot, Courbet, Manet) e degli impressionisti "storici" (Monet, Renoir, Degas, Pissarro). LE INIZIATIVE CULTURALI DELLA BANCA CREDITO COOPERATIVO Nel numero 6 de Il Melograno abbiamo dato ampia informazione in merito alla sottoscrizione da parte della Banca di un Patto di collaborazione, della durata di tre anni, con la B.C.C."San Marco" di Calatabiano, cittadina posta sulle falde dell’Etna, nei pressi di Taormina. Riteniamo opportuno, in questa sede, fornire alcune informazioni relativamente all’andamento gestionale della consorella siciliana. L’occasione è fornita dalla presentazione della Relazione sulla gestione e del Bilancio dell’esercizio 2001, documenti che sono stati sottoposti all’esame e all’approvazione dell’Assemblea dei soci il 21 aprile scorso. La Relazione sulla gestione pone in evidenza come l’anno 2001 si sia caratterizzato come il primo esercizio del triennio che ha come obiettivi prioritari il riassetto e il rilancio della B.C.C. siciliana. B.C.C. "San Marco" di Calatabiano Bilancio esercizio 2001 Sintesi dei dati economico - finanziari Aggregati Visita alla Fiera Agricola di Verona La Banca ha organizzato in data 8 marzo 2002 la tradizionale visita alla Fiera Agricola di Verona. All’iniziativa hanno partecipato oltre 100 agricoltori della zona, accompagnati da alcuni rappresentanti della Banca. Il viaggio si è svolto, come di consueto, in un clima allegro e cordiale e la visita alla Fiera ha suscitato notevole curiosità in tutti i partecipanti. Al ritorno, tappa a Ome, per concludere la giornata in un clima festoso presso l’azienda agrituristica "Al ròcol". DEI VALORI DEL 2001 2000 Raccolta diretta 63.062 49.561 Raccolta indiretta 10.567 10.789 Raccolta complessiva 73.629 60.350 Impieghi 34.140 31.505 107.769 91.855 327 -1.514 3.592 2.838 Fondi Intermediati Clientela (1) Utile netto Mezzi propri (2) Importi in migliaia di euro Raccolta complessiva e Impieghi (2) Post destinazione risultato economico dell'esercizio (1) L’attuazione di quanto previsto dal già citato accordo si è svolta secondo le seguenti tappe che hanno visto come protagonista la nostra Banca: - assunzione della qualità di socio della "San Marco" e contestuale sottoscrizione di n. 8.000 azioni per un ammontare pari a 123.950 euro, con l’obiettivo di contribuire al rafforzamento patrimoniale; - sottoscrizione di un prestito obbligazionario subordinato decennale emesso dalla "S. Marco", a particolari condizioni economiche, di 2,5 milioni di euro, per il quale è stato ottenuto dalla Banca d’Italia la computabilità nel patrimonio di vigilanza; - assunzione, da parte del nostro Presidente, della carica di Vice Presidente della "San Marco"; - intensificazione dell’azione di assistenza alla struttura organizzativa. Tale azione, grazie alla piena e partecipe adesione del Direttore Generale della nostra Banca, ha guidato ed assistito tutta l’azione di revisione in corso. L’esercizio 2001 è risultato, inoltre, caratterizzato da altri due eventi di fondamentale importanza: - adesione del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo al progetto di risanamento e rilancio della "San Marco", ulteriormente arricchito dall’intervento di sostegno della Federazione siciliana delle B.C.C.; - perfezionamento, con decorrenza 1° ottobre 2001, dell’acquisizione dello sportello bancario di Mascali dalla B.C.C. di Canicattì, quale importante momento di consolidamento e sviluppo della presenza del Credito Cooperativo nell’area Etnea a nord di Catania. L’insieme delle iniziative poste in essere ha reso possibile alla Banca di Credito Cooperativo "San Marco" di Calatabiano il conseguimento di risultati gestionali particolarmente soddisfacenti. La consistente crescita della raccolta diretta da clientela attesta che la Banca è stata in grado di ottenere consenso e fiducia da parte degli operatori e delle famiglie locali. Positiva è risultata anche la dinamica degli impieghi, pur in presenza di una politica creditizia particolarmente selettiva. Il riassetto organizzativo e lo sviluppo dei controlli interni hanno consentito il costante monitoraggio del credito erogato. Il positivo risultato economico conseguito nell’esercizio ha permesso di avviare, nel miglior modo, l’azione di riassetto e rilancio, dopo due esercizi conclusi con pesanti risultati negativi. Chiuso positivamente l’esercizio 2001, nei primi mesi del 2002, notevole è risultato l’impegno dedicato al proseguimento dell’azione di riassetto organizzativo e rilancio. La nostra Banca rimarrà al fianco della "San Marco" di Calatabiano in questo difficile ed esaltante cammino. Tale impegno è stato ribadito anche in occasione della recente visita a Caltabiano, visita che è stata programmata e realizzata nell’ambito della gita sociale che quest’anno ha avuto come meta l’affascinante terra di Sicilia. Il Presidente dellla nostra Banca e il Presidente della B.C.C. "San Marco", Rosario Di Bartolo, aprono i festeggiamenti organizzati in occasione della visita a Calatabiano (gita sociale in Sicilia). Egregio Signor Presidente, Calatabiano, 16 aprile 2002 Le porgo alcune considerazioni, espressione del pensiero e dei sentimenti degli Organi collegiali della "San Marco" qui riuniti, certi così di interpretare il sentire del Personale e dei Soci tutti. Avevamo in animo di manifestarle a Lei, agli Organi collegiali della Sua Cooperativa, al Suo Personale, ai Soci della B.C.C. di Calcio e di Covo intervenendo presso la Sua sede. Non essendo stato ciò oggi possibile, intendiamo cogliere la importante occasione della Vostra assemblea ordinaria per esprimere tale nostro sentire. Sappiamo dell’eccellente bilancio, economico e sociale, che propone all’approvazione dei Soci della B.C.C. di Calcio e di Covo e di questo ci congratuliamo. La Sua Banca consolida la certezza di un sereno futuro, in tempi impegnativi e caratterizzati da sfide e pericoli, grazie ad attenta e lungimirante gestione, assumendo sempre più ruolo di esempio e guida per il movimento. Riteniamo che possa ascrivere, fra i risultati positivi conseguiti, l’azione che la Sua Banca sta vivendo al nostro fianco. E’ azione impegnata di assistenza, di sostegno, di confronto e di disponibilità: assistenza nella gestione strategica e nel riassetto organizzativo, sostegno finanziario e tecnico, di fiducia ed incoraggiamento, disponibilità a condividere oneri e sfide. Abbiamo così apprezzato il patrimonio di risorse, umane e professionali, di cui la Sua Banca è ricca. I primi risultati conseguiti dalla nostra Banca, parziali ma importanti, testimoniano del valore di tale azione. Per il Bilancio della Sua Banca l’esperienza di sostegno alla B.C.C. "San Marco" di Calatabiano è una delle tante ed anche più importanti azioni di gestione conseguite o in corso di realizzazione: per la nostra Cooperativa di Credito ha costituito il solido sostegno cui legarsi in un momento di grave criticità e rappresenta il riferimento che confidiamo contribuirà al definitivo superamento di un momento assai difficile. I nostri Soci, il nostro Personale, gli Organi collegiali della "San Marco" stanno vivendo concretamente i valori fondanti ed identificativi del Credito Cooperativo: sappiamo cosa sia la solidarietà, la cooperazione, la condivisione di valori e sensibilità comuni. Tutto ciò è ancora arricchito della disponibilità e sensibilità Sua personale, del Direttore della Sua Banca, del Suo personale. Sappiamo di vivere un’esperienza importante, per tutti i portatori di interesse verso la nostra Società, costituendo valido esempio per il movimento cooperativo. Di questo e di quanto non riesco qui ad esprimerLe compiutamente sono grato a Lei ed alla Sua Banca. IL PRESIDENTE ROSARIO DI BARTOLO LA SOLIDARIETÀ INTERCOOPERATIVA, GARANZIA DI STABILITÀ E DI SVILUPPO ‘‘,, Viaggio alla scoperta del mondo della Borsa Il crollo dei rendimenti dei Bot, il boom del risparmio gestito, le privatizzazioni e l’avvento del trading on line hanno spinto sempre più persone a investire una quota crescente dei loro risparmi nelle Borse, direttamente e tramite fondi comuni. Il fenomeno è certamente positivo, perché consente alle famiglie di dotarsi di un portafoglio più orientato alla crescita della ricchezza nel medio - lungo periodo. Questa grande trasformazione, però, deve coniugarsi con un aumento della consapevolezza dei risparmiatori: i mercati azionari sono complessi, il loro andamento a breve è in gran parte imprevedibile, e gli strumenti a disposizione anche del più piccolo degli investitori sono innumerevoli. La Borsa e i suoi meccanismi, l’andamento delle società quotate, le relazioni con l’economia, per arrivare all’operatività su titoli vanno compresi fino in fondo. Queste note intendono rappresentare il punto di partenza di questa piena comprensione. Le tappe del viaggio 1. La Borsa 2. Le azioni e le obbligazioni 3. La differenza di rischio tra azioni e obbligazioni 4. La principale funzione dell’investimento azionario 5. L’altra funzione dell’impiego azionario 6. Perché è importante avere idee chiare prima di cominciare 7. Perché cambia il valore delle azioni 8. Le variabili che concorrono a determinare il valore economico delle azioni 9. La relazione fra rischio e rendimento 1. La Borsa 2. Le azioni e le obbligazioni in Borsa, siamo disposti ad accollarci un rischio generico (che la Borsa scenda) e, quindi, che scendano i prezzi di tutte le azioni. Se decidiamo di investire in un particolare titolo azionario ci accolliamo un rischio generico (che la Borsa scenda) e uno specifico (che la società di cui stiamo acquistando azioni consegua risultati poco lusinghieri e che speculatori e azionisti ne vendano i titoli). A questo punto dobbiamo chiederci: possiamo accollarci, oltre a un rischio generico, anche un rischio specifico? Sì, se abbiamo possibilità di valutare (in autonomia oppure con l’aiuto di consulenti) i titoli delle società quotate in un certo mercato. No, se non l’abbiamo. In quest’ultimo caso è meglio investire tramite un fondo azionario specializzato o una gestione azionaria personalizzata. Anche con le obbligazioni si corre un rischio generico e uno specifico. Nel primo caso, i tassi possono salire e, quindi, scendono i prezzi di tutte le obbligazioni (cosiddetto "rischio d’interesse"). Nel secondo, il rischio specifico è che una situazione negativa dell’emittente potrebbe impedire il pagamento degli interessi o la restituzione del capitale (cosiddetto "rischio emittente"). Dove stanno in un bilancio aziendale gli interessi delle obbligazioni, gli utili netti di esercizio e i dividendi delle azioni? CONTO ECONOMICO VALORE DELLA PRODUZIONE Ricavi vendite e prestazioni Variazione rimanenze prodotti COSTI DELLA PRODUZIONE Materie prime - Servizi - Personale Ammortamenti Variazione rimanenze materie prime Accantonamenti per rischi PROVENTI E ONERI FINANZIARI Proventi da partecipazioni e altri proventi finanziari Interessi e altri oneri finanziari ALTRE COMPONENTI REDDITUALI IMPOSTE SUL REDDITO UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO di cui: - a Riserva - agli Azionisti (Dividendi) La Borsa di New York. La Borsa è il mercato regolamentato dove si tengono gli scambi e la quotazione ufficiale di strumenti finanziari. Nel linguaggio comune, Borsa è sinonimo di mercato azionario, anche se in realtà in Borsa si scambiano pure titoli di Stato, obbligazioni e altri strumenti finanziari. Le Borse moderne non sono più identificate da un luogo fisico preciso (le famose "grida") perché gli scambi ora avvengono prevalentemente su reti telematiche. L’azione è lo strumento principe tramite il quale un investitore partecipa all’attività di impresa, correndone tutti i rischi e partecipando agli eventuali guadagni. A differenza dell’obbligazionista, l’azionista non si limita a fare un prestito alla società, ma partecipa direttamente al suo capitale di rischio. Ogni azione rappresenta giuridicamente la più piccola partecipazione al capitale sociale; quest’ultimo pertanto può essere visto come un insieme di singole, autonome partecipazioni rappresentate da titoli di uguale valore nominale chiamati azioni. A differenza delle azioni, che rappresentano capitale di rischio, cioè conferimento di attività la cui remunerazione è soggetta all’alea che l’emittente riesca a conseguire risultati economici positivi, le obbligazioni rappresentano capitale di debito: la loro remunerazione è un atto dovuto e, in mancanza dei fondi necessari, il debitore dovrà accendere altri prestiti per pagare gli interessi. Le obbligazioni sono quindi uno strumento di raccolta di capitali da parte dei soggetti a ciò autorizzati, principalmente società per azioni, enti, Stati e organismi internazionali. Dove stanno in un bilancio aziendale le obbligazioni e le azioni? STATO PATRIMONIALE ATTIVITÀ Impianti Immobili Oneri capitalizzati Altri investimenti Hardware Titoli in portafoglio Crediti vs / clienti Magazzino Cassa PASSIVITÀ CAPITALE DI DEBITO Debiti vs / fornitori Debiti vs / banche Prestiti obbligazionari CAPITALE DI RISCHIO O PATRIMONIO NETTO Capitale sociale (azioni) Riserve 3. La differenza di rischio tra azioni e obbligazioni Per tutti i titoli, di capitale e di debito, il rischio può essere rappresentato da due componenti diverse: il rischio specifico e il rischio generico (detto anche sistematico). Il rischio specifico è così detto perché dipende dalle caratteristiche dell’ente emittente il titolo. Il rischio generico rappresenta quella parte di variabilità del prezzo di ciascun titolo che dipende dalle fluttuazioni del mercato. Se decidiamo di investire IL MERCATO DEI CAPITALI: MEC CANISMI, OPPORTUNITÀ E RISCHI 4. La principale funzione dell’investimento azionario La prima funzione dell’investimento azionario è di accelerare la crescita della ricchezza. Fiumi di statistiche dimostrano la superiorità dei rendimenti delle azioni rispetto a quelli delle obbligazioni e di impieghi alternativi. Fra tutte le analisi che dimostrano la superiorità delle azioni sugli altri investimenti primeggia il lavoro di Jeremy Siegel, docente di finanza alla University of Pennsylvania, nel suo "Azioni per il lungo periodo" del 1998. Le possenti analisi di Siegel, basate su due secoli di storia borsistica, consentono a risparmiatori grandi e piccoli di spegnere il ronzio di fondo di chi invita a fare market timing, cioè a entrare e uscire dalle Borse e dai mercati obbligazionari come se fossero autobus, e di ispirarsi a poche, grandi verità. La prima è la più importante: la storia insegna che nel lungo periodo le azioni rendono più delle obbligazioni e dei titoli di Stato. Come accade con tanti fenomeni naturali, le ragioni della superiorità delle azioni restano ancora non del tutto comprese dalla scienza al punto da indurre i teorici a coniare l’espressione "equity premium puzzle" per connotare come fenomeno non spiegato l’elevato differenziale di rendimento medio tra titoli azionari e obbligazionari a breve termine. Certo, i rendimenti delle azioni dipendono dalla crescita economica, dalla produttività e dalla remunerazione del rischio assunto. "Ma la capacità di creare ricchezza - scrive Siegel - dipende anche dall’abilità dei manager, da un sistema politico stabile che rispetti il diritto di proprietà e dall’esigenza di fornire valore aggiunto ai consumatori in un ambiente competitivo. Le crisi politiche ed economiche possono far balzare le azioni fuori dal loro cammino di lungo periodo, ma il sistema di mercato consente loro di ritornare in carreggiata". Tuttavia, Robert Shiller - professore di economia nella Yale University - nel suo libro "Euforia irrazionale - Analisi dei boom di borsa" (pubblicato nel 2000), elenca vari fattori che potrebbero incidere negativamente sul rendimento azionario nel XXI secolo. Ecco quanto sostenuto da Shiller: "L’evidenza che provi che le azioni supereranno sempre le obbligazioni nel lungo periodo semplicemente non esiste. Inoltre, anche se la storia sostenesse questo punto di vista, dovremmo riconoscere (e dovrebbe riconoscerlo la maggior parte della gente) che il futuro non sarà necessariamente come il passato. Per esempio, potrebbe darsi che, essendo gli investitori euforici a causa dei successi passati del mercato azionario, si abbia ora un eccesso di investimenti diffuso. Le imprese potrebbero avere coltivato piani troppo ambiziosi e speso troppo nello sviluppo e nella promozione di un prodotto; di conseguenza potrebbero non rendere bene come in passato. Potrebbe anche darsi che alcuni degli stessi cambiamenti tecnologici, ampiamente indicati come fonte di ottimismo nell’attuale mondo degli affari, siano di fatto causa di incertezza in merito alle loro prospettive future. Le nuove tecnologie potrebbero diminuire il vantaggio di cui godono le imprese esistenti che potrebbero essere sostituite da nuove imprese venute dal nulla. In questo modo, questi cambiamenti potrebbero aumentare, non diminuire, le probabilità che le azioni rendano meno nei prossimi trenta anni. E, cosa più importante, il futuro non è assolutamente come il passato in quanto, dati gli alti rapporti prezzo / utili rilevati in precedenza, il mercato è sopravvalutato come mai prima. Quindi, il "fatto" della superiorità delle azioni sulle obbligazioni non è per nulla un fatto. Il pubblico non ha appreso una verità fondamentale. Al contrario, la sua attenzione si è allontanata da alcune verità fondamentali, in particolare da una verità assolutamente fondamentale relativa alle azioni: esse costituiscono un diritto di proprietà residuale sui flussi di cassa delle aziende, che gli azionisti possono pretendere soltanto dopo che ogni altro sia stato pagato. Le azioni, quindi, per loro stessa definizione, sono rischiose. Gli investitori hanno anche perso di vista un’altra verità: che nessuno garantisce un rendimento positivo. Non esiste alcuna forma di assistenza per coloro che perdono i loro investimenti sul mercato azionario". 5. L’altra funzione dell’impiego azionario Gli impieghi azionari non servono solamente a far crescere la ricchezza: le forti oscillazioni delle loro quotazioni nel breve periodo li rendono adatti alla speculazione. Questo termine non ha alcuna accezione negativa: si tratta semplicemente di quell’attività che mira a trarre profitto dalle oscillazioni di breve periodo del prezzo di un bene, comprando a un prezzo basso e rivendendo a uno più alto (speculazione al rialzo). Oppure, vendendo allo scoperto un bene, cioè senza possederlo, speculando sulla circostanza che il prezzo di quel bene alla consegna potrebbe essere più basso rispetto a quel- lo in cui è stato concluso il contratto (speculazione al ribasso). La funzione speculativa delle azioni è esaltata con i derivati azionari come i futures, i warrant e le opzioni, che, per loro natura, hanno una volatilità assai superiore rispetto alle azioni sottostanti, e pertanto creano molteplici occasioni di profitto e - specularmente - di perdita. L’evidenza empirica sui risultati conseguiti da chi effettua frequenti compravendite di titoli azionari mostra molto chiaramente che più si movimenta il portafoglio e meno si guadagna. Il concetto di "comprare basso per vendere alto" è affascinante. Prima di iniziare una transazione a puro scopo speculativo è bene ricordare che è molto probabile che certe "intuizioni" finiscano per indurre a "comprare alto e vendere basso". 6. Perché è importante avere idee chiare prima di cominciare Come abbiamo visto, gli impieghi azionari possono soddisfare due esigenze assai diverse fra loro: la crescita della ricchezza nel lungo periodo e la speculazione. Questo significa che prima di usare questi strumenti, è fondamentale avere le idee ben chiare: si sta investendo sul serio o si sta speculando? La confusione tra investimento e speculazione è la prima fonte di delusioni nell’ambito della gestione del risparmio. Milioni di risparmiatori in tutto il mondo investono in azioni senza avere le idee chiare, e poi si lamentano se dopo qualche mese o qualche settimana il valore dei loro titoli è crollato del 30 - 40%. Se avessero avuto le idee chiare fin dall’inizio, non avrebbero motivo di imprecare: se avessero avuto l’intenzione di investire nel lungo periodo, si sarebbero ricordati che pochi mesi o poche settimane non sono decisamente un lungo periodo, e quindi avrebbero pazientemente aspettato tempi migliori. Se avessero avuto l’intenzione di speculare, si sarebbero ricordati che per sua natura la speculazione può avere un esito infelice. Con un’elevata probabilità. Speculare sulle azioni non è molto diverso dal giocare ai cavalli, al Superenalotto, al black jack o ai dadi. Chi pensa che i prezzi delle azioni nel breve periodo abbiano una andamento più prevedibile di quello dei cavalli, dei numeri della roulette e del Superenalotto si illude: nessuna statistica supporta questa affermazione. E i risparmiatori che non hanno un orizzonte di lungo periodo? Devono stare alla larga dalle azioni e dai fondi azionari, e accontentarsi dei magri - ma sicuri - rendimenti dei titoli di Stato. 7. Perché cambia il valore delle azioni Per affrontare questo tema bisogna andare alla ricerca delle origini del valore economico delle azioni, origini che coincidono con l’insieme dei diritti che attribuiscono al loro portatore. Al riguardo, la scienza giuridica usa distinguere fra diritti patrimoniali, diritti amministrativi e diritti "ibridi" che, partecipando delle caratteristiche di entrambi, possono essere definiti come diritti amministrativo - patrimoniali (in particolare, il diritto di opzione e il diritto di recesso). I diritti patrimoniali sono essenzialmente due: il diritto agli utili e il diritto al rimborso della quota al momento dello scioglimento della società. Chi può investire nell'azionario e chi no Può investire chi ha TUTTI questi requisiti - Punta alla crescita del capitale nel lungo periodo. - Ha un'elevata propensione al rischio nel breve periodo: questo significa che se il valore di tutto o di una parte del suo investimento azionario scende del 20 - 30 % in poche settimane o in pochi mesi (evento assolutamente normale nella storia dei mercati), non si mette a imprecare ma tiene duro, coerentemente con le proprie scelte. - Ha una situazione finanziaria familiare equilibrata. - Non ha esigenze di spese rilevanti nel breve periodo. Non deve assolutamente investire nell’azionario chi ha anche UNA sola delle seguenti caratteristiche - Non ha un orizzonte temporale di investimento di lungo periodo o comunque non l’ha ben definito. - Non ha un’elevata propensione al rischio: chi non è sicuro al 100% di poter mantenere invariato il proprio investimento azionario qualora questo crollasse, lasci perdere le Borse. - Non ha una situazione finanziaria familiare equilibrata: ha redditi irregolari e perlopiù bassi, impegni nei confronti di terzi, capitali insufficienti per un’adeguata diversificazione. - Deve affrontare spese rilevanti nel breve periodo. I diritti amministrativi sono molteplici e il più importante è senza dubbio il diritto di voto nelle assemblee sociali. Benché ogni singolo diritto contribuisca a formare il valore economico complessivo di un’azione, la scienza finanziaria considera rilevanti soltanto i diritti patrimoniali, assumendo quindi implicitamente che il capitale sociale sia rappresentato esclusivamente da azioni di una sola categoria (per esempio, le azioni ordinarie). I due principali metodi di determinazione del valore economico di un’azione, infatti, sono il metodo dei dividendi scontati, che prende in considerazione soprattutto il diritto agli utili, e il metodo del patrimonio netto, che invece fonda la propria analisi sul diritto di rimborso della quota allo scioglimento della società. ‘‘ La dimensione della crescita possibile degli utili e il premio atteso per il rischio sono la chiave per introdurci nella conoscenza del futuro valore economico dell'impresa che si dovrebbe riflettere nel valore delle sue azioni quotate, come in uno specchio. ,, DETERMINAZIONE VALORE ECONOMICO DELLE AZIONI SCIENZA GIURIDICA Determinanti Diritti amministrativi Diritti patrimoniali Diritto agli utili Diritto al rimborso della quota al momento dello scioglimento della società Diritto di voto nelle assemblee sociali dividendi futuri, al numeratore di tale rapporto, e al denominatore il tasso di sconto applicato per attualizzarli, ossia per tradurre il loro (atteso) valore futuro in un adeguato valore presente, in cui consiste appunto il valore economico del titolo. Dal futuro, dunque, dipende la valutazione presente delle azioni! Questa circostanza non è di poco conto, perché impronta il funzionamento SCIENZA FINANZIARIA Determinanti Diritti amministrativo - patrimoniali Diritto di opzione Diritti patrimoniali Diritto di recesso dei mercati finanziari così come lo conosciamo. Il valore economico di un titolo calcolato con l’applicazione del metodo dei dividendi scontati è infatti soltanto un "valore presunto", dal momento che, essendo il futuro ignoto, esso risulta determinato essenzialmente sulla base di aspettative, le quali possono sì essere più o meno probabili (da cui l’intrinseco carattere di sog- Diritto agli utili Diritto al rimborso della quota al momento dello scioglimento della società Metodo dividendi scontati Metodo patrimonio netto gettività del valore economico così calcolato), ma mai certe. L’applicazione di questo metodo permette dunque, almeno in teoria, di giungere a infinite quantificazioni del valore economico di uno stesso titolo. Perché ciò capiti, basta infatti che si abbiano attese diverse sulla dinamica futura dei dividendi e delle variabili che influenzano il tasso di sconto. Ricetta del Nobel: diversificare sempre SHARPE: "ADDIO AI RIALZI FOLLI" In base al metodo dei dividendi scontati, il valore economico di una società è in ogni momento pari al flusso dei dividendi che riuscirà a distribuire nel corso di tutta la sua vita, attualizzato per un opportuno tasso di interesse. In base al metodo del patrimonio netto, noto anche sotto la denominazione di "Q di Tobin", il valore economico di una società è pari al valore effettivo del suo patrimonio netto. Benché i due metodi si prefiggano il medesimo scopo - determinare il valore economico di un’azione per poter valutare se il titolo è sopravvalutato o sottoquotato rispetto al prezzo di mercato - la diversità degli approcci comporta normalmente risultati differenti. In finanza, ha avuto indiscusso successo il metodo dei dividendi scontati, anche perché risulta molto convincente pure sul più modesto piano del senso comune: a parità di risorse (patrimonio netto), si attribuisce maggiore valore alla società più efficiente, che sa cioè estrarre da esse un maggior valore economico (utili e, di conseguenza, dividendi). Il fondamento razionale su cui si basa il metodo dei dividendi scontati è poi tanto solido e convincente che i due termini del suo rapporto sono ormai universalmente considerati le determinanti originarie del prezzo dei titoli azionari. Come già accennato, esse sono: il flusso dei Tre sono le regole d’oro per il risparmiatore: diversificare, diversificare, diversificare. Direte che non ci vuole un premio Nobel per sostenere questa tesi. Eppure William Sharpe può permettersi oggi di tenere i piedi ben piantati sui fondamentali della teoria che gli è valsa nel 1990 il riconoscimento dell’Accademia di Stoccolma. Perché lo fece anche due anni fa, quando il Nasdaq puntava oltre quota 5mila. A chi gli chiedeva se quelle quotazioni avevano senso, rispose: "Solo se si realizza la piccolissima probabilità che le aziende della new economy spazzino via quelle della old economy. Allora si può immaginare un grande valore di quelle aziende. Ma esiste una grandissima probabilità che ciò non accada e che quindi quelle imprese valgano in realtà molto meno di quello che dicono le quotazioni in Borsa". Che poi è la probabilità che si è realizzata. Perciò allora, come oggi, come per casi stile Enron, vale la regola aurea della diversificazione: non puntare su una singola azienda dell’alta tecnologia, o di qualunque settore, ma sul loro insieme e non mettere tutti i risparmi in un singolo settore, ma per una quota che sia all’incirca analoga a quella che esso ha nella capitalizzazione complessiva della Borsa. Questi sani ed elementari principi, che tuttavia nei momenti di euforia volentieri si dimenticano, Sharpe, che insegna all’Università di Stanford e guida una società di consulenza (Financial Engines) che ha tra i clienti i più grandi fondi pensione, li ribadisce continuamente. Professore Sharpe, pensa che rivedremo ritorni a due cifre dall’investimento azionario, come quelli ottenuti nella seconda metà degli anni 90? E non fu una cosa meravigliosa? La mia risposta è negativa. Quei risultati sono stati come una vincita alla roulette o alla lotteria, una combinazione fortuita, cioè possibile ma poco probabile. Compreso il realizzarsi dei fondamentali che hanno economicamente giustificato quei ritorni. Ma se adesso cerchiamo di fare una previsione sulla redditività futura, dobbiamo pensare a un range di possibili redditività e all’estremo più alto, con una probabilità bassa, c’è un ritorno a due cifre. Ma l’esito con la probabilità maggiore è di un ritorno molto più basso. Il rischio è espresso proprio da quella ampia gamma di esiti. Bisogna fare previsioni realistiche. Eppure la maggior parte dei promotori fa balenare rendimenti elevati e privi di rischio. Non è corretto, perché bisogna sempre far vedere un ventaglio di possibilità, che rivelano la presenza del rischio e lo fanno percepire all’investitore. Al quale si deve sempre ricordare che ogni investimento comporta un rischio. Ma qualcuno teorizza che non è razionale investire in obbligazioni per ridurre il rischio dell’investimento, perché nel lungo periodo le azioni hanno sempre battuto per rendimento le obbligazioni. Sì, ma non viene considerato il rischio che, nell’arco di vent’anni, cioè di un periodo meno lungo ma ugualmente molto importante per un investitore, si possano verificare eventi molto negativi per le azioni e tali da avere effetti devastanti sul patrimonio degli individui. Perciò è assolutamente razionale mantenere una quota anche importante (attorno al 40%) del proprio risparmio finanziario in titoli di Stato, che rimangono meno rischiosi delle azioni. Eppure il premio al rischio richiesto da chi investe in azioni si è ridotto nel tempo. Certo, perché agiscono tre fattori secolari. Anzitutto, la gente pensa che ci siano meno rischi nell’economia perché i governi e le Banche centrali sono diventate più brave nella gestione della politica economica. In secondo luogo, l’innovazione finanziaria consente di gestire sempre meglio il rischio, grazie anche all’uso dei derivati, che talvolta però vengono impiegati male. Infine, quando le persone diventano più ricche hanno una maggiore propensione al rischio e quindi chiedono un premio più basso e in generale i risparmiatori sono diventati più ricchi. Anche se negli ultimi due anni la riduzione della ricchezza causata dalla caduta delle Borse ha fatto un po’ risalire la propensione al rischio. IL MERCATO DEI CAPITALI: MEC CANISMI, OPPORTUNITÀ E RISCHI Fonte: Il Sole 24 ORE - 12 marzo 2002 8. ‘‘ È importante che chi offre prodotti, educhi il cliente anche alla dimensione rischio e non solo a quella rendimento, perché se è vero che l'investimento azionario rende di più, rende di più nel medio periodo. Cosa certamente difficile da far comprendere dal momento che la nostra non è una cultura del medio periodo ma del "domani mattina". ,, ANGELO TANTAZZI Presidente di Borsa Italiana S.p.A. Le variabili che concorrono a determinare il valore economico delle azioni Le variabili che concorrono a determinare il valore economico delle azioni possono venire distinte in tre categorie: - variabili macroeconomiche, relative al quadro congiunturale internazionale e domestico; - variabili microeconomiche, relative al settore in cui opera la società; - variabili societarie, direttamente connesse alle strategie poste in essere dalla società stessa. Nell’ambito delle variabili macroeconomiche si può fare una distinzione tra variabili che riguardano l’economia internazionale, variabili che concernono l’economia nazionale e le decisioni di politica fiscale e monetaria che possono influenzare rispettivamente la congiuntura internazionale e/o quella nazionale. Tali variabili possono influenzare sia le prospettive reddituali delle società sia il tasso di sconto al quale devono essere attualizzate per determinare il loro valore economico. Talora possono influenzare entrambi e spesso si influenzano reciprocamente: la crescita economica, per esempio, incide sui tassi di interesse, i quali, a loro volta, possono avere effetti sul tasso futuro di inflazione. Un’analisi puntuale degli effetti prodotti da ciascuna variabile sul valore economico delle azioni non si può dunque svolgere. Ciò non toglie, tuttavia, che si possano individuare alcune importanti relazioni. Oltre alle variabili macroeconomiche VARIABILI CHE CONCORRONO A DETERMINARE IL VALORE ECONOMICO DELLE AZIONI VARIABILI MACROECONOMICHE Economia internazionale e nazionale VARIABILI MICROECONOMICHE VARIABILI SOCIETARIE CRESCITA ECONOMICA (P.I.L.) CARATTERISTICHE SETTORE ECONOMICO POLITICHE DEI DIVIDENDI TASSI DI INTERESSE GRADO DI CONCORRENZA STRATEGIE DI COMUNICAZIONE TASSO DI INFLAZIONE AUMENTI DI CAPITALE TASSO DI CAMBIO ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE POLITICHE ECONOMICHE Fiscali Monetarie dei Redditi ACQUISIZIONI DISMISSIONI un ruolo molto importante nell’influenzare il valore economico di un titolo azionario hanno le variabili microeconomiche, ossia quelle che più direttamente riguardano le caratteristiche specifiche del settore industriale e dei mercati geografici in cui opera una determinata società. Al riguardo, è opportuno svolgere un’utile precisazione: rientrano nell’ambito delle considerazioni relative al settore economico tutte quelle concernenti le caratteristiche dell’attività svolta, mentre quelle concernenti il mercato geografico riguardano soprattutto il grado di concorrenza che la società deve affrontare. L’ultimo insieme di fattori economici che hanno di norma un rilevante effetto sul valore economico delle azioni sono le variabili societarie, cioè quelle variabili che sono relative al comportamento e alle performance delle singole società emittenti. Tali variabili tendono a influenzare in primo luogo le attese degli investitori circa il flusso dei dividendi futuri. Ecco alcune di queste variabili: politiche dei dividendi, strategie di comunicazione, aumenti di capitale e buy-back, acquisizioni e dismissioni. 9. La relazione fra rischio e rendimento Una misura sintetica per determinare quantitativamente il rischio di un investimento è rappresentata dalla volatilità del rendimento del titolo; mentre una misura sintetica per quantificare la redditività attesa del titolo è rappresentata dal valore atteso del rendimento. Si noti che in entrambi i casi si utilizza il rendimento e non il prezzo del titolo. Quando la volatilità viene calcolata su base storica - vale a dire partendo dalle osservazioni sui rendimenti passati - quanto più essa è elevata tanto più il valore del titolo ha oscillato in passato (verso l’alto e verso il basso). Si consideri un titolo caratterizzato da un rendimento annualizzato a cinque anni del 10% e da una volatilità a cinque anni del 12%. Investendo e disinvestendo in quel titolo negli ultimi cinque anni, il rendimento ottenuto su base annua molto probabilmente è stato compreso tra un minimo del (10% - 12%) = - 2% (investitore "sfortunato") e un massimo del (10% + 12%) = + 22% (investitore "fortunato"). Qualsiasi investitore è alla ricerca di investimenti che consentono di avere alto rendimento e basso rischio. D’altra parte, i mercati finanziari non sarebbero così vivaci e interessanti se ci fosse un titolo caratterizzato da un rapporto tra rendimento atteso e rischio superiore a quello degli altri titoli. Tutti vorrebbero investire in quel titolo. Nella realtà, la già vasta offerta viene continuamente aumentata con la comparsa di titoli con nuove caratteristiche. Le attività finanziarie presenti sui mercati sono descritte da vari gradi di rischio e rendimento atteso; tuttavia, almeno in teoria, conservano una caratterizzazione ben precisa: i titoli con maggior rendimento atteso dovrebbero presentare il rischio maggiore. Questa caratterizzazione viene sintetizzata nella frase "non c’è rendimento senza rischio". Questo significa che un investitore che acquista i titoli con maggiore rendimento atteso deve essere disposto a sopportare un grado maggiore di rischio. Si può anche affermare che "nes- te dell’investitore possono essere orientate verso un’attività finanziaria che cresce in media a un ritmo superiore, ma presenta una maggiore variabilità; per esempio, un investimento il cui valore è descritto dalla linea rossa nel grafico qui sotto, oppure verso una più stabile ma che in media cresce di meno nel corso del tempo, come l’investimento il cui valore è descritto dalla linea blu. Queste alternative sono descrivibili utilizzando il rendimento medio e la volatilità del rendimento di cui abbiamo parlato poco fa. Nell’esempio, la linea blu descrive un investimento il cui rendimento medio è 8% con una volatilità di 2,8%, mentre la linea rossa è caratterizzata rispettivamente da 25% e 11,7%. PIÙ È ELEVATO IL RISCHIO, MAGGIORE È IL RENDIMENTO ATTESO Per saperne di più EUFORIA IRRAZIONALE ANALISI DEI BOOM DI BORSA Robert J. Shiller il Mulino - 2000 ETICA E FINANZA. SPECULAZIONE, RISCHIO E RAZIONALITÀ NELL’INNOVAZIONE FINANZIARIA Franco Caparrelli Bancaria n.1/2002 L’ALCHIMIA DELLA FINANZA George Soros Ponte Alle Grazie - 1998 CAPIRE LA BORSA Marco Liera - Andrea Beltratti Il Sole 24 ORE - 2000 LA GESTIONE DEL PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONARIO Franco Caparrelli e Anna Maria D’Arcangelis Edibank - 1999 MANUALE DEL REDDITO FISSO a cura di Stefano Urbani e Carlo Fossati Il Sole 24 ORE Pirola - 1996 L’INDIPENDENZA FINANZIARIA DELLA FAMIGLIA Marco Liera Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000 FONDI COMUNI PER TUTTI Marco Liera Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000 sun pasto è gratis", vale a dire è possibile sperare di avere un alto rendimento dai propri investimenti soltanto se si è disposti ad accettare una quota superiore di rischio. In questo caso, le scel- In casi reali, questi parametri devono essere stimati a partire dalle serie storiche dei rendimenti, ed effettuando questi calcoli si nota che in molti casi sono coerenti con la teoria. LA PIRAMIDE DEL RISCHIO INVESTIRE MEGLIO, RISCHIARE MENO Fernando Metelli Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000 IL RISCHIO FINANZIARIO ORIGINE E STRUMENTI DERIVATI Fernando Metelli Il Sole 24 ORE Libri - 1995 ALLA RICERCA DEGLI ALTI RENDIMENTI Edoardo Mezza Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000 POTREBBE RIPETERSI? INSTABILITÀ E FINANZA DOPO LA CRISI DEL '29 Hyman P. Minsky Giulio Einaudi editore - 1984 Hedge fund Private equity Venture capital Futures Options Warrant Beni rifugio Azioni speculative Fondi azionari e bilanciati Obbligazioni societarie a basso rating Azioni blue chips Immobili a reddito Titoli di Stato a medio - lungo Eurobbligazioni Fondi obbligazionari Obbligazioni bancarie Obbligazioni societarie ad alto rating Titoli di Stato a breve area euro Certificati di Credito del Tesoro (C.C.T.) Fondi di liquidità IL MERCATO DEI CAPITALI: MEC CANISMI, OPPORTUNITÀ E RISCHI ANALISI TECNICA DEI MERCATI FINANZIARI Martin J. Pring McGraw-Hill - 1995 COME COMPRARE E VENDERE IN BORSA Virginio Schiavetti Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000 INVESTIRE IN BORSA CON L’EURO Virginio Schiavetti Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2001 LA BORSA FRA BOOM E CRACK Virginio Schiavetti Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2001 MANUALE DEL RISPARMIO GESTITO Fernando Metelli Il Sole 24 ORE - 1998 BOT & BOND Angelo Drusiani Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000 I volumi sono disponibili presso la Biblioteca della Banca. ‘‘,, ‘‘,, La Banca e il mondo della scuola Al via il processo di sviluppo territoriale della Banca Entro breve l'apertura di un nuovo sportello in Romano di Lombardia La gradita visita dei bambini della 5 a classe della Scuola elementare "S. Capitanio" di Calcio Il movimento cooperativo avrà un futuro solo se ad esso si accosteranno le nuove generazioni. Partendo da questo presupposto, la Banca è da tempo impegnata nella promozione della conoscenza della cooperazione di credito presso il mondo della scuola. Rientra in questo ambito l’opportunità offerta agli istituti scolastici del territorio di avvicinare la realtà operativa aziendale. L’ultima esperienza in tal senso ha visto il coinvolgimento degli allievi della Scuola Elementare "S. Capitanio" di Calcio. Il 22 febbraio scorso i bambini della classe 5a, accompagnati dalla maestra, Suor Maria Teresa, e dalla Superiora, Suor Rosanna, hanno visitato la sede legale di Calcio. Il Responsabile dello sportello, Rag. Adalberto Bellodi, ha condotto gli allievi nella sala consiliare, dove periodicamente si riunisce il Consiglio di Amministrazione della Banca. Seduti al grande tavolo ovale della sala, i 18° Bando di concorso della Banca Assegnati i premi al merito scolastico bambini hanno sottoposto al Responsabile dello sportello numerose domande riguardanti le diverse operazioni bancarie, le modalità di funzionamento e l’organizzazione della Banca e, soprattutto, la recente introduzione delle nuove banconote e monete in euro. L’incontro si è concluso con la visita alle casse e al caveau della Banca. Tesi di laurea in Biblioteca Nel numero 6 de Il Melograno abbiamo dato notizia che la Banca intende proporsi come punto di raccolta e di diffusione dei lavori svolti dagli studenti della comunità locale. Con grande piacere possiamo riscontrare che diverse persone hanno messo a disposizione della Biblioteca aziendale le proprie tesi di laurea discusse in occasione del completamento degli studi. Le tesi pervenute sono le seguenti: • Evoluzione dell’informativa di bilancio delle Banche di Credito Cooperativo. Autore: Dott.ssa Patrizia Vianelli Relatore: Prof. Imerio Facchinetti Università degli Studi di Bergamo Facoltà di economia Anno accademico 1997 /1998. • La rilevanza dello scopo mutualistico nella attività delle Banche di Credito Cooperativo. Autore: Dott.ssa Donatella Bano Relatore: Prof. Giuseppe Roma Università degli Studi di Bergamo Facoltà di economia Anno accademico 2000 / 2001. • Globalizzazione, nuove tecnologie e formazione a distanza. Autore: Dott. Marco Brignoli (dipendente della nostra Banca) Relatore: Prof.ssa Laura Bovone Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Facoltà di Scienze Politiche Anno accademico 1999 / 2000. Nel rinnovare i ringraziamenti a tutti coloro che hanno gentilmente inviato i citati documenti, riconfermiamo la nostra disponibilità a raccogliere e a diffondere i lavori degli studenti della nostra comunità. Nel corso dell’ultima Assemblea dei Soci si è provveduto all’assegnazione dei premi al merito scolastico, momento finale del 18° Bando di concorso organizzato dalla Banca. Il concorso, riservato ai figli dei Soci, ha visto la partecipazione degli studenti che hanno frequentato nell’anno scolastico 2000 /2001 le scuole medie superiori, ottenendo una votazione non inferiore al 7,5 per le classi dalla 1a alla 4 a e di 100 /100 per la classe 5 a. I premi al merito scolastico assegnati sono stati otto. Studente Scuola Testa Lorella Covo La Banca rinnova i complimenti per i risultati ottenuti e augura un proficuo proseguimento degli studi a tutti coloro che hanno partecipato al concorso. Classe Medie Premio Istituto Istruzione Secondaria Superiore di Stato "Don Luigi Milani" Romano di Lombardia V 100 / 100 500 euro Corda Monica Pumenengo I.T.C.G. "Luigi Einaudi" Chiari V 100 /100 500 euro Cucchi Silvana Romano di Lombardia Istituto Istruzione Secondaria Superiore di Stato "Don Luigi Milani" Romano di Lombardia IV 9,10 450 euro Aglioni Laura Calcio Istituto Istruzione Secondaria Superiore di Stato "Don Luigi Milani" Romano di Lombardia IV 9,09 450 euro Brusadelli Gianfranco Covo I.T.S.C.G. "G. B. Rubini" Romano di Lombardia IV 9,00 450 euro Plebani Cristina Ghisalba Istituto Istruzione Secondaria Superiore di Stato "Don Luigi Milani" Romano di Lombardia I 8,80 450 euro Gregis Daniela Romano di Lombardia Liceo scientifico "Istituto Facchetti" - Treviglio I 8,66 450 euro Zanchetti Fulvio Calcio Liceo Scientifico "San Bernardino" - Chiari IV 8,66 450 euro ‘‘ D'ora in poi la risorsa chiave è costituita dalle conoscenze. Il mondo non è più dominato dalla manodopera, dai materiali o dalle energie, ma dall'intensità delle conoscenze. PETER FERDINAND DRUCKER Studioso di management ,, L’obiettivo individuato è quello di procedere, entro un arco di tempo relativamente breve, all’apertura di quattro nuovi sportelli, con l’intento di ampliare la competenza territoriale della Banca, ma anche di meglio presidiare quella attuale. Siamo lieti di informare che la prima delle nuove aperture avverrà sulla piazza di Romano di Lombardia. Il nuovo sportello, il cui avvio è previsto per la seconda metà di giugno, verrà aperto in via XXV aprile (zona Romano ovest). La responsabilità della conduzione della nuova unità periferica sarà affidata al rag. Mario Asperti, attuale Vice Responsabile della Filiale di Romano Centro. Nel corso dell’ultima Assemblea dei Soci, abbiamo dato notizia che la Banca, coerentemente con la sequenza prevista dal Piano Strategico triennio 2000 / 2002, ha preso in esame, nei primi mesi del 2002, le tematiche ricomprese nell’ambito della cosiddetta strategia dimensionale. Le riflessioni svolte hanno portato a individuare nella crescita per linee interne la via che, allo stato attuale, è da seguire per cogliere il fondamentale obiettivo dello sviluppo dimensionale. Alla riflessione è presto subentrata la predisposizione di progetti e piani d’azione con la necessaria identificazione, in primo luogo, delle piazze di nuovo insediamento e, successivamente, delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche necessarie. ‘‘ Inaugurazione del restauro della Chiesa Arcipretale Plebana di Calcio Nell'anno 2000 abbiamo iniziato i lavori per il restauro della Chiesa Arcipretale Plebana San Vittore di Calcio. I problemi di ordine tecnico e finanziario si presentavano assai complessi. Bisognava provvedere al rifacimento del tetto, al ripristino dei finestroni (pensate che quelli del transetto misurano 7 x 5 metri), all'impianto "illuminazione a norma" e al restauro pittorico. ,, policromia, godibile soprattutto la sera, con una illuminazione adeguata. Brillano ora le possenti strutture interne che lo stile neoclassico imponeva come norma: misura e grazia! "La c'é la Provvidenza" e non é mancata! Una lapide posta sotto la cupola recita così: Il tutto in questi tre anni é stato realizzato anche con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Calcio e Covo. Un furioso incendio nel 1999 ha accelerato l'urgenza dei lavori condotti dalla Ditta Poli di Verona per i finestroni; dalla ditta Bonetti di Calcio per l'impianto di illuminazione a norma; per il restauro pittorico dalla perizia dei restauratori Marcello e Paolo Bonomi di Nembro. Ora l'interno della monumentale Chiesa è tutto uno scintillio di elegante Nell'anno del Signore 2002 con il contributo del Credito Cooperativo di Calcio e Covo e la generosità del popolo di Calcio veniva inaugurato il restauro di questo tempio iniziato nell'anno Santo 2000 essendo vescovo di Cremona Mons. Giulio Nicolini Arciprete Don Emilio Beltrami. A perenne memoria dello spirito di collaborazione e di edificante presenza di una istituzione (la Banca di Credito Cooperativo di Calcio e di Covo) e della fede di un popolo che crede nei valori del Vangelo. DON EMILIO BELTRAMI Arciprete Il giorno 4 maggio 2002, festa di San Gottardo, il Vescovo di Cremona Mons. Dante Lafranconi ha benedetto e inaugurato il restauro della Chiesa Arcipretale. IL CREDITO COOPERATIVO È ESPRESSIONE DEL TERRITORIO E PATRIMONIO DELLA GENTE CHE LÌ VIVE, STUDIA E LAVORA Il Credito Cooperativo è espressione del territorio e patrimonio della gente che lì vive, studia e lavora. Differente per forza. LA MIA BANCA