Maggio 2002 - Credito Cooperativo

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Maggio 2002 - Credito Cooperativo
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BANCA DI CREDITO COOPERATIVO
DI CALCIO E DI COVO
Anno III
Maggio 2002
Spedizione in
A.P. 70% - DC /DCI
01/00 -M Bergamo
PERIODICO ECONOMICO E CULTURALE DELLE COMUNITÀ LOCALI
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Nella collezione
della Banca
Bartolomeo Cesi
in cOPErtinA: L’ArtE
Il quadro che qui si vuole illustrare, ora
collocato nella controfacciata della
chiesa parrocchiale di Covo, raffigura la
Madonna che presenta il bambino Gesù,
ritto in piedi su di un alto piedestallo, ai
santi Carlo Borromeo e Luigi, re di
Francia, mentre un angelo assiste alla
scena quasi a protezione: una annotazione paesaggistica si delinea sullo
sfondo caratterizzata da fronde smosse
e da un tramonto segnato da nubi bigie
e dagli sprazzi rosati dell'ultimo sole.
Il bambino Gesù offre a san Luigi un
serto di fiori come per sottolineare la sostituzione avvenuta della corona di metallo dorato e dello scettro regale, che
giacciono a terra, con un'altra più vera, la
corona della santità. San Carlo, qui raffigurato in posizione decentrata, ebbe un
culto diffusissimo per tutta l'Italia a motivo della sua intensissima azione pastorale e della incidenza che ebbe sugli andamenti ecclesiali dell'epoca, dal Concilio
di Trento in poi; san Luigi, re dei Francesi, ebbe una sottolineatura culturale più
limitata anche se non rara in Italia, sostenuta soprattutto dall'Ordine Francescano
di cui il santo re era terziario.
Bartolomeo Cesi
Madonna con Bambino e Santi
(particolare),
olio su tela, 1611 ca.
La composizione del presente quadro riprende con varianti un'opera dipinta da Bartolomeo Cesi (Bologna 1556 1629) per una chiesa soppressa di Bologna ed ora conservata nella Pinacoteca
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Il ruolo della Banca nel mondo
della ingegneria finanziaria
Alla scoperta delle virtù e dei vizi del mercato dei capitali
iL mELogrAno
Periodico Economico e Culturale
delle Comunità Locali
della città. In tal modo la tela qui proposta si palesa, per qualità e fedeltà, quale
replica attuata dallo stesso pittore o da
collaboratori a lui strettamente vicini.
Bartolomeo Cesi occupa un posto
importante nella storia della pittura bolognese in un momeno particolare, tra
fine '500 ed inizio '600, che vede il
progressivo superamento delle forme
manieristiche, in voga anche a Bologna, mediante un approdo verso modi
di più sentita adesione a forme classicheggianti; mai disgiunte, tuttavia, da
una osservazione attenta alle esigenze
della devozione, del sentimento e dei
dati di una verità più oggettiva.
Bartolomeo Cesi, educato fin dagli
esordi nella cultura manieristica bolognese facente capo a Pellegrino Tibaldi, vi rimase lungamente fedele; ma via
via seppe cogliere suggestioni di rinnovamento e riuscì ad associarsi al travaglio aggiornativo che vide la partecipazione dei più bei nomi della stagione
bolognese più illustre: Reni, i Caracci,
il Guercino.
Nella tela della parrocchiale di Covo, certamente della maturità (il san
Carlo, infatti, dipinto in piedi, segnala
che il dipinto fu elaborato dopo il 1611,
anno di inizio del culto del santo milanese), vengono espressi elementi di
forte incidenza luministica tesi a creare
suggestioni figurative di grande intensità sentimentale non meno che equilibri compositivi di rinnovato sapore.
Le opere di Bartolomeo Cesi, numerose e sempre significative, sono reperibili a Roma, a Bologna, ad Imola, come
pure in non poche pinacoteche d'Italia.
Risulta, dunque, altamente meritevole la
presenza a Covo di un dipinto così significativo: lo sforzo di rinnovamento
decorativo che ha caratterizzato in questi ultimi anni la revisione globale della
chiesa parrocchiale ritrova, nella tela qui
presentata, un brano che l'arricchisce
straordinariamente per qualità, per epoca e per possibilità devozionali.
C
Anno III - n. 8
Maggio 2002
Registrazione al Tribunale di Bergamo
n. 12 del 12 Febbraio 2000
Editore
Banca di Credito Cooperativo
di Calcio e di Covo
Via Papa Giovanni XXIII, 40
24054 CALCIO (BG)
Direttore responsabile
Battista De Paoli
Redazione
Carlo Aglioni - Virginio Barni
Cesare Bonacina - Dario Consolandi
Stellina Galli - Luca Guerrini
Vilma Leoni - Augusto Zaninelli
Ilario Zonca
Corrispondenza
Lettere e telefonate sono sempre
gradite. Nel limite del possibile
risponderemo a tutti.
Recapito di E-mail
[email protected]
Hanno collaborato
Emilio Beltrami - Giosuè Regonesi
Giuseppe Rivellini
Grafica e impaginazione
Studio Zonca - Daniela Corna
Fotografie
Marco Mazzoleni
Stampa
Press R3 - Almenno S.B. (BG)
Spedizione
Spedizione in Abbonamento
Postale 70% - DC/DCI
01 /00 - M Bergamo
Il marchio e la simbologia
della "Melagrana" sono di proprietà
della Federazione Italiana delle Banche
di Credito Cooperativo e sono utilizzati
dalla Banca di Credito Cooperativo
di Calcio e di Covo su licenza.
ome è ben noto a tutti, il pilastro della moderna economia finanziaria è costituito dalla Borsa. Ma
che cos’è la Borsa? Qual è la sua funzione?
Secondo John Maynard Keynes, un grande economista del ‘900, la funzione principale della Borsa
è quella di rendere liquidi investimenti che tali non sono nella realtà. Al fine di meglio illustrare il ruolo del mercato dei capitali egli utilizza un’espressione piuttosto colorita, ma semplice ed immediata: "È
come se un agricoltore, consultato il barometro dopo colazione, potesse decidere di ritirare fra le 10 e
le 11 il capitale investito nella fattoria, salvo poi a riconsiderare l’eventualità di reinvestirlo nell’azienda nel corso della settimana". Considerare liquidi gli investimenti, e cioè trasformabili rapidamente in moneta, "tiene calmi i nervi degli investitori e li rende disponibili ad assumersi il rischio".
In sintesi, la Borsa è indispensabile in quanto facilita le decisioni di investimento, abbassa il costo del
capitale, favorisce l’accumulazione e, quindi, contribuisce allo sviluppo economico di una nazione.
Ma come si è evoluto il mondo della Borsa negli ultimi anni?
Il mercato dei capitali è stato caratterizzato da profonde modificazioni. Le tecniche, gli strumenti e
i prodotti sono notevolmente cambiati. Sono entrate in circolazione espressioni strane e un poco misteriose quali reverse floater, reverse convertible, covered warrant. Il problema, però, è che non tutti sanno che si tratta di strumenti complessi che spesso promettono rendimenti elevati, ma che possono nascondere gravi pericoli: un mercato secondario illiquido, volatilità di prezzo elevatissime, ecc..
Cerchiamo di risalire all’origine di questa complessità.
Da una parte, c’è chi sostiene che il fenomeno sia la diretta conseguenza dell’evoluzione della domanda. Sono le esigenze sempre più sofisticate e specifiche dei risparmiatori che impongono la nascita di prodotti che non possono che essere complessi. Dall’altra, c’è chi, ben più realisticamente, fa notare che i nuovi strumenti assicurano ai pochi intermediari in grado di offrirli margini più elevati di
quelli dei prodotti tradizionali, semplici, trasparenti, offerti dalla generalità degli intermediari.
Dobbiamo ora domandarci se è utile e conveniente assecondare comunque la sfrenata fantasia degli inventori di finanza, di coloro che hanno trasformato l’attività di investimento in una scienza esoterica e impenetrabile.
Qualcuno comincia a dubitare che il costo per il funzionamento e il controllo dei mercati abbia un
compenso nella riduzione del costo del capitale. Un illustre economista recentemente scomparso, James
Tobin, ha posto la seguente questione: "Nel decidere se approvare le nuove tipologie di prodotti, le autorità dovrebbero valutare se colmano realmente dei vuoti e se accrescono le opportunità di riduzione
del rischio…e non semplicemente le occasioni di profitto degli speculatori".
Il tema che abbiamo voluto introdurre è di cruciale importanza sia per la Banca che per la nostra
clientela.
Partendo da questo presupposto, la questione è stata oggetto di ampie riflessioni che investono la
natura del servizio offerto dalla Banca, la professionalità dei collaboratori, il livello di conoscenza e di
consapevolezza di tutti coloro che si rivolgono alla nostra cooperativa di credito per ottenere un’adeguata consulenza nei delicati comparti della pianificazione finanziaria e dell’investimento dei propri risparmi.
Limitare le possibilità di accesso della clientela ai prodotti finanziari più sofisticati e complessi,
sviluppare le competenze specialistiche dei collaboratori, educare i soci e i clienti anche alla dimensione "rischio" e non solo a quella "rendimento" sono gli orientamenti di fondo che la Banca, in piena
coerenza con i propri fini istituzionali, continuerà a perseguire con convinzione e determinazione per
fronteggiare efficacemente le grandi insidie che stanno sempre più caratterizzando il nuovo mondo della finanza.
Il Presidente
BATTISTA DE PAOLI
DON GIOSUÈ REGONESI
Il quadro di Bartolomeo Cesi è di proprietà della
Banca ed è stato concesso in comodato alla chiesa
parrocchiale di Covo.
DOVE C'È CULTURA C'È VITA
Tutti i diritti riservati.
Testi e fotografie non possono essere riprodotti, anche
parzialmente, senza autorizzazione dell’Editore.
Il tema è ripreso nella sezione "L'argomento".
UN PERIODICO PER INFORMARE E COMUNICARE
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Novità di rilievo dopo il decreto - legge
del Consiglio dei Ministri dell'11 aprile 2002
Ristorno, via libera
anche dalla Banca d'Italia
La Banca d’Italia ha approvato la bozza
di regolamento sul ristorno ai soci delle
B.C.C. e le modifiche dell’art. 49 dello
statuto - tipo.
Vediamo in ordine gli elementi essenziali della pratica del ristorno ai soci delle B.C.C., figura caratteristica della cooperazione bancaria mutualistica.
IL VANTAGGIO MUTUALISTICO
NELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO
STRUMENTO
Ristorno
Strumento per coinvolgere i soci
OGGETTO DEL RISTORNO
La Federcasse ha avviato ormai da tempo, nelle proprie sedi istituzionali ed in
occasione di eventi nazionali, riflessioni
ed approfondimenti sull’introduzione
nell’ambito del Credito Cooperativo della pratica del cosiddetto "ristorno".
Come nelle imprese capitalistiche il
dividendo, distribuito in proporzione al capitale conferito dall’azionista e come remunerazione dello stesso, è misura del
vantaggio riconosciuto al socio, così nelle
Quota del margine di intermediazione
(margine di interesse e margine da servizi)
riferibile ai rapporti intrattenuti con i soci
MODALITÀ DI DETERMINAZIONE
DEL RISTORNO
In proporzione all'attività svolta dal socio con la banca
CONFIGURAZIONE DEL RISTORNO
Attribuzione di una quota dell'utile netto
(dopo le destinazioni obbligatorie)
MODALITÀ DI CORRESPONSIONE
DEL RISTORNO
IN NATURA
(aumento
delle quote sociali)
IN DENARO
taria, di cui numerosi e variegati sono gli
esempi nella esperienza delle B.C.C.. L’introduzione di tale nuova disciplina ha richiesto, in particolare, l’approfondimento
di due profili, quello fiscale e quello di vigilanza, sui quali sono stati avviati confronti con l’Amministrazione Finanziaria
e la Banca d’Italia.
Va premesso che, per ragioni attinenti
alla sana e prudente gestione della banca e
ad esigenze di trasparenza nei confronti
della base sociale (ragioni condivise, come
si vedrà, dall’Organo di Vigilanza), si è ritenuto opportuno predisporre uno schema
di regolamentazione uniforme che configura il ristorno come attribuzione di una
quota di utile netto - dopo le destinazioni
obbligatorie - parametrata a quella parte
del margine di intermediazione riferibile
all’attività svolta con i soci.
Il ristorno, come attribuzione di utile
netto, può essere, in linea di principio, riconosciuto in denaro o in natura (in questo ultimo caso mediante l’aumento delle
quote sociali di ciascun socio - beneficiario).
Il profilo fiscale
PROFILO FISCALE DEL RISTORNO
IN NATURA
Alessandro Azzi, presidente di Federcasse.
Banche di Credito Cooperativo il ristorno,
attribuito in proporzione all’attività svolta
dallo stesso con la società cooperativa, è
misura del vantaggio mutualistico e concretizza il valore dell’essere socio.
L’adozione di tale pratica - che è facoltativa, essendone rimessa l’introduzione alla valutazione degli organi responsabili delle singole Banche - è stata più volte auspicata in quanto più tipica espressione della natura mutualistica della società e dell’effettività del relativo "scambio" tra soci e società medesima.
Tale pratica affianca, e quindi non sostituisce, gli altri strumenti intesi a rafforzare i rapporti con i soci ai fini di un loro
maggiore coinvolgimento nella vita socie-
IN DENARO
PER LA BANCA
Gli utili attribuiti a titolo di ristorno
sono deducibili extra -contabilmente,
in sede di dichiarazione dei redditi
PER LA BANCA
Gli utili attribuiti a titolo di ristorno
sono deducibili extra -contabilmente,
in sede di dichiarazione dei redditi.
PER IL SOCIO
Le somme riconosciute al socio non concorrono
a formare il reddito imponibile ai fini delle
imposte sui redditi e la base imponibile ai fini
dell'Irap del socio stesso.
In caso di restituzione del capitale, il ristorno
capitalizzato si considera:
- non tassabile: ristorno derivante da restituzione
di interessi / commissioni passive pagate.
- tassabile (aliquota del 12,50 per cento a titolo
di imposta): ristorno derivante da maggiorazione
di interessi attivi riscossi.
PER IL SOCIO
La questione è ancora aperta.
Federcasse ha presentato una istanza
di interpello alla Amministrazione Finanziaria.
PROFILO DI VIGILANZA DEL RISTORNO
PRESCRIZIONI DELLA BANCA D'ITALIA
L'ammontare del ristorno non deve eccedere il limite del 50 per cento della quota di utile netto che
residua dopo l'accantonamento a riserva legale e la destinazione ai fondi mutualistici previsti dalla legge.
La liquidazione del ristorno deve avvenire almeno per la metà mediante incremento della partecipazione
sociale e non attraverso la retrocessione di importi monetari ai soci.
Le B.C.C. devono adottare un'apposita disciplina in materia, da approvare in sede assembleare.
Tale disciplina deve prevedere il coinvolgimento dell'assemblea dei soci nella definizione dei parametri
di calcolo e dell'ammontare del ristorno.
Per quanto concerne l’aspetto fiscale, il
decreto - legge approvato dal Consiglio
dei Ministri dell’11 aprile u.s. ha formulato una disciplina specifica per il caso
del ristorno attribuito attraverso l’aumento delle quote sociali; prassi, quest’ultima, che si raccomanda di adottare
nella prima fase di applicazione del ristorno, non solo perché consente di coniugare la fidelizzazione del socio con la
necessità di non rallentare il processo di
autofinanziamento della società, ma anche perché esiste ora un chiaro regime fiscale di riferimento.
In particolare, mentre ai sensi dell’art.
12 del DPR n. 601 del 1973 restano deducibili extra - contabilmente, in sede di dichiarazione dei redditi, gli utili attribuiti a
titolo di ristorno (in denaro o in natura) in
capo alla società, il richiamato decreto legge stabilisce che le somme riconosciute
al socio, ma destinate ad aumento delle
quote sociali, non concorrono a formare il
reddito imponibile ai fini delle imposte sui
redditi e la base imponibile ai fini dell’Irap
del socio stesso.
La sospensione d’imposta, che ne deriva, perdura fino al momento della restituzione del capitale ai soci e, in tale caso,
la parte del capitale medesimo imputabile al ristorno capitalizzato si considera:
- non tassabile, se consiste in una restituzione di una parte del corrispettivo della cessione dei beni ai o dei servizi acquisiti dai soci; e cioè per i soci delle
B.C.C. la restituzione, a titolo di ristorno, di una parte degli interessi o delle
commissioni passive pagate;
- tassabile, alla stregua di un utile, con
l’aliquota del 12,5 per cento a titolo di
imposta, la maggiorazione, sempre riconosciuta a titolo di ristorno, degli interessi attivi.
Resta invece aperto il problema del
regime fiscale del ristorno riconosciuto in
denaro al socio; problema sul quale l’opinione di Federcasse è quella che il trattamento tributario di dette somme dipende
dalla natura e dalla provenienza delle
somme ristornate; e, quindi, se tali somme riguardano una maggiorazione degli
interessi attivi, le stesse si configureranno, nei confronti del socio, come reddito
di capitale con applicazione della ritenuta
ordinaria del 27 o del 12,5 per cento; se,
invece, tali somme riguardano una restituzione di parte delle commissioni versate dal cliente socio, le stesse non saranno
tassabili in quanto non si verifica alcun
presupposto di imponibilità. Sul punto, si
attende una conferma da parte dell’Amministrazione Finanziaria in risposta ad
una istanza di interpello appositamente
formulata.
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Il profilo di vigilanza
Per quanto concerne gli aspetti di Vigilanza, la Banca d’Italia ha ritenuto che la
materia richieda, per le motivazioni sopra ricordate, una specifica regolamentazione; in particolare, che "tenuto conto
della natura innovativa della materia e
avuto presente che i ristorni potrebbero
influenzare le capacità di autofinanziamento delle banche interessate, ... i ristorni da riconoscere ai soci devono essere definiti nell’ambito del bilancio in
modo che:
a) il relativo ammontare non ecceda il limite del 50 per cento della quota di utile netto che residua dopo l’accantona-
non attraverso la retrocessione di importi monetari ai soci”.
L’Organo di Vigilanza ha richiamato,
inoltre, "l’esigenza che le B.C.C. adottino un’apposita disciplina in materia, da
approvare in sede assembleare, che preveda in particolare il coinvolgimento
dell’assemblea stessa nella definizione
dei parametri di calcolo e dell’ammontare dei ristorni".
Le prescrizioni di Banca d’Italia trovano già riscontro nella bozza di regolamento nonché in quella di modifica dell’art. 49
dello statuto - tipo, ad essa sottoposte.
Va richiamata, infine, la necessità
che l’attribuzione del ristorno sia suppor-
Antonio Fazio, governatore della Banca d'Italia.
mento a riserva legale e la destinazione
ai fondi mutualistici previsti dalla legge
(art. 37 del testo unico bancario);
b) la liquidazione del ristorno avvenga
almeno per la metà mediante incremento della partecipazione sociale e
tata da una contabilità analitica e da un
sistema informativo, che consentano di
individuare la quota di margine di intermediazione riferibile ai rapporti con ciascun socio.
Fonte: flash
L'intesa tra il Governo e le organizzazioni del movimento cooperativo
Decreto fiscale e BCC. Ecco il comunicato
concordato tra Tesoro e Cooperative
Riportiamo il testo integrale
del comunicato concordato tra Ministero
dell’Economia e delle Finanze e le quattro
centrali cooperative alla cui redazione
ha partecipato anche Federcasse.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che il Governo e le organizzazioni del movimento cooperativo
Agci, Confcooperative, Legacoop e Unci
sono pervenuti ad una ragionevole intesa
che prevede quanto segue.
In attesa di definizione del nuovo ordinamento di diritto societario e della
messa a punto del conseguente regime fiscale per le cooperative, si adotterà, con
decreto legge (anche superando le previsioni dello Statuto del contribuente), una
normativa fiscale transitoria per un periodo di due anni.
La norma conferma il principio fondamentale per le società cooperative della intassabilità degli utili distribuiti a riserva indivisibile. Tale principio tuttavia
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N . 21 - 18 APRILE
2002
ne su una parte degli utili, si facilita l’utilizzo del ristorno per la capitalizzazione,
in sospensione d’imposta, con una norma
a carattere permanente.
Alla luce dell’esperienza
Al di là della norma delerealizzata
sulle norme tranga, anche il settore del Credito
sitorie,
il
dialogo
proseguirà
Cooperativo si è fatto parte atsulle
scelte
future
a valle
tiva nel condividere l’impedella
riforma
del
diritto
sogno richiesto a tutto il movicietario.
mento cooperativo. Il GoverIn sede di determinaziono si impegna ad operare per
ne
della disciplina fiscale
favorire la diffusione del creconseguente
all’attuazione
dito cooperativo e per sosteneIl
ministro
Giulio
Tremonti.
della
riforma
del
diritto sore i processi di coesione e incietario
si
prevederà,
per
le
cooperative
tegrazione del sistema; il Governo si impegna a sostenere lo sviluppo della co- che rientrano nei parametri previsti dal
operazione anche al fine di rafforzarla in comma due dell’art.5 della legge 366/01,
tutto il territorio nazionale. Per questa una ulteriore fase transitoria che si convia si rinsalda anche l’unità ordinamenta- cluderà al quinto anno. E’ impegno comune confermare il carattere intergenele dell’esperienza cooperativa italiana.
razionale delle cooperative, favorendo la
Le cooperative sociali restano escluse
costituzione di più congrue riserve legali
dall’imposizione. Per bilanciare la dimiobbligatorie.
nuita capacità di patrimonializzazione delle cooperative, derivante dalla imposizioFonte: flash N. 21 - 18 APRILE 2002
nella fase transitoria opererà non per la
totalità degli utili ma per una parte di essi, differenziata per settori, comunque
superiori alla metà.
DIRETTO
FILO DIRETTO CON IL SISTEMAFILO
DELLE
B.C.C. CON IL SISTEMA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO
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Controlliamo la gestione
Prodi, le proposte
delle banche cooperative europee
Analizziamo insieme la dinamica
reddituale della Banca nel periodo
gennaio / marzo 2002
Wim Meijer sottolinea il ruolo della cooperazione di credito
nel creare un'area finanziaria a vantaggio dei cittadini europei e delle Pmi
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Le cooperative sono scuola
di partecipazione democratica
e di senso civico. Esse offrono
agli individui la possibilità
di prendere in mano il proprio
destino, di organizzarsi per
raggiungere obiettivi comuni.
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ROMANO PRODI
Presidente della Commissione europea
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In tema
di devolution
Un incontro tra una delegazione delle
Banche cooperative europee e il Presidente della Commissione, Romano
Prodi, si è svolto lo scorso 19 marzo a
Bruxelles. Nel corso dell’incontro, il
primo tra il Groupement e il vertice dell’organo esecutivo dell’Unione, il presidente Meijer ha sottolineato il ruolo delle banche cooperative diffuse sul territorio nella costruzione di un’area finanziaria integrata a vantaggio dei cittadini europei e delle piccole imprese.
Meijer ha affermato, tra l’altro, che
"4500 istituti di banche cooperative
sono raggruppati in reti estremamente
dinamiche e diffuse che aggiungono
valore all’Unione Europea".
La complessa tematica della devolution apre nuovi ed interessanti orizzonti al mondo della Cooperazione di
Credito, perché il suo forte impatto
sulla struttura dei pubblici poteri, centrali e periferici, non può non ripercuotersi sulla stessa vita economica e
sociale del Paese.
Le scelte appena compiute a livello costituzionale vanno in direzione di
un federalismo dai risvolti potenzialmente molto interessanti anche per le
Banche di Credito Cooperativo, con
immediate ricadute in materia di potestà legislativa ed amministrativa, nonché in tema di autonomia.
Non va inoltre trascurata l'opportunità per il nostro Gruppo, di divenire
L’action plan dei servizi finanziari,
uno dei punti dell’ordine del giorno del
vertice dei Capi di stato e di governo
L’IMPRENDITORIALITÀ
COOPERATIVA NELL’EUROPA
DEL 2000
"L’imprenditoria cooperativa costituisce,
nei paesi dell’Unione Europea,
una parte significativa dell’economia.
Le cooperative contano 80 milioni di soci
e danno lavoro a 3,5 milioni di persone.
Una realtà importante, dunque.Tuttavia,
le cooperative sono imprese dai caratteri
peculiari, le cui specificità non possono
essere trascurate.
Esse sono anche libere associazioni
di donne e uomini e loro obiettivo è la
valorizzazione della persona.
Lo sviluppo della cooperazione, infatti
produce crescita della coesione sociale,
partecipazione, solidarietà.
In tutti i paesi dell’Unione Europea,
le cooperative agiscono sulla base di valori
comuni, valori di democrazia e di socialità.
Esse hanno consentito e consentono a strati
sociali che per altra via ne resterebbero
esclusi, di accedere all’esperienza
dell’impresa, che è esperienza di libertà,
di responsabilità, di cittadinanza attiva".
partner bancario delle Amministrazioni locali.
Determinante risulterà il ruolo delle Federazioni locali, chiamate in particolare a svolgere la funzione di monitoraggio della produzione normativa
regionale e ad assolvere funzioni di
rappresentanza degli interessi del Credito Cooperativo.
Di grande importanza, al riguardo,
il lavoro di "mappatura" delle situazioni organizzative esistenti a livello regionale e la conseguente immediata
elaborazione di un piano di lavoro, già
previsto per la prossima riunione della
Conferenza dei direttori regionali.
Fonte: Appunti della Federlombarda B.C.C.
N. 34 - marzo /aprile 2002
FILO DIRETTO CON IL SISTEMA DELLE B.C.C.
dell’Unione Europea svoltosi il week
end precedente a Barcellona, indica
l’integrazione dei mercati finanziari come uno degli obiettivi-chiave. Il retail
banking, attività tipica e centrale nel sistema del credito cooperativo, non viene ancora sufficientemente preso in
considerazione, nonostante sia una delle forze del sistema bancario europeo.
In effetti le banche cooperative ritengono che le autorità europee tendono a
considerare l’industria bancaria europea esageratamente omogenea mentre
invece la sua solidità si basa proprio sul
pluralismo e le diversità. Anche per
questo, nel contesto della negoziazione
sull’accordo di Basilea, i presidenti delle banche cooperative hanno chiesto a
Prodi di tenere in conto e difendere gli
aspetti specifici dell’industria bancaria
europea. Date le circostanze, ha aggiunto Meijer, "le banche cooperative
raccomandano che venga formato un
organismo consultivo rappresentativo
delle tre componenti dell’industria
bancaria europea, la Federazione bancaria europea, l’Associazione delle
casse di risparmio, il Groupement".
Con riferimento alle politiche di tutela dei consumatori, Etienne Pflimlin,
il vice presidente del Groupement, ha
sottolineato la relazione preferenziale
che le banche cooperative intrattengono con i clienti che sono anche soci.
"I clienti sono fondamentali per noi dice Pflimlin - e in questo senso dobbiamo creare le condizioni per creare
un dialogo costruttivo tra organizzazioni di consumatori a livello nazionale ed europeo". Sulla base di ciò le
banche cooperative hanno proposto l’idea di un forum per riunire organizzazioni di consumatori e banche sotto l’egida della Commissione.
All’incontro, reso possibile grazie
all’interessamento di Federcasse e della Confcooperative, hanno partecipato
anche il Presidente di Federcasse, il
Presidente di Confcooperative, il segretario generale del Groupement e il
direttore generale di Iccrea Holding.
Fonte: flash N. 20 - 16 aprile 2002
In questo numero de Il Melograno focalizziamo l’attenzione sulle modalità di
formazione del Risultato di gestione relativo al periodo gennaio /marzo 2002.
Com’è noto, il Risultato di gestione
è un risultato parziale in quanto non include quelle componenti reddituali (risultati valutazioni titoli e crediti, accantonamento al fondo rischi, imposte sul
reddito, ecc.) che, di norma, vengono
quantificate in via definitiva in sede di
stesura del rendiconto annuale.
Nel 1° trimestre 2002 il Risultato di
gestione è stato pari a 1,1 mln. di euro.
Il grafico n. 1 sintetizza le modalità di
formazione di tale risultato.
Le componenti del Risultato di gestione sono rappresentate dal Margine
di interesse, dagli Altri ricavi netti e dai
Costi operativi.
Il Margine di interesse, pari a 3,0
mln. di euro, deriva dalla differenza
tra gli Interessi attivi (4,8 mln. di euro)
e gli Interessi passivi (1,8 mln. di euro). In sede di analisi dell’andamento
reddituale della Banca è utile procedere alla riclassificazione di questo importante risultato intermedio.
Il grafico n. 2 evidenzia che alla formazione del Margine di interesse contribuiscono il Risultato dell’intermediazione delle passività onerose (2,3
mln. di euro) e il Risultato dell’investimento del capitale circolante netto
(0,7 mln. di euro).
Il primo risultato deriva dalla valorizzazione dei volumi delle passività onerose
allo spread; il secondo deriva, invece,
dalla valorizzazione dei volumi del capitale circolante netto al rendimento
medio ponderato delle attività fruttifere.
Il grafico n. 3 mostra la composizione degli aggregati Altri ricavi netti e
Costi operativi.
Gli Altri ricavi netti, pari a 0,6 mln.
di euro, sono costituiti dalle seguenti
voci:
- Ricavi netti da servizi (0,6 mln. di euro): l’aggregato rappresenta il saldo
delle commissioni e delle provvigioni
che la Banca riceve / corrisponde a
fronte dei diversi rapporti di servizio
intrattenuti con la clientela e con le
banche corrispondenti;
- Utile da negoziazione titoli (43 migliaia di euro): l’aggregato evidenzia
il risultato dell’operatività riguardante
il portafoglio mobiliare della Banca.
I Costi operativi, pari a 2,5 mln. di
euro, sono costituiti dalle seguenti voci:
- Costi del personale per 1,3 mln. di
euro;
- Altri costi operativi (elaborazione dati, ammortamenti, ecc.) per 1,2 mln.
di euro.
Il grafico n. 4 espone, infine, la com-
Grafico n.1
RISULTATO DI GESTIONE
Composizione
6
5
4.756
4
3.631
2.984
3
2.517
2
1.772
1.114
1
647
0
Interessi
attivi
Interessi
passivi
Margine
di interesse
Altri
ricavi netti
4
2.984
2.261
2
1
723
0
Risultato
intermediazione
raccolta
onerosa
Risultato
investimento
capitale
circolante netto
Costi
operativi
Risultato
di gestione
posizione e la ripartizione - in valori percentuali - del Margine di intermediazione. Tale risultato intermedio, pari a 3,6
mln. di euro, è costituito dal Margine di
interesse (82,2 per cento) e dagli Altri ricavi netti (17,8 per cento).
Il Margine di intermediazione viene in
parte assorbito dai Costi operativi (69,3
per cento).
La quota residuale rappresenta il Risultato di gestione (30,7 per cento).
Grafico n. 2
MARGINE DI INTERESSE
Riclassificazione
3
Margine di
intermediazione
Margine
di interesse
Gli importi dei grafici sono espressi in migliaia di euro.
Grafico n.3
ALTRI RICAVI NETTI E COSTI OPERATIVI
Composizione
3
2.517
2
1
1.331
1.186
Costi del personale
Altri costi operativi
647
604
43
0
Ricavi netti da servizi
Utile da negoziazione
titoli
Altri ricavi netti
Costi operativi
Grafico n.4
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
Composizione e ripartizione (%)
100,0
100
82,2
75
69,3
50
30,7
25
17,8
0
Margine di interesse
Altri ricavi netti
Margine di intermediazione
Costi operativi
Risultato di gestione
NUMERO 2.578 SOCI AL 31 MARZO 2002
‘‘,,
eletto Vice Presidente vicario; a Cesare
Bonacina è stata, invece, affidata l’altra
carica di Vice Presidente. Nella stessa
seduta del Consiglio di Amministrazione, Augusto Zaninelli è stato nominato
Consigliere designato.
Nella seduta del 6 maggio sono stati
nominati membri del Comitato Esecutivo i seguenti Consiglieri: Battista De
Paoli, Angelo Valtulini, Cesare Bonacina, Emilio Pesenti e Fausto Vezzoli.
Presso gli Sportelli della Banca è a
disposizione dei Soci e dei Clienti il
fascicolo a stampa del Bilancio approvato dall’Assemblea dei Soci del 20
aprile 2002.
Assemblea
Ordinaria dei Soci
20 aprile 2002
Lo scorso 20 aprile
si è tenuta, nella insolita e suggestiva cornice del complesso "Cascina San
Carlo", a Vidalengo, l’annuale Assemblea Ordinaria dei Soci della Banca.
Una Assemblea "ordinaria" nel nome,
ma con diverse note di assoluto interesse.
Innanzitutto, straordinario è stato il
numero dei soci presenti, mai così numerosi nella storia della Banca: 1.023 soci,
di cui 659 in proprio e 364 per delega.
Di rilievo sono stati, inoltre, i risultati gestionali della Banca, illustrati come di consueto dal Presidente con l’ausilio della proiezione di alcuni dati di
sintesi. Il 2001 ha rappresentato per la
Banca l’anno del consolidamento: la
nuova struttura organizzativa ha iniziato
a operare a pieno regime grazie anche
all’implementazione di nuovi meccanismi operativi; le capacità di copertura e
di penetrazione nell’area di operatività
sono ulteriormente aumentate; il sistema
di offerta ha dimostrato di essere in grado di rispondere, sia in termini di qualità che di convenienza economica, alle
crescenti aspettative della clientela; importanti interventi sono stati avviati per
razionalizzare e adeguare le infrastrutture funzionali alle nuove esigenze opera-
tive; la struttura economico - finanziaria si
è ulteriormente consolidata per effetto
dei positivi risultati conseguiti anche
nell’ultimo esercizio.
Vasto consenso ha raccolto la presenza dell’avv. Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Italiana delle
Banche di Credito Cooperativo. Il suo
plauso alla Banca per l’impegno profuso
nella diffusione dei principi e dei valori
della Cooperazione di Credito è stato al
tempo stesso un riconoscimento per l’attività sin qui svolta ed uno sprone a proseguire sulla strada intrapresa.
Oltre alla approvazione del bilancio,
all’ordine del giorno dell’Assemblea vi
era il rinnovo delle cariche sociali: Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale e Collegio dei Probiviri. A tal fine, dopo che all’illustrazione da parte
del Presidente del bilancio economico
ha fatto seguito quella del bilancio sociale, e dopo la loro approvazione all’unanimità da parte dell’Assemblea, si è
dato il via alle votazioni.
La giornata si è conclusa con una cena offerta a tutti i Soci intervenuti nel
corso della quale sono stati resi noti i risultati della votazione.
BILANCIO ESERCIZIO 2001
Sintesi dei dati economico - finanziari
AGGREGATI
2001
2000
VARIAZIONI
assolute
%
CARICHE SOCIALI B.C.C. DI CALCIO E DI COVO
Triennio 2002 / 2004
Dichiarazione di impegno degli amministratori
"Noi, amministratori della Banca di Credito Cooperativo di Calcio e di Covo,
consapevoli dei compiti di servizio della persona, della comunità locale e della
società che amministriamo, e nel rispetto dei principi e dei significati della
Cooperazione di Credito,
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Nome
Qualifica
Attività
Residenza
DE PAOLI BATTISTA
Presidente
Membro Comitato Esecutivo
Dirigente d'azienda
Covo
VALTULINI ANGELO
Vice Presidente Vicario
Membro Comitato Esecutivo
Imprenditore
(settore allevamento suini)
Calcio
consapevoli delle sfide poste da un mercato sempre più competitivo e della
necessità di perseguire la coesione e la cooperazione di sistema,
BONACINA CESARE
Vice Presidente
Membro Comitato Esecutivo
Responsabile Servizio Medicina
Veterinaria Regione Lombardia
Romano di Lombardia
in attuazione dei principi della Carta dei Valori del Credito Cooperativo,
ALIMONTI ROBERTO
Consigliere
Imprenditore (settore lavorazione marmi)
Romano di Lombardia
BASSINI ANTONIO
Consigliere
Docente Economia Aziendale presso Istituto
G.B. Rubini (Romano di Lombardia)
Fontanella al Piano
BREVI LUCIANO
Consigliere
Imprenditore (settore alimentare)
Calcio
CAPPELLETTI FRANCESCO
Consigliere
Artigiano edile
Pumenengo
CONSOLANDI DARIO
Consigliere
Artigiano carpenteria metallica
Urago d'Oglio
CUCCHI ANGELO
Consigliere
Imprenditore
(commercio ingrosso abbigliamento)
Covo
PESENTI EMILIO
Consigliere
Membro Comitato Esecutivo
Imprenditore (settore scavi e prefabbricati)
Covo
RUSSI SILVANO
Consigliere
Libero Professionista
Covo
VEZZOLI FAUSTO
Consigliere
Membro Comitato Esecutivo
Libero Professionista
Calcio
Consigliere / Consigliere designato
Medico di base
Romano di Lombardia
consci della necessità di svolgere con il massimo impegno e con la più elevata professionalità gli incarichi affidatici, e con la piena consapevolezza del
valore e del significato della fiducia accordata dai soci della Banca,
innanzi a questa Assemblea assumiamo sul nostro onore l'impegno
a intraprendere, perseguire e curare personalmente la formazione professionale
e l'aggiornamento dei componenti degli Organi amministrativi di questa
Banca di Credito Cooperativo, dando puntualmente conto di tali attività
alla comunità dei Soci".
Il Consiglio di Amministrazione
uscente è stato sostanzialmente riconfermato per il triennio 2002 / 2004. Agli
stessi Amministratori che hanno condotto l’azienda in questi ultimi anni è
stato quindi affidato l’impegnativo
compito di proseguire nell’azione di
cambiamento e di sviluppo intrapresa,
con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la posizione della Banca quale
azienda di riferimento delle famiglie e
delle imprese del territorio.
Tra i 13 Consiglieri, nuovi ingressi
del dott. Antonio Bassini e del Sig. Francesco Cappelletti, già Consigliere della
Banca dal 1993 al 1997. Ai Consiglieri
uscenti, sig. Luigi Dell’Angelo e sig.
Pietro Fabemoli, va il ringraziamento
dell’azienda per la valida ed appassionata collaborazione prestata nel corso del
triennio 1999 / 2001.
Tutti gli Amministratori eletti hanno
assunto innanzi all’Assemblea dei Soci
l’impegno a intraprendere, perseguire e
curare la propria formazione e il proprio
aggiornamento professionale, dando
puntualmente conto di tali attività alla
comunità dei Soci.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione nella seduta del 24 aprile scorso
ha provveduto alla nomina del Presidente e di due Vice Presidenti. Battista De
Paoli è stato riconfermato Presidente
della Banca; Angelo Valtulini è stato
ZANINELLI AUGUSTO
COLLEGIO SINDACALE
SCHIVARDI PIO
Presidente
Dottore commercialista
Romano di Lombardia
CAPALDO FESTA GIANCARLO
Sindaco effettivo
Direttore Agenzia Entrate
Ufficio locale di Gorgonzola
Bergamo
GALLI STELLINA
Sindaco effettivo
Ragioniere commercialista
Romano di Lombardia
Raccolta diretta
309.589
258.289
51.300
19,9
Raccolta indiretta
190.896
207.920
-17.024
-8,2
Raccolta complessiva
500.485
466.209
34.276
7,4
MONESI ANTONIETTA
Sindaco supplente
Dottore commercialista
Calcio
Impieghi
229.505
209.809
19.696
9,4
PIZZETTI MARCO
Sindaco supplente
Dottore commercialista
Covo
Fondi intermediati Clientela (1)
729.990
676.018
53.972
8,0
3.873
3.737
136
3,6
Utile netto
di cui:
- alle Riserve indivisibili
3.622
3.509
113
3,2
- ai Fondi mutualistici
per la promozione e lo
sviluppo della cooperazione
35
34
1
2,9
- ai fini di beneficenza
e mutualità
181
155
26
16,8
- ai Soci (dividendi)
36
39
-3
-7,7
65.085
61.513
3.572
5,8
Mezzi propri (2)
(1) Raccolta complessiva e Impieghi (2) Post riparto utile netto d'esercizio
COLLEGIO DEI PROBIVIRI
FERRI ALFREDO
Presidente
Presidente Cassa Rurale B.C.C.
di Treviglio e Geradadda
Treviglio
FORMENTO RICCARDO
Proboviro effettivo
Presidente onorario B.C.C. di Caravaggio
Caravaggio
PASSONI MOSÈ
Proboviro effettivo
Presidente B.C.C. di Mozzanica
Mozzanica
MANGINI RENATO
Proboviro supplente
Presidente B.C.C. di Ghisalba
Ghisalba
MUTTI ACHILLE
Proboviro supplente
Presidente B.C.C. della "Valle Seriana"
Pradalunga
importi in migliaia di euro
L'ASSEMBLEA
SOCI,
MOMENTO FONDAMENTALE DEL CONTROLLO DEMOCRATICO DELLA GESTIONE
FILO DIRETTO CON
IL SISTEMA DEI
DELLE
B.C.C.
‘‘,,
Arte, cultura e... cucina in Sicilia
Riflessioni a margine
della gita in Sicilia dal 25 al 28 aprile.
Al termine della visita a Taormina, Acireale, Siracusa, Valle dei Templi, ecc.,
ognuno di noi ha constatato come certi
modi di dire non sono catalogabili in caselle precostituite ma sono variabili secondo l’impulso del cuore e la preparazione culturale. La composizione variegata dei centocinquanta turisti, ha avuto
un diverso riscontro all’impatto con tali e
tante preziosità.
La parte orientale della Sicilia è
uno scrigno che racchiude bellezze naturali, reperti archeologici e tesori
d’arte inestimabili. Il sottoscritto più
volte ha ripensato alla canzone che recita:
"... fermate il mondo, voglio scendere". Il mondo sembra fermo sulle scalinate del teatro greco-romano di Siracusa e sembra d’intravedere in una velata nebulosità gli attori delle tragedie
di Eschilo, Sofocle, Euripide con le
classiche maschere e il mormorio cantilenante del coro. La maestosità non disgiunta dalla signorile linearità del barocco nelle facciate della cattedrale e
dei palazzi di Noto, pare invitino il passante a fermarsi e a ridare vita a capolavori da troppo tempo trascurati da
colpevole dimenticanza.
La salita sull’Etna in una splendida
giornata di sole, è stata il suggello di una
gita contraddistinta da una valida organizzazione e da un forte affiatamento dei
vari gruppi. Non va disgiunto il generale
apprezzamento per la scelta dell’albergo
e dei vari ristoranti con dei prelibati e gustosi menu. Il vino siciliano veramente
"allieta il cuore dell’uomo" - come dice la
Bibbia - e ha coronato in sana letizia le
varie riunioni conviviali. Il volo da Milano a Catania e ritorno con l’immancabile
attesa dei bagagli è stata un’ulteriore occasione per reciproci scambi di vedute e
legami d’amicizia. Un plauso alla Banca
per la scelta della meta e per la perfetta
organizzazione.
Mons. Giuseppe Rivellini
Banca di Credito Cooperativo
"San Marco" di Calatabiano
Verso il riassetto e il rilancio
COOPERAZIONE
"Lo stile cooperativo è il segreto
del successo. L'unione delle forze,
il lavoro di gruppo, la condivisione leale
degli obiettivi sono il futuro
della cooperazione di credito.
La cooperazione tra le banche
cooperative attraverso le strutture
locali, regionali, nazionali
e internazionali è condizione per
conservarne l'autonomia e migliorarne
il servizio a soci e clienti".
C ARTA
Visita alla mostra "La Collezione Rau. Sei secoli di grande pittura europea"
Bergamo ha ospitato dal 31 gennaio al
26 maggio la collezione privata di Gustav Rau.
La vita di Gustav Rau merita di essere raccontata. Nato in Germania nel
1922 da famiglia di industriali, laureato
in Scienze Economiche, Gustav Rau lavorò a lungo nelle aziende paterne, di
cui divenne unico erede nel 1970, alla
morte del padre e dello zio. La sua scelta di vita era tuttavia già cambiata, anni prima, con la decisione di divenire
medico pediatra: laureatosi nel 1969,
vendette tutto l’immenso patrimonio di
famiglia e si trasferì in Africa, dove per
oltre trent’anni si è dedicato all’assistenza dell’infanzia costruendo ospedali, realizzando piantagioni e promuovendo azioni umanitarie in Nigeria e
Zaire. Nello stesso tempo continuò a
coltivare la sua passione per l’arte formando una raccolta tra le più complete
nel mondo, composta da circa 800 opere degne dei più grandi musei. Nell'anno 2000 Gustav Rau ha riunito in un solo progetto le sue due grandi passioni: i bambini e l’arte, decidendo di donare la sua raccolta all’UNICEF, l’organizzazione mondiale che si dedica alla protezione dell’infanzia.
Il Dottor Rau ha predisposto una selezione di 110 opere
della sua raccolta, per presentarle al pubblico in una mostra
itinerante per il mondo: dopo Parigi, Rotterdam, Colonia e
Monaco di Baviera, l’esposizione è arrivata a Bergamo prima
di trasferirsi in altri Continenti. Una parte degli incassi del
tour mondiale sarà devoluta in iniziative umanitarie a favore
dei bambini del mondo.
A Bergamo, la Mostra è rientrata nel programma di
grandi proposte culturali avviato dalla Accademia Carrara
con le esposizioni dedicate a Baschenis, Lotto e Caravaggio.
L’evento di straordinaria rilevanza
ha richiamato un gran numero di visitatori. Anche la Banca ha ritenuto opportuno offrire ai propri soci e clienti l’opportunità di visitare la bellissima mostra.
Le visite si sono svolte nelle serate del
26 marzo e dell’11 aprile. I partecipanti
sono risultati complessivamente 100.
Il repertorio a disposizione dei visitatori è risultato sempre di livello qualitativo elevatissimo.
I visitatori hanno avuto, infatti, la
possibilità di ammirare opere di Beato
Angelico, Tiepolo, Canaletto, di artisti
olandesi e fiamminghi. La mostra, inoltre, ha riservato largo spazio anche all’arte moderna. Lungo il percorso espositivo, i visitatori hanno mostrato di apprezzare soprattutto i dipinti dei preimpressionisti (Corot, Courbet, Manet)
e degli impressionisti "storici" (Monet,
Renoir, Degas, Pissarro).
LE INIZIATIVE CULTURALI DELLA BANCA
CREDITO COOPERATIVO
Nel numero 6 de Il Melograno abbiamo
dato ampia informazione in merito alla
sottoscrizione da parte della Banca di un
Patto di collaborazione, della durata di tre
anni, con la B.C.C."San Marco" di Calatabiano, cittadina posta sulle falde dell’Etna, nei pressi di Taormina.
Riteniamo opportuno, in questa sede,
fornire alcune informazioni relativamente
all’andamento gestionale della consorella
siciliana. L’occasione è fornita dalla presentazione della Relazione sulla gestione
e del Bilancio dell’esercizio 2001, documenti che sono stati sottoposti all’esame
e all’approvazione dell’Assemblea dei
soci il 21 aprile scorso.
La Relazione sulla gestione pone in
evidenza come l’anno 2001 si sia caratterizzato come il primo esercizio del triennio
che ha come obiettivi prioritari il riassetto e
il rilancio della B.C.C. siciliana.
B.C.C. "San Marco" di Calatabiano
Bilancio esercizio 2001
Sintesi dei dati economico - finanziari
Aggregati
Visita alla Fiera Agricola di Verona
La Banca ha organizzato in data 8 marzo 2002 la tradizionale visita alla Fiera Agricola di Verona. All’iniziativa hanno
partecipato oltre 100 agricoltori della zona, accompagnati da
alcuni rappresentanti della Banca. Il viaggio si è svolto, come di consueto, in un clima allegro e cordiale e la visita alla
Fiera ha suscitato notevole curiosità in tutti i partecipanti. Al
ritorno, tappa a Ome, per concludere la giornata in un clima
festoso presso l’azienda agrituristica "Al ròcol".
DEI VALORI DEL
2001
2000
Raccolta diretta
63.062
49.561
Raccolta indiretta
10.567
10.789
Raccolta complessiva
73.629
60.350
Impieghi
34.140
31.505
107.769
91.855
327
-1.514
3.592
2.838
Fondi Intermediati
Clientela (1)
Utile netto
Mezzi propri (2)
Importi in migliaia di euro
Raccolta complessiva e Impieghi
(2) Post destinazione risultato economico dell'esercizio
(1)
L’attuazione di quanto previsto dal già
citato accordo si è svolta secondo le seguenti tappe che hanno visto come protagonista la nostra Banca:
- assunzione della qualità di socio della
"San Marco" e contestuale sottoscrizione
di n. 8.000 azioni per un ammontare pari
a 123.950 euro, con l’obiettivo di contribuire al rafforzamento patrimoniale;
- sottoscrizione di un prestito obbligazionario subordinato decennale emesso dalla
"S. Marco", a particolari condizioni economiche, di 2,5 milioni di euro, per il quale è stato ottenuto dalla Banca d’Italia la
computabilità nel patrimonio di vigilanza;
- assunzione, da parte del nostro Presidente, della carica di Vice Presidente della
"San Marco";
- intensificazione dell’azione di assistenza
alla struttura organizzativa. Tale azione,
grazie alla piena e partecipe adesione del
Direttore Generale della nostra Banca,
ha guidato ed assistito tutta l’azione di
revisione in corso.
L’esercizio 2001 è risultato, inoltre,
caratterizzato da altri due eventi di fondamentale importanza:
- adesione del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo al progetto di risanamento e rilancio della
"San Marco", ulteriormente arricchito
dall’intervento di sostegno della Federazione siciliana delle B.C.C.;
- perfezionamento, con decorrenza 1° ottobre 2001, dell’acquisizione dello sportello bancario di Mascali dalla B.C.C. di
Canicattì, quale importante momento di
consolidamento e sviluppo della presenza del Credito Cooperativo nell’area Etnea a nord di Catania.
L’insieme delle iniziative poste in essere ha
reso possibile alla Banca di Credito Cooperativo "San Marco" di Calatabiano il conseguimento di risultati gestionali particolarmente soddisfacenti. La consistente crescita
della raccolta diretta da clientela attesta che
la Banca è stata in grado di ottenere consenso e fiducia da parte degli operatori e
delle famiglie locali. Positiva è risultata anche la dinamica degli impieghi, pur in presenza di una politica creditizia particolarmente selettiva. Il riassetto organizzativo e
lo sviluppo dei controlli interni hanno consentito il costante monitoraggio del credito
erogato. Il positivo risultato economico
conseguito nell’esercizio ha permesso di avviare, nel miglior modo, l’azione di riassetto e rilancio, dopo due esercizi conclusi con
pesanti risultati negativi.
Chiuso positivamente l’esercizio 2001,
nei primi mesi del 2002, notevole è risultato l’impegno dedicato al proseguimento dell’azione di riassetto organizzativo e rilancio. La nostra Banca rimarrà al fianco della
"San Marco" di Calatabiano in questo difficile ed esaltante cammino. Tale impegno è
stato ribadito anche in occasione della recente visita a Caltabiano, visita che è stata
programmata e realizzata nell’ambito della
gita sociale che quest’anno ha avuto come
meta l’affascinante terra di Sicilia.
Il Presidente dellla nostra Banca e il Presidente della B.C.C. "San Marco", Rosario Di Bartolo, aprono i festeggiamenti
organizzati in occasione della visita a Calatabiano (gita sociale in Sicilia).
Egregio Signor Presidente,
Calatabiano, 16 aprile 2002
Le porgo alcune considerazioni, espressione del pensiero e dei sentimenti degli Organi collegiali della "San Marco" qui riuniti, certi così di interpretare il sentire del Personale e dei Soci tutti.
Avevamo in animo di manifestarle a Lei, agli Organi collegiali della Sua Cooperativa, al Suo Personale, ai Soci della B.C.C. di Calcio e di Covo intervenendo presso la
Sua sede. Non essendo stato ciò oggi possibile, intendiamo cogliere la importante occasione della Vostra assemblea ordinaria per esprimere tale nostro sentire.
Sappiamo dell’eccellente bilancio, economico e sociale, che propone all’approvazione dei Soci della B.C.C. di Calcio e di Covo e di questo ci congratuliamo. La Sua
Banca consolida la certezza di un sereno futuro, in tempi impegnativi e caratterizzati
da sfide e pericoli, grazie ad attenta e lungimirante gestione, assumendo sempre più
ruolo di esempio e guida per il movimento.
Riteniamo che possa ascrivere, fra i risultati positivi conseguiti, l’azione che la Sua
Banca sta vivendo al nostro fianco. E’ azione impegnata di assistenza, di sostegno, di
confronto e di disponibilità: assistenza nella gestione strategica e nel riassetto organizzativo, sostegno finanziario e tecnico, di fiducia ed incoraggiamento, disponibilità a
condividere oneri e sfide.
Abbiamo così apprezzato il patrimonio di risorse, umane e professionali, di cui la
Sua Banca è ricca. I primi risultati conseguiti dalla nostra Banca, parziali ma importanti, testimoniano del valore di tale azione.
Per il Bilancio della Sua Banca l’esperienza di sostegno alla B.C.C. "San Marco"
di Calatabiano è una delle tante ed anche più importanti azioni di gestione conseguite o in corso di realizzazione: per la nostra Cooperativa di Credito ha costituito il solido sostegno cui legarsi in un momento di grave criticità e rappresenta il riferimento
che confidiamo contribuirà al definitivo superamento di un momento assai difficile. I
nostri Soci, il nostro Personale, gli Organi collegiali della "San Marco" stanno vivendo concretamente i valori fondanti ed identificativi del Credito Cooperativo: sappiamo
cosa sia la solidarietà, la cooperazione, la condivisione di valori e sensibilità comuni.
Tutto ciò è ancora arricchito della disponibilità e sensibilità Sua personale, del Direttore della Sua Banca, del Suo personale.
Sappiamo di vivere un’esperienza importante, per tutti i portatori di interesse verso la nostra Società, costituendo valido esempio per il movimento cooperativo.
Di questo e di quanto non riesco qui ad esprimerLe compiutamente sono grato a Lei
ed alla Sua Banca.
IL PRESIDENTE
ROSARIO DI BARTOLO
LA SOLIDARIETÀ INTERCOOPERATIVA, GARANZIA DI STABILITÀ E DI SVILUPPO
‘‘,,
Viaggio alla scoperta
del mondo della Borsa
Il crollo dei rendimenti dei Bot, il boom del risparmio gestito, le privatizzazioni e l’avvento del trading on line
hanno spinto sempre più persone a investire una quota crescente dei loro risparmi nelle Borse, direttamente e
tramite fondi comuni. Il fenomeno è certamente positivo, perché consente alle famiglie di dotarsi di un portafoglio più orientato alla crescita della ricchezza nel medio - lungo periodo.
Questa grande trasformazione, però, deve coniugarsi con un aumento della consapevolezza dei risparmiatori: i mercati azionari sono complessi, il loro andamento a breve è in gran parte imprevedibile, e gli
strumenti a disposizione anche del più piccolo degli investitori sono innumerevoli.
La Borsa e i suoi meccanismi, l’andamento delle società quotate, le relazioni con l’economia, per arrivare all’operatività su titoli vanno compresi fino in fondo. Queste note intendono rappresentare il punto di partenza di questa piena comprensione.
Le tappe del viaggio
1. La Borsa
2. Le azioni e le obbligazioni
3. La differenza di rischio
tra azioni e obbligazioni
4. La principale funzione
dell’investimento azionario
5. L’altra funzione
dell’impiego azionario
6. Perché è importante avere idee
chiare prima di cominciare
7. Perché cambia il valore
delle azioni
8. Le variabili che concorrono a
determinare il valore economico
delle azioni
9. La relazione fra rischio
e rendimento
1.
La Borsa
2.
Le azioni e le obbligazioni
in Borsa, siamo disposti ad accollarci un rischio generico (che la Borsa scenda) e,
quindi, che scendano i prezzi di tutte le
azioni. Se decidiamo di investire in un particolare titolo azionario ci accolliamo un rischio generico (che la Borsa scenda) e uno
specifico (che la società di cui stiamo acquistando azioni consegua risultati poco lusinghieri e che speculatori e azionisti ne
vendano i titoli).
A questo punto dobbiamo chiederci:
possiamo accollarci, oltre a un rischio generico, anche un rischio specifico?
Sì, se abbiamo possibilità di valutare
(in autonomia oppure con l’aiuto di consulenti) i titoli delle società quotate in un certo mercato. No, se non l’abbiamo. In quest’ultimo caso è meglio investire tramite un
fondo azionario specializzato o una gestione azionaria personalizzata.
Anche con le obbligazioni si corre un
rischio generico e uno specifico. Nel primo
caso, i tassi possono salire e, quindi, scendono i prezzi di tutte le obbligazioni (cosiddetto "rischio d’interesse"). Nel secondo, il
rischio specifico è che una situazione negativa dell’emittente potrebbe impedire il pagamento degli interessi o la restituzione del
capitale (cosiddetto "rischio emittente").
Dove stanno in un bilancio
aziendale gli interessi
delle obbligazioni,
gli utili netti di esercizio e
i dividendi delle azioni?
CONTO ECONOMICO
VALORE DELLA PRODUZIONE
Ricavi vendite e prestazioni
Variazione rimanenze prodotti
COSTI DELLA PRODUZIONE
Materie prime - Servizi - Personale
Ammortamenti
Variazione rimanenze materie prime
Accantonamenti per rischi
PROVENTI E ONERI FINANZIARI
Proventi da partecipazioni e altri
proventi finanziari
Interessi e altri oneri finanziari
ALTRE COMPONENTI REDDITUALI
IMPOSTE SUL REDDITO
UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO
di cui:
- a Riserva
- agli Azionisti (Dividendi)
La Borsa di New York.
La Borsa è il mercato regolamentato dove
si tengono gli scambi e la quotazione ufficiale di strumenti finanziari. Nel linguaggio comune, Borsa è sinonimo di mercato
azionario, anche se in realtà in Borsa si
scambiano pure titoli di Stato, obbligazioni
e altri strumenti finanziari.
Le Borse moderne non sono più identificate da un luogo fisico preciso (le famose "grida") perché gli scambi ora avvengono prevalentemente su reti telematiche.
L’azione è lo strumento principe tramite il
quale un investitore partecipa all’attività di
impresa, correndone tutti i rischi e partecipando agli eventuali guadagni.
A differenza dell’obbligazionista, l’azionista non si limita a fare un prestito alla
società, ma partecipa direttamente al suo
capitale di rischio. Ogni azione rappresenta
giuridicamente la più piccola partecipazione al capitale sociale; quest’ultimo pertanto
può essere visto come un insieme di singole, autonome partecipazioni rappresentate
da titoli di uguale valore nominale chiamati azioni.
A differenza delle azioni, che rappresentano capitale di rischio, cioè conferimento di attività la cui remunerazione è
soggetta all’alea che l’emittente riesca a
conseguire risultati economici positivi, le
obbligazioni rappresentano capitale di debito: la loro remunerazione è un atto dovuto e, in mancanza dei fondi necessari, il
debitore dovrà accendere altri prestiti per
pagare gli interessi.
Le obbligazioni sono quindi uno strumento di raccolta di capitali da parte dei
soggetti a ciò autorizzati, principalmente
società per azioni, enti, Stati e organismi internazionali.
Dove stanno in un bilancio aziendale
le obbligazioni e le azioni?
STATO PATRIMONIALE
ATTIVITÀ
Impianti
Immobili
Oneri capitalizzati
Altri investimenti
Hardware
Titoli in portafoglio
Crediti vs / clienti
Magazzino
Cassa
PASSIVITÀ
CAPITALE DI DEBITO
Debiti vs / fornitori
Debiti vs / banche
Prestiti obbligazionari
CAPITALE DI RISCHIO
O PATRIMONIO NETTO
Capitale sociale (azioni)
Riserve
3.
La differenza di
rischio tra azioni
e obbligazioni
Per tutti i titoli, di capitale e
di debito, il rischio può essere rappresentato da due componenti diverse: il rischio
specifico e il rischio generico
(detto anche sistematico).
Il rischio specifico è così
detto perché dipende dalle caratteristiche dell’ente emittente il titolo. Il rischio generico rappresenta quella parte
di variabilità del prezzo di
ciascun titolo che dipende
dalle fluttuazioni del mercato.
Se decidiamo di investire
IL MERCATO DEI CAPITALI: MEC CANISMI, OPPORTUNITÀ E RISCHI
4.
La principale funzione
dell’investimento azionario
La prima funzione dell’investimento azionario è di accelerare la crescita della ricchezza. Fiumi di statistiche dimostrano la
superiorità dei rendimenti delle azioni rispetto a quelli delle obbligazioni e di impieghi alternativi. Fra tutte le analisi che dimostrano la superiorità delle azioni sugli
altri investimenti primeggia il lavoro di Jeremy Siegel, docente di finanza alla University of Pennsylvania, nel suo "Azioni
per il lungo periodo" del 1998. Le possenti
analisi di Siegel, basate su due secoli di storia borsistica, consentono a risparmiatori
grandi e piccoli di spegnere il ronzio di
fondo di chi invita a fare market timing,
cioè a entrare e uscire dalle Borse e dai
mercati obbligazionari come se fossero autobus, e di ispirarsi a poche, grandi verità.
La prima è la più importante: la storia
insegna che nel lungo periodo le azioni
rendono più delle obbligazioni e dei titoli
di Stato.
Come accade con tanti fenomeni naturali, le ragioni della superiorità delle azioni restano ancora non del tutto comprese
dalla scienza al punto da indurre i teorici a
coniare l’espressione "equity premium
puzzle" per connotare come fenomeno non
spiegato l’elevato differenziale di rendimento medio tra titoli azionari e obbligazionari a breve termine. Certo, i rendimenti delle azioni dipendono dalla crescita economica, dalla produttività e dalla remunerazione del rischio assunto. "Ma la
capacità di creare ricchezza - scrive Siegel - dipende anche dall’abilità dei manager, da un sistema politico stabile che rispetti il diritto di proprietà e dall’esigenza di fornire valore aggiunto ai consumatori in un ambiente competitivo. Le crisi
politiche ed economiche possono far balzare le azioni fuori dal loro cammino di
lungo periodo, ma il sistema di mercato
consente loro di ritornare in carreggiata".
Tuttavia, Robert Shiller - professore
di economia nella Yale University - nel
suo libro "Euforia irrazionale - Analisi dei
boom di borsa" (pubblicato nel 2000),
elenca vari fattori che potrebbero incidere
negativamente sul rendimento azionario
nel XXI secolo.
Ecco quanto sostenuto da Shiller: "L’evidenza che provi che le azioni supereranno
sempre le obbligazioni nel lungo periodo
semplicemente non esiste. Inoltre, anche se
la storia sostenesse questo punto di vista,
dovremmo riconoscere (e dovrebbe riconoscerlo la maggior parte della gente) che il
futuro non sarà necessariamente come il
passato. Per esempio, potrebbe darsi che,
essendo gli investitori euforici a causa dei
successi passati del mercato azionario, si
abbia ora un eccesso di investimenti diffuso.
Le imprese potrebbero avere coltivato piani
troppo ambiziosi e speso troppo nello sviluppo e nella promozione di un prodotto; di
conseguenza potrebbero non rendere bene
come in passato. Potrebbe anche darsi che
alcuni degli stessi cambiamenti tecnologici,
ampiamente indicati come fonte di ottimismo nell’attuale mondo degli affari,
siano di fatto causa di incertezza in merito alle loro prospettive future. Le nuove tecnologie potrebbero diminuire il
vantaggio di cui godono le imprese esistenti che potrebbero essere sostituite
da nuove imprese venute dal nulla. In
questo modo, questi cambiamenti potrebbero aumentare, non diminuire, le
probabilità che le azioni rendano meno
nei prossimi trenta anni. E, cosa più importante, il futuro non è assolutamente
come il passato in quanto, dati gli alti
rapporti prezzo / utili rilevati in precedenza, il mercato è sopravvalutato come mai prima. Quindi, il "fatto" della
superiorità delle azioni sulle obbligazioni non è per nulla un fatto. Il pubblico non ha appreso una verità fondamentale. Al contrario, la sua attenzione
si è allontanata da alcune verità fondamentali, in particolare da una verità assolutamente fondamentale relativa alle
azioni: esse costituiscono un diritto di
proprietà residuale sui flussi di cassa
delle aziende, che gli azionisti possono
pretendere soltanto dopo che ogni altro
sia stato pagato. Le azioni, quindi, per
loro stessa definizione, sono rischiose.
Gli investitori hanno anche perso di vista un’altra verità: che nessuno garantisce un rendimento positivo. Non esiste
alcuna forma di assistenza per coloro
che perdono i loro investimenti sul mercato azionario".
5.
L’altra funzione
dell’impiego azionario
Gli impieghi azionari non servono solamente a far crescere la ricchezza: le forti
oscillazioni delle loro quotazioni nel breve periodo li rendono adatti alla speculazione. Questo termine non ha alcuna accezione negativa: si tratta semplicemente
di quell’attività che mira a trarre profitto
dalle oscillazioni di breve periodo del
prezzo di un bene, comprando a un prezzo basso e rivendendo a uno più alto
(speculazione al rialzo). Oppure, vendendo allo scoperto un bene, cioè senza
possederlo, speculando sulla circostanza
che il prezzo di quel bene alla consegna
potrebbe essere più basso rispetto a quel-
lo in cui è stato concluso il contratto
(speculazione al ribasso).
La funzione speculativa delle azioni
è esaltata con i derivati azionari come i
futures, i warrant e le opzioni, che, per
loro natura, hanno una volatilità assai
superiore rispetto alle azioni sottostanti,
e pertanto creano molteplici occasioni di
profitto e - specularmente - di perdita.
L’evidenza empirica sui risultati conseguiti da chi effettua frequenti compravendite di titoli azionari mostra molto
chiaramente che più si movimenta il portafoglio e meno si guadagna.
Il concetto di "comprare basso per
vendere alto" è affascinante. Prima di
iniziare una transazione a puro scopo
speculativo è bene ricordare che è molto
probabile che certe "intuizioni" finiscano per indurre a "comprare alto e vendere basso".
6.
Perché è importante
avere idee chiare
prima di cominciare
Come abbiamo visto, gli impieghi azionari possono soddisfare due esigenze assai diverse fra loro: la crescita della ricchezza nel lungo periodo e la speculazione. Questo significa che prima di usare
questi strumenti, è fondamentale avere le
idee ben chiare: si sta investendo sul serio o si sta speculando? La confusione tra
investimento e speculazione è la prima
fonte di delusioni nell’ambito della gestione del risparmio. Milioni di risparmiatori in tutto il mondo investono in
azioni senza avere le idee chiare, e poi si
lamentano se dopo qualche mese o qualche settimana il valore dei loro titoli è
crollato del 30 - 40%.
Se avessero avuto le idee chiare fin
dall’inizio, non avrebbero motivo di imprecare: se avessero avuto l’intenzione di
investire nel lungo periodo, si sarebbero
ricordati che pochi mesi o poche settimane non sono decisamente un lungo periodo, e quindi avrebbero pazientemente
aspettato tempi migliori.
Se avessero avuto l’intenzione di speculare, si sarebbero ricordati che per sua
natura la speculazione può avere un esito
infelice. Con un’elevata probabilità. Speculare sulle azioni non è molto diverso dal
giocare ai cavalli, al Superenalotto, al
black jack o ai dadi. Chi pensa che i prezzi delle azioni nel breve periodo abbiano
una andamento più prevedibile di quello
dei cavalli, dei numeri della roulette e del
Superenalotto si illude: nessuna statistica
supporta questa affermazione.
E i risparmiatori che non hanno un
orizzonte di lungo periodo? Devono stare
alla larga dalle azioni e dai fondi azionari,
e accontentarsi dei magri - ma sicuri - rendimenti dei titoli di Stato.
7.
Perché cambia il valore
delle azioni
Per affrontare questo tema bisogna andare
alla ricerca delle origini del valore economico delle azioni, origini che coincidono
con l’insieme dei diritti che attribuiscono
al loro portatore.
Al riguardo, la scienza giuridica usa
distinguere fra diritti patrimoniali, diritti
amministrativi e diritti "ibridi" che, partecipando delle caratteristiche di entrambi,
possono essere definiti come diritti amministrativo - patrimoniali (in particolare, il
diritto di opzione e il diritto di recesso).
I diritti patrimoniali sono essenzialmente due: il diritto agli utili e il diritto al
rimborso della quota al momento dello
scioglimento della società.
Chi può investire nell'azionario e chi no
Può investire chi ha TUTTI questi requisiti
- Punta alla crescita del capitale nel lungo periodo.
- Ha un'elevata propensione al rischio nel breve periodo: questo significa che se il valore di tutto
o di una parte del suo investimento azionario scende del 20 - 30 % in poche settimane o in
pochi mesi (evento assolutamente normale nella storia dei mercati), non si mette a imprecare ma tiene duro, coerentemente con le proprie scelte.
- Ha una situazione finanziaria familiare equilibrata.
- Non ha esigenze di spese rilevanti nel breve periodo.
Non deve assolutamente investire nell’azionario chi ha anche UNA sola delle seguenti
caratteristiche
- Non ha un orizzonte temporale di investimento di lungo periodo o comunque non l’ha ben definito.
- Non ha un’elevata propensione al rischio: chi non è sicuro al 100% di poter mantenere invariato il proprio investimento azionario qualora questo crollasse, lasci perdere le Borse.
- Non ha una situazione finanziaria familiare equilibrata: ha redditi irregolari e perlopiù bassi,
impegni nei confronti di terzi, capitali insufficienti per un’adeguata diversificazione.
- Deve affrontare spese rilevanti nel breve periodo.
I diritti amministrativi sono molteplici e il più importante è senza dubbio il diritto di voto nelle assemblee sociali. Benché ogni singolo diritto contribuisca a formare il valore economico complessivo di
un’azione, la scienza finanziaria considera rilevanti soltanto i diritti patrimoniali,
assumendo quindi implicitamente che il
capitale sociale sia rappresentato esclusivamente da azioni di una sola categoria
(per esempio, le azioni ordinarie).
I due principali metodi di determinazione del valore economico di un’azione,
infatti, sono il metodo dei dividendi scontati, che prende in considerazione soprattutto il diritto agli utili, e il metodo del
patrimonio netto, che invece fonda la
propria analisi sul diritto di rimborso della quota allo scioglimento della società.
‘‘
La dimensione
della crescita possibile
degli utili e il premio atteso
per il rischio sono
la chiave per introdurci
nella conoscenza
del futuro valore
economico dell'impresa
che si dovrebbe
riflettere nel valore
delle sue azioni quotate,
come in uno specchio.
,,
DETERMINAZIONE VALORE ECONOMICO DELLE AZIONI
SCIENZA GIURIDICA
Determinanti
Diritti
amministrativi
Diritti
patrimoniali
Diritto
agli utili
Diritto
al rimborso
della quota
al momento
dello
scioglimento
della società
Diritto
di voto nelle
assemblee sociali
dividendi futuri, al numeratore di tale rapporto, e al denominatore il tasso di sconto
applicato per attualizzarli, ossia per tradurre il loro (atteso) valore futuro in un adeguato valore presente, in cui consiste appunto il valore economico del titolo. Dal
futuro, dunque, dipende la valutazione
presente delle azioni!
Questa circostanza non è di poco
conto, perché impronta il funzionamento
SCIENZA FINANZIARIA
Determinanti
Diritti
amministrativo - patrimoniali
Diritto
di opzione
Diritti
patrimoniali
Diritto
di recesso
dei mercati finanziari così come lo conosciamo.
Il valore economico di un titolo calcolato con l’applicazione del metodo dei dividendi scontati è infatti soltanto un "valore presunto", dal momento che, essendo
il futuro ignoto, esso risulta determinato
essenzialmente sulla base di aspettative, le
quali possono sì essere più o meno probabili (da cui l’intrinseco carattere di sog-
Diritto
agli utili
Diritto
al rimborso della
quota al momento
dello scioglimento
della società
Metodo
dividendi scontati
Metodo
patrimonio netto
gettività del valore economico così calcolato), ma mai certe.
L’applicazione di questo metodo permette dunque, almeno in teoria, di giungere a infinite quantificazioni del valore
economico di uno stesso titolo. Perché ciò
capiti, basta infatti che si abbiano attese
diverse sulla dinamica futura dei dividendi e delle variabili che influenzano il tasso di sconto.
Ricetta del Nobel: diversificare sempre
SHARPE: "ADDIO AI RIALZI FOLLI"
In base al metodo dei dividendi scontati, il valore economico di una società è
in ogni momento pari al flusso dei dividendi che riuscirà a distribuire nel corso
di tutta la sua vita, attualizzato per un opportuno tasso di interesse.
In base al metodo del patrimonio netto, noto anche sotto la denominazione di
"Q di Tobin", il valore economico di una
società è pari al valore effettivo del suo
patrimonio netto.
Benché i due metodi si prefiggano il
medesimo scopo - determinare il valore
economico di un’azione per poter valutare se il titolo è sopravvalutato o sottoquotato rispetto al prezzo di mercato - la
diversità degli approcci comporta normalmente risultati differenti.
In finanza, ha avuto indiscusso successo il metodo dei dividendi scontati,
anche perché risulta molto convincente
pure sul più modesto piano del senso comune: a parità di risorse (patrimonio netto), si attribuisce maggiore valore alla
società più efficiente, che sa cioè estrarre da esse un maggior valore economico
(utili e, di conseguenza, dividendi).
Il fondamento razionale su cui si basa il metodo dei dividendi scontati è poi
tanto solido e convincente che i due termini del suo rapporto sono ormai universalmente considerati le determinanti originarie del prezzo dei titoli azionari. Come già accennato, esse sono: il flusso dei
Tre sono le regole d’oro per il risparmiatore: diversificare, diversificare, diversificare. Direte che non ci vuole un premio Nobel per sostenere questa tesi. Eppure William Sharpe può permettersi oggi di tenere i piedi ben piantati sui fondamentali della teoria che gli è valsa nel 1990 il riconoscimento dell’Accademia di Stoccolma. Perché lo fece anche due anni fa, quando il Nasdaq puntava oltre quota 5mila. A chi gli chiedeva se quelle quotazioni avevano senso, rispose: "Solo se si realizza la piccolissima probabilità che le aziende della new economy spazzino via quelle della
old economy. Allora si può immaginare un grande valore di quelle aziende. Ma esiste una grandissima probabilità che ciò non accada e che quindi quelle imprese valgano in realtà molto meno di quello che dicono le quotazioni in Borsa". Che poi è la probabilità che si è realizzata.
Perciò allora, come oggi, come per casi stile Enron, vale la regola aurea della diversificazione: non puntare su una singola azienda dell’alta
tecnologia, o di qualunque settore, ma sul loro insieme e non mettere tutti i risparmi in un singolo settore, ma per una quota che sia all’incirca analoga a quella che esso ha nella capitalizzazione complessiva della Borsa. Questi sani ed elementari principi, che tuttavia nei momenti di euforia
volentieri si dimenticano, Sharpe, che insegna all’Università di Stanford e guida una società di consulenza (Financial Engines) che ha tra i clienti
i più grandi fondi pensione, li ribadisce continuamente.
Professore Sharpe, pensa che rivedremo ritorni a due cifre dall’investimento azionario,
come quelli ottenuti nella seconda metà degli anni 90?
E non fu una cosa meravigliosa? La mia risposta è negativa. Quei risultati sono stati come una vincita alla roulette o alla lotteria, una combinazione fortuita, cioè possibile ma poco probabile. Compreso il realizzarsi dei fondamentali che hanno economicamente giustificato quei ritorni. Ma
se adesso cerchiamo di fare una previsione sulla redditività futura, dobbiamo pensare a un range di possibili redditività e all’estremo più alto, con
una probabilità bassa, c’è un ritorno a due cifre. Ma l’esito con la probabilità maggiore è di un ritorno molto più basso. Il rischio è espresso proprio da quella ampia gamma di esiti. Bisogna fare previsioni realistiche.
Eppure la maggior parte dei promotori fa balenare rendimenti elevati e privi di rischio.
Non è corretto, perché bisogna sempre far vedere un ventaglio di possibilità, che rivelano la presenza del rischio e lo fanno percepire all’investitore. Al quale si deve sempre ricordare che ogni investimento comporta un rischio.
Ma qualcuno teorizza che non è razionale investire in obbligazioni per ridurre il rischio
dell’investimento, perché nel lungo periodo le azioni hanno sempre battuto per rendimento le obbligazioni.
Sì, ma non viene considerato il rischio che, nell’arco di vent’anni, cioè di un periodo meno lungo ma ugualmente molto importante per un investitore, si possano verificare eventi molto negativi per le azioni e tali da avere effetti devastanti sul patrimonio degli individui. Perciò è assolutamente razionale mantenere una quota anche importante (attorno al 40%) del proprio risparmio finanziario in titoli di Stato, che rimangono meno rischiosi delle azioni.
Eppure il premio al rischio richiesto da chi investe in azioni si è ridotto nel tempo.
Certo, perché agiscono tre fattori secolari. Anzitutto, la gente pensa che ci siano meno rischi nell’economia perché i governi e le Banche centrali
sono diventate più brave nella gestione della politica economica. In secondo luogo, l’innovazione finanziaria consente di gestire sempre meglio il
rischio, grazie anche all’uso dei derivati, che talvolta però vengono impiegati male. Infine, quando le persone diventano più ricche hanno una maggiore propensione al rischio e quindi chiedono un premio più basso e in generale i risparmiatori sono diventati più ricchi. Anche se negli ultimi due
anni la riduzione della ricchezza causata dalla caduta delle Borse ha fatto un po’ risalire la propensione al rischio.
IL MERCATO DEI CAPITALI: MEC CANISMI, OPPORTUNITÀ E RISCHI
Fonte: Il Sole 24 ORE - 12 marzo 2002
8.
‘‘
È importante
che chi offre prodotti,
educhi il cliente anche
alla dimensione rischio
e non solo a quella
rendimento, perché se è
vero che l'investimento
azionario rende di più,
rende di più
nel medio periodo.
Cosa certamente
difficile da far comprendere dal momento
che la nostra non è
una cultura del medio
periodo ma del
"domani mattina".
,,
ANGELO TANTAZZI
Presidente di Borsa Italiana S.p.A.
Le variabili che concorrono
a determinare il valore
economico delle azioni
Le variabili che concorrono a determinare il valore economico delle azioni possono venire distinte in tre categorie:
- variabili macroeconomiche, relative al
quadro congiunturale internazionale e
domestico;
- variabili microeconomiche, relative al
settore in cui opera la società;
- variabili societarie, direttamente connesse alle strategie poste in essere dalla società stessa.
Nell’ambito delle variabili macroeconomiche si può fare una distinzione
tra variabili che riguardano l’economia
internazionale, variabili che concernono
l’economia nazionale e le decisioni di
politica fiscale e monetaria che possono
influenzare rispettivamente la congiuntura internazionale e/o quella nazionale.
Tali variabili possono influenzare sia
le prospettive reddituali delle società sia
il tasso di sconto al quale devono essere
attualizzate per determinare il loro valore economico.
Talora possono influenzare entrambi e spesso si influenzano reciprocamente: la crescita economica, per esempio, incide sui tassi di interesse, i quali,
a loro volta, possono avere effetti sul
tasso futuro di inflazione. Un’analisi
puntuale degli effetti prodotti da ciascuna variabile sul valore economico delle
azioni non si può dunque svolgere. Ciò
non toglie, tuttavia, che si possano individuare alcune importanti relazioni.
Oltre alle variabili macroeconomiche
VARIABILI CHE CONCORRONO
A DETERMINARE IL VALORE ECONOMICO DELLE AZIONI
VARIABILI MACROECONOMICHE
Economia internazionale e nazionale
VARIABILI
MICROECONOMICHE
VARIABILI
SOCIETARIE
CRESCITA ECONOMICA
(P.I.L.)
CARATTERISTICHE
SETTORE ECONOMICO
POLITICHE
DEI DIVIDENDI
TASSI
DI INTERESSE
GRADO DI
CONCORRENZA
STRATEGIE DI
COMUNICAZIONE
TASSO
DI INFLAZIONE
AUMENTI
DI CAPITALE
TASSO
DI CAMBIO
ACQUISTO DI
AZIONI PROPRIE
POLITICHE ECONOMICHE
Fiscali
Monetarie
dei Redditi
ACQUISIZIONI
DISMISSIONI
un ruolo molto importante nell’influenzare il
valore economico di un titolo azionario hanno
le variabili microeconomiche, ossia quelle che
più direttamente riguardano le caratteristiche
specifiche del settore industriale e dei mercati
geografici in cui opera una determinata società.
Al riguardo, è opportuno svolgere un’utile
precisazione: rientrano nell’ambito delle considerazioni relative al settore economico tutte
quelle concernenti le caratteristiche dell’attività svolta, mentre quelle concernenti il mercato
geografico riguardano soprattutto il grado di
concorrenza che la società deve affrontare.
L’ultimo insieme di fattori economici che
hanno di norma un rilevante effetto sul valore
economico delle azioni sono le variabili societarie, cioè quelle variabili che sono relative al
comportamento e alle performance delle singole società emittenti. Tali variabili tendono a influenzare in primo luogo le attese degli investitori circa il flusso dei dividendi futuri. Ecco alcune di queste variabili: politiche dei dividendi,
strategie di comunicazione, aumenti di capitale
e buy-back, acquisizioni e dismissioni.
9.
La relazione
fra rischio e rendimento
Una misura sintetica per determinare quantitativamente il rischio di un investimento è rappresentata dalla volatilità del rendimento del titolo; mentre una misura sintetica per quantificare la redditività attesa del titolo è rappresentata dal valore atteso del rendimento. Si noti
che in entrambi i casi si utilizza il rendimento
e non il prezzo del titolo.
Quando la volatilità viene calcolata su base
storica - vale a dire partendo dalle osservazioni
sui rendimenti passati - quanto più essa è elevata tanto più il valore del titolo ha oscillato in
passato (verso l’alto e verso il basso).
Si consideri un titolo caratterizzato da un
rendimento annualizzato a cinque anni del 10%
e da una volatilità a cinque anni del 12%. Investendo e disinvestendo in quel titolo negli ultimi cinque anni, il rendimento ottenuto su base
annua molto probabilmente è stato compreso
tra un minimo del (10% - 12%) = - 2% (investitore "sfortunato") e un massimo del (10% +
12%) = + 22% (investitore "fortunato").
Qualsiasi investitore è alla ricerca di investimenti che consentono di avere alto rendimento e basso rischio. D’altra parte, i mercati finanziari non sarebbero così vivaci e interessanti se
ci fosse un titolo caratterizzato da un rapporto
tra rendimento atteso e rischio superiore
a quello degli altri titoli. Tutti vorrebbero investire in quel titolo. Nella realtà, la
già vasta offerta viene continuamente
aumentata con la comparsa di titoli con
nuove caratteristiche. Le attività finanziarie presenti sui mercati sono descritte
da vari gradi di rischio e rendimento atteso; tuttavia, almeno in teoria, conservano una caratterizzazione ben precisa:
i titoli con maggior rendimento atteso
dovrebbero presentare il rischio maggiore. Questa caratterizzazione viene
sintetizzata nella frase "non c’è rendimento senza rischio". Questo significa
che un investitore che acquista i titoli
con maggiore rendimento atteso deve
essere disposto a sopportare un grado
maggiore di rischio.
Si può anche affermare che "nes-
te dell’investitore possono essere orientate verso un’attività finanziaria che
cresce in media a un ritmo superiore,
ma presenta una maggiore variabilità;
per esempio, un investimento il cui valore è descritto dalla linea rossa nel
grafico qui sotto, oppure verso una più
stabile ma che in media cresce di meno nel corso del tempo, come l’investimento il cui valore è descritto dalla linea blu.
Queste alternative sono descrivibili
utilizzando il rendimento medio e la
volatilità del rendimento di cui abbiamo parlato poco fa. Nell’esempio, la linea blu descrive un investimento il cui
rendimento medio è 8% con una volatilità di 2,8%, mentre la linea rossa è
caratterizzata rispettivamente da 25% e
11,7%.
PIÙ È ELEVATO IL RISCHIO,
MAGGIORE È IL RENDIMENTO ATTESO
Per saperne di più
EUFORIA IRRAZIONALE
ANALISI DEI BOOM DI BORSA
Robert J. Shiller
il Mulino - 2000
ETICA E FINANZA.
SPECULAZIONE, RISCHIO E RAZIONALITÀ
NELL’INNOVAZIONE FINANZIARIA
Franco Caparrelli
Bancaria n.1/2002
L’ALCHIMIA DELLA FINANZA
George Soros
Ponte Alle Grazie - 1998
CAPIRE LA BORSA
Marco Liera - Andrea Beltratti
Il Sole 24 ORE - 2000
LA GESTIONE DEL PORTAFOGLIO
OBBLIGAZIONARIO
Franco Caparrelli e Anna Maria
D’Arcangelis
Edibank - 1999
MANUALE DEL REDDITO FISSO
a cura di Stefano Urbani e Carlo Fossati
Il Sole 24 ORE Pirola - 1996
L’INDIPENDENZA FINANZIARIA
DELLA FAMIGLIA
Marco Liera
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000
FONDI COMUNI PER TUTTI
Marco Liera
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000
sun pasto è gratis", vale a dire è possibile sperare di avere un alto rendimento dai propri investimenti soltanto se si
è disposti ad accettare una quota superiore di rischio. In questo caso, le scel-
In casi reali, questi parametri devono essere stimati a partire dalle serie
storiche dei rendimenti, ed effettuando
questi calcoli si nota che in molti casi
sono coerenti con la teoria.
LA PIRAMIDE DEL RISCHIO
INVESTIRE MEGLIO, RISCHIARE MENO
Fernando Metelli
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000
IL RISCHIO FINANZIARIO
ORIGINE E STRUMENTI DERIVATI
Fernando Metelli
Il Sole 24 ORE Libri - 1995
ALLA RICERCA DEGLI ALTI RENDIMENTI
Edoardo Mezza
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000
POTREBBE RIPETERSI?
INSTABILITÀ E FINANZA DOPO
LA CRISI DEL '29
Hyman P. Minsky
Giulio Einaudi editore - 1984
Hedge
fund
Private equity
Venture capital
Futures
Options
Warrant
Beni rifugio
Azioni speculative
Fondi azionari e bilanciati
Obbligazioni societarie
a basso rating
Azioni blue chips
Immobili a reddito
Titoli di Stato a medio - lungo
Eurobbligazioni
Fondi obbligazionari
Obbligazioni bancarie
Obbligazioni societarie ad alto rating
Titoli di Stato a breve area euro
Certificati di Credito del Tesoro (C.C.T.)
Fondi di liquidità
IL MERCATO DEI CAPITALI: MEC CANISMI, OPPORTUNITÀ E RISCHI
ANALISI TECNICA DEI MERCATI
FINANZIARI
Martin J. Pring
McGraw-Hill - 1995
COME COMPRARE E VENDERE
IN BORSA
Virginio Schiavetti
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000
INVESTIRE IN BORSA CON L’EURO
Virginio Schiavetti
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2001
LA BORSA FRA BOOM E CRACK
Virginio Schiavetti
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2001
MANUALE DEL RISPARMIO GESTITO
Fernando Metelli
Il Sole 24 ORE - 1998
BOT & BOND
Angelo Drusiani
Il Sole 24 ORE (supplemento) - 2000
I volumi sono disponibili
presso la Biblioteca della Banca.
‘‘,,
‘‘,,
La Banca e il mondo
della scuola
Al via il processo di sviluppo territoriale della Banca
Entro breve l'apertura di un nuovo
sportello in Romano di Lombardia
La gradita visita dei bambini della 5 a classe
della Scuola elementare "S. Capitanio" di Calcio
Il movimento cooperativo avrà un futuro
solo se ad esso si accosteranno le nuove
generazioni.
Partendo da questo presupposto, la
Banca è da tempo impegnata nella promozione della conoscenza della cooperazione di credito presso il mondo della
scuola. Rientra in questo ambito l’opportunità offerta agli istituti scolastici
del territorio di avvicinare la realtà operativa aziendale.
L’ultima esperienza in tal senso ha
visto il coinvolgimento degli allievi della Scuola Elementare "S. Capitanio" di
Calcio.
Il 22 febbraio scorso i bambini della
classe 5a, accompagnati dalla maestra,
Suor Maria Teresa, e dalla Superiora,
Suor Rosanna, hanno visitato la sede legale di Calcio. Il Responsabile dello
sportello, Rag. Adalberto Bellodi, ha
condotto gli allievi nella sala consiliare,
dove periodicamente si riunisce il Consiglio di Amministrazione della Banca. Seduti al grande tavolo ovale della sala, i
18° Bando di concorso della Banca
Assegnati i premi al merito scolastico
bambini hanno sottoposto al Responsabile dello sportello numerose domande riguardanti le diverse operazioni bancarie,
le modalità di funzionamento e l’organizzazione della Banca e, soprattutto, la
recente introduzione delle nuove banconote e monete in euro. L’incontro si è
concluso con la visita alle casse e al caveau della Banca.
Tesi di laurea in Biblioteca
Nel numero 6
de Il Melograno
abbiamo dato
notizia che la
Banca intende
proporsi come
punto di raccolta
e di diffusione
dei lavori svolti
dagli studenti
della comunità
locale.
Con grande piacere possiamo riscontrare che diverse persone hanno messo a
disposizione della Biblioteca aziendale le
proprie tesi di laurea discusse in occasione del completamento degli studi.
Le tesi pervenute sono le seguenti:
• Evoluzione dell’informativa di
bilancio delle Banche di Credito
Cooperativo.
Autore: Dott.ssa Patrizia Vianelli
Relatore: Prof. Imerio Facchinetti
Università degli Studi di Bergamo
Facoltà di economia
Anno accademico 1997 /1998.
• La rilevanza dello scopo
mutualistico nella attività delle
Banche di Credito Cooperativo.
Autore: Dott.ssa Donatella Bano
Relatore: Prof. Giuseppe Roma
Università degli Studi di Bergamo
Facoltà di economia
Anno accademico 2000 / 2001.
• Globalizzazione, nuove tecnologie
e formazione a distanza.
Autore: Dott. Marco Brignoli
(dipendente della nostra Banca)
Relatore: Prof.ssa Laura Bovone
Università Cattolica del Sacro Cuore
di Milano - Facoltà di Scienze Politiche
Anno accademico 1999 / 2000.
Nel rinnovare i ringraziamenti a tutti coloro che hanno gentilmente inviato i
citati documenti, riconfermiamo la nostra disponibilità a raccogliere e a diffondere i lavori degli studenti della nostra comunità.
Nel corso dell’ultima Assemblea dei Soci
si è provveduto all’assegnazione dei premi al merito scolastico, momento finale
del 18° Bando di concorso organizzato
dalla Banca.
Il concorso, riservato ai figli dei Soci, ha visto la partecipazione degli studenti che hanno frequentato nell’anno
scolastico 2000 /2001 le scuole medie
superiori, ottenendo una votazione non
inferiore al 7,5 per le classi dalla 1a alla
4 a e di 100 /100 per la classe 5 a.
I premi al merito scolastico assegnati
sono stati otto.
Studente
Scuola
Testa Lorella
Covo
La Banca rinnova i complimenti per
i risultati ottenuti e augura un proficuo
proseguimento degli studi a tutti coloro
che hanno partecipato al concorso.
Classe
Medie
Premio
Istituto Istruzione Secondaria
Superiore di Stato "Don Luigi Milani"
Romano di Lombardia
V
100 / 100
500 euro
Corda Monica
Pumenengo
I.T.C.G. "Luigi Einaudi"
Chiari
V
100 /100
500 euro
Cucchi Silvana
Romano di Lombardia
Istituto Istruzione Secondaria
Superiore di Stato "Don Luigi Milani"
Romano di Lombardia
IV
9,10
450 euro
Aglioni Laura
Calcio
Istituto Istruzione Secondaria
Superiore di Stato "Don Luigi Milani"
Romano di Lombardia
IV
9,09
450 euro
Brusadelli Gianfranco
Covo
I.T.S.C.G. "G. B. Rubini"
Romano di Lombardia
IV
9,00
450 euro
Plebani Cristina
Ghisalba
Istituto Istruzione Secondaria
Superiore di Stato "Don Luigi Milani"
Romano di Lombardia
I
8,80
450 euro
Gregis Daniela
Romano di Lombardia
Liceo scientifico
"Istituto Facchetti" - Treviglio
I
8,66
450 euro
Zanchetti Fulvio
Calcio
Liceo Scientifico
"San Bernardino" - Chiari
IV
8,66
450 euro
‘‘
D'ora in poi la risorsa chiave è costituita
dalle conoscenze.
Il mondo non è più dominato
dalla manodopera, dai materiali o dalle energie,
ma dall'intensità delle conoscenze.
PETER FERDINAND DRUCKER
Studioso di management
,,
L’obiettivo individuato è quello di
procedere, entro un arco di tempo relativamente breve, all’apertura di quattro
nuovi sportelli, con l’intento di ampliare
la competenza territoriale della Banca, ma
anche di meglio presidiare quella attuale.
Siamo lieti di informare che la prima
delle nuove aperture avverrà sulla piazza
di Romano di Lombardia. Il nuovo sportello, il cui avvio è previsto per la seconda metà di giugno, verrà aperto in via
XXV aprile (zona Romano ovest). La responsabilità della conduzione della nuova unità periferica sarà affidata al rag.
Mario Asperti, attuale Vice Responsabile
della Filiale di Romano Centro.
Nel corso dell’ultima Assemblea dei Soci, abbiamo dato notizia che la Banca,
coerentemente con la sequenza prevista
dal Piano Strategico triennio 2000 / 2002,
ha preso in esame, nei primi mesi del
2002, le tematiche ricomprese nell’ambito della cosiddetta strategia dimensionale.
Le riflessioni svolte hanno portato a
individuare nella crescita per linee interne la via che, allo stato attuale, è da seguire per cogliere il fondamentale obiettivo dello sviluppo dimensionale.
Alla riflessione è presto subentrata la
predisposizione di progetti e piani d’azione
con la necessaria identificazione, in primo
luogo, delle piazze di nuovo insediamento
e, successivamente, delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche necessarie.
‘‘
Inaugurazione del restauro della
Chiesa Arcipretale Plebana di Calcio
Nell'anno 2000 abbiamo iniziato i lavori
per il restauro della Chiesa Arcipretale
Plebana San Vittore di Calcio.
I problemi di ordine tecnico e finanziario si presentavano assai complessi.
Bisognava provvedere al rifacimento
del tetto, al ripristino dei finestroni (pensate che quelli del transetto misurano
7 x 5 metri), all'impianto "illuminazione
a norma" e al restauro pittorico.
,,
policromia, godibile soprattutto la sera,
con una illuminazione adeguata.
Brillano ora le possenti strutture interne che lo stile neoclassico imponeva
come norma: misura e grazia!
"La c'é la Provvidenza" e non é mancata!
Una lapide posta sotto la cupola recita
così:
Il tutto in questi tre anni é stato realizzato anche con il contributo della
Banca di Credito Cooperativo di Calcio
e Covo.
Un furioso incendio nel 1999 ha accelerato l'urgenza dei lavori condotti dalla Ditta Poli di Verona per i finestroni;
dalla ditta Bonetti di Calcio per l'impianto di illuminazione a norma; per il restauro pittorico dalla perizia dei restauratori
Marcello e Paolo Bonomi di Nembro.
Ora l'interno della monumentale
Chiesa è tutto uno scintillio di elegante
Nell'anno del Signore 2002
con il contributo del
Credito Cooperativo di Calcio e Covo
e la generosità del popolo di Calcio
veniva inaugurato il restauro
di questo tempio iniziato nell'anno
Santo 2000 essendo vescovo di Cremona
Mons. Giulio Nicolini
Arciprete Don Emilio Beltrami.
A perenne memoria dello spirito di
collaborazione e di edificante presenza di
una istituzione (la Banca di Credito Cooperativo di Calcio e di Covo) e della fede di un popolo che crede nei valori del
Vangelo.
DON EMILIO BELTRAMI
Arciprete
Il giorno 4 maggio 2002, festa di San Gottardo, il
Vescovo di Cremona Mons. Dante Lafranconi ha benedetto e inaugurato il restauro della Chiesa Arcipretale.
IL CREDITO COOPERATIVO È ESPRESSIONE DEL TERRITORIO E PATRIMONIO DELLA GENTE CHE LÌ VIVE, STUDIA E LAVORA
Il Credito Cooperativo
è espressione
del territorio
e patrimonio della gente
che lì vive,
studia e lavora.
Differente per forza.
LA MIA BANCA