La mia Caterina bigotta, ipocrita e calcolatrice

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La mia Caterina bigotta, ipocrita e calcolatrice
DOMENIC A 8 GENNAIO 2012
i FATTI
ggi
Spettacoli
LA SICILIA
.19
L’INTERVISTA. Giovanna Di Rauso al Teatro Stabile protagonista de «La Governante» di Brancati
CIRCUITO DEL MITO
«La mia Caterina
bigotta, ipocrita
e calcolatrice»
Lucia Sardo
il Quartetto
e duo francese
Chalot-Grenet
Da Nikita nostrana di «Romanzo criminale 2»
all’omosessualità in chiave autodistruttiva
FRANCESCA MOTTA
Il segreto del fascino alchemico di Giovanna Di Rauso risiede in un’indubbia bellezza non canonica e nello sguardo cangiante in discontinua eclissi, avvolto di
mistero o di luce abbagliante. Attrice eclettica, originaria di Capua, è a Catania per le prove di scena del
nuovo allestimento, prodotto dal Teatro Stabile de "
La governante" di Vitaliano Brancati con la prestigiosa firma registica del maestro Maurizio Scaparro,
che debutterà al Teatro Verga dal 13 gennaio al 3 febbraio. La vocazione per le arti sceniche fin da bambina, la passione per la danza, il trasferimento appena
diciasettenne a Milano per frequentare l’Accademia,
fanno da prologo all’inizio folgorante per la talentuosa Giovanna prescelta da Giorgio Strehler né «I Giganti della montagna». Nel 1999 vince il Premio Hystrio
per i giovani talenti e da lì una carriera in continua
ascesa, la ritroviamo spesso in ruoli da protagonista
prescelta da registi come Scaparro, Iancu, Castri, Lavia, passando da Peter Pan a Giulietta, da Lady Macbeth (Premio Graal 2010) al ruolo di Donatella una
Nikita nostrana in «Romanzo Criminale 2». Amabilmente seduta in un bar del centro, in una breve pausa prima di iniziare la prova costumi, la incontriamo
per raccontarci della sua esperienza catanese e dell’equivoca Caterina brancatiana, la governante francese assunta dalla famiglia catanese Platania trapiantata a Roma. Con Giovanna in scena nei ruoli
principali: Pippo Pattavina, il patriarca Leopoldo, Valeria Contadino nel ruolo della pura Jana, Max Malatesta, lo scrittore intellettualoide, Marcello Perracchio
il portiere. «Un personaggio complesso e sfaccettato
- esordisce Giovanna - donna autodistruttiva indossa una maschera per reprimere i suoi veri istinti. In
continua fuga da se stessa è incapace di manifestare
apertamente la sua omosessualità, trasformando
sentimenti d’amore e emozioni in odio. Penso che sia
una bigotta, calcolatrice e ipocrita, tutto il testo è pervaso da accenti pungenti contro il conformismo dei
benpensanti, i personaggi sono specularmente colpevoli e innocenti. Io do una lettura shakespeariana di
Caterina, la vedo come Jago al femminile».
Come si sente nei panni dell’ambigua Governante?
«In continua analisi e ricerca, sono comunque abituata a interpretare personaggi borderline, ad andare oltre a me stessa. Siamo molto diverse come indole, lei
machiavellica, io invece un’anima naif mai pianificatrice degli eventi, piuttosto in balia di mari ora calmi
ora tempestosi. E’ stupefacente come ogni giorno
scopro nuove letture del personaggio, sto affrontando questo ruolo in continuo cambiamento, un work
in progress da esploratrice».
In quest’occasione torna a lavorare con uno dei suoi
maestri prediletti, Maurizio Scaparro, come si sente?
«A mio agio, Maurizio è un vero gentlemen. Uomo
colto e straordinario, moderno e ironico, un esempio
LA RECENSIONE Piccolo Teatro di Catania
La «Regina» di Salvo
e l’insostenibile
leggerezza di Tofano
CARMELITA CELI
na dimenticata dalla legittima proprietaria,
Cenerentola, sissignore. Ma come si può
pretendere che dopo anni passati a spignattare, la poverina non sia più affezionata a tegami e fruste? «Onta! E’ unta!», sbotta il già principe ora re e suo sposo, sconsolato almeno quanto il principe de «L’amore delle tre melarance» e adirato dinanzi ad
imperdonabili scambi d’attrezzi: «La maggiore di tutte offese, lo scettro alla maionese!».
Una lunga militanza tra i fornelli non
CATANIA. «Non si può mancare alle prove,
anche se si è malati. Solo se si è morti».
Questo, anche questo, era Sergio Tofano in
arte «Sto». Un’arte che che ne chiamava a
raccolta molte: attore solido e singolare a
teatro e a cinema, regista e pedagogo teatrale alla «Silvio d’Amico» - la sua battuta di
poc’anzi, quando qualcuno era assente,
bruciava più di qualsiasi multa. E leggendario disegnatore - suo è l’indimenticabile Signor Bonaventura nato negli
anni della Grande Guerra sulle
pagine del «Corriere dei Piccoli» - scrittore prolifico ma specialmente poeta, blasonato avventuriero in rima.
Troppo autorevole per passar di moda, dispensatore di
pensosa, burlona raffinatezza
così tragicamente lontana dalle «approssimazioni» di oggi.
Oggi, appunto, chi mai - a par- LO SPETTACOLO AL PICCOLO TEATRO DI GIANNI SALVO
te il genio «solista» e per molti
versi insuperato di Paolo Poli - chi mai, da può svanire d’emblée perciò la «regina in
Aosta a Pachino, potrebbe onorarlo berlina» non può, non deve rinunciare alla
comm’il faut, a teatro? Chi potrebbe regge- saggezza della serva Pasqualina, perciò ha
re con grazia di funambolo l’insostenibile ancora da temere dalle due sorellastre,
leggerezza di Sto se non Gianni Salvo del «cognate in casa» del re, pronte a tenderle
Piccolo Teatro di Catania che, parlando cor- l’ennesima insidia «à rebours»: imbottire di
rentemente il «tofanese», sembra, qui ed polpette le scarpette tanto da costringere la
ora, «Checco povero Checco» di Sto, ragaz- poveretta a calzare (e a perdere) regali ciazino muto…poliglotta. Prova di rara ricer- batte. Inganno scoperto, lieto fine ristabilicatezza scenica è "Regina in berlina" (il se- to e con tempi comici e mimetici tra fratelguito della favola di Cenerentola) di Tofano, li Marx e «rivista» d’alto livello. Maria Rita
ancora oggi alle 17.30 al Piccolo, regìa di Sgarlato (Pasqualina) è serva-padrona di
Salvo,scene e costumi di Oriana Sessa; stupenda intonazione tra parola e gesto;
charleston, (s)canzonette ed altre diavole- Tiziana Bellassai (regina) è avvenente, tarie musicali composte da Pietro Cavalieri. lentosa Cenerentola che però vorrebbe esScarpine e scope, palazzi reali, un orco sere in un’altra storia; Giuseppe Carbone
addomesticato che «ricorre alla finzione vince un gran gioco d’attore tra Re ed Orco;
per salvare la reputazione», trombe sgan- le sorellastre Egle Doria e Carmen Panarelgherate ad annunciare sovrani e amba- lo (anche Orchessa) sono irresistibile binosciatori. Sì, la «fiaba» barcolla che è un in- mio di ritmi e comica «cruauté»; Nicola
canto.
Alberto Orofino è un brillante «bellissimo
Che dire, poi, di quel trono miscroscopi- Cecè», onnipresente e misuratissimo; Enzo
co che non è che «uno sgabello su un gradi- Garfì (ciambellano) maggiordomo preciso
no», ammonisce Sto con sorprendente ad alta fedeltà. E (per fortuna) qui continua
saggezza «politica». Vi è adagiata una coro- l’avventura d’un genial Bonaventura.
L’ATTRICE GIOVANNA DI RAUSO
per tutti di vitalità ed energia. Lo considero il mio
papà artistico, mi ha sempre dato grandi e preziose
chance lavorative. Tra di noi è stato amore a prima vista. Non posso dimenticare quando mi scelse per la
parte di Giulietta shakespeariana. Feci il provino con
poche speranze personali, a quei tempi rasata e troppo androgina per quel ruolo, ero la centunesima attrice che vedeva, con stupore mio e di tutti, Maurizio
disse: "Finalmente ho trovato la mia Giulietta"».
Ci racconta della sua esperienza televisiva in "Ro-
«I veri istinti repressi dietro
una maschera. Continua
fuga da se stessa,
trasformando sentimenti
d’amore e emozioni in odio»
manzo Criminale 2"?
«Anche in questo caso, il regista Stefano Sollima mi ha
voluto a tutti i costi facendo una scelta controcorrente, preferendo me ha spezzato l’incantesimo televisivo che spesso favorisce donne stile Barbie. Scommessa vinta per entrambi, la serie ha avuto un successo incredibile, è stata acquistata in quaranta paesi e da poco anche negli Usa».
Il suo rapporto con la Sicilia?
«Magnifico. Io sono meridionale e qui sento aria di
casa, sono molto felice di essere a Catania, ringrazio
lo Stabile e i miei compagni di scena per quest’opportunità».
Per concludere chi è la vera Giovanna?
«Una donna sempre in bilico, d’indole gitana, sono
sempre in disequilibrio, sfuggo come la peste le situazioni statiche, preferisco nuotare in acque torbide,
nell’irrequietezza». Giovanna si congeda, scicchissima nel suo cappottino nero, i capelli biondi raccolti
nel capellino verde, gli inseparabili amuleti al collo,
sarebbe piaciuta sicuramente a Brancati avviarsi sulla Via Etnea alla volta del teatro Verga.
PALERMO. Tre gli appuntamenti
previsti per oggi dal calendario
del Circuito del Mito promosso
dall’assessorato regionale al
Turismo Sport e Spettacolo.
Al Centro Zo di Catania, con inizio
alle 21, serata di teatro con Lucia
Sardo e il debutto di «Christmas
Shopping», una «fantasia» ispirata
ai testi di vari autori: da Bulgakov,
Hemingway, Tondelli, Ungaretti,
Rilke, Francis Scott Fitzgerald,
Schuman, Peter Handke fino ad
arrivare alle tradizionali «Novelle
Saracene» di Giuseppe Bonaviri.
Sul palco, come co-protagonista,
anche Alice Lombardo. La regia è
di Elvira Fusto. L’ingresso è
libero.
A Palermo, nel salone delle Feste
del Circolo Ufficiali di piazza
Sant’Oliva 25, con inizio alle 18,
si terrà invece il concerto di
musica classica de Il Quartetto:
primo appuntamento della mini
rassegna «Night Symphony»
organizzata dall’associazione
Sege con la direzione artistica del
maestro Fabrizio Corona. Il
repertorio spazierà da Verdi a
Rota, da Sostakovic a Mancini.
L’ingresso è libero, gli inviti si
potranno ritirare al circolo nelle
ore pomeridiane.
Infine, alla Basilica Maria SS. del
Mazzaro di Mazzarino, in
provincia di Caltanissetta, con
inizio alle 19.30, andrà in scena il
secondo concerto di Veronique
Chalot e Brigitte Grenet,
interpreti della musica francese
ed europea, folk e di tradizione
bretone.