Scarica questa rivista
Transcript
Scarica questa rivista
Borgia Cariati Lago Mirto Crosia Rossano Scandale S. Giovanni in Fiore Sommario ROSSANO GLI SPECIALI DI CALABRIA PRODUTTIVA 06 supplemento alla rivista Calabria Produttiva Anno 5 - N¡2 CARIATI 14 MIRTO CROSIA 22 in copertina: Tramonto sul mar Jonio - ph. piesse www.calabriaproduttiva.it ¥ [email protected] Editrice BIG AGENCY Surl Montalto Uffugo (CS) Tel. e fax 0984 937073 [email protected] SAN GIOVANNI IN FIORE 30 Amministratore unico PIERO SCIAMMARELLA [email protected] Direttore Responsabile ADELE FILICE [email protected] LAGO Amministrazione e Redazione Montalto Uffugo (CS) Tel. e fax 0984 937073 [email protected] 36 Testi Archivio Calabria Produttiva Ricette Titta Trua SCANDALE 38 Fotografie A. Caranto - C. Candiloro - Piesse Impaginazione MCF MULTIMEDIA - Cosenza Tel. 0984 795633 - Fax 0984 785894 www.mcfmultimedia.com [email protected] BORGIA 46 Stampa STAB. TIP. DE ROSE Montalto Uffugo (CS) 2005 ' Big Agency Surl Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente senza l’autorizzazione scritta dell’editore. 5 Giugno 2005 SPECIALE ROSSANO La bisanzio di Calabria Giugno 2005 SPECIALE ROSSANO onosciuta anche con gli appellativi di la “città bizantina” o la “Ravenna del Sud”, Rossano è un’estesa cittadina dello Jonio, in provincia di Cosenza. La vicinanza a Sibari fa ipotizzare che, in epoca magno-greca, gravitasse nell’orbita sibarita. Altra ipotesi, che darebbe un’origine anche al toponimo, è quella avanzata dall’archeologo Paolo Orsi che vuole far derivare le origini della città dall’edificazione di una villa romana appartenente alla gens Roscia. In ogni caso, alcuni documenti attestano l’esistenza di Rossano C intorno al IV secolo dopo Cristo; qualche storico dell’antichità, anzi, parla di Rossano come scalo di Turio; quindi l’espansione della città verso la collina sarebbe da datare in epoche successive. Intorno al 900, a Rossano, nacque San Nilo, monaco, studioso, letterato, che permeò profondamente l’atmosfera religiosa della città con la sua vita eremitica ed i suoi studi, avendovi trascorso molta parte della sua esistenza ed avendone celebrato ricchezza e grandezza; ed è per opera di un altro figlio di Rossano, San Bartolomeo, che si conosce Il monumento (particolare) - ph. Caranto La Centrale Termo Elettrica - ph. piesse 6 Il municipio - ph. Caranto la vita di San Nilo. Terra di santi e di fede, dunque, Rossano resistette a molti attacchi saraceni, ma dovette soccombere ad un forte terremoto che la distrusse, quasi alla fine del 900. San Nilo fu testimone della ripresa economica della città, grazie all’attività agricola che produceva principalmente miele, cereali e vino; alla pastorizia che poteva contare sulle immense riserve di foraggio dei vicini pascoli silani. I quali fornivano anche pregiato legname, materia prima per la costruzione di barche che, a loro volta, venivano impiegate in un’altra importante attività come la pesca. Con la dominazione normanna e la presenza del Guiscardo, le condizioni della città subirono alcune modifiche. Risale a questo periodo l’edificazione del castello. Sotto la signoria di Roberto d’Angiò la città visse un altro momento florido, grazie anche alla presenza, sul territorio, di un buon numero di casali e di una comunità ebraica. In piena epoca medievale, la popolazione subì un forte calo, ed ancora un secolo dopo le condizioni non erano granchè mutate. Qualche decennio dopo, la città diventò un feudo, cominciando così la sua epopea baronale e andando in mano ad una Ruffo. Nei secoli successivi vi fu un alternarsi di signorie che videro Rossano feudo di Ludovico il Moro, poi di Isabella d’Aragona, poi di una Sforza, ed alla morte di quest’ultima il feudo ritornò sotto il governo reale. Intanto, le condizioni economiche e demografiche erano andate migliorando e intorno alla metà del 1500 la città poteva considerarsi la più popolosa di tutta la Calabria Citra. Oltre alla popolazione, Rossano era fiorente di commerci e di attività marittime che gravitavano intorno alla Torre Sant’Angelo. I corsi e i ricorsi storici di vichiana memoria, fecero registrare un nuovo periodo di crisi, per la città, agli inizi del 1600. Diminuì la popolazione, aumentarono gli appartenenti al ceto ecclesiastico la carriera religiosa era forse considerata più sicura rispetto ad altre e fonte 7 Giugno 2005 SPECIALE ROSSANO Rossano divenne quindi dei quattro distretti in cui era divisa la Calabria. A reggerne le sorti fu chiamato Domenico Vanni che, con la sua guida, tentò di dare alla città un nuovo assetto urbano. La restaurazione operata dai Borbone e l’indisponibilità economica non consentirono tutti questi benefici cambiamenti. Il terremoto del 1836 contribuì in qualche modo ad appesantire le condizioni economiche. Con l’unità d’Italia e le mutate condizioni politiche e sociali, Rossano fu amministrata da una serie di politici che la portarono a rivivere gli antichi splendori dei secoli passati. La costruzione della ferrovia favorì il popolamento del territorio vallivo e costiero. Si creò, quindi, un’altra Rossano, quello dello Scalo e poi un’altra ancora, ad opera dei numerosi cittadini emigrati in Argentina. Il flusso migratorio favorì a quel tempo (inizi del Novecento) la ripresa dell’economia, grazie anche Il Leone di S. Marco - ph. Caranto uno di maggiori rendite - mentre molti signori impoveriti dai debiti, migravano verso altri paesi. Ai primi del 1700 il principe Carafa ottenne Rossano come dominio ma qualche anno più tardi lo dovette cedere ai Borghese. Quando la città ritornò sotto i Ruffo il governo fu allargato anche ai borghesi ed ad alcuni rappresentanti delle maestranze artigiane; ciò provocò una sorta di benefica rivoluzione che facilitava il lavoro dei Francesi, nella costituzione dei Comuni. L’ingresso al governo dell’alta borghesia favorì l’a- 8 malgama sociale che vedeva nel ceto nobile e nei ricchi commercianti, non di rado anche intellettuali, la nuova classe dominante, sicuramente più aperta ed illuminata dei feudatari di vecchio stampo. Ebbe origine in questo periodo, per quanto riguarda il caso specifico di Rossano, la nascita della ricca borghesia agraria, facilitata nella sua espansione anche dalle condizioni più facili per l’acquisto di possedimenti prima appartenuti ai feudatari o facenti parti del patrimonio ecclesiastico. Fedele alla Francia, alle rimesse dall’estero. Subito dopo la caduta del regime fascista, Rossano tornò ad esprimere le sue simpatie ai governi di sinistra ma nonostante il forte impegno amministrativo e sociale dei rappresentanti politici, le condizioni economiche, davvero gravi, continuarono a perdurare. Con i finanziamenti pubblici previsti dalla legge speciale sulla Calabria, il Comune riuscì in qualche modo a risollevare le condizioni economiche. La storia più recente di Rossano descrive una città che si sta evolvendo, da un punto di vista economico e sociale. L’economia rossanese è molto ben rappresentata dal settore agricolo; davvero estese le coltivazioni di agrumeti ed oliveti; un elemento di spicco è la produzione tipica di una varietà di oliva, detta appunto “la dolce di Rossano”. Di conseguenza è rilevante l’attività delle aziende di trasformazione, soprattutto quella olearia e quella conserviera. Nota, da qualche anno Giugno 2005 SPECIALE ROSSANO L?orologio (visto da S. Bernardino) - ph. Caranto anche fuori nazione, la produzione di agrumi e di clementini, ormai richiestissimi dappertutto ma che devono sfidare la concorrenza, molto spesso sleale, di altri Paesi dell’area mediterranea. Una menzione a parte, per i settori che coinvolge simultaneamente - si spazia infatti dall’agricoltura alla lavorazione e conservazione alimentare, dalla cultura al turismo - merita l’industria della liquirizia, rappresentata a Rossano dalla dinastia degli Amarelli. Costoro, infatti, già tre secoli addietro diedero vita ad un’azienda per la trasformazione della radice. L’impegno dei vari discendenti, le innovazioni tecnologiche apportate nel corso del tempo, unite ad un costante rispetto per la tradizione, portano oggi la Amarelli ad essere conosciuta in tutto il mondo. Un ulteriore impulso è dato dalla dedizione di Pina Amarelli e dalla presenza di un museo (ne riferiamo in altre pagine) della liquirizia, realizzato recentemente, che non rappresenta solo l’attività e la storia di un’azienda ma la storia di una famiglia, che s’intreccia con quella del sistema Territorio-Paese-Mondo. Il settore turistico, invece, è in attesa di un maggiore sviluppo che utilizzi in L?orologio (particolare) - ph. Caranto maniera ottimale e completa le risorse. Rossano è città marinara, distante però pochi chilometri dalla Sila Greca e se la presenza di camping e un parco acquatico possono assicurare un discreto numero di presenze turistiche sulla costa, lo stesso non si può dire per la zona montana. E’ indubbiamente città d’arte e il turismo culturale può diventare davvero una carta vincente. L’attuale amministrazione si sta muovendo in questa direzione, promuovendo iniziative e ideando progetti per la valorizzazione e la rivitalizzazione del centro storico; ne sono un esempio recenti iniziative quali l’apertura di una scuola di mosaico e l’allestimento del “Mercatino dell’antico borgo”, operazione, quest’ultima, programmata in concerto dall’assessorato al Turismo e quello alle Attività Produttive; un appuntamento che vuole prendere per la gola gli appassionati d’arte, artigianato ed anti- 9 Giugno 2005 SPECIALE ROSSANO Torre S. Angelo - ph. piesse quariato e nel contempo ridare nuova vita e funzionalità al centro storico che, rispetto allo Scalo, è più penalizzato per quanto riguarda la presenza di flussi turistici. Inoltre, l’Amministrazione comunale ha aderito al Sistema Turistico Locale ed al Gal Sila Greca e Basso Ionio, insieme ai comuni di Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Corigliano, Cropalati, Crosia, Longobucco, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola, Rossano, Scala Coeli e Terravecchia, per la promozione del territorio. Notizie su bellezze artisti- 10 che e monumentali, tradizioni folkloriche e gastronomiche, itinerari turistici, musei, eventi sono state concentrate in una guida, presentata alla Bit di Milano di quest’anno, che ha trattato nei dettagli della specificità di ogni realtà comunale. Questa iniziativa, al momento, costituisce l’unico esempio, in Calabria e nel Meridione, di Sistema Turistico Locale. I gioielli dell’arte Centottantotto fogli, probabili resti di un ben più consistente volume, di color porpora, che contengono parti dei Vangeli scritti in greco a caratteri d’argento e d’oro, miniati con sacre scene e figure, compongono l’autentico tesoro di Rossano, conservato nella Cattedrale, che è l’Evangelario purpureo, più conosciuto presso gli studiosi come Codex Purpureus Rossanensis o volgarmente detto Codice Purpureo. Avvolta nel mistero è la sua origine e le strade che ha percorso per arrivare a Rossano; le ipotesi più accreditate sono quelle in cui si accenna al VI secolo come data probabile di realizzazione; il luogo è l’Oriente anche se rimane incerta la città. Per quanto riguarda le modalità è verosimile congetturare che, nei frequenti viaggi e missioni a cui erano comandati i monaci, qualcuno di loro abbia lasciato nelle biblioteche di qualche monastero basiliano, la cui diffusione è comprovata a Rossano, il preziosissimo libro. Alcuni studiosi hanno ipotizzato pure l’esistenza di una sorta di prototipo, ancora più antico del Codice stesso. Come afferma lo storico Mario Rotili, lo farebbe supporre l’errore che l’anonimo o gli anonimi autori avrebbero commesso nell’attribuire ad un profeta una profezia che non è sua, e ciò dimostrerebbe, in un certo senso, la distrazione in cui frequentemente incorrevano i miniatori nel lavoro di copiatura. Errori, distrazioni, trascuratezze, comunque, si dimenticano facilmente alla presenza di quelle pagine dove trovano posto Giugno 2005 SPECIALE ROSSANO Chiesa di S. Marco - ph. Caranto magnifiche illustrazioni della vita di Cristo come quelle che ritraggono il Nazareno davanti a Ponzio Pilato, o la scena in cui egli sceglie di liberare Barabba, o ancora il suicidio di Giuda. Mirabile ed emblematica la scena che dipinge San Marco intento a scrivere, forse sotto dettatura della Vergine o forse solo assistito da Lei. Suggestive, per la ricchezza dei particolari, le scene della Lavanda dei piedi agli Apostoli e dell’Ultima Cena o la risurrezione di 12 Lazzaro. Si deve al giornalista Cesare Malpica, il ritrovamento, si fa per dire, del prezioso Codice. Egli ne diede notizia, nel 1846, parlando di un’opera che forse risaliva al 1200. In seguito a quella notizia, furono molti gli studiosi che, nel corso dei decenni, s’interessarono al libro e, quasi trentanni più tardi, soprattuto per opera di illustri professori stranieri, si potè cominciare a correggere lo svarione in cui era incorso il Malpica. Il Codex era di ben molto antecedente il 1200. Una Particolare della chiesetta nei pressi di Torre S. Angelo - ph. piesse fortuna che il Capitolo della Cattedrale non si sia voluto disfare del suo gioiello, neanche davanti alla richiesta autorevole, e supponiamo allettante, della Biblioteca del Vaticano. Per cui oggi, quei fogli di porpora sono ancora lì, per poter essere ammirati e costituire un punto d’onore e un motivo di orgoglio per tutti, ma specialmente per la Calabria e per Rossano. Un’altra bellezza di cui la città può essere fiera è la Chiesa bizantina di San Marco, risalente al X seco- lo. Di notevole effetto estetico le cinque cupolette cilindriche esterne e tre absidi sormontate da bifore. All’interno si conserva un prezioso frammento di affresco raffigurante la Vergine Odigitria; un’acquasantiera in pietra dell’XI secolo e un’antica campana. Nella piazza su cui insiste l’edifico campeggia una scultura del Leone di San Marco. Di grande interesse è pure la Chiesa della Panaghia, con la caratteristica abside e la bifora e decorazioni di Giugno 2005 SPECIALE ROSSANO cotto che ricordano il motivo ornamentale della spina di pesce. Antichissima la Chiesetta della Madonna del Pilerio, nei pressi dell’antica Porta Rupa, con l’abside rivolta a levante. La Chiesa di San Nilo, invece, ha avuto alterne vicende per via delle condizioni economiche in cui versava il paese al momento della costruzione e dove saranno solenni i prossimi festeggiamenti per il millenario del Santo; a questo proposito è opportuno aggiungere che al Santo è stato intitolato anche un parco letterario, il quale è parte integrante di un progetto promosso dall’amministrazione provinciale che reca come titolo “I nidi dei Grandi Spiriti e i Castelli dell’Infinito” e che si propone di far conoscere il territorio attraverso gli occhi di chi ha scritto su di esso. Indubbiamente la figura di San Nilo è già per se stessa significativa ma se a ciò si aggiunge che egli ha contribuito alla conoscenza diretta della sua Rossano, i meriti diventano, se possibile, ancora maggiori. L’elenco delle chiese è ancora lunghissimo ed è quasi impossibile elencarle tutte ma non si possono non ricordare il complesso monastico di Santa Maria del Patire, circondata da un bosco, cenobio basiliano di grandissimo pregio estetico ed immenso valore artistico, con un preziosissimo pavimento a mosaico e tre absidi circolari che gli fanno corona all’esterno, e poi la cattedrale dedicata alla Santissima Achiropita che sorge in piazza Duomo, il cui interno si presenta davvero sontuoso con tre navate e colonne rivestite di marmi policromi. Vi è conservata l’icona bizantina dell’Achiropita che risale all’VIII secolo e che la tradizione vuole dipinta non da mano umana come dice il nome - ma dalla Vergine stessa. E tanto per restare nell’ambito di una presentazione sintetica ma significativa della specificità storico-artistica rossanese, è Le ricette di zia Titta Baccalà con pomodoro e patate Ingredienti 1 filetto di baccalà, 1 uovo, 1 aglio, 2 bicchieri di salsa di pomodoro , 2 grosse patate, 1 mazzetto di prezzemolo olio, sale e farina q.b. Preparazione Lavate il baccalà, staccate la pelle e tagliatelo a pezzetti non troppo piccoli. In una ciotola sbattete l'uovo e metteteci dentro i pezzi di baccalà; levateli, infarinateli, friggeteli in olio di oliva caldo e metteteli da parte. Sbucciate le patate, tagliatele a rondelle e friggetele nello stesso olio del baccalà. Mettete da parte anche queste. In una teglia mettete l'aglio sbucciato, 1/2 bicchiere di olio e quando cominciano a soffriggere, versate il pomodoro. Quando questa salsa di pomodoro è cotta ( se la salsa di pomodoro è confezionata, bastano 15 minuti), unitevi da un lato della teglia il baccalà e dall'altro le patate. Fate cuocere insieme, a pentola coperta, per 5 minuti; unite il prezzemolo tritato grossolanamente, levate dal fuoco e servite. importante ricordare qualche altro monumento come la Torre Sant’Angelo, edificio del XVI secolo costruito per l’avvistamento, la cui forma, davvero singolare, ricorda una stella mentre i bastioni sono a punta di diamante; il casino Amarelli, oggi sede del Museo della Liquirizia, la fontana della Sirena e la colonna di Sant’Isidoro e poi tantissimi palazzi nobiliari e zone di interesse archeologio a cui fanno da naturale complemento una miriade di manifestazioni religiose e folkloriche che affondano le radici in un passato davvero remoto ma ancora presente e vivo. 13 Giugno 2005 SPECIALE CARIATI Mura a difesa della Storia Pescatori - ph. C. Candiloro l benvenuto che riceve chi entra nel centro storico di Cariati ha lo stesso sapore di un tuffo in un’atmosfera che sa decisamente d’antico. Il mare è lì, a pochi passi, eppure l’imponente cinta muraria risalente all’epoca aragonese, che costeggia I Entrata Centro Storico - ph. C. 14 Giugno 2005 SPECIALE CARIATI l’abitato, e i frequenti torrioni che hanno valso al paese l’appellativo di “borgo turrito” fanno somigliare Cariati ad un’antica cittadella di un entroterra selvatico e montagnoso. La superstite porta d’accesso alla città, detta di Ponte Nuovo, introduce in un dedalo di viuzze mentre la storia, in cui si stempera una buona dose di leggenda, parla di una probabile Cariati avanguardia dei Brezi sullo Jonio; altri la vogliono fondata da Filottete, al suo ritorno da Troia; qualche studioso la identifica come la Temesa Jonica, poi dominata dai romani sotto i quali prese il nome di Paternum. Le invasioni saracene, con ogni probabilità, anche qui spinsero gli abitanti a rifugiarsi sulle colline e a dare vita ad un nuovo abitato. 15 Giugno 2005 SPECIALE CARIATI Giugno 2005 SPECIALE CARIATI Il mare - ph. C. Candiloro Di sicuro, in epoca normanna, Cariati subì come tanti altri centri calabresi la dominazione di Roberto il Guiscardo. Nata come 16 contea, divenne poi principato e feudo rispettivamente dei Ruffo, dei Marzano, dei Riario, quindi dei Coppola, degli Aragona ed infine della potente famiglia Spinelli. Un evento di grande importanza avvenne nella seconda metà dell’Ottocento, quando il territorio fu interessato dall’attraversamento della tratta ferroviaria TarantoReggio Calabria, allora in costruzione. Il nodo ferroviario consentì, anzi forse favorì, un notevole flusso migratorio verso il Nord Italia, dove molte famiglie cariatesi si recarono per regalare un po’ di ossigeno all’esangue economia del paese, anche se altri due eventi successivi, il terremoto del 1905 e una frana nel 1907 che distrusse un’intera borgata, continuarono per lungo tempo ancora a deprimere le condizioni generali del paese. Oggi, fortunatamente, la modernità sta cominciando a far sentire i suoi van- 17 Giugno 2005 taggi. A parte alcune zone di recente sviluppo - dove le costruzioni sono sorte alquanto alla rinfusa - che molto hanno tolto al fascino del territorio circostante, un buon flusso turistico, sempre più numeroso si dirige su Cariati, in grado di regalare ancora angoli di riviera incontaminata, dalla bellezza aspra ma forse per questo più affascinante. Le tradizioni della pesca unite ad un’ottima cucina che miscela specialità marinare e contadine contribuiscono ad aumentare il fascino un po’ selvatico del luogo. Cionostante, il comune si sta attrezzando, turisticamente, con lidi forniti di docce e punti ristoro e con un piccolo porto turistico per l’approdo di natanti da diporto. E, in ogni caso, una visita alle chiese ed ai palazzi nobiliari risulta affascinante. Di notevole interesse archeologico la “tomba brezia” dove, per caso, nel 1978, alcuni abitanti rinvennero una camera funebre con affreschi, corredata 18 SPECIALE CARIATI P.zza 500 - ph. C. Candiloro Giugno 2005 SPECIALE CARIATI Il porto - ph. C. Candiloro da vasi, suppellettili in bronzo ed argento, alcune armi tra cui una corazza e due cinturoni. Ma le attrattive di Cariati si estendono anche all’artigianato. La vicinanza al mare ha favorito l’attività dei mastri d’ascia, oggi rappresentati da un solo cantiere in cui sono realizzate barche da pesca e da diporto. Un tempo era fiorente l’attività dei cretai, che pur- troppo oggi rischia di scomparire; rinomati erano i vucali, boccali che venivano utilizzati per l’acqua o per il vino come 19 Giugno 2005 SPECIALE CARIATI Centro Storico- ph. C. Candiloro Giugno 2005 SPECIALE CARIATI Le ricette di zia Titta Crustoli (dolce tipico natalizio) Ingredienti (per 6-7 porzioni) 1 kg di farina 00, 2 bicchieri medi di olio d'oliva, 1 bicchiere medio di acqua, 1 bicchiere medio di vino bianco o vermouth, la buccia grattugiata di 1 limone, la buccia grattugiata di 1 arancia, 1 bustina di lievito vanigliato, olio per friggere, miele o zucchero a velo Preparazione Mettete sul piano di lavoro a fontana la farina, unite il lievito, l'acqua bollente, l'olio, il vino bianco la buccia grattugiata del limone. Fate una palla dalla quale ricaverete dei bastoncini dal diametro di 2 cm. Tagliate i bastoncini in pezzi lunghi 3 cm circa. Fate rotolare i pezzi di pasta su un setaccio di vimini, schiacciandoli un po' per dar loro la forma tipica. Friggeteli in olio bollente abbondante possibilmente in una frissura (padella di ferro); fateli raffreddare su della carta assorbente. In una casseruola sciogliete qualche cucchiaio di miele aromatizzato con della buccia grattugiata d'arancia. Immergete nel miele i dolci, poi scolateli ben bene per far cadere il miele in eccesso. pure le coperte e i tappeti che le abili mani femminili tessevano sui telai a mano; ricami e decori dai colori vivaci, suggeriti dai cro- matismi del paesaggio circostante andavano a rallegrare preziosi pezzi del corredo nuziale. Volendo entrare nei soavi meandri della cucina cariatese, si possono scoprire i sapori semplici ed essenziali del mare e della terra. Ne fanno fede le melanzane ripiene, piatto tipico locale, dove le acciughe salate mescolano la loro sapidezza ai capperi ed alle olive snocciolate, Centro Storico- ph. C. Candiloro addolcite con mollica di pane duro, biondo e profumato olio di oliva ed aglio, che costituiscono il ripieno. Per i palati che non temono i gusti forti è da segnalare la sardella impepata, una sorta di conserva a base di neonata mescolata con peperoncino che è il condimento base per la pitta, pasta di pane cotta al forno e insaporita con questa miscela molto piccante.Di grande valore economico, la pesca che si effettua con una numerosa flottiglia di pescherecci; di grande valore gastronomico il pesce, che rifornisce buona parte del mercato ittico del circondario e che 20 a Cariati, i più fortunati possono assaggiare cucinato secondo antiche ricette della tradizione marinara. Tra queste, degna di essere descritta è quelli delle alici, cosiddette scattiate, che sono in realtà alici fritte in olio aromatizzato con aglio, a cui dopo la cottura si aggiunge peperoncino, ori- gano e una spruzzata di aceto che si fa evaporare. Anche i dolci raccontano di incontri di culture. Ne sono un esempio i crustoli, tronchetti di pasta fritta - ottenuta miscelando farina, olio, vino bianco ed aromatizzata con arance e cannella - che possono poi essere consumati al naturale o conditi col miele. La pasta, senza gli aromi, ricorda i turdilli di origine bruzia, che venivano pure fritti ed insaporiti col miele; l’evidente influsso saraceno sta nell’aggiunta degli agrumi e della cannella che, sicuramente, conferiscono un sapore speziato ancora più gradevole. 21 Giugno 2005 SPECIALE MIRTO CROSIA Un territorio tra innovazione e tradizione 22 Giugno 2005 SPECIALE MIRTO CROSIA Spiaggia - ph. C. Candiloro irto Crosia, che si affaccia sullo Jonio nel tratto di costa cosentina, è la fusione del nome del paese, Crosia, e di una popolosa frazione, Mirto appunto. Non si sa se questo toponimo abbia qualche legame con l’odoroso arbusto, antico simbolo della poesia amorosa. Di Crosia, invece, è possibile supporre che il nome sia legato ad un patronimico greco, Krùsios, o all’appellativo cruseos che significa d’oro. Sulle origini del luogo non si hanno notizie certe. Le prime note documentate risalgono al 1400, quando, molto verosimilmente, Crosia faceva parte di Cariati, feudo dei Ruffo di Montalto e poi dei Marzano. Le vicende successive sottoposero Crosia al dominio dei Sanseverino, poi di Ferrante d’Aragona, quindi dei nobili Mandatoriccio, ricca famiglia di borghesi, commercianti di cereali, sotto il cui dominio Crosia divenne ducato. Quando la dinastia si estinse i possedimenti di famiglia, in mano alla duchessa Vittoria, passarono ai Sambiase, nobile famiglia dell’aristocrazia cosentina, ma senza feudi. Sotto il dominio francese, Crosia fu alle dipendenze del governo di Cariati, poi passò sotto l’amministrazione di Calopezzati, dopo di che divenne comune autonomo. Nel 1928 subì un ulteriore declassamento, come frazione di Calopezzati e solo nel 1937 è tornata ad essere comune a sè. I segni del passato di Crosia sono rintracciabili nella mole M 23 Giugno 2005 SPECIALE MIRTO CROSIA Chiesa S. Giovanni Battista - ph. C. Candiloro imponente della masseria dei duchi Mandatoriccio; nei ruderi della torre di avvistamento di Santa Tecla e in vari palazzi nobiliari. Degno di parti- 24 colare attenzione è il castello, ubicato nella frazione di Mirto, originariamente una torre con attorno alcuni frantoi, a cui si aggiunsero poi, intorno al Piazzale Sacro Cuore - ph. C. Candiloro 1600, residenze padronali, masserie, magazzini, stalle e rimesse. Tra gli edifici di culto spicca la Chiesa Matrice, con annesso museo parroc- chiale dove sono conservati, oltre ad arredi sacri, anche alcuni reperti archeologici di epoca greca ed attrezzi della tradizione materiale contadina. Come Giugno 2005 SPECIALE MIRTO CROSIA molti altri centri del territorio, anche Mirto Crosia risente, sia nelle tradizioni sia nell’economia, la compresenza dell’ambiente marino e di quello montano. L’economia si struttura principalmente in base all’agricoltura, dove si riscontra una discreta produzione agrumicola e olearia di buona qualità. Un cenno a parte merita la presenza del Centro Sperimentale Dimostrativo Crosia - ph. C. Candiloro dell’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e i Servizi in Agricoltura) diretto dal dottor A. Morelli e con la responsabilità tecnica del dottor B. Scazziota, che sta lavorando su tre grandi direttrici quali la coltivazione del gelso e l’allevamento del baco da seta, l’olivicoltura e l’agrumicoltura. Per quanto riguarda la coltivazione del gelso, è in previsione anche l’utilizzo dei frutti, a scopo alimen- 25 Giugno 2005 SPECIALE MIRTO CROSIA Giugno 2005 SPECIALE MIRTO CROSIA Crosia Chiesa Madonna della Piet ph. C. Candiloro Le ricette di zia Titta Parmiggiana e luvingiane Ingredienti (per 6-7 porzioni) 8 melanzane grosse del tipo dolce , 2 tazze da latte di salsa di pomodoro gi‡ cotta , 3 etti di provola a fettine sottili , 2 fette di mortadella tagliata fine, parmigiano abbondante , pane grattugiato , olio per friggere , sale e pepe q.b. Preparazione Togliete il cappello alle melanzane, tagliatele a fette per il lungo e mettetele a strati in un piatto, salandole. Copritele con un altro piatto, ponetevi un peso sopra e lasciatele così per qualche ora. Mettete una padella con dell'olio per friggere e, quando questo é ben caldo, strizzate le melanzane e friggetele senza fargli prendere troppo colore. Mettetele da parte e preparate una tortiera da forno alla base della quale metterete un mestolo di salsa di pomodoro, una spolverata di pangrattato ed una di parmigiano. Appoggiatevi sopra il primo strato di melanzane, copritele con un abbondante cucchiaio di salsa, una leggera spruzzata di pangrattato, molto parmigiano, alcune fette di provola e la mortadella spezzettata. Ricoprite con altre fette di melanzane e continuate come prima fino ad esaurimento degli ingredienti. Finite con le melanzane ben ricoperte di salsa, spolverate di pangrattato ed abbondante parmigiano, quindi mettete la parmigiana a gratinare in forno caldo fino a che non avrà preso colore. Crati, la cipolla rossa e gli asparagi. Nell’immediato futuro sono previsti studi e sperimentazioni per la razionalizzazione e l’utilizzo delle risorse idriche e delle fonti energetiche alternative, nella fattispecie quella derivante dalIl parco di Mirto - ph. C. Candiloro tare e del legno; l’allevamento del baco innesca tuta la fase produttiva e di lavorazione della seta e non restano inutilizzati neanche i residui di allevamento che, opportuna- 26 mente trattati, vengono forniti alle aziende che si occupano di agricoltura biologica. Per quanto riguarda l’olivicoltura, il Centro sta lavorando sulla banca del germoplasma olivicolo, sul controllo e la certificazione del materiale in vivaio e sulle prove di comportamento vegetativo e riproduttivo delle varietà presenti nella zona. La coltivazione degli l’installazione dei pannelli solari. Attività, dunque, volte alla valorizzazione delle colture locali che tengono conto dello sfruttamento ottimale delle risorse idriche ed energetiche e che hanno come filo conduttore ed obiettivo-prin- cipe la tematica del basso impatto ambientale. Per quanto riguarda gli altri settori economici, scarsamente rilevante è l’attività della pesca; mentre per il comparto turistico, il comune si sta attrezzando, soprattutto con locali e strutture per la ristorazione. Sono tanti gli occupati stagionali in caffè e ristoranti e moltissimi i turisti attratti principalmente dalle acque limpide e cristalline del mare e dall’impareggiabile spettacolo dei fondali, alcuni dei agrumi è diretta verso alcune varietà specifiche, tra cui Tarocco, Moro, Navel, Navelina, Washington, ed è in atto la sperimentazione sulla loro “frigoconservazione”. Inoltre, nel Centro, è ospitato un campo-catalogo di piante officinali e medicinali e si sta realizzando anche una produzione nel comparto orticolo che vedrà coltivati la patata viola calabrese, i peperoni di Roggiano, il melone rugoso della Valle del 27 Giugno 2005 SPECIALE MIRTO CROSIA P.zza Dante ph. C. Candiloro quali colonizzati dalla bella e rara poseidonia. Gustosa e ricca è la produzione di insaccati e salumi a cui si miscelano robusti piatti di carne 28 ovina e delicate pietanze a base di pesce. Tradizionali sono la sagra della fresina - ciambellina dura e croccante condita con sardella piccante, con pepe rosso ed origano oppure con olio, aceto e sale, secondo i più essenziali gusti contadini - e quella della pesca, durante la quale i partecipanti ingaggiano una gara tra di loro, per poi ritrovarsi tutti in piazza la sera, a consumare collettivamente il frutto della giornata di lavoro ma anche di divertimento. Giugno 2005 SPECIALE SAN GIOVANNI IN FIORE Un’isola di tradizione nel cuore della Sila 30 Giugno 2005 SPECIALE SAN GIOVANNI IN FIORE La Chiesa Madre - ph. piesse l nome di San Giovanni in Fiore è indissolubilmente legato a quello dell'Abate Gioacchino, "di spirito profetico dotato" come lo definì Dante, sia che si seguano le pieghe confuse della leggenda, sia ripercorrendo le linee più chiare della storia. E' probabile che il primo nucleo abitativo di San Giovanni si sia sviluppato, ad opera di contadini e vassalli, intorno all'Archicenobio Florense, e la leggenda vuole che la conformazione urbanistica del paese sia derivata da un'indicazione dell'Abate, il quale ebbe a predire che un terribile terremoto si sarebbe verificato se il paese si fosse esteso oltre i fiumi Arvo e Neto. Qualunque sia la ragione, oggi il centro storico della cittadina silana si presenta arroccato e suggestivo come un presepe, specie quando l'inverno lo ammanta di neve mentre la parte nuova si estende in ordine sparso sul territorio e, purtroppo non possiede nessuna attrattiva architettonica. Ma c'è un fascino che San Giovanni in Fiore conserva intatto e che non deriva solo dal suo carattere di... montanità, o dall'intensa aura religiosa che vi si respira. E' il fascino della sua storia, che procede intessuta nelle vicende dell'Abbazia. Nel 1221, Federico II di Svevia concesse al monastero il diritto di asilo. La concessione, quasi tre secoli più tardi, venne estesa a tutta la cittadina di San Giovanni in Fiore ed, in seguito a ciò, numerosi furono i rifugiati provenienti da Cosenza, Catanzaro, Crotone, dai casali cosentini, che vi tro- I 31 Giugno 2005 Santa Maria delle Grazie - ph. piesse SPECIALE SAN GIOVANNI IN FIORE varono asilo per sottrarsi alle tirannie fiscali imposte dalla dominazione spagnola. Nei secoli successivi, il carattere battagliero e l'impegno politico della città diedero vita alle lotte contadine contro il regime baronale, per l'espropria- zione delle terre. E nel 1844, in un contesto più ampio di lotta per la libertà e la giustizia sociale contro il potere borbonico, proprio nel territorio di San Giovanni in Fiore furono catturati i fratelli Bandiera, martiri e simboli Giugno 2005 SPECIALE SAN GIOVANNI IN FIORE Le ricette di zia Abazia Florense - ph. piesse Scialatelli alla boscaiola Ingredienti Ingredienti per la pasta: kg 1 di farina di grano duro, n. 4 uova intere, sale e acqua quanto basta. Ingredienti per il sugo: pomodoro pelato, cipolla, - sal siccia, funghi porcini, pezzettini di guanciale di m basilico, vino bianco, ricotta salata, sale, olio d’ Preparazione Procedimento: soffriggere la cipolla, aggiungere gua ciale e salsiccia, annaffiare il tutto con vino bian quando quest’ultimo sar evaporato aggiungere - i por cini a dadetti, il basilico, il pomodoro e fare cuoc per circa mezz’ora. Intanto cuocere la pasta in acqua salata e olio. Condire la pasta con il sugo e servire senza -dimenti re di spolverare con abbondante ricotta salata affum cata. Gioacchino da Fiore - ph. piesse Mastazzuoli Ingredienti (per 4 mastazzuoli) 1Kg di farina 00 , 1Kg di miele , 1/2 bustina di lie uovo , 1 pizzico di sale , 1Kg di mandorle spellate g di cioccolato fondente Biblioteca ph. 32 delle vicende storico-politiche italiane. Oggi, nella località denominata Stragola, a pochi chilometri dal centro abitato, un cippo commemorativo ricorda l'avvenimento mentre il palazzo nobiliare Lopez ricorda il luogo in cui furono rinchiusi i fra- telli Bandiera dopo la cattura. Tra gli edifici religiosi, spicca l'imponente ed antichissima abbazia (1200). Le mura in pietra e i rosoni lobati riflettono l'intensa ed essenziale spiritualità di Gioacchino, le cui spoglie mortali sono conservate in un'urna col- Impasto Disporre la farina a fontanella, mettere l’uovo, il to, il miele e il pizzico di sale, lavorare -fino ad re un impasto liscio e omogeneo, aiutandosi con altr farina (se necessario) . Dividere l’impasto ottenuto panetti e tenere a caldo. Prendere un panetto per volta, dividerlo a due e stendere le due parti con l mani (avendo cura che non attacchino). Disporre su una delle 2 parti, 1/4 del ripieno e coprire con la restante chiudendo bene i bordi. Riporre in una tegl rivestita di carta da forno e infornare a 180 gradi locata in una cripta, al piano inferiore dell'abbazia. Santa Maria delle Grazie è la chiesa matrice, costruita intorno al 1600 e riedificata un secolo dopo all'incirca, che conserva un bellissimo portale in pietra arenaria di epoca rinascimentale. Nei pressi di un'altra chiesa, dedicata sempre a Santa Maria delle Grazie o dei Cappuccini si svolgeva la fiera dedicata a San Giovanni Battista, negli ultimi giorni di agosto. Oggi, la fiera è ancora in vita ma si svolge in altro luogo e ha perso la connotazione religiosa. Decisamente vive, invece, le tradizioni e la memoria popolari; quest'ultima trova un topos privilegiato nel Museo Demologico che conserva numerose tracce della cultura materiale legata al mondo agricolo e pastorale, oltre ad una 33 Giugno 2005 SPECIALE SAN GIOVANNI IN FIORE giovani e bambini allestiscono in ogni rione, a Natale e Santo Stefano mentre gli zugghi sono gli strumenti con cui si accompagnano le strenne natalizie. Per quanto riguarda l'economia, settori importanti sono l'agricoltura, specie per le notevoli produzioni di patate silane, conosciute ed apprezzate in tutta Europa e l'industria lattiero-casearia, con le pregiate razze podoliche che danno il famoso caciocavallo silano, saporiti butirri (formelle di caciocavallo riempite di Santa Maria delle Grazie - ph. piesse vastissima documentazione fotografica, risalente ai primi del Novecento e che raccoglie testimonianze del territorio e delle popolazioni circostanti. Di particolare interesse sono i 34 costumi delle pacchiane (donne sangiovannesi), abbelliti da preziosi gioielli della tradizione locale come le jennacche (collane nuziali, dalla tipica lavorazione a filigrana) e bum- minielli (orecchini, la cui forma ricorda vagamente un bambino, realizzati spesso in filigrana e perle scaramazze). Costumi che fanno il paio con alcuni usi ancora osservati dalla collettività come le frassie carnevalesche (farse in dialetto che prendono spunto e rendono in satira la vita quotidiana) e le focere e gli zugghi natalizi. Le focere sono falò che Giugno 2005 SPECIALE SAN GIOVANNI IN FIORE burro) e la particolare sciungata. I boschi della Sila sono inoltre ricchissimi di funghi che alimentano il settore gastronomico, per il consumo dei frutti freschi e conservati. Molto rinomato, inoltre, il settore artigianale soprattutto per quanto riguarda la produzione di manufatti in lana, cotone ed altre fibre naturali, (tappeti, arazzi, coperte, stuoie) che vanta anch'essa un'attività storica. La tradizione, a San Giovanni, è dunque, un modo di vivere e di interpretare presente e futuro. Antichi manoscritti nell?Abazia Florense - ph. piesse Monumento - ph. piesse Centro Storico Centro Storico - ph. piesse - ph. piesse 35 Giugno 2005 SPECIALE LAGO Il futuro parte da Lago 36 Giugno 2005 SPECIALE LAGO Calabria, terra sfortunata; Calabria terra di nessuno. E via dicendo. Mancano le infrastrutture, è vero. I servizi non sono efficienti, l’imprenditoria non decolla per carenza di cultura adeguata e di interventi finalizzati. Ma questo lo sappiamo già. Così come sappiamo che più si va nell’entroterra, più la situazione peggiora. E quindi? Restiamo con le mani in mano aspettando il miracolo, oppure…. Lago ha detto “oppure!” e ha intrapreso un percorso incredibile, grazie alla lungimiranza della giunta che vi governa. L’assessore al Turismo, Sport e Cultura, Enzo Scanga è giovane e caparbio e, supportato dal sindaco e da tutti gli amministratori ha studiato bene la situazione del suo Comune e ha evidenziato i problemi con molta lucidità. Il comune si è avvalso della consulenza di MCF Multimedia, una società da sempre impegnata nel settore della comunicazione e del marketing. Gli ambiti di intervento della MCF Multimedia sono vari e sempre mirati alla modernizzazione e ottimizzazione. L’impegno della società è incentrato sulla possibilità per i clienti, di superare i confini territoriali e gli ostacoli, sfruttando le innovazioni e le risorse con metodo creativo e personalizzato. Per il Comune di Lago sono stati affrontati temi scottanti quali l’emigrazione, il bisogno di cultura, il digital divide, la carenza di strade, il territorio da rilanciare, con lo spirito di chi non ama fare troppe parole, ma vuole lavorare per ottenere risultati. Lago, questo piccolo C comune di un migliaio di persone, nell’entroterra cosentino, potenzialmente vicinissimo al mare, ma in realtà molto penalizzato dall’interruzione della strada, con un elevato numero di case sparse, con un’economia basata sull’artigianato, con una popolazione che invecchia perché i giovani scappano, Lago ha detto sì al Wi-FI! Il Comune è il capofila nella nostra Regione per la realizzazione di una rete wireless che porterà Internet a banda larga, telefonia, e servizi ad alto valore aggiunto a tutta la popolazione. In collaborazione con una società di telecomunicazioni calabrese, la Connex33 SpA, il comune di Lago sarà il primo ad offrire alla cittadinanza una comunicazione come la si intende nel terzo millennio. Veloce affidabile certa. I cittadini di Lago stanno per scoprire che navigare in Internet è facile, è veloce. Che possono parlare con i loro congiunti all’estero “guardandoli negli occhi” in videochiamata, che possono studiare e soddisfare la loro sete di sapere, senza affrontare spostamenti estenuanti, ma stando a casa o andando al massimo nel vicino Internet point, che il comune sta approntando per loro. Gli anziani finalmente saranno meno soli con i servizi di telesoccorso, il territorio sarà monitorato con la videosorveglianza, perché tutti possano dormire sonni sereni. La Connex 33 SpA è una società calabrese, i cui attori hanno maturato grandi ed importanti esperienze nel campo delle telecomunicazioni e dell’ITC. Grazie a partnership con società Le Ricette di zia Titta Pasta alla mullicata Ingredienti (per 6-7 porzioni) 1 bicchiere di olio d’oliva , 5 filetti di acciughe mollica di pane , pepe nero , prezzemolo , gr.500 di vermicelli Preparazione Sciogliete nell’olio d’oliva i filetti di acciughe; gete la mollica di pane e con la salsa ottenuta cond dei vermicelli molto umidi che, una volta nei piatti spolvererete di pepe nero e prezzemolo tritato. importanti a carattere internazionale, la Connex 33 si appresta a creare una grande rete senza fili, senza cavi e senza scavi, per portare a tutti, amministrazioni locali, privati e imprese, quegli strumenti di sviluppo che, se in alcune parti dell’Italia sono normale amministrazione, in Calabria sembravano un miraggio. La presenza di una rete di telecomunicazioni a larga banda permetterà non solo di accedere ad Internet per reperire informazioni sul web, ma anche di usufruire di una serie di servizi che possono appoggiarsi su tale infrastruttura. Per le aziende stesse, per le agenzie, per i tele-lavoratori etc, è ormai diventata una necessità la possibilità di utilizzare dei servizi dati rapidi ed efficienti; pertanto proprio la presenza di una buona infrastruttura può diventare un elemento decisivo a favore della creazione di nuova occupazione nelle zone rurali. Analogamente un efficiente sistema di telecomunicazioni migliora i servizi che l’amministrazione pubblica offre ai cittadini, porta a diminuire il pendolarismo dovuto a corsi di formazione che diventano accessibili on-line (tele-didattica), serve a far conoscere meglio il territorio all’esterno e costituisce una base di lancio per la promozione turistica della zona, oltre a integrare i servizi offerti dagli alberghi ai loro clienti con accessi ad internet a larga banda. Lo sviluppo del territorio è ormai sempre più condizionato dalla presenza delle infrastrutture presenti e Connex 33 è la soluzione efficiente e vantaggiosa per dare centralità e visibilità al territorio, ovunque esso sia. 37 Giugno 2005 SPECIALE SCANDALE Giugno 2005 SPECIALE SCANDALE Luci del passato da tenere in vita candale che s’adagia sul groppone d’una collina amena presilana ha sotto gli occhi quel mare azzurrino, che bagna dalla punta allo sperone d’Italia il piede". Questa è l’immagine che Nicola Paparo ci offre nei suoi versi di Scandale, il caratteristico paesino in cui, nel 1960, il regista Renato S 38 Castellani girò alcune scene del film Il Brigante. Del comune della provincia crotonese fa parte anche la frazione Corazzo. Il centro abitato principale sorge su una dorsale erosa da valloni e calanchi e gode di un’ottima vista: di fronte ha il mare di Crotone, alle spalle le montagne della Sila. Le origini di Scandale sono remote, nel suo territorio sono stati rinvenuti reperti archeologici dell’età neolitica e del ferro. A fine Ottocento il marchese Lucifero vi trovò anche delle tombe databili tra il VI e il III secolo a.C. Il nome di Scandale compare per la prima volta in una raccolta di pergamene greche (diplomi e atti notarili) dell’XI-XIV secolo. Il toponimo potrebbe derivare dal greco skandalon (laccio, trappola), oppure dal latino Scando che vuol dire salire o scendere, cioè l’unico modo di raggiungere, attraverso i vari tornanti, il paese che è posto sul colle più alto del Marchesato. 39 Giugno 2005 Il vecchio borgo si presenta ancora intatto con il suo agglomerato di case sparse senza alcun piano regolatore in una landa deserta 40 SPECIALE SCANDALE di dune che ricorda un villaggio palestinese. Passeggiando tra le stradine si possono visitare la settecentesca chiesa madre dedicata a San Nicola Vescovo; la chiesa della Madonna del Condoleo databile tra l’800 e il ’900; la chiesa della Madonna della Difesa e quella della Madonna dell’Addolorata, entrambe del ’700; la chiesa di Corazzo dedicata a San Giuseppe Lavoratore. Tipico luogo di residenza feudale, dal XIII al XV secolo Scandale appartenne alla famiglia Sanfelice. L’attuale centro - che per un certo periodo fu noto col nome Gaudioso - fu fondato nel 1555 dal conte Galeotto Carafa, sulla collina dove c’era una volta Giugno 2005 la chiesa della Pietà. Il paese si estese poi nella parte bassa ricadendo nel territorio di Santa Severina, assieme a San Mauro, quindi ebbe come SPECIALE SCANDALE feudatari i Ruffo, i Carafa, gli Sculco di Crotone e infine i Grutther. Poco distante dal paese, in quella che ora è la masseria Gallopà, c’era fino al 1571 il piccolo vescovado di San Leone, distrutto dagli arabi nell’840. Oltre all’insediamento principale, sulle sponde del fiume Neto è situata la Giugno 2005 SPECIALE SCANDALE frazione di Corazzo. Prese questo nome quando Federico II, nel 1225, assegnò il territorio dal fiume Neto fino a Fota, all’abate Milo dell’Abbazia di Santa Le ricette di zia Titta Ragù misto alla calabrese Ingredienti (per 6-7 porzioni) 500g. di muscolo di vitella , 500g. di maiale dalla parte del prosciutto , 1 pezzo di rigatino fresco con la cotenna , 1/2kg di costata di vitella e di maiale con l'osso , 1 grossa fetta di capocollo (o salamino piccante) , Olio, sale, pepe , 1 peperoncino, 1 cipolla , 2 spicchi di aglio , 1/2 bicchiere di vino , 1 bottiglia di passata di pomodoro o una scatola di pomidoro pelati passati al setaccio Preparazione Tagliate tutta la carne, il rigatino ed il salame a pezzetti non molto piccoli, e metteteli in un tegame capiente a bordi alti. Aggiungete quattro cucchiai d'olio, rosolate la carne quindi versatevi il vino, coprite con il coperchio per qualche minuto e poi lasciate evaporare a pentola scoperta. Affettate la cipolla a piccoli pezzettini, pulite gli agli e aggiungeteli alla carne. Fate insaporire, pepate e versatevi la passata di pomidoro. Salate, mettete il peperoncino intero e fate cuocere a pentola coperta, a fuoco basso, fino a quando la carne non si presenterà tenera alla forchetta. A cottura ultimata levate la carne e ponetela al caldo in un piatto da portata. Ottimo per condire la pasta Maria di Corazzo. Nata negli anni Cinquanta grazie alla riforma agraria, la frazione è abitata da famiglie contadine assegnatarie dei poderi. Ne consegue che l’attività agricola su cui principalmente si basa l’economia scandalese viene proprio 42 da Corazzo. Notevole è la produzione di cereali, olive, bietola da zucchero, uva e prodotti ortofrutticoli. La locale cantina sociale “Val di Neto” produce ottimi vini da tavola come il noto Val di Neto doc. In paese operano anche dei laboratori nel ramo tessile, imprese edili e artigiane. Delle usanze locali la più affascinante è sicuramente quella che, nel mese di marzo, anima le vie di Scandale di uno spirito unico nel suo genere, che rinnova ogni anno la sacralità del fuoco e il suo culto nell’antichità. Nei giorni che precedono la festa di San Giuseppe, la gente scandalese si dedica ai preparativi dei Luminari (falò) che coinvolgono il paese diviso per rughe (vie) contrapposte, ma unite da una devozione profonda verso il patrono dei lavoratori. Si inizia 43 Giugno 2005 in campagna con la raccolta delle frasche da utilizzare la vigilia della festa per accendere i Luminari. Nei giorni precedenti si usa preparare u cumbitu (pasta e ceci con salsa piccante), che poi viene distribuito e consumato insieme ai vicini di casa e alle persone bisognose. La sera del 18, dopo i Vespri, sono finalmente accesi i Luminari attorno ai quali 44 SPECIALE SCANDALE la gente si riunisce cantando e banchettando fino a notte tarda. Un’altra tradizione radicata, seppure ignota è l’origine, è quella dei muorti che si svolge in concomitanza della festa di importazione di Halloween. Così a Scandale i bambini, prima dello spuntare del sole, vanno in giro per le case a chiedere in dono dei dolci. Questa usanza è raccontata anche da Gino Scalise che per la sua terra ha sempre nutrito un amore “sincero e irriducibile”, a dispetto o a monito non si sa, dell’incontenibile fenomeno di emigrazione di massa verso altre fortune: "I bambini più poveri del paese […] bussavano ad ogni porta chiedendo che si facessero loro “i muorti”. E tutte le famiglie, nessuna esclusa, volentieri, per suffragare o meglio “pi’ rifriscari” i propri “muorti”, davano ai bambini di quanto avevano in casa: fichi secchi, noci, castagne ed altro o anche qualche spicciolo per comprarsi i dolci. Allora i bambini, felici e contenti, sgusciavano via per le strade e per le vie e, comunicandosi i regali e ricontando i soldini ricevuti, tornavano quindi ognuno alla loro casa…". Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Sulle orme del mito 46 Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Il castello- ph. C. Candiloro lcuni insediamenti di epoca preistorica fanno ritenere che Borgia sia stata abitata, probabilmente in quel tempo, da una popolazione indigena. Visibili le tracce del periodo ellenico. Nella località conosciuta come Roccelletta rimangono vestigia della Scolacium romana, fondata sulle rovine dell’ellenica Skylletion. In prossimità della foce del Corace, essa svolse un importante ruolo come porto; fiorenti erano le attività marittime e commerciali. Dopo essere stata assoggettata a Crotone, in seguito alla battaglia con Locri, Skylletion fu distrutta e i suoi abitanti deportati a Siracusa. Due ondate successive di colonizzazioni romane riededero vita alla città che fu poi abbandonata dopo le incursioni ad opera di arabi e longobardi. Al periodo normanno risale l’edificazione della basilica di Santa Maria della Roccella, i cui resti sono ancora ben visibili. Le origini dell’attuale cittadina risalgono alla metà del 1500 per volere del principe di Squillace, Giovan Battista Borgia, che volle dare al luogo il suo nome. In seguito, essa fu ceduta alla famiglia De Gregorio. Nel disastroso terremoto del 1783 essa venne rasa al suolo e ricostruita nell’arco di un trentennio. Sotto i francesi divenne Comune e poi capoluogo di circondario. L’antica città di Scolacium è nota fin dal passato per aver dato i natali a Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, fine intellettuale e politico, storico del popolo dei Goti che, con la A 47 Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Chiesa San Leonardo - ph. C. Candiloro sua diplomazia, cercò di conciliare le istanze dei sovrani barbari e dei cristiani di Roma. Ma la Skylletion ellenica è altrettanto famosa poichè alcuni studiosi ritengono 48 che da qui Ulisse abbia ripreso il suo viaggio per Itaca dopo aver incontrato Nausicaa. La bella figlia di Alcinoo, dunque, avrebbe condotto l’eroe omerico in terra SPECIALE BORGIA Giugno 2005 Il Duomo - ph. C. Candiloro calabrese, presso i Feaci. Poi, dalle alture della odierna Tiriolo, Ulisse avrebbe spaziato con lo sguardo sul golfo di Squillace, da dove avrebbe ritrovato la strada per tor- nare finalmente a casa. Per quanto riguarda i legami tra le vicende del re di Itaca e la storia di Borgia, tutto è avvolto da una nebulosa intrisa di mito e leggenda. Ben altre sono le glorie di cui la città può andare giustamente fiera, a cominciare dal sito archeologico, che oggi costituisce il Parco Scolacium, e che comprende, per la maggior parte, resti di epoca romana. Tra queste sono da ricordare l’acquedotto, la necropoli; edifici per il culto, uffici 49 Giugno 2005 La Madonnina - ph. C. Candiloro 50 SPECIALE BORGIA Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Villa Ortona - ph. C. Candiloro Corso Mazzini - ph. C. Candiloro Chiesa dell?Immacolata - ph. C. 52 amministrativi civili e penali, palestre, terme, teatro ed anfiteatro. La Chiesetta di San Martino fa parte del monastero fondato da Cassiodoro, nel quale egli si ritirò a meditare dopo aver lasciato il lavoro e le cariche pubbliche. Sempre nel comprensorio del Parco è la basilica normanna di Santa Maria della Roccelletta, che si staglia, ancora oggi, in tutta la sua armonica bellezza, in mezzo ad alti olivi e per la quale è possibile ipotizzare che la costruzione non sia stata mai portata a termine. Oltre al Parco, comunque, altri monumenti sono da visitare; 53 Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Chiesa del Rosario - ph. C. Candiloro Villa Pertini - ph. C. Candiloro I nostri prodotti sono ottenuti senza l’uso di organismi geneticamente modificati. Per questo i nostri prodotti sono biologici. 54 Via. F.lli Bandiera (vicino chiesa S.Leonardo) Tel. 0961 951154 Borgia (CZ) diverse le chiese tra cui spicca la Chiesa Madre del Rosario, raro e magnifico esempio di architettura religiosa dell’Ottocento che è valso alla costruzione il titolo di monumento nazionale, qual è stata dichiarata nel 1982. Vi è poi il Duomo, dedica- to a San Giovanni Battista, la cui facciata è stata costruita con pietra locale di Serra San Bruno; la Chiesa dell’Immacolata, ricavata da una navata della Chiesa Madre, alla fine del Settecento; la Chiesa di San Leonardo, costruita dopo il terremoto 55 Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Giugno 2005 SPECIALE BORGIA Ingresso al paese - ph. C. Candiloro del 1783. Una storia particolare che s’intreccia con quella più generale del paese, in una felice com- 56 mistione di tradizioni culturali ed economiche, è la Fontana Brisella, Vrusedda il nome popolare. Ai suoi sei canali si recavano le donne del paese per fare provvista d’acqua e per lavare il bucato, con i pezzi di sapone di fattura casalinga. Ma la fontana è luogo vivo nella memoria collettiva anche per un’altra ragione, molto più romantica; qui, infatti, si recavano di soppiatto gli spasimanti delle ragazze, per ammirarle nell’esercizio delle funzioni domestiche e magari scambiare qualche occhiata o qualche gesto appassionato che altrimenti sarebbe stato impossibile dare e ricevere. Ricca di storia e di monumenti, Borgia ha dati i natali anche a molti personaggi che hanno onorato la loro città; in particolare, si ricordano i pittori Domenico Basile, Gregorio Cordaro ed Ugo Ortona. I giuristi: Augusto Ortona, Salvatore Pinnarò, Guglielmo Sabatini.E poi ancora Antonio Pitaro, padre Sempliciano da Borgia, missionario; Giovanni Sinatora. Per quanto riguarda il tessuto economico della città, Borgia può contare sulla ricchezza di vari settori. L’agricoltura è ancora fonte importante di reddito, soprattutto per quanto riguarda la produzione di agrumi ed olive. L’offerta turistica si sta arricchendo di strutture ricettive come bar, ristoran- ti, alberghi e piccoli cantieri per la manutenzione dei natanti; facendo leva sulla naturale vocazione agricola e dell’allevamento, si sta espandendo anche il settore agrituristico. Ancora attiva la tradizione artigianale del ferro, del legno e del ricamo. Una voce importante per l’economia locale è, infine, la facoltà di Farmacia dell’Università di Catanzaro che ha indotto la creazione ed il potenziamento di molti servizi per gli studenti fuori-sede. Monumento ai caduti- ph. C. Candiloro Le ricette di zia Titta Morseddu Ingredienti (per 6-7 porzioni) 1 kg. tra fegato, cuore, trippa, pezzi d'intestino, milza e polmone di vitella , 1 peperoncino piccante , 1 bicchiere di vino rosso , 4 spicchi di aglio , salsa di pomodoro a piacere , sale e olio o strutto q.b. Preparazione Tagliate a pezzetti il cuore, il fegato, la trippa ed il polmone e metteteli in una padella. Aggiungete l'olio o lo strutto, gli agli e fateli soffrigggere. Versate il vino, fatelo evaporare poi salate, mettete il peperoncino intero e fate cuocere a fuoco moderato. Si mangia utilizzandolo come farcitura della pitta o in mancanza di questa dei panini. 57