itf rimini: vizi e virtù della fiera del tol italiano
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itf rimini: vizi e virtù della fiera del tol italiano
Top Trader Magazine , periodico di informazione finanziaria, aut. 1709 del 15/04/2004 del Tribunale di Modena Direttore responsabile Dott. Emilio Tomasini, LombardReport.com srl, via Pascoli 7, 41057 Spilamberto - Mo Italy ANNO IV 246 20-05-2006 ITF R I M I N I : VIZI E VIRTÙ D E L L A FIERA DEL TOL ITALIANO Dai nostri inviati speciali Marco Marcatili, Elisa Cifola e Marco Turrini II NOSTRI NOSTRI LETTORI LETTORI SSONO ONO 14.274 14.274 NON ON SOLO SOLO FONDOSCHIENA FONDOSCHIENA di Elisa Cifola S abrina Salerno e Jo Squillo, sgambettando sul palco di Sanremo nel 1991, cantavano al mondo intero ”siamo donne oltre le gambe c’è di più”, ma cosa? (Continua a pagina 2) C uriosando tra stand e standiste, tra gadgets e seminari, tra una pizzetta ed una minigonna. Al di là del folcklore, è stata sicuramente una fiera di livello europeo. Complice il recente rialzo dei mercati e la ormai grande professionalità degli organizzatori Trader Link e Trading Library, questa edizione dell’ITF si è confermata la principale ma- nifestazione fieristica del tol italiano. I nostri inviati speciali raccontano come hanno visto in diretta i vizi e le virtù di espositori e visitatori. Il risultato finale è stato un flusso maggiore di visitatori ma soprattutto una maggiore cultura di base. Il mercato italiano sta maturando, arrivano gli operatori esteri ed i certificate. Il tol italiano guarda lontano. ITF: FORMAZIONE & INFORMAZIONE Il pubblico ha gremito le sale con i migliori trader italiani e stranieri CACCIA ALL’ HEAVY TRADER Di Marco Marcatili L arry Williams nel suo show seminariale all’ITF di Rimini ha chiarito molto bene che la finanza non è una scienza complicata e che l’unico modo per districarsi nel mondo degli investimenti è “guardando fenomeni che gli altri non vedono”, e per far questo non è necessario avere un capacità cognitiva ed emozionale superiore alla media. Proviamo allora a passeggiare nell’area espositiva e convegnistica dell’ITF 2006, scrutando e captando tutte le cose che potrete non avere visto e che vi proponiamo in questo numero speciale del Top Trader Magazine. In questa edizione dell’Italian Trading Forum 2006 la mia sensazione è che i trader professionisti possano considerare l’evento troppo commerciale e utile solo ai neofiti del trading. I trader occasionali ed i risparmiatori siano alla ricerca unicamente di facili guadagni e gadgets da portare alla moglie, mentre i broker e le banche perseguano il loro disegno di infon(Continua a pagina 8) 1 Riportiamo due foto rubate da Top Trader Magazine in cui si ha chiara comprensione di questo potente strumento di penetrazione commerciale adottato: la ragazza mostra una scritta FIB DAX sulla minigonna. Si tratta sicuramente di uno strumento commerciale un po’ datato (oggi il FIB non esiste più) ma forse, proprio per la sua efficacia, si è pensato di non mandarlo in soffitta ! (Continua da pagina 1) Andando nei particolari e riferendoci solo al settore finanziario e alla sua rappresentazione nell’Italian Trading Forum posso sicuramente dire che certo oltre le gambe le donne hanno anche un bel seno, un bel viso, bei capelli lunghi, un bel trucco, un bel fondoschiena, …..e poi? Sembrerebbe che la lista di pregi che una donna possa portare nel mondo della finanza siano solo questi. Comunque facendo un’analisi attenta dei dati degli iscritti, dei partecipanti e degli espositori ci accorgiamo, senza dubbio, che all’Italian Trading Forum vince in modo preponderante il sesso maschile, e forse è uno dei pochi in cui questo ancora accade insieme alla politica! In effetti mi sono sentita al quanto a disagio ad entrare nel Palacongressi di Rimini ed accorgermi di essere una delle poche donne che erano lì per lavorare e non per accompagnare qualcuno o per esercitare lo stressante compito della hostess. E anche in questo senso possiamo vedere come la finanza sia maschilista, infatti li 90% delle persone che erano ad accoglierti negli stand o ti offrivano gadget di ogni tipo erano donne. E come biasimare tutti quegli uomini che si sono trovati a seguire presentazioni improbabili di prodotti o ad ascoltare lunghissime conferenze e corsi senza nemmeno una pausa l’uno dall’altro solo per aver seguito esche con tatuato su un fondoschiena, sodo e oserei dire perfetto, la scritta “FIB” e “DAX”, con magliette che lasciavano intravedere seni prosperosi e mettevano in evidenza un giro vita che farebbe invidia anche alle top model più famose ? Per non parlare, poi, delle ragazze che per due giorni hanno sfoggiato minigonne mozzafiato e tacchi a spillo solo per attirare qualche pesce in più nella rete dei loro “mandanti”. Ma la colpa non è degli standisti in quanto si sono solo adeguati alla realtà del settore in cui la maggior parte degli operatori è di sesso maschile. E allora è questo che ci dobbiamo chiedere: perché nel trading il ruolo riservato alle donne è prevalentemente quello dell’oggetto? Perché così poche donne si interessano di trading e ne fanno un loro lavoro? È solo una questione antropologica per cui alla donna è affidato il compito di partorire e accudire figli e agli uomini quello di fare affari? Se così fosse mi dispiace, ma devo dare una scrollata al mondo femminile che dovrebbe portare quel tocco rosa anche nella finanza, rendendola un ambiente più sano al meno dal punto di vista delle relazioni interpersonali. Chissà forse per ovviare a questo problema dovremmo pensare a stabilire “quote rosa” anche nella finanza e inserire tra le hostess anche qualche bel aitante steward? Spero proprio che anche i trader si accorgano che oltre a seni e fondoschiena le donne hanno anche un cervello. E dall’altra parte vorrei che le donne dimostrassero che oltre al tempo che dedicano al trucco, ai massaggi, allo shopping, abbiano la voglia di spendersi in un settore che a mio avviso ha tanto bisogno di loro. Se è vero che in tutte le famiglie è la donna a fare spese, e se è sempre la donna a trovare il miglior prodotto al miglior prezzo e impazzisce per shopping improponibili ad un uomo, allora credo che il trading faccia parte del suo Dna. Donne è arrivata l’ora di dimostrare chi siamo veramente! 2 001_SG_CS_Toro_210x297 11-05-2006 17:04 Pagina 1 Vinci con SG Trading Games, il gioco online che simula l’investimento in CW e Certificate. Iscriviti al nuovo concorso di Covered Warrant e Certificate SG e mettiti subito alla prova. Potrai vincere viaggi, telefonini, TV a schermo piatto e tanti altri premi. SG Trading Games è il gioco online che ti permette di simulare investimenti in Covered Warrant e Certificate quotati da SG su Borsa Italiana. Sperimenta con denaro virtuale nuove strategie, imparando i segreti della leva finanziaria e dell’analisi tecnica con i corsi della Trading Library: lezioni teoriche e casi pratici sempre a tua completa disposizione sul sito. 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Abbiamo preferito concentrare tutte le energie in un unico appuntamento annuale a Rimini, nuova capitale della finanza italiana, per far in modo che tutti gli espositori cogliessero in un unico momento l’opportunità di informare i visitatori e di proporre nuovi prodotti e servizi finanziari agli investitori istituzionali e al mercato retail. tecniche per destinare il proprio risparmio a degli investimenti diversificati. Noi sappiamo benissimo come l’indole italiana sia propensa al risparmio e non alla speculazione; crediamo che il connubio fra trading e risparmio, che l’ITF di questo anno ha voluto proporre con determinazione, vada interpretato in questo senso e non in quello non auspicabile che tutti i risparmiatori diventino degli scalper a breve. L’Italian Trading Forum nasce per diffondere la cultura finanziaria di questo Paese, soprattutto ai non addetti ai lavori. Qual è l’obiettivo dell’Italian Trading Forum 2006? L’obiettivo rimane quello di rivolgersi innanzitutto ai piccoli investitori. Tanto è vero che quest’anno è nata la nuova stazione “Risparmio Italia” proprio per andare incontro all’investitore medio molto avverso al rischio che se da un lato vorrebbe entrare a far parte del mondo del trading, dall’altro prima di operare vorrebbe conoscere gli strumenti e le Nella sala sono presenti molti giovani. I dati dimostrano come più del 90% degli operanti del trading online perdano soldi. Non c’è il rischio che il mondo giovanile percepisca questo evento come il Paese di Bengodi dove tutti, sui generis, diventano ricchi facilmente? Nella sala trading si raccomanda ai trader di non competere in maniera aggressiva e di spiegare una serie di tecniche in maniera quanto più oggettiva, senza che una possa prevaricare sull’altra, dato che sono convinto che non esiste una ricetta standardizzata per ef- C’è il rischio che il risparmio “fai da te” prevarichi su quello gestito? Il “fai da te” nel mondo del trading è molto fuorviante. Per questo abbiamo voluto impostare un evento strettamente orientato alla consapevolezza degli strumenti finanziari, prima che della conoscenza delle tecniche operative sul mercato. Mauro Pratelli, ad TraderLink fettuare degli investimenti in borsa. Nella sala dei big internazionali non c’è dunque una gara, uno show, ma solo informazione. Abbiamo speso molte parole con i trader persuadendoli a soffermarsi maggiormente sugli errori anche di una grande trader e sulle tecniche di uscita dal mercato. In questo senso l’errore del trader diventa tema di formazione tecnica e psicologica per tutti gli investitori. La sensazione è che l’Italian Trading Forum possa sembrare una specie di paese di Bengodi, quando invece il problema maggiore per il trader è di creare momenti di aggregazione e scambio di informazioni irrinunciabili per tutti. La malattia dei trader è la solitudine. Questo tipo di evento può essere la giusta terapia? Si, è vero. Abbiamo avuto una forte richiesta di socializzazio(Continua a pagina 5) 4 ne, ma è sempre più difficile creare occasioni di incontro anche fra persone di specializzazioni diverse nel trading. Il rammarico è quello di non aver creato un corner apposito per l’incontro degli addetti ai lavori e non, che per ragioni tecniche e per la dimensione raggiunta da questa edizione non siamo riusciti a realizzare. Quali sono le novità introdotte dall’Italian Trading Forum 2006 rispetto alle precedenti edizioni? Molte sono le novità attuate, moltissimi i piccoli esperimenti ed anche numerose le cose che pensavamo di realizzare, ma che alla fine ci sono sfuggite di mano. Le novità importanti riguardano la presenza del campione statunitense Larry Williams, del campione europeo Birger Shafermeier e degli altri illustri trader di fama mondiale come Daniel Gramza, John Bollinger e Sandy Jadeja. Un nuovo approccio all’organizzazione logistica ci ha permesso di poter offrire più spazio agli espositori, i quali hanno potuto creare dei piccoli teatrini all’interno del proprio stand, e questo ha incrementato notevolmente l’offerta didattica parallela a quella proposta dall’organizzazione ITF. Infine abbiamo introdotto alcuni esperimenti come ad esempio la wi-fi zone accessibile in modo gratuito da tutti i visitatori previa richiesta di una password con durata oraria al nostro stand di Traderlink e la speed dating, ovvero una sorta di bacheca dove i trader possono inserire annunci e scambiare informazioni. Riprendendo la novità più importante di questa edizione, la presenza dei big internazionali. Non crede sarebbe stato più accattivante far operare i big internazionali con denaro reale? Questi trader di fama internazionale tengono dei corsi molto belli sia sulla didattica pura che sul trading effettivo. Quelli con l’operatività reale sono molto più costosi. Sinceramente trovo ingiusto chiedergli di sottoporsi gratuitamente a delle sedute di trading effettivo, alle quali dedicano i loro corsi a pagamento. Dobbiamo an- che pensare che questi trader sono anche aziende e come tali hanno delle proprie linee commerciali. Siamo però contenti di averli contenti di averli presenti come relatori, pur sapendo che durante le loro relazioni seminariali trader come Birger Shaeffermeier e Daniel Gramza si lasciano sedurre dai corsi di borsa e dalla tentazione di ciccare il mouse per entrare ed uscire dal mercato. Infine, all’Italian Trading Forum 2006 c’è più informazione, vendita o intrattenimento? Questa è la domanda migliore, al quale non sono sicuro di poter rispondere. Informazione sicuramente tanta, specializzata e diversificata. Vendita abbinata alla conoscenza di un nuovo strumento finanziario proposto dalla società di servizi. In teoria lo spettacolo non dovrebbe esserci, ma poi si finisce per crearlo automaticamente visto che tutti gli espositori fanno a gara per attirare a sé quanti più visitatori e offrire occasioni interessanti di incontro. CHI E’ TRADERLINK Trader Link è tra le prime software house che ha progettato sistemi per la elaborazione di dati e grafici di borsa per internet. Nel ‘97 crea un sistema collegato direttamente al CED Borsa di Milano. Oggi oltre 4000 clienti utilizzano il suo software Trader Link, in tecnologia push. E’ inoltre presente nel settore della education finanziaria ed organizza seminari e convegni relativamente al trading on line. 5 UN AMERICANO, UN TEDESCO … E UN ITALIANO. La spiritosa storiella sulla finanza all’italiana. di Marco Marcatili I l celebre film di Nando Morione, Un americano a Roma, simboleggia a meraviglia la voglia di America scoppiata in un Paese non ancora risollevatosi dalle macerie della guerra e il cui contatto con gli americani fu per noi italiani un'esplosione atomica che ci contaminò e affascinò mettendo a dura prova il nostro orgoglio d'identità, il senso della patria, della cultura, delle abitudini. Passeggiando nell’area espositiva dell’Italian Trading Forum 2006 mi sono chiesto quanto fosse attuale questa voglia di riscatto nel mondo della finanza italiana, e quanto sia intimidatorio il nostro confronto con le realtà finanziarie straniere, più schiette e trasparenti. Abbiamo voluto captare qualche impressione sullo stato della finanza italiana parlando con Anitta Koskinen , Associate Director di Chicago Mercantile Exchange (USA), e con Bernhard S. Bleuler , Sales Manager di Eurex (Germania/Svizzera). Entrambe le società straniere debuttano all’ITF 2006. CHI E’ CME CME è il più grande mercato mondiale per i contratti futures su valute negoziati in borsa. Fondato nel 1898, provvede alle esigenze di gestione dei rischi degli operatori di tutto il mondo e si avvale della più vasta gamma di prodotti finanziari di riferimento disponibili in qualunque borsa valori. Nel 1972 il CME ha trasformato la finanza mondiale lanciando i primi contratti futures finanziari sull’International Monetary Market (IMM). Anitta Koskinen, Associate Director di CME CHI È EUREX? Eurex è il mercato tedesco dei prodotti derivati dove si quotano futures e opzioni su prodotti finanziari e tassi d'interesse. Creata nel 1998 dalla fusione di DTB (Deutsche Terminbörse) con SOFFEX (Swiss Options and Financial Futures Exchange), due società leader nella fornitura di piattaforme elettroniche di trading per l’accesso al mercato dei prodotti derivati, è in competizione con il mercato dei futures londinese LIFFE (London International Financial Futures Exchange) per il primato di maggior mercato specializzato europeo. Bernhard S. Bleuler, Sales Manager di Eurex (Germania/Svizzera) 6 ANITA KOSKINEN (CME) BERNHARD S. BLEURER (EUREX) Il fatto che la vostra società debutti per la prima volta all’Italian Trading Forum è un segnale di buona reputazione della finanza italiana? Si, già abbiamo parecchi clienti retail italiani che operano sul nostro mercato e molti broker italiani offrono già i nostri prodotti. Tuttavia siamo qui per farci conoscere da tutti gli investitori e per proporre di negoziare sul nostro mercato CME contratti futures sui cambi. Perché avete deciso di partecipare all’Italian Trading Forum 2006? Questa fiera ospita in modo particolare il mercato retail, che va analizzato e sviluppato attraverso la diffusione dei nostri prodotti derivati. Inoltre, partecipano a questa fiera tutti i membri della nostra borsa elettronica come Abn Amro, Fineco, Banca Sella e Nuovi Investimenti, che offrono l’accesso ai nostri prodotti. Voi operate soprattutto su piazze finanziarie estere. Che differenza c’è fra l’investitore italiano e quello estero? In Italia c’è un enorme entusiasmo, i visitatori dell’Italian Trading Forum non parlano soltanto, ma operano realmente sul mercato. Perché un investitore dovrebbe scegliere di negoziare sul vostro mercato? Il mercato Eurex è molto liquido; lanciamo annualmente dei prodotti innovativi sulla base della richieste dei nostri membri e quindi delle esigenze dei nostri operatori. Quali sono i vostri prodotti scambiati? Tutti conoscono i nostri futures su indici, ma nessuno prende in considerazione i vantaggi dei contratti futures su valute negoziati sul CME rispetto al mercato a pronti. Qual è il vantaggio competitivo del vostro mercato? Quello di avere delle regole molto trasparenti sulla distribuzione dei dividendi, meccanismo che non risulta essere molto chiaro in Italia. Perché un investitore dovrebbe scegliere di investire sui contratti futures valutari? Ci sono ragioni diverse: il prezzo è trasparente; la commissione è unica e non dipende dal numero dei contratti negoziati; il nostro mercato è un ambiente sicuro grazie all’impareggiabile supporto della stanza di compensazione del CME; tutti i trader hanno accesso agli stessi mercati dei cambi e alle stesse quotazioni; il nostro mercato presenta una elevata liquidità pari a 40 mld di dollari al giorno. Qual è la sua percezione della finanza italiana? Non è così ottimista dopo tutte le vicende sui crack finanziari e sulle opacità delle informazioni sullo stato di salute delle aziende quotate. I segnali di insicurezza su come risolvere alcune problematiche non ha favorito lo sviluppo del mercato finanziario italiano. Che impressione le ha fatto questo evento? Questa fiera è ottima perché è ben organizzata e riesce a miscelare i diversi profili professionali: osservatori al primo impatto con il mercato finanziario, broker che vendono alcuni prodotti finanziari, banche, sim e trader privati. E dell’investitore italiano? Siamo presenti in questa fiera perché crediamo che gli investitori italiani possano avere un grande ruolo sullo sviluppo del nostro mercato borsistico. Come è stato l’ITF 2006? L’accresciuta dimensione spaziale dedicata alla fiera, rispetto all’edizione scorsa, è stata una “conditio sine qua non” perché accettassimo di prendere parte all’evento. Per il resto non mi aspettavo nient’altro che la tipicità tutta italiana di rincorrere il gadget a tutti i costi. Il nuovo libro di Massimo Gotta presso Experta editore: decine e decine di codici Metastock sui miglior i indicatori dell’analisi tecnica 7 (Continua da pagina 1) dere sicurezza ad investitori e principianti insieme ad una buona dose di sogni. Le vere presenze in fiera sembrano essere quelle dei commerciali, dei promotori, dei visitatori e delle hostess. Caccia agli heavy trader attivi e agli scalper! Ma alla fine viene da chiedersi: dove sono questi heavy traders? Sono solo sul palco? Sono tra gli stand ma non si vedono? Che faccia hanno? Non mi aspetto una risposta: esistono milioni di sondaggi che arrivano ad una unica risposta. Gli speculatori, quelli veri, non hanno faccia e non rispondono ai questionari, rimangono nel buio. Sogno o realtà? Rimangono le statistiche su Top Trader Magazine. Ad ottobre 2005 un visitatore dell’ITF su 2 non era abbonato, oggi 2 visitatori su 3 sono abbonati. Sempre gli stessi visitatori? Per quello che riguarda Top Trader Magazine si tratta di un mercato che cresce lentamente, ma sicuramente in maniera decisa (+30% in soli 7 mesi se si fanno i conti della serva con gli iscritti al TTM in fiera). Aggiungo una considerazione, tutta personale, che vi invito a prendere così com’è, siate principianti siate professionisti. Credo che il mondo del trading italiano sia in una situazione dove valga più di ogni altra cosa chiedersi dove davvero sia il benessere d’animo prima di quello materiale. E l’ITF ha confermato questa voglia di incontrarsi, di socializzare, di scambiare esperienze. È stato un grande speculatore e filantropo, Gorge Soros, a dire che il capitalismo moderno è diventato un gioco di specchi. Al punto che non si riesce a distinguere la realtà dalla sua immagine. La realtà è la conoscenza della felicità a qualsiasi età, in un qualsiasi mestiere e passatempo; l’immagine sono le fortune che noi crediamo di poter fare in borsa nel più breve tempo possibile. Il rischio, dunque, è che l’Italian Trading Forum possa continuare a svelare come si può essere ricchi da soli, ma non felici; l’opportunità è quella di tornare all’Italian Trading Forum 2007 perché come sempre “imparare è un’esperienza tutto il resto è sola informazione”. TTM all’ITF Top Trader Magazine ha schierato a Rimini il meglio dei suo inviati speciali: Elisa Cifola, nota per le sue indagini sulla finanza “nera”, Marco Marcatili, già collaboratore tecnico, e Marco Turrini, un nuovo acquisto. 8 PSICOLOGIA DEL TRADER DI SUCCESSO ED ERRORI COMUNI DEI PRINCIPIANTI ( E NON SOLO) S pesso liquidata come questione dai scarsi risvolti pratici, o relegata a ruolo assolutamente marginale nella formazione di un trader di successo, l’atteggiamento mentale con cui ci si rapporta a sé stessi e al mercato è invece di primaria importanza, e implicita nelle ottime performance fatte registrare dagli ammirati trader che si sono avvicendati nella “sala rossa”. Come desumibile da un mix di interventi specifici tenuti ora da Rodolfo Festa, ora da Stefano Fanton, socio fondatore di Scalping School, i trader di successo assumono piena responsabilità per i propri risultati e non considerano più il mercato come un’entità nemica (ciò che è insito nell’espressione “battere il mercato”) ma come un flusso di opportunità basato sulle probabilità. Essi hanno accettato coscientemente di correre un rischio in ogni posizione messa in atto (ciò che è ben diverso dal semplice presumere di correre un rischio) e sono diventati insensibili alle perdite, ciò che non crea loro il bisogno di inventarsi degli alibi. Le perdite vengono assunte come costo industriale da sostenere per generare ricavi dall’attività sui mercati. Il processo cognitivo del trader vede generarsi soltanto informazioni e probabilità di accadimento, senza alcun tipo di aspettativa. Queste ultime infatti, tipiche di coloro che si affidano alla propria capacità discrezionale/previsionale, minano la percezione della realtà qualora questa collimi con quanto si erano prefi- di Marco Turrini gurati. Quanto al modus operandi i top trader seguono una propria collaudata strategia, non necessariamente complessa, e vanno alla ricerca delle sole informazioni che gli interessano. Infatti l’eccessiva disponibilità di informazioni e il tentativo di metabolizzarle tutte facilita il compimento di errori. Più informazioni si hanno, più confuso diventa lo scenario da analizzare ed è più probabile trovare ragioni per essere insicuri circa la propria posizione attuale. Se le informazioni sono considerate "expert opinion" (che in realtà sono il sentore comune) la divergenza di valutazioni che ne scaturirà avrà un impatto molto negativo e potrà indurre il trader a commettere errori. Il fatto è che non si sa il perché di alcune dinamiche intrinseche dei mercati, né abbiamo bisogno di raccogliere una pletora di informazioni sui mercati per guadagnare. I trader di successo, seppur molto preparati, non hanno bisogno di studiare tutto lo scibile umano in materia di mercati finanziari; questo è il comportamento tipico di coloro che vedono la causa dei propri fallimenti come “esterna” nel mercato invece che “interna” nel proprio comportamento. Un'altra grande differenza tra chi guadagna e chi no consiste nella inflessibile gestione dalle perdite, che vengono monetizzate, secondo le regole di stop loss impostisi, a prescindere dalle aspettative sull’evoluzione del prezzo. Diffusa è infatti la pratica di mantenere i titoli in perdita troppo a lungo e vendere quelli in fase di crescita troppo presto. Le persone preferiscono assumersi dei rischi maggiori, se devono recuperare una situazione negativa, poiché rischiando si può cercare di ridurre o di evitare le perdite. Risulta più difficile accettare una perdita certa poiché in questo caso non si può posticipare il dolore provocato dalla perdita stessa e non si può nemmeno provare a modificare la situazione, cosa che è invece possibile fare accettando una scommessa nonostante essa possa provocare una perdita maggiore. Ragionando in questo modo non solo non si raggiungeranno mai performance ragguardevoli ma è probabile che si finirà tra i tanti che “alimentano il mercato”. Altra considerazione da fare riguarda quando acquistare. I grandi trader, in linea di massima, comprano quando c’è forza,sul denaro, quindi sui massimi, in quanto assunto fondamentale dell’analisi tecnica è che se il mercato è in trend esso ci rimarrà (salvo in caso di chiari segnali in senso contrario) e si aspettano nuovo massimi. I privati invece comprano quando c’è una pressione di vendita sui supporti aspettando il rimbalzo. In definitiva operare in borsa e guadagnare in borsa sono due cose completamente diverse e qualsiasi modus operandi che non tenga conto di queste regole fondamentali avrà serie difficoltà a generare ricavi con continuità. 9 IL RIGORE TEDESCO PER IL BILANCIO DELL’ITF2006 Intervista ad Alberto Fadelli, responsabile commerciale di Sal.Oppenheim di Elisa Cifola V isto che la vostra azione si basa soprattutto sulla vendita e pensando di dover fare un bilancio sull’edizione 2006 dell’Italian Trading Forum che si sta concludendo conferma che l’obiettivo principale dell’evento sia stato quello dell’informazione? Noi ci occupiamo di vendita ma il nostro focus è sull’education. Noi come gli altri emittenti di certificati di investimento e prodotti strutturati deriviamo da una mentalità tedesca e la Germania è il mercato guida per questi strumenti. In Germania si è visto che la prima cosa era informare l’investitore perché l’investitore non informato non compra e noi ci rendiamo conto di questo. Quindi la prima cosa che bisogna fare non è dire “guarda che bei prodotti, dovresti comprarli tutti domani” perché avremmo totalmente fallito il nostro obiettivo, bensì dire “guarda, queste sono le tipologie di prodotti, queste son le possibilità che offrono, secondo te qual è il prodotto che si addice di più alle tue esigenze?”. In Italia come è il mercato dei certificati di investimento? Il mercato in Italia sta crescendo molto. È raddoppiato nel giro di un anno in termini di volumi e per quanto riguarda i certificati di investimento è più che duplicato. Sto parlando del mercato SEDEX in Italia che l’anno scorso, parlando di cifre, valeva 55 miliardi di euro di cui il 30% riguardava i certificati di investimento Per quanto riguarda i vostri prodotti certificati di investimento e coverred warrant? Noi puntiamo soprattutto sui certificati di investimento e la nostra gamma di coverred warrant non è così ampia perché crediamo che i coverred warrant siano degli strumenti speculativi non adatti a molti investitori perché hanno bisogno di un pubblico che conosca i prodotto perché se l’investitore si brucia non toccherà mai più quel prodotto questa è la nostra logica. Cerchiamo di proporre all’investitore strumenti che gli permettano di sfruttare trend di mercato senza rischiare la perdita totale del capitale già dopo alcuni mesi. Così cerchiamo di proporre altri prodotti. In questa edizione dell’ITF c’è stata la novità del risparmio. Secondo lei come nel mercato italiano i risparmiatori distribuiscono il loro reddito fra i vari prodotti finanziari? La parte predominante la occupano i fondi di investimento e da qualche anno vanno di moda gli etf ma noi riscontriamo che gli investitori si stanno spostando da questi ai certificati di investimento che in fondo è un po’ il nostro obiettivo. Quale è il motivo? Perché in termini di costi i certificati di investimento sono più efficienti cioè non hanno commissioni di gestione come gli etf, hanno dei vantaggi fiscali rispetto agli etf che sono la possibilità di portare in deduzione le eventuali plusvalenze pregresse, cosa che gli etf offrono solo in parte, e in più non replica il sottostante nel senso che con l’etf se il sottostante guadagna l’etf guadagna e viceversa, mentre con i certificati di investimento si può guadagnare anche quando l’indice perde perché ci sono delle strutture che permettono di ottenere un guadagno minimo anche con ribassi contenuti nell’indice. Rispetto agli etf questi prodotti non distribuiscono i dividendi che vengono incamerati da noi e questa è la differenza fondamentale. Presentando i nostri prodotti la domanda tipica dell’investitore è “ sì, ma come fate, dove ci guadagnate?” …dov’è il trucco? Non c’è trucco e non c’è inganno. Noi spieghiamo chiaramente che noi guadagniamo sui dividendi che non ripartiamo tra gli investitori ma incameriamo in toto. Inoltre noi come tutti quelli che emettono certificati di investimento non abbiamo nessun interesse a prendere posizioni opposte contro i nostri clienti. Noi non giochiamo brutti scherzi a nessuno semplicemente perché la nostra posizione di rischio una volta che siamo andati a vendere un prodotto è neutra perché noi abbiamo già proceduto costituendo un hedge che ci ha coperto del rischio. Facendo un breve bilancio, come avete visto l’Italian Trading Forum di quest’- Alberto Fadelli (destra) con lo staff di Sal. Oppenheim anno? L’ITF di quest’anno l’abbiamo visto cresciuto in quantità e qualità. Per “qualità” cosa intende? Qualitativamente rispetto alle opportunità offerte all’investitore di informarsi, infatti il numero di conferenze è aumentato, le possibilità di informarsi anche e questo per un investitore è la prima cosa e anche per noi di Sal.Oppenheim è fondamentale. In secondo luogo la presenza di sempre più espositori non è solo un fattore quantitativo ma senza dubbio anche qualitativo. Magari aumento di espositori favorito dalla nuova logistica dell’ITF? Sicuramente. Credo che lo sforzo organizzativo quest’anno sia stato immane ma sicuramente ha dato e darà i suoi frutti. Quindi lei ha guardato positivamente all’evento. Assolutamente sì. Riteniamo che sia il punto di riferimento in Italia che catalizza le attenzioni dell’investitore che viene qui per conoscere, informarsi e scoprire. 10 TRADING ONLINE: “EPPUR SI MUOVE”! di Marco Marcatili I segnali per una ripresa del settore del trading online sembrano esserci tutti. L’aria che si respirava alla settima ed unica edizione annuale dell’Italian Trading Forum e le impressioni raccolte dai vari espositori sembrano confermarlo. Le sale seminariali erano sempre piene, con un’attrattiva pronunciata per le relazioni dei guru internazionali della finanza; l’area espositiva era ugualmente, anche se discontinuamente, gremita; da qualsiasi espositore ci si poteva aspettare una risposta positiva alla tediosa domanda “c’è ripresa del mercato?”.Anche l’ultimo rapporto di Kpmg sulla finanza online italiana pubblicato lo scorso dicembre 2005 conferma che, dopo un tracollo generalizzato negli anni passati, prosegue senza sosta la diffusione del canale online che ha registrato dei volumi di eseguiti da record. Elaborando i dati forniti da 64 intermediari tra banche e sim, l’undicesimo rapporto sull’e-finance afferma che nel nostro sistema bancario ci sono ormai circa 8,7 milioni di conti on line e di questi oltre 1 milione è stato aperto nel primo semestre 2005 (+11,5% rispetto allo scorso anno). Cresce anche l’utilizzo del conto via web: dei circa 3 milioni di conti correnti operativi (più di uno su tre) oltre 400 mila sono stati movimentati a partire dal primo semestre di quest’- anno. In particolare, nel primo semestre 2005 l’operatività bancaria on line della clientela retail è aumentata del 25%, raggiungendo i 14,8 milioni di operazioni. Il trading on line raggiunge nuovi livelli record. Grazie al positivo andamento dei mercati finanziari, nel primo semestre dell’anno la clientela privata ha aumentato le proprie operazioni di trading del 25% rispetto al semestre precedente. Sono stati eseguiti on line circa 16,9 milioni di ordini, di cui il 23% sui derivati, per un controvalore di 254 miliardi di euro. Nel semestre sono circa mezzo milione gli italiani che hanno fatto almeno una compravendita di titoli via web. Le nostalgiche sensazioni di paura degli anni scorsi, le incertezze sul futuro e sulla trasparenza dei prodotti finanziari innovativi, la ripresa della fiducia delle imprese contrastata al calo di quella delle famiglie per le proprie insicurezze sociali non offrirebbero un quadro positivo per un graduale sviluppo del settore del trading online. Ammesso e non concesso che i dati reali contino più delle sensazioni, i numeri di Kpmg (gli espositori dell’ITF 2006 non hanno osato delle valutazioni quantitative!) sembrerebbero avallare la celebre frase attribuita a Galileo Galilei a difesa della sua teoria copernicana: “eppur si muove”. GLI STAND DELLE PRINCIPALI SIM DIRECTA Directa ha presentato uno stand con diversi pannelli e occasioni gastronomiche, dai gelati, serviti da Davide biocchi, a pizzette e tigelle per tutti i visitatori. 11 IW BANK PUNTA SUL TEAM Tutti dotati di una stessa felpa con una IW campale i dipendenti di IW BANK. Stand come sempre luccicante. TWICE SIM Twice sim ha cercato di riprodurre l’ambiente della sala operativa schierando un addensamento di trader e computer con multimonitor XELION BANCA Stand cubista per Xelion banca, forse a ricordare la diffusione capillare delle filiali di Unicredit. Effetto rassicurante ? 12 ADDIO ALLA RECESSIONE ? Di Marco Marcatili C ’è chi parla di ripresina e chi invece di ripresa dell’economia incapace di creare nuovi posti di lavoro, e quindi di accrescere i consumi delle famiglie. Ma nessuno parla più di recessione. Così come successe negli States, ora anche l’Italia e i fanalini di coda dell’Europa sperimentano un’uscita dalle secche della bassa crescita. La fiducia delle imprese è ai massimi dell’euforia tecnologica di fine anni ’90 e i profitti hanno fatto lievitare i listini di borsa. Tuttavia l’umore delle famiglie resta cupo, molto peggio che dopo gli attacchi alle Twin Towers. Gli economisti ci ricordano come ogni ripresa dovrebbe sopportare almeno quattro tappe: riparte l’export, le imprese investono per tenere il passo, creano nuovi posti di lavoro ed infine è l’aumento dell’occupazione a rilanciare i consumi. In Europa siamo ancora tra la prima e la seconda. Inoltre, non dimentichiamo mai che per i nostri processi di produzione e di consumo il riferimento è ovviamente all’economia italiana ed europea; per i nostri processi di risparmio, di investimento e di finanziamento il riferimento è al ciclo macroeconomico mondiale e in particolare a quello ancora predominante statunitense. Dunque, se da un lato l’economia statunitense sta subendo un rallentamento anche in virtù dei numerosi aumenti dei tassi di interesse, tesi a contrastare ogni eventuale spinta inflazionistica, contro ogni preoccupazione che ciò potesse mettere in crisi le aziende e l’intera economia, dall’altro lato l’economia italiana ha conosciuto per la prima volta il fenomeno della ripresa senza la creazione dei posti di lavoro e il rilancio dei consumi privati, con la conseguente crescita del risparmio da insicurezze sociali, paure per la vecchiaia e per la disoccupazione. Quindi non adagiamoci sulle ripresine o sulle mezze riprese. “Estote parati!” su tutti i fronti. IL MOSTRO TEDESCO IN AZIONE A RIMINI Grande interesse ha suscitato Birger Schaeffermeier che ha guadagnato davanti al pubblico 25.000 euro con un trade short sul Dax, surclassando di molto tutti gli altri docenti della sala tempo e denaro reale. Poi Birger ha continuato a tradare dalla sua postazione (nella foto con il suo assistente Karsten Hagenhoff) prima di rientrare in Germania dove la moglie ha partorito da poco il terzo figlio. UN PO’ DI STORIA DEL TRADING ONLINE … Le origini del trading online si devono a Massimo Segre, fondatore di Directa, siamo nel 1995. Directa divenne operativa solo a marzo del 1996, con l’implementazione di un sistema tramite computer, ma via modem, non ancora via internet, in un periodo in cui il servizio internet era poco diffuso e nessuno parlava ancora di trading online. In America il fenomeno si è sviluppato su internet a partire dal 1996. Il servizio di trading online è stato poi offerto da altre due società, Mediosim, per le sim, e Cariplo, a giugno del 1997, per le banche. Il mercato è poi cresciuto sviluppandosi in due direzioni: gli istituti di credito, che già offrivano i servizi bancari, cominciarono ad offrire il trading online direttamente o tramite delle sim create appositamente, mentre le sim hanno offerto per prime il servizio di trading online e poi via via i servizi bancari. Alla fine del 1998 cominciarono i primi tentativi da parte di Banca Sella ma è agli inizi del 1999, con il servizio offerto da Fineco online, che prendeva piede in Italia quel trading online che ad aprile dello stesso anno, comprendeva solo sei società, con l’entrata anche di MPS. È però grazie a Fineco, per una strategia di marketing particolarmente aggressiva ed una pubblicità martellante, che il trading online è diventato un fenomeno di massa, attirando vecchi e nuovi risparmiatori. Fineco ha in effetti rivoluzionato il trading online introducendo un software americano progettato da TIBCO che permetteva di offrire una piattaforma più avanzata, la cosiddetta piattaforma Java distribuita solo da quell’ anno. 13 UN GADGET PER TUTTI……TUTTI PER UN GADGET! C’è il rischio che l’ITF diventi come il Motor Show? di Elisa Cifola B irra, Magliette, Acqua, Borse, Pizza, Gelato, Caffè, Borsone, cappellino, maglia, giubbetto del team IWBank, Antistress di varie forme e colori, Matite, Penne, Cappello, Radiolina …no, non è la mia lista della spesa è solo l’elenco dei gadget che hanno riempito le tasche, le borse e le mani dei partecipanti all’Italian Trading Forum 2006. In effetti una persona che entrava come visitatore al Palacongressi di Rimini a mani vuote ne usciva con borse traboccanti e pesanti piene delle cose più strane ed assurde che a prima vista ben poco c’entrano con il trading. Col senno di poi mi viene spontaneo chiedermi se un trader ha effettivamente bisogno di gadget per essere attratto da nuovi strumenti e prodotti che potrebbero aiutarlo nel suo lavoro. In genere, infatti, i gadget sono usati dagli espositori di una fiera quando il gruppo dei visitatori dell’evento è talmente vasto per genere, sesso, età e abitudini e quando i prodotti esposti sono prettamente commerciali e fanno parte di mercati altamente concorrenziali. Per questo mi viene spontaneo chiedermi perché una banca o una società che vende informazione, prodotti e servizi finanziari deve ricorrere a strategie pubblicitarie sempre più sofisticate e a gadget sempre più improbabili per fare la sua offerta di vendita. E poi, un operatore di trading si lascia facilmente convincere dal venditore solo perché invece della solita penna o del solito block-notes gli offre un gelato o un caffè? È vero che un visitatore è gratificato dalle attenzioni che riceve attraverso i gadget, ma questi sono poi così utili al raggiungimento degli obiettivi che la società si è prefissata per una fiera di questo genere? Vedendo al genere e al numero di gadget proposti in fiera ho l’impressione che si stia cercando di concentrare la maggior parte delle energie su una ricerca spasmodica dello spettacolo a tutti i costi lasciando da parte il reale interesse dei partecipanti. Visto che l’Italian Trading Forum è una fiera atipica, nel senso che è una fiera in cui vengono presentati, sì dei prodotti ma si vuole comunque dare tanto spazio all’informazione dovrebbe esserlo anche dal punto di vista dello stile. Per quest o motivo alcuni gadget sono proprio superflui in quanto strettamente legati a strategie pubblicitarie che sono molto lontane alla mentalità del trader. Magari sarebbe meglio pensare a qualcosa di diverso delle solite penne che tutti gli stand offrivano e forse di fianco a gadget gastronomici sarebbe interessante proporre spazi in cui un trader possa davvero rilassarsi, leggere un giornale e scambiare anche due parole con i colleghi. Forse perché sono italiana o perché sono donna ma mi sono divertita raccogliere tutti i gadget della fiera e fare a anche a gara con i miei colleghi per chi ne aveva di più. Credo tuttavia che questo non sia l’obiettivo sul quale concentrare tutti gli sforzi poiché si rischia di dare al trading l’immagine di un Paese dei Balocchi in cui fare soldi è facile e divertente come raccogliere gadget. 14 15 UNA STRATEGIA VINCENTE! Tutti i segreti per la migliore performance sui gadget di Elisa Cifola O sservando i comportamenti di molti partecipanti all’ITF2006 ho potuto strutturare una strategia vincente per un trader occasionale italiano che a Rimini ha realizzato la sua migliore performance operando sui gadget. Ore8: ingesso al Palacongressi di Rimini per potersi garantire i buoni del caffè offerti da IntesaTrade.Il massimo sarebbe di riuscire a prenderne due, uno da utilizzare subito e l’altro per il pranzo. Secondo step da raggiungere è quello del bicchiere d’acqua (che dopo il caffè ci sta proprio bene) ed ecco che facendo qualche passo si può usufruire del distributore di Directa. A questo momento è d’obbligo, per il trader, fare il giro degli stand in modo da potersi rendere conto di cosa la fiera gli propone accettando borse capienti con l’obiettivo di riempirle nel pomeriggio. Ore9: seguire qualche seminario, corso o presentazione di prodotti nei vari stands perché per un trader ogni momento è buono per imparare e operare. Ore11 è d’obbligo sgranchirsi le gambe e avviarsi verso lo stand di Enigma Trading Services prendersi una bottiglietta d’acqua, debitamente pubblicizzata dalla società, rifarsi gli occhi guardando qualche bellezza autoctona e tornare al seminario. Ore 13: pranzo. Tornare in sala espositori per mangiare qualcosina approfittando sempre di Directa che offre pezzi di gnocco/pizza/piada/schiacciata/focaccia (lascio a voi decidere il termine più adatto a causa delle diverse tradizioni linguistiche regionali) e di RTS per la birra da accompagnare al pasto. La pausa continua sempre da ItesaTrade per il caffè dopo, però, essere passati da Sal.Oppenheim per il cioccolatino. Ore14: seminario. Il ritorno in sala per un'altra sessione informativa deve essere accompagnato dall’attesa della pausa delle 16 nella quale poter gustare quel gelato tanto atteso dopo averlo intravisto durante la mattina. Ore16: breve pausa per il gelato offerto da Directa con tanto di Davide Biocchi in tenuta da gelataio Ore 18: giro turistico in sala espositori. Stanco dai tanti seminari seguiti durante il giorno il perfetto trader occasionale torna tra gli stand per vedere cosa può essergli utile una volta tornato a casa. E’ ora che inizia a pensare alle vacanze estive al mare con la famiglia e accetta di buon grado il freesby da Societé Générale; pensa ai figli che dovendo andare a scuola hanno bisogno di penne e ne trova una vasta gamma da quella normali a quella più divertente di Chicago Mercantile Exchange. Gli viene in mente la moglie che ha iniziato a fare jogging e va da Nuovi Investimenti dove gli offrono una radiolina da passeggio; poi ripensa al suo lavoro e al suo stato d’animo quando fa trading e allora fa scorta di palline antistress dalle forme e dai colori più diversi. Pensa ai suoi amici e alle partite a calcetto e allora torna da Enigma Trading Services e da Morningstar per fare scorta di t-shirts. Infine fa un salto anche da IWBank in cui riesce ad unire l’utile al dilettevole. Infatti è qui che acquistando alcuni prodotti o servizi riceve in omaggio il kit del perfetto trader comprensivo di maglia, felpa, borsone, giubbetto. Soddisfatto torna dalla sua famiglia alla quale mostrerà i suoi trofei frutto del suo impegno nell’attuazione della sua strategia. Sperando che questa strategia possa aiutare molti nella prossima edizione attendiamo con ansia di conoscere cosa si inventeranno la prossima volta gli espositori. Buon gadget a tutti! BIOCCHI GELATAIO E’ stato uno degli episodi più simpatici di tutta la fiera. Davide Biocchi, noto trader italiano, testimonial di Directa, si è improvvisato gelataio alla fiera di Rimini con tanto di grembiule e, se mi consente l’amico Biocchi, anche di physique du rôle. Capisco che il gobbo che dice gobbo al gobbo è la cosa più sgradevole che possa succedere, e che Davide potrebbe replicare che se nel ruolo ci stava bene lui ci sarei stato, haimé, bene anch’io. Ma regaliamo al pubblico una foto rubata al Biocchi mentre si indaffara a servire gelati. L’aspetto è molto compreso nel ruolo. (etom) 16 COME LA LOTTERIA DI CAPODANNO Le lotterie che fanno sognare i trader di Elisa Cifola Non è poi così strano immaginarsi un trader che oltre nei mercati finanziari tenta la fortuna anche altrove come per esempio al casinò o attraverso i più disparati strumenti. Così non mi fa più neanche tanto strano il fatto di vedere come anche l’Italian Trading Forum, tempio sacro del trading in Italia, abbia aperto le sue porte anche alle lotterie. Ma siccome il trader è un tipo metodologico al quale piace scegliere e decidere, anche in questo è stato accontentato dalla presenza in fiera di tre tipi diversi di concorsi. Il più semplice e meno impegnativo era “Vola a Parigi con Nuovi Investimenti” al quale si partecipava compilando e imbucando un coupon nell’urna all’interno dello stand per poi attendere l’estrazione del viaggio per la capitale francese. Ad un livello intermedio si posizionava “Azzecca il malloppo” lanciato da Directa, con il quale si chiedeva agli interessati di indovinare il valore in euro contenuto in un sacco e chi si sarebbe avvicinato di più avrebbe vinto il primo premio e così via. Infine c’era la tipologia più sofisticata e impegnativa, ma anche più strategica, proposta sia da Fineco e da Banca Sella ma con due versioni differenti. Banca Sella con l’operazione “Sella Extreme clik&fly ” invitava gli interessati ad operare in borsa nei prossimi tre mesi per partecipare all’estrazione di un viaggio a Wall Street. Mentre Fineco, con un fiuto forse maggiore, accalappiava l’attenzione degli uomini presentando in fiera delle fantastiche Ducati Monster che erano il premio del concorso “Vinci una Ducati Monster con un ordine in borsa”. Non sappiamo i risultati di queste lotterie e concorsi ma di certo abbiamo la conferma che anche i Trader sognano. CONCORSI PER TUTTI I GUSTI ALL’ITF Dal viaggio a Parigi di Nuovi Investimenti al concorso di Banca Sella, dal “acchiappa il milione di Directa“ alle moto di Fineco, chi avesse voluto sfidare la sorte era accontentato 17 UNA ALLOCAZIONE EFFICIENTE DI PORTAFOGLIO: TECNICHE A CONFRONTO di Marco Turrini Tematica particolarmente sentita all’ Italian Trading forum 2006, dato il gran numero di incontri e interventi centrati sulle sue innumerevoli tecniche, il money management consente di gestire il rischio operativo rispondendo alla fondamentale domanda “ quanto devo investire in una data operazione”. Tra le tante tecniche spiegate e implementate vorrei riproporre la tecnica di Kelly. John Kelly, che lavorava per il Bell Laboratory in AT&T , sviluppò originariamente la formula per la quale è conosciuto per studiare i problemi di noise sul segnale che si presentavano nelle telefonate in lunga distanza. Subito dopo che il metodo venne pubblicato, però, la comunità dei giocatori d'azzardo professionisti si rese conto del potenziale che il metodo esprimeva quando applicato all’ ottimizzazione delle puntate delle scommesse. Il sistema permette ai giocatori di massimizzare la scommessa ottimizzandola per il lungo periodo. La formula di Kelly può essere espressa dall’equazione Kelly % = W - (1 - W) / R dove: W = è la probabilità di vincita R = è il rapporto vincita media/perdita media La formula di Kelly è di facile implementazione, basta seguire i seguenti passaggi: ?? Registrate le vostre ultime 50-60 operazioni sul mercato. Prendete la lista delle operazioni fatte con il vostro broker oppure, se state usando un sistema meccanico di trading, potete effettuare un back testing dello stesso e registrare i valori ottenuti. ?? Calcolate il "W", cioè le probabilità di vincita. Per fare questo, dividete il numero delle operazioni che hanno generato un guadagno per il totale delle operazioni effettuate (positive e negative). Il risultato sarà un numero compreso tra 0 ed 1 (esempio: 50 operazioni totali. 30 chiuse in gain e 20 chiuse in perdita: W= 30/50 = 0.6 ). Calcolate "R". Per fare questo dividete il valore medio del gain generato dalle operazioni positive per il valore medio dei loss. (ad esempio: media delle operazioni in gain =500€ ; media delle operazioni chiuse in loss = 300€; R=500/300= 1.66 ). L’interpretazione del risultato è facile. La formula (che a volte può essere espressa come F=((R+1)*P-1)/ R dove F= percentuale capitale da utilizzare nell'ope- ratività, P= percentuale di vincite del sistema (trade vincenti/trade perdenti), R= rapporto tra trade vincenti e perdenti (in valore assoluto)) produce come risultato un numero sempre minore di 1. Esso rappresenta la dimensione (size) della posizione che dovrebbe essere assunta sul mercato; la percentuale del portafoglio, cioè, con la quale bisognerebbe eseguire l'operazione. Se il risultato della formula fosse 0,199 il criterio di Kelly suggerirebbe di allocare non più del 19.9% del capitale a disposizione per eseguire ciascuna operazione (quindi un massimo di 5 operazioni su diversi strumenti in contemporanea). C’è da riconoscere tuttavia, che nessun sistema di money management è perfetto. Questo sistema aiuta a diversificare il portafoglio in maniera efficiente, ma sono molti i bug. Non può selezionare il titolo vincente al posto nostro (stock picking) e non può predire improvvisi market crash. Inoltre la formula può generare risultati spropositatamente alti che sarebbe bene ignorare (quelli, per intenderci superiori, al 20-25%) e trascura importanti parametri di valutazione come il drawdown del sistema, il numero delle operazioni in perdita, la volatilità del mercato..etc. Interessante è notare come si aumenta la dimensione dell'investimento quando si sta guadagnando, mentre si diminuisce il capitale d'ingresso qualora si inizi a perdere. Questo comportamento che sembra del tutto logico risulta ribaltato nelle teniche basate sul principio della martingala che prevede che dopo ogni perdita si aumenti il capitale alla giocata successiva. Paradossalmente infatti meno capitale abbiamo e più rischiamo. Esistono anche tecniche e campi di applicazione del principio opposto: l’antimartingala che prevede di diminuire l’entità della scommessa dopo ogni sconfitta.(ovviamente dopo ogni vittoria il tutto si azzera e si rincomincia da capo).Per concludere una possibile evoluzione della formula di Kelly è data dalla seguente espressione, definita dal suo creatore, Larry Williams, come la "chiave per il Paradiso" . N. CONTRATTI = (CAPITALE * % RISCHIO) / MASSIMO DRAWDOWN La percentuale di rischio è un parametro soggettivo che indica la tolleranza al rischio del trader, e varia da persona a persona. ABBONATI ALLA RUBRICA DI BIRGER SCHAEFFERMEIER SU LOMBARDREPORT.COM 18 ANCHE LE “SISTERS” SI QUOTANO IN BORSA ? NEL TEMPIO DEL DIO MAMMONA LE MISSIONARIE FRANCESCANE DI RIMINI di Elisa Cifola Quanti tra i partecipanti allo scorso Italian Trading Forum si sono accorti che all’ingresso del Palacongressi di Rimini, tra il banco delle informazioni e la porta principale della sala standisti sulla destra, era stato allestito uno “strano” stand? Immaginando che pochi, ma sperando il contrario, possano rispondere positivamente vi dico con piacere che l’“azienda” che aveva allestito quello stand è forse quella storicamente più solida e sulla quale, forse, varrebbe la pena investire: le Suore Francescane Missionarie di Cristo di Rimini. Della loro presenza si deve ringraziare il direttore commerciale di Traderlink Paola Fabbri la quale, conoscendo per motivi personali le suore e il loro operato, le ha invitate con le volontarie per presentare ai partecipanti dell’evento clou del settore in Italia i loro progetti futuri. Avvicinandomi con curiosità e perplessità, lo ammetto, mi sono soffermata Lo stand delle Suore Missionarie francequalche minuto a curiosare tra i prodotti presentati e a scambiare qualche scane di Rimini parola con loro. Sono stata sorpresa dalla risposta pronta della suora che alla mia domanda “come mai uno stand umanitario all’Italian Trading Forum?” mi ha detto “beh, non credi che anche questo sia un modo nuovo di investire?” La discussione è andata avanti per un paio di minuti sui loro progetti in Tanzania e Romania, che prevedono la costruzione di un pozzo nello stato africano e di una mensa per i bambini poveri della nazione che presto farà parte dell’Unione Europea, ma per tutto il tempo la risposta della suora mi ha invaso la mente facendomi riflettere. Infatti mi sono chiesta: se ognuno dei partecipanti all’Italian Trading Forum si fosse soffermato un attimo a guardare quello stand e avesse deciso di investire lo 0,1% del suo risparmio in uno di quei progetti forse oggi qualcuno vivrebbe una vita più serena. Forse sì, anche il settore umanitario è un settore in cui investire, ma questa volta più che usare l’analisi tecnica, l’intuizione e un briciolo di incoscienza per operare è richiesto, al contrario, l’uso del cuore e delle emozioni. La mia provocazione lanciata alle volontarie è stata quella di osare di più e per l’anno prossimo di chiedere uno spazio proprio all’interno della sala standisti perché anche loro hanno prodotti e strategie da vendere! Per ironizzare un po’ anche loro pian piano si stanno adeguando al mondo della finanza e della fiera e così se ti avvicini puoi sentire parlare di “sisters” e potrai ricevere in omaggio un gadget di certo più gustoso di penne e block-notes, come sacchettini di prelibati biscotti fatti da loro con dedizione e pazienza come perfetti trader! Paola Fabbri con una sorella L’ILLUSIONE DELLA RICCHEZZA E LA REALTA’ DEGLI ALTRI CHE HANNO BISOGNO Bene hanno fatto Paola Fabbri, Mauro Pratelli e Stella Boso, la moglie del compianto Michele Maggi, organizzatori con le loro società Trader Link e Trading Library, ad invitare le Suore Missionarie francescane di Cristo all’ITF di Rimini. L’iniziativa è di Paola Fabbri e onestamente non può che essere lodata. Affiancare alle varie tombole della nostra industria anche una realtà che ricordasse a tutti che ci sono anche altri il cui sogno non è di diventare ricchi in fretta e tanto ma di avere l’acqua potabile o un piatto da mangiare. Lo so che anche la beneficenza è un business, e chi la vuole fare la fa da solo, ma questa è la migliore scusa per rimanere mano nella mano. Sarebbe bene che anche altri player dell’industria si ricordassero di questa aspetto quando fanno promozione. (Etom) 19 I FONDI COMUNI E LA LORO VALUTAZIONE IN UN OTTICA COMPARATA di Marco Turrini D a annoverare tra le grandi novità di questo Italian Trading Forum 2006, la partecipazione del mondo del risparmio gestito ha contribuito non poco ad animare la manifestazione. Vorrei dunque riprendere l’analisi dei principali criteri di valutazione dei fondi comuni, facendo il punto di quanto esposto ai relativi incontri, e chiudendo con alcune considerazioni sui suoi convenzionali antagonisti: gli ETF. L'interesse principale di chi ha sottoscritto un fondo di investimento è quello di conoscere di quanto sia cresciuto il valore della propria quota, per cui l'espressione di un giudizio sulla qualità di una gestione deve necessariamente focalizzarsi sulla performance. Tale valutazione richiede l'analisi congiunta di due elementi: il rendimento ottenuto e il rischio che l'investimento comporta, legati tra loro dalla ben nota relazione diretta. Dalla moderna teoria del portafoglio è desumibile come il rischio per il quale si viene compensati non sia quello complessivo, misurato dalla deviazione standard, ma la sua sola parte sistematica (quella non eliminabile con la diversificazione e che attiene alle covarianze) come misurato dal coefficiente beta che esprime appunto la sensibilità del fondo ai movimenti del mercato. Dopo questa precisazione si può passare ad esporre alcuni indici detti RAP (risk adjusted performance) i quali sintetizzano in un indice una misura di rendimento correlata al rischio. Il primo considerato è l’indice di Sharpe che rappresenta il premio per il rischio per ogni unità di rischio assunto (quindi è dato da: rendimento del portafoglio – rendimento attività prive di rischio / deviazione standard dei rendimenti del portafoglio). Ovviamente il fondo con l'indicatore più elevato è quello che è riuscito a creare il maggior valore per unità di rischio piazzandosi al primo posto nell'ambito del trade -off rischio rendimento. Il secondo indicatore trattato e l’alfa di Jensen definito come l’extrarendimento che un fondo di investimento ha prodotto rispetto alla redditività che avrebbe dovuto offrire sulla base del suo livello di rischio sistematico (quindi una semplice differenza tra i due valori) E’ anche possibile tenere conto delle diversità tra i vari fondi e rapportare i rendimenti di questi non al mercato in generale ma allo specifico benchmark di riferimento. Così facendo si rendono disponibili due misure: il tracking error, ossia la differenza tra il rendimento del portafoglio e quella del benchmark , che mette in luce il valore aggiunto del gestore e l’information ratio, costruito rapportando la media e la deviazione standard del tracking error, che evidenzia sia l’extra-rendimento sia l’extra-rischio del fondo rispetto al benchmark. Accanto ai singoli indici sopra riportati esistono metodi che si basano sulla aggregazione di più criteri (come l'indice sintetico di Prometeia) i cui risultati risentono in modo significativo dei pesi attribuiti ai singoli criteri. Una valutazione sui fondi di più ampio respiro non può trascurare un minimo accenno agli ETF i cui indubbi vantaggi di ridotti costi e trasparenza uniti ai rendimenti fatti registrare li rendono spesso un’alternativa migliore. C’è da aggiungere inoltre che abbinati ai servizi dei broker possono di fatto trasformarsi in strumenti di gestione attiva sfruttando la direzionalità del mercato e facendo così crollare l’assunto di rendimenti uguali al mercato. Forse l’unico vero svantaggio rimasto rispetto ai fondi riguarda l’investire in indici invece che in titoli che comporta un allontanamento dai fondamentali economici; il prezzo dei titoli tenderà ad essere determinato dall'andamento dell'indice (e non viceversa) e dal peso al suo interno. BUONISSIME Se è vero come sostiene Elisa Cifola che in una fiera frequentata solamente da maschi si scateni presto la guerra delle standiste dobbiamo dare la palma delle “buonissime” alle ragazze dello stand di Enigma Trading Services. Nell’intervista a Marco Cannovale di Marco Marcatili sembra che questo titolo d’onore sia stato raggiunto per caso. Ne dubitiamo. Comunque sia le tre “buonissime” hanno sconvolto alcuni avventori, uno dei quali si è peritato di lasciare nello spazio della bacheca in fiera un post it con il suo numero di cellulare ed una invocazione per contattare le tre “buonissime”. (etom) 20 TUTTI I COLORI DELLE MATERIA PRIME Intervista a Marco Belmondo, responsabile di AbnAmro di Elisa Cifola U na base bianco latte, due carrelli della spesa uguali a quelli che ogni giorno accompagnano le nostre spese, dei bidoni bianchi e un grande muro colorato fatto di tante piccole immagini di prodotti comuni che insieme ai carrelli della spesa tutti noi oggi utilizziamo. Ecco il segreto di Abn Amro all’Italian Trading Forum 2006 e il motivo per cui Top Trader Magazine ha nominato lo stand di Abn Amro “il più curioso dell’evento”. Sembra che per questa edizione dell’ITF Abn Amro abbia scelto di coniugare il suo trading al mondo dell’arte utilizzando per lo stand uno stile che si avvicina alla popart, come mai? In realtà l’unica cosa che abbiamo voluto fare è stata quella di rappresentare i nostri strumenti in maniera consona e coerente con quella che è la nostra comunicazione. In questo momento Abn Amro propone investimenti sulle materie prime ed è per questo che abbiamo deciso di incentrare sia la nostra campagna pubblicitaria sia il nostro stand qui a Rimini sulle materie prima realizzan- do un muro che le rappresenta e siccome le materie prime di per sé sono colorate anche il nostro stand ha preso colore. Coma mai questo interesse alle commodities? Perché pensiamo che Marco Belmondo con il nostro inviato Marco Marcatili l’investimento migliore per i clienti sia quello su debuttare in questa fiera due piazcose che conosce bene e cosa si co- ze straniere, Eurex e Chicago Mernosce meglio di ciò che si vede, si cantile Exchange. Lei pensa che consuma ogni giorno? Le commodi- l’ingresso di queste due piazze sul ties in questo senso più concrete e nostro mercato sia una cosa buona tangibili rispetto alle azioni poiché si per la finanza italiana? riferiscono a cose di cui tutti ogni Penso sia una cosa buona ma penso giorni o almeno una volta nella no- anche che l’approccio verso queste stra vita abbiamo avuto esperienza, borse debba essere facilitato attraverabbiamo toccato o visto. so una conoscenza e un’informazione sempre più approfondite e in italiano. Quest’anno l’ITF ha cerca di fare Gli italiani sono in questo molto itaun connubio tra risparmio e liani e preferiscono investire sulle atrading come crede che sia riparti- zioni italiane che su quelle estere che, to soprattutto dei piccoli investitori in effetti, assumono ancora volumi tra i vari prodotti finanziari e con marginali. riferimento ai vostri prodotti? I nostri prodotti non sono prodotti di Lei crede che l’Italian Trading Forisparmio sono prodotti di investi- rum stia spostando la sua attenziomento che possono essere suddivisi ne sulle esigenze di education dei in categorie diverse. Noi stiamo pun- piccoli investitori o sia ancora un tando di più a un tipo di investimento evento destinato agli addetti ai la“tranquillo” piuttosto che speculativo vori? il quale rappresenta il 10-15% dei no- Sicuramente l’ITF è nato per gli adstri investimenti mentre il resto è un detti ai lavori ma man mano si sta alinvestimento accessibile a tutti anche largando per incontrare un pubblico a chi non ha conoscenze approfondi- sempre più ampio e con meno conote . E’ meglio investire dove si cono- scenze e che viene qui ad informarsi sce e lo ripeto sempre ai clienti non rassicurato anche dalla presenza delle investite se non conoscete bene. maggiori case di investimento che offrono la loro esperienza. Per la prima volta abbiamo visto 21 IL TRADING CHE DIVENTA ANCHE TRENDY Intervista a Mario Cannovale, responsabile di Enigma Trading Services di Elisa Cifola Chi all’ultima edizione dell’Italian Trading Forum non si è lasciato affascinare dalla bellezza e dalla particolarità dello stand rosso fuoco che era posizionato a ridosso della zona WiFi? Si trattava dello stand di Enigma Trading Services il quale racchiudeva in sé la professionalità e uno stile davvero trendy. Come non notare le belle hostess sempre sorridenti e sempre con un abbigliamento coordinato e ricercato nei particolari unendo la moda alla promozione finanziaria? A noi sembra che lo stand di Enigma Trading Services sia quello più trendy tra tutti quelli visti in fiera. Come e perché lo avete scelto? È il primo anno che scegliamo di costruire uno stand particolare e ricercato. L’impressione di chi viene per la prima volta a questa fiera, o perlomeno la mia, è che ci sia poca attenzione per questi dettagli che da pochi sono ritenuti importanti. Noi abbiamo speso molto non solo di tempo per la scelta dello stand che evidentemente è stato fatto da un designer, e si vede che no sono due semplici pannelli messi lì, ma anche molti soldi perché crediamo che mostrare ai clienti una certa immagine sia importante quanto la professionalità di chi lavora. Anche la scelta delle ragazze è sta- ta mirata per centrare l’obiettivo di colpire il visitatore? Una ragazza fa parte del nostro back office le altre sono sue amiche. E’ che sono particolarmente carine e il fatto che si divertano e si sentano a loro agio aiuta a dare una buona impressione allo stand. E la scelta di un abbigliamento uguale per le ragazze ha sempre lo stesso obiettivo di presentarsi con un’immagine senza dubbio accattivante? Ci siamo limitati a comprare alle ragazze un paio di jeans uguali per tutte e poi la felpa è una normale felpa alla quale è stato applicato lo stemma della società. Spostando l’attenzione a temi più finanziari voi cosa offrite ai clienti? La nostra società offre i derivati esteri e tutto ciò a loro connesso. Tra un po’ cominceremo sulle commodities. Ma quello che offriamo non si limita al derivato estero e al prezzo che sicuramente è imbattibile, noi offriamo delle sale di trading. Noi non siamo ancora on-line e per ora non abbiamo intenzione di andarci. Proprio in questo senso le propongo due riflessioni. Per prima cosa si dice che la malattia del trader sia la solitudine per questo le chiedo se la creazione di sale di trading possa risolvere un po’ questo problema. La seconda domanda è se si può attribuire ancora un valore sociale al trader che secondo noi si sta perdendo. È vero che si perde il valore sociale. Sono assolutamente d’accordo. Io sono un trader vecMarco Marcatili di Top Trader Magazine (sinistra) con una delle “buonissime” (centro) chia maniera. Ho inizia- to a farlo in altri contesti 32 anni fa quando si iniziava a fare trading in banca. Dopo la laurea ti mettevano lì, in una sala in cui si faceva trading e non ti spiegavano granché e tu non sapevi bene neanche dove eri e cosa stavi facendo. Questo era il trader di una volta e da questo tipo di trader sono nati i trader che possiamo vedere qui e che non hanno niente a che fare con quelli di un tempo di un tempo come ero io. La malattia del trader secondo noi, anzi secondo me proprio perché le ho vissute tutte, è che stare in casa in pigiama e pantofole davanti allo schermo alla fine ti abbrutisce probabilmente ti aiuta a perdere. Non c’è nessuna ricetta valida per guadagnare ma senza dubbio il contesto è importante. In questo senso lavorare in un contesto che ti rende positivo ti aiuta ad essere positivo e ti dà maggiori possibilità di guadagno oltre a renderti più umano. Parlando con Mauro Pratelli ci ha dato una percentuale sulle presenze in fiera che si aggirano intorno alle 2800 persone. Tra queste secondo lei in che rapporto stanno i (Continua a pagina 23) e Marco Cannovale (destra) 22 (Continua da pagina 22) trader occasionali con quelli professionisti ? È perlomeno un rapporto di 2 a 1. Basta vedere gli stand dei grossi, IntesaTrade, Fineco, IWBank , ecc..., che sono gli stand più impegnati. Senza nulla togliere a questi nomi, questo vuol dire che il trading di massa sceglie questo tipo di provider che sono prevalentemente occasionali ma questo avviene ovunque in Europa, negli Usa. L’obiettivo di education è senza dubbio il più importante dell’evento ma considerati gelati, birra non c’è il rischio di trovarsi il prossimo anno ad avere un evento del tutto simile al Motor Show? E’ possibile .Di didattica ce n’è tanta ma vediamo che c’è poca selezione. Questo si rifà al discorso di prima per rispondere bisogna chiedersi quale è il target a cui ci si riferisce. Per alcuni è la massa che sicuramente è un mercato conveniente molti a cui dare poco, e qui ci si rifà anche al discorso sulla scelta dello stand, per altri sono è un gruppo più esperto e più formato a cui dare tanto. La questione è scegliere o pochi a cui dare molto o tanti a cui dare poco, ma il mercato è così per tutto dalla pasta, le patate, i carciofi al trading. Quali sono le curiosità, l’ interesse e le domande che i visitatori vi porgono anche in relazione ai vostri prodotti? Noi abbiamo notato un interesse maggiore ai derivati che sono i prodotti che offriamo, chiedono quali sono, i prezzi e le possibilità che vengono loro date. Rispetto all’anno scorso si soffermano di più su questo tipo di prodotti chiedendo e informandosi. Solo un anno fa si sarebbero fermati più per il gadget, avrebbero fatto una domanda ma si sarebbero fermati lì. Perché secondo lei i piccoli investitori sono molto più attratti dai derivati dove ci sono molti più “lupi cattivi” di mezzo e non sono invece attratti da altri strumenti come le obbligazioni convertibili o sull’azionario?Per me questo è un sintomo di rischio e di irresponsabilità per alcuni a causa della scarsa informazione…. Secondo me è come per la politica, si dice che gli italiani non leggano e non si informano. Secondo me la gente si interessa magari legge poche righe ma legge perché vuole capire e conoscere per farsi un’idea. ITF IN CIFRE ED IN NUCE di Marcatili, Cifola, Turrini Richieste di partecipazione Partecipanti effettivi ITF 2006 (maggio) 3.436 2.834 ITF (aprile) 2.668 2.178 Area espositiva 3.000 mq 2.000 mq Numero espositori Sale seminariali Guru internazionali 50 6 5 30 3 0 Fonte: Traderlink Punti di vista L'organizzatore… Gli stranieri… Informazione Mauro Pratelli (Traderlink) «tanta» Anitta Koskinen (Chicago Mercantile Exchange) 60% Bernhard S. Bleurer (Eurex) Vendita Intrattenimento «abbinata all'in- «non dovrebbe formazione» esserci» 20% 20% «C'è molta gente che rincorre il gadeget, ma questo è tipico dell'italiano» Il venditore… Aberto Fadelli (Sal.Oppenheim) 70% 20% 10% Gli osservatori... Marco Marcatili ed Elisa Cifola (Top Trader Magazine) 50% 25% 25% 23