itf rimini: vizi e virtù della fiera del tol italiano

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itf rimini: vizi e virtù della fiera del tol italiano
Top Trader Magazine , periodico di informazione finanziaria,
aut. 1709 del 15/04/2004 del Tribunale di Modena Direttore responsabile Dott. Emilio Tomasini,
LombardReport.com srl, via Pascoli 7, 41057 Spilamberto - Mo Italy
ANNO IV
246
20-05-2006
ITF R I M I N I : VIZI E VIRTÙ D E L L A
FIERA DEL TOL ITALIANO
Dai nostri inviati speciali Marco Marcatili, Elisa Cifola e Marco Turrini
II NOSTRI
NOSTRI LETTORI
LETTORI
SSONO
ONO 14.274
14.274
NON
ON SOLO
SOLO
FONDOSCHIENA
FONDOSCHIENA
di Elisa Cifola
S
abrina Salerno e Jo
Squillo, sgambettando sul palco di Sanremo
nel 1991, cantavano al
mondo intero ”siamo donne oltre le gambe c’è di
più”, ma cosa?
(Continua a pagina 2)
C
uriosando tra
stand e standiste, tra gadgets e seminari, tra
una pizzetta ed una
minigonna. Al di là del
folcklore, è stata sicuramente una fiera di
livello europeo. Complice il recente rialzo
dei mercati e la ormai
grande professionalità
degli organizzatori
Trader Link e Trading
Library, questa edizione dell’ITF si è confermata la principale ma-
nifestazione fieristica
del tol italiano. I nostri
inviati speciali raccontano come hanno visto
in diretta i vizi e le virtù di espositori e visitatori. Il risultato finale è stato un flusso
maggiore di visitatori
ma soprattutto una
maggiore cultura di
base. Il mercato italiano sta maturando, arrivano gli operatori esteri ed i certificate. Il
tol italiano guarda lontano.
ITF: FORMAZIONE & INFORMAZIONE
Il pubblico ha gremito le sale con i migliori trader italiani e stranieri
CACCIA ALL’
HEAVY TRADER
Di Marco Marcatili
L
arry Williams nel suo show
seminariale all’ITF di Rimini ha chiarito molto bene che la
finanza non è una scienza complicata e che l’unico modo per
districarsi nel mondo degli investimenti è “guardando fenomeni
che gli altri non vedono”, e per
far questo non è necessario avere un capacità cognitiva ed emozionale superiore alla media.
Proviamo allora a passeggiare
nell’area espositiva e convegnistica dell’ITF 2006, scrutando e
captando tutte le cose che potrete non avere visto e che vi proponiamo in questo numero speciale del Top Trader Magazine.
In questa edizione dell’Italian
Trading Forum 2006 la mia sensazione è che i trader professionisti possano considerare l’evento troppo commerciale e utile solo ai neofiti del trading. I
trader occasionali ed i risparmiatori siano alla ricerca unicamente di facili guadagni e gadgets da portare alla moglie,
mentre i broker e le banche perseguano il loro disegno di infon(Continua a pagina 8)
1
Riportiamo due foto rubate da Top Trader Magazine in cui si ha chiara comprensione di questo potente strumento di
penetrazione commerciale adottato: la ragazza mostra una scritta FIB DAX sulla minigonna. Si tratta sicuramente di
uno strumento commerciale un po’ datato (oggi il FIB non esiste più) ma forse, proprio per la sua efficacia, si è pensato
di non mandarlo in soffitta !
(Continua da pagina 1)
Andando nei particolari e riferendoci solo al settore finanziario e alla sua rappresentazione nell’Italian
Trading Forum posso sicuramente dire che certo oltre le
gambe le donne hanno anche un bel seno, un bel viso, bei
capelli lunghi, un bel trucco, un bel fondoschiena, …..e
poi? Sembrerebbe che la lista di pregi che una donna
possa portare nel mondo della finanza siano solo questi.
Comunque facendo un’analisi attenta dei dati degli iscritti, dei partecipanti e degli espositori ci accorgiamo,
senza dubbio, che all’Italian Trading Forum vince in
modo preponderante il sesso maschile, e forse è uno dei
pochi in cui questo ancora accade insieme alla politica!
In effetti mi sono sentita al quanto a disagio ad entrare
nel Palacongressi di Rimini ed accorgermi di essere una
delle poche donne che erano lì per lavorare e non per accompagnare qualcuno o per esercitare lo stressante compito della hostess. E anche in questo senso possiamo vedere come la finanza sia maschilista, infatti li 90% delle
persone che erano ad accoglierti negli stand o ti offrivano gadget di ogni tipo erano donne. E come biasimare
tutti quegli uomini che si sono trovati a seguire presentazioni improbabili di prodotti o ad ascoltare lunghissime conferenze e corsi senza nemmeno una pausa l’uno
dall’altro solo per aver seguito esche con tatuato su un
fondoschiena, sodo e oserei dire perfetto, la scritta
“FIB” e “DAX”, con magliette che lasciavano intravedere seni prosperosi e mettevano in evidenza un giro vita che farebbe invidia anche alle top model più famose ?
Per non parlare, poi, delle ragazze che per due giorni
hanno sfoggiato minigonne mozzafiato e tacchi a spillo
solo per attirare qualche pesce in più nella rete dei loro
“mandanti”. Ma la colpa non è degli standisti in quanto
si sono solo adeguati alla realtà del settore in cui la maggior parte degli operatori è di sesso maschile. E allora è
questo che ci dobbiamo chiedere: perché nel trading il
ruolo riservato alle donne è prevalentemente quello dell’oggetto? Perché così poche donne si interessano di
trading e ne fanno un loro lavoro? È solo una questione
antropologica per cui alla donna è affidato il compito di
partorire e accudire figli e agli uomini quello di fare affari? Se così fosse mi dispiace, ma devo dare una scrollata
al mondo femminile che dovrebbe portare quel tocco rosa
anche nella finanza, rendendola un ambiente più sano al
meno dal punto di vista delle relazioni interpersonali.
Chissà forse per ovviare a questo problema dovremmo
pensare a stabilire “quote rosa” anche nella finanza e inserire tra le hostess anche qualche bel aitante steward?
Spero proprio che anche i trader si accorgano che oltre a
seni e fondoschiena le donne hanno anche un cervello. E
dall’altra parte vorrei che le donne dimostrassero che oltre al tempo che dedicano al trucco, ai massaggi, allo
shopping, abbiano la voglia di spendersi in un settore
che a mio avviso ha tanto bisogno di loro. Se è vero che
in tutte le famiglie è la donna a fare spese, e se è sempre
la donna a trovare il miglior prodotto al miglior prezzo e
impazzisce per shopping improponibili ad un uomo, allora credo che il trading faccia parte del suo Dna. Donne
è arrivata l’ora di dimostrare chi siamo veramente!
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11-05-2006
17:04
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ITF 2006: INFORMAZIONE, VENDITA O
INTRATTENIMENTO?
Intervista ad uno degli organizzatori di ITF Mauro Pratelli, ad di Traderlink
di Marco Marcatili
I
n passato l’Italian Trading Forum poteva contare su due edizioni annuali. Da quest’anno
l’ITF avrà un unico appuntamento annuale a Rimini. Come mai
avete preso questa decisione?
Date le dimensioni impressionanti che sta raggiungendo questo evento, abbiamo voluto tenere conto delle esigenze degli espositori e
dei visitatori: due viaggi a Rimini
nel corso di un anno avrebbe continuato ad incidere troppo sui costi organizzativi e di logistica. Abbiamo preferito concentrare tutte
le energie in un unico appuntamento annuale a Rimini, nuova
capitale della finanza italiana, per
far in modo che tutti gli espositori
cogliessero in un unico momento
l’opportunità di informare i visitatori e di proporre nuovi prodotti e servizi finanziari agli investitori istituzionali e al mercato retail.
tecniche per destinare il proprio
risparmio a degli investimenti diversificati. Noi sappiamo benissimo come l’indole italiana sia propensa al risparmio e non alla speculazione; crediamo che il connubio fra trading e risparmio, che
l’ITF di questo anno ha voluto
proporre con determinazione, vada interpretato in questo senso e
non in quello non auspicabile che
tutti i risparmiatori diventino degli scalper a breve.
L’Italian Trading Forum nasce
per diffondere la cultura finanziaria di questo Paese, soprattutto ai non addetti ai lavori. Qual è
l’obiettivo dell’Italian Trading
Forum 2006?
L’obiettivo rimane quello di rivolgersi innanzitutto ai piccoli investitori. Tanto è vero che quest’anno è nata la nuova stazione
“Risparmio Italia” proprio per andare incontro all’investitore medio molto avverso al rischio che
se da un lato vorrebbe entrare a
far parte del mondo del trading,
dall’altro prima di operare vorrebbe conoscere gli strumenti e le
Nella sala sono presenti molti
giovani. I dati dimostrano come
più del 90% degli operanti del
trading online perdano soldi.
Non c’è il rischio che il mondo
giovanile percepisca questo evento come il Paese di Bengodi
dove tutti, sui generis, diventano
ricchi facilmente?
Nella sala trading si raccomanda
ai trader di non competere in maniera aggressiva e di spiegare una
serie di tecniche in maniera quanto più oggettiva, senza che una
possa prevaricare sull’altra, dato
che sono convinto che non esiste
una ricetta standardizzata per ef-
C’è il rischio che il risparmio “fai
da te” prevarichi su quello gestito?
Il “fai da te” nel mondo del
trading è molto fuorviante. Per
questo abbiamo voluto impostare
un evento strettamente orientato
alla consapevolezza degli strumenti finanziari, prima che della
conoscenza delle tecniche operative sul mercato.
Mauro Pratelli, ad TraderLink
fettuare degli investimenti in borsa. Nella sala dei big internazionali non c’è dunque una gara, uno
show, ma solo informazione.
Abbiamo speso molte parole con i
trader persuadendoli a soffermarsi maggiormente sugli errori anche di una grande trader e sulle
tecniche di uscita dal mercato. In
questo senso l’errore del trader
diventa tema di formazione tecnica e psicologica per tutti gli investitori.
La sensazione è che l’Italian
Trading Forum possa sembrare
una specie di paese di Bengodi,
quando invece il problema maggiore per il trader è di creare momenti di aggregazione e scambio
di informazioni irrinunciabili
per tutti. La malattia dei trader è
la solitudine. Questo tipo di evento può essere la giusta terapia? Si, è vero. Abbiamo avuto una forte richiesta di socializzazio(Continua a pagina 5)
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ne, ma è sempre più difficile creare occasioni di incontro anche fra
persone di specializzazioni diverse nel trading. Il rammarico è
quello di non aver creato un corner apposito per l’incontro degli
addetti ai lavori e non, che per ragioni tecniche e per la dimensione
raggiunta da questa edizione non
siamo riusciti a realizzare.
Quali sono le novità introdotte
dall’Italian Trading Forum 2006
rispetto alle precedenti edizioni?
Molte sono le novità attuate, moltissimi i piccoli esperimenti ed anche numerose le cose che pensavamo di realizzare, ma che alla
fine ci sono sfuggite di mano. Le
novità importanti riguardano la
presenza del campione statunitense Larry Williams, del campione europeo Birger Shafermeier e
degli altri illustri trader di fama
mondiale come Daniel Gramza,
John Bollinger e Sandy Jadeja. Un
nuovo approccio all’organizzazione logistica ci ha permesso di poter offrire più spazio agli espositori, i quali hanno potuto creare
dei piccoli teatrini all’interno del
proprio stand, e questo ha incrementato notevolmente l’offerta
didattica parallela a quella proposta dall’organizzazione ITF. Infine
abbiamo introdotto alcuni esperimenti come ad esempio la wi-fi
zone accessibile in modo gratuito
da tutti i visitatori previa richiesta
di una password con durata oraria al nostro stand di Traderlink e
la speed dating, ovvero una sorta
di bacheca dove i trader possono
inserire annunci e scambiare informazioni.
Riprendendo la novità più importante di questa edizione, la
presenza dei big internazionali.
Non crede sarebbe stato più accattivante far operare i big internazionali con denaro reale?
Questi trader di fama internazionale tengono dei corsi molto belli
sia sulla didattica pura che sul
trading effettivo. Quelli con l’operatività reale sono molto più costosi. Sinceramente trovo ingiusto
chiedergli di sottoporsi gratuitamente a delle sedute di trading
effettivo, alle quali dedicano i loro
corsi a pagamento. Dobbiamo an-
che pensare che questi trader sono anche aziende e come tali hanno delle proprie linee commerciali. Siamo però contenti di averli
contenti di averli presenti come
relatori, pur sapendo che durante
le loro relazioni seminariali trader
come Birger Shaeffermeier e Daniel Gramza si lasciano sedurre
dai corsi di borsa e dalla tentazione di ciccare il mouse per entrare
ed uscire dal mercato.
Infine, all’Italian Trading Forum
2006 c’è più informazione, vendita o intrattenimento? Questa è la
domanda migliore, al quale non
sono sicuro di poter rispondere.
Informazione sicuramente tanta,
specializzata e diversificata. Vendita abbinata alla conoscenza di
un nuovo strumento finanziario
proposto dalla società di servizi.
In teoria lo spettacolo non dovrebbe esserci, ma poi si finisce
per crearlo automaticamente visto
che tutti gli espositori fanno a gara per attirare a sé quanti più visitatori e offrire occasioni interessanti di incontro.
CHI E’
TRADERLINK
Trader Link è tra le prime software house che ha progettato
sistemi per la elaborazione di
dati e grafici di borsa per
internet. Nel ‘97 crea un sistema collegato direttamente al
CED Borsa di Milano. Oggi oltre 4000 clienti utilizzano il suo
software Trader Link, in tecnologia push. E’ inoltre presente
nel settore della education finanziaria ed organizza seminari e convegni relativamente al
trading on line.
5
UN AMERICANO, UN TEDESCO … E UN ITALIANO.
La spiritosa storiella sulla finanza all’italiana.
di Marco Marcatili
I
l celebre film di Nando Morione, Un americano a
Roma, simboleggia a meraviglia la voglia di America scoppiata in un Paese non ancora risollevatosi dalle macerie della guerra e il cui contatto con
gli americani fu per noi italiani un'esplosione atomica che ci contaminò e affascinò mettendo a dura prova il nostro orgoglio d'identità, il senso della patria,
della cultura, delle abitudini. Passeggiando nell’area
espositiva dell’Italian Trading Forum 2006 mi sono
chiesto quanto fosse attuale questa voglia di riscatto
nel mondo della finanza italiana, e quanto sia intimidatorio il nostro confronto con le realtà finanziarie
straniere, più schiette e trasparenti. Abbiamo voluto
captare qualche impressione sullo stato della finanza
italiana parlando con Anitta Koskinen , Associate
Director di Chicago Mercantile Exchange (USA), e con
Bernhard S. Bleuler , Sales Manager di Eurex
(Germania/Svizzera). Entrambe le società straniere
debuttano all’ITF 2006.
CHI E’ CME
CME è il più grande mercato mondiale per i contratti futures su valute negoziati in borsa. Fondato nel 1898,
provvede alle esigenze di gestione dei
rischi degli operatori di tutto il mondo e si avvale della più vasta gamma
di prodotti finanziari di riferimento
disponibili in qualunque borsa valori.
Nel 1972 il CME ha trasformato la finanza mondiale lanciando i primi
contratti futures finanziari sull’International Monetary Market (IMM).
Anitta Koskinen, Associate Director di CME
CHI È EUREX?
Eurex è il mercato tedesco dei prodotti
derivati dove si quotano futures e opzioni su prodotti finanziari e tassi d'interesse. Creata nel 1998 dalla fusione
di DTB (Deutsche Terminbörse) con
SOFFEX (Swiss Options and Financial Futures Exchange), due società
leader nella fornitura di piattaforme
elettroniche di trading per l’accesso al
mercato dei prodotti derivati, è in
competizione con il mercato dei futures londinese LIFFE (London International Financial Futures Exchange)
per il primato di maggior mercato specializzato europeo.
Bernhard S. Bleuler, Sales Manager di Eurex (Germania/Svizzera)
6
ANITA KOSKINEN
(CME)
BERNHARD S. BLEURER
(EUREX)
Il fatto che la vostra società debutti per la prima
volta all’Italian Trading Forum è un segnale di
buona reputazione della finanza italiana?
Si, già abbiamo parecchi clienti retail italiani che operano sul nostro mercato e molti broker italiani
offrono già i nostri prodotti. Tuttavia siamo qui per
farci conoscere da tutti gli investitori e per proporre di negoziare sul nostro mercato CME contratti
futures sui cambi.
Perché avete deciso di partecipare all’Italian
Trading Forum 2006?
Questa fiera ospita in modo particolare il mercato
retail, che va analizzato e sviluppato attraverso la
diffusione dei nostri prodotti derivati. Inoltre, partecipano a questa fiera tutti i membri della nostra borsa elettronica come Abn Amro, Fineco, Banca Sella e
Nuovi Investimenti, che offrono l’accesso ai nostri
prodotti.
Voi operate soprattutto su piazze finanziarie estere. Che differenza c’è fra l’investitore italiano e
quello estero?
In Italia c’è un enorme entusiasmo, i visitatori dell’Italian Trading Forum non parlano soltanto, ma
operano realmente sul mercato.
Perché un investitore dovrebbe scegliere di negoziare sul vostro mercato?
Il mercato Eurex è molto liquido; lanciamo annualmente dei prodotti innovativi sulla base della richieste dei nostri membri e quindi delle esigenze dei nostri operatori.
Quali sono i vostri prodotti scambiati?
Tutti conoscono i nostri futures su indici, ma nessuno prende in considerazione i vantaggi dei contratti futures su valute negoziati sul CME rispetto
al mercato a pronti.
Qual è il vantaggio competitivo del vostro mercato?
Quello di avere delle regole molto trasparenti sulla
distribuzione dei dividendi, meccanismo che non risulta essere molto chiaro in Italia.
Perché un investitore dovrebbe scegliere di investire sui contratti futures valutari?
Ci sono ragioni diverse: il prezzo è trasparente; la
commissione è unica e non dipende dal numero dei
contratti negoziati; il nostro mercato è un ambiente
sicuro grazie all’impareggiabile supporto della
stanza di compensazione del CME; tutti i trader
hanno accesso agli stessi mercati dei cambi e alle
stesse quotazioni; il nostro mercato presenta una
elevata liquidità pari a 40 mld di dollari al giorno.
Qual è la sua percezione della finanza italiana?
Non è così ottimista dopo tutte le vicende sui crack
finanziari e sulle opacità delle informazioni sullo
stato di salute delle aziende quotate. I segnali di insicurezza su come risolvere alcune problematiche non
ha favorito lo sviluppo del mercato finanziario italiano.
Che impressione le ha fatto questo evento?
Questa fiera è ottima perché è ben organizzata e
riesce a miscelare i diversi profili professionali: osservatori al primo impatto con il mercato finanziario, broker che vendono alcuni prodotti finanziari,
banche, sim e trader privati.
E dell’investitore italiano?
Siamo presenti in questa fiera perché crediamo che
gli investitori italiani possano avere un grande ruolo
sullo sviluppo del nostro mercato borsistico.
Come è stato l’ITF 2006?
L’accresciuta dimensione spaziale dedicata alla fiera,
rispetto all’edizione scorsa, è stata una “conditio sine qua non” perché accettassimo di prendere parte
all’evento. Per il resto non mi aspettavo nient’altro
che la tipicità tutta italiana di rincorrere il gadget a
tutti i costi.
Il nuovo libro di Massimo Gotta presso Experta editore:
decine e decine di codici Metastock sui miglior i indicatori dell’analisi tecnica
7
(Continua da pagina 1)
dere sicurezza ad investitori e
principianti insieme ad una buona dose di sogni. Le vere presenze in fiera sembrano essere quelle
dei commerciali, dei promotori,
dei visitatori e delle hostess. Caccia agli heavy trader attivi e agli
scalper! Ma alla fine viene da
chiedersi: dove sono questi heavy
traders? Sono solo sul palco? Sono tra gli stand ma non si vedono? Che faccia hanno? Non mi
aspetto una risposta: esistono milioni di sondaggi che arrivano ad
una unica risposta. Gli speculatori, quelli veri, non hanno faccia e
non rispondono ai questionari,
rimangono nel buio. Sogno o realtà? Rimangono le statistiche su
Top Trader Magazine. Ad ottobre
2005 un visitatore dell’ITF su 2
non era abbonato, oggi 2 visitatori su 3 sono abbonati. Sempre gli
stessi visitatori? Per quello che
riguarda Top Trader Magazine si
tratta di un mercato che cresce
lentamente, ma sicuramente in
maniera decisa (+30% in soli 7
mesi se si fanno i conti della serva con gli iscritti al TTM in fiera).
Aggiungo una considerazione,
tutta personale, che vi invito a
prendere così com’è, siate principianti siate professionisti. Credo
che il mondo del trading italiano
sia in una situazione dove valga
più di ogni altra cosa chiedersi
dove davvero sia il benessere d’animo prima di quello materiale. E
l’ITF ha confermato questa voglia
di incontrarsi, di socializzare, di
scambiare esperienze. È stato un
grande speculatore e filantropo,
Gorge Soros, a dire che il capitalismo moderno è diventato un gioco di specchi. Al punto che non si
riesce a distinguere la realtà dalla
sua immagine. La realtà è la conoscenza della felicità a qualsiasi
età, in un qualsiasi mestiere e
passatempo; l’immagine sono le
fortune che noi crediamo di poter
fare in borsa nel più breve tempo
possibile. Il rischio, dunque, è che
l’Italian Trading Forum possa
continuare a svelare come si può
essere ricchi da soli, ma non felici; l’opportunità è quella di tornare all’Italian Trading Forum 2007
perché come sempre “imparare è
un’esperienza tutto il resto è sola
informazione”.
TTM
all’ITF
Top
Trader
Magazine
ha
schierato a Rimini
il meglio dei suo
inviati speciali: Elisa Cifola, nota
per le sue indagini
sulla
finanza
“nera”,
Marco
Marcatili, già collaboratore tecnico,
e Marco Turrini,
un nuovo acquisto.
8
PSICOLOGIA DEL TRADER DI SUCCESSO ED ERRORI
COMUNI DEI PRINCIPIANTI ( E NON SOLO)
S
pesso liquidata come questione dai scarsi risvolti
pratici, o relegata a ruolo
assolutamente marginale nella
formazione di un trader di successo, l’atteggiamento mentale con
cui ci si rapporta a sé stessi e al
mercato è invece di primaria importanza, e implicita nelle ottime
performance fatte registrare dagli
ammirati trader che si sono avvicendati nella “sala rossa”. Come
desumibile da un mix di interventi specifici tenuti ora da Rodolfo
Festa, ora da Stefano Fanton, socio fondatore di Scalping School, i
trader di successo assumono piena responsabilità per i propri risultati e non considerano più il
mercato come un’entità nemica
(ciò che è insito nell’espressione
“battere il mercato”) ma come un
flusso di opportunità basato sulle
probabilità. Essi hanno accettato
coscientemente di correre un rischio in ogni posizione messa in
atto (ciò che è ben diverso dal
semplice presumere di correre un
rischio) e sono diventati insensibili alle perdite, ciò che non crea loro il bisogno di inventarsi degli
alibi. Le perdite vengono assunte
come costo industriale da sostenere per generare ricavi dall’attività
sui mercati. Il processo cognitivo
del trader vede generarsi soltanto
informazioni e probabilità di accadimento, senza alcun tipo di aspettativa. Queste ultime infatti,
tipiche di coloro che si affidano
alla propria capacità discrezionale/previsionale, minano la percezione della realtà qualora questa
collimi con quanto si erano prefi-
di Marco Turrini
gurati. Quanto al modus operandi
i top trader seguono una propria
collaudata strategia, non necessariamente complessa, e vanno alla
ricerca delle sole informazioni che
gli interessano. Infatti l’eccessiva
disponibilità di informazioni e il
tentativo di metabolizzarle tutte
facilita il compimento di errori.
Più informazioni si hanno, più
confuso diventa lo scenario da analizzare ed è più probabile trovare ragioni per essere insicuri
circa la propria posizione attuale.
Se le informazioni sono considerate "expert opinion" (che in realtà
sono il sentore comune) la divergenza di valutazioni che ne scaturirà avrà un impatto molto negativo e potrà indurre il trader a commettere errori. Il fatto è che non si
sa il perché di alcune dinamiche
intrinseche dei mercati, né abbiamo bisogno di raccogliere una
pletora di informazioni sui mercati per guadagnare. I trader di successo, seppur molto preparati,
non hanno bisogno di studiare
tutto lo scibile umano in materia
di mercati finanziari; questo è il
comportamento tipico di coloro
che vedono la causa dei propri
fallimenti come “esterna” nel
mercato invece che “interna” nel
proprio comportamento. Un'altra
grande differenza tra chi guadagna e chi no consiste nella inflessibile gestione dalle perdite, che
vengono monetizzate, secondo le
regole di stop loss impostisi, a
prescindere dalle aspettative sull’evoluzione del prezzo. Diffusa è
infatti la pratica di mantenere i
titoli in perdita troppo a lungo e
vendere quelli in fase di crescita
troppo presto. Le persone preferiscono assumersi dei rischi maggiori, se devono recuperare una
situazione negativa, poiché rischiando si può cercare di ridurre
o di evitare le perdite. Risulta più
difficile accettare una perdita certa poiché in questo caso non si
può posticipare il dolore provocato dalla perdita stessa e non si
può nemmeno provare a modificare la situazione, cosa che è invece possibile fare accettando una
scommessa nonostante essa possa
provocare una perdita maggiore.
Ragionando in questo modo non
solo non si raggiungeranno mai
performance ragguardevoli ma è
probabile che si finirà tra i tanti
che “alimentano il mercato”. Altra considerazione da fare riguarda quando acquistare. I grandi
trader, in linea di massima, comprano quando c’è forza,sul denaro, quindi sui massimi, in quanto
assunto fondamentale dell’analisi
tecnica è che se il mercato è in
trend esso ci rimarrà (salvo in caso di chiari segnali in senso contrario) e si aspettano nuovo massimi. I privati invece comprano
quando c’è una pressione di vendita sui supporti aspettando il
rimbalzo. In definitiva operare in
borsa e guadagnare in borsa sono
due cose completamente diverse e
qualsiasi modus operandi che
non tenga conto di queste regole
fondamentali avrà serie difficoltà
a generare ricavi con continuità.
9
IL RIGORE TEDESCO PER IL BILANCIO DELL’ITF2006
Intervista ad Alberto Fadelli,
responsabile commerciale di Sal.Oppenheim
di Elisa Cifola
V
isto che la vostra azione si basa
soprattutto sulla vendita e
pensando di dover fare un bilancio sull’edizione 2006 dell’Italian
Trading Forum che si sta concludendo
conferma che l’obiettivo principale
dell’evento sia stato quello dell’informazione?
Noi ci occupiamo di vendita ma il nostro
focus è sull’education. Noi come gli altri
emittenti di certificati di investimento e
prodotti strutturati deriviamo da una
mentalità tedesca e la Germania è il mercato guida per questi strumenti. In Germania si è visto che la prima cosa era informare l’investitore perché l’investitore
non informato non compra e noi ci rendiamo conto di questo. Quindi la prima
cosa che bisogna fare non è dire “guarda
che bei prodotti, dovresti comprarli tutti
domani” perché avremmo totalmente fallito il nostro obiettivo, bensì dire
“guarda, queste sono le tipologie di prodotti, queste son le possibilità che offrono, secondo te qual è il prodotto che si
addice di più alle tue esigenze?”.
In Italia come è il mercato dei certificati di investimento?
Il mercato in Italia sta crescendo molto.
È raddoppiato nel giro di un anno in termini di volumi e per quanto riguarda i
certificati di investimento è più che duplicato. Sto parlando del mercato SEDEX in Italia che l’anno scorso, parlando
di cifre, valeva 55 miliardi di euro di cui
il 30% riguardava i certificati di investimento
Per quanto riguarda i vostri prodotti
certificati di investimento e coverred
warrant?
Noi puntiamo soprattutto sui certificati di
investimento e la nostra gamma di coverred warrant non è così ampia perché crediamo che i coverred warrant siano degli
strumenti speculativi non adatti a molti
investitori perché hanno bisogno di un
pubblico che conosca i prodotto perché
se l’investitore si brucia non toccherà
mai più quel prodotto questa è la nostra
logica. Cerchiamo di proporre all’investitore strumenti che gli permettano di
sfruttare trend di mercato senza rischiare
la perdita totale del capitale già dopo alcuni mesi. Così cerchiamo di proporre
altri prodotti.
In questa edizione dell’ITF c’è
stata la novità del risparmio. Secondo lei come nel mercato italiano i risparmiatori distribuiscono il loro reddito fra i vari
prodotti finanziari?
La parte predominante la occupano i fondi di investimento e da
qualche anno vanno di moda gli
etf ma noi riscontriamo che gli investitori si stanno spostando da
questi ai certificati di investimento
che in fondo è un po’ il nostro obiettivo.
Quale è il motivo?
Perché in termini di costi i certificati di investimento sono più efficienti cioè non hanno commissioni
di gestione come gli etf, hanno dei
vantaggi fiscali rispetto agli etf
che sono la possibilità di portare in
deduzione le eventuali plusvalenze
pregresse, cosa che gli etf offrono
solo in parte, e in più non replica il
sottostante nel senso che con l’etf se il
sottostante guadagna l’etf guadagna e
viceversa, mentre con i certificati di investimento si può guadagnare anche
quando l’indice perde perché ci sono delle strutture che permettono di ottenere un
guadagno minimo anche con ribassi contenuti nell’indice.
Rispetto agli etf questi prodotti non distribuiscono i dividendi che vengono incamerati da noi e questa è la differenza
fondamentale. Presentando i nostri prodotti la domanda tipica dell’investitore è
“ sì, ma come fate, dove ci guadagnate?”
…dov’è il trucco?
Non c’è trucco e non c’è inganno. Noi
spieghiamo chiaramente che noi guadagniamo sui dividendi che non ripartiamo
tra gli investitori ma incameriamo in toto. Inoltre noi come tutti quelli che emettono certificati di investimento non abbiamo nessun interesse a prendere posizioni opposte contro i nostri clienti. Noi
non giochiamo brutti scherzi a nessuno
semplicemente perché la nostra posizione
di rischio una volta che siamo andati a
vendere un prodotto è neutra perché noi
abbiamo già proceduto costituendo un
hedge che ci ha coperto del rischio.
Facendo un breve bilancio, come avete
visto l’Italian Trading Forum di quest’-
Alberto Fadelli (destra)
con lo staff di Sal. Oppenheim
anno?
L’ITF di quest’anno l’abbiamo visto cresciuto in quantità e qualità.
Per “qualità” cosa intende?
Qualitativamente rispetto alle opportunità offerte all’investitore di informarsi,
infatti il numero di conferenze è aumentato, le possibilità di informarsi anche e
questo per un investitore è la prima cosa
e anche per noi di Sal.Oppenheim è fondamentale. In secondo luogo la presenza
di sempre più espositori non è solo un
fattore quantitativo ma senza dubbio anche qualitativo.
Magari aumento di espositori favorito
dalla nuova logistica dell’ITF?
Sicuramente. Credo che lo sforzo organizzativo quest’anno sia stato immane
ma sicuramente ha dato e darà i suoi frutti.
Quindi lei ha guardato positivamente
all’evento.
Assolutamente sì. Riteniamo che sia il
punto di riferimento in Italia che catalizza le attenzioni dell’investitore che viene
qui per conoscere, informarsi e scoprire.
10
TRADING ONLINE: “EPPUR SI MUOVE”!
di Marco Marcatili
I
segnali per una ripresa del settore del trading online sembrano esserci tutti. L’aria che si respirava
alla settima ed unica edizione annuale dell’Italian
Trading Forum e le impressioni raccolte dai vari espositori sembrano confermarlo. Le sale seminariali
erano sempre piene, con un’attrattiva pronunciata
per le relazioni dei guru internazionali della finanza;
l’area espositiva era ugualmente, anche se discontinuamente, gremita; da qualsiasi espositore ci si poteva aspettare una risposta positiva alla tediosa domanda “c’è ripresa del mercato?”.Anche l’ultimo
rapporto di Kpmg sulla finanza online italiana pubblicato lo scorso dicembre 2005 conferma che, dopo
un tracollo generalizzato negli anni passati, prosegue senza sosta la diffusione del canale online che
ha registrato dei volumi di eseguiti da record. Elaborando i dati forniti da 64 intermediari tra banche e
sim, l’undicesimo rapporto sull’e-finance afferma
che nel nostro sistema bancario ci sono ormai circa
8,7 milioni di conti on line e di questi oltre 1 milione
è stato aperto nel primo semestre 2005 (+11,5% rispetto allo scorso anno). Cresce anche l’utilizzo del
conto via web: dei circa 3 milioni di conti correnti
operativi (più di uno su tre) oltre 400 mila sono stati
movimentati a partire dal primo semestre di quest’-
anno. In particolare, nel primo semestre 2005 l’operatività bancaria on line della clientela retail è aumentata del 25%, raggiungendo i 14,8 milioni di operazioni. Il trading on line raggiunge nuovi livelli
record. Grazie al positivo andamento dei mercati finanziari, nel primo semestre dell’anno la clientela
privata ha aumentato le proprie operazioni di
trading del 25% rispetto al semestre precedente. Sono stati eseguiti on line circa 16,9 milioni di ordini,
di cui il 23% sui derivati, per un controvalore di 254
miliardi di euro. Nel semestre sono circa mezzo milione gli italiani che hanno fatto almeno una compravendita di titoli via web. Le nostalgiche sensazioni di paura degli anni scorsi, le incertezze sul futuro
e sulla trasparenza dei prodotti finanziari innovativi, la ripresa della fiducia delle imprese contrastata
al calo di quella delle famiglie per le proprie insicurezze sociali non offrirebbero un quadro positivo
per un graduale sviluppo del settore del trading online. Ammesso e non concesso che i dati reali contino più delle sensazioni, i numeri di Kpmg (gli espositori dell’ITF 2006 non hanno osato delle valutazioni
quantitative!) sembrerebbero avallare la celebre frase attribuita a Galileo Galilei a difesa della sua teoria
copernicana: “eppur si muove”.
GLI STAND DELLE PRINCIPALI SIM
DIRECTA
Directa ha presentato uno stand con diversi pannelli e occasioni gastronomiche, dai gelati, serviti da Davide biocchi, a pizzette e tigelle per tutti i visitatori.
11
IW BANK PUNTA
SUL TEAM
Tutti dotati di una stessa felpa con una IW campale i dipendenti di IW
BANK. Stand come sempre luccicante.
TWICE SIM
Twice sim ha cercato di riprodurre l’ambiente della sala operativa schierando un addensamento di trader e computer con multimonitor
XELION
BANCA
Stand
cubista
per Xelion banca, forse a ricordare la diffusione capillare delle filiali di Unicredit.
Effetto
rassicurante ?
12
ADDIO ALLA RECESSIONE ?
Di Marco Marcatili
C
’è chi parla di ripresina e chi invece di ripresa dell’economia incapace di creare nuovi posti di lavoro, e quindi di accrescere i
consumi delle famiglie.
Ma nessuno parla più di recessione. Così come successe negli States,
ora anche l’Italia e i fanalini di coda dell’Europa sperimentano un’uscita dalle secche della bassa crescita.
La fiducia delle imprese è ai massimi dell’euforia tecnologica di fine
anni ’90 e i profitti hanno fatto lievitare i listini di borsa. Tuttavia l’umore delle famiglie resta cupo, molto peggio che dopo gli attacchi alle
Twin Towers.
Gli economisti ci ricordano come ogni ripresa dovrebbe sopportare
almeno quattro tappe: riparte l’export, le imprese investono per tenere
il passo, creano nuovi posti di lavoro ed infine è l’aumento dell’occupazione a rilanciare i consumi. In Europa siamo ancora tra la prima e
la seconda.
Inoltre, non dimentichiamo mai che per i nostri processi di produzione
e di consumo il riferimento è ovviamente all’economia italiana ed europea; per i nostri processi di risparmio, di investimento e di finanziamento il riferimento è al ciclo macroeconomico mondiale e in particolare a quello ancora predominante statunitense.
Dunque, se da un lato l’economia statunitense sta subendo un rallentamento anche in virtù dei numerosi aumenti dei tassi di interesse, tesi a
contrastare ogni eventuale spinta inflazionistica, contro ogni preoccupazione che ciò potesse mettere in crisi le aziende e l’intera economia,
dall’altro lato l’economia italiana ha conosciuto per la prima volta il
fenomeno della ripresa senza la creazione dei posti di lavoro e il rilancio dei consumi privati, con la conseguente crescita del risparmio da
insicurezze sociali, paure per la vecchiaia e per la disoccupazione.
Quindi non adagiamoci sulle ripresine o sulle mezze riprese. “Estote
parati!” su tutti i fronti.
IL MOSTRO TEDESCO
IN AZIONE A RIMINI
Grande interesse ha suscitato Birger Schaeffermeier che ha guadagnato davanti al pubblico 25.000 euro con un trade short sul
Dax, surclassando di molto tutti gli altri docenti della sala tempo
e denaro reale. Poi Birger ha continuato a tradare dalla sua postazione (nella
foto con il suo
assistente Karsten
Hagenhoff) prima di
rientrare
in
Germania dove la moglie
ha partorito da
poco il terzo
figlio.
UN PO’ DI STORIA
DEL TRADING
ONLINE …
Le origini del trading online si devono a
Massimo Segre, fondatore di Directa,
siamo nel 1995.
Directa divenne operativa solo a marzo
del 1996, con l’implementazione di un
sistema tramite computer, ma via modem, non ancora via internet, in un periodo in cui il servizio internet era poco
diffuso e nessuno parlava ancora di
trading online.
In America il fenomeno si è sviluppato
su internet a partire dal 1996. Il servizio
di trading online è stato poi offerto da
altre due società, Mediosim, per le sim, e
Cariplo, a giugno del 1997, per le banche.
Il mercato è poi cresciuto sviluppandosi
in due direzioni: gli istituti di credito,
che già offrivano i servizi bancari, cominciarono ad offrire il trading online
direttamente o tramite delle sim create
appositamente, mentre le sim hanno offerto per prime il servizio di trading online e poi via via i servizi bancari.
Alla fine del 1998 cominciarono i primi
tentativi da parte di Banca Sella ma è
agli inizi del 1999, con il servizio offerto
da Fineco online, che prendeva piede in
Italia quel trading online che ad aprile
dello stesso anno, comprendeva solo sei
società, con l’entrata anche di MPS.
È però grazie a Fineco, per una strategia
di marketing particolarmente aggressiva ed una pubblicità martellante, che il
trading online è diventato un fenomeno
di massa, attirando vecchi e nuovi risparmiatori.
Fineco ha in effetti rivoluzionato il
trading online introducendo un software
americano progettato da TIBCO che
permetteva di offrire una piattaforma
più avanzata, la cosiddetta piattaforma
Java distribuita solo da quell’ anno.
13
UN GADGET PER TUTTI……TUTTI PER UN GADGET!
C’è il rischio che l’ITF diventi come il Motor Show?
di Elisa Cifola
B
irra, Magliette, Acqua, Borse, Pizza, Gelato, Caffè, Borsone, cappellino, maglia, giubbetto del team IWBank, Antistress di varie forme e colori, Matite, Penne, Cappello,
Radiolina …no, non è la mia lista della spesa è solo l’elenco dei gadget che hanno riempito le tasche, le borse e le mani dei
partecipanti all’Italian Trading Forum 2006.
In effetti una persona che entrava come visitatore al Palacongressi
di Rimini a mani vuote ne usciva con borse traboccanti e pesanti
piene delle cose più strane ed assurde che a prima vista ben poco
c’entrano con il trading.
Col senno di poi mi viene spontaneo chiedermi se un trader ha effettivamente bisogno di gadget per essere attratto da nuovi strumenti e prodotti che potrebbero aiutarlo nel suo lavoro. In genere, infatti, i gadget sono usati dagli espositori di una fiera quando il gruppo
dei visitatori dell’evento è talmente vasto per genere, sesso, età e
abitudini e quando i prodotti esposti sono prettamente commerciali
e fanno parte di mercati altamente concorrenziali. Per questo mi
viene spontaneo chiedermi perché una banca o una società che vende informazione, prodotti e servizi finanziari deve ricorrere a strategie pubblicitarie sempre più sofisticate e a gadget sempre più improbabili per fare la sua offerta di vendita. E poi, un operatore di
trading si lascia facilmente convincere dal venditore solo perché invece della solita penna o del solito block-notes gli offre un gelato o
un caffè?
È vero che un visitatore è gratificato dalle attenzioni che riceve attraverso i gadget, ma questi sono poi così utili al raggiungimento
degli obiettivi che la società si è prefissata per una fiera di questo
genere? Vedendo al genere e al numero di gadget proposti in fiera
ho l’impressione che si stia cercando di concentrare la maggior parte delle energie su una ricerca spasmodica dello spettacolo a tutti i
costi lasciando da parte il reale interesse dei partecipanti.
Visto che l’Italian Trading Forum è una fiera atipica, nel senso che
è una fiera in cui vengono presentati, sì dei prodotti ma si vuole comunque dare tanto spazio all’informazione dovrebbe esserlo anche
dal punto di vista dello stile. Per quest o motivo alcuni gadget sono
proprio superflui in quanto strettamente legati a strategie pubblicitarie che sono molto lontane alla mentalità del trader.
Magari sarebbe meglio pensare a qualcosa di diverso delle solite
penne che tutti gli stand offrivano e forse di fianco a gadget gastronomici sarebbe interessante proporre spazi in cui un trader possa
davvero rilassarsi, leggere un giornale e scambiare anche due parole
con i colleghi.
Forse perché sono italiana o perché sono donna ma mi sono divertita raccogliere tutti i gadget della fiera e fare a anche a gara con i
miei colleghi per chi ne aveva di più. Credo tuttavia che questo non
sia l’obiettivo sul quale concentrare tutti gli sforzi poiché si rischia
di dare al trading l’immagine di un Paese dei Balocchi in cui fare
soldi è facile e divertente come raccogliere gadget.
14
15
UNA STRATEGIA VINCENTE!
Tutti i segreti per la migliore performance sui gadget
di Elisa Cifola
O
sservando i comportamenti di molti partecipanti
all’ITF2006 ho potuto strutturare una strategia
vincente per un trader occasionale italiano che a
Rimini ha realizzato la sua migliore performance operando sui gadget.
Ore8: ingesso al Palacongressi di Rimini per potersi garantire i buoni del caffè offerti da IntesaTrade.Il massimo
sarebbe di riuscire a prenderne due, uno da utilizzare subito e l’altro per il pranzo. Secondo step da raggiungere è
quello del bicchiere d’acqua (che dopo il caffè ci sta proprio bene) ed ecco che facendo qualche passo si può usufruire del distributore di Directa. A questo momento è d’obbligo, per il trader, fare il giro degli stand in modo da
potersi rendere conto di cosa la fiera gli propone accettando borse capienti con l’obiettivo di riempirle nel pomeriggio.
Ore9: seguire qualche seminario, corso o presentazione di
prodotti nei vari stands perché per un trader ogni momento è buono per imparare e operare.
Ore11 è d’obbligo sgranchirsi le gambe e avviarsi verso
lo stand di Enigma Trading Services prendersi una bottiglietta d’acqua, debitamente pubblicizzata dalla società,
rifarsi gli occhi guardando qualche bellezza autoctona e
tornare al seminario.
Ore 13: pranzo. Tornare in sala espositori per mangiare
qualcosina approfittando sempre di Directa che offre pezzi di gnocco/pizza/piada/schiacciata/focaccia (lascio a voi
decidere il termine più adatto a causa delle diverse tradizioni linguistiche regionali) e di RTS per la birra da accompagnare al pasto. La pausa continua sempre da ItesaTrade per il caffè dopo, però, essere passati da
Sal.Oppenheim per il cioccolatino.
Ore14: seminario. Il ritorno in sala per un'altra sessione
informativa deve essere accompagnato dall’attesa della
pausa delle 16 nella quale poter gustare quel gelato tanto
atteso dopo averlo intravisto durante la mattina.
Ore16: breve pausa per il gelato offerto da Directa con
tanto di Davide Biocchi in tenuta da gelataio
Ore 18: giro turistico in sala espositori. Stanco dai tanti
seminari seguiti durante il giorno il perfetto trader occasionale torna tra gli stand per vedere cosa può essergli utile una volta tornato a casa. E’ ora che inizia a pensare alle
vacanze estive al mare con la famiglia e accetta di buon
grado il freesby da Societé Générale; pensa ai figli che
dovendo andare a scuola hanno bisogno di penne e ne trova una vasta gamma da quella normali a quella più divertente di Chicago Mercantile Exchange. Gli viene in mente la moglie che ha iniziato a fare jogging e va da Nuovi
Investimenti dove gli offrono una radiolina da passeggio;
poi ripensa al suo lavoro e al suo stato d’animo quando fa
trading e allora fa scorta di palline antistress dalle forme e
dai colori più diversi. Pensa ai suoi amici e alle partite a
calcetto e allora torna da Enigma Trading Services e da
Morningstar per fare scorta di t-shirts. Infine fa un salto
anche da IWBank in cui riesce ad unire l’utile al dilettevole. Infatti è qui che acquistando alcuni prodotti o servizi
riceve in omaggio il kit del perfetto trader comprensivo di
maglia, felpa, borsone, giubbetto. Soddisfatto torna dalla
sua famiglia alla quale mostrerà i suoi trofei frutto del
suo impegno nell’attuazione della sua strategia.
Sperando che questa strategia possa aiutare molti nella
prossima edizione attendiamo con ansia di conoscere cosa
si inventeranno la prossima volta gli espositori.
Buon gadget a tutti!
BIOCCHI GELATAIO
E’ stato uno degli episodi più simpatici
di tutta la fiera. Davide Biocchi, noto
trader italiano, testimonial di Directa,
si è improvvisato gelataio alla fiera di
Rimini con tanto di grembiule e, se mi
consente l’amico Biocchi, anche di
physique du rôle. Capisco che il gobbo
che dice gobbo al gobbo è la cosa più
sgradevole che possa succedere, e che
Davide potrebbe replicare che se nel
ruolo ci stava bene lui ci sarei stato,
haimé, bene anch’io. Ma regaliamo al
pubblico una foto rubata al Biocchi
mentre si indaffara a servire gelati. L’aspetto è molto compreso nel ruolo.
(etom)
16
COME LA LOTTERIA DI CAPODANNO
Le lotterie che fanno sognare i trader
di Elisa Cifola
Non è poi così strano immaginarsi un trader che oltre nei mercati finanziari tenta la fortuna anche altrove come per esempio al casinò o attraverso i più disparati strumenti. Così non mi fa più neanche tanto strano il fatto
di vedere come anche l’Italian Trading Forum, tempio sacro del trading in Italia, abbia aperto le sue porte anche alle lotterie. Ma siccome il trader è un tipo metodologico al quale piace scegliere e decidere, anche in questo
è stato accontentato dalla presenza in fiera di tre tipi diversi di concorsi. Il più semplice e meno impegnativo
era “Vola a Parigi con Nuovi Investimenti” al quale si partecipava compilando e imbucando un coupon nell’urna all’interno dello stand per poi attendere l’estrazione del viaggio per la capitale francese. Ad un livello intermedio si posizionava “Azzecca il malloppo” lanciato da Directa, con il quale si chiedeva agli interessati di indovinare il valore in euro contenuto in un sacco e chi si sarebbe avvicinato di più avrebbe vinto il primo premio e
così via. Infine c’era la tipologia più sofisticata e impegnativa, ma anche più strategica, proposta sia da Fineco
e da Banca Sella ma con due versioni differenti. Banca Sella con l’operazione “Sella Extreme clik&fly ” invitava
gli interessati ad operare in borsa nei prossimi tre mesi per partecipare all’estrazione di un viaggio a Wall
Street. Mentre Fineco, con un fiuto forse maggiore, accalappiava l’attenzione degli uomini presentando in fiera
delle fantastiche Ducati Monster che erano il premio del concorso “Vinci una Ducati Monster con un ordine in
borsa”.
Non sappiamo i risultati di queste lotterie e concorsi ma di certo abbiamo la conferma che anche i Trader sognano.
CONCORSI PER
TUTTI I GUSTI
ALL’ITF
Dal viaggio a Parigi di Nuovi Investimenti al concorso di Banca Sella,
dal “acchiappa il
milione di Directa“ alle moto di
Fineco, chi avesse
voluto sfidare la
sorte era accontentato
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UNA ALLOCAZIONE EFFICIENTE
DI PORTAFOGLIO: TECNICHE A CONFRONTO
di Marco Turrini
Tematica particolarmente sentita all’ Italian Trading forum 2006, dato il gran numero di incontri e interventi
centrati sulle sue innumerevoli tecniche, il money
management consente di gestire il rischio operativo rispondendo alla fondamentale domanda “ quanto devo investire in una data operazione”. Tra le tante tecniche
spiegate e implementate vorrei riproporre la tecnica di
Kelly.
John Kelly, che lavorava per il Bell Laboratory in
AT&T , sviluppò originariamente la formula per la quale
è conosciuto per studiare i problemi di noise sul segnale
che si presentavano nelle telefonate in lunga distanza. Subito dopo che il metodo venne pubblicato, però, la comunità dei giocatori d'azzardo professionisti si rese conto del
potenziale che il metodo esprimeva quando applicato all’
ottimizzazione delle puntate delle scommesse. Il sistema
permette ai giocatori di massimizzare la scommessa ottimizzandola per il lungo periodo. La formula di Kelly può
essere espressa dall’equazione
Kelly % = W - (1 - W) / R
dove:
W = è la probabilità di vincita
R = è il rapporto vincita media/perdita media
La formula di Kelly è di facile implementazione, basta
seguire i seguenti passaggi:
?? Registrate le vostre ultime 50-60 operazioni sul mercato. Prendete la lista delle operazioni fatte con il vostro
broker oppure, se state usando un sistema meccanico di
trading, potete effettuare un back testing dello stesso e registrare i valori ottenuti.
?? Calcolate il "W", cioè le probabilità di vincita. Per fare questo, dividete il numero delle operazioni che hanno
generato un guadagno per il totale delle operazioni effettuate (positive e negative). Il risultato sarà un numero
compreso tra 0 ed 1 (esempio: 50 operazioni totali. 30
chiuse in gain e 20 chiuse in perdita: W= 30/50 = 0.6 ).
Calcolate "R". Per fare questo dividete il valore medio del
gain generato dalle operazioni positive per il valore medio
dei loss. (ad esempio: media delle operazioni in gain
=500€ ; media delle operazioni chiuse in loss = 300€;
R=500/300= 1.66 ).
L’interpretazione del risultato è facile. La formula
(che a volte può essere espressa come F=((R+1)*P-1)/
R dove F= percentuale capitale da utilizzare nell'ope-
ratività, P= percentuale di vincite del sistema (trade
vincenti/trade perdenti), R= rapporto tra trade vincenti e perdenti (in valore assoluto)) produce come risultato un numero sempre minore di 1. Esso rappresenta
la dimensione (size) della posizione che dovrebbe essere assunta sul mercato; la percentuale del portafoglio, cioè, con la quale bisognerebbe eseguire l'operazione. Se il risultato della formula fosse 0,199 il criterio di Kelly suggerirebbe di allocare non più del 19.9% del capitale a disposizione per eseguire ciascuna
operazione (quindi un massimo di 5 operazioni su diversi strumenti in contemporanea). C’è da riconoscere
tuttavia, che nessun sistema di money management è
perfetto. Questo sistema aiuta a diversificare il portafoglio in maniera efficiente, ma sono molti i bug. Non
può selezionare il titolo vincente al posto nostro
(stock picking) e non può predire improvvisi market
crash. Inoltre la formula può generare risultati spropositatamente alti che sarebbe bene ignorare (quelli,
per intenderci superiori, al 20-25%) e trascura importanti parametri di valutazione come il drawdown del
sistema, il numero delle operazioni in perdita, la volatilità del mercato..etc.
Interessante è notare come si aumenta la dimensione dell'investimento quando si sta guadagnando, mentre si diminuisce il capitale d'ingresso qualora si inizi a perdere.
Questo comportamento che sembra del tutto logico risulta
ribaltato nelle teniche basate sul principio della martingala che prevede che dopo ogni perdita si aumenti il capitale
alla giocata successiva. Paradossalmente infatti meno capitale abbiamo e più rischiamo. Esistono anche tecniche e
campi di applicazione del principio opposto: l’antimartingala che prevede di diminuire l’entità della scommessa
dopo ogni sconfitta.(ovviamente dopo ogni vittoria il tutto
si azzera e si rincomincia da capo).Per concludere una
possibile evoluzione della formula di Kelly è data dalla
seguente espressione, definita dal suo creatore, Larry Williams, come la "chiave per il Paradiso" .
N. CONTRATTI = (CAPITALE * % RISCHIO)
/ MASSIMO DRAWDOWN
La percentuale di rischio è un parametro soggettivo che
indica la tolleranza al rischio del trader, e varia da persona
a persona.
ABBONATI ALLA RUBRICA DI BIRGER SCHAEFFERMEIER SU LOMBARDREPORT.COM
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ANCHE LE “SISTERS” SI QUOTANO IN BORSA ?
NEL TEMPIO DEL DIO MAMMONA
LE MISSIONARIE FRANCESCANE DI RIMINI
di Elisa Cifola
Quanti tra i partecipanti allo scorso Italian Trading Forum si sono accorti
che all’ingresso del Palacongressi di Rimini, tra il banco delle informazioni
e la porta principale della sala standisti sulla destra, era stato allestito uno
“strano” stand? Immaginando che pochi, ma sperando il contrario, possano
rispondere positivamente vi dico con piacere che l’“azienda” che aveva allestito quello stand è forse quella storicamente più solida e sulla quale, forse, varrebbe la pena investire: le Suore Francescane Missionarie di Cristo di Rimini. Della loro presenza si deve ringraziare il direttore commerciale di Traderlink Paola Fabbri la quale, conoscendo per motivi personali
le suore e il loro operato, le ha invitate con le volontarie per presentare ai
partecipanti dell’evento clou del settore in Italia i loro progetti futuri.
Avvicinandomi con curiosità e perplessità, lo ammetto, mi sono soffermata
Lo stand delle Suore Missionarie francequalche minuto a curiosare tra i prodotti presentati e a scambiare qualche
scane di Rimini
parola con loro.
Sono stata sorpresa dalla risposta pronta della suora che alla mia domanda “come mai uno stand umanitario all’Italian Trading Forum?” mi ha
detto “beh, non credi che anche questo sia un modo nuovo di investire?”
La discussione è andata avanti per un paio di minuti sui loro progetti in
Tanzania e Romania, che prevedono la costruzione di un pozzo nello stato africano e di una mensa per i bambini poveri della nazione che presto
farà parte dell’Unione Europea, ma per tutto il tempo la risposta della
suora mi ha invaso la mente facendomi riflettere. Infatti mi sono chiesta:
se ognuno dei partecipanti all’Italian Trading Forum si fosse soffermato
un attimo a guardare quello stand e avesse deciso di investire lo 0,1% del
suo risparmio in uno di quei progetti forse oggi qualcuno vivrebbe una
vita più serena. Forse sì, anche il settore umanitario è un settore in cui investire, ma questa volta più che usare l’analisi tecnica, l’intuizione e un
briciolo di incoscienza per operare è richiesto, al contrario, l’uso del cuore e delle emozioni. La mia provocazione lanciata alle volontarie è stata
quella di osare di più e per l’anno prossimo di chiedere uno spazio proprio all’interno della sala standisti perché anche loro hanno prodotti e
strategie da vendere!
Per ironizzare un po’ anche loro pian piano si stanno adeguando al mondo della finanza e della fiera e così se ti avvicini puoi sentire parlare di
“sisters” e potrai ricevere in omaggio un gadget di certo più gustoso di
penne e block-notes, come sacchettini di prelibati biscotti fatti da loro
con dedizione e pazienza come perfetti trader!
Paola Fabbri con una sorella
L’ILLUSIONE DELLA RICCHEZZA E
LA REALTA’ DEGLI ALTRI CHE HANNO BISOGNO
Bene hanno fatto Paola Fabbri, Mauro Pratelli e Stella Boso, la moglie del compianto Michele Maggi, organizzatori
con le loro società Trader Link e Trading Library, ad invitare le Suore Missionarie francescane di Cristo all’ITF di
Rimini. L’iniziativa è di Paola Fabbri e onestamente non può che essere lodata. Affiancare alle varie tombole della
nostra industria anche una realtà che ricordasse a tutti che ci sono anche altri il cui sogno non è di diventare ricchi in
fretta e tanto ma di avere l’acqua potabile o un piatto da mangiare. Lo so che anche la beneficenza è un business, e
chi la vuole fare la fa da solo, ma questa è la migliore scusa per rimanere mano nella mano.
Sarebbe bene che anche altri player dell’industria si ricordassero di questa aspetto quando fanno promozione. (Etom)
19
I FONDI COMUNI E LA LORO VALUTAZIONE
IN UN OTTICA COMPARATA
di Marco Turrini
D
a annoverare tra le grandi
novità di questo Italian
Trading Forum 2006, la
partecipazione del mondo del risparmio gestito ha contribuito non poco
ad animare la manifestazione. Vorrei
dunque riprendere l’analisi dei principali criteri di valutazione dei fondi
comuni, facendo il punto di quanto
esposto ai relativi incontri, e chiudendo con alcune considerazioni sui
suoi convenzionali antagonisti: gli
ETF. L'interesse principale di chi ha
sottoscritto un fondo di investimento
è quello di conoscere di quanto sia
cresciuto il valore della propria quota, per cui l'espressione di un giudizio sulla qualità di una gestione deve
necessariamente focalizzarsi sulla
performance. Tale valutazione richiede l'analisi congiunta di due elementi: il rendimento ottenuto e il rischio
che l'investimento comporta, legati
tra loro dalla ben nota relazione diretta. Dalla moderna teoria del portafoglio è desumibile come il rischio
per il quale si viene compensati non
sia quello complessivo, misurato dalla deviazione standard, ma la sua sola parte sistematica (quella non eliminabile con la diversificazione e che
attiene alle covarianze) come misurato dal coefficiente beta che esprime
appunto la sensibilità del fondo ai
movimenti del mercato. Dopo questa
precisazione si può passare ad esporre alcuni indici detti RAP (risk adjusted performance) i quali sintetizzano in un indice una misura di
rendimento correlata al rischio. Il
primo considerato è l’indice di Sharpe che rappresenta il premio per il
rischio per ogni unità di rischio assunto (quindi è dato da: rendimento
del portafoglio – rendimento attività
prive di rischio / deviazione standard
dei rendimenti del portafoglio). Ovviamente il fondo con l'indicatore più
elevato è quello che è riuscito a creare il maggior valore per unità di rischio piazzandosi al primo posto nell'ambito del trade -off rischio rendimento. Il secondo indicatore
trattato e l’alfa di Jensen definito come l’extrarendimento che un fondo
di investimento ha prodotto rispetto
alla redditività che avrebbe dovuto
offrire sulla base del suo livello di
rischio sistematico (quindi una semplice differenza tra i due valori) E’
anche possibile tenere conto delle diversità tra i vari fondi e rapportare i
rendimenti di questi non al mercato
in generale ma allo specifico benchmark di riferimento. Così facendo
si rendono disponibili due misure: il
tracking error, ossia la differenza tra
il rendimento del portafoglio e quella
del benchmark , che mette in luce il
valore aggiunto del gestore e l’information ratio, costruito rapportando
la media e la deviazione standard del
tracking error, che evidenzia sia l’extra-rendimento sia l’extra-rischio
del fondo rispetto al benchmark. Accanto ai singoli indici sopra riportati
esistono metodi che si basano sulla
aggregazione di più criteri (come
l'indice sintetico di Prometeia) i cui
risultati risentono in modo significativo dei pesi attribuiti ai singoli criteri. Una valutazione sui fondi di più
ampio respiro non può trascurare un
minimo accenno agli ETF i cui indubbi vantaggi di ridotti costi e trasparenza uniti ai rendimenti fatti registrare li rendono spesso un’alternativa migliore. C’è da aggiungere
inoltre che abbinati ai servizi dei
broker possono di fatto trasformarsi
in strumenti di gestione attiva sfruttando la direzionalità del mercato e
facendo così crollare l’assunto di
rendimenti uguali al mercato. Forse
l’unico vero svantaggio rimasto rispetto ai fondi riguarda l’investire in
indici invece che in titoli che comporta un allontanamento dai fondamentali economici; il prezzo dei titoli tenderà ad essere determinato dall'andamento dell'indice (e non viceversa)
e dal peso al suo interno.
BUONISSIME
Se è vero come sostiene Elisa Cifola che in
una fiera frequentata solamente da maschi si
scateni presto la guerra delle standiste dobbiamo dare la palma delle “buonissime” alle
ragazze dello stand di Enigma Trading Services. Nell’intervista a Marco Cannovale di
Marco Marcatili sembra che questo titolo
d’onore sia stato raggiunto per caso. Ne dubitiamo. Comunque sia le tre “buonissime”
hanno sconvolto alcuni avventori, uno dei
quali si è peritato di lasciare nello spazio della bacheca in fiera un post it con il suo numero di cellulare ed una invocazione per
contattare le tre “buonissime”. (etom)
20
TUTTI I COLORI DELLE MATERIA PRIME
Intervista a Marco Belmondo, responsabile di AbnAmro
di Elisa Cifola
U
na base bianco latte, due carrelli della spesa uguali a quelli che
ogni giorno accompagnano le nostre
spese, dei bidoni bianchi e un grande
muro colorato fatto di tante piccole
immagini di prodotti comuni che insieme ai carrelli della spesa tutti noi
oggi utilizziamo. Ecco il segreto di
Abn Amro all’Italian Trading Forum
2006 e il motivo per cui Top Trader
Magazine ha nominato lo stand di
Abn Amro “il più curioso dell’evento”.
Sembra che per questa edizione
dell’ITF Abn Amro abbia scelto di
coniugare il suo trading al mondo
dell’arte utilizzando per lo stand
uno stile che si avvicina alla popart, come mai?
In realtà l’unica cosa che abbiamo
voluto fare è stata quella di rappresentare i nostri strumenti in maniera
consona e coerente con quella che è
la nostra comunicazione.
In questo momento Abn Amro propone investimenti sulle materie prime
ed è per questo che abbiamo deciso
di incentrare sia la nostra campagna
pubblicitaria sia il nostro stand qui a
Rimini sulle materie prima realizzan-
do un muro
che le rappresenta e siccome le materie
prime di per
sé sono colorate anche il
nostro stand
ha preso colore.
Coma
mai
questo interesse
alle
commodities?
Perché pensiamo
che
Marco Belmondo con il nostro inviato Marco Marcatili
l’investimento migliore per i clienti sia quello su debuttare in questa fiera due piazcose che conosce bene e cosa si co- ze straniere, Eurex e Chicago Mernosce meglio di ciò che si vede, si cantile Exchange. Lei pensa che
consuma ogni giorno? Le commodi- l’ingresso di queste due piazze sul
ties in questo senso più concrete e nostro mercato sia una cosa buona
tangibili rispetto alle azioni poiché si per la finanza italiana?
riferiscono a cose di cui tutti ogni Penso sia una cosa buona ma penso
giorni o almeno una volta nella no- anche che l’approccio verso queste
stra vita abbiamo avuto esperienza, borse debba essere facilitato attraverabbiamo toccato o visto.
so una conoscenza e un’informazione
sempre più approfondite e in italiano.
Quest’anno l’ITF ha cerca di fare Gli italiani sono in questo molto itaun connubio tra risparmio e liani e preferiscono investire sulle atrading come crede che sia riparti- zioni italiane che su quelle estere che,
to soprattutto dei piccoli investitori in effetti, assumono ancora volumi
tra i vari prodotti finanziari e con marginali.
riferimento ai vostri prodotti?
I nostri prodotti non sono prodotti di Lei crede che l’Italian Trading Forisparmio sono prodotti di investi- rum stia spostando la sua attenziomento che possono essere suddivisi ne sulle esigenze di education dei
in categorie diverse. Noi stiamo pun- piccoli investitori o sia ancora un
tando di più a un tipo di investimento evento destinato agli addetti ai la“tranquillo” piuttosto che speculativo vori?
il quale rappresenta il 10-15% dei no- Sicuramente l’ITF è nato per gli adstri investimenti mentre il resto è un detti ai lavori ma man mano si sta alinvestimento accessibile a tutti anche largando per incontrare un pubblico
a chi non ha conoscenze approfondi- sempre più ampio e con meno conote . E’ meglio investire dove si cono- scenze e che viene qui ad informarsi
sce e lo ripeto sempre ai clienti non rassicurato anche dalla presenza delle
investite se non conoscete bene.
maggiori case di investimento che
offrono la loro esperienza.
Per la prima volta abbiamo visto
21
IL TRADING CHE DIVENTA ANCHE TRENDY
Intervista a Mario Cannovale,
responsabile di Enigma Trading Services
di Elisa Cifola
Chi all’ultima edizione dell’Italian
Trading Forum non si è lasciato affascinare dalla bellezza e dalla particolarità dello stand rosso fuoco che era
posizionato a ridosso della zona WiFi? Si trattava dello stand di Enigma
Trading Services il quale racchiudeva
in sé la professionalità e uno stile
davvero trendy. Come non notare le
belle hostess sempre sorridenti e
sempre con un abbigliamento coordinato e ricercato nei particolari unendo la moda alla promozione finanziaria?
A noi sembra che lo stand di Enigma Trading Services sia quello più
trendy tra tutti quelli visti in fiera.
Come e perché lo avete scelto?
È il primo anno che scegliamo di costruire uno stand particolare e ricercato. L’impressione di chi viene per
la prima volta a questa fiera, o perlomeno la mia, è che ci sia poca attenzione per questi dettagli che da pochi
sono ritenuti importanti. Noi abbiamo
speso molto non solo di tempo per la
scelta dello stand che evidentemente
è stato fatto da un designer, e si vede
che no sono due semplici pannelli
messi lì, ma anche molti soldi perché
crediamo che mostrare ai clienti una
certa immagine sia importante quanto
la professionalità di chi lavora.
Anche la scelta delle ragazze è sta-
ta mirata per centrare l’obiettivo di colpire il visitatore?
Una ragazza fa parte del nostro
back office le altre sono sue amiche. E’ che sono particolarmente carine e il fatto che si divertano e si sentano a loro agio
aiuta a dare una buona impressione allo stand.
E la scelta di un abbigliamento uguale per le ragazze ha
sempre lo stesso obiettivo di
presentarsi con un’immagine
senza dubbio accattivante?
Ci siamo limitati a comprare alle ragazze un paio di jeans uguali per tutte e poi la felpa è
una normale felpa alla quale è
stato applicato lo stemma della società.
Spostando l’attenzione a temi più
finanziari voi cosa offrite ai clienti?
La nostra società offre i derivati esteri e tutto ciò a loro connesso. Tra un
po’ cominceremo sulle commodities.
Ma quello che offriamo non si limita
al derivato estero e al prezzo che sicuramente è imbattibile, noi offriamo
delle sale di trading. Noi non siamo
ancora on-line e per ora non abbiamo
intenzione di andarci.
Proprio in questo senso le propongo due riflessioni. Per prima cosa si
dice che la malattia del trader sia
la solitudine per questo le chiedo se la creazione di sale di trading
possa risolvere un po’
questo problema. La
seconda domanda è se
si può attribuire ancora un valore sociale al
trader che secondo noi
si sta perdendo.
È vero che si perde il
valore sociale. Sono assolutamente d’accordo.
Io sono un trader vecMarco Marcatili di Top Trader Magazine (sinistra)
con una delle “buonissime” (centro)
chia maniera. Ho inizia-
to a farlo in altri contesti 32 anni fa
quando si iniziava a fare trading in
banca. Dopo la laurea ti mettevano lì,
in una sala in cui si faceva trading e
non ti spiegavano granché e tu non
sapevi bene neanche dove eri e cosa
stavi facendo. Questo era il trader di
una volta e da questo tipo di trader
sono nati i trader che possiamo vedere qui e che non hanno niente a che
fare con quelli di un tempo di un
tempo come ero io.
La malattia del trader secondo noi,
anzi secondo me proprio perché le ho
vissute tutte, è che stare in casa in pigiama e pantofole davanti allo schermo alla fine ti abbrutisce probabilmente ti aiuta a perdere. Non c’è nessuna ricetta valida per guadagnare ma
senza dubbio il contesto è importante. In questo senso lavorare in un
contesto che ti rende positivo ti aiuta
ad essere positivo e ti dà maggiori
possibilità di guadagno oltre a renderti più umano.
Parlando con Mauro Pratelli ci ha
dato una percentuale sulle presenze in fiera che si aggirano intorno
alle 2800 persone. Tra queste secondo lei in che rapporto stanno i
(Continua a pagina 23)
e Marco Cannovale (destra)
22
(Continua da pagina 22)
trader occasionali con quelli professionisti ?
È perlomeno un rapporto di 2 a 1.
Basta vedere gli stand dei grossi, IntesaTrade, Fineco, IWBank , ecc...,
che sono gli stand più impegnati.
Senza nulla togliere a questi nomi,
questo vuol dire che il trading di
massa sceglie questo tipo di provider
che sono prevalentemente occasionali
ma questo avviene ovunque in Europa, negli Usa.
L’obiettivo di education è senza
dubbio il più importante dell’evento ma considerati gelati, birra non
c’è il rischio di trovarsi il prossimo
anno ad avere un evento del tutto
simile al Motor Show?
E’ possibile .Di didattica ce n’è tanta
ma vediamo che c’è poca selezione.
Questo si rifà al discorso di prima per
rispondere bisogna chiedersi quale è
il target a cui ci si riferisce. Per alcuni è la massa che sicuramente è un
mercato conveniente molti a cui dare
poco, e qui ci si rifà anche al discorso
sulla scelta dello stand, per altri sono
è un gruppo più esperto e più formato
a cui dare tanto. La questione è scegliere o pochi a cui dare molto o tanti
a cui dare poco, ma il mercato è così
per tutto dalla pasta, le patate, i carciofi al trading.
Quali sono le curiosità, l’ interesse
e le domande che i visitatori vi porgono anche in relazione ai vostri
prodotti?
Noi abbiamo notato un interesse
maggiore ai derivati che sono i prodotti che offriamo, chiedono quali
sono, i prezzi e le possibilità che vengono loro date. Rispetto all’anno
scorso si soffermano di più su questo
tipo di prodotti chiedendo e informandosi. Solo un anno fa si sarebbero fermati più per il gadget, avrebbero fatto una domanda ma si sarebbero
fermati lì.
Perché secondo lei i piccoli investitori sono molto più attratti dai derivati dove ci sono molti più “lupi
cattivi” di mezzo e non sono invece
attratti da altri strumenti come le
obbligazioni convertibili o sull’azionario?Per me questo è un sintomo di rischio e di irresponsabilità
per alcuni a causa della scarsa informazione….
Secondo me è come per la politica, si
dice che gli italiani non leggano e
non si informano. Secondo me la
gente si interessa magari legge poche
righe ma legge perché vuole capire e
conoscere per farsi un’idea.
ITF IN CIFRE ED IN NUCE
di Marcatili, Cifola, Turrini
Richieste di partecipazione
Partecipanti effettivi
ITF 2006 (maggio)
3.436
2.834
ITF (aprile)
2.668
2.178
Area espositiva
3.000 mq
2.000 mq
Numero espositori
Sale seminariali
Guru internazionali
50
6
5
30
3
0
Fonte: Traderlink
Punti di vista
L'organizzatore…
Gli stranieri…
Informazione
Mauro Pratelli
(Traderlink)
«tanta»
Anitta Koskinen
(Chicago Mercantile Exchange)
60%
Bernhard S. Bleurer
(Eurex)
Vendita
Intrattenimento
«abbinata all'in- «non dovrebbe
formazione»
esserci»
20%
20%
«C'è molta gente che rincorre il gadeget,
ma questo è tipico dell'italiano»
Il venditore…
Aberto Fadelli
(Sal.Oppenheim)
70%
20%
10%
Gli osservatori...
Marco Marcatili ed Elisa Cifola
(Top Trader Magazine)
50%
25%
25%
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