La sfida di Gioia Tauro
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La sfida di Gioia Tauro
INFRASTRUTTURE La sfida di Gioia Tauro Sovrastrutture stradali in area interportuale: l’ampliamento dei piazzali “alti fondali”. Con un obiettivo: raddoppiare i volumi di traffico nel prossimo quinquennio Antonio Montepara, Felice Giuliani Antonio Montepara, professore Ordinario di “Costruzione di Strade, Ferrovie e Aeroporti” presso la Facoltà di Ingegneria e presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Parma Felice Giuliani, professore associato di “Progettazione Avanzata di Infrastrutture Viarie”, “Cantieri e Impianti per Infrastrutture”, “Tecnica ed Economia dei Trasporti” e “Controlli sui materiali stradali e sperimentazione” della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Parma L e azioni intraprese ed in progetto sul porto di Gioia Tauro sono finalizzate a consolidare e ad ampliare le potenzialità del porto, già da tempo dotato di grande capacità operativa e con trend di crescita che porteranno al raddoppio dei volumi di traffico nel prossimo quinquennio. I volumi del 36 • Progetto&Pubblico 26/2006 Settembre traffico di container, in soli dieci anni di attività risulta particolarmente importante. Nel corso dell’anno 2005 sono stati movimentati 3.160.981 TEUs. Nell’anno 2004 il numero complessivo di TEUs movimentati da e verso altri porti nazionali è stato pari a 345.145, il che conferma la rilevante funzione dello sca- lo, quale sorgente di traffico. Lo sviluppo delle infrastrutture stradali e ferroviarie dell’area prefigura un aumento delle merci movimentate con modalità non marittima. Il nuovo piazzale si inserisce dunque in un contesto di vivace incremento delle attività portuali dove i requisiti prestazionali delle infrastrutture devono tenere il passo delle ambiziose esigenze del mercato. L’ampliamento delle aree di stoccaggio “alti fondali” del terminal di Gioia Tauro Oltre 26.000 m2 di pavimentazione in elementi autobloccanti in calcestruzzo, circa 19.000 m2 di pavimentazione semirigida rinforzata, per complessivi 45.600 m2 di estensione, l’ampliamento delle aree di stoccaggio del terminal lato Gioia Tauro della banchina “alti fondali” rappresenta il più recente intervento realizzato nell’attivissima area portuale calabrese. La sovrastruttura dei piazzali, dimensionata in considerazione della gravità del traffico pesante previsto e dello stazionamento nell’area in oggetto di grandi carichi statici, è chiamata ad assolvere alle funzioni richieste con le condizioni climatiche tipicamente mediterranee che compor tano elevate temperature al suolo. La particolarità dell’intervento consiste nella realizzazione di una sovrastruttura di tipo semirigido con conglomerati bituminosi rinforzati in alternativa alla soluzione della pavimentazione rigida in calcestruzzo. L’esercizio della parte già esistente della struttura portuale ha reso necessaria la programmazione di interventi specifici sulla banchina e nell’area di manovra dei mezzi “Straddle carrier”, in particolare per salvaguardare la funzionalità della pavimentazioni, anche in conglomerato cementizio armato, che sono state più volte interessate da un diffuso degrado superficiale. Le opere previste, iniziate a febbraio del 2005 e concluse in 180 giorni, incremen- tano dunque l’estesa area di stoccaggio a servizio della banchina terminal container di Gioia Tauro. Condizioni di carico nei piazzali di stoccaggio La severità del traffico veicolare previsto e dello stazionamento nell’area di grandi carichi statici si somma alla presenza di speciali mezzi meccanici mobili atti al trasporto ed alla sovrapposizione di più container.Tali mezzi, denominati Fork Lift Truck, data la loro struttura e la contenuta velocità di marcia, impongono alla pavimentazione grandi sforzi concentrati, amplificati dalle azioni di sterzatura, accelerazione e frenatura proprie di questi potenti veicoli, il più delle volte circolanti con diversi container pieni impilati. Tali mezzi, comprensivi di spreader, possiedono peso a vuoto dell’ordine dei 500 kN e costituiscono un potenziale carico dinamico superiore a 950 kN. Nella condizione di moto stazionario e nella fase statica, tale peso complessivo si ripartisce in modo diseguale fra due assi: anteriore, costituito in genere da due coppie di ruote gemellate, e posteriore ad asse singolo. Sulla verticale dell’asse anteriore, che risulta maggiormente caricato, si innalza il braccio meccanico di sollevamento container. In fase progettuale, ai fini del dimensionamento della pavimentazione, può ritenersi necessario attribuire l’intero carico proprio all’asse anteriore, in considerazione delle fasi di frenatura o di altre configurazioni particolarmente gravose. La pressione di contatto al suolo, riconducibile in prima approssimazione alla pressione gonfiaggio dei pneumatici, è dell’ordine di 1,2 MPa ma necessita comunque di una quantificazione specifica che tenga conto di azioni esasperate che si originano laddove il carrello sollevatore effettua movimenti rotatori di piccolo raggio, con una delle ruote che funge da perno a terra. Le configurazioni di carico in esercizio risultano, in ogni caso, diverse e riconducibili a situazioni non proprie della tradizionale progettazione Ampliamento dei piazzali “alti fondali” Oltre 26.000 m2 di pavimentazione in elementi autobloccanti in calcestruzzo, circa 19.000 m2 di pavimentazione semirigida rinforzata, per complessivi 45.600 m2 di estensione, l’ampliamento delle aree di stoccaggio del terminal lato Gioia Tauro della banchina “alti fondali” rappresenta il più recente intervento realizzato nell’attivissima area portuale calabrese. stradale. Alle pressioni esercitate a terra dalla singola ruota di Staddle Carrier o di Stracker (15.000 daN) si devono aggiungere azioni di più complessa modellazione quali il potenziale urto fra container, la conformazione in linea o puntuale degli appoggi degli stessi, le importanti azioni tangenziali. Geologia e caratteristiche geotecniche dei terreni di sottofondo La natura dei terreni presenti in situ, essenzialmente sabbiosa, non ha richiesto interventi di sostituzione o di stabilizzazione chimica. Un’incisiva azione di compattazione meccanica, esercitata da rulli vibranti di peso elevato, ha consentito il raggiungimento del necessario addensamento per le caratteristiche portanti richieste. Le indagini geognostiche basate su sondaggi e prove penetrometriche dinamiche hanno infatti evidenziato una formazione più superficiale da sabbie grigio-giallastre poco addensate (primi 2÷3 metri di profondità), o molto addensate a profondità maggiori estese fino a circa 80÷90 metri. Scelta della sovrastruttura La destinazione d’uso del piazzale e della viabilità connessa hanno richiesto la realizzazione di una sovrastruttura di elevata capacità portante, individuata in una pavimentazione di tipo semirigido costituita da una fondazione in misto granulare stabilizzato con cemento Portland di 45 cm di spessore, uno strato di binder in conglomerato bituminoso realizzato con bitume modificato di tipo hard (10 cm) ed un manto di usura speciale tipo Splittmastix Asphalt (SMA) di 5 cm di spessore. All’interfaccia fra gli strati bituminosi è stata inserita una geogriglia in fibra di vetro. La superficie stradale risulta in tal modo rinforzata nei confronti delle severe azioni di punzonamento, scelta progettuale mirata a tutelare la regolarità e la stessa integrità dei piani carrabili e delle aree di stoccaggio. Il dimensionamento degli spessori degli Imboccatura Bacino di rotazione - Sud Bacino di rotazione - Nord Banchina per transhipment container Banchina per transhipment automobili Banchina per traffico commerciale e passeggeri larghezza diametro diametro lunghezza lunghezza lunghezza 280 m 750 m 450 m 3011 m 384 m 991 m Banchina per darsena di servizio Banchina pontoni Canale Profondità fondali lunghezza lunghezza larghezza 12,50 - 18,00 m 257 m 200 m 210 m Progetto&Pubblico 26/2006 Settembre • 37 INFRASTRUTTURE strati legati a bitume tiene in debito conto la capacità della rete di assorbire le tensioni di trazione esistenti all’interfaccia fra manto superficiale SMA e strato di binder, quest’ultimo sovrapposto allo strato in misto cementato che costituisce l’elemento eminentemente portante della sovrastruttura. La posizione della rete, nelle ipotesi di lavoro di questo intervento, è 5 cm al di sotto della quota di progetto. La verifica dello stato tensionale in esercizio della geogriglia è suppor tata da algoritmi di soluzione del problema del multistrato elastico, scaturiti dall’applicazione della teoria di Boussinesq, modello ricorrente nella progettazione delle sovrastrutture stradali. Un’analisi integrativa agli elementi finiti ha consentito di evidenziare l’apporto strutturale della geogriglia che inibisce in modo significativo la trasmissione delle tensioni di trazione negli strati più profondi. Caratteristiche del manto Splittmastix e del rinforzo con geogriglia in fibra di vetro Necessariamente proprio allo strato di usura realizzato con conglomerato bituminoso tipo Splittmastix Asphalt (SMA) è richiesto il compito più oneroso, ovvero di costituire un rivestimento concepito per resistere ad azioni concentrate in presenza di temperature particolarmente elevate. L’adozione di uno strato di usura tipo Splittmastix Asphalt, costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie, sabbia di frantumazione e filler, in aggiunta di bitume modificato di tipo Hard, consente di ottenere elevate proprietà meccaniche necessarie per lo specifico impiego. La particolare distribuzione granulometrica, abbastanza discontinua, offre un maggiore contributo di resistenza dovuto all’incastro delle frazioni più grosse che, unitamente alle indispensabili qualità del bitume modificato di tipo Hard, costituiscono una risposta efficace ai fenomeni di ormaiamento. 38 • Progetto&Pubblico 26/2006 Settembre La sovrastruttura La destinazione d’uso del piazzale e della viabilità connessa hanno richiesto la realizzazione di una sovrastruttura di elevata capacità portante, individuata in una pavimentazione di tipo semirigido costituita da una fondazione in misto granulare stabilizzato con cemento Portland di 45 cm di spessore, uno strato di binder in conglomerato bituminoso realizzato con bitume modificato di tipo hard (10 cm) ed un manto di usura speciale tipo Splittmastix Asphalt (SMA) di 5 cm di spessore. All’interfaccia fra gli strati bituminosi è stata inserita una geogriglia in fibra di vetro. La superficie stradale risulta in tal modo rinforzata nei confronti delle severe azioni di punzonamento, scelta progettuale mirata a tutelare la regolarità e la stessa integrità dei piani carrabili e delle aree di stoccaggio. La struttura realizzata è costituita dunque da manto SMA su geogriglia in fibra di vetro, di tipo autoincollante, costituita da una trama in fibra resistente alle elevate temperature di stesa del conglomerato bituminoso, con allungamento massimo a rottura, nelle due direzioni di lavoro, del 4% ed una resistenza a trazione longitudinale e trasversale superiore a 120 kN/m. Una mano di attacco realizzata con lo stesso bitume modificato tipo Hard dello strato di usura, in ragione di 1,5 kg/m 2, costituisce un ulteriore elemento di continuità e collaborazione fra gli strati. I requisiti richiesti all’aggregato grosso di un manto Splittmastix sono quelli propri degli aggregati provenienti dalla frantumazione di rocce di natura eruttivo-magmatica di elevate qualità. Altrettanta importanza va attribuita al filler, presente in modo significativo all’interno della miscela e la cui additivazione con calce idrata conferisce al mastice bituminoso benefici tangibili in termini di rigidezza, adesione e durabilità. Le condizioni di stesa dei conglomerati SMA, nell’ottica del raggiungimento delle migliori prestazioni, richiedono la massima attenzione alla preparazione dei piani di posa. Regolarità e pulizia rappresentano condizioni essenziali per le quali l’interposizione dei rinforzi e la mutua collaborazione strutturale degli strati hanno ragione d’essere. Come noto, il massimo coordinamento fra i mezzi di cantiere, un’adeguata velocità di avanzamento della finitrice, il controllo della temperatura, l’energica ed immediata compattazione sono gli elementi fondamentali del successo finale. Per gentile concessione della rivista “Quarry & Construction” dove l’articolo dei professori Montepara e Giuliani è stato pubblicato in versione integrale nel mese di marzo.