Un bambino può insegnare sempre tre cose a un

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Un bambino può insegnare sempre tre cose a un
Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto:
 A essere contento a volte anche senza motivo apparente
 A essere sempre occupato con qualcosa
 A inseguire con decisione quello che desidera.
 Tutto questo con uno stile semplice e allo stesso tempo elegante.
Siamo all’inizio di un nuovo periodo bello e altrettanto impegnativo. Ci attende un altro tratto di cammino
pronto a offrirci la possibilità più difficile che esista:quella di cambiare.
Credo che sia il momento di riscoprire una caratteristica che spesso mortifichiamo ritenendola superficiale,
inutile e a volte poco concreta, ma che invece dice lo stile giusto della vita di tutti i giorni.
Desidererei che scoprissimo l’eleganza.
È troppo facile ritenere tale atteggiamento come qualcosa di superfluo, ma l’eleganza è il modo più concreto
di vivere una vita piena e completa.
L’eleganza è lo stile di chi possiede grazia e semplicità.
Chi vive con eleganza la propria vita, i propri affari, le tante profonde relazioni ha capito che non può essere
approssimativo, non può improvvisare, perché rischierebbe la confusione e la deriva.
Nel vivere le relazioni con gli altri serve stile, serve affidabilità, serve eleganza. L’amicizia è questione di
cuore, ma è questione anche di stile e di finezza, perché accompagnare la vita di un’altra persona richiede
cuore, grazia e semplicità, cioè eleganza.
Nelle relazioni vere non serve essere burloni e simpatici, occorre invece avere profondo rispetto e grande
stile per accompagnare alcuni drammi e le diverse ferite che solo chi ha un cuore raffinato e sensibile riesce
a scorgere.
Nelle nostre case e nelle nostre famiglie bisogna riscoprire l’eleganza dei rapporti, delle fiducie che si
rinnovano, delle fedeltà che nascono dall’eleganza di vivere senza pesantezze e i “si” scambiati
reciprocamente.
L’amore non è superficiale e il voler bene non è atteggiamento improvvisato e variabile: amare e voler bene
si manifestano con stile giusto e puntuale dell’eleganza delle attenzioni, delle parole, e degli sguardi.
L’eleganza è semplice, non cerca “il di più”. Sa che ha valore solo se è vera e non artefatta per far piacere.
Sa che la sincerità è la base di ogni relazione e di ogni vita, anche quando corre il rischio di non piacere.
A volte cerchiamo di apparire come gli altri ci desiderano e pensiamo in questo modo di diventare
interessanti.
Siamo belli solo quando siamo veri, perché non possiamo essere altro da quello che siamo.
Sembra incredibile ma ciò che riteniamo “brutto” rivela la nostra unicità e quindi la nostra bellezza.
L’eleganza non esagera e non è ingombrante, sa dire “baste”.
Ci ricorda sempre che se basta una parola, non occorre fare un discorso.
Se basta un gesto, non serve dire una parola.
Se basta uno sguardo, si eviti il gesto.
Se basta il silenzio, non usare lo sguardo.
Dovremmo essere capaci di fermarci prima che ci venga detto: Basta!
Come?
Blocca il discorso prima cheti si dica Basta!
Lascia il posto prima che ti si dica Basta!
Se basta il poco, non affogare nel troppo.
L’eleganza è essenziale, è sobrietà, a volte è ascesi autentica.
A volte è una lezione inascoltata nella comunicazione odierna protesa all’eccesso; è una proposta
rigettata nell’agire quotidiano sempre sopra le righe.
L’eleganza è rispettosa, non esagera, non giudica lo stile e il cuore degli altri. Vive del dialogo e
della stima che nascono dal riconoscere la diversità come occasione e anche ”fortuna” delle vite che
si incontrano. L’eleganzanon si impone, ma si mette in ascolto e cerca di capire, senza perdere nulla
di quello che è.
L’eleganza non è invidiosa, perché sa che la sua identità è valida per se stessa e non deve rincorrere
modi, stili e atteggiamenti che non le sono propri.
L’leganza non si vanta, ma si mette a disposizione dando il buon esempio.
L’eleganza è grazia. Abbiamo bisogno di uno stile bello e grazioso. Spesso si esalta il disordine, il
caos, persino il “brutto” diventa motivo di ostentazione. L’eleganza dice il gusto del bello che ci
permettedi alzare lo sguardo al creatore che “hafatto beneogni cosa”.
L’leganza è la compagna sincera di un cuore che vive di bontà.
Ogni giorno lungo i sentieri della vita c’è sempre qualcuno che ne elemosina un tantino, perché la
bontà è la sola cosa che riempie, dà pace, non mette in imbarazzo nessuno e non si esaurisce in
chiacchiere. La bontà è di chi sa vincere il male con il bene, con grazia e semplicità.
La bontà è perdono, è andare verso gli ultimi e verso chi non è abbastanza forte per camminare da
solo, rischiando a volte di passare un po’ da ingenuio sognatori.
L’eleganza è stata anche una caratteristica di Gesù, che si è fatto uno di noi e ha camminato con noi.
Con stile ha condiviso la nostra vita, con stile si è fatto vicino a ogni dramma, ogni situazione e a
ognipersona. Con l’eleganzaha ascoltato,ha insegnato, ha salvato.
Con una grazia e tenerezza particolare ha sorriso a ogni persona, ha corretto, guidato e cambiato
ogni cuore che desiderava trovare la “felicità”
Non si è imposto. Ma si è proposto per darci “la gioia, quella vera”, insegnandoci il miracolo del
vissuto fino alla fine, senza clamore, ma con la dedizione quotidiana del voler bene che porta anche
a sacrificarti – giorno per giorno – per coloro ai quali si vuole bene.
L’eleganza passa dal riscoprire la semplicità di quello che siamo n3lla capacità di voler bene ogni
giorno, ritrovando proprio lì la nostra gioia, la nostra forza e il nostro stile più vero.
La croce è segno di un’eleganza dell’Amore che è disposto a dare tutto fino alla fine. Senza
attaccare, senza maledire o augurare male a coloro che sono contro, ma vivendo la testimonianza di
voler bene con eleganza, con grazia e semplicità, lasciando all’Amore l’ultima parola.
La Risurrezione è poi il premio, la meta che rende tutto più vero e più bello.
E’ la certezza che Dio non si dimentica di noi. Lui accompagna ogni passo. Soffre con noi, spera con noi e
gioisce con noi. Il fatto che a volte non lo sentiamo vicino, non dice che lui non ci sia, dice semplicemente
che ci dobbiamo fidare di più e alzare lo sguardo un po’ verso il cielo, invece che tenerlo sempre rivolto a
terra.
Abbiamo bisogno di ritornare a essere eleganti imparando da Gesù cosa significhi amare con grazia e
semplicità.
L’eleganza è accettare che abbiamo bisogno di Dio e abbiamo bisogno degli altri per essere veramente
felici.
Riusciremo così ad essere noi capaci di “condivisione”, diventando strumento elegante della Provvidenza di
Dio che tutti abbraccia e tutti accompagna.
Buon Cammi no di Quaresima a tutti