Comune Cagliari News - La Giunta prova a fare cassa: in vendita

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Comune Cagliari News - La Giunta prova a fare cassa: in vendita
LA GIUNTA PROVA A FARE CASSA: IN VENDITA BENI PER 50
MILIONI
Fonte: L'Unione Sarda
18 settembre 2015
URL della pagina: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=46625
Data scaricamento: 16 marzo 2017, 18:20
Erriu: «Il patrimonio è una risorsa». Ma le gare vanno quasi sempre deserte
La Regione è ricchissima ma non riesce a mantenere e curare tutti i suoi beni. Costi esorbitanti,
un'infinità di livelli di competenza, roba in affitto, occupata o abbandonata, un caos perfino
mettere insieme l'elenco completo. Palazzi e appartamenti, foreste, orti e frutteti, negozi e posti
barca, chiese, fortezze, ferrovie, isole, alberghi. La Regione è proprietaria di migliaia di immobili in
ogni angolo della Sardegna, un patrimonio che vale 800 milioni di euro e produce pochissimo
reddito, sul quale spende 4 milioni l'anno soltanto di imposte, in alcuni casi conservato (e
utilizzato) come si deve, molto spesso in condizioni pietose, in parte intangibile e inestimabile per
il suo valore naturalistico o culturale, in parte invece vendibile.
Ora sul mercato c'è un pacchetto di occasioni da circa 50 milioni: tre bandi diversi, più un altro
della Sigma Invest in liquidazione, per cercare di cedere a privati una prima tranche, dentro un
grande progetto «di gestione, valorizzazione e dismissione del patrimonio».
Diciamolo subito, ci provano tutti, governi e giunte di sinistra e di destra, fanno annunci di
probabili futuri incassi a sei/nove zeri e iscrivono la posta in bilancio. Poi purtroppo le vendite
sono minime o nulle. Secondo la Corte dei conti negli ultimi 10 anni complessivamente le
dismissioni di immobili degli enti alle aste pubbliche sono scese in picchiata: dal 60% al 17%.
L'operazione In Paris, inserita nel Programma di sviluppo 2014-2019 approvato dal Consiglio
regionale, è condotta dall'assessore degli enti locali, finanze e urbanistica Cristiano Erriu. Spiega
che «l'obiettivo è fare cassa, il patrimonio deve creare valore aggiunto e diventare un canale
alternativo per il finanziamento delle politiche regionali». Non solo: bisogna pure «disfarci di pezzi
che non ci servono, abbandonati, costosi, andare incontro ai Comuni, consegnando beni per
progetti sociali, e creare posti di lavoro». Così è in preparazione un disegno di legge che conterrà
nuove regole (di aggiornamento alla 35 del '95 sull'alienazione dei beni pubblici), con in più
un'azione per assegnare terreni a vocazione agricolo-turistica a giovani imprenditori. Ma il
provvedimento non vedrà la luce prima di un annetto, se andrà bene, e anche la distribuzione
delle terre ai novelli contadini resta per ora un sogno.
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Comunque ci sono i bandi, in scadenza a fine mese e a ottobre, pubblicizzati sul sito della
Regione (ma per trovarli bisogna sapere che esistono e andare a cercarli) sui quotidiani regionali
e su uno nazionale. Vendonsi: un gioiellino come lo spazio espositivo dell'Isola a Porto Cervo, poi
abitazioni e uffici in molte vie centrali cagliaritane, il vecchio autoparco Ersat nel rione San
Bartolomeo vicino al Poetto, l'alloggio del comandante dell'ex deposito dell'Aeronautica militare a
Monte Urpinu, il grande complesso dove stava il carcere minorile sul mare a Giorgino, un
agriturismo e un oliveto in provincia di Sassari.
Il rischio però è che le gare vadano deserte. Succede, è già successo, molti dei beni in vendita
oggi sono stati proposti in passato e nessuno li ha voluti, e di bando in bando il prezzo base
(stabilito dall'Agenzia delle Entrate) è sceso. Prendiamo ad esempio il caso della gara per i beni
immobili e i contratti di ormeggio a Porto Ottiolu della Sigma Invest spa (100% della Regione in
liquidazione da una decina d'anni), fallita la prima ad aprile 2012, fallita la seconda a maggio
2013, fallita la terzo a febbraio 2014, ora al quarto tentativo (scaduto pochi giorni fa, l'esito si
conoscerà la settimana prossima) con una riduzione dei prezzi a base d'asta del 20 per cento a
ogni step.
«Non sono né ottimista né pessimista sull'esito dell'iniziativa», ammette Erriu, «vedo un settore
immobiliare paralizzato dalla crisi. Comunque, anche la vendita di una piccola percentuale
sarebbe importante, noi andiamo avanti, sulla scia delle dismissioni avviate dallo Stato».
Il fatto è che in questo momento gli unici o quasi che stanno facendo shopping immobiliare nel
mondo, in Italia (e in Sardegna) sono gli emiri del Qatar e se veramente si vuole vendere, fuori da
logiche di campanile (e qui molti stanno già gridando allo scandalo) si sarebbe dovuto
organizzare un road show, una serie di incontri con i principali players per presentare i bandi e il
calendario delle dismissioni.
Secondo Giacomo Vaciago, economista, tra il '96 e il '98 alla guida della commissione del
ministero delle Finanze per la dismissione degli immobili, il segreto è all'incirca il seguente:
«Parlare inglese e rivolgersi ai mercati internazionali, e soprattutto uscire dalla logica della
burocratizzazione».
Cristina Cossu
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