I CREDITI FORESTALI: COSA SONO, A COSA

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I CREDITI FORESTALI: COSA SONO, A COSA
Massimo Silvestri – Crediti forestali - Riassunto
I CREDITI FORESTALI: COSA SONO, A COSA SERVONO, VANTAGGI DALL’UTILIZZO
In Italia le foreste sono aumentate, negli ultimi 20 anni, a causa del progressivo abbandono delle porzioni più marginali del
territorio, di circa 1,7 milioni di ettari (17000 km2), raggiungendo nel 2010 la superficie complessiva di circa 10 milioni e 820
mila ettari (+19,5% rispetto alla situazione 1990, anno di riferimento per il Protocollo di Kyoto), quindi sono ora pari a più di 1/3
del territorio nazionale (310.000 km2). Ma le foreste crescono soprattutto per aumento di volume di massa: l’accrescimento
differenziale tra il 1990 ed il 2010 è pari ad un volume legnoso di 459.100.000 m3 (circa + 49% rispetto alla situazione 1990)
corrispondenti a circa 25.500.000 t di CO2 fissate in media in più ogni anno, ovvero un assorbimento pari a circa 2,35 t di
CO2/ha per anno. L’accrescimento medio annuo nazionale vale circa 4 m3/ha di volume di biomassa legnosa, in Lombardia
sale a 4,9 m3/ha.
In Lombardia circa il 30% del patrimonio forestale è di proprietà pubblica (demanio, agenzie forestali regionali, province,
comuni, usi civici) la restante parte è parcellizzato in una miriade di proprietà private, per lo più di modesta estensione.
Negli ultimi anni si sta sempre più dando importanza alla funzione dell’ecosistema forestale per i cosiddetti ‘servizi
ecosistemici’ forniti dalle foreste: salvaguardia della biodiversità di flora e fauna, regimazione e purificazione delle acque,
consolidamento del suolo, produzione di legname d’opera e come combustibile, produzione di prodotti secondari quali ad es.
piccoli frutti, funghi, ecc., la funzione di luogo di svago e di ricreazione, educativo o più semplicemente estetico e – ‘last but not
least’ - la stabilizzazione climatica, in quanto i boschi consentono di fissare nella formazione di biomassa l’anidride carbonica
atmosferica.
Numerosissimi sono ormai i documenti internazionali i ii iii iv che consentono di farsi un’idea precisa del problema. I luoghi che
dispongono di patrimonio boschivo o forestale svolgono quindi un’insostituibile funzione di regolazione climatica che
compensa le emissioni dovute all’uso di combustibili fossili prodotte principalmente nelle zone industrializzate di
pianura. Il concetto che si sta sviluppando in varie sedi ed a vari livelli è che per questi ‘servizi naturali’ debba essere
riconosciuto un corrispettivo economico a vantaggio di chi contribuisce al mantenimento dell’ecosistema.
Sinora praticamente tutti coloro che si occupano di foreste stanno agendo nell’ottica dell’uso delle biomasse forestali come
vettore energetico da bruciare in sostituzione dei combustibili fossili, mentre a mio avviso oggi ciò che importa, agli effetti
planetari, é incrementare la quantità di CO2 stoccata nella biomassa, e non quella di metterla di nuovo in circolazione,
seppure non di origine fossile. E’ notizia del marzo di quest'anno il raggiungimento in atmosfera della soglia dei 400 ppm di
CO2, mai raggiunta negli ultimi 5 milioni di anni, a partire dalle circa 280 ppm dell’era preindustriale (v. v ).
Con la ratifica del Protocollo di Kyoto (PK) l’Italia si è impegnata alla riduzione delle emissioni nel 2012 del 6,5% rispetto alla
situazione di riferimento del 1990. Con il 2013 il PK si è concluso e con la conferenza di Rio le regole tecniche stanno
cambiando, ma non viene stravolta la concezione di fondo per quanto concerne l’ambito forestale. Nella prima fase del PK
erano previsti interventi di vario tipo, in particolare era utilizzabile lo stock di carbonio immagazzinato nelle foreste in aumento
rispetto all’anno di riferimento (1990), purché tale incremento fosse riconosciuto conseguente ad attività ‘human induced’ ossia
determinate da ‘volontà ed azioni specifiche dell’uomo’ per le seguenti tipologie: afforestazione / riforestazione (piantagioni),
gestione forestale, gestione terre agricole, pascoli e rivegetazione. Questi interventi vengono utilizzati per compensare le
emissioni per i settori industriali ‘energy intensive’ cosiddetti ‘obbligati’ alla riduzione delle emissioni (ad es. cementifici,
industria metallurgica, industria dell’alluminio, ecc.).
Per quanto riguarda gli aumenti di stock di biomassa forestale nazionale agli effetti del Protocollo di Kyoto lo Stato italiano ha
acquisito d’imperio i diritti di sfruttamento dei crediti forestali senza riconoscere ai proprietari dei terreni, siano essi privati o
pubblici, i diritti in termini di corrispondenti valorizzazioni economiche.
E’ anche possibile compensare emissioni con accrescimenti forestali certificati realizzati nei Paesi in Via di Sviluppo, che
costano da 8 a 10 volte di meno di quelli realizzati sul territorio nazionale. In questo caso il vantaggio economico conseguente
alla vendita sul mercato dei titoli ETS delle UE va ai promotori degli interventi. Ci sono inoltre attività agroforestali che portano
ad un aumento dello stock di carbonio stoccato ma che, a livello nazionale, non sono comprese tra le tipologie previste ai fini
del Protocollo di Kyoto (ad es. forestazioni urbane) oppure sono comprese tra le voci del Protocollo ma, come detto, vengono
realizzate fuori dall’Italia.
Tutti questi interventi portano alla creazione di crediti forestali che possono essere utilizzati su base volontaria in settori
produttivi non inclusi tra quelli obbligati alle riduzioni. La procedura di transazione si attua in modo molto semplice
mediante una certificazione redatta da un Ente terzo alle Parti contraenti che certifichi:
• dal lato del soggetto titolare dei crediti forestali l’effettiva entità degli accrescimenti forestali e quindi la fissazione di
CO2; eseguita tale certificazione è possibile la vendita dei titoli con asta pubblica agli acquirenti;
• dal lato dell’acquirente dei titoli, la certificazione si attua nel mostrare che lo stesso ha ottimizzato il proprio sistema
produttivo adottando le ‘Best Available Technologies’ (BAT) raggiungendo l’ottimizzazione tecnico-economica nel
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consumo di energia e di produzione di gas serra provenienti da fonti non rinnovabili; a questo punto per compensare
le proprie emissioni residue può acquistare crediti forestali.
Il mercato del carbonio è da tempo attivo, ci sono rapporti internazionali e della Banca Mondiale sia per quanto riguarda i
settori obbligati che per quanto concerne il mercato forestale volontario, questo anche per il nostro Paese vi vii viii. Negli ultimi
due anni in Italia si è costituito un Gruppo ‘Nucleo Monitoraggio del Carbonio’ cui fanno capo organismi afferenti a varie
università ed Enti che si occupano di forestazione. Questi hanno redatto un documento, il ‘Codice forestale del Carbonio’
attualmente in fase di proposizione ai Ministeri competenti, che mira a definire il quadro normativo per l’utilizzo dei crediti,
risolvendo in tal modo anche alcuni problemi tecnici ix.
Cosa ancora più importante, le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia con il progetto Carbomark finanziato con i fondi Life+,
stanno attivando una procedura standardizzata per la quantificazione dei crediti di accrescimento forestale. Il progetto
Carbomark funge da supervisore di parte terza tra i crediti di CO2 vantati dagli operatori forestali e i debiti la cui
compensazione viene richiesta, su base volontaria, dagli operatori economici x. In ambito Carbomark numerose sono le aste di
vendita di crediti chiusesi positivamente con quotazioni tra 30 e 35 €/t.
Anche la Regione Piemonte si sta muovendo: il 4 dicembre 2013 si è svolto a Torino un convegno in cui è stata data notizia di
alcuni primi interventi di gestione forestale che produrranno crediti (ad es. un’interessante iniziativa del piccolo comune di
Lemie (To) in Val di Lanzo per la gestione delle foreste di proprietà comunale xi )
A quanto ci risulta i tecnici di Regione Lombardia sono a conoscenza del problema ma la Regione non si è ancora
mossa ufficialmente in questo senso, nonostante la ‘vicinanza’ politica alle Regioni confinanti.
Infine in seno all’Ente Nazionale di Unificazione (UNI), un apposito gruppo di lavoro si sta muovendo su un progetto di norma
sul mercato volontario delle emissioni xii.
Chi sinora è stato l’acquirente tipo dei crediti forestali? Principalmente Ditte o Società in prevalenza private che vogliono
compensare in tutto o in parte le proprie emissioni su base volontaria: vari esempi applicativi sono reperibili nel sito di
Carbomark.
Un’innovativa potenziale applicazione del sistema dei crediti che ottimizza la convenienza economica per il Paese potrebbe
essere costituito dall’edilizia ad alta efficienza (conseguente al recepimento di tre Direttive Comunitarie sull’energia negli
edifici, sull’efficienza energetica e sull’uso delle fonti di energia rinnovabili), settore a tutti gli effetti afferente al mercato
volontario. Qualora esso diventasse acquirente di titoli potrebbe facilmente compensare totalmente le emissioni residue di
questi edifici, riducendo i maggiori costi di costruzione altrimenti necessari e gli esborsi sulla bilancia nazionale dei pagamenti
per la realizzazione degli impianti di produzione energia rinnovabile altrimenti necessari (es. fotovoltaico), mentre i relativi
proventi andrebbero a finanziare la gestione dei boschi nazionali xiii.
Una valorizzazione dei crediti di fissazione di carbonio forestale attorno a 35 €/t di CO2 consente inoltre di compensare il
proprietario del fondo con un importo circa eguale a quello che lo stesso riceverebbe da un’Azienda di sfruttamento boschivo
che al proprietario pagasse le piante in piedi (il prezzo di vendita alla segheria è ovviamente superiore in quanto ci sono i costi
di esbosco, di taglio, di trasporto ed il guadagno dell’azienda che effettua il taglio). Inoltre se ci sono impianti di produzione di
energia da fonti rinnovabili che realizzano un determinato risultato in mancate emissioni è necessario accantonare quote di
ammortamento tali da ricostituire il bene (ossia l’impianto) al termine della vita utile. Nel caso dei crediti forestali invece questo
non è necessario data la particolarità naturale del bosco di crescere sempre.
Infine se il bosco è gestito (ossia dispone di un Piano di Indirizzo Forestale) si possono utilizzare anche crediti forestali di
boschi cedui di scarso valore commerciale od ubicati in luoghi con orografia problematica per il taglio e l'esbosco, per i quali
l'utilizzo commerciale tradizionale di prelievo non risulta economicamente conveniente o tecnicamente fattibile.
Nel caso di crediti conseguenti a compensazioni forestali nei paesi in via di sviluppo, come sopra detto, il costo è mediamente
8-10 volte inferiore a quelli nazionali. Tuttavia l’utilizzo di crediti forestali realizzati su superfici nazionali contribuirebbe a
mettere a disposizione risorse economiche per la gestione e la salvaguardia del territorio, attualmente molto carenti ed
incentivare la cura ed il mantenimento del bosco – con le conseguenti implicazioni sulla stabilità climatica e la tutela
idrogeologica - almeno sino a che le condizioni fitosanitarie e la capacità di accrescimento della vegetazione (e quindi la
capacità di assorbire realmente la CO2 atmosferica) fornisca un risultato positivo. I proventi andrebbero quindi a
compensare l’insostituibile funzione ecologica che questi territori prevalentemente o parzialmente montani,
economicamente marginalizzati, hanno nella compensazione degli squilibri apportati all’ambiente dalle zone
industrializzate, restituendo loro dignità ed importanza e fornendo una concreta alternativa allo sfruttamento turisticocommerciale.
Ai costi dei crediti si aggiungono i costi delle certificazioni, sia dal lato venditore che dal lato acquirente. Dal lato venditore
(ovvero della perizia forestale) i costi possono essere contenuti se le aree da certificare hanno una significativa uniformità
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colturale. Nell’ultimo quarto di secolo nella nostra Regione sono stati istituiti molti Parchi Regionali (oltre al già storico Parco
Nazionale dello Stelvio), molti Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, molte Riserve Naturali protette ed infine ci sono le
aree gestite da ERSAF. Il sistema potrebbe essere applicato in primis proprio a tutte queste zone, ancor più
valorizzandole nell’ottica istitutiva con il vantaggio che la perizia forestale si applicherebbe ad un’area di estensione
significativamente vasta e con uniformità colturale, riducendo i costi di certificazione ed ammortizzandoli su un numero
maggiore di crediti vendibili. Lo stesso potrebbe avvenire su moltissime aree boscate della fascia prealpina da Varese a
Brescia non soggette a speciali vincoli di tutela ma che troverebbero in tal modo le risorse per migliorare la conduzione
forestale.
COSA POTREBBE ACCADERE IN CASO DI RECEPIMENTO DELLE MODIFICHE AGLI ARTICOLI
42, 43 E 44 DELLA LEGGE REGIONALE 31/2008.
Nell’ottica sopra esposta è evidente l’incredibile danno cui si andrebbe incontro. Infatti gli articoli 42 comma 4, punto d-ter
(esclusione dalla definizione di bosco di terreni edificabili a destinazione produttiva colonizzati da specie arboree o
arbustive, quando il processo è in atto da meno di 15 anni), 43 nuovi commi 8-bis e 8-ter (aumento a 30 anni del periodo
di tempo entro il quale il bosco può essere disboscato in caso di recupero agronomico senza necessità di
autorizzazione) e nuovi punti d-bis e d-ter del comma 3 dell’articolo 44 (autorizzazione alla trasformazione d'uso del suolo
per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di reti tecnologiche esistenti totalmente interrate e per opere
pubbliche o di pubblica utilità) andrebbero a colpire proprio le neoformazioni successive al 1990 (anno di entrata in
vigore del Protocollo di Kyoto) che sono proprio quelle sulle quali si possono calcolare i crediti forestali!
I contenuti della proposta di legge vanno quindi proprio in direzione diametralmente opposta a quanto in realtà sarebbe
necessario fare nell’ottica della valorizzazione dei servizi ecosistemici forniti dal sistema forestale causa la liberalizzazione dei
tagli conseguente all’adozione del nuovo testo. Il risultato netto sarà la perdita di una importante risorsa lombarda capace
di affiancare il rilancio dell’economia di aree storicamente svantaggiate, in un modo realmente convincente e con un
vantaggio evidente per il territorio amministrato. L’approvazione degli articoli sarà la prova che ancora una volta sarà
prevalso l’interesse immediato di pochi rispetto a quello futuro di tutti ed attuale di zone economicamente
marginalizzate nell’ultimo mezzo secolo.
Massimo Silvestri
NOTA: Si autorizza e si raccomanda la più ampia divulgazione pubblica del presente documento.
UNECE ‘The value of forests – payment for ecosystems services in a green economy’ Geneva, 2014
European Commission – Techical Report 2014-080 ‘ Mapping and Assessment of Ecosystems and their Services’ - Indicators for
ecosystem assessments under Action 5 of the EU Biodiversity - Strategy to 2020 - 2nd Report – Final, February 2014
iii Ecosystem Markets - Task Force and Valuing Nature Network - ‘Opportunities for UK business that value and/or protect nature’s services’
14 june 2012
iv Australia and New Zealand Property Journal, June 2011 Vol 3 / No. 2 ‘Valuing the Economic Loss of or Modification of the Ecosystem
Services provided by the Forest’
v v. ad es.: http://400.350.org/ e http://www.guardian.co.uk/environment/2013/may/14/record-400ppm-co2-carbon-emissions
vi Carbon Finance of the World Bank – ‘State and trends of the Carbon Market 2012’
vii Ecosystem Marketplace: ‘Developing dimension. State of the voluntary carbon markets 2012’
viii INEA – Stato del mercato forestale del carbonio in Italia nel 2012 – Nucleo Monitoraggio Carbonio
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Codice Forestale del Carbonio - Requisiti per progetti volontari di sequestro del carbonio - Versione 0.3
www.rivistasherwood.it/serviziecosistemici
x v. www.carbomark.org (tutto il sito)
xi v. http://www.fondazioneambiente.org/index.php?option=com_content&task=view&id=291&Itemid=300
xii v. www.uni.com progetto U53002460 ‘Gas ad effetto serra - Specifiche per la realizzazione del sistema nazionale di gestione del mercato
volontario dei crediti di CO2 e derivanti da progetti di riduzione delle emissioni o di aumento delle rimozioni di gas serra.’
xiii Che scrive può fornire, a richiesta, tutti i necessari approfondimenti contattandolo ai riferimenti a piè pagina.
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