Informazione asimmetrica

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Informazione asimmetrica
Informazione asimmetrica
L’informazione posseduta da compratori e venditori può essere distribuita in maniera asimmetrica. È
possibile, infatti, che prima che avvenga una transazione il venditore sia meglio informato del compratore.
Per esempio, chi vende un’automobile usata probabilmente è meglio informato sulla qualità dell’automobile
rispetto a chi la compra. È anche possibile, d’altra parte, che prima che avvenga la transazione il compratore
sia meglio informato del venditore. Chi si avvale dei servizi di un’assicurazione sanitaria, per esempio,
probabilmente è meglio informato sui propri rischi di chi vende quei servizi. In tutti questi casi diciamo che
vi è un problema di informazione nascosta.
Possiamo pensare, però, a una situazione diversa, nella quale il venditore oppure il compratore non conosce
qualcosa che può accadere dopo che la transazione è stata effettuata e che può avere qualche conseguenza su
ciò che egli ottiene dalla transazione. Per esempio, chi vende un’assicurazione che copre il rischio di
incendio non può sapere se l’assicurato, dopo aver pagato la polizza, prenderà le precauzioni necessarie per
rendere meno probabile l’incendio e il risarcimento del danno da parte dell’assicuratore; oppure chi assume
un dipendente e non ne può controllare il comportamento, non può sapere se il dipendente s’impegna come
dovrebbe nel proprio lavoro. In questo caso possiamo dire che siamo di fronte a un problema di azione
nascosta.
Quando i compratori oppure i venditori non hanno le medesime informazioni su ciò che comprano è
vendono, l’allocazione delle risorse può essere diversa da quella ottima, anche se il mercato, è
concorrenziale.
1. Selezione avversa: un problema di informazione nascosta
Per capire perché è possibile un fallimento dell’efficienza del mercato quando vi è un problema di
informazione nascosta, consideriamo il mercato delle automobili usate, illustrato nelle Fig. 1a e 1b.
Supponiamo che le automobili usate possano essere solamente di due qualità, alta oppure bassa.
Supponiamo, per il momento, che venditori e compratori possano sapere, prima che l’automobile sia
venduta, se è di qualità alta oppure bassa. Le curve di domanda delle automobili di qualità alta e bassa,
rispettivamente DA e DB, sono diverse, perché per un’automobile di qualità alta i compratori sono disposti a
pagare un prezzo superiore a quello che pagherebbero per un’automobile di qualità bassa.
Figura 1
La selezione avversa
Prezzo
Prezzo
(a)
(b)
SA
P
DA
SB
DM
DN
DM
R
DN
DB
0
D
B
A
Quantità
DB
0
A
F
C Quantità
Anche le curve di offerta delle automobili di qualità alta e bassa, rispettivamente SA e SB, sono diverse,
perché i proprietari di automobili di qualità alta vogliono venderle a un prezzo superiore a quello che sono
disposti ad accettare coloro che possiedono un’automobile di qualità bassa. In queste circostanze in
equilibrio saranno vendute OA automobili di qualità alta al prezzo OP, come si può vedere nella Fig. 1a dove
è illustrato il mercato delle automobili di qualità alta, e OA automobili di qualità bassa al prezzo OR, come si
vede nella Fig. 1b dove è illustrato il mercato delle automobili di qualità bassa. Quindi metà delle automobili
scambiate sono di qualità alta e metà di qualità bassa.
Supponiamo, invece, che i venditori sappiano se la loro automobile è di qualità alta oppure bassa, mentre i
compratori possono capire se un’automobile è di qualità alta oppure bassa solamente dopo averla acquistata,
perché i venditori di auto di qualità bassa riescono a rendere la propria merce indistinguibile da quella di
qualità alta. Supponiamo, però, che i compratori sappiano che metà delle automobili usate sono di qualità
alta e metà di qualità bassa. Poiché i compratori possono pensare che vi sia la medesima probabilità che
un’automobile usata sia di qualità alta oppure bassa, saranno disposti a pagare un prezzo medio, cioè
inferiore a quello che pagherebbero per un’automobile di qualità alta e superiore a quello che sarebbero
disposti a pagare per un’automobile di qualità bassa. La curva di domanda in entrambi i mercati diventa DM,
che è in posizione intermedia tra DA e DB (nonostante una possibile illusione ottica dovuta alle diverse
posizioni delle curve SA e SB, le curve DM, DN e DB sono le stesse nelle due parti della figura). Quando la
curva di domanda diventa DM su entrambi i mercati, alcuni proprietari di un’automobile di qualità alta
rinunceranno a venderla, e alcuni proprietari di un’automobile di qualità bassa, che prima non avrebbero
venduto la loro automobile, decideranno di venderla. Infatti ora si venderanno solo OB < OA automobili di
qualità alta e OC > OA automobili di qualità bassa.
Dopo che sono state acquistate queste automobili, però, si scoprirà che la maggior parte delle automobili che
sono state acquistate sono di bassa qualità. I potenziali compratori, quindi, non penseranno più che vi sia la
stessa probabilità di comprare un’automobile di qualità alta e un’automobile di qualità bassa, ma penseranno
che sia più probabile che un’automobile usata sia di qualità bassa. Il prezzo che i compratori vorranno pagare
per qualsiasi automobile usata, quindi, diminuirà, e la curva di domanda diventa DN su entrambi i mercati. Se
la domanda in entrambi i mercati diventa DN, però, saranno vendute OD < OB automobili di qualità alta e
OF < OC automobili di qualità bassa.
In proporzione, però, la diminuzione delle auto di qualità alta è stata superiore alla diminuzione della auto di
qualità bassa. È ancora aumentata, dunque, la quota delle automobili usate che si rivelano di bassa qualità. I
potenziali compratori dovranno allora concludere che ora la probabilità di comprare un’automobile di qualità
alta è inferiore, e la probabilità di acquistare un’automobile di qualità bassa è superiore, a quanto si riteneva
in precedenza. Il prezzo che costoro sono disposti a pagare per un’automobile usata, quindi, diminuirà
ulteriormente e la quota di automobili acquistate che sono di qualità bassa aumenterà ulteriormente. Tutto ciò
continuerà fino a quando la domanda e il prezzo diventeranno così bassi che si venderanno solamente
automobili di qualità bassa. Quando i compratori se ne accorgono, la curva di domanda diventa DB in
entrambi i mercati, perché ora gli acquirenti sono certi che esistono solo auto di qualità bassa, e si
comportano come quando l’informazione è simmetrica ma esiste il solo mercato della qualità bassa. Dunque
si venderanno OA automobili di qualità bassa al prezzo OR, ma nessuna automobile di qualità alta.
Dunque, se i compratori di automobili usate non hanno le stesse informazioni dei venditori, non vi sarà un
mercato delle automobili di buona qualità, anche se i proprietari di quelle automobili vorrebbero venderle e i
compratori vorrebbero acquistarle. Per la società, quindi, non è possibile ottenere il surplus che l’esistenza
del mercato delle auto di alta qualità garantirebbe in caso di informazione simmetrica. Per tale ragione
l’informazione asimmetrica è fonte di inefficienza.
Quello che abbiamo appena descritto è un caso estremo di cosiddetta selezione avversa, dovuta a una
distribuzione asimmetrica delle informazioni sulla qualità del prodotto: più in generale, se i compratori non
possono riconoscere i prodotti di buona qualità, possiamo aspettarci che la quantità di prodotti di buona
qualità offerta dai venditori e acquistata dai consumatori sia inferiore a quella che sarebbe stata offerta e
acquistata se tutti avessero avuto le stesse informazioni.
Il problema della selezione avversa è molto diffuso: gli acquirenti di automobili usate non sono i soli
compratori ad avere meno informazioni dei venditori sul prodotto che vogliono comprare. Chi decide di
acquistare una bottiglia di vino, per esempio, non può sapere con la stessa sicurezza del venditore se il vino è
di buona qualità. Chi deve scegliere l’albergo dove stare ha meno informazioni dell’albergatore sulla qualità
del servizio che riceverà. Chi richiede i servizi di un idraulico non può conoscere con la stessa certezza
dell’idraulico se costui effettuerà una riparazione accurata. Chi assume un lavoratore è nella stessa posizione,
così come chi vuole assicurare qualcuno per rischi, p. es., sanitari, e anche chi è chiamato a dare a prestito a
qualcun altro.
Molto spesso, però, i venditori di prodotti di buona qualità riescono ad evitare che il mercato sia servito
solamente da chi vende prodotti di cattiva qualità, perché riescono ad informare i compratori sulla qualità del
prodotto. I venditori di automobili usate di cattiva qualità, per esempio, non possono permettersi di garantirvi
che ripareranno eventuali guasti, cosicché potete comprare con fiducia un’automobile usata da chi offre
quella garanzia. I consorzi del vino D.O.C.G. assicurano che il vino prodotto dagli aderenti al consorzio è di
buona qualità, per cui i consumatori sono disposti a comprarlo anche a prezzi più alti. Poiché molte catene di
alberghi, sostenendo un certo costo, assicurano lo stesso servizio in tutti i loro alberghi, sapete quale servizio
riceverete se scegliete un albergo di quella catena. Se i vostri vicini vi assicurano che la loro doccia funziona
regolarmente, potete rivolgervi con fiducia all’idraulico che ha aggiustato la doccia dei vostri vicini, per il
quale siete disposti a pagare un po’ di più. Garanzie sulla qualità del prodotto, standardizzazione del prodotto
e una buona reputazione talora consentono ai venditori di evitare i problemi creati dalla selezione avversa.
Naturalmente, poiché queste istituzioni sono costose, qualcuno, produttore o consumatore, dovrà pagare per
la loro esistenza.
2. Comportamento negligente: un problema di azione nascosta
L’asimmetria nella distribuzione delle informazioni non riguarda necessariamente ciò che ciascuno conosce
prima di effettuare uno scambio, ma può riguardare anche ciò che qualcuno può fare dopo che è stato
effettuato lo scambio. Per capire quali problemi derivano da questa asimmetria informativa, consideriamo la
situazione, illustrata nella Fig. 2, nella quale si trova chi compra da un assicuratore una polizza che gli
assicura il rimborso, totale oppure parziale, del danno che egli può subire per l’incendio della propria casa.
Figura 2
Il comportamento negligente
Costo
Beneficio
D
C
F
E
MBNA
MBSA
0
B
A
Precauzioni
Come sappiamo, il danno che il proprietario di una casa si attende di subire quando considera l’eventualità di
un incendio è uguale al valore della casa moltiplicato per la probabilità che vi sia un incendio. Quando
aumentano le precauzioni prese per impedire l’incendio, però, il danno atteso diminuisce, perché diminuisce
la probabilità che la casa bruci. Allora, il beneficio marginale che si ottiene da qualche precauzione
addizionale è uguale alla diminuzione del danno atteso conseguente alla diminuzione della probabilità di un
incendio. Questo beneficio è rappresentato dalla retta DE, che è decrescente perché si può supporre che la
possibilità di ridurre ulteriormente la probabilità di un incendio prendendo qualche precauzione addizionale
diminuisca quando aumentano le precauzioni prese. Il costo addizionale che il proprietario sostiene quando
prende qualche precauzione addizionale, invece, è rappresentato dalla retta CE, che è orizzontale perché si
può supporre per semplicità che il costo di una precauzione addizionale non dipenda dalle precauzioni già
prese dal proprietario della casa.
Se non è assicurato, il proprietario della casa è interessato a prendere la quantità OA di precauzioni, perché
questa è la quantità dove il beneficio marginale è uguale al loro costo marginale. Cosa succede se il
proprietario si assicura? Se vi è un incendio il proprietario subisce un danno più basso, perché il danno sarà
risarcito almeno in parte dall’assicuratore. Poiché il danno che può essere evitato da qualche precauzione
addizionale è più basso, anche il beneficio ottenuto da qualche precauzione addizionale è più basso. Allora,
se la sua curva del beneficio marginale diventa DF, il proprietario sarà interessato a prendere solamente la
quantità OB di precauzioni. Il proprietario, naturalmente, non ridurrà le precauzioni se l’assicuratore può
controllare quali precauzioni sono state prese per evitare l’incendio, perché l’assicuratore potrebbe rifiutarsi
di risarcire il danno sostenendo che il comportamento dell’assicurato ha fatto aumentare la probabilità di un
incendio. Se l’assicuratore, invece, non può controllare le precauzioni prese dal proprietario, costui prenderà
meno precauzioni per evitare l’incendio.
Tutto ciò è interessante perché il comportamento dell’assicurato produce un risultato insoddisfacente anche
per la società. Infatti, se i proprietari sono assicurati e l’assicuratore non può controllare come si comportano
gli assicurati, i proprietari prendono una quantità di precauzioni inferiore a quella socialmente ottima e la
collettività deve affrontare un rischio di incendio superiore a quello socialmente ottimo. Proviamo a capire le
ragioni di questo risultato.
Figura 3.
Le precauzioni dell’assicurato come fonte di esternalità positive
Costo
Beneficio
D
C
F
E
BMaS
BMaP
0
B
A
Precauzioni
Quando il proprietario paga per qualche precauzione che serve ad evitare un incendio, tutti coloro che
devono sostenere il costo dell’incendio ne ottengono un beneficio, incluso l’assicuratore. La retta DE, quindi,
rappresenta il beneficio marginale sociale delle precauzioni prese dal proprietario per evitare l’incendio. Se il
proprietario non è assicurato, il costo dell’incendio è sostenuto solamente dal proprietario, che riceve tutto il
beneficio derivante da una precauzione addizionale che egli ha pagato. In questo caso, dunque, la retta DE
rappresenta anche il beneficio marginale privato. Se il proprietario è assicurato, invece, il costo dell’incendio
è sostenuto anche dall’assicuratore, che quindi riceve una parte del beneficio derivante da qualche
precauzione addizionale pagata dal proprietario. In questo caso, dunque, il beneficio marginale privato
dell’assicurato è rappresentato dalla retta DF.
Il proprietario, naturalmente, prende la precauzioni che comportano l’uguaglianza tra il suo costo marginale
e il suo beneficio marginale privato. Quando il proprietario non è assicurato, dunque, la quantità di
precauzioni prese, OA, è quella socialmente ottima, perché il beneficio marginale privato coincide con il
beneficio marginale sociale ed entrambi sono uguali al costo marginale delle precauzioni. Se il proprietario è
assicurato e l’assicuratore non può controllare il suo comportamento, la quantità di precauzioni prese
dall’assicurato, OB, è inferiore a quella socialmente ottima, perché il beneficio marginale privato è inferiore
al beneficio marginale sociale.
Come anticipato in un altro documento, dunque, anche il caso di azione nascosta può essere interpretato
come un caso di esternalità positiva.
Il problema del comportamento negligente, determinato dall’impossibilità di sapere come si comporta chi ha
stipulato un contratto, è molto diffuso, perché caratterizza anche i rapporti di lavoro nei quali il datore di
lavoro non può controllare come si comportano i propri dipendenti, oppure i rapporti tra una banca e un
cliente quando la banca non può controllare il comportamento di un cliente al quale ha concesso un prestito.
Poiché le difficoltà che sorgono in queste situazioni derivano sostanzialmente dalla presenza di un’esternalità
positiva, che induce qualcuno a produrre uno sforzo inferiore a quello che sarebbe desiderabile, molto spesso
si tenta di risolvere questo problema offrendo qualche incentivo che dovrebbe rendere interessante un
comportamento più diligente. Per esempio, molti assicuratori inseriscono nel contratto qualche forma di
franchigia, cioè un livello del danno al di sotto del quale esso non viene risarcito, assieme a qualche forma
di massimale, cioè un livello del danno al di sopra del quale esso non viene risarcito. In tal modo rimangono
a carico dell’assicurato i piccoli danni dovuti a disattenzioni minori, ma l’assicurato stesso ci penserà due
volte prima di comportarsi in modo poco cauto ed esporsi a danni molti gravi. Altri assicuratori, invece,
inseriscono nei contratti condizioni di bonus/malus, che prevedono un aumento del premio periodico da
pagarsi da parte dell’assicurato se costui si dimostra poco attento ad evitare i danni.