CAPITOLO 1 – INTRO ALL`ICT

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CAPITOLO 1 – INTRO ALL`ICT
CAPITOLO 1 – INTRO ALL’ICT
ICT: information and communication technology, include l’insieme delle tecnologie che consentono di archiviare, elaborare, analizzare i dati per produrre informazioni in formato
digitale.
Dato: rappresentazione oggettiva della realtà, derivata da un’osservazione.
Informazione: è un dato che risponde a una domanda specifica, cioè è dotata di significato o
contesto.
Società dell’informazione: consolidamento dell’economia basata sull’informazione rispetto ad attività con elevato lavoro o capitale.
Hardware: insieme di componenti fisiche che compongono il computer; RAM, memoria
volatile; CPU, cervello del computer che consente di elaborare i dati.
Legge di Moore: “ogni 18/24 mesi si raddoppiano le capacità di calcolo dei chip dei microprocessori”.
Convergenza digitale: estensione di funzionalità dei dispositivi hardware, progressiva
unificazione di funzioni in precedenza separate.
Software: parte intangibile di un sistema elaborativo, comprendono tutti i programmi.
Software problem oriented: programmi finalizzati ad elaborazioni specifiche, tipicamente
utilizzati in ambito organizzativo.
Software general purpose: programmi con funzioni più generali, con grande diffusione
anche in ambito domestico ed individuale.
Social Software: tutti i software che consentono agli individui di incontrarsi, interagire e
collaborare in internet.
Open Source: secondo tale filosofia, il software può essere arricchito direttamente dagli
utenti al di fuori di motivazione economica.
Commutazione di pacchetto: l’informazione da trasmettere viene suddivisa in pacchetti più piccoli ai quali viene aggiunto un header che contiene l’info necessaria per ricomporli a destinazione in maniera corretta.
TCP/IP: protocollo di gestione base di internet. Il TCP ha il compito di suddividere in
pacchetti; l’IP instrada i pacchetti e controlla che raggiungano la destinazione.
Cloud Computing: modalità di utilizzo dell’informatica dove risorse hardware e software sono offerti come servizi su internet.
Telecomunicazioni: mediante doppino di rame (modem dial up, ISDN, ADSL), mediante
banda larga (fibra ottica, satellitare, reti esistenti per altri scopi).
Digital divide: disuguaglianza nell’accesso e utilizzo delle tecnologie dell’ICT tra Paesi sviluppati e meno sviluppati.
CAPITOLO 2 – IL SISTEMA INFORMATIVO AZIENDALE
Sistema informativo aziendale: insieme di elementi interconnessi che raccolgono,
elaborano, scambiano e archiviano dati con lo scopo di produrre e distribuire informazioni nel
momento o luogo adatto a coloro che ne hanno bisogno.
Cinque componenti del sistema informativo
1. Il patrimonio di dati, costituito dalle basi “anagrafiche” di dati posseduto dall’azienda;
2. Le procedure, le quali potrebbero ad esempio riguardare l’acquisizione dei dati personali dei clienti;
3. Le persone, ad esempio gli addetti al rilevamento delle giacenze di magazzino;
4. I mezzi, ad esempio i registratori di cassa, i computer;
5. I principi generali, ad esempio le soluzioni adottate scegliendo tra politiche di
accentramento o decentramento.
I destinatari del sistema sono tutti i possibili portatori di interesse in un’azienda, ognuno per scopi differenti: al top management spettano le attività strategiche e il processo di decisione
nel medio/lungo termine; il middle management presidia in genere le attività di tipo tattico, in
contatto con l’amministrazione dell’azienda; gli utenti operativi hanno invece compiti esecutivi e seguono delle regole precise.
Sistema Informativo Direzionale (SID): complesso di supporti informativi predisposti per
agevolare lo svolgimento delle attività direzionali.
Sottosistema direzionale
Knowledge Management (KM): gestione della conoscenza, attuata tramite 2 approcci, quello
supportato dall’ICT e quello fondato sulla conoscenza tacita, il know-how. Sono molto difficili
da identificare in un’azienda.
Business Intelligence (BI): consente una ricerca intelligente di dati e info con lo scopo di
conoscere le cause che determinano i fenomeni d’interesse dell’impresa. Composto da software che permettono a top e middle management di avere informazioni aggregate
necessarie per prendere decisioni corrette.
Data Warehouse (DW): database di interesse direzionale formato da tabelle dei fatti,
riguardanti indicatori di interesse aziendale, e tabelle delle chiavi, riguardanti le dimensioni
su cui possono essere analizzati i fatti.
Data Mining (DM): tecnologie che permettono di evidenziare correlazioni dirette, inverse o
indirette in un gruppo omogeneo di dati o tra più gruppi.
Sottosistema operativo
Sistemi ERP: classici sistemi gestionali nati in campo produttivo, amministrativo e di
controllo estesi poi a tutte le aree. Essi coprono con un forte livello di integrazione le esigenze
informative di varie aree aziendali. Sono sistemi standard per tutte le aziende e
rappresentano il cuore del sistema informativo aziendale.
Sistemi SCM: supportano l’intera gestione della catena di fornitura e sono focalizzati sulla pianificazione degli acquisti della produzione e della logistica.
Sistemi CRM: supportano i processi di contatto con il cliente, tipicamente i processi di
marketing, vendita a customer service.
CAPITOLO 3 – IL WWW E LA RICERCA DI INFORMAZIONI
WorldWideWeb: servizio di internet che permette la fruizione di diversi tipi di contenuti
attraverso una struttura ipertestuale.
Browser: strumento necessario per fruire dei servizi del web in grado di interpretare i codici
HTML.
ICANN (internet corporation for assigned names and numbers): ente internazionale che ha il
compito di assegnare gli indirizzi IP e svolgere il ruolo di identificatore di gestione di nomi a
dominio di primo livello. Con esso collaborano governi ed enti internazionali.
IETF (Internet engineering task force): sovrintende all’evoluzione dei protocolli TCP/IP, sviluppandoli in cooperazione con il W3C e l’ISO/IEC.
W3C (Worldwideweb consortium): sviluppa standard di evoluzione del web come l’HTML e l’XHTML. A livello locale è diviso in società chiamate Registar, che controllano la registrazione
dei domini.
Principali player nel web: Google, Yahoo!, Facebook, Microsoft, AOL.
Directory: presentano elenchi di siti coerenti con la classificazione adottata, utilizzando una
suddivisione gerarchica secondo specifici argomenti.
Banche dati: radunano informazioni, spesso di natura quantitativa, elaborate ed organizzate
da esseri umani.
Motori di ricerca: siti internet che hanno il compito di ricercare nella rete tutte le pagine con
contenuti i termini richiesti dall’utente.
1. Motori orizzontali: non hanno specificità settoriale e permettono di ricercare
informazioni in qualsiasi pagina web.
2. Motori verticali per argomento: specializzati in tematiche determinate.
3. Motori verticali per tipologia di contenuto: limitano la ricerca a determinati formati
come video o foto.
4. Meta motori di ricerca: motori che aggregano la ricerca di altri motori rendendola
più completa.
Funzionamento di un motore di ricerca: analisiindicizzazionerisposta
Per l’analisi entra in gioco il crawler, o spider, un software che sonda la rete e riporta dei dati
al motore di ricerca. Si passa poi all’indicizzazione, dove l’indicizzatore ha il compito di
aggiornare il catalogo delle pagine Web con le nuove informazioni. Nella terza fase entra in
gioco l’algoritmo di ricerca che esegue la ricerca tra le pagine indicizzate del motore. L’elenco dei risultati prende il nome di SERP (search engine results page).
Per determinare i risultati più rilevanti si utilizza un algoritmo di page rank, il quale in base a
determinati criteri classifica le pagine in base alla pertinenza con i termini di ricerca.
Google è diventata famosa per il suo algoritmo PageRank, il quale cataloga le pagine secondo
2 criteri: sulla base del numero di occorrenze di un certo termine e dal punto di vista
puramente topografico, cioè in base a quanti link entranti possiede una pagina.
SEO (search engine optimisation): tutte quelle attività finalizzate ad aumentare il volume di
traffico che un sito web riceve dai motori di ricerca; è parte del SEM (earch engine marketing).
Si basa su diverse tecniche:
1. Ottenere link esterni verso il proprio sito (inbound link), per riuscire a saltare tra i
primi posti del page ranking;
2. Far leva sui social media, utilizzandoli come canale pubblicitario o per il passaparola;
3. Comprendere quali parti della pagine vengono mostrate come snippet;
4. Lavorare sui meta tag, cioè su delle informazioni nascoste ai normali utenti che
servono per descrivere il contenuto di una pagina web;
5. Ottimizzare il codice HTML, l’URL e le immagini.
CPM (Cost per mille): meccanismo di pricing per i banner legato al numero di volte che il link
della pubblicità appare agli utenti.
CPC (cost per click): costo associato alla quantità di link fatti dagli utenti sul banner o lin.
CPA (cost per action): modello di pricing che associa un certo prezzo ad un’azione eseguita dall’utente.
Marketing Virale: si basa sull’idea di far veicolare il messaggio pubblicitario attraverso le azioni svolte dagli utenti stessi (passaparola digitale).
Social media marketing: strategia di marketing basata sui social media che fa leva su tali
spazi di aggregazione per diffondere interesse su un prodotto.
Scambio di banner: siti si accordano nello scambiarsi spazi pubblicitari.
Generazione di news (newsmaking): mettere online notizie che possono attirare
l’attenzione dell’utente verso il nostro prodotto.
CTR (click through rate): analisi che permette di indagare il tasso di conversione tra
visualizzazione di un determinato messaggio e i click per l’accesso alla fonte del messaggio.
Google Insights: permette di vedere lo storico del volume di ricerca su determinate keyword
e di paragonarle ad altre.
CAPITOLO 4 – IL WEB 2.0
Web 2.0: una seconda generazione di applicazioni e servizi accessibili via Web che abilitano
ed enfatizzano uno spiccato livello di interazione
User generated content (UGC): contenuti web creati direttamente dai propri utenti in
diversi formati e con diverse finalità. Gli incentivi per attuare l’UGC sono di natura economica o emotiva, ma per la maggiorparte gli utenti seguono fattori emotivi.
Piattaforma di esecuzione: l’insieme di teconologie che permette di eseguire un programma software.
Piattaforma di sviluppo: l’insieme delle tecnologie utilizzate per creare nuove applicazioni.
Web application programming interface (API): applicazioni che consentono di combinare
tra loro le componenti applicative per creare nuove applicazioni chiamate mashup.
Perpetual Beta: processo con il quale un prodotto beta, al crescere dell’utenza viene
progressivamente migliorato e testato, tanto rapidamente da far cadere la distinzione tra
versione test e di produzione.
Folksonomy: categorizzazione spontanea dei contenuti da parte degli utenti. Si basa sulla
pratica del tagging, cioè attribuire una o più parole chiave a un contenuto.
Tag Cloud: applicazioni che consentono di visualizzare graficamente tutte le parole chiave
associate ad un contenuto.
Web semantico: trasformazione del WWW in un ambiente dove i documenti pubblicati siano
associati ad informazioni e dati che ne specificano il contesto semantico in un formato adatto
all’interrogazione e all’elaborazione di software.
Social media: strumenti e servizi nati in contrapposizione a quelli che vengono definiti media
industriali e che consentono alla gente di utilizzare il web come punto di confronto personale
e lavorativo.
Modelli di business in internet:
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Direct: vendita diretta (Apple Store, Dell computers);
Retail: distribuzione commerciale applicata al web (Amazon, Esselunga);
Merchant: vende prodotti di vari produttori e percepisce una quota (iTunes, Expedia);
Subscription: servizi accessibili previo abbonamento (Netflix, Gazzetta mobile);
Brokerage: piattaforma che mette in contatto venditori e compratori (Ebay).
Long Tail: fenomeno attraverso il quale i rivenditori web possono permettersi di vendere
anche prodotti di nicchia che negozi tradizionali non avrebbero vantaggio a vendere.
Digital Natives: persone che crescono utilizzando le tecnologie del Web 2.0 rendendole parte
integrante e fondamentale del loro stile di vita.
Rich Internet Applications (RIA): applicazioni web che forniscono un’esperienza utente simile alle applicazioni desktop. Tutta la gestione dell’interfaccia viene svolta attraverso il browser mentre i dati risiedono sul server.
Really simple syndications (RSS): formato standard per la distribuzione di contenuti Web. I
contenuti RSS vengono visualizzati ed aggiornati da specifici programmi chiamati reader.
Forum: spazio online nel quale gli utenti discutono su vari argomenti e condividono risorse
attorno a problemi tecnici o della vita quotidiana. Il forum è stato il precursore del Web 2.0,
essendo stato il primo strumento di interazione tra utenti.
Blog: è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l’autore pubblica con frequenza variabile i propri contenuti di vario genere. L’insieme di tutti i blog è detto blogosfera.
Microblogging: consiste nel lasciare tracce personali in rete. Il termine micro indica la
peculiarità del microblogging, cioè che i contenuti pubblicati sono in genere di piccole
dimensioni, per la maggiorparte sono dei tweet, messaggi di testo di lunghezza massima di
140 caratteri.
Wiki: è un sito web che viene aggiornato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati
in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso. La modifica dei contenuti è aperta, cioè
non solo si può modificare il contenuto ma anche cancellare. L’inconveniente dei wiki è che
spesso a causa di questa libertà di modifiche le informazioni postate sono errate.
Social Network: consiste in un gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami. Il social
network consente la creazione di un profilo pubblico all’interno di un sistema vincolato.
Social bookmarking: servizio basato sul web, dove vengono resi disponibili elenchi di pagine
preferite creati dagli utenti e liberamente consultabili da tutti.