Il volto come macchina espressiva relazione del 20 -3-2016
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Il volto come macchina espressiva relazione del 20 -3-2016
Il volto come macchina espressiva relazione del 20 -3-2016 “Voglio esprimere i miei sentimenti piuttosto che illustrarli” J. Pollock, 1951 Laboratorio con la classe V°B L’argomento che stiamo affrontando con il laboratorio integrato di arte presso l’Istituto L. Radice di Roma classe V° B- verte principalmente sulla differenza tra linguaggio e lingua. Questa differenza sostanziale, potrebbe sembrare difficile per dei ragazzi di 17-18 anni, ma l’esempio pratico dell’arte permette di spiegare loro l’importanza concreta di possedere strumenti espressivi universali (l’arte, quindi la lingua) come importanti strumenti di indagine emotiva e sociale e il relativo uso dell’immagine portato avanti dalla società in cui sono immersi (linguaggio). L’approfondimento sul ritratto e sulla concezione dell’io nell’epoca contemporanea, ha lo scopo di rafforzare concetti curriculari appresi nelle materie di italiano e storia, si dimostra utile affiancamento per arricchire il bagaglio culturale degli alunni, ma soprattutto è un volano per approfondire tematiche come l’accettazione della disabilità in una società che tende idealmente alla perfezione estetica, costringe a ragionare sull’importanza della condivisione delle esperienze e sulla bellezza e la forza dell’espressione emotiva indipendentemente dai mezzi fisici e psicologici messi a disposizione dalla natura o dal caso. Il laboratorio pratico sul disegno viene gestito dalle spiegazioni tecniche effettuate dal compagno con disabilità, che mostra ai compagni, affiancato dall’assistente responsabile del laboratorio, come si disegna e tramite slide effettua vere e proprie lezioni sulla storia dell’arte e il cambiamento della concezione dell’io. La differenza tra lingua e linguaggio Siamo partiti analizzando il concetto leonardesco di “arte universale”, che sta alla base della concezione odierna dell’arte soprattutto in quanto arte della globalizzazione, radice di un linguaggio universale che sia efficace e diffuso strumento di comunicazione di massa. Infatti il mezzo artistico che oggi è maggiormente sviluppato è il cinema: il mezzo artistico in cui l’indagine e la rappresentazione dei meccanismi naturali e sociali fa ricorso alla fusione del mezzo artistico plastico, pittorico-fotografico, musicale, danzante e teatrale. La rappresentazione artistica come conoscenza, invece è un’altra cosa. Leonardo era convinto che l’artista debba giungere all’esperienza più vasta e profonda possibile della realtà che lo circonda: “ il pittore non è laudabile se egli non è universale”. L’arte come attività armonicamente complementare alla scoperta dell’universo e della natura è quello a cui ci ispiriamo come arte-terapia applicata presso il laboratorio dell’IS Lombardo Radice. Il laboratorio di arte Noi impariamo ad usare il disegno per indagare la natura: il disegno come strumento di indagine e di riflessione su un soggetto. Autofocus è il progetto di inclusione per i ragazzi diversamente abili nell’a. s. 2015-16 e si propone il fine di implementare la capacità espressiva dei ragazzi attraverso la presa di coscienza del proprio io; attivare e riattivare dei canali espressivi aggiuntivi al linguaggio parlato o scritto per esprimere i propri disagi, ma anche le proprie gioie e conquiste. • • Nella prima parte dell’anno, in accordo con il laboratorio di orto sinergico, i ragazzi hanno studiato graficamente le piante presenti nell’orto della scuola, concentrandosi sul valore della biodiversità e dell’interazione benefica nell’ecosistema; Ragionamento collettivo sull’interazione benefica degli individui, ognuno con le proprie caratteristiche, ognuno prezioso in virtu’ della propria individualità alla crescita collettiva: antropometrie “il meraviglioso me stesso”. • Successivamente l’indagine si è spostata sull’osservazione del volto di ognuno, sulla resa grafica della fisionomia intesa a smantellare lo stereotipo e ad accogliere la differenza e la ricchezza fisionomica di ognuno; l’arricchimento espressivo reso possibile dall’apprendimento di un corretto alfabeto grafico è evidente, soprattutto con ragazzi che hanno purtroppo avuto sempre a che fare con l’appiattimento dello stereotipo, tipico dell’atteggiamento assistenziale e infantilistico che spesso si accompagna alla disabilità. Disegno di D. all’inizio dell’anno disegno recente di D. • Prendiamo ad esempio, anche il rapporto tra le parti del volto che è al centro dello studio anatomico e fisiognomico leonardesco. Tecniche di osservazione e di rappresentazione, semplicissimi cenni di anatomia del volto. • Rappresentazione grafica delle espressioni legate alle emozioni, interpretazione delle espressioni e corretta lettura di una situazione emotiva. • Rappresentazione del sentimento attraverso l’espressività corporea studio della maschera collegamento con il laboratorio di teatro francese • studio fotografico del volto e intervento artistico sulla foto Responsabile del laboratorio: Ilaria Paccini Supervisione: Claudia Briganti. studio dei volti leonardeschi in rapporto ai volti dei ragazzi