Editoriale “Hic manebimus optime” “Hic
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Editoriale “Hic manebimus optime” “Hic
Editoriale “Hic manebimus optime” “Hic manebimus optime”, ovvero, “Qui rimarremo volentieri”. E’ ciò che l’Associazione “Il Centro Storico” si augura che dicano presto sanfeliciani e villeggianti, dopo gli impegni presi il 13 agosto e il 15 settembre scorsi negli incontri tra una rappresentanza dell’Associazione, il sindaco, Giuseppe Schiboni, e l’assessore ai lavori pubblici Luciano Magnanti. In quelle occasioni, vero spiraglio di apertura al dialogo, è stato concordato e poi verbalizzato l’impegno a collaborare nell’interesse dell’intero territorio comunale, sostenuti dall’assistenza gratuita in questa fase iniziale di impostazione e programmazione, dell’Università di Roma Tre, Facoltà di Architettura, rappresentata dal prof. Giorgio Piccinato, Direttore del Dipartimento Studi Urbani della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre, e dal collega, ordinario di cattedra, arch. Mario Cerasoli. “Restare con soddisfazione” a San Felice Circeo significa aver programmato la rinascita del Paese nella sua totalità con progetti integrati, affidati a persone competenti ed esperte; significa aver superato gli angusti confini del proprio orticello, dei propri interessi personali, per abbracciare il problema più vasto di una riqualificazione dell’intero territorio; significa mostrarsi disinteressati e obiettivi, disposti a rinunciare ai piccoli effimeri risultati a breve termine per raggiungere finalità più durature ed efficaci a lungo termine; significa una sicura crescita del livello socio-culturale dei frequentatori del Paese; significa una risonanza nazionale più marcata non solo delle bellezze naturali, ambientali e storiche, ma anche, dell’organizzazione e della capacità ricettiva e d’intrattenimento del Paese; significa responsabilizzare i sanfeliciani a comportarsi in modo tale da offrire esempio di civiltà per i turisti poco civili e irrispettosi dell’ambiente che li ospita. Affrontare un tale programma ci farà rientrare nel più vasto disegno di protezione del grande patrimonio italiano, attuato soprattutto con l’intervento diretto dello Stato nel corso della sua storia, convinti che i benefici economici di una tale operazione non vanno mai calcolati sugli introiti immediati, ma sull’enorme ricchezza prodotta dall’indotto del consumo culturale distribuito nell’intero territorio. Riqualificare e proteggere San Felice Circeo è dovere civile degli italiani, giacché il patrimonio storico-culturale del Paese è fatto di tanti elementi legati tra loro e collegati a quelli di altri paesi e città così da costituire parte integrante e inscindibile dell’Italia. Vogliamo restare con soddisfazione a San Felice Circeo, infine, per risanarlo, proteggerlo, custodirlo, per poi consegnare alle nuove generazioni un paese sano, stimolante e prospero.