Onde meccaniche su molle lineari
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Onde meccaniche su molle lineari
Scopo dell’esperienza: Osservare la generazione, propagazione, riflessione e rifrazione di onde meccaniche su molle lineari. Strumentazione Molle di varia costante elastica e di lunghezza attorno ai 5-6 metri. Descrizione dell’esperienza La molla viene fissata per una estremità al muro del laboratorio, mentre per l’altra estremità viene tenuta in mano dallo sperimentatore. Impulsi Si applicano alla molla impulsi iniziali sia trasversalmente che longitudinalmente, per osservarne la successiva propagazione lungo la molla e riflessione quando incontrano il muro. Nella oscillazione trasversale si può osservare se la riflessione inverte l’oscillazione o no. Eliminando un tratto della molla e ripetendo l’esperimento si può osservare se la velocità di T propagazione aumenta e interpretare l’osservazione in base alla legge v = , dove T è la tensione µ della molla e µ = m è la densità lineare di massa della molla. l Onde stazionarie Imprimendo all’estremo libero della molla colpetti a frequenze opportune si possono ottenere configurazioni di oscillazione con nodi (punti fermi) stabili, mentre la molla oscilla attorno ad essi, partendo dalla frequenza fondamentale e passando alle armoniche superiori (in pratica se ne possono ottenere fino a due-tre). Le possibili onde stazionarie saranno quelle per le quali metà della lunghezza d’onda è pari a un sottomultiplo intero della distanza L fra i punti di fissaggio estremi della molla: per la prima onda stazionaria (fondamentale) si avrà λ/2 = L, per la prima armonica si avrà λ/2 = L/2, e così via; detto altrimenti, si avrà L= (λ/2 ) n, con n intero positivo. Essendo per un’onda λ f = v dove v è la velocità dell’onda (vedi sopra), ciò comporta che f = f 0 n, dove f 0 =2v/L è la frequenza più bassa posiibile, cioè la frequanza fondamentale. Il fenomeno potrà essere interpretato in base ai concetti di propagazione, riflessione e interferenza delle onde lungo la molla: le onde stazionarie si possono collegare a una interferenza fra l’onda incidente e quella riflessa. Rifrazione Agganciando alla molla una seconda molla più corta e di costante elastica diversa il cui secondo estremo è collegato anch’esso al muro, si forma una biforcazione; l’onda proveniente dalla parte dello sperimentatore e incidente sul nodo si dividerà viaggiando a velocità diverse lungo i due tratti di molla. Il passaggio dell’onda dalla molla “principale” a quella “secondaria” con conseguente cambio di velocità è un esempio di rifrazione di un’onda nel passaggio da un mezzo ad un altro con caratteristiche diverse.