La rosa nera | L`informazione libera
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Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO martedì 14 giugno Stop all’aumento di un euro al cinema il governo ha varato un decreto che reintegra il Fus (Fondo unico per lo spettacolo) di 149 milioni… Leggi... Editoriale Mostra 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Berlusconi secondo l’Economist :”Unfit to lead Italy” A Napoli torna Masaniello! Mentre il Paese crolla Bersani pettina le sue bambole! I veri motivi per cui l’Italia oggi bombarda Gheddafi! 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Oppure demagogia spicciola applicata ad una politica che la si vorrebbe più ammantata di Woodstock-stile e meno incentrata sui tradizionali metodi di conquista del consenso? Attualità Mostra Schifani: “Vili i manifesti Br-pm, Pdl si dissoci” La Rosa Nera Mi piace 0 | 5 | 10 Tutti gli Articoli Referendum: negato voto all’estero per i volontari SCN Paura di volare | 15 Tag 08 giugno alle ore 16.08 0 | 5 | 10 | 15 Tag E manuele S imona Roberta A ntonio G iuliana C ristiana S ara C esare G iuseppe P lug-in sociale di F acebook La Mafiopoli di Peppino Impastato Bollettino dalle strade: 34 morti nel weekend pasquale, un terzo neanche trentenne Una voce scomoda da zittire: questo era Peppino Impastato per Cosa Nostra; il giorno 9 Maggio ricorre l’anniversario della sua morte, avvenuta a Cinisi, in provincia di Palermo, nel 1978 Grosseto, carabinieri aggrediti dopo il rave party Resta in cella il maggiorenne: “Lucido e spietato” Criminalità: pubblicata la “mappa dei reati” XVI Giornata in ricordo delle vittime delle mafie 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Curvy is better: Vogue Italia ripropone le maggiorate Elena e Jacopo: bambini vittime della disattenzione dei padri Tag Eccitazione sessuale: se persistente è una sindrome Disabilità femminile in crescita. Il coraggio è donna Lo scatto del fotografo Steven Maisel decreta la fine della taglia 38. Successo per la raccolta di firme contro i siti pro anoressia Piano e Forte La Rosa Articoli Tutti gli Articoli Mostra Curvy is better: Vogue Italia ripropone le maggiorate | La A 170 persone piace La Rosa Nera. Milioni di fedeli in lutto per la morte del leader spirituale Sai Baba Ultimo Articolo La Rosa La Rosa Nera Le maggiorate tornano a dettare i canoni della bellezza femminile. Roberta Santoro ci racconta il difficile cammino della moda sul sottile confine tra bellezza e anoressia, sezione La Rosa Papa Wojtyla: piegarsi alle regole della “santità” Il decreto 2680 "tralascia" di inserire nelle liste dei votanti presso i consolati italiani all'estero i volontari di servizio civile. E' polemica Referendum: negato voto all’estero per i volontari SCN | La rosa nera www.larosanera.it L'informazione libera Articoli Spuntini notturni? 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Il progetto, però, coinvolge solo alcune stazioni della tratta Piscinola - Piazza Borsa Napoli: coppia svizzera dimentica borsa con 2000 euro, il tassista la restituisce Economia Mostra Tag Chiaiano: sequestrata una parte della discarica Rifiuti, allarme Dipartimento Igiene 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Batterio Killer tra accuse e smentite. E intanto il mercato crolla Home Entertainment: un mercato che cambia Solo per l’Italia, la Coldiretti ha calcolato danni per l’ammontare Tag allarmismo batterio killer Vivere vegan: costi e opportunità made in italy Uno sguardo alla green economy, creatrice di business Nuovo strappo Confindustria-Governo Calderoli: Marcegaglia arrogante mercato Cerchiamo Nuovi Volti In Partenza Nuovo Progetto Casting Contattaci Ora, Compila il Form Ne wFace s.it/Proge tto _Ca sting di 100 milioni di euro LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Berlusconi secondo l’Economist :”Unfit to lead Italy” Sezioni GIOVEDÌ, 09 GIUGNO 2011 17:28 Attualità NESSUN COMMENTO Otto anni fa, l’Economist con un famoso articolo “Unfit to lead Italy” definì Berlusconi persona non adatta a governare l’Italia ed oggi torna alla carica con una nuova infamante copertina che John Prideaux autore dell’articolo sintetizza nelle parole : L’uomo che ha fregato un intero Paese, bocciando senza nessuna possibilità di appello tutte le modalità con le quali ha non esercitato il potere che gli è derivato da due successi elettorali pieni e devastanti che dovevano consentirgli ampi spazi per portare avanti le riforme urgenti di cui il Paese necessità. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash L’occasione è la pubblicazione di uno speciale di 16 pagine sull’Italia dedicato all’anniversario dei 150 anni («Per un nuovo Rinascimento»). L’analisi che scaturisce dal rapporto, lascia emergere un Paese fermo che paga con la «crescita zero» le mancate riforme. «L’Italia ha tutte le cose che le servono per ripartire, quello che serve è un cambio di governo». In un incontro avuto con i giornalisti italiani Prideaux ha ribadito che :«Non farò l’errore di predire la fine di Berlusconi, ma arrivando qui, parlando con le persone si inizia a sentire un’aria nuova, la fine di un’era». «L’Italia ha un problema di produttività, ha bisogno di alcune riforme. Se guardiamo agli ultimi dieci anni e più, dimenticando tutti gli scandali, il «Bunga Bunga», lo scontro con i magistrati, il problema è che c’è stato un disastro da un punto di vista economico. Berlusconi è arrivato al potere con l’idea di essere un imprenditore di successo in grado di fare le riforme economiche, ma poi non le ha fatte» e il Paese «ha sprecato»solo tempo prezioso, correndo dietro le gonnelline e i vizi proibiti del suo Presidente. Questo perdersi nel vuoto delle cose inutili ha fatto si che perdessimo alcuni importanti appuntamenti e pertanto si ha avuto il «più basso tasso di crescita di tutti gli altri Paesi del mondo occidentale. Tra il 2000 e il 2010, il Pil italiano è cresciuto in media dello 0,25% all’anno, una dato allarmante – scrive l’Economist – migliore solo rispetto a quello di Haiti o dello Zimbawe». E nonostate l’Italia «abbia saputo evitare il peggio durante la recente crisi finanziaria globale, non ci sono segnali di una possibile inversione di tendenza». Certo che non è stato molto difficile è bastato chiudere i cordoni della spesa pubblica, non investire e in apparenza il peggio sembra essere evitato anche se nella realtà non è cosi e la crescita zero o quasi è quella a cui siamo destinati nei prossimi anni se non cambierà il governo. Nonostante i problemi che appaiono per lo più legati alla fase politica, l’Italia resta un «Paese civilizzato, ricco, senza conflitti». Il «successore di Berlusconi potrebbe introdurre alcuni immediati miglioramenti con poco sforzo» e dovrà sicuramente metter mano alla legislazione sul lavoro «che favorisce gli anziani». L’Italia è afflitta tra le altre cose da una «gerontocrazia istituzionalizzata» che rende difficile ai giovani costruirsi una carriera. Tanto che dobbiamo porci il problema di come «richiamare migliaia di giovani di talento che sono emigrati e potrebbero avere un impatto positivo per il Paese» e come fare per bloccare questa epistassi sociale che impoverisce sempre più tutti noi e il nostro futuro. Vincenzo Branca Mi piace A Marco Branca piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on giovedì, giugno 9th, 2011 at 17:28 and is filed under Editoriale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » Piano e Forte Politica Sport Who's who INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Referendum: negato voto all’estero per i volontari SCN Sezioni MARTEDÌ, 07 GIUGNO 2011 20:57 1 COMMENTO Imbracciate i fucili, e andate a votare. Una provocazione, ma non più che tanto. Perché sembra essere proprio questa la (triste quanto bizzarra) conclusione del decreto/legge n°2680 varato dal Governo per la regolazione delle modalità di voto ai prossimi referendum del 12-13 Giugno 2011. Un referendum che già nasce sotto la cattiva stella della disinformazione e dell’ostinato silenzio da parte dei media – se si esclude l’inesauribile fonte del web, che è l’unica a fornire notizie e chiarimenti in proposito. Una faccenda balorda, quella del referendum, che mai come questa volta tocca tematiche di interesse (economico, Il decreto 2680 "tralascia" di inserire nelle liste dei votanti per i nostri governanti) paragonabile a quello del referendum repubblicano (1948), presso i consolati italiani all'estero i volontari di servizio civile. quando agli italiani fu chiesta l’abrogazione E' polemica della Monarchia. Energia nucleare, privatizzazione dell’acqua, legittimo impedimento. Sembrano solo formule rituali, da tutti ripetute ma, a ben guardare, prive di significato, un significato che i media non hanno certo contribuito a chiarire. E alla mancata pubblicizzazione di questa scomoda consultazione elettorale, in cui sono in molti a sperare che il quorum non venga raggiunto, ora si aggiunge anche l’onta – per la nostra Repubblica Italiana – della mancata agevolazione a esercitare uno dei principali diritti (e doveri) dei cittadini: il voto. Già. Perché a votare a questo referendum probabilmente saranno in molti, ma non saranno tutti. Ci saranno i cittadini residenti in Italia, ovviamente; i dipendenti di organizzazioni statali residenti all’estero, i ricercatori universitari nei paesi stranieri, i militari in missioni di “pace”. Ma non ci saranno i volontari di servizio civile all’estero, 438 giovani che hanno scelto di svolgere l’attività di servizio annuale impegnandosi in uno delle missioni internazionali a cui l’Italia prende parte. Brasile, Argentina, Uruguay. Angola, Benin, Mozambico. Bangladesh, Cambogia, Nepal. Ma anche Canada e USA, Francia, Germania e Paesi Bassi. Sono solo alcune delle destinazioni, comunitarie e non, in cui l’Italia invia da anni i propri volontari per la realizzazione di progetti internazionali. Volontari a cui, in vista dei referendum, è stata negata la possibilità di votare nei paesi in cui si trovano, a lavorare alla “difesa non violenta della Patria”. A niente sono valse le proteste dei rappresentanti nazionali del Servizio Civile, Corrado Castobello e Fania Alemanno, o la ferma opposizione del Democratico Ceccanti. Per queste elezioni, se i volontari attualmente residenti all’estero vorranno esprimere il loro voto, dovranno fare rientro in Italia. E nell’arco di un minimo di 2 a un massimo di 4 giorni – a seconda della lontananza geografica dall’Italia – dovranno ripresentarsi in servizio. Ovviamente a spese delle casse, ormai tutt’altro che floride, dell’Ente Nazionale per il Servizio Civile. Che dal 2007, anno in cui furono avviati al servizio oltre 51mila volontari, a oggi, ha subito un taglio di fondi di oltre il 50%, con poco più di 20mila posti disponibili nell’ultimo anno. Il decreto 2680, infatti, se da un lato ha previsto la possibilità di voto per una serie di categorie di italiani, residenti all’estero per motivazioni più o meno “patriottiche”, tra cui appunto gli oltre 9mila militari tuttora impegnati in 33 operazioni militari in 21 paesi (Afghanistan, Libano, Kosovo, Bosnia, Pakistan, Israele, Georgia, Sudan…), ha tralasciato tuttavia di inserire nelle liste dei votanti ai consolati italiani i volontari di servizio civile. Una “dimenticanza” che costerà non poco all’istituzione del Servizio Civile Nazionale, in termini economici, ma soprattutto in termini di dignità. Già, perché come Freud ci ha insegnato, dietro gli atti mancati c’è sempre una motivazione di ordine inconscio. Anche quando avviene a livelli collettivi. E allora una dimenticanza non è più una semplice dimenticanza, ma si veste di significati altri. E a essere tirati in ballo sono discorsi più profondi, che coinvolgono lo “status dei volontari e l’identità del Servizio Civile, mai definiti in maniera decisa e inequivocab ile”. Come afferma Castobello, quello della definizione identitaria è “un prob lema atavico del Servizio Civile. Così come atavica è proprio la mancanza in Italia della cultura della Difesa non armata e non-violenta della Patria. Chiunque in Italia si occupa di questo trova davanti a sé ostacoli b urocratici relativi al riconoscimento di ciò che svolge per lo Stato. E c’è un disegno di Legge sul Servizio Civile Nazionale b loccato da quasi due anni in Senato”. Storicamente, il servizio civile nasce come diretto discendente dell’obiezione di coscienza, pratica fermentata nell’ultimo mezzo secolo nell’humus culturale degli anni post-bellici, della rivoluzione nonviolenta auspicata da Gandhi e dei movimenti pacifisti sorti (inizialmente negli USA) come rifiuto di ogni forma di conflitto armato, scaturito dalla vista degli orrori – trasmessi per la prima volta in diretta tv – della guerra in Vietnam. Una serie di circostanze storiche che aumentarono considerevolmente il numero dei giovani che rifiutavano la leva militare obbligatoria, preferendo intraprendere il servizio civile, tanto da “costringere” lo Stato Italiano a riconoscerne (1998) il valore di risorsa sociale, e poi a istituire (legge n°64/2001) il Servizio Civile Nazionale, aperto anche alle donne e inteso come un “percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale attraverso l’esperienza umana di solidarietà sociale, attività di cooperazione nazionale ed internazionale, di salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale”. Un’istituzione che però, dieci anni dopo la sua ultima, ufficiale fondazione, ancora fatica, pur restando una risorsa collettiva impareggiabile, a trovare una propria definizione burocratica, come dimostra la Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who vicenda del mancato riconoscimento del diritto di voto all’estero per i volontari SCN. Cosa cerca di comunicare uno Stato che, professandosi repubblicano e pacifico, rinnega a un suo Ente, germogliato nella contemporanea cultura del patriottismo non-violento, una definizione e un riconoscimento specifici? Che nega il diritto di voto ai volontari di servizio civile, difensori non armati della Patria, concedendolo invece ai suoi soldati? Forse l’Italia non è ancora pronta a restituire al mondo, e ai suoi cittadini, quell’immagine di paese progressista e liberale che si impegna a costruire pace, solidarietà, impegno sociale. Per andare a votare, non ci resta che imbracciare i fucili. Giuliana Gugliotti Mi piace A 8 persone piace questo elemento. Di' che piace anche a te, prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, giugno 7th, 2011 at 20:57 and is filed under Attualità. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. 1 Commento Referendum: negato voto all’estero per i volontari SCN | Linea di confine 8 giugno 2011 at 08:09 (Edit) [...] gentile concessione di Giuliana Gugliotti tratto da La Rosa Nera Etichette: referendum, volontari SCN, [...] Rispondi Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Curvy is better: Vogue Italia ripropone le maggiorate Sezioni MARTEDÌ, 07 GIUGNO 2011 20:12 Attualità NESSUN COMMENTO Belle Vere. Bastano queste due parole sulla copertina di Vogue Italia per distruggere anni di fissazioni e passerelle con ragazze filiformi. Con questa iniziativa, sconvolgente per il mondo della moda, Franca Sozzani – direttore di uno dei mensili più quotati nell’ambiente – ha evidenziato il cambio di tendenza. Tre modelle morbide hanno posato in uno splendido bianco e nero. Tara Lynn, Candice Huffine e Robyn Lawley hanno sfoggiato un corpo in lingerie degno di scatto. Steven Maisel è l’artefice di questo capolavoro fotografico, ambientato in una lussuosa residenza di Los Angeles. Abbondanza di seno, gambe tornite, fianchi sinuosi. La donna mediterranea torna a “far danni”. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Da sempre la moda detta regole sbagliate sulla bellezza. Probabilmente non vedremo mai riuniti tutti i maggiori stilisti al mondo, ma qualcosa sta cambiando. Ci hanno abituati a vedere ragazze e ragazzi di 180 centimetri per 50 chili di peso. Le ossa visibili e le facce scavate. Per l’ambiente questo è il bello. Con questo “schiaffo”, Copertina di Vogue Italia. Tre formose per il Franca Sozzani ha voluto dimostrare che la taglia 36 o 38 mese di giugno non è sinonimo di benessere, né di bellezza. L’esuberanza delle forme non è peccato. È fascinosa, è sensuale, è l’idea con cui sono cresciute le nostre mamme. “Con questa copertina ab b iamo voluto dare un altro segnale forte della nostra attenzione nei confronti di tutte quelle donne, e sono tantissime, che intendono la b ellezza come qualcosa di molto più articolato e genuino rispetto a una mera questione di taglie“, spiega ancora il Direttore. “Sono sempre di più le lettrici che, anche sulle rivista di moda, vogliono veder rappresentato il mondo reale, fatto di persone non ossessionate dalla magrezza, ma capaci di accettare e rispettare il proprio corpo per come è nella sua naturalezza“. Controtendenza importante per la società odierna in cui vige il dogma della magrezza ad ogni costo. Il motto dell’anoressia riecheggia tra le ragazze di tutte le età: “Non mangiare!” è l’unica frase per far leva sul proprio senso di colpa. Non a caso si dubita fortemente sull’effettiva riuscita della promozione pro forme. La propaganda persuasiva della magrezza dura da troppi anni e ha influenzato nel profondo diverse generazioni. Quest’ultime hanno avuto, dalla loro, l’appoggio dei siti pro anoressia, contro i quali il direttore di Vogue Italia si è battuta nel marzo di quest’anno. Il blog “Vogue.it against pro-anorexia websites” ha ottenuto un successo incredibile, ma è ancora poco. I canoni sono troppi alti. Le donne “normali” si sentono inadeguate e, in alcuni casi limite, fallite per la forma fisica che non riescono a raggiungere. La ricerca della perfezione non può o deve esistere. Non dobbiamo dimenticare Isabelle Caro, modella devastata dalla malattia del corpo. A 28 anni si è spenta perché ha provato a combattere il suo disturbo alimentare troppo tardi. Ultima in ordine di tempo è una ragazzina di 16 anni di Treviso. Voleva sfilare sulla passerella dello spettacolo che chiude l’anno scolastico dell’istituto superiore di moda. Un peso imposto da un professore. La bilancia che non ha raggiunto l’obiettivo. Il sogno muore ancora prima di iniziare. Per il professore in questione, la ragazza era troppo grassa. Risultato? La sedicenne, imbottita di alcool, tenta il suicidio lungo il fiume Sile. Si fa tanto per combattere l’anoressia e qualsiasi altro disturbo alimentare, come anche le tendenze strane – come la drunkoressia – provenienti da altri Paesi. Addirittura la moda prova a cambiare i suoi canoni per far sentire donne anche quelle che indossano una degna taglia 44. Già Elena Mirò aveva provato ad avviare la rivoluzione. Ma tutto questo non basta. Per quanto la moda venga seguita, la magrezza è diventato il canone di bellezza più diffuso al mondo. Roberta Santoro Mi piace Di' che ti piace prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, giugno 7th, 2011 at 20:12 and is filed under La Rosa. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Sport Who's who Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Arctic Monkeys – Suck It And See Sezioni MARTEDÌ, 07 GIUGNO 2011 20:40 Attualità NESSUN COMMENTO C’era una volta una favola, la favola del Myspace. Che permetteva di registrarsi come musicista o band e di uploadare in tutta tranquillità i propri lavori da casa. Alex Turner e soci fiutarono subito l’affare, e da quella favola del 2005 gli Arctic Monkeys hanno spiccato il volo. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Una delle band più giovani, anagraficamente parlando, dell’attuale panorama musicale. Ma non per questo stupida, anzi. Già al loro quarto album di studio, valanghe di live alle spalle, Turner che si consacra santone dell’indierock e sforna progetti a destra e a manca (The Last Shadow Puppets e Submarine, l’EP già recensito qualche settimana fa), a questi ragazzi non manca la stoffa. Così come non ne manca a questo Suck It And See, un disco che sveste un pò gli arctic La copertina minimalista di Suck It And See delle tshirt e jeans per indossare abiti più maturi. Scordatevi la velocità supersonica di Whatever People Say I Am That’s What I’m Not. Più vicino al recente Humbug, Suck It And See viene registrato a Los Angeles assieme al produttore James Ford, nella piena rilassatezza di vite cui l’icona cosa da fare è creare. L’album si apre con She’s Thunderstorms, che lascia il sapore degli Stereophonics, dalla struttura anni ‘50 che oggi stiamo ascoltando tanto in molti pezzi anglossassoni. Si prosegue con Black Treacle, e l’impressione è che Suck It And See non ha alcuna intenzione di prestare il fianco a campionature, suoni elettronici et similia (alleluja!!!). Brick By Brick è uno dei pezzi forti del lavoro, diretto e dal riff di sicuro impatto, con richiami di Ramones e dell’ Hard Rock anni ‘70 “cafone”. The Helicat Spangled Shalalala poteva finire benissimo in un disco dei Last Shadow Puppets, e infatti poco si integra col resto dei pezzi, mentre il singolo apripista Don’t Sit Down ‘Cause I’ve Moved Your Chair (distribuito in occasione del record Store Day il 16 aprile su vinile in 30.000 copie per i più fortunati) ricorda i Back Rebel Motorcycle Club più ispirati ed in generale dà a tutto il lavoro quell’impronta “sorniona” alla quale forse i fan di primo pelo storceranno il naso ma tant’è. Library Pictures indora la pillola e ci rimanda ai vecchi tempi, con un’intro al fulmicotone fra batterie e riff riverberati. La sensazione che si stia assistendo a delle prove in sala ce la conferisce la misteriosa All My Own Stunts, dagli accordi taglienti e orientaleggianti. Reckless Serenade apre con un giro di basso stile Pixies e scorre via piacevolmente, così come Piledriver Waltz, che avevvamo già trovato nell’EP Submarine di Alex Turner, ora in versione completa col resto del gruppo. Un’altra prova di maturità negli arrangiamenti, si direbbe. Love is a Laserquest non regge col resto del materiale, mentre la title track Suck It And See trasuda del miglior pop britannico attualmente a disposizione, strizzando l’occhio agli amici Glasvegas e ai novelli Vaccines, che gli Arctic ritroveranno a Bologna per l’I-Day. That’s Where You’re Wrong non chiude però degnamente l’album, dando la sensazione di averla già sentita da qualche parte. Insomma, un album dove è vietato cercare le vorticose strofe a velocità pazzesca biascicate al microfono da Turner e soci, dove è vietato rimpiangere i ritmi a bpm elevati degli esordi, dove è vietato ricordarsi dei riff accattivanti ma tecnicamente risibili dei primi lavori. Un album invece da apprezzare per la grande prova di maturità compositiva e di produzione dei pezzi, dove la calma regna e quindi anche un auto-convincimento dei quattro ragazzi, che si scoprono sempre più musicisti in grado di spaziare oltre una pentatonica sparata a mille. Marco Della Gatta Mi piace A Luigi D'Angelo, Marco Della Gatta e altri 13 piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on martedì, giugno 7th, 2011 at 20:40 and is filed under Piano e Forte. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. 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La kermesse cinematografica, negli anni diventata il punto di riferimento per la cultura cinematografica dell’intera area mediterranea, oltre alla proiezione di cinque pellicole provenienti da Egitto, Taormina Film Festival (11 – 18 giugno 2011) tra Maghreb, 3D Marocco, Tunisia e Algeria, dedicherà una e un inedito Oliver Stone tavola rotonda dal titolo “Rivoluzione Maghreb ” (16 giugno), alla quale parteciperanno la regista marocchina Laila Kilani, il regista tunisino Mourad Ben Cheikh, l’attrice marocchina Soufia Issami, gli egiziani Ibrahim El Batout e Mahamad Diab, e i produttori tunisini Habib Attia e Tarak Ben Ammar. Il Maghreb però non sarà il solo ospite d’eccezione. Anche quest’anno, il tradizionale appuntamento siciliano con il mondo del cinema non mancherà di riservare al pubblico grandi anteprime, attori e registi internazionali, ospitati in una cornice dall’incomparabile fascino archeologico e paesaggistico come il Teatro Antico. Si parte l’11 giugno con la proiezione in 3D dell’attesissimo Kung fu Panda 2 (in uscita nelle sale italiane il 26 agosto). Ad accompagnare il panda Po e la sua banda di amici ci saranno l’attore comico Jack Black – voce originale del protagonista in Italia doppiato da Fabio Volo – e il produttore, nonché cofondatore della Dreamworks assieme a Spielberg, Jeffrey Katzenberg che ritirerà il premio The Hollywood Reporter Award to Dreamworks animation for Cinematic excellence. Dopo il grande successo riscontrato l’anno scorso con Toy Story 3, il Teatro Antico di Taormina si conferma l’unico posto al mondo dove è possibile provare su un grande schermo all’aperto le emozioni del mondo tridimensionale, rese ancora più eccezionali dalle suggestioni storiche e architettoniche di un anfiteatro costruito 2300 anni fa. L’innovazione della visione in stereoscopia sarà rappresentata anche dal primo film in 3D tutto made in Italy, ovvero Parking Lot, un horror low budget diretto da Francesco Gasperoni, interpretato e scritto da Harriet MacMasters-Green i quali, durante l’intera rassegna, tenteranno anche di realizzare un cortometraggio utilizzando una nuova macchina da presa in 3D. Attori, pubblico e gente comune saranno i protagonisti di questo mini film che montato e sonorizzato a tempo di record verrà poi proiettato nella serata conclusiva del festival. La sezione fuori concorso “Grande Cinema” non lesina su pellicole che vantano firme d’autore. Si va dal fantasy Season of The Witch di Dominic Sena, con Nicolas Cage a Cinema verite’ di Shari Springer Berman e Robert Pulcini, con Diane Lane, James Gandolfini e Tim Robbins, sulla storia del primo controverso reality show americano in tv. La musica avrà un ruolo di spicco con due film: la commedia Killing Bono, basata sulla storia reale de due fratelli Neil e Ivan McCormick, aspiranti rock star, che si troveranno ostacolati dall’improvvisa ascesa del loro compagno di classe Bono e della sua band gli U2; e La voce di Rosa di Nello Correale, sulla leggendaria cantante folk siciliana Rosa Balistreri. Passando poi alle sezioni competitive, il concorso “Mediterranea” propone nove pellicole provenienti da Israele, Turchia, Egitto, Spagna, Francia e Marocco. Non manca ovviamente l’Italia con il film Il console italiano di Antonio Falduto interpretato da Anna Galiena e Giuliana De Sio. In gara nella sezione “Oltre il Mediterraneo” aperta al cinema del resto del mondo, troviamo sei titoli tra i quali spicca il controverso Red State di Kevin Smith, presentato allo scorso Sundance film festival, che tra le altre cose vanta il primato di essere il film più violento mai presentato a Taormina. Torna per il quarto anno consecutivo Campus Taormina, una sezione del festival interamente dedicata ai giovani che tanto successo ha avuto nelle passate edizioni. Oltre 1000 ragazzi, tra studenti di cinema, comunicazione e lingue straniere, provenienti da tutta Italia prenderanno parte alla rassegna, partecipando proiezioni, seminari ed incontri con interpreti, produttori, critici e registi di rilievo nel panorama cinematografico nazionale ed internazionale, chiamati a condividere con le leve del futuro la propria esperienza. Non mancheranno le masterclass dei big del cinema, imperdibile appuntamento quotidiano del festival indirizzato a studenti e appassionati cinefili. A salire in cattedra quest’anno tra gli altri Monica Bellucci e Oliver Stone che presenterà a Taormina “Alexander revisited: the final uniate cut”, una nuova ed inedita versione da 3 ore e 48 minuti dell’epico Alexander, uscito nel 2004. Enrica Raia Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Mi piace Di' che ti piace prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, giugno 7th, 2011 at 20:47 and is filed under Cinema. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Si può avere un’abbronzatura perfetta senza rischi? Sezioni MARTEDÌ, 07 GIUGNO 2011 20:34 Attualità NESSUN COMMENTO L’estate è alle porte e la voglia di tintarella aumenta. Le previsioni meteorologiche evidenziano ancora un instabilità climatica, ma possiamo approfittare del tempo ancora incerto per preparare la pelle al sole, ottenendo così un’abbronzatura perfetta. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Avere una carnagione dorata, però, non è sempre stato sinonimo di bellezza e cura di sé: dal 1600 fino alla fine del diciannovesimo secolo la pelle abbronzata Tutto quello che c’è da sapere per avere un’abbronzatura è stata sempre disprezzata, perché perfetta, senza rischi sottolineava l’appartenenza ad un ceto umile e disagiato; difatti erano proprio i contadini e i man ovali a lavorare molte ore sotto al sole. Al contrario il biancore della pelle evidenziava la possibilità di stare in ambienti chiusi, di non dover lavorare, ed era così considerato simbolo di prestigio, poiché indicava l’appartenenza alla nobiltà. Con l’industrializzazione e lo sviluppo economico l’abbronzatura è stata rivalutata, poiché il biancore, che un tempo era attribuito alla classe nobile, viene ora associato alle classi meno abbienti che sono costrette a dover lavorare al chiuso senza concedersi delle vacanze. In attesa di un cambiamento di tendenza andiamo a scoprire come programmare un’abbronzatura perfetta in totale sicurezza. Innanzitutto nei mesi precedenti all’esposizione solare è necessario idratare la pelle, applicando dopo ogni doccia lozioni idratanti al fine di trattenere il più possibile l’acqua, mantenendo un alto livello di elasticità della pelle. La pelle non va preparata solo dall’esterno, ma anche dall’interno, attraverso un’alimentazione adeguata. Esistono molti cibi che possiedono straordinarie virtù abbronzanti, poiché stimolano i melanociti, le cellule deputate all’abbronzatura, favorendo un’abbronzatura intensa e uniforme. Si tratta di alimenti ricchi di carotenoidi: il beta carotene in particolare stimola la melatonina che protegge la pelle dagli effetti nocivi delle radiazioni solari, donando un colorito più scuro. Questi alimenti presentano una colorazione gialla, rossa o verde come la pesca, l’albicocca, la ciliegia, la carota, il pomodoro, la fragola, la rucola, i broccoli etc. Forniscono un colorito dorato anche gli alimenti ricchi di provitamina A quali: la zucca, il peperone, gli spinaci ecc. Quindi acqua, frutta e verdura sono immancabili per avere una sana tintarella. Questi accorgimenti però non bastano a proteggere la pelle dai raggi ultravioletti che possono causare vari danni: dall’eritema o ustione solare, con rossore, bolle, spellatura e sensazione di calore; a discromie o macchie cutanee a tumori della pelle; oltre che aumentare le rughe. Un eccessiva abbronzatura infatti determina la rottura del collagene ed il cedimento strutturale. A rischio è anche la vista, con rischi di fotosensibilizzazione, lacrimazione, dolore corneale e spasmo delle palpebre. Occorre dunque far uso di filtri solari che possano riflettere le radiazioni come uno specchio o modificare la struttura chimica delle radiazioni. Esistono una miriade di filtri solari, con fattore di protezione che varia in base al numero di ore, di esposizione solare, in cui il prodotto è efficace. Per scegliere il prodotto più adatto alla nostra pelle è importante conoscere il proprio fototipo e il tipo di esposizione al sole che faremo. Esistono sei fototipi: i più sensibili sono l’1 ed il 2, caratterizzati da capelli chiari e pelle molto chiara, per cui si tratta di soggetti che devono utilizzare protezioni a schermo totale (fattore 50); man mano che i colori della carnagione e dei capelli si scurisce si giunge al fototipo 4, individui appartenenti a questa categoria possono utilizzare una protezione alta (fattori da 15 a 25), mentre coloro i quali rientrano nei fototipi 5 e 6 con capelli scuri e pelle olivastra possono utilizzare una protezione bassa (fattore da 2 a 10). È bene ricordare che per rendere efficace l’effetto dei filtri solari occorre applicarli almeno mezz’ora prima dell’esposizione al sole, rinnovando l’applicazione durante il corso della giornata, poiché lo sfregamento sul telo da mare, la sudorazione, le docce ed i bagni riducono la capacità protettiva del prodotto. Oltre ad utilizzare il solare adeguato occorre seguire degli accorgimenti: esporre progressivamente la pelle al sole, evitare le ore più calde della giornata (tra le 12:00 e le 15:00), utilizzare occhiali da sole avvolgenti con lenti scure e applicare lozioni doposole per idratare la pelle dopo la doccia e mantenere più a lungo l’abbronzatura. Seguendo questi accorgimenti non resta che stendersi al sole. Simona Esposito Mi piace Edit this entry. A 2 persone piace questo elemento. Di' che piace anche a te, prima di tutti i tuoi amici. Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who This entry was posted on martedì, giugno 7th, 2011 at 20:34 and is filed under E' vero che?. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Massimo Troisi, l’attore dei sentimenti Sezioni MARTEDÌ, 07 GIUGNO 2011 20:20 Attualità 1 COMMENTO “Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine”. Nato a San Giorgio a Cremano nel 1953 Massimo Troisi visse in una famiglia molto numerosa: oltre che con i suoi genitori e cinque fratelli condivideva, infatti, la casa con i nonni ed una coppia di zii e i loro quattro figli. Già durante l’adolescenza, il suo animo sensibile si espresse con la stesura di alcune poesie, per le quali si ispirò al grande Pasolini, così come Il 4 giugno 1994 moriva Massimo Troisi, attore, regista e precocemente emerse il suo amore per il teatro, che lo portò a recitare nel 1969 sceneggiatore, entrato nel cuore degli italiani con la sua nell’oratorio della Chiesa di Sant’Anna, ironia ed umanità. dove conobbe il suo più grande amico, l’attore Lello Arena, e i colleghi Nico Mucci e Valeria Pezza, con i quali fondò il gruppo teatrale “I Saraceni”. Il successo arrivò con Lello Arena ed Enzo Decaro – con i quali creò il celebre trio “La smorfia”, che debuttò al San Carluccio di Napoli per poi approdare in molti teatri italiani – e raggiungere l’apice prima con la trasmissione radiofonica Cordialmente insieme, poi in televisione con trasmissioni quali Non stop, La sb erla e Luna Park . Proprio in questo fruttuoso periodo per la sua carriera professionale, gli fu diagnosticata un’anomalia al cuore, che lo costrinse a sottoporsi ad un delicato intervento alla valvola mitralica, nel 1976. Sciolto il trio, Troisi iniziò a dedicarsi al cinema: al 1981 risale il suo debutto cinematografico con il film Ricomincio da tre, al quale lavorò come attore, sceneggiatore e regista. Nonostante la separazione e le diverse carriere intraprese, i tre amici de “La Smorfia” furono sempre in ottimi rapporti; in particolare, Lello Arena gli fu vicino nell’affrontare le difficoltà della malattia e lo accompagnò più volte in America per i periodici controlli cardiologici. Fu, inoltre, dotato di straordinaria ironia e riuscì persino a ridere della propria morte: celebre è, infatti, il falso documentario, Morto Troisi, viva Troisi!, che girò nel 1982 per la trasmissione di RaiTre “Che fai? Ridi?” in cui l’attore immagina la sua prematura morte, mentre i suoi amici e colleghi Renzo Arbore, Roberto Benigni, Lello Arena raccontano agli spettatori curiosità e difetti del Massimo da loro conosciuto, inscenando divertenti gag; da ricordare quella di Benigni, che compare dietro un vetro per garantirsi l’anonimato e poter sbandierare liberamente ai quattro venti i peggiori difetti dell’amico. Gli anni successivi sono un susseguirsi di film di successo: Scusate il ritardo (1983), Non ci resta che piangere (1984), Le vie del Signore sono finite (1987); e poi Splendor (1988), Che ora è? (1989) e Il viaggio di capitan Fracassa (1990) per i quali collaborò con Ettore Scola e Marcello Mastroianni. La sua produzione è sicuramente autorappresentativa, fedele alla tradizione di quegli attori, registi, sceneggiatori che hanno fatto del cinema uno strumento per comunicare con gli altri, per rendere nota la propria concezione del mondo e della vita. Molti hanno intravisto nella sua napoletanità e nel suo stile una revisione dei grandi Totò ed Eduardo – nonostante Massimo stesso smentisse con sarcasmo tale paragone: “Se mi accostano a Totò ed Eduardo a me sta b enissimo: sono loro che si offendono” – alle cui figure probabilmente si ispirò nel portare in scena il personaggio dell’antieroe, timido e goffo, autentico e semplice, coraggioso e ironico. Riuscì sempre, nelle sue interpretazioni, ad esprimere il sincero amore per la propria città, affidandolo alle parole e alle emozioni di personaggi costretti a scappare da Napoli per necessità economiche, pur portandola sempre nel cuore, come un porto sicuro da tutelare, nella speranza di poterne constatare, un giorno, il cambiamento. Andando oltre il classico pregiudizio che pesa sui Napoletani, Troisi, pur mettendo in luce le urgenze che da sempre affliggono la sua città, ha voluto, infatti, farsi testimone della possibilità di risolverne i problemi, di agire concretamente per dare inizio ad un cambiamento reale. Il suo “essere napoletano” gli causò inevitabili critiche da parte di chi riteneva che la napoletanità dei suoi personaggi fosse troppo prorompente: in realtà, in tutte le sue opere, Massimo Troisi riuscì sempre a conciliare le sue due anime, di italiano e di napoletano, conservando sempre delle proprie origini, il dialetto e la gestualità. Fu, infatti, un attore che recitava soprattutto con il corpo, comunicando con l’espressività del volto più di quanto, come si suol dire, avrebbero potuto fare mille parole. Nel 1994 girò il suo ultimo film, Il postino, accanto a Philippe Noiret e Maria Grazia Cucinotta: il film, tratto dal romanzo di Antonio Skàrmeta, vede Troisi impegnato nel ruolo di Mario Ruoppolo, postino dell’isola di Procida che, nel periodo di esilio italiano del poeta, divenne grande amico di Pablo Neruda. Grazie alla splendida interpretazione – per portare a termine la quale l’attore fu costretto a farsi sostituire, in alcune scene, da una controfigura, proprio a causa della sua malattia – Massimo Troisi fu candidato all’Oscar Postumo come miglior attore; l’Oscar non fu assegnato – la statuetta fu vinta per la migliore colonna sonora – ma in compenso il film e il postino interpretato da Troisi furono largamente acclamati dalla critica e dal pubblico. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Prima della sua prematura morte, Massimo si sentiva molto affaticato: qualcuno disse all’epoca che la stanchezza delle riprese de Il postino ne avesse peggiorato le condizioni di salute (anche perché per interpretare il suo ultimo ruolo l’attore rimandò un importante intervento chirurgico), tanto da dichiarare che Troisi fosse morto “per” il cinema; il fratello, invece, resta convinto che il fortissimo desiderio di Massimo di interpretare il ruolo del postino di Neruda derivasse, forse, proprio da un presentimento, dal timore che sarebbe stato il suo ultimo film. Troisi si spense a 41 anni mentre si trovava a casa della sorella. Se ne andò nel sonno, sereno come era sempre stato in vita; tutti i suoi colleghi furono amici sinceri e il dolore che sconvolse il mondo della spettacolo il giorno della sua scomparsa ne fu la dimostrazione più evidente. Come scrisse Benigni in una poesia dedicata all’amico Massimo: “Per lui non vale il detto che è del Papa: morto un Troisi non se ne fa un altro”. Sara Di Somma Mi piace Di' che ti piace prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, giugno 7th, 2011 at 20:20 and is filed under Who's who. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. 1 Commento Massimo Troisi, l’attore dei sentimenti | Linea di confine 9 giugno 2011 at 07:03 (Edit) [...] Per gentile concessione di Sara Di Somma tratto da La Rosa Nera [...] Rispondi Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea Numero 30 del 07/06/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Batterio Killer tra accuse e smentite. E intanto il mercato crolla MARTEDÌ, 07 GIUGNO 2011 20:04 Sezioni Attualità NESSUN COMMENTO Cinema Prodotti ortofrutticoli che vengono condannati e poi assol ti come in un tribunale. Ma dov’è il batterio killer che ha già causato 23 morti (22 in Germania e 1 in Svezia) e ha contagiato migliaia di persone? Una volta che i prodotti accusati vengono “assolti”, chi è che ripaga del danno provocato da un falso allarme? Il batterio non è nella partita di cetrioli dell’ Andalusia, e non è nei germogli di soia dell’ azienda del villaggio di Bienenbuettel, ma di fatto questi allarmismi incidono sul mercato. Il problema è che non parliamo solo di cetrioli, e non parliamo solo di Batterio killer: continuano le ricerche per trovare la fonte Spagna, o di Germania. Il danno si è esteso a tutto il mercato orto frutticolo e a tutti i Paesi europei. In una sola settimana sono stati persi 200milioni di euro per il blocco delle esportazioni. Le aziende sono state paralizzate e il ministro dell’ agricoltura spagnolo Rosa Aguilar, ha richiesto una soluzione europea, dato che i danni economici si fanno sentire in tutta Europa. Confagricoltura pretende più chiarezza per evitare ulteriori danni economici. Intanto la Russia ha chiuso le frontiere all’importazione di verdure e ortaggi da tutti i Paesi dell’Unione Europea. La preoccupazione per il batterio killer sta creando tensioni commerciali tra la Russia che ha vietato le importazioni di frutta e verdura e l’UE, che ha giudicato la decisione sproporzionata e inaccettabile. E' vero che? Solo per l’Italia, Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti) ha calcolato danni per l’ammontare di 100 milioni di euro. Mosca ha vietato l’importazione di tutta la verdura fresca proveniente dai 27 paesi dell’Unione europea, chiudendo le frontiere all’importazione. I mercati esteri dimezzano i consumi di prodotti made in Italy. Le vendite sono crollate in seguito all’epidemia e l’Italia ne ha risentito soprattutto per l’export. Per quanto riguarda invece i consumi interni, i cittadini si “autodifendono” . È stato riscontrato che i cittadini evitano di acquistare i prodotti di cui hanno sentito parlare nell’ambito dell’emergenza. Nel momento in cui i cittadini non sanno dov’è il batterio attuano inevitabilmente misure di prevenzione. Dice la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) : “L’Unione europea deve intervenire sub ito in maniera concreta a sostegno degli agricoltori pesantemente colpiti dall’emergenza del b atterio E.Coli. La poca chiarezza che ha contraddistinto fin dall’ inizio tutta la vicenda, le misure adottate da alcuni paesi terzi (come la Russia, che ha b loccato l’import di ortofrutta europea), l’inevitab ile psicosi che si è scatenata tra i consumatori hanno provocato danni ingenti”. E continua : “Solo nel nostro Paese gli effetti sono stati disastrosi. Tra lo stop dell’ export, l’annullamento di molti contratti, il fermo di prodotti alle dogane, la distruzione di tutto l ‘invenduto e il crollo dei consumi”. Non è la prima volta che un allarme diventa allarmismo. Ricordiamo nel 2001 la sindrome della mucca pazza, con il crollo delle vendite di carne di manzo, e moltissimi animali abbattuti. In questo caso la psicosi continuò per molto tempo nonostante le rassicurazioni. Nel 2003 ci fu l’ influenza aviaria, con i suoi 234 morti, nel 2009 in Messico l’influenza A H1 N1, detta anche influenza suina. Le ricerche sono in atto per far emergere la fonte del contagio. Non si escludono carni e latte. Ora l’attenzione va anche alle norme igienico-sanitarie, per evitare il diffondersi dell’epidemia. Giuseppina De Angelis Mi piace A 8 persone piace questo elemento. Di' che piace anche a te, prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. TAGS: allarmismo, batterio killer, made in italy, mercato, ortofrutta This entry was posted on martedì, giugno 7th, 2011 at 20:04 and is filed under Economia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea