IL PARTO ED IL PULEDROnovità!

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IL PARTO ED IL PULEDROnovità!
Dr.Andrea M.Brignolo-Medico Veterinario
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IL PARTO
La fattrice dovrebbe essere in buone condizioni durante tutta la gravidanza. Cavalle molto magre o
molto grasse spesso generano puledri piccoli. È prudente vaccinare la fattrice contro influenza e
tetano circa uno o due mesi prima del parto, poiché questo aumenta il tasso anticorpale nel colostro
(il primo latte) che aiuta a proteggere il puledro dalle infezioni nelle prime settimane di vita. Se la
cavalla deve partorire lontano da dove sta abitualmente, dovrebbe essere spostata 4-6 settimane
prima del parto, in modo da poter sviluppare anticorpi specifici nei confronti delle potenziali
infezioni a causa dei microrganismi presenti nel nuovo ambiente.
Sarebbe opportuno preparare un box grande e pulito pronto in qualsiasi momento la cavalla inizi a
partorire. Le fattrici dovrebbero partorire dove possano essere osservate con discrezione e dove sia
possibile fornire facilmente assistenza nel caso insorgano dei problemi. Ciò equivale ad un
ambiente chiuso, benché le cavalle possano essere lasciate partorire all’aperto se il clima è buono e
se possono essere controllate ed eventualmente aiutate. La lettiera dovrebbe essere di paglia di
buona qualità o di gomma. Il truciolo non è indicato poiché tende ad attaccarsi ai fluidi del parto e
ad entrare nel naso del neonato
È il puledro, di fatto, ad avere il controllo principale della durata della gestazione. Le fattrici hanno
un controllo “fine” ed il loro stato di rilassamento può solo determinare il momento del parto
durante la giornata. Molte fattrici partoriscono durante la notte, un’attitudine istintiva per proteggere
il neonato dai predatori, ma non è possibile stabilire con precisione il momento, perciò le cavalle a
termine devono essere controllate per accertarsi che non siano in difficoltà.
Solitamente 1-4 settimane prima del parto la mammella aumenta di volume e i muscoli della
groppa e la vulva si rilassano, rendendo la coda più prominente; inoltre 1-2 giorni prima del parto si
distendono i capezzoli e spesso inizia la produzione di un secreto giallognolo detto “cera”.
Durante le 24 ore precedenti il parto, la cavalla può apparire irrequieta, accusare qualche dolore e
può risistemane la lettiera come per preparare il “nido”. Questi sono segni dell’inizio del primo
stadio del parto. La chiave per una buona gestione del parto è osservare senza intervenire se non
necessario. Piccoli campioni di latte possono essere raccolti e testati con kit analitici per la
valutazione del contenuto di calcio ed elettroliti per determinare se la fattrice è “pronta” per il parto.
Più utilmente, le cavalle possono essere visitate per escludere che siano pronte ed evitare così inutili
levate. In ogni modo, le fattrici si comportano in maniera molto diversa tra loro e da una gravidanza
all’altra, per questo non si può fare assoluto affidamento a telecamere, video e test sul latte.
IL PARTO
Il parto fisiologico nella cavalla dura da 20 a 30 minuti (parte espulsiva) e pertanto
può sfuggire anche al più attento proprietario.
Durante il primo stadio del parto, quando il puledro si porta nella posizione finale per l’espulsione
attraverso il canale del parto e la cervice della fattrice si rilassa, la cavalla apparirà irrequieta
coricandosi ed alzandosi in continuazione con segni di dolore addominale. Alzerà e abbasserà la
coda lasciando fuoriuscire piccole quantità di muco, urinando frequentemente. E’ frequente che che
sudino durante questa fase. Questo primo stadio può durare da diversi minuti a diverse ore e finisce
nel momento in cui la cavalla “rompe le acque”, in altre parole quando la placenta si rompe ed il
liquido allantoideo fuoriesce. La rottura della placenta è distinguibile dal rilascio d’urina in quanto
la cavalla non assume la posizione tipica d’urinazione e la quantità di liquido che fuoriesce è
eccessivo anche in considerazione del fatto che la cavalla ha già ripetutamente urinato piccole
quantità alla volta.
Il veterinario deve essere chiamato se la cavalla mostra eccessivo dolore o ha un dolore prolungato
senza alcun risultato. Se la placenta non si rompe, essa apparirà a livello di vulva come una struttura
vellutata rossa. Questa situazione viene definita “red bag” ed indica che il normale sito di rottura
della placenta è troppo spesso e la cavalla sta distaccando la placenta per espellere il puledro. Il
puledro in questo momento del parto necessita che la placenta sia a contatto con l’utero per ricevere
sangue ossigenato dal circolo materno, in pratica necessita della placenta per “respirare”. Se si
verifica questa situazione è importante rompere immediatamente la placenta o il puledro può
soffocare. Si tratta di una situazione d’emergenza.
Non appena si rompono le acque il puledro si presenta con i due piedi anteriori, con la suola
rivolta verso il basso, uno leggermente più avanti dell’altro, seguito dal naso e dalla testa. Se uno
soltanto di questi riferimenti non è rispettato e se la cavalla sembra non riuscire ad espellere il
puledro perché troppo grande perché passi attraverso il canale del parto, o se sembra smettere di
spingere, bisogna chiamare immediatamente il veterinario. Se si deve aiutare la cavalla, tirare un
piede alla volta mentre spinge. Se si tirano i piedi insieme si aumenta il diametro del puledro a
livello di spalle e ciò rende il passaggio attraverso il canale molto più difficile. Una volta rotta la
placenta, molte cavalle si coricano per rendere rapido il parto.
Generalmente la fattrice rimane sdraiata su un lato per spingere e gli arti anteriori, la testa, il tronco
e i posteriori del puledro sono espulsi nel giro di pochi minuti. Gli arti posteriori possono rimanere
nel canale del parto finché la cavalla non si alza o il puledro non inizia a muoversi. Il cordone
ombelicale si dovrebbe rompere in un punto preciso, naturalmente predisposto a ciò, che si localizza
subito sotto l’ombelico. Il sanguinamento dovrebbe essere minimo a meno che il cordone non si
rompa prematuramente. Non rompere, né tagliare il cordone ombelicale: se non si è rotto da sé
durante il parto lo farà non appena la fattrice o il puledro assumeranno la stazione quadrupedale. Se
il cordone ombelicale dovesse fare emorragia, tamponare con una garza e stringere con pollice e
indice il cordone per qualche minuto. Si consiglia di disinfettare sempre il cordone ombelicale per
qualche giorno dopo il parto: è possibile far ricostituire dal tuo farmacista tintura di iodio” al 2%,
oppure usare Betadine soluzione oppure clorexidina al 2%.
Talvolta le cavalle provano a partorire in piedi. Se ciò accade il puledro va sorretto a livello della
vulva materna in modo che non cada sul pavimento.
Dopo la nascita del puledro, l’utero si contrae, finché non viene espulsa la placenta. Questa fase può
essere dolorosa per la fattrice. Quando la cavalla è in piedi, la placenta deve essere annodata per
formare una specie di palla, in modo che non vada a sbattere contro i garretti spaventandola, e che
non venga calpestata e strappata, ed anche in modo che il peso ne faciliti il graduale distacco
(secondamento).
Se la placenta non viene espulsa entro 2 ore e assolutamente necessario chiamare il veterinario.
La ritenzione placentare può comportare infezione dell’utero, tossiemia, laminite e persino morte
della fattrice. La placenta va sempre tenuta per il veterinario, questo può aiutare a stabilire se la
gravidanza è proceduta normalmente e soprattutto se la placenta è intatta e intera.
Generalmente la cavalla si alza ed inizia leccare il puledro pochi minuti dopo il parto. Può anche
nitrire e fare effusioni al neonato. È questo un momento importante per il legame istintivo che si
deve creare e non deve essere disturbato da inutili interferenze.
Diverse cavalle si coricano di nuovo dopo il parto. In condizioni normali, sono tranquille e si
riposano. Possono manifestare però anche segni di disagio, rotolandosi e mostrandosi irrequiete. Se
questi atteggiamenti non si risolvono entro un’ora, o diventano progressivamente più gravi, possono
indicare complicazioni (emorragia dell’arteria uterina, rottura uterina o del colon) e bisogna
chiamare urgentemente il veterinario.
Nelle 24 ore successive al parto la fattrice ed il puledro vanno controllati da vicino.
Il puledro deve respirare con regolarità, dimostrarsi attento ed assumere posizione sternale con il
collo eretto. Il primo tentativo di alzarsi dovrebbe avvenire dopo circa 30 minuti dal parto ed
entro 2 ore il puledro dovrebbe stare in piedi e cercare la mammella.
Il puledro alla nascita non ha difese immunitarie, ma dipende dalla madre per quanto riguarda
l’acquisizione degli anticorpi (immunità passiva): per questo è di vitale importanza che il puledro
ingerisca il colostro dalla madre, in modo da assumere, entro le prime 8-12 ore dalla nascita, un
quantitativo adeguato di anticorpi. Se il puledro non ha poppato entro 3 ore o non presenta riflesso
di suzione o non cerca la mammella, bisogna chiamare il veterinario perché potrebbe essere
un puledro a rischio.
Dopo 18-24 ore il sangue del puledro può essere testato per avere la conferma che abbia assorbito il
giusto quantitativo di anticorpi. Si consiglia sempre di somministrare al puledro il siero antitetanico.
Il meconio (le prime feci scure e di consistenza dura) dovrebbero passare entro circa 12 ore dalla
nascita; una volta che il puledro ha cominciato a mangiare regolarmente e il meconio è stato
completamente espulso, le feci diventano di colore più giallognolo e di consistenza più molle. Se il
meconio tarda a passare si può intervenire con un clistere. Il veterinario deve essere sempre
chiamato se il puledro mostra segni di colica.
È comunque consigliabile che il veterinario esamini dopo il parto fattrice, puledro e placenta per
verificare la presenza di situazioni anomale e per la somministrazione del siero antitetanico al
puledro ed eventuali trattamenti alla fattrice.
Se entrambi (madre e puledro) sono vivaci e tranquilli non c’è motivo di aspettare a metterli in un
piccolo paddock per qualche ora il giorno dopo, purché il tempo lo permetta. L’esercizio fisico è
utile per aiutare l’involuzione uterina e per rinforzare il puledro e fargli distendere bene le gambe.
Questa informative per i clienti è basata su materiale scritto da Deidre M Carson BVSc MRCVS e
Sidney W Ricketts LVO BSc BVSc DESM Dip ECEIM FRCVS. Traduzione a cura di Gianmaria Postinger (Med. Vet. libero professionista) e Paola
Gulden (Med. Vet. libero professionista) rielaborato dal Dr.Andrea M.Brignolo- Med.Vet:- Usato previo permesso secondo licenza.
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