Calcio e volley per diventare grandi

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Calcio e volley per diventare grandi
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LA DIFESA DEL POPOLO
8 aprile 2012
“Rete di relazione”
per la passione sportiva
왘
Don
Massimiliano
Zoccoletti,
consulente
ecclesiastico
provinciale
del Csi
di Padova.
Le celebrazioni pasquali si aprono il giovedì
santo con Gesù a mensa con i Dodici. E
con la constatazione che «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Addolorati profondamente, essi iniziano a domandargli: «Sono forse
io, Signore?». (Matteo 26, 20-22). «Sono forse
io, Signore?» è domanda che lascia un’eco dolorosa perché si confronta con il senso del nostro
limite, della nostra umanità ferita. I discepoli –
al pari nostro – si rattristano a causa di una Verità che li interroga e li fa venire allo scoperto. In
loro c’è la preoccupazione dell’opinione altrui e
delle conseguenze che possono subire qualora si
scoprano loro i traditori. Ma l’elemento di novità
sta nella figura di Gesù: tra le molte domande
dei discepoli in cui ciascuno vuole capire di sé,
Gesù resta lì, consapevole che sta compiendo per
loro l’atto definitivo di amore, proprio in forza
delle loro debolezze e del loro limite.
Il nostro mondo dello sport è lo specchio dell’umanità dipinta dai vangeli e che
vediamo qui attorno alla mensa con
Gesù. Anche noi, operatori di sport
siamo spesso pre-occupati del “sono
forse io?” anziché del “siamo noi
qui”. Siamo noi – come comunità, come società sportiva parrocchiale, come gruppo di allenatori, dirigenti, genitori, atleti, come squadra – a essere
qui ed ora davanti a Gesù che ci
guarda nei nostri limiti amandoci. E
ci incoraggia a non fermarci ma a
procedere nella strada della presenza
e dell’impegno consapevole.
Ci piace pensare alle nostre società sportive
parrocchiali come a un gruppo formato da una
molteplicità di persone con competenze specifiche e tra loro differenti, che chiedono di essere
messe in rete. A nessuno è chiesto di far più di
ciò che può, che è nelle proprie corde, ma a ciascuno è domandato di dare ciò che possiede nella completezza del proprio ruolo e della propria
responsabilità associativa. Come un tassello,
senza il quale il mosaico non si compone e non
acquisisce efficacia e bellezza. Nessuno di noi è
interamente sostituibile da altri e, nel contempo,
ciascuno acquisisce significato solo nella rete in
cui si trova ad agire. Credo che questo debba essere l’ambiente sportivo proprio del Csi: quello
della comunità cristiana “rete di relazione” in
cui ciascuno dona il proprio, con la forza del testimone in campo, ma sempre nel rispetto dell’altro. È lavoro impegnativo, che richiede la fiducia
nell’essere guardati da un Gesù compassionevole e al contempo la volontà di dare struttura al
lavoro di tutti gli operatori. In questo modo diventeremo vere “reti di relazione” capaci di veicolare la passione sportiva ai nostri ragazzi.
L’augurio del Csi per questa Pasqua a tutti voi è
di lasciarci scaldare ed amare dallo sguardo di
Gesù per poterlo portare nella nostra “rete sportiva”.
왘Marco Illotti presidente Csi
왘Massimiliano Zoccoletti consulente ecclesiastico Csi
INCONTRI FORMATIVI Filippo Maniero e la Pallavolo Padova a Ponte San Nicolò
Calcio e volley per diventare grandi
Dal Canto, Paolo Ven왘Alessandro
turini, Filippo Maniero, la Pallavolo
Padova hanno dato corpo al ciclo formativo “Diventiamo grandi?” che ha accompagnato il territorio di Ponte San Nicolò nel mese scorso. Quattro incontri in
cui davvero i campioni dello sport si sono rivelati uomini a tutto tondo nei loro
modi semplici, nelle parole vere e con la
loro disponibilità al dialogo con i ragazzi.
«Ma perché tu non diventi interista?» e in chiesa scoppia una risata
per il giovane atleta della Asd Colombo
che impugna il microfono interrogando
Filippo Maniero, ex attaccante e oggi
allenatore del Calcio Abano, con la
semplicità suoi otto anni. Filippo
scherza, finge di andarsene poi si china verso il suo interlocutore per spiegargli il senso dell’appartenenza sportiva: «La tua squadra del cuore non la
rinneghi mai: come tu sei interista io
sono milanista da sempre. Però se durante la mia carriera mi avessero chiamato all’Inter ci sarei andato, perché
era il mio lavoro. E avevo il dovere di
portarlo a termine con il massimo impegno, ancor più avendo vissuto il privilegio di avere un lavoro che ha coinciso con la passione».
Il ragazzo annuisce e il dialogo con i
bambini continua, in una carrellata di
domande intervallate dallo stupore di
fronte ai gol di “Pippo” proiettati nel video alle sue spalle. I bambini guardavano sbigottiti, ma anche per i presenti è
stata un’esperienza emozionante constatare la semplicità, la concretezza e la
generosità con cui un grande campione
racconta della propria carriera spendendo parole di pura passione sportiva.
«Il calcio – spiega – è uno sport
meraviglioso che nulla ha a che fare con
le distorsioni economiche cui è sottoposto. Chi ruba, scommette, stipula contratti illeciti lo fa contro le regole del
mondo professionistico. Questo deve
essere attribuito alla responsabilità della
singola persona, non allargato a tutto il
calcio o alla categoria dei giocatori». E
racconta l’emozione di scendere in
campo con Weah, Maldini, Baggio, Boban, Cannavaro da cui imparare grande
tecnica calcistica, ma anche il significato
dell’essere grandi uomini: «Maldini mi
ha impressionato per il carisma indicibile in campo, per il suo impegno indefesso negli allenamenti, per la semplicità di
vita, di parola, di relazione. Ho imparato
presto da loro che il mondo del professionismo ti permette di arrivare ad alti livelli ma anche di cadere rapidamente.
Ci vuole forza, costanza, carattere per
arrivare fin lì ma anche per rimanervi».
Parola d’ordine: l’impegno quotidiano e il non mollare mai di fronte alla
sconfitta come davanti alla vittoria. «Perché vincere – racconta Filippo – è semplice ma bisogna insegnare ai bambini
anche a perdere: è il compito di un allenatore. Lo scopo del calcio non può essere la vittoria fine a se stessa, ma la
modalità con cui si arriva a essa: l’aver
messo tutto il proprio impegno e le proprie capacità in quella gara. Se si perde
bisogna accettarlo: fa parte del calcio in
cui si gioca in 11 e in cui si incontra un
avversario che – al pari di te – si sta impegnando al massimo».
Micaela Faggiani chiude l’intervista
augurando a “mister” Maniero una carriera di allenatore pari a quella di calciatore, tra il plauso dei presenti, in fila per
salutare Filippo e congratularsi con lui.
Giovedì 29 marzo è stata la volta
della Pallavolo Padova, intervenuta in
forze con il presidente Fabio Cremonese, il vice allenatore Simone Roscini, Simone Tiberti e Francesco De Marchi rispettivamente capitano e schiacciatore
dei bianconeri. Stando con loro si ha
davvero la sensazione di far parte di un
CALCIO GIOVANILE Il 24 aprile parte il 21° torneo internazionale “Città di Abano Terme”
Esordienti da tutta Europa
Al via la 21 edizione del
왘torneo
internazionale di calcio
a
giovanile “Città di Abano Terme”.
A organizzare l’evento sarà ancora una volta il Centro sportivo
italiano assieme al comune di
Abano Terme e il consorzio Terme Euganee con la partnership
tecnica dell’Abano Calcio. Già
definito il programma della manifestazione, riservata alla categoria Esordienti 1999, che scatterà martedì 24 aprile per concludersi domenica 29 con le finalissime e la cerimonia di premiazione.
Definita la formula del torneo, con 16 squadre suddivise
per la fase eliminatoria in 4 gironi da 4: 11 le formazioni italiane
e 5 le straniere, per un totale di
14 club professionistici e 2 dilettantistici (i padroni di casa,
l’Abano Calcio, con la partecipazione del Thermal Ceccato Motors).
Nel gruppo A se la vedranno
Bayer Leverkusen, Milan, Fiorentina e Abano; nel B Paris Saint
Germain, Juventus, Atalanta e
Thermal Abano; nel C Benfica,
Napoli, NordSjaelland Copenhagen e Padova; nel D spazio infine
a Inter, Ajax, Udinese e Cittadella.
A ospitare le gare saranno
otto impianti della zona termale: i
campi comunali di Torreglia, Teolo, Montegrotto e lo stadio delle
Terme di Abano, accanto ai campi messi a disposizione dalle so-
cietà sportive parrocchiali, quali il
campo di Monterosso, Pio X, San
Giuseppe e Giarre.
La manifestazione si apre
martedì 24 con le amichevoli
“Giochiamo anche noi” dedicate
ai Pulcini 2002 del Torreglia,
Montegrotto, Abano calcio, Thermal, e delle società sportive parrocchiali parte attiva nell’organizzazione dell’evento: Due Monti
Abano, Pio X, Giarre, San Giuseppe. Il via ufficiale al torneo
sarà il 25 aprile con il match
inaugurale Ajax-Inter a cui seguiranno le qualificazioni e le finali
del 29 aprile. Gli eventi correlati
alla manifestazione si terranno
sabato 28, con la cena di beneficenza pro Operation Smile e il
convegno educativo “L’educazione sfida lo sport”.
“team” di grande affiatamento o, per
usare le parole di Cremonese, “di essere
in famiglia”. «Perché la pallavolo – spiega Cremonese – è uno sport per le famiglie e che, per le sue peculiarità, si
struttura in un clima di semplicità e fiducia, pur nel rispetto dei ruoli societari».
E in effetti Simone Tiberti racchiude
il senso della pallavolo nella parola amicizia, rafforzata da De Marchi che spiega quanto «in un campo di nove metri
per nove per vincere è indispensabile la
coesione di squadra. Viviamo talmente a
stretto contatto che è naturale condividere obiettivi sportivi a anche emozioni,
adrenalina e vita al di fuori dal campo da
gioco». Francesco
racconta della sua recente convocazione in
Nazionale,
quale
“punto di partenza”
più che di arrivo: «Nel
nostro sport incide
immensamente la costanza, il rigore dell’allenamento, la fiducia nelle potenzialità tue e dei compagni». «È sport di grande sacrificio – rincara Tiberti – E una volta che arrivi ai
vertici professionisti devi continuare a
imparare in tecnica e forza mentale».
Guardando il video di Giovanni Paolo
II (discorso in Costa Rica 1983), la Pallavolo Padova esprime il proprio “no” all’ingiustizia e rafforza il proprio “sì” alla
bellezza di uno sport sano, capace di
generare passione nei giovani e di insegnare loro i valori dell’amicizia, della
perseveranza e della fatica.
Conclude, sorridendo, il parroco di
Ponte San Nicolò don Francesco Malaman con un grazie perché «ci avete regalato la testimonianza concreta che
ciascuno di noi è chiamato alla grandezza umana: da sportivi di alto livello e da
cristiani».
Nelle foto
sopra il titolo,
Filippo
Maniero
e i giocatori
della
Pallavolo
Padova
all’incontro
nella chiesa
di Ponte
San Nicolò.
Sotto, la
conduttrice
Micaela
Faggiani.