Giugno 2006 - I.T.C. RIETI

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Giugno 2006 - I.T.C. RIETI
mensile di informazione e cultura - a cura dell’ITC Luigi di Savoia duca degli Abruzzi
numero 4 anno VI giugno 2006
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VITA DI CLASSE, SECONDO ME
Quando arrivo a Rieti, al mattino, trovo la
città ancora addormentata mentre io ho lasciato le calde e dolci coperte da più di un’ora
e mezza. Lungo il percorso un po’ sonnecchio e un po’ guardo il paesaggio attratta
dai colori e dalle linee degli alberi. Una volta
arrivata, l’appunta-
mento è
all’angolo di viale Maraini dove, per rilassarsi un po’ pensando alla lunga giornata
che ci aspetta, si fuma una bella sigaretta…
Non siate maligni, perché a me lasciano solamente il fumo passivo. Il nostro gruppetto
diventa sempre più numeroso, inizia così il
cammino verso scuola ed è inevitabile non
arrivare al passaggio a livello, è cioè il momento cruciale in cui fare la propria scelta:
“Sinclair o banchi di scuola?”
E pensi ai possibili pro e contro: da una parte le furie del preside e dall’altra il piacere di
passare una mattinata in modo diverso.
“se non entrassi, quello di economia non
m’interrogherebbe, Materia non mi metterebbe 4 e in più non farei il compito di
natura…”E all’improvviso c’è un brusco ritorno alla realtà che mi
porta a pensare alle durissime minacce dei miei
genitori.
Continuo così a camminare accompagnando
a volte le amiche dello
Scientifico fino all’Itis
ma solo per gentilezza,
è un gesto senza secondi fini…puramente
altruista.
Entrando a scuola non
posso fare a meno di
notare le particolarità
dei miei compagni:
c’è chi ogni santissimo giorno chiede di
copiare i compiti per
casa, chi entra perennemente in ritardo,
chi fa i giri turistici
per l’istituto ma, i
miei preferiti, sono
quelli che, come sanguisughe, si attaccano ai termosifoni.
La giornata inizia con il prof di Francese
che, una volta entrato e aperto il registro, ci
guarda attentamente dicendo <Dormite e
non respirate>.
Lo so, ci vuole veramente bene.
Arriva velocemente l’ora dell’interrogazione
di Materia… La professoressa si siede sulla
sedia e attacca <Oggi interrogo, avete studiato?>. A questo punto cominciamo a fare
i vaghi, controllando se il pavimento è abbastanza pulito o se il soffitto sta per cedere
e, mentre speriamo che quelle due dita incrociate possano salvarci dall’incombente
4, la professoressa è senza pietà: apre così
la sua borsa prendendo “ i tombolini” ed
in quei numeri è racchiuso il nostro amaro
destino…
Suona la campanella e arriva il turno della
prof di natura che spicca per il modo di parlarci <Avete compreso bambolotti miei?>.
Giungono velocemente le 10.50 e, questo
vuol dire, che abbiamo pochi minuti di libertà vigilata e dico così perché sono veramente pochi da non permetterci neanche di
captare l’odore della pizza.
Quarta ora: Religione. Si parla di guerra, di
morte, di distruzione nel mondo… e uno
studente, per commentare dice <non c’è più
religione> e un altro, perso nei suoi pensieri,
che esclama <Wow! Scappamo un’ora prima>.
L’ultima ora spetta al professore di Italiano (
o come direbbe lui di “Belle Lettere”) che ama
complicarci l’esistenza con i suoi paradossi.
Arriva in classe e dice al poveretto di turno
<sei capace di cancellare la lavagna?>, oppure frasi contorte del tipo <il professore
giusto è quello ingiusto e il professore ingiusto è quello giusto>. E ancora < siete uguali
nella diversità e diversi nell’uguaglianza>.
Valli a capire i prof.
Ma non è finita qui. Se un ragazzo osa pronunciare una frase del tipo <professore, faccio un po’ di confusione fra Calvino e Manzoni> lui ha sempre la risposta pronta: <che
problema c’è, Manzoni è Manzoni e Calvino
è Calvino>. A un’alunna, chiede <hai la pezzetta per gli occhiali? Potresti pulirmeli?>
esubito la lezione prende una piega diversa. E si, questa vita alle superiori è proprio
di classe.
PRIMA PAGINA
Gli studenti in visita alla redazione del Messaggero
per conoscere da vicino i segreti del giornalismo
Sono stati 15 i giovani che con il progetto
“Frontiera” si sono dimostrati interessati al
mondo del giornalismo. E proprio per questo, accompagnati dalla vice preside della
scuola Maria Livia Moretti, hanno visitato
la redazione del Messaggero dove hanno
potuto scoprire come si lavoro in una vera
redazione giornalistica grazie al direttore
Paolo Ricci Bitti: tutto sulla impaginazione
quotidiana di un giornale, sui compiti dei
giornalisti e sulle scelte del menabò. Gli
studenti hanno rivolto domande al direttore e per tutti i giornalisti in erba è cresciuta
la voglia di continuare il sogno di scrivere.
Giulia Moroni
Maria Elena Pompili
Matteo Imperatori
2
Costanza Zelli
ALTRO CHE DISABILI
La gente li allontana, pensando che possano recare fastidi e problemi, la stessa
società tende a “selezionare” le persone
maggiormente competitive in un mondo,
in cui, il denaro conta più dell’individuo
stesso. E loro come reagiscono dinanzi a
questa cultura radicata da secoli?
A queste e altre domande
ha
risposto
Licia Alonzi
Carnicelli, exdocente
di
Educazione
Fisica e fondatrice della Società Sportiva
Atletica Sport
Terapia Rieti.
La Carnicelli
confessa che
non ama parlare di handicap o di diversità, ma di
“unicità” della persona, poiché ognuno di
noi è unico quindi, diverso.
<Per quanto riguarda l’handicap fisico
- spiega - c’è una situazione meno difficoltosa dal punto di vista dell’approccio, tuttavia ci sono maggiori difficoltà per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere
architettoniche; ma il problema più grave
riguarda gli svantaggiati mentali>
E’ proprio l’approccio il problema più difficile verso i deboli mentali, perché mentre l’handicap fisico si vede, l’handicap
mentale no, e per questa loro condizione
vengono con più frequenza allontanati dalla nostra società. Paradossalmente
in questa realtà, c’è un movimento che
porta all’accettazione e all’integrazione. <La nostra società ha scelto lo sport
come via preferenziale per l’integrazione
attraverso il volontariato dei giovani>. Il
sodalizio promuove nella nostra città attività di avviamento alla pratica sportiva di
ragazzi disabili, in particolare con inabilità
mentale. Nel corso della propria attività
ha perseguito costantemente lo scopo di
integrazione
tra disabili e
normodotati
al fine di un
reciproco arricchimento.
<Il volontariato serve per
l’integrazione
–
continua
Licia Carnicelli - per capire meglio il
problema, e
per una condivisione che
porta a scoprirci, e riesce
a far nascere in noi una progettualità>.
Sono stati compiuti numerosi passi in
avanti rispetto al passato riguardo questa
realtà, e quindi c’è una maggiore presa di
coscienza da parte delle persone. Anche
la terminologia si è evoluta nel tempo in
senso positivo, tuttavia si utilizzano dei
termini forti che accentuano la negatività.
Difatti, mentre in passato si usavano le parole storpio, pazzo e simili, oggi si tende a
non usarle più e sono state sostituite dal
termine diversamente abile. Ma che cosa
offre concretamente il capoluogo reatino
a questa categoria di persone?
Il Comune di Rieti ha attivato un servizio
di trasporto a chiamata, con pulmini accessibili, per persone anziane o con difficoltà di deambulazione che devono re-
carsi in certi orari, ad effettuare terapie e
prestazioni riabilitative. (per informazioni
rivolgersi allo 0746/491330)
CIDHA (Centro di Informazione e Documentazione sull’Handicap)
Il Cidha è un servizio gratuito di informazione, documentazione, orientamento e
consulenza sulla disabilità gestito direttamente dal Coordinamento tra le Associazioni dei Disabili della Provincia di Rieti
tramite volontari e personale del Servizio
Civile Volontario. Costituisce un valido
sportello di servizio per disabili, famiglie,
associazioni, enti locali ed istituzioni territoriali in materia di legislazione, permessi
ed agevolazioni, scuola, lavoro, sport e
tempo libero, interventi sociali, mobilità e
barriere architettoniche Il Cidha si trova in
viale Maraini, 75 (ex Piaggio)
E’ aperto dalle ore 9.00 alle 12.00 dal martedì al sabato ed il martedì, giovedì e venerdì anche dalle ore 17.00 alle ore 19.00.
(Per ulteriori informazioni contattare il
numero telefonico 0746/251097).
Attività sportiva
I disabili che desiderano svolgere attività sportiva nella disciplina dell’ Atletica
Leggera possono rivolgersi alla Società
Sportiva Atletica Sport Terapia Rieti (tel.
0746/250101). Oltre alle attività sportive,
per chi non ha modo di svolgerle, sono
presenti anche dei Centri Diurni per Disabili, dove si svolgono attività socio-riabilitative, ricreative e culturali attraverso
laboratori e con personale altamente preparato. A Rieti un Centro Diurno per Disabili è sito in via Belvedere, 1 ed è gestito
dall’Associazione Reatina Famiglie Portatori di Handicap. Il centro è aperto dalle
ore 9.00 alle 17.00 dal lunedì al venerdì.
(Per ulteriori informazioni contattare il
numero telefonico 0746/491330).
Stefano Ubertini
IL CENTRO GIOVANILE DI CITTADUCALE:
UN LABORATORIO DI IDEE PER COMBATTERE LA NOIA
E’ noto che nei centri di provincia - soprattutto in una zona come la nostra,
con paesi spesso isolati rispetto alle
vie di comunicazione - i giovani si trovino ad avere poche offerte per passare il tempo libero in modo diverso
dal passeggiare senza meta per le vie
principali, magari con qualche sosta
alla solita pizzeria.
Per ovviare alla noia, nel 2005 è nato
anche nel comune di Cittaducale, con
sede a Santa Rufina, un centro giovanile. Come ci illustra Leonardo Ranalli, collaboratore del Centro <nasce
dall’esigenza di creare sia un punto
d’aggregazione per i giovani, sia un
punto di formazione con corsi base
che vanno dall’informatica alla lingua
inglese, con prezzi molto agevolati o
in qualche caso perfino gratuiti. Inoltre il centro organizza tornei sportivi,
viaggi turistici come la gita a Bologna
per il Motor Show, visite guidate e
settimane bianche>.
Il responsabile del Centro è Daniele
D’Angeli, ex alunno dell’Itc, e l’idea di
aprirlo è nata grazie alla sua spiccata
capacità organizzativa e dall’esigenza
di creare, in un piccolo comune come
quello di Cittaducale, una struttura
adeguata a soddisfare le
esigenze dei giovani e magari con
l’intenzione di prevenire il disagio
causato anche dalla carenza di altri
luoghi d’incontro, in modo piacevole
e costruttivo.
Daniele D’Angeli ci spiega che <le fasi
di apertura del Centro sono state lunghe, ma grazie al lavoro sinergico dei
responsabili e dell’Amministrazione
Comunale, è stato possibile ottenere questo spazio nel quale i giovani
possono passare piacevolmente il
loro tempo libero. Questi ultimi sono
seguiti dai ragazzi più grandi e quindi
in grado di comprenderli e di aiutarli
mettendo a disposizione la loro esperienza di vita>. Il Centro collabora anche con gli altri centri della provincia.
Abbiamo parlato anche con Andrea
Bassiniani, collaboratore responsabile delle attività svolte all’esterno del
Centro, che si sta occupando dell’organizzazione di un cineforum per
proporre film adatti ai giovani,visto
che essi spesso non usufruiscono del
cinema di Rieti a causa dei mezzi di
trasporto. Un Centro giovanile quello di Cittaducale dove le offerte sono
davvero per tutti e per tutti i gusti e
tutti i giovani residenti e non nel comune, sono invitati a parteciparvi.
Simona Paone
Alessandra De Angelis
3
LA LUDOTECA DEL PROF
Veramente l’Italia è una patria di poeti oltre che di navigatori, inventori… Dopo che
la piccola rubrica (Ludoteca…) è apparsa
nell’ultimo numero della rivista scolastica
molti alunni mi hanno cercato e sottoposto
i loro testi. Poesie che ho letto con piacere
e con vivo interesse anche se scritte un po’
troppo con il cuore in mano. La poesia è
anche e soprattutto magistero: arte, creazione, originalità, linguaggio, stile. La poesia ha sviluppato nel tempo delle proprie
tecniche per descrivere, ricreare la realtà
del mondo sia esterno e quindi fisico, che
interno e quindi psicologico (senso della
vita e dell’infinito, amore, desiderio…)
Ma torniamo alle poesie dei ragazzi. Molti
testi mi sono apparsi veramente interessanti. Ne riporto alcuni di una poetessa
che però, forse per timidezza, mi ha chiesto
l’anonimato.
Adulti!!
A voi che tutto sapete
Ma nulla capite.
A voi che gli occhi chiudete
Ma la bocca aprite.
Ascoltate il nostro silenzio
Unica voce ormai
Per poter dire
Vita
Un attimo dà
e dopo toglie.
Lei
Che porta l’atteso
Dolore all’esasperata gioia.
Lei
Che nulla promette
Ma tutto può dare.
E’ la vita
Che ora amo
E lasciatemela, vi prego,
amare.
Dubbio
Mai hai dubitato
E a credere agli altri
Hai sempre ostentato
È della tua amicizia
Che ho bisogno
E non dell’amore:
il mio dannato sogno.
Solo questo mi resta
Da scrivere: aiutami
Di nuovo a vivere.
Felice Paniconi
4
SESSO
e BUGIE
“Sesso e bugie”, titolo originale
“Writer’s block”, primo testo scritto da Allen per il palcoscenico, si
svolge in due atti, chiamati “Riverside Drive” e “Old saybrook”.
Il primo episodio è ambientato in
una strada dell’Upper West Side,
un quartiere ebraico e intellettuale di Manhattan. Uno scrittore di
nome Jim (Pierfrancesco Poggi),
sulla riva del fiume Hudson, attende l’arrivo della sua amante,
con l’intento di chiudere questa
relazione extraconiugale. Durante l’attesa della donna, avviene
l’incontro con Fred (Attilio Corsini), un barbone psicopatico e violento che psicanalizza l’uomo, lo
incolpa di aver plagiato una sua
opera e facilita il doloroso compito dello scrittore provvedendo lui
a togliere di mezzo l’amante, get-
CON WOODY ALLEN
(Filologia – poesia – giochi di parole)
L’ALBERO
DEGLI
ZOCCOLI:
TANTO
ANCORA DA
IMPARARE
Lo sapete che nell’acqua ci son tanti animaletti
piccinin piccinin?
A pronunciare questa frase è un fanciullo di
otto anni di nome Minek nel film “ L’albero degli
zoccoli”. Con quella ingenuità che solo i bambini hanno, il regista di questo film vuole inviarci
forse il messaggio più importante: quello di andare oltre ciò che vediamo, di riuscire a captare
le cose più lontane, più profonde, meritevoli
della nostra attenzione, ma che trascuriamo
perché siamo accecati da messaggi superficiali e situazioni della vita quotidiana che ci
allontanano dal vero significato della vita. La
scuola ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’umanità, il progresso e la conoscenza
di nuove cose. Progredire economicamente
e culturalmente migliora le condizioni di vita
e porta ad uno stato di benessere generale, e
come dice Batistì nel film: non si finisce mai di
imparare. Dobbiamo acquisire consapevolezza
che non esiste solo il nostro mondo, ma che ce
ne sono tanti altri anche se non li conosciamo.
Nel film Ermanno Olmi illustra un mondo che
non conosciamo perché è agli antipodi dal nostro: è il mondo dei nostri nonni e bisnonni. È
un film che parla al cuore delle persone, mette
in scena un mondo dove le parole sono spesso
tandola nel fiume. In questo atto si nota
bene quanto Jim somigli all’alter-ego di
Allen. Il secondo atto, più pungente del
primo, è ambientato in una casa nella
quale piombano improvvisamente gli ex
proprietari e, nel giorno dell’anniversario
di matrimonio dei nuovi inquilini, rivelano indirettamente gli intrighi e i tradimenti dei coniugi, rovinando l’apparente
clima di pace. Lo spettacolo finisce con
la scoperta che tutte le vicende narrate,
facevano parte di una commedia, quindi sfruttando la tecnica della “commedia
nella commedia”. In questo spettacolo
teatrale, emergono temi molto ricorrenti
nelle opere di Woody Allen: l’insoddisfazione sessuale, il tradimento con i relativi
sensi di colpa, la psicanalisi e la continua
ricerca di un ruolo degli inetti personaggi. Altra caratteristica di Allen è la rapidità
dei testi, con battute corte ma incalzanti
e divertenti; emerge anche il geniale talento dell’autore newyorkese: descrivere
perfettamente tramite ironia il reale malessere.
Samantha Albrizio
inutili, un mondo che ignora i discorsi o li considera pleonastici. L’albero degli zoccoli è interpretato non da attori bensì da contadini veri
che recitano nel dialetto bergamasco per darci
un’idea ancor più verosimile della realtà cruda
e “ingiusta” del tempo. La vicenda si svolge in
una cascina della bassa padania dall’autunno
del 1897 fino alla primavera seguente e narra
la vita, gli amori, gli umori e il lavoro di quattro
famiglie di mezzadri impegnate nei campi per
conto del proprietario. La vita si svolge secondo i riti consueti, scanditi dal trascorrere delle
stagioni e delle attività agricole. Nelle famiglie
rappresentate troviamo alcuni valori molto
importanti come la semplicità accompagnata
dall’umiltà, la modestia, la pazienza, l’onore, il
dolore sentito con dignità e compostezza e la
felicità nel possedere nulla, definita dal Manzoni “dignitosa povertà”. Nella famiglia di Batistì ci sono tre figli di cui uno appena nato, ma
accolto con gioia tra la miseria in cui vivono,
una bambina e il figlio di otto anni Minek che
per le sue capacità il prete del paese invita suo
padre a mandarlo a scuola e non passare la sua
fanciullezza nei campi. A quei tempi la legge
“Coppino” aveva sancito l’obbligo di andare
a scuola per i primi tre anni. Per i contadini la
scuola rappresentava un lusso e per il piccolo
ciò rappresentava anche un’enorme fatica poiché la scuola era lontana dalla cascina. Nella
cascina abita anche una madre di sei figliuoli
rimasta vedova e aiutata a vivere dal figlio più
grande che lavora giorno e notte per non mandare le sorelline più piccole in collegio e da
suo padre nutrito da un grande amore verso i
nipotini. Nel film c’è anche una storia d’amore.
Il finale è un po’ amaro e difficile da intendere
per l’ingiustizia che si presenta. Il piccolo Minek all’uscita di scuola rompe uno zoccolo, il
padre per fargliene uno nuovo abbatte un albero del padrone e per questo viene costretto
ad abbandonare la cascina tra il dispiacere e il
silenzio degli altri contadini. Un finale che fa rimanere a bocca asciutta e fa riflettere. Vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 1978, questo
film merita di essere visto soprattutto perché,
con semplicità, insegna ad apprezzare di più
ciò che abbiamo.
Roberta Ardante
Gli anni Sessanta portarono in Italia un
grande movimento e una grande ventata di novità nella musica. Con la nascita
del genere Beat migliaia di giovani si riunirono in gruppi per dare vita ai famosi
“complessi”. Si cominciarono a sfornare in
quantità i famosi “45 giri” suonati a tamburo battente da tutti i ragazzi.
Sulla scia dei Beatles, dei Rolling Stones
e di tanti famosi gruppi americani come
i Jafferson Airplaine, all’inizio traducendo
le canzoni provenienti da oltre oceano,
raggiungendo poi un proprio stile ed una
propria linea musicale, nascevano i famosi
Nomadi, Equipe’84, Pooh, Alunni del sole,
Dik Dik, Camaleonti.
Rieti in quel periodo non fu da meno,
nacquero infatti nella nostra città complessi rimasti oggi nella memoria dei più
attempati che, forse, ebbero la fortuna di
essere giovani in quel periodo.
Tra i gruppi storici reatini sono da ricordare i Sabini, le Pozzanghere Bianche, i Lovers, i Titani, i Night Birds, ed ancora i Blue
Reflection, i Sonital, i Friends, i Demoni,
i Diamanti e tanti altri. Con la nascita di
questi complessi musicali furono aperti
tantissimi locali privati chiamati “Clubs”,
dove in ognuno di essi, oltre a provare le
varie canzoni nell’arco della settimana, il
sabato sera e la domenica pomeriggio allietavano tantissimi giovani che sfrenati si
gettavano in pista. Quasi ogni via nel centro storico della nostra città aveva il suo
club, per ricordarne alcuni non possiamo
non citare il famoso “Club 66”, in via del
Seminario ed il “Sonital Club”, divenuto
poi “Covo” in via Alemani.
Rieti viveva negli anni ’60 il suo grande
momento musicale: tutti i ragazzi si riunivano per incominciare a suonare, era un
momento magico per chi amava la musica. Andava di moda soprattutto la chitarra
elettrica (le prime in assoluto in Italia ed
anche a Rieti) e le cantine erano piene di
complessini.
Si sentiva un grande slancio creativo che
trovava il suo punto più alto nella grande
manifestazione “Festival dei Complessi”,
al Teatro Flavio Vespasiano. Il Festival dei
Complessi, unico in Italia, convogliava
nella città tutti quei complessi di grande
espressione musicale e notorietà, che per
tre giorni dormivano, mangiavano e giravano per le vie della nostra città. Rieti era
invasa dai cosiddetti “capelloni” tanto criticati dai più anziani, quanto amati e imi-
tati dai giovani.
Tre giorni di caccia all’autografo, tre serate di musica in un teatro Vespasiano
stracolmo di attenti ascoltatori, dove per
ben quattro anni, dal 1966 al 1969, si sono
NOTA: I CLUB INDICATI NELLA MAPPA OLTRE AD ESSERE LE SALE PROVE PERSONALI DEI GRUPPI ERANO ANCHE POSTI DI RITROVO DOVE SI ORGANIZZAVANO
FESTE E CONCERTI.
esibiti complessi indimenticabili come i
Rokes, i Motowns, le Orme.
Questa fu una grande occasione anche
per i musicisti reatini che ebbero l’opportunità di suonare in coppia con i loro
colleghi più famosi, a tal proposito ricordiamo i Sabini che con la canzone “Ci vuol
poco” si esibirono con i New Dada di Maurizio Arcieri, vincendo la prima edizione
del Festival.
THE ROKES al Teatro Flavio Vespasiano
Da tutto il tram tram musicale del momento, tra i tantissimi giovani impegnati
nella musica, alcuni ebbero la fortuna di
uscire dall’ambiente locale e approdare in
lidi più grandi, non per niente il bassista
e il tastierista della regina del Piper Club
Patty Pravo, per alcuni anni, furono due
reatini.
Con il passaggio dagli anni ’60 agli anni
’70 ci fu un trauma musicale, dal beat si
passava al rock progressivo, tanto da arrestare la nascita di nuovi gruppi, si cominciò a fare politica e la musica diventò
impegnata e momento di aggregazione
sociale.
A Rieti il Festival dei Complessi fu trasformato in Parata di Primavera, ad esibirsi al
teatro Vespasiano non erano più i gruppi
idoli dei giovani, ma arrivavano flotte di
cantanti, seppur di grande prestigio, ma
tomba di un momento irripetibile.
Chi rimase nel mondo della musica perse
il carattere Beat limitandosi a suonare nelle sale da ballo e nelle piazze.
- FOTO TRATTE DALL’OPUSCOLO BEAT N ROCK -
Pier Luca Aguzzi
Per i più coraggiosi e per coloro che si
vogliono spingere ai limiti dell’assurdità....la rivincita dell’Istituto Tecnico
Commerciale arriva con lo stupidario,
la raccolta degli sfondoni di professori,
alunni, preside compreso. Adesso bando
alle ciance e passiamo ai fatti:
- Per favore ragazzi, non uscite a valanga!
(Prof. Cannarozzi)
- ....perchè Lucia faceva la filanda!
- Le mano (Prof. Colantoni)
- M’appronco! (Direttamente dallo Zingarelli Cantaliciano)
- Il Re degli Etruschi era il Lumacone! (Al
secolo...LUCUMONE)
- Tesorino, stellina, amoruccio, bambolina.....HAI COMPRESO?? (Prof. Cecchettin)
- Abbiamo con l’H??? (Direttamente dalla
nuova edizione della “GRAMMATICA
ITALIANA”)
- Assente per motivi famiGLIari!
- Vediamo un pò oggi come ho incartato
gli occhiali!!
- S’alluppeca! (Zingarelli....ILARIA:” poiano”, MICOL:” no, si dice POGGIO BUSTONESE!!!”)
- Novembro! (Prof. Alunni)
- Oggi non ci vengo HA scuola!
- “Questa è la scuola più sicura di Rieti ma
le porte della palestra non sono agibili
per 476 persone!” (Preside)
- Lo prego, lo prego.... non mi interroghi!!!
- Mi traballano le orecchie! (Gallicismo
Scandrigliese)
- Si ma a ME NON MI VA di riscendere e
poi ricalà: si devono decidere!
- La GRACIA! (In epoche antiche: GRECIA!)
- .....traZformazione....
- Vi ricordate il film di GIANNI, Giovanni e
Giacomo?? (Prof. Cecchettin)
- “Come sta il cane??”, “ Bene............E’
MORTO!!!”
- Occhio non vede duole non core!!!
- “My name is Ilaria!”, PROF. ARCIFA:”
Mmm, brava Ilaria.....9!!!!!”
- “I prof. Non vanno corretti, perchè
non sbagliano..... Sono disattenti!” (Prof.
Gilbert)
- “Te au du bricocule?” (Tipica espressione
cantaliciana)
- Me devo STURA’ il naso!!!
- Mettiamo i puntini sulle M!!!
- “BOSCIE che è cosci?” (Vocabolario
Cantaliciano)
- “Nella vita non bisogna avere pregiudiZZi!!!”
- Ma tu sei proprio MAZZA!!!
- Cosa vuoi di più dalla vita? Un LUCIANO!!!!
- Cultuale!!!! (Prof. Alunni)
- “Senti, ma TU che FACCIAMO per Halloween!!”
- Vuoi che vengo lì e ti SPOCCO il
muso???
- ALUNNO: ”Scusi prof. Non ho capito!”,
PROF. COLANTONI:” Non importa, così lo
fai perchè così va fatto!”
E tanto per finire, la perla di saggezza del
Preside:
STUPIDARIO
QUEI FANTASTICI ANNI 60
“ VI DENUNCIO ALLA DIGOS!!!!”
Micol Donati
Ilaria Vallocchia
5
L’ECONOMIA IN ITALIA E A RIETI VISTA
DAL COMMISSARIO STRAORDINARIO
DELLA CAMERA DI COMMERCIO
Abbiamo intervistato Antonio Lirosi, da
un anno commissario straordinario della
Camera di Commercio di Rieti, sulla situazione economica in Italia e nella provincia
reatina
Innanzitutto qual’è la sua funzione
<Sostituisco provvisoriamente i vertici camerali in attesa che si formi il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ente>
Qual’è la situazione italiana dal punto
di vista economico e soprattutto riusciremo a sostenere la concorrenza delle
imprese provenienti da paesi come la
Cina?
<L’Italia sconta un periodo di crisi iniziato con l’ingresso nel mercato globale,
da vera protagonista, della Cina. Adesso
siamo in via di ripresa, anche se è difficile mantenere porzioni di mercato vista
la concorrenza di paesi con un costo del
lavoro molto basso. Noi puntiamo sulla
rivalutazione del prodotto italiano per la
sua qualità e per le sue caratteristiche peculiari. Il problema è che le aziende hanno
difficoltà ad adeguarsi al mercato. Stiamo
aspettando le riforme del sistema economico in modo da poter permettere alle
imprese di essere elastiche e di sapersi
adattare alla flessibilità di mercato. Ormai
non si può più parlare di un economia su
scala nazionale ma globale>
Qual è invece la situazione del Reatino?
Cosa si pensa di poter fare per risollevare l’economia locale?
<Il territorio reatino ha una situazione
complessa: è fatta di lati chiari e lati oscuri. Non è come si crede sull’orlo della crisi
totale ma soltanto una crisi legata al complessivo regresso del paese. L’economia
reatina presenta dei lati positivi come la
comparsa e il rafforzamento di piccole imprese di capitale che presentano ottime
qualità riguardo alla capacità di adattamento. Positivo è anche il reddito pro-capite della provincia, in crescita rispetto al
2003. Inoltre il bilancio delle esportazioni,
nonostante la frenata dovuta alla crisi generale che ha colpito il paese, rimane attivo. I lati negativi sono dovuti al fatto che
la provincia è poco appetibile dal punto
di vista delle infrastrutture. Nel boom
economico dovuto alla Cassa del Mezzogiorno si sono impiantate molte grandi
industrie che appena hanno visto sparire
le agevolazioni si sono trasferite altrove.
La provincia di Rieti si trova in una sorta di
isolamento rispetto alle altre zone industriali e commerciali italiane. Le soluzioni
possono essere molteplici: si può partire
da una rivalutazione del territorio con la
formazione di infrastrutture adeguate e
un miglioramento dei servizi. Si può crea-
re un polo universitario “d’eccellenza” adeguato e coordinato ad
una realtà industriale in modo
da generare una situazione utile a favorire l’impianto di nuove
industrie.
Inoltre il territorio necessita di
una promozione e rivalutazione
esponenziale>
I giovani avranno la possibilità di lavorare nel nostro territorio o dovranno
andare altrove se non addirittura all’estero? Come si pensa di arginare la
cosiddetta fuga di cervelli?
<Dipende tutto dalla situazione economica. Da come riusciremo a superare questa
crisi e da quali scelte verranno fatte dal
nuovo Governo. Si cerca di limitare la dispersione di capacità attraverso gli investimenti nella ricerca, il maggiore settore
colpito e di creare il migliore ambiente
possibile per far rimanere le persone nell’ambito italiano. Nel 2001 esisteva un
fondo attraverso il quale si cercava di richiamare persone il cui potenziale veniva
sfruttato all’estero. Ma venne sospeso perchè non garantiva risultati utili. Adesso si
attendono le manovre del Governo>
Che cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro?
<Il futuro è sempre difficile da prevedere
perchè può essere influenzato da molti
fattori, come il mercato del petrolio o la situazione politica globale. Credo che l’Italia riuscirà ad uscire dalla crisi economica,
per il resto bisogna saper attendere ed io
mi sento ottimista>.
Giandomenico Desideri
LE INCHIESTE DI MIRINO
PICCOLI COMMERCIANTI, GUAI GROSSI
In un clima di crisi generale e precarietà
lavorativa che interessa anche i lavoratori
reatini, abbiamo lasciato la parola ai commercianti che hanno illustrato i problemi
di oggi dovuti alla presenza massiccia e
all’evoluzione dei centri commerciali.
Sandra Salvi, 39 anni, piccola commerciante
<Sono quattro anni che lavoriamo in questo negozio e quando abbiamo aperto
l’attività era già iniziata l’era dei grandi
supermercati, e nonostante la loro presenza ingombrante sul mercato abbiamo guadagnato la fiducia di una sicura
e quotidiana clientela. Oltre ai rapporti a
livello umano che si instaurano con i nostri clienti, entra in gioco la carta vincente
per quanto riguarda la qualità dei prodotti. Ma è naturale che se parliamo di convenienza, la gente preferisce recarsi nei
supermercati rispetto ai piccoli negozi.
Inoltre grazie alla nostra posizione vicino
alle scuole, godiamo anche di una clientela piuttosto giovane>
Nello Sielli, 70 anni, piccolo commerciante
<Da 58 anni lavoro, di cui 40 passati nel
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mio negozio al quale mi lega una vera e
propria passione per il commercio. Questi sono comunque tempi difficili e non
posso negare che c’è una certa difficoltà
ad andare avanti. L’esperienza lavorativa
che ho coltivato negli anni passati mi aiuta, ma comunque non posso dire di poter
contare su una clientela fissa perché oramai le persone, grazie ai supermercati che
si trovano in ogni punto della città e alle
offerte con cui si mettono continuamente
in competizione, sono portate all’acquisto di quei prodotti sicuramente meno
genuini ma molto più convenienti. Dal
mio punto di vista però posso dire che
fare compere nei piccoli punti vendita
può essere vantaggioso perché si limita la
spesa ai prodotti utili. Sicuramente ho anche clienti affezionati con i quali ho stretto rapporti confidenziali che vanno aldilà
del rapporto strettamente lavorativo. Da
parte mia inoltre c’è una particolare attenzione per quanto riguarda la provenienza
dei prodotti che vendo. Infatti cerco di
offrire la qualità e la genuinità reatina.
Ormai sono tanti anni che lavoro e penso
di continuare ancora per qualche tempo,
ma non posso negare che se avessi dovuto aprire un’attività adesso, probabilmente non sarei riuscito a mantenerla così a
lungo>.
Rossella Liberati, 25 anni, piccolo supermercato Juliis Market
<Questa attività è nata 18 anni fa e sicuramente, facendo riferimento ai tempi
passati il lavoro è un po’ diminuito, tuttavia possiamo ancora contare su clienti
che fanno acquisti qui da molto tempo. La
fascia media di età dei nostri acquirenti è
molto varia, infatti abbiamo la possibilità
si soddisfare persone giovani anche grazie
alla vicinanza di una scuola, di media e di
avanzata età. Sono sicura che per quanto
riguarda i prodotti che si consumano giornalmente le piccole attività commerciali
garantiscono una freschezza, una qualità ed una provenienza più sicura senza
dimenticare l’ampia scelta che offriamo
anche su prodotti di marca. Sono fortunata perché la posizione del nostro negozio
in un’ottima zona di passaggio favorisce
la vendita e ci assicura una percentuale
di clientela quotidiana. Il rapporto che si
instaura con i nostri clienti è motivo di ritrovo e dà la possibilità di relazionarsi in
modo amichevole>.
Micol Donati
Marta Petrongari
A SCUOLA DI LEGALITA’
Un progetto della II A per saperne di più su usura e racket
Gli studenti della II A dell’Itc coordinati dalla professoressa Maria Rita
Leonardi, si sono impegnati nel conseguimento del progetto legalità
Livatino-Grassi “La scuola contro il
racket e l’usura”. Il progetto si rivolge
a tutte le scuole, comprese le scuole
carcerarie e quelle per adulti, prevedendo lo svolgimento di percorsi differenziati in funzione dell’età e della
tipologia di scuola.
Il percorso, svolto in rete, è iniziato
con la scelta di una storia su cui lavorare: “La maturità”. Nella storia il reato
di usura si manifesta con la richiesta
di un prestito in denaro in cambio
del quale l’usuraio richiede alla vittima il pagamento di interessi superiori a quelli previsti dalla legge, sino
a soglie che consentono di entrare
in possesso dei beni della vittima. È
stata inoltre proposta una storia con
finale aperto con lo scopo di favorire
un’autonoma interpretazione del fenomeno nello studente. Gli obiettivi
del progetto sono quelli di sostenere
la diffusione della cultura alla legalità;
mediante il ricercato coinvolgimento
delle diverse componenti della società, cittadinanza e democrazia; “entrare” nella società a tutti i livelli per alimentare un nuovo modo di affrontare
la sfida educativa alla legalità ed inoltre di sviluppare un sistema valoriale
proprio agli studenti, fondato sull’etica della responsabilità e della legalità,
misurandosi con la conoscenza di un
fenomeno che impatta formalmente
sul loro vissuto quotidiano.
I fenomeni dell’usura e del racket,
pur se di rilevanza nazionale, sono
praticamente assenti dal dibattito
culturale. La mancanza di informazioni è uno dei principali problemi
della lotta all’usura ed estorsione; per
questo bisognerebbe aumentare l’attenzione sulla gravità del fenomeno,
dando maggiore visibilità agli esempi
positivi; riaccendere il dibattito e l’informazione sui temi dell’antiracket e
dell’antiusura per spingere le vittime
alla denuncia e lo Stato a provvedimenti più incisivi che tengano conto
delle risposte e delle proposte che
vengono dalla società civile.
Maria Elena Pompili
Alessia Giovannini
Giulia Moroni
Fabiana Giovannini
MIRINO A FIUGGI:
FELICE E PREMIATO
Con Alboscuole, il giornale dell’Itc
vince tra 1.700
partecipanti
A Fiuggi la terza edizione di
Alboscuole quest’anno ci ha
visto ancora concorrenti e
premiati. Grazie a Mirino,
infatti, l’Itc è stata l’unica
scuola reatina ad aver vinto un premio giornalistico.
Subito dopo le premiazioni, una
esplosione di gioia e danze ha
accompagnato centinaia di
studenti che erano lì, nell’attesa del coronamento
di tanto impegno profuso
con passione per il giornalismo, quel giornalismo
fatto nell’unico modo in cui
deve essere portato avanti,
vale a dire con serietà.
Sono state così più di 1.700
le scuole partecipanti, ma
solo 700 sono state quelle
selezionate da tutto il territorio nazionale.
Ogni scuola è stata meritevolmente premiata per l’impegno,
gli articoli, il proprio sito web,
e per chi lavora dietro le quinte
come nel caso degli insegnanti.
Una grande soddisfazione
per tutta la nostra redazione
e per la nostra scuola che ha
dato conferma del prezioso e
faticoso lavoro svolto fino ad
oggi. Una soddisfazione che
ha cancellato, in un momento,
la stanchezza di noi studenti e
insegnanti. Questo premio ha una
particolarità che lo rende
davvero unico: quando ci
chiedono cosa si vince,
rispondiamo che il vero
premio in palio, al di là di
ogni riconoscimento concreto, innanzitutto è esserci.
Essere presenti, salire sul palco,
ma anche saper ascoltare e parlare
con altri che, in mezzo alle
difficoltà e con sacrificio,
hanno fatto in qualche
modo quello che abbiamo
fatto noi: semplicemente
scrivere, raccontando la
nostra scuola e i suoi protagonisti, raccontando la
nostra realtà, quella fatta
dalla persone, per scoprirne problemi e aspettative,
ma anche per denunciare,
per testimoniare, per fare
cronaca con lealtà e spirito critico. Da veri giornalisti, insomma.
Sonia De Santis
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RIETI IN FINALE PER
LA SERIE
A1
Il trenta aprile per la Noi Sport Rieti
sono iniziati i playoff e con questi anche le grandi vittorie. La prima partita
affrontata è stata in casa contro Imola:
una partita giocata con grinta e molta
tenacia grazie alla quale si è raggiunta la vittoria tra gli applausi e il calore
dell’intera città. E con la stessa grinta
Rieti si è aggiudicata anche la vittoria
nel secondo match. A Imola, se da
una parte c’è stata la reazione a dir
poco scontata dell’ex Guerra e compagni vincitori di gara tre, dall’altra la
Noi
sport non ha esitato a chiudere in vantaggio nella quarta sfida,
utile a mettere la firma sulla semifinale. Quindi è toccato a Ferrara che
ha chiamato al confronto sul campo
amico estense la squadra di coach
Lasi: uno a uno nelle prime due gare
in erra straniera ed un eloquente 2-0
in gara tre e quattro a Rieti davanti ai
quasi 4.000 spettatori amarantocelesti.
In particolare la sfida del 21 maggio
al Palaleoni è stata durissima e le
squadre si sono ritrovate in parità e
solo nel finale dell’unico tempo supplementare i giocatori reatini hanno
dimostrato cosa sanno fare lasciando
a bocca asciutta la Carife.
Ed è per questo che Noi Sport Rieti ha
trovato la meritata finale che dovrà portare alla conquista della serie A 1.
Una vero successo, comunque vada a
finire, per questi giocatori che si sono
dimostrati autentici professionisti,
giocando e lottando per il raggiungimento di un obiettivo. In particolare
in questo spaccato di playoff, Rieti ha
messo in campo giocatori - gladiatori.
A partire da capitan Cristiano Fazzi, a
dir poco sensazionale e che ha portato molte volte la squadra alla vittoria.
E come lui tanti altri. Ma ora non ci rimane che attendere chi vincerà.
Michaela Miluzzi
ITC, CHE PORTENTO DI RAGAZZE
Le ragazze del biennio dell’Itc, sono
uscite vittoriose dal torneo provinciale
di calcio a 5, senza mai perdere e subendo solo due gol contro i venticinque fatti in due
partite. Il gruppo
sotto la guida del
professor Sciumè
ha battuto nella prima partita
l’Istituto Geometri per 20-0 e la
finale contro lo
Scientifico finita
5-2. Ora le bravissime calciatrici
stanno giocando il torneo regionale.
Nella prima partita sono state autentiche schiacciasassi vincendo per 11-0,
mentre la seconda hanno vinto 16-2. Il
gruppo è formato da: Noemi Ciani II C,
Ilaria Tiberti II B, Ilaria Petroni II B, Alessia Brucchietti II B, Giada Santucci II B
(capitano della squadra), Elena Proietti
I L, Costanza Zanelli I C, Giulia Chiaretti
I C, Laura Marchetti I B, Elisabetta Ianni
II A, Sevime Bezcdi I A e Giorgia Felici
I B. Distinta prestazione anche per le
ragazze che si sono
impegnate nel torneo di pallavolo.
Allenate dalla professoressa Passarani si sono piazzate
al secondo posto.
Contro l’Istituto Alberghiero e il Liceo
Pedagogico hanno
vinto per due set a zero, mentre con
il Classico 2 set a 1 aggiudicandosi il
primo e il terzo set. La finale contro lo
Jucci si è conclusa 3 set a 2 in favore
dei liceali.Oltre al calcio a 5 e alla pallavolo, il biennio femminile si è dimostrato in ottima forma anche nell’atle-
Il mensile scolastico Mirino da oggi è anche on line.
Visitaci cliccando l’indirizzo
www.mirino.net
Troverai aggiornamenti, news,
articoli, presentazioni, i numeri di quest’anno e quelli degli
anni passati. Insomma tutta
la storia del nostro giornale e
della scuola raccolta in un clic.
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tica leggera ottenendo il primo posto
nel lancio del disco con Ilaria Petroni II
B e il primo posto nel salto in alto con
Alessia Brucchietti II B. Si sono classificate seconde Giada Santucci II B nei
100 metri piani, Giorgia Felici I B nel
lancio del peso, Martina Mei I P negli
ostacoli, Valentina Buscema I C nel
salto in lungo, mentre nella staffetta
4X100 il secondo posto è stato tutto
per le rosa dell’Itc.
Vincenzo Galasso
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