Giustizia pace e legalita-intervista-don

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Giustizia pace e legalità: intervista a don Luigi Ciotti
Senigallia, 18 maggio 2011
D: Giustizia pace e legalità quanto bisogno ce n’è oggi?
R: Beh! Certamente l’obiettivo resta la giustizia di cui noi abbiamo tanto bisogno.
La pace poi in fondo è sinonimo di giustizia, di legalità, di libertà, di vita umana, di creare le
condizioni per cui le persone possono essere un fine e non un mezzo.
La pace è sinonimo di tutta questa dimensione che mette al centro la persona, partendo sempre dai
suoi bisogni che diventano poi diritti a fianco di doveri.
Ecco: i diritti devono diventare delle opportunità, dei servizi, degli spazi.
C’è un bisogno di giustizia sociale. La giustizia incomincia dalla possibilità e l’unità di misura dei
rapporti umani è la relazione. Io vorrei recuperare un po’ quest’anima dentro questi contesti.
Contesti che oggi ci chiedono anche una responsabilità nelle parole: troppe parole stanche, che
offendono, che dividono.
Siamo sommersi di parole veramente che confluiscono…. non parole di vita ma che molte volte
sono parole che creano divisioni.
L’uomo ha bisogno di una pace che è fatta di responsabilità nella politica sociale, che è fatta di
servizi, che è fatta di affermare i diritti della vita delle persone, che è fatta dalle parole giuste e che è
fatta di giustizia sociale.
Allora noi questa sera cercheremo di riflettere su tutto questo, dicendo che c’è bisogno di tutto
questo, perché tutto questo ha bisogno della nostra responsabilità - meglio della nostra
corresponsabilità – perché il cambiamento che noi sogniamo deve cominciare da dentro di noi.
Noi siamo il cambiamento che noi sogniamo, ognuno è chiamato a fare la propria parte, a farla con
onestà, con chiarezza, con trasparenza.
Il nostro dovere è chiedere allo Stato istituzioni che facciano la loro parte, ma noi siamo chiamati a
fare la nostra parte e quindi c’è questo noi, questo costruire insieme, questo nostro metterci in
gioco, quest’assunzione della nostra responsabilità e della nostra corresponsabilità.
Ma l’ultimo elemento che lega la giustizia, la legalità, la pace, la dignità umana è la libertà.
Perché la libertà è il filo conduttore, perchè la vita ci affida un impegno.
E qual è l’impegno che la vita ci affida?
La vita ci affida l’impegno di impegnare la nostra libertà per liberare chi libero non è.
Perché la più grave umiliazione per la persona umana è la privazione della libertà.
E noi oggi abbiamo tante, tante storie di persone che non sono libere e quindi siamo chiamati a
mettere in gioco la nostra responsabilità, la nostra corresponsabilità per costruire questa libertà, per
liberare la libertà.
Chi è povero non è libero.
Chi è senza lavoro non è libero.
Chi è schiacciato da forme di usura non è libero.
Queste ragazze sfruttate nel mondo della prostituzione non sono libere.
L’ ecomafia non rende liberi.
E’ un lungo interminabile elenco di situazioni a noi vicine nella quotidianità che hanno bisogno del
nostro impegno per costruire questa libertà, che poi è pace, che è poi diritti, che poi è quella dignità
di cui tutti abbiamo bisogno.