QUANDO L`AZZARDO SI PRENDE GIOCO DI NOI E CREA

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QUANDO L`AZZARDO SI PRENDE GIOCO DI NOI E CREA
18/03/2016
Pag. 55 N.1461 - 18 marzo 2016
diffusione:305529
tiratura:424233
SHUTTERSTOCK
QUANDO L’AZZARDO
SI PRENDE GIOCO DI NOI
E CREA DIPENDENZA
di Alex Saragosa
Nel 2015 gli italiani hanno puntato
88 miliardi, perdendone 24. E per molti
slot machine e scommesse sono
diventate una malattia. Un libro spiega
el 2015 i 23 milioni di italiani
che giocano d’azzardo hanno
speso in lotterie, scommesse
e slot machine 88 miliardi di
euro, perdendone 24 miliardi: quattro
volte quello che ci costava l’Imu sulla
prima casa. A fornire tra il 30 e il 60 per
cento di questa «tassa volontaria», secondo l’antropologa americana Natasha Dow
Schüll, sono soprattutto persone che soffrono di ludopatia, la dipendenza psicologica per l’azzardo. Non si sa quanti siano oggi i ludopatici in Italia, ma nel 2012
una ricerca della Sapienza li aveva stimati in oltre 800 mila, 200 mila in più del
2008, e dietro hanno spesso una famiglia
N
rovinata dalla loro ossessione.
Per capire meglio il problema è illuminante il saggio Fate il nostro gioco
(Add, pp. 256, euro 14), scritto da Paolo
Canova, matematico, e Diego Rizzuto, fsico. I due, oltre a dimostrare matematicamente quanto sia folle puntare ad arricchirsi con giochi pensati per farti
perdere, spiegano i trucchi psicologici
che oggi rendono l’azzardo particolarmente pericoloso. «Il principale di questi
meccanismi è la possibilità di giocare
continuamente, ricevendo subito eventuali premi: così si perde la cognizione
del tempo e dei soldi spesi e si moltiplica
la possibilità di perdite. Tutti i giochi
A SINISTRA IL LIBRO
FATE IL NOSTRO GIOCO
DI PAOLO CANOVA E
DIEGO RIZZUTO (ADD
EDITORE). GLI AUTORI,
UN MATEMATICO E UN
FISICO, HANNO ANCHE
ALLESTITO UNA MOSTRA
SULLO STESSO TEMA
moderni, dai Gratta e Vinci al 10 e Lotto,
con estrazioni ogni 5 minuti, hanno questa caratteristica. Ma nessuno la sfrutta
meglio delle slot machine: in Italia ce ne
sono ormai ben 400 mila e da sole garantiscono la metà degli incassi totali» dice
Canova.
Un altro importante fattore che spinge a continuare a giocare sono le «pseudo
vincite». «In teoria l’80 per cento di quanto giocato torna ai giocatori come premi,
ma in gran parte si tratta di vincite pari
o minori al prezzo della giocata. Queste
vincite, che spesso vengono subito rigiocate, sono però importanti al fne di mantenere agganciato il giocatore, che se
perdesse sempre si disamorerebbe velocemente. Nel Gratta e Vinci miliardario,
per esempio, i biglietti “vincenti” sono
addirittura il 26 per cento: ma nel 52 per
cento dei casi restituiscono solo i 5 euro
del biglietto».
«Questi meccanismi, studiati da psicologi e matematici, hanno esposto l’intera popolazione al rischio azzardo, portando a un’esplosione di dipendenze e
rovine economiche» dice la psicoterapeuta varesina Daniela Capitanucci,
fondatrice dell’associazione Azzardo e
Nuove Dipendenze, che offre assistenza
psicologica e legale. «La nostra associazione tratta ogni mese decine di nuovi
casi. Molti sono poveri che sperano nel
colpaccio: accendete la radio alle 6.30,
quando ci si alza per i lavori più duri, e
sentirete il coro di spot indirizzati a loro». Soluzioni? «Limitare puntate, diffusione e frequenza dei giochi. E, come si è
fatto in Svizzera, concentrare le slot-machine in poche sale, obbligando i gestori
a non far entrare i giocatori problematici. Ma chi dovrebbe emanare queste
norme, visto che a incassare circa 9 miliardi l’anno da queste attività è lo Stato-biscazziere?».
18 MARZO 2016 . IL VENERDÌ .
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