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Weekly InterMarket
12/11/16
DJ ESTOXX50 (3,048.61, 3,068.03, 3,014.77, 3,030.02, -16.5701)
3200
3150
I MERCATI
3100
3050
3000
Eurostoxx50,
quadro
grafico
invariato. L'aumento di volatilita'
registrato per l'indice Eurostoxx50
nelle due sedute immediatamente
successive alla elezioni di Donald
Trump alle presidenziali Usa e' subito
rientrato. I prezzi venerdi' si sono
mossi in un intervallo ridotto tornando
verso la parte centrale della fascia
laterale che l'indice sta disegnando da
settembre. Il baricentro di tale fascia,
identificato dalla retta di regressione
calcolata dai massimi di marzo, si
colloca a 3000 punti circa. Fino a che
le quotazioni rimarranno al di sopra di
quel supporto restera' possibile un
nuovo test della parte alta della fase
laterale, a 3100 punti circa. Oltre quei
livelli attesi movimenti di ampiezza
almeno proporzionale a quella del
trading range, a 3270 punti circa.
Resistenza successiva a 3345, top del
17 dicembre scorso. Sotto i 3000 punti
probabile invece un calo verso la parte
bassa della fase laterale, a 2920 punti.
In caso di violazione di quei livelli
verrebbe inviato un segnale negativo
per il test di area 2750. Al di sotto di
area 2750 target a 2672-2678, minimi
di febbraio e giugno e supporto critico
anche in ottica di lungo periodo.
Il Dax prosegue il percorso laterale
che sta disegnando da meta'
agosto. Nella seduta di mercoledi'
invece le quotazioni, scese fino a
10175 circa, avevano saggiato la
consistenza della base della fase
laterale, a 10180 punti circa. Il
baricentro del trading range, cosi'
come identificato dalla retta di
regressione tracciata dal top del 15
agosto, si colloca a 10545 punti,
coincidente con la media mobile a 50
giorni, poco al di sotto dei valori con i
2950
2900
2850
2800
2750
2700
2650
March
April
May
June
July
quali si chiude l'ottava. Difficile dire
quale possa essere il destino
dell'indice fino a che i prezzi si
manterranno all'interno della fascia
10180-10800, solo il debordo da uno
degli estremi fornirebbe indicazioni
chiare sulle intenzioni del mercato. Il
target raggiungibile in tempi brevi in
caso di interruzione del trading range
e' proporzionale alla ampiezza dello
stesso, quindi oltre 10800 sarebbero
attesi movimenti verso gli 11480/500
punti, al di sotto di area 10180 invece
il target si porrebbe a 9550, poco al di
sotto della base del gap rialzista
dell'11 luglio a 9655 punti. A 9775 i
prezzi incontrerebbero la base del
canale crescente disegnato dai minimi
di febbraio, la effettiva violazione di
quel supporto fornirebbe indicazioni
negative che probabilmente avrebbero
validita' anche oltre i 9550 punti e che
potrebbero anticipare discese fino in
area 8200.
Wall Street ha accolto con
inaspettato ottimismo la vittoria di
Trump: la scorsa ottava l'indice
benchmark ha accelerato con
decisione fino ai 2182 punti
archiviando poi gli scambi venerdì a
2164,45
punti.
Per
quanto
significativa, la reazione non può
essere considerata risolutiva per
inviare segnali validi nel lungo
periodo, ma serviranno ulteriori
August
September
October
November
conferme per gettare le basi per un
cambiamento
strutturale:
il
superamento definitivo del massimo
del 22 settembre a 2180 aprirebbe
infatti la via al ritorno sui record estivi
a 2194 ed eventualmente oltre area
2200. Discese nuovamente sotto
2147, avvalorate dalla violazione di
area 2120, farebbero invece temere il
taglio al ribasso della media mobile a
200 giorni, riferimento strategico dal
quale ha avuto origine il recente
rimbalzo,
con
conseguente
avvitamento ribassista in direzione di
target negativi a 2070 e 2036, per la
ricopertura del gap rialzista lasciato
aperto lo scorso 29 giugno.
Il Nasdaq Composite prosegue lo
swing. La reazione messa a segno
dall’indice tecnologico da area 5000,
base del banner correttivo disegnato
dai record di fine settembre, ha
riportato i prezzi sul lato superiore
dello stesso senza riuscire tuttavia a
proseguire oltre per rilanciare la
crescita di lungo termine. Solo la
rottura di 5300 permetterebbe infatti di
guardare con ottimismo verso target a
5400 e oltre. Il ritorno sotto area 5100
e la violazione a 5000 circa della linea
che sale dai minimi di febbraio
negherebbero invece tali attese,
prospettando ripiegamenti più estesi di
tutto il rialzo dell’ultimo anno.
1
COMMODITIES
Petrolio stabile, oro volatile dopo Election Day
Debole il quadro grafico delle
materie prime. Nonostante l’affondo
fino ad area 180, su livelli di
settembre, l’indice CRB conserva il
sostegno del canale che sale dai
minimi di agosto e resta in pista per
riconquistare la media mobile a 100
giorni, praticamente orizzontale in
area 186. Il ritorno sopra questo
riferimento sarebbe da leggere come
un primo segnale favorevole ad una
fase di rimbalzo capace di tornare ad
interessare la resistenza critica a
191/192. La permanenza sotto la
media mobile citata segnalerebbe
invece indecisione da parte dei
compratori che potrebbero quindi
venire sopraffatti dai venditori per
target negativi anche sotto i 180/181
punti. Nel caso di violazione anche di
quest’area, i corsi andrebbero a
confrontarsi nuovamente con i minimi
estivi toccati a 176 punti circa.
Petrolio Wti stabile nei dintorni di
45 dollari al barile. Se da un lato la
rottura al ribasso della linea disegnata
dai minimi di febbraio, riferimento a 46
dollari circa, ha inviato un segnale
ribassista da non sottovalutare,
dall’altro la tenuta di area 43, minimi di
settembre e punto di passaggio della
media mobile a 200 sedute, ha
contenuto le pressione ribassista
gettando le basi per una nuova
reazione. Oltre area 46,50 possibile
miglioramento per target a 48,75.
Servirebbe comunque il ritorno sopra
questo riferimento per credere in un
196
195
194
193
192
191
190
189
188
187
186
185
184
183
182
181
180
179
178
177
176
175
174
CRB COMMODITY (183.189, 183.862, 180.419, 180.740, -2.5942)
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July
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August
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29
recupero duraturo dei prezzi del
greggio. In tal caso risulterà poi
decisivo il confronto con gli ostacoli
critici a 52 dollari, massimi segnati a
ottobre e neck line di un testa e spalle
disegnato dai minimi di agosto 2015.
Discese sotto area 43 segnalerebbero
invece una netta inversione di tutta la
tendenza rialzista sviluppatasi dai
minimi di inizio anno, prospettando
almeno il test dei minimi estivi a 39,30
dollari circa.
Nessuna corsa all’Oro dopo
l’elezione di Trump. Nella seduta del
9 novembre le quotazioni si erano
spinte fino a un massimo a 1337
dollari per poi archiviare la seduta a
1277, poco sopra i livelli di apertura e
a ridosso dei minimi della seduta di
mercoledì. Il mancato ritorno sopra la
media mobile a 100 giorni, in transito
a 1315 dollari, e sopra la linea
tracciata dai massimi estivi, passante
poco sotto i 1330 dollari, ha scatenato
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September
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3
10
October
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14
November
una brusca correzione verso i minimi
di ottobre in area 1250, che ricordiamo
essere un supporto strategico in cui
convergono importanti elementi tecnici
quali i minimi del 24 giugno e il 38,2%
di ritracciamento del rialzo da
dicembre 2015. Discese sotto area
1250 farebbero quindi temere un
deterioramento della struttura rialzista
definita nell’ultimo anno. In tal caso gli
obiettivi si posizionerebbero tra 1210 e
1224 dollari. Reazioni dai livelli attuali
potrebbero spingersi nuovamente fino
area 1300 e 1315, senza tuttavia
modificare il quadro grafico di fondo.
Segnali di ripresa del trend rialzista
giungerebbero infatti solo oltre 1350
dollari.
2
VALUTE
Valute: l’effetto Trump dura meno di 24 ore
L'effetto Trump ha destabilizzato i
mercati valutari, ma è durato meno
di 24 ore. Dopo essere volato fino a
quota 1,13 contro il Dollaro, l'Euro ha
invertito bruscamente la rotta. La
Moneta Unica ha infatti fallito un
appuntamento importante, a 1,12
transitava la linea tracciata dai
massimi di agosto e passante per
quelli di settembre, avvitandosi su se
stessa fino al test dei supporti statici a
1,086, minimi toccati a ottobre, non
distanti dai minimi estivi. La violazione
di quest'ultimo sostegno sarebbe
quindi un evento non trascurabile, un
indizio forte in favore di una
estensione della discesa in direzione
dei minimi del 2015 a 1,05 circa.
Altrettanto significativa sarebbe invece
la tenuta dei supporti a 1,085/1,086
dai quali i corsi potrebbero tentare una
nuova reazione verso 1,1010 ed
eventualmente fino a quota 1,1060.
Prosegue la fase di consolidamento
della Moneta Unica nei confronti
della Sterlina. La correzione avviata a
inizio ottobre dopo il test di livelli
massimi dal 2009, a quota 0,923, può
essere iscritta in un canale disegnato
da tali massimi i cui riferimenti attuali
si posizionano a 0,8730 e 0,8960.
Nella seduta di giovedì le quotazioni
sono scese a testare il limite inferiore
del canale, segnalando l’intenzione di
voler estendere la flessione almeno
fino a 0,8610 circa, per il test della
media mobile a 100 giorni. Fintanto
che questo supporto dinamico
EUR / USD (1.090700, 1.095400, 1.086200, 1.088900, -0.002000)
1.160
1.155
1.150
1.145
1.140
1.135
1.130
1.125
1.120
1.115
1.110
1.105
1.100
1.095
1.090
1.085
1.080
1.075
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May
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June
13
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4
11
July
18
sosterrà le quotazioni sarà possibile
continuare a sponsorizzare l’ipotesi
rialzista, considerando la discesa
dell’ultimo mese come un fenomeno
correttivo (un banner) destinato a
terminare con la rottura di area
0,9040. Solo la violazione della ex
resistenza a 0,8730 (su questi livelli si
posizionano anche i massimi di agosto
e settembre) farebbe temere l’avvio di
una correzione più estesa, diretta
quantomento al test dei supporti a
0,8570/0,8580. Discese sotto questi
livelli potrebbero indebolire la spinta
rialzista, inviando un segnale di
debolezza da non sottovalutare.
Migliora lievemente il quadro
grafico dell’Euro nei confronti dello
Yen. Dopo aver riconquistato il
sostegno offerto a 114,25 dalla media
mobile a 100 giorni, i prezzi hanno
trovato le energie per riaffacciarsi sul
lato alto del range piuttosto stretto
disegnato negli ultimi due mesi tra
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September
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October
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November
21
112,50 circa e 116,40. Segnali di
miglioramento validi anche nel medio
lungo termine giungerebbero quindi
oltre quest’ultimo riferimento: in tal
caso diverrebbe possibile il test a
118,45/118,50 dei massimi di luglio e
successivamente a 121/122 dei
massimi toccati nella settimana della
Brexit. Sotto 114,25 i recenti sforzi
verrebbero vanificati e la Moneta
Unica si ritroverebbe a lottare con i
supporti a 112,50. Sotto questo
riferimento e alla violazione di area
112 i corsi rischierebbero di scivolare
sui sostegni successivi presenti tra
110,00 e 111,00, ultimi riferimenti in
grado di scongiurare approfondimenti
più estesi verso obiettivi a 105,00 e
100,00 circa.
3
OBBLIGAZIONI
Relative Strength Index (29.5589)
50
BUND RETT (161.220, 161.540, 160.080, 160.640, -1.3700)
Momento estremamente delicato
per il Bund. Il derivato tedesco ha
travolto i supporti strategici posizionati
in area 161,50/162 (su questi livelli
convergono infatti la media mobile a
200 giorni e la base gap rialzista del
24 giugno), precipitando fino ad area
160,30 in corrispondenza dei massimi
allineati tra marzo e maggio di
quest’anno. La violazione della media
mobile a 200 giorni rappresenta senza
dubbio un elemento fortemente
negativo per il trend di medio breve
termine. Tuttavia, la velocità con la
quale si è realizzata la recente fase di
discesa è stata tale che gli indicatori
tecnici sono già sconfinati in zona
estrema, in ipervenduto. In ogni caso
quella che gli indicatori potrebbero
segnalare come imminente è
probabilmente solo una fase
correttiva, magari il classico return
move a testare dal basso i precedenti
supporti,
in
area
161
ed
eventualmente fino ad area 163, e non
una vera e propria inversione al rialzo
che cancelli la recente debolezza. Per
assistere a un mutamento di trend in
questo senso sarebbe necessario il
ritorno sopra 164,50 circa che allo
stato attuale appare poco probabile.
Sotto 160,30 invece possibile
estensione del ribasso verso area
157,50/158 quota pari al 38,2% di
tutto il movimento rialzista calcolato
dai minimi del 2015.
Precipita la situazione per il BTP
Future che estende la flessione fino
ai 135 punti circa. Dopo aver travolto
in rapida successione la ex resistenza
in area 140,50, massimi di marzo e
167.5
167.0
166.5
166.0
165.5
165.0
164.5
164.0
163.5
163.0
162.5
162.0
161.5
161.0
160.5
160.0
159.5
159.0
158.5
158.0
157.5
March
April
May
June
July
giugno, e la linea di tendenza tracciata
dai bottom di fine 2011, in transito a
139,50 circa, le quotazioni sono
capitolate fino a 135,50, ad un passo
dai minimi toccati all’indomani del voto
sulla Brexit a quota 135. In questo
punto transita anche la media mobile
a 400 giorni, riferimento che in
passato si è dimostrato perfettamente
in grado di interpretare il trend di lungo
termine del derivato e pertanto ultimo
custode della tendenza al rialzo in atto
dai minimi del 2011. Probabile dunque
assistere a una reazione dai livelli
attuali, anche solo per ricondurre in
zona neutrale i principali oscillatori
grafici sconfinati in ipervenduto.
Eventuali segnali di divergenza tra
l’RSI a 14 sedute e il grafico dei prezzi
potrebbero avvalorare questa ipotesi,
per target a 138,80 e 140. Un
movimento di questo genere sarebbe
in ogni caso da interpretare come
‘return move’ a testare dal basso un
precedente supporto e non fornirebbe
alcun elemento per credere in un
rimbalzo duraturo. A tal proposito i
prezzi dovranno infatti salire oltre i
141,55 punti.
August
September
October
November
T-Bond future crolla sui minimi di
inizio anno a 156 punti circa. Dopo
aver fallito il confronto con gli ostacoli
in area 165, linea che scende dai
record di luglio, media mobile a 100
giorni e massimi ripetutamente testati
nella seconda metà di ottobre, il
derivato
americano
ha
rotto
violentemente al ribasso il supporto
offerto dalla linea di tendenza che sale
dai minimi di febbraio 2015, a 162
circa, travolgendo anche i supporti
strategici in area 161, minimi allineati
di marzo e aprile. Possibile ora che il
movimento correttivo si spinga fino a
152 circa per il test dei minimi allineati
tra settembre e dicembre dello scorso
anno. Nella direzione opposta, invece,
eventuali reazioni dovranno riportarsi
oltre 162 per cancellare il segnale
ribassista scattato la scorsa ottava e
scongiurare così una estensione della
correzione.Solo oltre area 165
giungerebbero però segnali di
miglioramento.
4
IL CASO DELLA SETTIMANA
Comparto immobiliare Usa
L'importanza della salute del comparto immobiliare per
quella dell'economia nel sul complesso e' cosa nota.
Soprattutto dopo la crisi del periodo 2007/08, con lo scoppio
della bolla dei subprime, gli investitori hanno un occhio di
riguardo verso i dati in uscita da quel comparto dal momento
che hanno imparato a proprie spese quanto sia rischioso
sottovalutarne i segnali: in corrispondenza dei minimi del
febbraio 2009 l'indice S&P500 era sceso rispetto ad un anno
prima del 47%, il peggiore risultato su un periodo di 12 mesi
dall'aprile del 1938.
Il settoriale S&P Homebuilder, uno degli indici relativo al
comparto degli immobili piu' seguito in quanto riferimento
anche per l'ETF SPDR S&P Homebuilders (XHB), dopo aver
fatto registrare un nuovo massimo pluriennale nel 2015,
comunque al di sotto dei record del 2006, e' stato incapace a
differenza dello S&P500 di migliorarsi nel 2016, con il
risultato che sul grafico e' comparso un pericoloso, anche se
per ora solo potenziale, testa spalle ribassista. Questo tipo di
figura, formata da tre picchi successivi allineati su livelli simili
ma con quello centrale che svetta rispetto ai due laterali,
viene indicata dagli studiosi dei grafici come una delle piu'
affidabili in termini di capacita' di segnalare una inversione
del trend in atto.
Il completamento della figura, che avverrebbe con la
violazione in area 2800, potrebbe implicare movimenti di
ampiezza almeno pari a quella della figura stessa, con target
quindi in area 1600/1650 punti. Solo la rottura della media
mobile a 100 giorni, attualmente a 3450 punti,
allontanerebbe (senza pero' cancellarlo) il rischio testa spalle
lasciando spazio ad un test dei massimi di agosto a 3690
punti circa. Il fatto che la quasi totalita' dei maggiori
componenti del paniere, titoli come BED BATH &
BEYOND,DR HORTON, HOME DEPOT, LENNAR CORP,
LOWEïS COMPANIES, PULTE HOMES, TOLL
BROTHERS, WHIRLPOOL CORP e WILLIAMS COMPANY
siano tutti attualmente al di sotto delle medie mobili a 52 e
100 settimane, indicatori che sintetizzano con la loro
posizione rispetto ai prezzi la condizione del trend di lungo e
di lunghissimo periodo, non e' certamente un elemento in
favore di uno scenario rialzista e fa quindi temere il
completamento del testa spalle sul settoriale.
L'andamento grafico del comparto e dei titoli piu'
rappresentativi contrasta con i dati riguardanti il settore. I
prezzi delle 20 principali aree metropolitane degli Stati Uniti
infatti continuano a crescere, ad agosto il rialzo e' stato del
5,1% su base annua (dopo il 5% di luglio), il ritmo piu' forte
dal giugno del 2006, in area 190 punti, e la curva si trova
ormai in vista dei record di 10 anni fa, in area 205 punti. Dal
confronto tra l'S&P Case-Shiller 20 e lo S&P500 si ricava
tuttavia che spesso l'andamento dei prezzi delle case e' in
ritardo rispetto a quello dell'indice di borsa, che e'
evidentemente piu' pronto rispetto al mercato immobiliare a
reagire
agli
stimoli
provenienti
dal
contesto
macroeconomico.
Anche sul fronte dell'erogazione di nuovi mutui al momento
non si registrano variazioni negative, nel complesso anzi il
mercato dovrebbe superare i mille miliardi di nuovi contratti
nel 2017, valore che non veniva piu' raggiunto da circa un
decennio e che rappresenterebbe un incremento dell'11%
dal 2016. La Mortgage Bankers Association prevede pero' al
tempo stesso un calo del 40% nel rifinanziamento dei mutui,
variazione dovuta agli ormai scontati rialzi dei tassi da parte
della Fed.
Graficamente anche il Dow Jones U.S. Real Estate Index
(DJUSRE) segna il passo, l'indice comprendente
AMERICAN TOWER, AVALONBAY COMM, EQ RESIDENT,
PROLOGIS, PUBLIC STORAGE, SIMON PROPERTY,
VENTAS, WELLTOWER INC ha infatti tentato a agosto il
superamento dei massimi di gennaio 2015 a 327 punti circa
ma ne e' stato respinto in modo netto, tanto che a ottobre i
prezzi sono scesi al di sotto della media mobile a 200 giorni,
ora in transito come resistenza a 308 punti circa. Anche in
termini di singoli componenti dell'indice solo AMERICAN
TOWER e PROLOGIS conservano una intonazione positiva,
per gli altri invece si puo' parlare di una tendenza negativa,
almeno rispetto alle medie mobili piu' lente come la 52 e la
100 settimane.
Un altro indice rappresentativo del settore immobiliare molto
seguito e' quello del Philadelphia Stock Exchange (PHLX),
l'Housing Sector Index (HGX), formato da una ventina di
societa' che operano nel settore costruzioni. A luglio i prezzi
hanno tentato il superamento dei massimi di agosto 2015 a
252,20 ma dopo una temporanea accelerazione fino a quota
256,81 sono tornati precipitosamente al di sotto della
resistenza scendendo in area 220, violando la media mobile
a 200 giorni passante a 230 punti circa. Il rischio di un test
della trend line rialzista che parte dai minimi di fine 2011,
passante a 205 punti circa, e' ben presente.
5
TASSI
EURIBOR 360
1 Mese
3 Mesi
6 Mesi
12 Mesi
11/11
-0.37
-0.31
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10/11
-0.37
-0.31
-0.21
-0.07
09/11
-0.37
-0.31
-0.21
-0.07
08/11
-0.37
-0.31
-0.21
-0.07
EURIBOR 365
11/11/16
1M
-0.38
3M
-0.32
6M
-0.21
1Y
-0.07
EURIRS
5 anni
10 anni
15 anni
20 anni
25 anni
30 anni
11/11
0.14
0.68
1.01
1.16
1.18
1.19
10/11
0.12
0.68
1.01
1.15
1.18
1.19
09/11
0.04
0.55
0.88
1.01
1.06
1.06
Gli Eventi della Settimana
Italia: Commissione Europea taglia stime di crescita
La Commissione europea ha tagliato le stime di crescita dell'Italia per l'anno in corso dal +1,1% della stima precedente allo
0,7%. Nel 2017 la nostra economia dovrebbe crescere dello 0,9% (contro una stima di +1,3%) e nel 2018 attestarsi a +1,0%. Il
commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha promesso però una valutazione "equa e proporzionata" delle sfide
affrontate dal Belpaese sul fronte rifugiati e terremoto.
Italia: produzione industriale in calo a settembre
In Italia l'Istat ha comunicato che nel mese di settembre 2016 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è
diminuito dello 0,8% rispetto ad agosto mantenendo un livello comunque superiore a quello rilevato a luglio.
Zona Euro: l’indice Sentix guadagna punti a novembre
E' stato reso noto che nella Zona Euro l'indice Sentix, che misura la fiducia degli investitori nel mese corrente, ha guadagnato
momentum a novembre a 13,1 punti, su livelli massimi da dicembre 2015. Il dato e' risultato nettamente superiore alle attese
degli addetti ai lavori fissate su un indice pari a 9 punti e in crescita rispetto agli 8,5 punti della lettura di ottobre.
Germania: cresce l’inflazione a ottobre
In Germania l'Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha reso noto il dato definitivo relativo all'inflazione di ottobre. L'indice
dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,2% su base mensile ed è aumentato dello 0,8% su base annuale, confermando la
lettura preliminare. L'indice armonizzato è cresciuto dello 0,2% su base mensile e dello 0,7% su base annua.
DISCLAIMER
I dati di analisi sono forniti da FTA Online, società di ricerca finanziaria, in base a ricerche proprietarie. Credito Valtellinese S.c. non ha modificato e non certifica la validita' di questi dati. Questa analisi non costituisce in alcun modo un
servizio di consulenza finanziaria, né offerta al pubblico: le informazioni pubblicate sono di natura standardizzata e generale e non costituiscono pertanto una precisa raccomandazione ad investire, ad acquistare o vendere alcuno degli
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