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sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio DESIGN FOR MADE IN ITALY 06 Aerospace&Aeronautical Design Direttore responsabile | Managing Director Tonino Paris Direttore | Director Carlo Martino Coordinamento scientifico | Scientific Coordination Committe Osservatorio scientifico sul Design del Dipartimanto ITACA, Industrial Design Tecnologia dell’Architettura, Cultura dell’Ambiente, Sapienza Università di Roma Redazione | Editorial Staff Luca Bradini Nicoletta Cardano Ivo Caruso Paolo Ciacci Emanuele Cucuzza Antonio Las Casas Sara Palumbo Filippo Pernisco Felice Ragazzo Clara Tosi Pamphili Monica Scanu Graziano Mario Valenti Segreteria di redazione | Editorial Headquarter Via Flaminia 70-72, 00196 Roma tel/fax +39 06 49919016/15 [email protected] Traduzione | Translations Claudia Vettore Progetto grafico | Graphic design Roberta Sacco Impaginazione | Production Sara Palumbo Editore | Publisher Rdesignpress Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma tel/fax +39 06 3225362 e-mail: [email protected] Distribuzione librerie | Distribution through bookstores Joo distribution – Milano DESIGN FOR MADE IN ITALY sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio n°6_dicembre 2009 allegato alla rivista Distribuzione estero | Distribution for other countries S.i.e.s. srl – Milano 20092 Cinisello Balsamo (MI), via Bettola 18 tel. 02 66030400 – fax 02 66030269 www.siesnet.it e-mail [email protected] diid Stampa | Printing Tipografia Ceccarelli, Grotte di Castro - VT Registrazione presso il tribunale di Roma 86/2002 del 6 marzo 2002 ISSN: 1594-8528 _disegno industriale industrial design Rivista bimestrale di formazione e ricerca Bimonthly magazine of training and research indice 04 _ 09 Topic_Aerospace&Aeronautical design Una realtà e una vocazione | A reality and a vocation_Tonino Paris Impulsi dall’etere | Inputs from the air_Carlo Martino Il Lazio, laboratorio a “cielo aperto” | Lazio, an “open-air” laboratory_ Pierpaola D’Alessandro 10 _ 31 Designer Architecture and Vision, Fabio Lenci e Vertigo Design Visioni Spaziali | Visions of Space_Emanuele Cucuzza Il volo leggero | Microlight aviation_Ivo Caruso Segni nello spazio | Signs in space_Graziano Mario Valenti Il Distretto Tecnologico dell’Aerospazio | Technological Aerospace District (DTA)_Monica Scanu Designer_index 32 _ 35 Focus Aero Sekur Tessuti per lo spazio | Fabrics for space_Luca Bradini 36 _ 51 Factory Aviointeriors Comfort in volo | In-flight comfort_Paolo Ciacci Aviogei Al servizio dell’innovazione | Serving innovation_Filippo Pernisco L’industria del cielo e dello spazio | The sky and space industry_Felice Ragazzo Factory_index 52 _ 61 Innovation & Tradition Abitare in microgravità | Life in Microgravity environments_Giuseppe Losco La Storia tra le nuvole | History up among the clouds_Nicoletta Cardano 62 _ 63 Lsd _ la sapienza design factory Topic_Aerospace & Aeronautical design Una realtà e una vocazione | A reality and a vocation Tonino Paris 4 L’ambito aereonautico e aerospaziale nel Lazio rappresenta una realtà articolata e complessa, a chiara vocazione internazionale, in cui la ricerca è fattore dominante e imperante. È un settore che si è radicato in questa regione per il suo chiaro valore strategico, che l’ha voluto vicino ai luoghi della politica e della centralità militare. Già nei primi anni del Novecento Vigna di Valle, infatti, rappresentava la base sperimentale per la costruzione e il lancio di velivoli e dirigibili, e Ciampino nel 1916, diventava uno dei primi aeroporti del paese. Poi, nel 1961, la costruzione di quello che sarebbe diventato il più grande scalo aeroportuale commerciale del paese, il Leonardo Da Vinci. Pochi anni dopo, nel 1964, il contributo della scuola d’ingegneria aerospaziale della Sapienza, guidata da Luigi Broglio, che con il lancio del satellite San Marco 1, portò l’Italia ad essere la terza nazione ad aver messo in orbita un satellite. Oggi, l’ASI, l’ENEA, il CNR, sono agenzie e centri di ricerca a cui si aggiunge il Distretto Tecnologico dell’Aerospazio, con 250 aziende coinvolte e fatturati molto interessanti. Una breve rassegna che mette in luce una lunga tradizione e forse una vocazione di questa regione a occuparsi di progettazione e di produzione di velivoli e relative attrezzature per l’aria e lo spazio. Una vocazione che, per la costante innovazione, per l’uso di tecnologie all’avanguardia e di nuovi materiali, per la centralità dell’uomo e delle sue esigenze di mobilità, è tutta ascrivibile nelle logiche del Design. In the Lazio region, the aeronautic and aerospace sector represents a multi-faceted and complex reality, characterised by a clear international vocation, in which research is the dominant and prevalent factor. It is a field that has entrenched itself in this region for its obvious strategic value, wanting proximity to the places of politics and military headquarters. Already in the early 1900s Vigna di Valle, indeed, represented the experimental basis for the construction and the launching of aircrafts and airships, and in 1916 Ciampino became one of the nation’s first airports. Next, in 1961, the construction of what was to become the largest commercial airport stopover in the country, the Leonardo da Vinci. A few years later, in 1964, the contribution of La Sapienza’s school of aerospace engineering, led by Luigi Broglio, which by launching the San Marco 1 satellite made Italy the third nation in the world to have put a satellite into orbit. Today, ASI, ENEA, and CNR are companies and research centres to which we can add the Technological Aerospace District, involving 250 companies and very interesting sales. A brief overview that sheds light on a long tradition, and perhaps a vocation, of this region’s work in design and production of aircrafts and relevant equipment for air and space. A vocation that for its constant innovation, for its use of avant-garde technology and new materials, for the importance of man and his mobility needs, may be completely included in the logics of Design. Carlo Martino Impulsi dall’etere | Inputs from the air Il design, nella sua storia e nella sua evoluzione, ha sempre contribuito all’innovazione nell’ambito dell’industria aeronautica ed aerospaziale, sia nelle sue componenti materiali sia in quelle immateriali, attuando spesso dinamiche di trasferimento tecnologico e morfologico. È noto a tutti quanto in anni più vicini a noi, il linguaggio del primo Philippe Starck sia stato debitore delle forme aerodinamiche di paterna affezione, o quanto l’immaginario aeronautico abbia rappresentato il grande scenario a cui sono ispirate gran parte delle opere del tedesco Luigi Colani. In periodi più remoti, capolavori del transportation design italiano, quali Vespa e Lambretta, sono stati di fatto il risultato di un trasferimento tecnologico dall’ambito dell’industria aeronautica. Anche l’industria aerospaziale, conseguente evoluzione di quella aeronautica, dal suo recente avvio ha generato processi analoghi di trasferimento e una nuova frontiera per la sperimentazione. Il 2009 è stato l’anno della celebrazione del quarantennale dello sbarco sulla luna, che tra l’altro ha visto a Roma l’avvicendarsi di eventi celebrativi. Una simile missione, già allora, aveva suggestionato le ricerche e le speculazioni teoriche di gruppi radicali del design quali, per esempio, Superstudio e aveva comportato una moltitudine d’innovazioni tecnologiche, trasferite poi su altre tipologie di artefatti di cui oggi usufruiamo quotidianamente. Se per un certo periodo, immediatamente successivo alla fine delle guerra fredda, l’industria aerospaziale ha subito un calo d’interesse, oggi stiamo vivendo un momento di grande rilancio, dovuto essenzialmente allo sviluppo dell’industria delle comunicazioni satellitari, al rafforzamento di alcuni obiettivi strategici di ricerca, come Marte, e alla nascita del turismo aerospaziale. Su quest’ultimo versante sono ascrivibili i progetti di grandi designer contemporanei, tra cui il già citato Starck, che recentemente ha disegnato gli interni della SpaceShip2, navetta per voli turistici suborbitali concepita da Burt Rutan per la Virgin Galactic, e Marc Newson che li ha invece disegnati per lo Spaceplane della Eads Astrium. Nello scenario dell’aerospace & aeronautical design contemporaneo, come traspare da gran parte dei contributi raccolti in questo numero, il sistema design del Lazio e di Roma assume un peso rilevante, con significative energie professionali e imprenditoriali coinvolte. A partire dalla progettazione aerospaziale, che vede impegnati numerosi attori, dallo studio Architecture & Vision, coinvolto nella progettazione di una navetta per il turismo suborbitale, alla ricerca ed alla sperimentazione realizzata in diversi ambiti e di cui riportiamo la testimonianza del progetto FLECS. Altrettanto rilevanti sono i riferimenti laziali per le imprese dell’aerospazio, dalla costellazione Alenia, a realtà manifatturiere che sviluppano tecnologie avanzate, divenendo promotrici di azioni di trasferimento tecnologico, come nel caso della Aero Sekur. L’ambito dell’industria aeronautica ha qui una sua origine storica e un’evoluzione legata a importanti scelte di politica industriale, prima tra tutte la creazione del più grande scalo aeroportuale del paese. Se per la progettazione si contrappongono in questa regione una consolidata scuola d’ingegneria aeronautica e gli appassionati esperimenti di autoproduzione, come per Lenci e Dal Monte, per la produzione si registrano casi di eccellenza produttiva d’interi velivoli ultraleggeri – Sky Arrow – e di componenti – i sedili di Aviointeriors o le scalette Aviogei. In ultimo si riporta anche il contributo della promozione e della comunicazione a questi due ambiti industriali attraverso: il Distretto Tecnologico dell’Aerospazio, in seno alla finanziaria regionale FILAS; l’organizzazione nel gennaio 2010 dell’evento “Gate XXI, dall’ultraleggero al satellite” e per la comunicazione la testimonianza dello studio Vertigo. Un filone, quello dell’aeronautica e dell’aerospazio, complesso e molto attivo che potrebbe dare maggiore impulso alla cultura del Design e trovare in questa un sua colta legittimazione. 505 Nelle pagini precedenti | previous pages: 40° anniversario dello sbarco sulla Luna, Piazza del Popolo, Roma, 2009 | the fortieth anniversary of the moon landing, Piazza del Popolo, Rome, 2009. Jean Marie Massaud, Manned Cloud, hotel volante | flying hotel. Luigi Colani, Aeroplano sperimentale Coanda per 2000 passeggeri | Airplane “Coanda” Experimental with 2000 peoples, 2004. Luigi Colani, elicottero | helicopter. Philippe Stark, Spaceship 2 Virgin Galactic, interni | interiors. 066 Marc Newson, Astrium Space Jet, interni | interiors. Design, in its history and evolution, has always contributed to innovation in the field of aeronautical and aerospace industry, through both its material components, i.e. artefacts, and immaterial ones, i.e. corporate image, often implementing dynamics of technology and morphological transfer from or towards that field. Everybody knows how much, in more recent years, the language of the early production of Philippe Starck was in debt of his father’s beloved aerodynamic shapes or how the aeronautical imagery represented the great scenario from which the German designer Luigi Colani drew inspiration for most of his works. In the remote past, masterpieces of Italian transportation design, such as Vespa and Lambretta scooters, were the fruit of a technology transfer from aeronautical industry. Even aerospace industry, which was the consequent development of aeronautical industry, since its recent start-up has already generated similar transfer processes, as well as a new frontier for experimentation. 2009 was the year celebrating the fortieth anniversary of the moon landing, which has included a series of celebrating events taking place in Rome. Already at the time, such a mission on the moon had influenced research and the theoretical meditations of radical design groups, such as Superstudio, and had implied many technological innovations, which were later transferred to other types of artefacts that we currently use every day. If for some time, immediately after the end of the Cold War, aerospace industry was affected by a falloff of interest, today we are experiencing a time of great revival, mainly due to the development of the satellite communication industry and the consolidation of some strategic research targets such as Mars and the development of space tourism. The latter field has boosted the projects of great modern designers such as the abovementioned Starck, who has recently designed the interiors of the SpaceShip 2, a space shuttle for suborbital tourist flights designed by Burt Rutan for Virgin Galactic, and Marc Newson who has designed the interiors of the Spaceplane for Eads Astrium. In the scenario of modern aerospace and aeronautical design, as it is showed by most Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, Macchi Castoldi MC.72. Aero Sekur, Missione SPEM (SPacecrew Emergency Module) - artist impression. of the contributions in this issue, the Lazio region and Rome design system has a significant part to play, with important professional and entrepreneurial resources involved. Starting from aerospace design, for which many players are at work, from the Architecture & Vision design practice involved in the design and development of a space shuttle for suborbital tourism, to research and experimentation carried out in several fields, which are reported in the article about the FLECS project. Aerospace companies that act as a point of reference for the industry in the Lazio region are another important element: from the galaxy of Alenia, operating in several subfields, to manufacturing companies developing advanced technologies, which actively promote actions of technology transfer, such as in the case of Aero Sekur. Aviation industry, as already mentioned, has its historical origin in Lazio region and here experienced an evolution related to important industrial policy decisions, first of all the building of the largest airport in the country. If in the field of design, a well-established school of aviation engineering and passionate experiments of selfproduction co-exist in the region, such as in the cases of Fabio Lenci and Antonio dal Monte, in the manufacturing field cases of manufacturing excellence can be reported for microlights (e.g. Sky Arrow) and aviation components (e.g. Aviointeriors seats or Aviogei ramps). In the end, the issue also deals with how promotion and communication contributed to these two industrial fields, through: a presentation of the Italian Aerospace Technological District (DTA – Distretto Tecnologico Aerospaziale) within FILAS, the financial investment agency of the Lazio region; the organisation of the event ‘Gate XXI, dall’ultraleggero al satellite’ (‘Gate XXI, from ultralight aircraft to satellite’) in January 2010 and, with regard to communication, the key experience from Vertigo design practice. Aeronautical and aerospace industry is therefore complex and extremely active at the same time, which could further boost Design culture and, vice versa, find in the latter its own culture-based legitimation. 707 Pierpaola D’Alessandro* Il Lazio, laboratorio a “cielo aperto” | Lazio, an « open-air » laboratory *Direttore Affari Industriali Sviluppo Lazio S.p.A. | Director of Industrial Affairs Sviluppo Lazio S.p.A. 08 Il Lazio, regione del terziario avanzato, sta collaudando sempre più la sua vocazione di “laboratorio creativo” dove lo slancio verso la sperimentazione incide su ambiti apparentemente diversi tra loro come l’arte, la scienza, le nuove tecnologie, e dove tuttavia l’immateriale diviene sempre più sostanziale ed indispensabile nel momento in cui si applica alle produzioni industriali ed alla quotidianità. Aerospazio e Aeronautica rappresentano due esempi di filiere produttive di eccellenza, riconosciute a livello internazionale, dove Ricerca e Sviluppo si integrano con la filosofia del graphical system design e della creatività determinando un ambiente integrato e condiviso per la progettazione e lo sviluppo di sistemi avanzati in termini di radar, elettronica per la difesa, telecomunicazioni, aeronautica in genere. Progettazione però che trova anche adozione in concrete esperienze industriali in grado di fornire soluzioni applicative in funzione dell’innovazione apportata . Il Lazio può contare su infrastrutture e centri di ricerca di grande valore, e vanta una presenza radicata di aziende leader a livello internazionale, che svolgono un ruolo centrale in una filiera complessa. A queste si aggiungono un numero significativo di imprese manifatturiere di piccola e media dimensione, che operano nella progettazione, produzione e manutenzione di sistemi, strutture e componenti per l’aeronautica civile, per lo spazio, per la sicurezza e la difesa, oltre a società di servizi di supporto tecnoindustriale ad alto valore aggiunto. Nel territorio si sono sviluppate diverse aree dedicate al settore aerospaziale, in particolare nell’area intorno alla capitale. Nel Lazio è inoltre attivo il Galileo Test Range (GTR), un laboratorio permanente per la validazione del segnale Galileo e lo sviluppo di applicazioni di navigazione e posizionamento, nato dall’azione congiunta della Regione Lazio - Assessorato regionale per lo Sviluppo economico, Ricerca, Innovazione e Turismo - e da un raggruppamento di imprese con il supporto operativo della Filas, che ha, tra gli altri, l’obiettivo di sviluppare applicazioni di navigazione e posizionamento. L’iniziativa si inserisce tra le azioni in favore del DTA (Distretto Tecnologico dell’Aerospazio), il primo Distretto aerospaziale italiano. Per il Lazio si rafforzano, quindi, le competenze per costituire un polo di riferimento strategico per il settore spaziale europeo e un’area di eccellenza competitiva a livello internazionale. Lazio, an advanced service-centred region, continues to put its ‘creative laboratory’ vocation to the test where the impulse towards experimentation impacts seemingly diverse spheres like art, science, new technologies, and where nevertheless the immaterial becomes always more tangible and indispensable at the moment it is applied to industrial production and everyday life. Aerospace and Aeronautics represent two examples of production chains of excellence, recognized internationally, where Research and Development integrate themselves with creativity and graphical system design philosophy to create an integrated and shared environment for the designing and the development of advanced systems in terms of radars, defence electronics, telecommunications, aeronautics in general. Design, however, that is also adopted in concrete industrial experiences and is able to provide applied solutions based on the innovation it brings with it. The Lazio region can rely on infrastructures and research centres of great value, and it boasts the deep-rooted presence of companies that are leaders at the international level and that carry out an essential role within a complex chain of production. To this we add a significant number of small and medium-sized manufacturing plants, working with design, systems production and maintenance, structures and components for civil aeronautics, space and defence and security. There are also techno-industrial support service companies with a high added-value. Various areas devoted to the aerospace sector have developed in the region, especially around the capital. Moreover, in the Lazio region the Galileo Test Range (GTR) is active. This is a permanent laboratory for the validation of the Galileo signal and for the development of navigation and positioning applications, the result of a joined effort from the Lazio Region – Regional Local Authority for Economic Development, Research, Innovation and Tourism – and a grouping of companies with the operational support of Filas, which has, among others, the objective of developing navigation and positioning applications. This initiative is among the actions in favour of the DTA (Technological Aerospace District), the first Italian aerospace District. Therefore, the position of the Lazio region is strengthened in its capacity of becoming a strategic hub for the European space sector, as well as an area of competitive excellence at the international level. 09 Designer Emanuele Cucuzza Sviluppato dal gruppo svizzerotedesco Talis Enterprise, Project Enterprise è il primo programma europeo, privato, per il turismo spaziale; avviato nel 2004, e già verificato con simulazioni di volo, il progetto prevede di realizzare i primi viaggi dal 2013, con base in Germania. Il team di Architecture and Vision è stato scelto per il design degli interni della cabina. The Project Enterprise, by the Swiss-German group Talis Enterprise, is the first privatelyfunded Space Tourism program in Europe: begun in 2004, and already tested in flight simulations, it will bring tourists into suborbital space from Germany by 2013. Architecture and Vision is the design partner currently working on the cabin interior. 10 Credits: Design Team: Architecture and Vision (A.Vittori, A.Vogler) Collaboration: Giuseppe Ciuffreda Client: Talis Enterprise. Anche grazie all’istituzione da parte della Regione di un Distretto dedicato, il Lazio sta diventando terreno sempre più fertile per un settore, quello dell’Aerospazio, che vanta un’espansione vertiginosa con più di 250 aziende. Per raccontare questa realtà piuttosto sfaccettata abbiamo incontrato diverse professionalità che gravitano intorno ad un mondo pervaso di scienza, ma, prima di tutto, di grande passione. Come quella che ha spinto l’architetto Arturo Vittori a fondare, con il collega svizzero Andreas Vogler, lo studio internazionale Architecture and Vision. Specializzato in progettazione aerospaziale e terrestre e scambio di tecnologie e metodi di lavoro, lo studio sta sviluppando un progetto per una Rover abitata da 3 astronauti che dovrebbe raggiungere Marte nel 2035. Scendendo di quota ci ritroviamo a bordo dell’ULM, aereo ultraleggero progettato da Fabio Lenci, pilota e designer. Compositi epossidici con fibre di carbonio, Kevlar e vetro trattati in sottovuoto e al forno sono i materiali e le tecnologie avanzate che rendono questo velivolo all’avanguardia. In un contesto che fa della visibilità un’arte imprescindibile, la comunicazione visiva diventa estensione e strumento al servizio di imprese dalle dimensioni internazionali, spesso frutto di repentini accorpamenti. La Vertigo Design di Mario Rullo e Mario Fois nel corso degli anni si è specializzata nel ricondurre all’unitarietà l’azione di aziende aerospaziali, perché la comunicazione fosse di immediata comprensione da un pubblico vasto ed eterogeneo. Thanks in part to the establishment of an Aerospace District by the Regional Authorities, Lazio is becoming an increasingly fertile area for this industry. It is undergoing dizzying growth, with more than 250 companies. In order to portray its many faces, we met various professional figures from this world, which is permeated with science and above all with great passion. This is what drove architect Arturo Vittori to found the international studio Architecture and Vision with his Swiss colleague Andreas Vogler. The firm specializes in terrestrial and aerospace design and in the transfer of working methods and technologies. It is currently designing a rover for 3 astronauts that could be reaching Mars in 2035. A drop in altitude will take us to the microlight created by the pilot and designer Fabio Lenci. This aircraft is at the cutting edge thanks to the use of epoxy compounds with carbon, Kevlar and glass fibres that are vacuum-processed in a furnace. In an environment for which conspicuousness is an indispensable art, visual communication is an extension and tool of large international companies, and is often the result of sudden amalgamations. Over the years, Mario Fois and Mario Rullo’s Vertigo Design has specialized in restoring unity in the actions of aerospace companies, thus making their communication initiatives immediately comprehensible to a huge and enormously varied audience. intervista a | interview with Arturo Vittori Visioni Spaziali | Visions of Space Come è nato il vostro studio? A.V. Con Andreas Vogler, cofondatore di Architecture and Vision (www.architectureandvision.com), ci siamo incontrati per la prima volta in Olanda presso l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) nel 2002, durante una conferenza. In quel periodo lavoravo a Tolosa come ‘Cabin Design Manager’ per il progetto degli interni della cabina del A380 presso Airbus, mentre Andreas era assistente del professor Richard Horden a Monaco dove insegnava Architettura Spaziale. Interessi comuni, come la passione per l’esplorazione umana dello spazio, la salvaguardia del pianeta, la bellezza della natura, l’interazione con la tecnologia… hanno fatto il resto. Come si discosta dalla normale progettualità? A.V. Prima di tutto occorre precisare che il settore aerospaziale è molto giovane, l’aviazione civile ha poco più di 100 anni e l’esplorazione spaziale appena 50. In uno ambiente estremo come lo spazio i progettisti devono fronteggiare molte criticità nell’ideare ambienti sicuri e funzionali per la vita delle persone a bordo. La sola differenza dovuta alla forza di gravità, ad esempio, richiede nuove soluzioni progettuali. In ambienti confinati, come negli interni di una navetta spaziale, lo spazio disponibile deve essere ottimizzato. Il progettista deve prevedere le implicazioni psicologiche, fisiche e le interazioni sociali soprattutto in vista di un importante cambiamento che è già in corso: gli astronauti non sono più solo militari, ma scienziati, turisti, in altre parole persone ‘normali’. Anche la Terra è oggetto dei vostri studi… A.V. Al centro del nostro interesse, come designer, c’è l’essere umano, indipendentemente dal contesto. Garantire la vita è la prima delle problematiche che un progettista deve affrontare, specialmente in ambienti cosiddetti estremi. Il progetto ‘EcoUnit’, per esempio, è una piccola unità per assicurare servizi d’igiene personale, che potrebbe essere adottata in villaggi remoti non ancora serviti dalle infrastrutture. É una struttura mobile, facilmente trasportabile tramite un camion, da collocare ad esempio vicino a postazioni mediche. Utilizzando soluzioni simili a quelle sviluppate per la Stazione Spaziale Internazionale, ‘EcoUnit’ è dotata di sistemi di purificazione e di riciclo dell’acqua ed è alimentata da energia solare e dalla valorizzazione dei rifiuti (biogas). 11 Credits: Design Team: Architecture and Vision (A. Vogler, A. Vittori) Consultant: Thales Alenia Space (Maria-Antonietta Perino, Massimiliano Bottacini). 12 Il design delle vostre strutture è immediatamente riconoscibile eppure sembra un’estensione di fantasie già accennate in film di fantascienza, rappresentando probabilmente il futuro nell’immaginario collettivo… A.V. Film con un importante contenuto scientifico come 2001 Odissea nello Spazio sono stati di certo fonte d’ispirazione. Dovremmo progettare e costruire i nostri edifici come facciamo con gli aerei e le automobili… Innovare in edilizia non significa aggiungere pannelli fotovoltaici Abbiamo una grande ammirazione nei confronti dei progettisti, bravi e coraggiosi, che hanno concepito veicoli quali il Pathfinder, della Nasa, o l’auto solare Nuna, dove aerodinamica, leggerezza, indipendenza energetica sono una priorità. Dalle loro esigenze complesse derivano forme bellissime, naturali, di un’estetica che definirei logica. Tuttavia la fonte di ispirazione principale per noi è sempre la natura con le sue soluzioni efficienti ed economiche. La ‘MercuryHouseOne’, progetto inaugurato alla Biennale dell’Arte di Venezia di quest’anno, è uno spazio abitativo, mobile, sollevato da terra – tocca il terreno in soli tre punti – accessibile mediante una rampa d’ingresso. La forma a goccia è stata scelta per ottimizzare il rapporto tra superficie esterna e volume interno. La “MercuryHouseOne” è alimentata esclusivamente da energia solare, nel tettino sono integrate cellule fotovoltaiche semitrasparenti che ricaricano le batterie. La monoscocca in vetroresina strutturale è rivestita da una pelle finissima di marmo bianco che disegna un mosaico. Le generose aperture, in acrilico semitrasparente leggermente colorato, espandono lo spazio interno al paesaggio circostante permettendo inoltre di notte di ammirare le stelle. Siete stati mai coinvolti da produzioni cinematografiche per consulenze su questo fronte? A.V. Siamo appassionati di animazione digitale e produciamo noi stessi video per illustrare i progetti. Collaboriamo con lo scenografo italiano Gianni Massironi, siamo stati nominati per la premiazione di Imagina del 2008 per l’animazione per il nostro progetto denominato “MoonBaseTwo” costituisce lo sviluppo del progetto per un laboratorio gonfiabile lunare “MoonBaseOne”. Concepito come base stabile per condurre ricerche in sito e per l’esplorazione dell’ambiente circostante, consente inoltre di studiare la permanenza dell’essere umano fuori dall’atmosfera terrestre. Progettata per essere trasportata con il vettore Ares V, la stazione si configura automaticamente dopo l’atterraggio per essere pronta ad accogliere i primi astronauti – fino a 4 persone per 6 mesi. “MoonBaseTwo” is a further development of the inflatable laboratory “MoonBaseOne”. Conceived as a long-term base for conducting in situ research and to explore the surrounding environment, it will also help in the study of permanent human settlements far from the Earth. Designed to be transported to orbit and launched by the Ares V rocket, the station automatically deploys after landing, to be ready to accommodate the first astronauts—up to 4 people for 6 months. ‘MarsCruiserOne’, un laboratorio mobile pressurizzato progettato per l’esplorazione umana dello spazio sulla Luna e su Marte. Una Rover come questa potrebbe essere impiegata per una futura missione abitata sul Pianeta Rosso prevista per il 2035. Il concetto originale per questo veicolo è stato sviluppato da EADS Space Transportation ed è stato ulteriormente sviluppato da Architecture and Vision in collaborazione con Stephen Ransom Consultancy. Avete varie sedi internazionali, ma il suo studio personale è a Bomarzo (VT). Considerando la recente istituzione, da parte della Regione Lazio, del Distretto dell’Aerospazio, che ruolo sta avendo strategicamente per voi queste posizione geografica? A.V. Bomarzo per me rappresenta un ritorno alle origini ed in realtà non abbiamo nessun contatto ancora con il Distretto dell’Aerospazio di Roma. Collaboriamo da Bomarzo e da Monaco con aziende nazionali e internazionali come l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, EADS, Thales Alenia Space. Una collaborazione su territorio potrebbe essere molto interessante seguendo anche il modello di Tolosa dove si sta costruendo la ‘Aerospace Valley’, il centro della industria aerospaziale europea che raccoglierà nel suo bacino grandi e piccole aziende che lavorano nel settore della produzione, ricerca e educazione in ambito aerospaziale. Su quali progetti state lavorando al momento? A.V. Stiamo collaborando allo sviluppo di un jet spaziale, commissionato dal gruppo svizzero-tedesco Talis Enterprise, denominato ‘Enterprise’. Siamo stati scelti per la progettazione degli interni della cabina che accoglierà sei passeggeri. ‘Enterprise’ sarà la prima navetta spaziale europea a portare passeggeri privati nello spazio, ad un’altitudine di 125 km da Terra, da dove potranno sperimentare la microgravità. Il programma e’ stato avviato nel 2004, sono già stati fatti vari test mediante simulatori di volo e i primi voli ufficiali sono previsti per il 2013. 13 How did your studio come into being? A.V. I first met Andreas Vogler, the co-founder of Architecture and Vision (www.architectureandvision.com), at the ESA (European Space Agency) in the Netherlands in 2002, during a conference. At the time I was working for Airbus in Toulouse as the ‘Cabin Design Manager’ for the interior of the A380, while Andreas was the assistant of Professor Richard Horden in Munich, where he taught Space Architecture. Common interests, such as a passion for the human exploration of space, saving the planet, the beauty of nature and interaction with technology took care of the rest. How is your work different from normal design? A.V. First of all, it is necessary to consider that the aerospace sector is very young: civil aviation has a history reaching back little more than 100 years and space exploration just 50. In an extreme environment like Outer Space designers have to face many constraints in order to conceive a save and functional space for people to live in. The different levels of gravity for example require new design solutions. In confined environments such as a space ship interior, the space available has to be optimized. The designer has to consider also physical and psychological issues as well as social interactions, especially now as an important change is taking place: astronauts are no longer military personnel only, but also scientists, tourists, in other words ‘normal’ people. 14 You also study the Earth… A.V. As designers, the human being is at the heart of our interests, regardless of the setting. Preserving life is the number one issue that a designer must address, especially in ‘extreme’ environments. For example, the ‘EcoUnit’ is a small hygiene facility that could be used in remote villages that are still not served by the infrastructure. It is a mobile unit that is easy to transport with a lorry that could be positioned near medical centers. It features technology similar to that developed for the International Space Station and is fitted with water purification and recycling systems. It also uses solar power and energy derived from waste (biogas). Your structure designs are easily recognizable, yet they seem like they spring from the ideas that have already appeared in science fiction films. It is likely that they represent the future as seen by the popular imagination… A.V. Films with significant scientific content such as 2001: A Space Odyssey are definitely a source of inspiration. Our buildings should be designed and built like our planes and cars… Innovation in the building industry doesn’t mean that you add merely photovoltaic panels on the roof, We admire brave, skilled, designers that conceive vehicles in which aerodynamics, lightness and autonomous power are a priority, such as NASA’s Pathfinder or the Nuna solar race car. As a result of their complex requirements we have beautiful natural objects, with an appearance that I would call logical. Nonetheless, our main source of inspiration is always nature, with its efficient and economic solutions. The ‘MercuryHouseOne’, a project inaugurated at the Venice Art Biennale this year, is a mobile living unit. It is slightly raised from the ground and standing on three feet. Its shape, like a drop, has been chosen in order to optimize the relation between the outer surface of the skin and the inner volume. The ‘MercuryHouseOne’ is powered only by solar panels made out of semi-transparent photovoltaic cells. The glass fibre monocoque body is covered with an ultra-thin, white marble skin that features a mosaic. The large openings, made out of slightly coloured translucent acrylic, expand the inner space to the surrounding environment and, during the night, to the starlit sky. Have you ever been involved in consultancy for film productions regarding these matters? A.V. We love digital animation and we produce our own videos to illustrate our designs. We work with the Italian set designer Gianni Massironi and we were nominated for the Imagina award in 2008 for the animation created for our ‘MarsCruiserOne’ project: a pressurized mobile laboratory designed for human exploration on the Moon and Mars. This rover could be used for a future manned mission on the Red Planet, which might take place in 2035 according to current plans. The original concept for this vehicle was produced by EADS Space Transportation and it was developed further by Architecture and Vision along with Stephen Ransom Consultancy. You have various international offices, but your personal study is in Bomarzo (Viterbo). Considering the recent establishment of the Aerospace District by the Lazio Regional Authorities, what kind of strategic role is this geographical position turning out to have for you? A.V. For me, Bomarzo represents a return to my roots and in actual fact we have not yet had any contact with Rome’s Aerospace District. From Bomarzo and Munich we work with national and international companies like the ESA (European Space Agency), EADS and Thales Alenia Space. A local co-operation scheme could be very interesting and might follow the example of Toulouse, where they are building an ‘Aerospace Valley’. This centre for the European aerospace industry will gather together in its catchment area large and small companies that work in the fields of aerospace research, education and manufacturing. What projects do you have underway at the moment? A.V. We are working on a project for a space jet called ‘Enterprise’, for the German-Swiss group Talis Enterprise. We have been chosen to develop the design of the six passenger cabin interior. ‘Enterprise’ will be the first European private space jet to fly to space. It will take the passengers to an altitude of 125 km, where they will be able to experience weightlessness. The program was started in 2004 and has already been tested with flight simulators, the first official flights are planned to take place in 2013. “MoonVille” è una ipotesi di insediamento permanente sulla Luna nel 2050, in cui possono abitare e lavorare 100 persone, inclusi eventuali turisti. La sua posizione, vicino al Polo meridionale, permette un costante utilizzo della energia solare per alimentare l’intera struttura e le sue serre; queste consentono di riciclare aria e acqua e forniscono cibo fresco agli abitanti della stazione. L’estrazione di polvere lunare permette di ricavare ossigeno per alimentare i vettori per il ritorno sulla Terra. Collocati all’interno di crateri, grandi telescopi per scrutare lo spazio profondo permetteranno di spingere lo sguardo verso galassie finora sconosciute. “MoonVille” is a visualization of a permanent Moon settlement in the year 2050. It provides living and workspace for 100 inhabitants and visiting tourists. Its South Pole location allows continuous use of sun light energy to power the infrastructure and greenhouses, which recycle air and water and provide fresh food for the lunar villagers. Mining of regolith – lunar soil – allows the production of oxygen to fuel rockets returning to Earth. Large deep space telescopes located within craters will provide new insights into yet unknown galaxies. Credits: Design Team: Architecture and Vision (A.Vittori, A.Vogler) Collaboration: Céline Laurière, Dario Martini, Raffi Tchakerian. 15 Ivo Caruso intervista a | interview with Fabio Lenci Il volo leggero | Microlight aviation 16 Come nasce la passione per il volo leggero? F.L. Piloto aerei da quando avevo 17 anni. A 21 sono entrato in aeronautica militare come pilota e, dopo il congedo, per circa quaranta anni ho pilotato aerei da turismo di ogni tipo, compresi quelli acrobatici. Due anni fa, dopo un periodo di pausa per interesse verso il mare con un trimarano da me progettato, costruito e navigato per molti anni, sono ritornato al volo per merito di alcuni amici piloti che mi hanno fatto conoscere gli ULM. Amore immediato per quel modo di volare, libero di andare a spasso per i cieli senza troppa burocrazia, per giungere dovunque sia possibile atterrare. design. A questo proposito cito un’affermazione di un famoso progettista di aerei, Marcel Dassault, padre dei famosi caccia Mirage: “un aereo bello vola anche bene”. Le prove in galleria del vento all’Università la Sapienza, sezione aerospaziale, e i modelli in scala radiocomandati hanno confermato questo concetto. Ma, sempre da designer, non potevo non innovare; infatti questo ultraleggero anfibio è pieno di originalità e innovazioni che descriverò dopo i collaudi di volo. Quanto è importante la componente ludica nel concepire simili progetti? F.L. A noi maschietti non passa quasi mai la voglia di giocare e le caratteristiche o le dimensioni dei giocattoli dipendono dalle risorse economiche disponibili o dalle capacità e volontà di farseli. Per un vecchio designer come me, dopo centinaia di progetti realizzati in diversi campi merceologici e con il passato di pilota, viene spontaneo pensare ad un proprio progetto di ULM. Infatti, per progettare questo velivolo sono partito dall’idea di farlo “bello”, o meglio, un oggetto di L’ultraleggero è solo uno svago, o in futuro potrebbe essere immaginato come velivolo di spostamento di massa? F.L. Per ora è solo un bellissimo svago usato da noi piloti per andare a trovare amici in ogni parte d’Italia e all’estero. Oggi questi piccoli ma sofisticati velivoli costano quanto un’auto di fascia alta e con qualche decina di ore di scuola di pilotaggio e dopo un esame di tecnica di volo e di idoneità fisica si può andare a spasso per il territorio con un proprio aereo. Nel mio progetto ho messo tante caratteristiche di sicurezza e facilità di pilotaggio da renderlo idoneo ad una fascia allargata di utenti che vogliono stare lontani dal traffico automobilistico. La pericolosità di questi velivoli, se non si è incoscienti o spericolati e salvo condizioni atmosferiche proibitive, è inferiore a quella automobilistica. Manca solo una presa di coscienza per molti giovani e non delle tante opportunità che questo tipo di mezzo offre. Manca anche una regolamentazione più coerente all’evoluzione di questo tipo di velivoli nati solo un paio di decenni fa come gioco di pochi spericolati amanti di forti emozioni. Questi primi aerei erano fatti con tubi di alluminio ricoperti in tela e senza una strumentazione, oggi invece sono comodissime macchine biposto per il volo a quota relativamente bassa e con strumentazione idonea al volo notturno anche se proibito per la categoria. Con quali tecnologie e con quali materiali sta realizzando questo suo progetto? F.L. Naturalmente uso materiali e tecnologie avanzate come i compositi epossidici con fibre di carbonio, Kevlar e vetro trattati in sottovuoto e al forno. Tutto il modello è stato fresato a controllo numerico nel nostro laboratorio dopo una accurata progettazione CAD /CAM. Per i motori e la componentistica mi sono rivolto esclusivamente a qualificati produttori italiani con i quali facciamo co-design e ricerca applicata. Prima di fare questo ULM, progettava e realizzava anche aeromodelli radiocomandati. Oltre che per il divertimento, ha pensato anche ad un diverso uso degli aeromodelli? F.L. Nel mio laboratorio di prototipazione industriale ho smesso di produrre aeromodelli radiocomandati in materiale composito con motori a turbina per via della concorrenza cinese. Oggi altri laboratori producono alcuni aeromodelli radiocomandati muniti di telecamere con trasmissione dati. Sono usati per monitorare il territorio a medio e corto raggio dal punto di decollo, per usi civili come, per esempio, la lotta all’abusivismo edilizio o per il controllo del traffico e di polizia. Quelli militari, con altre caratteristiche, vengono usati anche ad ampio raggio, per controllo e offesa senza rischiare vite umane. L’elettronica per gestire questi mezzi è sempre più sofisticata, anche con l’uso di satelliti, sia per la navigazione, sia per la trasmissione d’immagini e dati. Fabio Lenci, Ulm | Microligh, 2009. 17 18 renowned aeroplane designer Marcel Dassault, who was the man behind the famous Mirage jet fighters: ‘For an aeroplane to fly well, it must be beautiful’. The tests in the wind tunnel of Sapienza University’s aerospace section and the radio controlled scale models have proved the validity of this concept. However, as a designer, I also simply had to innovate. This amphibious microlight is full of original and innovative ideas that I will discuss after the flight tests. How did your passion for microlight aviation start? F.L. I have been flying planes since I was 17. At the age of 21 I joined the air force as a pilot and for forty years after I left I flew recreational aircraft of every kind, including aerobatic ones. Two years ago, after a period away due to my interest in the sea and a trimaran that I had designed, built and sailed for many years, I took up flying again thanks to some pilot friends of mine who introduced me to microlights. I immediately fell in love with this way of flying: you are free to go for a jaunt around the skies without too much bureaucracy, heading for anywhere a landing strip is available. Is microlight aviation only a pastime or in the future could these aircraft conceivably become a form of transport for the masses? How important is the recreational factor when devising projects such as this? F.L. We boys hardly ever lose the desire to play and the size and characteristics of our toys depend on the economic resources available or the ability and will to make them for ourselves. For an old designer like me, after hundreds of projects in various product fields and a past as a pilot, it was natural to come up with my own microlight design. In fact, when working on this aircraft I started out with the idea of making it ‘aesthetically pleasing’, or rather an object of design. Regarding this aspect, I would quote the F.L. For the time being it is only a wonderful pastime used by pilots like me to go and visit friends all over Italy and abroad. At present these small but sophisticated aircraft cost about as much as a top-of-the-range car. After a few dozen hours of flight training followed by flying skills and physical fitness examinations, you can go around in your own plane. In my design I have included a large number of flight assistance and safety features to make it suitable for a wide range of users who want to avoid the traffic on the roads. If you are not reckless or irresponsible, and the weather is not bad, flying in microlights is safer than travelling by car. All that is lacking is awareness on the part of people – young and old – of the opportunities provided by this form of transport. We also need some regulations that are more in keeping with the development of this form of aircraft, which came into being just a couple of decades ago as a source of amusement for a few daring thrill seekers. The first models were made of aluminium tubes covered in cloth and they had no instruments. Nowadays they are comfortable two-seaters for flying at reasonably low altitudes and they have instruments suitable for night flight, although it is not permitted for this type of aircraft. Before making this microlight, you also used to design and produce radio controlled model planes. Apart from recreational purposes, have you ever considered any other uses for them? F.L. In my industrial prototype workshop I have stopped producing radio controlled planes in compound materials with turbine engines due to the competition from Chinese companies. Today other workshops produce radio controlled planes with video cameras for data transmission. They are used to monitor areas at short and medium distances from the take-off point for civil purposes such as the fight against unauthorized building work and police Which forms of technology and materials are you using in this project? F.L. I’m obviously using cutting-edge materials and technology like epoxy compounds with carbon, Kevlar and glass fibres that are vacuum processed in a furnace. The entire model has been CNC milled in our workshop after careful CAD and CAM design work. For the engines and components I am only using expert Italian manufacturers, with whom we are doing codesign and applied research work. and traffic controls. The military versions have different characteristics and can also be used for long range monitoring and attack missions without putting human lives at risk. Increasingly sophisticated electronic equipment is used for controlling these aircraft, including satellites, both for navigation and for transmitting images and data. Fabio Lenci, Ulm, galleggianti, interni e paratia | Microlight, floats, interior and bulkhead. 19 Graziano Mario Valenti intervista a | interview with Vertigo Design Segni nello spazio | Signs in space Il paradosso più sorprendente che riguarda il fruitore della società dell’informazione è la necessità di doversi continuamente difendere dall’informazione stessa, sottraendosi, filtrando o lasciandosi scivolare addosso ogni comunicazione superflua o non richiesta. L’impresa più ardua per chi interviene nel design della comunicazione è pertanto creare soluzioni originali, capaci di penetrare i sistemi di difesa – ormai automatici - del fruitore. Soluzioni orientate a caratterizzare la comunicazione in modo che si distingua, sia facilmente interpretabile, sia utile e convincente. Una sintesi perfetta di questo pensiero creativo originale è citata da Italo Calvino nella quarta delle sue Lezioni Americane, dedicata alla Visibilità: “Il potere di mettere a fuoco visioni ad occhi chiusi”. Parole illuminanti che hanno ispirato e accompagnato la maturità professionale di Mario Rullo e Mario Fois, fondatori di Vertigo Design. Negli ultimi venti anni la comunicazione visiva è stata interessata da profondi cambiamenti indotti dall’avvento delle nuove tecnologie. Quali ritenete siano gli elementi più significativi di questa trasformazione? M.R. Fino ai primi anni ‘80 la nostra professione era caratterizzata dalla presenza di una imprescindibile capacità tecnica operativa: il ‘grafico’, come ancora oggi in modo riduttivo si definisce questa figura professionale, produceva direttamente e nella sua completezza l’oggetto della comunicazione, padroneggiando gli strumenti del disegno in maniera spesso “autoriale” e guidava ogni fase della produzione. L’avvento delle nuove tecnologie, grazie ad un processo di virtualizzazione degli strumenti operativi, ha ridotto la complessità e reso accessibile a molti, l’articolato processo produttivo finalizzato alla comunicazione visiva. Assieme agli strumenti operativi sono cresciuti anche i mezzi utili a fornire l’informazione Alenia Spazio, editoria istituzionale | institutional literature, 2001-2004. 20 e, per conseguenza, anche le occasioni e la complessità della comunicazione. Il nostro ruolo professionale si è pertanto evoluto da un’attività direttamente produttiva della comunicazione ad una più articolata, che prevede la regia e il coordinamento necessario ad affrontare detta complessità. Nello sviluppo di un progetto di comunicazione visiva oggi si spazia dalla multimedialità all’exhibit design, dall’advertising alla corporate identity, dall’editoria istituzionale alla guerrilla marketing. È facile comprendere come il termine graphic design non sia più sufficiente a descrivere questa processo. Sicuramente più idoneo è il termine visual design che, nello specifico, ben rispecchia l’attività di Vertigo. M.F. È opportuno sottolineare che nel passato l’attività di comunicazione visiva era prevalentemente indirizzata alla realizzazione di eventi singoli, mentre oggi è sempre più orientata ad una azione sistemica che, adeguatamente coordinata, può fornire un notevole valore aggiunto. Vi è poi un’altra significativa trasformazione indotta dalle nuove tecnologie: la nostra generazione ha studiato usufruendo di una didattica orientata a strumenti e tecniche tradizionali, caratterizzanti ogni passo della produzione e implicanti una precisa scansione di tempi, nessuno dei quali poteva essere saltato o accelerato. Oggi, in particolare quando si opera con le tecnologie multimediali, si può arrivare al caso limite di progettare la comunicazione nello stesso istante della sua produzione. Space Alliance, marchio e visual standard guidelines | brand and visual standard guidelines, 2009. 21 Telespazio, campagna istituzionale | institutional campaign, 2007. Telespazio, campagna recruitment | Telespazio, recruitment campaign, 2007. 22 Vertigo ha consolidato negli anni una significativa esperienza nella comunicazione visiva per il settore aerospaziale. Quali sono le caratteristiche peculiari di quest’ambito operativo? M.R. Operiamo nell’ambito aerospaziale dal 2000 e siamo intervenuti sulla comunicazione di Finmeccanica, Space Alliance, Alenia Spazio, Telespazio, Elsag Datamat, Alcatel Alenia Space, AMS, Galileo Industries e GTR. La regione Lazio è fortemente caratterizzata da questo avanzato settore tecnologico, sia per i prodotti direttamente realizzati che per l’indotto da essi generati, costituito tanto da beni materiali che immateriali. È un ambito produttivo molto complesso: da un lato per l’elevata dimensione, articolazione ed eterogeneità delle aziende, frutto di continui e spesso repentini accorpamenti; dall’altro per l’elevata ramificazione dei gruppi industriali presenti in diversi continenti. La varietà del prodotto richiede un’attenzione particolare per formalizzare nella comunicazione un filo logico, capace di ricondurre all’unitarietà l’azione aziendale. La dimensione internazionale dei mercati impone linguaggi di comunicazione universali, non soggetti a diverse interpretazioni quando calati all’interno dei diversi contesti culturali che, nonostante la globalizzazione, mantengono ancora delle forti differenze visive e semantiche. Quali sono dunque i criteri che avete adottato in fase creativa? M.F. Quando siamo chiamati a ridefinire l’identità visiva di un’azienda o di un prodotto, ideiamo alcuni concept creativi, attraverso i quali ampliamo il patrimonio iconografico con segni che affiancano il logo e diventano parte integrante del brand. Ad esempio nel caso di Alenia Spazio (prima che divenisse Thales Alenia Space) Telespazio, company profile, 2008. i concept sono stati sviluppati sul tema dei segni arcaici quali un giardino zen, un graffito rupestre, un segno precolombiano o una struttura organica; immagini capaci di evocare archetipi presenti in ciascuno di noi, di catturare l’attenzione e stimolare la riflessione. Una scelta lontana dagli stereotipi, un segnale di discontinuità all’interno di un settore generalmente pervaso dalla comunicazione fondata sulla visualizzazione tout-court del dettaglio tecnologico. M.R. Per Telespazio, ad esempio, lavorando con la responsabile delle comunicazioni Viviana Panaccia, abbiamo cercato di comunicare le ricadute che la ricerca dell’azienda produce sulla vita quotidiana, in particolare il valore aggiunto che i servizi di telerilevamento possono fornire al tema della salvaguardia ambientale. Il brand in questo caso è stato affiancato dal marchio “Love Planet Earth” - appositamente creato e registrato - attorno al quale sono state prodotte una serie di attività di comunicazione fra le quali ricordiamo il calendario annuale, ricco di immagini capaci di raccontare sinteticamente, ma anche emotivamente, le relazioni fra la vita sul pianeta terra e l’attività di telerilevamento eseguita dallo spazio. Quali sono le maggiori difficoltà operative incontrate? M.R. Per questo specifico settore credo che la maggiore difficoltà sia nel produrre un progetto coerente ed unitario, capace di organizzare informazioni dal carattere prevalentemente scientifico e tecnico, così da comunicarle, attraverso il media più adatto, ad un pubblico estremamente vario per attività professionale e formazione culturale. Ma mentre dico queste parole, mi accorgo piacevolmente che il problema si è rivelato essere la principale fonte di stimolo per noi progettisti. 23 Alenia Spazio, campagna multisoggetto | multi-subject campaign, 2004. Telespazio, calendario Love Planet Earth | Love Planet Earth calendar, 2006-2009. 24 The most surprising paradox concerning users of the information society is that they constantly have to defend themselves against information itself: avoiding, filtering or ignoring every bit of useless or unsolicited information. The biggest challenge for people working in communication design is to come up with original solutions that can penetrate users’ — now automatic — defence systems. Their solutions focus on making communication stand out, making it easy to understand, useful and convincing. Italo Calvino sums up this original creative thought in the fourth of his American Lessons, dedicated to Visibility: ‘The power to focus visions with your eyes closed’. These illuminating words have inspired and accompanied Vertigo Design founders Mario Rullo and Mario Fois in their professional maturation. communication production process, rendering it accessible to many. As working instruments have changed, so have the means of providing information and, consequently, the occasions and complexity of the communication have also changed. So, our professional role has evolved from directly producing communication to a more complex activity that includes production and the coordination needed to handle this complexity. Visual communication projects include everything from multimedia to exhibit design, from advertising to corporate identity, from institutional publishing to guerrilla marketing. Clearly, the term graphic design is no longer sufficient to describe this process. The term visual design is certainly much more appropriate, and it specifically mirrors Vertigo’s activity. Visual communication has undergone profound changes in the past 20 years due to the arrival of new technologies. What do you think have been the most significant elements in this transformation? M.R. Until the early Eighties, our profession required definite technical ability: ‘graphic designers’, as this professional figure is still rather simplistically called today, used to produce the object of communication directly and in its entirety, mastering design instruments often in a ‘self-made’ manner and guiding every phase of production. By making our working instruments virtual, new technologies have simplified the visual M.F. I should emphasise that, in the past, visual communication focused prevalently on individual events, while today it’s increasingly becoming a systemic action which, when appropriately co-ordinated, can provide significant added value. New technologies have created another significant transformation: our generation grew up learning traditional instruments and techniques, specific to each step of production and involving a precise timeline, none which could be skipped or accelerated. Today, especially when using multimedia technologies, in extreme cases, you can be designing communication at the same time as it is being produced, although this is still a borderline case. Over the years, Vertigo has built up significant experience in visual communication for the aerospace sector. What makes this field unique? M.R. We’ve been working in the aerospace sector since 2000, on communication for Finmeccanica, Space Alliance, Alenia Spazio, Telespazio, Elsag Datamat, Alcatel Alenia Space, AMS, Galileo Industries and GTR. This advanced technological sector is concentrated highly in the Lazio region, both for products manufactured directly and in the allied activities involving both material and immaterial goods. This is a very complex productive sphere: on the one hand, because of the huge size, complexity and heterogeneity of the companies, which are the fruit of constant and often unexpected consolidations; and on the other, for the industrial groups’ high level of ramification around the world. The variety of products requires special attention to establish a logical thread in their communication that can help unify the company’s action. The markets’ international dimension requires universal languages of communication, ones that aren’t subject to different interpretations when inserted in different cultural contexts; despite globalization, there are still major visual and semantic differences. So, what criteria have you adopted in the creative phase? M.F. When we’re called to redefine a company or a product’s visual identity, we come up with a few creative concepts, which we use to expand on the company’s iconographic assets using signs that go alongside the logo and become an integral part of the brand. For example, for Alenia Spazio (before it became Thales Alenia Space) we developed the concepts using archaic signs like a Zen garden, cave graffiti, a pre-Columbian sign or an organic structure; images that evoke archetypes which are present in all of us, that capture the attention and make people think. This choice is a far cry from stereotypes; it’s a signal of discontinuity within a sector that is most often pervaded by communication based simply on visualising a technological detail. M.R. For Telespazio, for example, when working with the communications manager, Viviana Panaccia, we sought to communicate the impact the company’s research has on daily life, in particular the added value remote sensing services offer for environmental protection. In this case, the brand was accompanied by ‘Love Planet Earth’ — a trademark created and registered specifically for the company — around which we produced a series of communication events including a calendar, rich in images that can synthetically (but also emotionally) explain the relationship between life on Earth and remote sensing activities done in space. What are the most difficult challenges you’ve had to face? M.R. For this specific sector, I think the hardest thing is to produce a consistent and united design, one that can organise prevalently scientific and technical information, in order to communicate it via the most appropriate medium to an audience that is extremely varied in terms of professional activities and cultural backgrounds. But even as I’m saying this, I realise with pleasure that this problem has been the biggest source of stimulation for us designers. 25 Monica Scanu Il Distretto Tecnologico dell’Aerospazio (DTA) Technological Aerospace District (DTA) 26 Nasce da un confronto in redazione e con l’amico Andrea la chiave di lettura per delineare i contorni dello scenario professionale nell’ambito dell’aerospace design. E adesso le caratteristiche di questo mondo, costituito da almeno tre anime, l’ingegneria aeronautica, l’ingegneria spaziale e la comunicazione, grazie all’aiuto di Maurizio Di Giacinto, ingegnere, docente della Facoltà di Ingegneria Aeronautica e dello Spazio, attualmente impegnato nel Progetto VEGA con AVIO, ESA e ASI, sono diventate più chiare. L’industria aerospaziale italiana si è sviluppata geograficamente nella Regione Lazio e nella periferia romana, e, in qualità di settore produttivo ad alta tecnologia, ha rappresentato un ruolo da volano e da traino per l’innovazione tecnologica nei settori produttivi affini, tanto da determinare in anni recenti la costituzione del primo distretto aerospaziale italiano, il Distretto Tecnologico dell’Aerospazio (DTA). L’operazione nasce da una intesa stipulata tra la Regione Lazio con il supporto della Filas, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, e successivamente con Finmeccanica, con l’obiettivo di sviluppare le potenzialità delle industrie di settore. Pur non avendo autonomia di Distretto Industriale né di Sistema Produttivo Locale, il Distretto Aerospaziale laziale, che in ogni caso si muove in un contesto abbastanza giovane - l’esplorazione spaziale ha 50 anni, l’aviazione civile poco più di 100 anni - è un ambito costituito da 250 aziende e da 30.000 addetti in continua crescita che ha avuto nel 2008 un fatturato di 5 Miliardi di €. Dal punto di vista della sua composizione, il distretto è articolato in aziende di grandi dimensioni e singole unità produttive di gruppi internazionali e nazionali, da un grande numero di imprese manifatturiere di piccola e media dimensione, e da società di supporto tecnico industriale ad alto valore aggiunto. In particolare, su tutto il territorio regionale sono distribuite aziende aerospaziali, di sub fornitura per le aziende di questo tipo - elettronica, informatica, avionica e comunicazione - e aziende di servizi (aeronautici, di manutenzione e aeroportuali). Dal punto di vista della produzione, nel Lazio vengono progettati e assemblati prodotti come satelliti, motori a propellente solido, componenti dei vettori Ariane e Vega, componenti dei lanciatori di missili aria-aria e terra-aria, e componenti, sottoinsiemi e sistemi di equipaggiamento per velivoli ed elicotteri e strutture aeronautiche. Il distretto comprende un attivo mondo di istituti di formazione costituito da 10 Enti/Centri di ricerca (ASI, CNR, CSM, ENEA, ESA/ ESRIN, ecc.), 5 Università (La Sapienza, Tor Vergata, RomaTre, Cassino, Viterbo), 4 facoltà di ingegneria, 12 Dipartimenti e 30 Programmi universitari di formazione superiore (corsi di laurea specialistici, master, dottorati). In questo contesto operano circa tremila persone , fra professori universitari, ricercatori e altri professionisti, e includendo anche gli staff di ASI, ESA/ESRIN, ect.. Lo scenario formativo e della ricerca applicata è dominato dall’Università degli Studi La Sapienza, che ha una lunga tradizione nelle attività spaziali italiane: il 15 dicembre 1964 Luigi Broglio, ingegnere italiano che ha dato vita alla scuola di ingegneria Aerospaziale della Sapienza, con il suo gruppo di ricerca e in cooperazione con gli USA, vide coronarsi il suo Progetto San Marco con il lancio in orbita dalla base di Wallops Island del primo satellite italiano, il San Marco 1. Con questa impresa, l’Italia divenne il terzo paese al mondo a mettere in orbita un satellite, dopo gli Stati Uniti e l’ex URSS. Dal punto di vista dell’offerta formativa, la Sapienza ha un corso di laurea di II livello in Ingegneria Astronautica, con un centinaio di iscritti, e una Facoltà di Ingegneria Aeronautica e dello Spazio, con corsi di laurea di 1° e di 2° livello, con circa 1500 iscritti. Per quanto riguarda l’attività di ricerca, la Sapienza ha all’attivo collaborazioni con ESA, NASA, ASI, CIRA, AVIO, ELV, EADS, CONTRAVES, Alcatel Alenia Spazio, JPL, Rheinmetal, ed altri. Testimonia lo sviluppo del settore della formazione l’iniziativa del Progetto Guidonia, che prevede la realizzazione di un Centro Aerospaziale Internazionale da localizzare nell’aerea dell’ex aeroporto di Guidonia, dove avrà sede il Polo Universitario che riunisce la Facoltà di Ingegneria Aeronautica e dello Spazio e il Centro di Ricerca Aerospaziale Sapienza (CRAS). Il carattere prettamente prototipale della progettazione in ambito aerospace, e l’esigenza di attrezzature in grado di eseguire calcoli complessi - in alcuni casi si tratta di megacomputers che impiegano anche un mese per ottenere dei risultati soddisfacenti - fa sì che l’università di questo settore sia l’ambiente in cui più facilmente è possibile fare ricerca operativa, prevalentemente sostenuta da finanziamenti – complessivamente circa 5 milioni di euro /annui – provenienti dalle aziende del comparto sia italiane che europee e Architecture and Vision (A.Vittori, A.Vogler), MercuryHouseOne. Vertigo Design, Alenia Spazio, campagna multisoggetto | multi-subject campaign, 2004. Diego Mattu, Prima, business class Boeing 747, Alitalia. internazionali. Ed è anche il motivo per cui nello scenario professionale si muovono pochi liberi professionisti, in questo caso un piccolo drappello di ingegneri che, nel tempo, hanno acquisito esperienza e capacità di visione d’insieme dei progetti. Molti provengono da aziende del settore, per esempio Finmeccanica, e collaborano con aziende, enti ed anche con l’università La Sapienza. Come, ad esempio, per quanto riguarda la vecchia guardia, il prof.Carlo Buongiorno, oggi in pensione, pioniere delle attività spaziali italiane ed europee, ex direttore generale dell’ASI (Azienda Spaziale Italiana), e, fra i “giovani“, Giorgio Perrotta, esperto di satelliti e di missioni spaziali, e direttore tecnico del progetto AstroSAT VAI. E per citare anche una ricerca internazionale in campo universitario, il payload scientifico MARSIS nell’ambito del programma per l’esplorazione del pianeta Marte MARS EXPRESS (Mars Advanced Radar for Surface and Ionosphere Sounding), che coinvolge Giovanni Picardi, ed il più giovane Luciano Iees, docente di Impianti e sistemi aerospaziali. Lo scenario professionale è però reso ancora più articolato e composito da un piccolo universo di professionisti che si muovono nell’ambito della componentistica, dei sottoinsiemi e sistemi di equipaggiamento per velivoli, elicotteri e strutture aeronautiche, e della comunicazione visiva. Si tratta in questo caso di professionisti che per passione per il settore o per i casi della vita si sono avvicinati al settore dell’aerospace e dell’aeronautica, persone quindi appassionate prima ancora che specializzate, designer laziali o che nel Lazio operano o si sono formati come, ad esempio, Arturo Vittori, fratello di Roberto Vittori – il primo astronauta italiano che ha volato su Shuttle e su Soyuz - che lavora a Bomarzo e con il suo collega Andreas Vogler collabora da anni con aziende nazionali e internazionali che lavorano nell’aerospace, e attualmente lavora sul progetto di un jet spaziale, l’Enterprise; come Diego Mattu, product designer manager nel gruppo Alven - AVIO interiors e per Aviolight; o come Vertigo Design, che opera dal 2000 nel settore della comunicazione visiva per questo ambito produttivo, utilizzando linguaggi di comunicazione universali nelle loro campagne per Telespazio ed altre aziende. Infine, un cenno a parte fra gli appassionati del settore va a Fabio Lenci, noto designer romano, da anni amante del volo e da poco del volo leggero e progettista di un proprio modello di ULM, ultraleggero e anfibio, oggi in fase di collaudo di volo. 27 28 Our method of viewing the professional scenario in the sphere of aerospace design comes from a debate in the editorial office and with our friend, Andrea. And now the characteristics of this world, made up of at least three souls, aeronautic engineering, space engineering and communication, have become clearer, thanks to the help of Maurizio Di Giacinto, engineer, professor in the Aeronautic Engineering and Space Department, and currently involved in the VEGA Project, with AVIO, ESA and ASI. The Italian aerospace industry has developed geographically in the Lazio Region and in the suburbs of Rome, and, as a high-technology productive sector, it has been a driving force for the technological innovation in the consonant productive sectors, so much so as to determine, in recent years, the establishment of the first Italian aerospace district, the Distretto Tecnologico dell’Aerospazio (DTA). The operation is born from an understanding between the Lazio Region (with the support of Filas), the Ministry of the Economy and Finance and the Ministry of Education, University and Research, and subsequently with Finmeccanica, with the common objective of developing the potentiality of the sector’s industries. Even without the autonomy of an Industrial District or of a Local Productive System, Lazio’s Aerospace District, which in any case moves in a fairly young context – space exploration is 50 years old, civil aviation a little over 100 years old – is an environment made up of 250 companies and 30,000 operators and is in continuous growth with sales amounting to 5 billion euros in 2008. The district is composed of big companies and single productive units of international and national groups, of a large number of small and medium-sized manufacturing firms, and by companies providing high added value in terms of industrial technical support. In particular, aerospace companies are spread out throughout the region, including suppliers – electronics, IT, avionics and communications – as well as service companies (aeronautic, maintenance and airport). In terms of production, in the Lazio region products are designed and assembled: satellites, solid propellant motors, components for Ariane and Vega carriers, components for air-air and earth-air missile launchers, components and subsets of equipment systems for aircraft, helicopters and aeronautic structures. The district includes an active world of training institutes made up of 10 research centres (ASI, CNR, CSM, ENEA, ESA/ESRIN, etc.), five Universities (La Sapienza, Tor Vergata, RomaTre, Cassino, Viterbo), four Engineering Departments, twelve Departments and thirty higher education university programmes (specialised degree courses, Masters, PhDs). About three thousand people – university professors, researchers and other professionals – operate in this context. The Università degli Studi La Sapienza has a long tradition in Italian space activity and dominates the spheres of education and applied research: on December 15, 1964 Luigi Broglio, the Italian engineer who gave life to La Sapienza’s school of Aerospace Engineering, with his research group and in cooperation with the USA, saw his San Marco Project fulfilled with the launching in orbit from the Wallops Island base of the first Italian satellite, San Marco 1. With this feat, Italy became the third country in the world to launch a satellite in orbit, after the United States and the former USSR. In terms of education, La Sapienza has a level II Astronautic Engineering degree course, with 100 students enrolled, and a Space and Aeronautic Engineering Department that offers level I and level II degree courses, with around 1,500 students enrolled. The vast majority of the current faculty professors come from the level II degree course. La Sapienza has active collaborations in research activities with ESA, NASA, ASI, CIRA, AVIO, ELV, EADS, CONTRAVES, Alcatel Alenia Spazio, JPL, Rheinmetal, and others. Proof of the development of the education sector is the Progetto Guidonia venture, which entails the creation of an International Aerospace Centre to be located in the area of Guidonia’s ex-airport. This will become the headquarters of the University Centre which will unite the Space and Aeronautic Engineering Department and the Centre of Aerospace Research Sapienza (CRAS). The decidedly prototypical character of aerospace design, and the need for equipment able to perform complex calculations – in some cases dealing with megacomputers that can take up to a month to produce satisfactory results – means that any university working in this sector becomes the ideal environment to carry out operative research, predominantly supported by funds – altogether about 5 million euros per year – provided by Italian, European, and International companies in the field. And it is also the Fabio Lenci, Mizar. Ingegneri Speranza, Fall out dei risultati di SPES | fall out Spes programme. reason why few free-lance professionals are present in this professional scenario, in this case just a small squad of engineers who, over time, have acquired experience and the capacity for a broad view of the projects. Many come from sector companies, like Finmeccanica, and collaborate with companies, organisations and also with La Sapienza University. An example from the old guard is that of the retired Professor Carlo Buongiorno, pioneer in Italian and European spatial activities and former director general of ASI (the Italian Space Agency), and, from the new guard, Giorgio Perrotta, expert in satellites and space missions, and technical director of the AstroSAT VAI project. And to also cite an international research project in the university field, the scientific payload MARSIS, within the Mars exploration programme MARS EXPRESS (Mars Advanced Radar for Surface and Ionosphere Sounding), involves Giovanni Picardi, and the younger Luciano Lees, an Aerospace Plants and Systems teacher. The professional scenario is made even more motley and multifaceted by a small group of professionals who operate in the spheres of components, of visual communication and of equipment subsets and systems for aircrafts, helicopters, and aeronautic structures. These are professionals who either by chance, or because of their passion, have embraced the aerospace and aeronautic sectors. People who are, therefore, fans before becoming specialists, designers from Lazio or those who work or have studied in Lazio. Arturo Vittori, brother of Roberto Vittori – the first Italian astronaut to fly on Shuttle and Soyuz – who works at Bomarzo and with his colleague, Andreas Volger, has been collaborating for years with national and international aerospace companies, and who is currently working on a space jet project, Enterprise. Diego Mattu is the product designer manager for the Alven – AVIO interiors group and Aviolight. Vertigo Design has been operating in the visual communication sector for this industry since 2000, using universal communication languages in their campaigns for Telespazio and other companies. Finally, a separate mention among sector fans goes to Fabio Lenci, renowned Roman designer, for years fond of aviation and only recently of microlight aviation; designer of his own model of microlight and amphibious plane, which is currently being tested. European Small Launcher Vega sulla piattaforma di lancio nella base di Kourou (Guyana Francese) | European Small Launcher Vega in Kourou base (French Guyana). 29 designer_index Architecture and Vision Fabio Lenci Vertigo Design www.architectureandvision.com www.studiolenci.it www.vertigodesign.it Architecture and Vision è lo studio di Architettura e Design fondato dall’architetto italiano Arturo Vittori e architetto svizzero Andreas Vogler. Con sede a Roma e Monaco lo studio di progettazione è specializzato nel settore delle tecnologie Aerospaziali applicate all’Architettura e al Design. L’obiettivo è quello di indirizzare la propria ricerca allo sviluppo, in stretta collaborazione con clienti e specialisti, di progetti che brillino per ecologia, funzionalità, bellezza e qualità. Lenci Design è un’impresa di servizio per l’industria. Ad oggi, ha realizzato oltre 600 progetti nel campo del design industriale, dai prodotti di arredo per interni ed esterni per la casa e per l’ufficio a mobili, imbottiti, cucine, illuminazione ed arredobagno, dal fitness alla progettazione di imbarcazioni, scooters e aerei ultraleggeri. Tutto ciò, unito al costante impegno nella ricerca e alla versatilità in ogni fase del progetto, ha dato alla Lenci Design la capacità di interpretare le esigenze del cliente. Vertigo opera nel campo del visual design ed è specializzata nella creazione di sistemi di identità visiva per le aziende, le istituzioni, gli enti culturali. Nasce nel 1999, ad opera di Mario Fois e Mario Rullo, e da allora ha perfezionato un metodo di lavoro razionale e funzionale, finalizzato alla costruzione di un “vestito su misura” per ognuno dei clienti. In questi anni è stata coltivata una progettualità sempre nuova coniugando creatività e rigore progettuale, innovazione e tradizione, complessità e semplicità. Lenci Design is a service for industry. Up to the present day, it has carried out more than 600 projects in the field of industrial design, ranging from internal and exterior furnishings for the home and office to furniture, quilting, illumination and sanitary ware, from fitness equipment to the planning of boats, scooters and ultra-light aircraft. All of this, coupled with constant endeavour in research and versatility in every phase of the project, has given Lenci Design the ability to interpret the needs of clients. Vertigo operates in the field of visual design and is specialised in the creation of visual systems of identity for enterprises, institutions and cultural bodies. Came into being in 1999 – Mario Fois and Mario Rullo - and from then on has perfected a rational and functional work method, finalised in the construction of a “custommade” product for each one of its clients. Over the years an evernew project technique has been cultivated conjugating creativity and rigour, innovation and tradition, complexity and simplicity. Architecture and Vision is an architecture and design studio founded by the Italian architect Arturo Vittori and the Swiss architect Andreas Vogler. It has offices in Rome and Munich and specializes in applying aerospace technology to architecture and design. The aim of the founders is to use their research in the development of projects – created in close collaboration with clients and specialists – that stand out due to their exceptional environmental friendliness, functionality, beauty and quality. 30 Diego Mattu Antonio Dal Monte Ingegneri Speranza srl www.genemultimedia.com [email protected] www.ingegnerisperanza.it Designer, Roma 1946, diplomato ISIA di Roma. Ha collaborato con gli studi Aymonino, Piluddu, Mari e Van Onck. Designer manager CIFA, Aviointeriors, Castelli SPA, Clestra Hausermann e Finter. Docente IED. Partecipa al: Salone del mobile, Abitare il Tempo, Forum PA, Casaidea, Officina delle arti, Macef, Biennale di Architettura di Venezia. Consulente per: ICF – De Padova, Marazzi|Richard Ginori, Euroventil, Aviolight, Testori interiors, Eurolepina, Artel, Istituto Mides, CEI, Trenitalia. Medico e docente di Fisiologia Umana e Medicina dello Sport. Direttore Scientifico dell’Istituto di Scienza dello Sport del C.O.N.I. e Capo del Dipartimento di Fisiologia e Biomeccanica dello stesso Istituto. Titolare di oltre centocinquanta brevetti industriali, ha progettato e realizzato numerose apparecchiature, in diversi campi. Consulente del gruppo FIAT, del Gruppo CRESPI, della COSMED. Campione Europeo di Motonautica. Pilota di Aereo e di Aliante. La Ingegneri Speranza srl nasce a metà degli anni ’90 dallo Studio Associato omonimo già operante nell’ingegneria dei sistemi. L’attività della società nel campo aerospaziale poggia su competenze specifiche. L’ambito applicativo, sempre all’interno di team organici di strutture scientifiche anche coordinate da Thales Alenia Space è stato quello dell’analisi di fattibilità (SPES e FLECS dell’ASI) e del successivo design di strutture gonfiabili abitabili destinate ad utilizzi in ambienti spaziali privi di gravità ed in ambienti con significativa gravità. (L.B.) Designer, born in Rome in 1946 and graduated from the ISIA of Rome, he has worked with the practices of Aymonino, Piluddu, Mari and Van Onck. He has been a project manager in the CIFA, Aviointeriors, Castelli SPA, Clestra Hausemann and Finter. Teaching at IED. He exhibited in: Salone del mobile, Abitare il Tempo, Forum PA, Casaidea, Officina delle arti, Macef, Venice Biennale of Architecture. He is consultant for: ICF – De Padova, Marazzi|Richard Ginori, Euroventil, Aviolight, Testori interiors, Eurolepina, Artel, Istituto Mides, CEI, Trenitalia. Physician and lecturer in Human Physiology and Sport Medicine. S Scientific Director of the Istituto di Scienza dello Sport, Direttore Scientifico dell’Istituto di Scienza dello Sport of C.O.N.I. and Department Head of Physiology and BioMechanics at the same Institute. Possessing more than 150 industrial patents, Dal Monte has planned and realised numerous pieces of equipment in various fields. A consultant for the FIAT group, the CRESPI group and COSMED. He is European champion of speedboating and is an aeroplane and glider pilot. Ingegneri Speranza srl was founded in the mid-Nineties by the namesake organisation already operating in systems engineering. The company’s business in the aerospace field is based on specific skills. The applications sphere, always within the staff teams of scientific facilities often co-ordinated by Thales Alenia Space, was that of feasibility analyses (ASI’s SPES and FLECS) and of the subsequent design of liveable inflatable structures destined for space environments with no gravity and for environments with significant gravity. 31 Focus Aero Sekur Ricerca applicata: tessuti per lo spazio | Applied research: fabrics for space Luca Bradini In una fase economica dove l’imperativo essenziale e preminente per la sopravvivenza è quello di realizzare prodotti e processi produttivi ad alto contenuto di innovazione, il territorio laziale può vantare la presenza di realtà che nel campo della sicurezza, della difesa e dell’aerospazio (settori tradizionalmente legati ad un forte contenuto di innovazione) sviluppano e partecipano, anche con un ruolo di leadership internazionale, alla realizzazione di prodotti di eccellenza. Questi prodotti, oltre agli innegabili contenuti tecnologici e funzionali, sono in grado di esprimere un contenuto formale di alto livello che li rende un riferimento per design futuro, essendo spesso tali prodotti talmente autonomi formalmente da costituire un archetipo di nuove categorie di oggetti. Tra le aziende più significative, ricopre sicuramente un ruolo di eccellenza la Aero Sekur. L’azienda, dagli stabilimenti presso l’area Pontina, sviluppa una attività di ricerca applicata e realizzazione di prodotti per la difesa, la sicurezza e il settore aerospaziale, che hanno come comune denominatore lo sviluppo di applicazioni con tessuti e membrane innovativi. Aero Sekur, airbag EXOMARS (non vented) Programma ESA. Mars Project - airbag system, Programma ESA. Programma ASI - FLECS - breadboard di un modulo abitativo gonfiabile | inflatable pressurized module. 30 Missione SPEM (SPacecrew Emergency Module), Inflatable Reentry Technology. Nel settore aerospaziale e comunque nei settori dove il trasporto, la velocità di allestimento e la leggerezza sono connessi in modo indissolubile alla sicurezza, alla protezione e all’affidabilità nell’uso dei prodotti in condizioni estreme, costituisce obiettivo strategico la ricerca nel campo di nuovi materiali che siano capaci di assolvere in modo efficace a tali richieste prestazionali. Questi settori hanno sempre costituito un campo di innovazione estremamente fertile per la realizzazione di prodotti specifici anche grazie ad una metodologia di approccio all’innovazione estremamente controllata, sofisticata e nello stesso tempo pragmatica, in grado di determinare dei risultati qualificanti. Lo scenario specifico di tali impieghi è ben rappresentato, nella sua molteplicità di prodotti, dall’azienda Aero Sekur. Nata nel 1963 ed ora facente parte di un gruppo inglese, la Aero Sekur Ltd, in origine, circa 35 anni fa, fu la prima azienda in Italia a sviluppare il knowhow per la realizzazione dei paracadute. Da allora La Aero Sekur si è ampliata sviluppando una organizzazione interna che corrisponde ai differenti campi di applicazione dei manufatti che realizza. In termini generali il principale tema produttivo è lo sviluppo di tutti quei prodotti che applicano soluzioni innovative di tessuti e materiali flessibili capaci di resistere a sollecitazioni estremamente elevate per i settori citati. Per fare questo la Aero Sekur si è strutturata in Unit operative, ciascuna di esse cura ambiti specifici, ricercando, sviluppando, progettando prodotti dedicati ad assicurare l’operatività e la sopravvivenza di risorse umane e materiali in contesti estremi. Le attività produttive della struttura si occupano da un lato (Industrial Unit tessile) della ricerca, sviluppo e realizzazione di prodotti tessili che vanno dai paracadute alle tute da combattimento, dall’altro (Industrial Unit serbatoi) alla realizzazione di una gamma di serbatoi flessibili e resistenti utilizzabili in contesti aeronautici e spaziali. Quattro Unit strategiche completano le attività, tra queste l’ultima nata, la Unit Spazio, rappresenta una delle unità più all’avanguardia nel campo delle applicazioni spaziali per i sistemi gonfiabili, essendo in Europa una delle pochissime aziende capaci di progettare e realizzare moduli abitativi gonfiabili, sistemi di landing planetario, meccanismi ad attivazione pneumatica e scudi termici flessibili adatti alle più differenti applicazioni in ambito spaziale, prodotti che come detto in premessa rappresentano un forte carattere di innovazione anche formale tale da risultare capaci di esprimere un valore qualificante in termini di design. 33 During an economic phase where the essential and pre-eminent imperative for survival is that of creating highly innovative products and production processes, the Lazio area can boast realities that in the fields of safety, defence and aerospace (traditionally highly innovative sectors) develop and participate, also with a leadership role in the international sphere, in the creation of excellence products. These products, in addition to their undeniable technological and functional contents, are able to express a high-level formal content that makes them a point of reference for future design, as they are often so formally autonomous that they constitute an archetype of new categories of objects. Among the most significant companies, Aero Sekur surely occupies a role of excellence. The company, from their plant in the Pontina area, carries out an activity of applied research and the creation products for defence, security, and the aerospace sector, that have the development of applications with innovative fabrics and membranes as a common denominator. Aero Sekur, Paracadute truppa | Troop Parachute. Airbag EXOMARS (non vented) Programma ESA. Missione SPEM (SPacecrew Emergency Module) - sistema di gonfiaggio e distribuzione | inflate and distribuition system. In the aerospace sector as in all sectors where transportation, assembly speed and lightness are indissolubly connected to safety, to protection and to the reliability in the use of products in extreme conditions, the strategic objective of research in the field of new materials is to find such materials that are capable of meeting the abovementioned performance requisites. These sectors have always represented an extremely fertile field of innovation for the creation of specific products, also thanks to an extremely controlled methodology in the approach towards innovation, sophisticated yet pragmatic, and able to determine valid results. The specific scenario of these uses is well represented by the multiplicity of products by the Aero Sukur company. Aero Sekur Ltd. was founded in 1963 and is today part of an English group. Thirty-five years ago it was the first company in Italy to develop the know-how for the creation of parachutes. Since then it has grown with an internal organisation that corresponds to the different application fields of the products it manufactures. In general terms, the main production theme is the development of all those products that apply innovative solutions with regards to fabrics and flexible materials capable of resisting to extremely high prodding in the sectors mentioned above. To do this, Aero Sukur structured itself into operative Units, each one with a specific function, researching, developing and designing products dedicated to insuring the efficiency and survival of human resources and materials in extreme conditions. The productive activities of the company are carried out by the Industrial Textile Unit with research, development and the creation of textile products, from parachutes to battle uniforms; and by the Industrial Tanks Unit with the creation of a line of resistant and flexible tanks for use in aeronautic and aerospace settings. Four strategic Units complete the activities, among these the newest creation, the Space Unit. This Unit is one of the most avant-garde in the field of space applications for inflatable systems and it is one of the few companies in Europe capable of designing and producing inflatable liveable modules, planet landing systems, pneumatically activated mechanisms and flexible thermal shields suitable for the most different of uses in space. These products, as stated in the beginning, represent a strong innovative character even formally speaking, so much so that they express a convincing value in terms of design. 35 Factory Paolo Ciacci Il Lazio ha elementi di grande competitività nel settore del trasporto aereo, ovviamente per ragioni geografiche, essendo il naturale punto di riferimento per i traffici tra Europa e Sud del globo, con particolare rilevanza per l’area mediterranea, divenuta oggi prima meta turistica al mondo, con 250 milioni di arrivi su un totale di 800 milioni di movimenti internazionali. Il Distretto Tecnologico dell’Aeropazio (DTA) è il primo distretto aerospaziale italiano, nato dall’intesa stipulata tra la Regione Lazio con il supporto della Filas, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, per dare pieno sviluppo alle potenzialità delle industrie di settore. Nel Lazio sono presenti grandi aziende e unità produttive di gruppi internazionali e nazionali che svolgono un ruolo centrale in una filiera complessa e dalle normative molto severe. Sul territorio regionale sono distribuite ormai storiche imprese aerospaziali, di subfornitura, elettronica, informatica, avionica e comunicazione, e aziende di servizi aeronautici, di manutenzione e aeroportuali. A queste si aggiunge un indotto di piccole e medie imprese manifatturiere e di servizio. Le diverse attività che queste aziende svolgono sul territorio vanno dalla progettazione all’assemblaggio di satelliti, di componenti, di sistemi e sottoinsiemi di equipaggiamento per velivoli, elicotteri e strutture aeronautiche, interni di aeromobili e attrezzature per strutture aeroportuali. Un grande patrimonio che va valorizzato e in cui il design svolge un ruolo fondamentale. In Lazio there are highly competitive elements from the air transport industry. This is obviously for geographical reasons as it is a natural hub for traffic between Europe and the Southern half of the globe, with particular relevance for the Mediterranean area. It has become the top tourist destination in the world, with 250 million arrivals out of a total of 800 million international movements. The Technological Aerospace District (DTA) is the first scheme of its kind in Italy. It was created through an initiative by the Lazio regional authorities, with the support of Filas, the Ministry of Economy and Finance and the Ministry for Education, Universities and Research, to give free rein to the potential of the businesses in the industry. In Lazio there are large companies and manufacturing plants of national and international groups that play a central role in a complex production chain with very strict regulations. The region is home to aerospace, subcontracting, electronics, computer systems, avionics and communication companies with long histories and firms that provide aeronautical, maintenance and airport services. On top of these there is induced activity involving small and medium manufacturing and service companies. The work that these companies carry out in the local area encompasses everything from the design to the assembly of satellites, components, systems and subsets of equipment for aircraft, helicopters and aeronautical structures, aircraft interiors and equipment for airport facilities. The industry is an important asset that should be promoted, and it is one in which design plays a fundamental role. Aviointeriors Comfort in volo | In-flight comfort L’aviazione commerciale, che riguarda il trasporto aereo regolare, a domanda (charter) o privato, ha un’importanza industriale in continuo e costante sviluppo, come testimonia la fiera di riferimento la “Aircraft Interiors Expo”, che si tiene a maggio di ogni anno, con i suoi 500 espositori e l’affluenza di 11 mila visitatori in 3 giorni di evento. Questo mercato è sempre alla ricerca spasmodica della soddisfazione del Cliente. I frequenti cambiamenti delle norme in tema di sicurezza e le recenti tendenze costringono le compagnie aeree a concentrarsi sul proprio core business ed a ottimizzare costi e strategie. L’ottimizzazione della gestione e della manutenzione degli aerei passeggeri è diventato il fattore chiave per le compagnie aeree. In questo ambito l’Aviointeriors è tra le aziende di riferimento mondiale. Nata negli anni ’70, nella stessa area dove tuttora si trova, l’Aviointeriors in pochi anni s’insedia nel mondo dell’aviazione inizialmente grazie alla partecipazione al gruppo Atlas, formato dalle compagnie aeree di bandiera e alla joint venture con la francese Sicma, poi si distacca da tali gruppi per intraprendere da sola la strada per mercati lontani come il Medio ed Estremo Oriente. Inizialmente l’azienda pontina dotava gli aerei di carrelli portavivande e di poltrone di bordo fornendo il 50% delle compagnie aeree mondiali. Ottenuto il consolidamento nel mercato, l’Aviointeriors decise di diversificare il prodotto, abbandonando la produzione di carrelli portavivande per passare alla produzione, sicuramente più vantaggiosa, di poltrone e degli interni cabina. La consacrazione dell’ingresso nel settore avviene quando l’azienda pontina ebbe l’incarico di riallestire gli elicotteri del Re Saudita, dello Scià e anche di Saddam Hussein, che le diedero lo slancio per riuscire ad ottenere successivamente la commessa per la realizzazione degli interni dell’A109, primo elicottero non costruito su licenza. Con lo sviluppo del mercato dei passeggeri d’affari, altre alle poltrone di prima classe e classe economica, l’Aviointeriors cominciò a focalizzare la propria attenzione sulla produzione di poltrone per la business class, che oggi è il suo prodotto di punta. Di fatti il trasporto aereo è il più affidabile e comodo per viaggi di piacere e soprattutto di lavoro ed è per questo che le compagnie aeree mirano alla soddisfazione completa dei bisogni della persona a bordo e sono sempre più orientate nell’offrire agli uomini di affari ogni comfort e necessità per rendere efficiente il tempo passato in volo; per cui le poltrone attrezzate sono molto curate, rifinite e sofisticate. La mission dell’Aviointeriors è quella di porre al centro dei propri progetti il passeggero, costruendo intorno a lui ambienti ideali, dando vita ad un modus operandi attento alla customizzazione dei prodotti, al comfort ed alla qualità. Alla base della filosofia dell’azienda c’è la consapevolezza che il Design consista soprattutto nel trasmettere il valore del marchio, attraverso lo sviluppo di nuove forme e segni; che il Progettare sia la capacità di gestire soluzioni concrete in maniera professionale e che il Test significhi l’applicazione di una sperimentazione sempre votata alla ricerca della massima eccellenza. Un prodotto emblematico della mentalità dell’azienda è il progetto Diamond, unità di bordo di top class presente negli aerei della compagnia Etihad Airways. Diamond è un’esperienza di viaggio che riesce perfettamente a combinare la privacy della singola persona con la possibilità di creare gruppi conviviali o di lavoro. La singola poltrona, attrezzata di ogni comfort che oggi la tecnologia consente, ha la possibilità di ruotare su se stessa permettendo ai passeggeri, in combinazioni di massimo quattro persone, di poter condividere i momenti dei pasti o di possibili riunioni di lavoro. Diamond ha una particolare attenzione al relax del passeggero, ha la possibilità di trasformare la seduta in un comodo letto con l’ausilio accessorio di un rilassante sistema di massaggio. Un mini-bar privato, la connessione per il computer, un ampio schermo/ tv, una lampada da lettura e molti altri comfort ideali per viaggi di lungo raggio, ne completano le dotazioni. 35 Nelle pagine precedenti | previous pages: Aviointeriors, Centaurus, poltrona per lunghe e medie tratte | Centaurus, seat for long and medium haul flights. Aviointeriors, immagine a Sorrento | Picture taken in Sorrento. 38 Commercial aviation, which takes in scheduled, chartered and private air travel, is a continually growing business. Evidence of this is provided by the ‘Aircraft Interiors Expo’, which runs for 3 days in May each year, welcoming 500 exhibitors and 11,000 visitors. This is a market which is always desperately seeking to achieve customer satisfaction. Frequent changes to safety regulations and recent trends have forced airlines to concentrate on their core business and optimize costs and strategies. Maximum effectiveness in the management and maintenance of passenger planes has become a key factor for them. Aviointeriors is an internationally renowned company in this field. Founded in the 1970s in the same area in which it is based today, it established itself in the world of aviation in just a few years. This was initially thanks to its joint venture with the French firm Sicma and its membership of the Atlas group of flagship airlines. It then left these associations behind it and set out on its own for distant markets like the Middle and Far East. To start with, the company from the Pontine area provided food trolleys and passenger seats to 50% of the world’s airlines. Having consolidated itself on the market, Aviointeriors decided to diversify its product range, moving away from manufacturing food trolleys to focus on the unquestionably more profitable business of producing seats and cabin interiors. The company’s arrival at the top of the industry was confirmed when it was asked to refit the helicopters of the King of Saudi Arabia, the Shah and Saddam Hussein. This gave it the impetus required to win an order to create the interior of the A109, the first helicopter that was not built under licence. With the development of the business customer market, in addition to first class and economy seating, Aviointeriors started to move its attention towards the production of business class seats, which are now its flagship products. Air travel is the most reliable and convenient means of transport for pleasure and above all for business, meaning that airlines aim to fully satisfy all of the needs of the people on board. They are going to ever greater lengths to offer business travellers everything they might want or need to make the most of the flight time. Great care is taken over the well equipped, refined and sophisticated seats. Aviointeriors’ mission is to place passengers at the heart of its projects, building ideal environments around them Aviointeriors, Andromeda, poltrona per lunghe e medie tratte | Andromeda, seat for long and medium haul flights. Aviointeriors, Diamond, poltrona top class per la compagnia Etihad Airways | Diamond, top class seat for Etihad Airways. Aviointeriors, Perseus, poltrona top class per lunghe tratte | Perseus, top class seat for long haul flights. and putting together a modus operandi with a focus on customized products, comfort and quality. The company’s philosophy is based on the awareness that design largely involves expressing the value of a brand by developing new forms and symbols, that projects are professionally managed, concrete solutions and that tests entail experimentation in the constant pursuit of excellence. A product that is representative of the company’s way of thinking is the Diamond top class unit found on Etihad Airways aeroplanes. Diamond is a travel experience that perfectly combines personal privacy with the opportunity to bring together groups of friends or business associates. Each seat is equipped with all of the technological facilities currently available. They can be rotated in order to allow up to four passengers to dine together at mealtimes or have business meetings. Diamond places particular importance on passenger relaxation and the seat can be converted into a comfortable bed with a massage system. Passengers can also make use of a private mini bar, a computer connection, a large screen/TV, a reading light and many other facilities that are ideal for long journeys. 39 Filippo Pernisco Aviogei Al servizio dell’innovazione | Serving innovation Il Gruppo Aviogei Airport Equipment Srl nasce nel 1970 come divisione aeroportuale della Officine Meccaniche Latine Spa, operante nel settore della meccanica di precisione fin dai primi anni Cinquanta. Nel corso di questi 40 anni di attività, il gruppo ha maturato una notevole esperienza nella produzione di attrezzature dedicate all’assistenza aeroportuale, divenendo leader internazionale nel settore. Aviogei opera oggi nel campo della produzione di mezzi e sistemi per la movimentazione di passeggeri e merci e svolge inoltre attività di Global service direttamente all’interno degli aeroporti, di certificazione delle attrezzature stesse e di formazione del personale. Da qualche anno è inoltre attiva una nuova divisione Engineering, in grado di offrire, in collaborazione con altre società collegate, un largo spettro di tecnologie per l’ottimizzazione dei consumi energetici, per la videosorveglianza e per il monitoraggio degli aeromobili e dei mezzi all’interno degli aeroporti. 40 Come Franco Cesarini, presidente di Aviogei sostiene: ”Il nostro è un prodotto globalizzato: abbiamo infatti iniziato fin dal 1970 a produrre attrezzature orientandoci anche verso mercati esteri. Quello dell’aeronautica è un gruppo decisionale piuttosto circoscritto, 300-400 persone in tutto a livello mondiale, che partecipa ai convegni IATA. Noi abbiamo scelto di partire proprio da lì, da quei convegni, ai quali abbiamo partecipato per far conoscere i nostri prodotti. Abbiamo anche contattato i rappresentanti di compagnie aeree in Italia. Tutto ha funzionato con una sorta di passaparola: abbiamo venduto macchine a Singapore perché ne avevamo vendute prima in Brasile, e i nostri clienti, trovandosi soddisfatti, parlavano bene di noi.” Alla grande qualità dell’innovazione riconosciuta ai prodotti italiani a livello mondiale, non corrisponde spesso un’eguale reputazione per quanto riguarda l’affidabilità: serietà, tempistiche ecc. Per questo motivo conta molto, ovviamente, essere presenti e visibili su mercati strategici. La credibilità così acquisita, vale più di tante parole, ed è in questo modo che per le aziende italiane è possibile approcciare clienti internazionali importanti, potendo comunque contare su attrezzature e qualità produttiva di primo livello. A quest’ultimo aspetto Aviogei ha sempre dedicato una particolare attenzione, così come al rispetto degli standard internazionali dettati dalla IATA. Per questo la Aviogei Airport Equipment Srl ha meritato la certificazione ISO 9001 – Vision 2000. Il design dell’azienda è oggi orientato verso la progettazione e la produzione di macchine sofisticate, risultato di un’attenta valutazione dei costi. In quest’ottica si inserisce l’apertura di un nuovo stabilimento in Tunisia per la produzione di tipologie di attrezzature aeroportuali semplici e meno costose, capaci di essere competitivi su specifici mercati. Le normative e le modifiche degli impianti nelle aerostazioni (che tempo fa erano organizzate in maniera autonoma anche nella gestioni delle attività collaterali), hanno imposto dei cambiamenti anche nella struttura delle società che operano nel settore. Negli ultimi anni l’Unione Europea ha stabilito la scissione tra i servizi di terra e le attività di rampa, ovvero di tutto ciò che si svolge attorno all’aeromobile (imbarco e sbarco passeggeri, carico e scarico merci, ecc.). Il cambiamento normativo ha modificato le richieste del mercato e di conseguenza l’Aviogei ha sviluppato un processo di evoluzione che l’ha portata a trasformarsi da industria manifatturiera a società di servizi. Oggi il gruppo è presente in 38 Paesi con le proprie attrezzature, ed ha avviato accordi internazionali con partner europei, come quello siglato con la spagnola Team, che produce pontili telescopici da imbarco. Le strategie d’internazionalizzazione, concepite nell’ottica di una complementarietà imprenditoriale per le attività di gestione, installazione, manutenzione e formazione, coinvolgeranno nei prossimi anni anche i mercati turco e cinese, portando in questo modo, l’Aviogei ad essere uno delle eccellenze italiane in uno scenario globalizzato. 41 42 The Aviogei Airport Equipment S.r.l. group was founded in 1970 as an airport division of Officine Meccaniche Latine S.p.A., which had been working in the precision mechanics industry since the early Fifties. Over its 40 years in business, the group has built up significant experience in the production of airport service equipment, becoming a leading international name. Aviogei now manufactures passenger and goods transportation vehicles and systems, while also directly carrying out global service activities inside airports, certifying equipment and training staff. A few years ago it also started up a new engineering division that, in collaboration with associated companies, can offer a wide range of technologies for the optimization of energy consumption, video surveillance, and the monitoring of aircraft and vehicles inside airports. As Franco Cesarini, the President of Aviogei, states: “Our products are globalized: ever since we started in 1970 we have also had foreign markets in mind when making our equipment. In the aeronautics industry there is a rather limited decision-making group; in the entire world there are 300 to 400 people altogether, and they attend IATA conventions. We decided to start from there, attending those conventions in order to introduce people to our products. We also contacted the representatives of airlines in Italy. It all worked by word of mouth: we sold machinery in Singapore because we had previously sold some in Brazil and our customers, who were satisfied, spoke positively about us.” Although Italian products are internationally recognized for their innovative qualities, it is often the case that this is not matched by a reputation for reliability: seriousness, punctuality, etc. For this reason it is obviously very important to be present and visible on strategic markets. The credibility that is gained in this way is worth more than a great many words. It allows Italian companies, who in any case can also count on top quality equipment and production standards, to approach big international customers. Aviogei has always placed a special focus on production quality and on compliance with the international standards laid down by IATA. As a result, Aviogei Airport Equipment S.r.l. has earned ISO 9001 – Vision 2000 certification. Nowadays the company’s design work is focused on the conception and production of sophisticated machines based on careful cost analysis. As part of this approach, a new plant has been opened in Tunisia for the production of simple and less expensive types of airport equipment that can be competitive on specific markets. Regulations and changes to the systems in air terminals (which at one time were independently organized also when it came to the management of collateral activities), have also led to alterations in the structure of the companies that work in the industry. In recent years the European Union has established a split between ground services and ramp services, in other words everything that takes place around the aircraft (boarding and disembarking passengers, loading and unloading goods, etc.). The change in regulations has altered market demand. Consequently, Aviogei has followed a development process which has turned it from a manufacturing business into a service company. The group now operates with its own equipment in 38 countries and it has sealed international agreements with European partners, such as the one with the Spanish company Team, which produces extendable passenger boarding bridges. The internationalization strategies that have been conceived as part of a complete business outlook involving management, installation, maintenance and training will be extended to the Turkish and Chinese markets in the next few years, thus making Aviogei one of the examples of Italian excellence in a globalized scenario. 43 Felice Ragazzo L’industria del cielo e dello spazio | The sky and space industry 44 Il focus del presente intervento si incentra su Roma, vediamo dunque ciò che si fa e si farà in senso industriale a proposito di - cielo e spazio - tra la metropoli e il Lazio. Iniziamo però con un preliminare: assumiamo la parola «cielo» indicando con essa quella regione del visibile in cui stanno le nuvole, i pianeti, le stelle, gli astri, le nebulose e, “irraggiungibile”, il paradiso; assumiamo poi la parola «spazio», come suo sinonimo, indicando però con essa tutto ciò che si percepisce in ogni direzione (stereo), non solo guardando verso l’alto. Sia l’una che l’altra sono congruenti con «scenario», l’oggetto di questo brano. Bene. Detto ciò, disponiamoci a trattare l’argomento. Associamo allora gli aeroplani alla parola «cielo», mentre missili e satelliti associamoli alla parola «spazio». Tutte cose che in qualche modo ritroviamo a Roma secondo una peculiare caratterizzazione che è doveroso richiamare. Capiamo meglio se andiamo un po’ indietro nel tempo. La presenza di un Museo dell’Aeronautica a Vigna di Valle, sul Lago di Bracciano, sta a testimoniare una precoce e fertile stagione anteguerra, non poco incentrata sull’opzione idrovolanti. Un’opzione che certamente esprimeva un risvolto civile, ma il grosso gravitava nel campo militare. Non c’era pressoché nulla di digitale e le tecnologie regine riflettevano, da un lato, una metalmeccanica fine, dall’altro, l’applicazione evoluta di prodotti lignei, che in seguito saranno abbandonati. Se, più o meno negli stessi anni vogliamo parlare di ricerca sperimentale, dobbiamo spostarci a Guidonia, dove, nell’alveo dell’aeroporto (militare) fu attivo un centro di ricerca e sperimentazione, nell’ambito del quale funzionò un interessante laboratorio volto a sperimentare modelli in scala (lignei) di aeroplani, sui terreni dell’idro e dell’aerodinamica. In un filmato d’epoca si vedono operare maestranze specializzate in peculiari attività meccaniche, chimiche e di verifica dei tecnofatti. Cosa succede poi a Roma in anni più recenti? Permane la connessione tra il ruolo di Capitale dello Stato e quello di area industriale privilegiata (protetta) per scopi strategici, via via, però, sempre più contaminati in senso civile. Per primo, prendiamo in considerazione un caso, limitato quantitativamente, ma significativo qualitativamente, soprattutto in relazione al design: il caso Sky Arrow, di Iniziative Industriali Italiane. All’origine (sul finire della seconda guerra mondiale) l’iniziativa è di tipo militare e ha sede nell’intorno di Monfalcone. Ben presto, però, l’azienda si trasferisce a Roma. Ad una certa fase dello sviluppo d’attività, insieme ad un velivolo di piccole dimensioni concepito come ricognitore, si produce un carriaggio a terra funzionale alla ricezione di dati telerilevati in volo. Il sistema così concepito, in anni più recenti si trasmuta in senso civile. L’azienda inventa un nuovo piccolo splendido velivolo ad elica posteriore che con il carriaggio a terra forma un sistema finalizzato a monitorare, in senso civile, vari aspetti territoriali, come il traffico stradale, l’evoluzione urbanistica, la salvaguardia del patrimonio archeologico, boschivo e così via, oltre ad essere, beninteso, un agile macchina da diporto. Il velivolo, ultra leggero, compendia varie tecnologie di materiali composti e speciali. Qualità, sicurezza, praticità, ne fanno un prodotto molto apprezzato in campo internazionale. Il lato non positivo di questa vicenda è che l’azienda ha chiuso da poco. Nel campo dei piccoli velivoli, merita ricordare il fervore sperimentativo del designer Fabio Lenci che, tra l’altro, è anche un pilota. Veniamo ad un altro capitolo. Si è fatto cenno all’aeronautica civile che per Roma significa essenzialmente nascita (negli anni ’50-’60) e poi sviluppo di Fiumicino come aeroporto internazionale. Tutto ciò conduce al formarsi di un indotto, non solo per logistica e manutenzione, ma anche per attività in cui compare il design. Prima di venire a cose attuali, sovviene la memoria di una modellazione a scala reale dell’ambientazione interna di un grande velivolo passeggeri, presso l’azienda di interior-design, condotta dai fratelli Cavatorta, nel Quartiere della Magliana, sul finire degli anni ‘60. La vocazione all’ambientazione degli interni degli aerei costituisce un filone che, negli anni recenti trova pregiato riscontro, nell’area Pontina. Spicca a Latina l’azienda “Aviointeriors”, produttrice di un’articolata e apprezzata gamma di sedute per aeroplani. Collabora a questa azienda il designer romano Diego Mattu, particolarmente esperto nel transportation design. Gravita poi nell’indotto di Fiumicino un’azienda di genere raro, se riferita al contesto romano, la Europlast di Acilia. Aviointeriors, Pegasus. Alcatel, ISS. Alcatel, Mars Express. La tecnica sviluppata è quella della termoformatura; gli stampi sono realizzati con un CNC a 5 gradi di libertà; tra i prodotti, riferiti in senso lato al settore aeronautico, produce i vassoi vuota-tasche a tutti noti di colore blu, ai varchi di controllo. Si è detto all’inizio che a Roma, oltre al «cielo», conta lo «spazio». Pure in questo caso il fenomeno va inquadrato sul doppio binario militare-civile. Da punto di vista del design ci interessa valutare il fatto che molte delle produzioni industriali nella cosiddetta Tiburtina Valley (sistemi di telecomunicazione spaziale, dispositivi di ricerca nello spazio extraterrestre, strumenti di controllo del volo, satelliti artificiali e così via) attengono all’industria civile. Si tenga conto che a Roma ha sede l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in seno alla quale è attiva una rosa di società partecipate concepite per particolari finalità (ALTEC; CIRA; e-GEOS; ELV Spa). Ciò se da un lato risponde ad una logica nazionale, dall’altro, genera pure sempre riflessi a livello locale. La prospettiva di sviluppo a livello locale a Roma è delineata dalla creazione del primo “Distretto Tecnologico dell’Aerospazio”. Lo scopo è quello di favorire la cooperazione stabile tra mondo della ricerca, dell’impresa e della finanza per affrontare progetti avanzati competitivi a livello mondiale. Tra le altre iniziative, gli stanziamenti regionali hanno consentito la realizzazione del “Galileo Test Range”, il laboratorio nazionale permanente per la sperimentazione del segnale del Sistema Satellitare Galileo, oltre allo sviluppo di applicazioni di navigazione e posizionamento spaziale. Per concludere, parliamo ora di un evento prossimo venturo: il “GATE XXI – Dall’ultraleggero al Satellite”. Si tratta della prima esposizione internazionale, su suolo italiano, dedicata al mondo dell’aeronautica. L’evento avrà sede presso l’aeroporto dell’Urbe dal 21 al 24 gennaio 2010 ed avrà carattere biennale. Con ogni evidenza, Events Groups Srl e Demetra Centro Studi, puntano a favorire un nuovo e lungimirante destino per la storica area aeroportuale. Leggendo il programma della manifestazione, si può intuire come per chi pratichi design ci sia più di un motivo per non perdere l’occasione, tanto sarà grande il suo impatto in generale, seppure per ora espresso per lo più implicitamente. 45 46 The focus of this report points to Rome; let us see, then, what we are doing and what we are going to do in the industrial sense, regarding sky and space, between the city and the Lazio region. Let us begin, however, with a preamble: let us use the word ‘sky’ to indicate that visible region where there are clouds, planets, stars, pulsars, nebulas and, ‘unreachable’, paradise; let us use the word ‘space’, as its synonym, indicating with it, however, all that we perceive in every direction (stereo), not only when looking upwards. Both of these are congruent with «scenario», the object of this piece. Good. This being said, let us discuss the topic. Let us associate airplanes to the word «sky», while we’ll associate missiles and satellites to the word «space». All things that in some way we find in Rome through a peculiar characterisation that is worthy of noting. We understand better if we go a bit back in time. The presence of an Aeronautic Museum in Vigna di Valle, on Lake Bracciano, testifies to a fertile pre-war season, not just lightly centred on the hydroplane option. An option that certainly expressed a civilian implication, but for the most part it gravitated in the military field. There was virtually nothing digital and the sovereign technologies reflected, on one side, fine engineering, and on the other, the evolved application of wooden products, which would soon be abandoned. If more or less in the same years we want to talk about experimental research, we must move to Guidonia, where a centre of research and experimentation was active in the airport’s (military) nucleus. In this environment, an interesting laboratory was focused on testing scale (wooden) airplane models, in hydro- and aerodynamic terms. In a vintage film we see specialised workers operating in peculiar mechanical, chemical and techno- verification activities. What happens next in Rome in more recent years? The connection between its role as the capital city and that of the privileged (protected) industrial area for strategic goals remains; however, such goals are more and more contaminated by civilian purposes. First off, let us look at one case, quantitatively limited, but qualitatively significant, especially with regards to design: the case of Sky Arrow, by Iniziative Industriali Italiane. At the origin (at the end of World War II) the nature of the initiative was military and it was headquartered around Monfalcone. Very soon, however, the company moved to Rome. At a certain point of activity development, together with a small-sized aircraft conceived as a reconnaissance plane, a land baggage wagon was produced in order to receive the data teledetected in flight. The system as such conceived, in recent years has taken a civilian direction. The company has invented a small, new, splendid aircraft with a posterior propeller that with the land baggage wagon creates a system to monitor, in the civilian sense, various territorial aspects, like street traffic, urban evolution, archaeological heritage and woodland protection, and so forth, in addition to being, needless to say, an agile pleasure craft. The ultralight aircraft groups together various technologies with assembled and special materials. Quality, safety, pragmatism, make it a highly appreciated product in the international field. The non-positive aspect of this story is that the company has recently closed. In the field of small aircrafts, the experimental fervour of the designer Fabio Lenci, also a pilot, deserves mention. Let us start another chapter. We have mentioned civilian aeronautics which for Rome essentially signifies the birth (in the 1950s and 60s) and then the development of Fiumicino as an international airport. All this leads to the creation of a number of satellite industries, not only for logistics and maintenance, but also for activities in which design appears. Before coming to present-day things, memory recalls a life-scale model of the setting of the interior of a large passenger aircraft, care of the interior design company led by the Cavatora brothers, in the Magliana neighbourhood, at the end of the 1960s. The vocation for the setting up of plane interiors constitutes a vein that has recently produced valuable results in the Pontina area. Latina’s ‘Avioninteriors’ company, producer of a wide-ranging and valued line of seating for airplanes, stands out. The Roman designer, Diego Mattu, particularly skilled in transportation design, collaborates with this company. Acilia’s Europlast company, a rarity in the Roman context, gravitates around the hub of Fiumicino. The developed technique is that of thermoforming; the moulds are Sky Arrow. Vitrociset. Aero Sekur. created with 5-degree-of-freedom CNC; among the products, broadly speaking regarding the aeronautical sector, it produces the well-known blue trays, found at security inspection points. We said in the beginning that Rome, in addition to the «sky», «space» also plays an important role. In this case, too, the phenomenon is to be viewed both in the military and the civilian context. In terms of design, we are interested in evaluating the fact that many of the industrial productions of the so-called Tiburtina Valley (space telecommunications systems, devices for extraterrestrial space research, flight controlling instruments, artificial satellites and so forth) are geared towards the civilian industry. We must keep in mind that the Italian Space Agency (ASI) is in Rome and a number of associated companies with specific ends operate within it (ALTEC; CIRA; e-GEOS; ELV Spa). Hence, if on one side this fulfils a national logic, on the other, it certainly has implications on the local level. The prospect for development on the local level in Rome is outlined by the creation of the first ‘Technological Aerospace District’. The goal is to favour stable cooperation between the research, enterprise and finance worlds to tackle competitive advanced projects at the international level. Among the other initiatives, regional funds have allowed for the creation of the ‘Galileo Test Range’, the permanent national laboratory for the testing of the Galileo Satellite System signal, in addition to the development of space positioning and navigation applications. To conclude, let us talk about an upcoming event: the ‘GATE XXI – Dall’ultraleggero al Satellite’ (‘Gate XXI – From ultralight aircraft to satellite’). It is the first international exhibition dedicated to the world of aeronautics to be held in Italy. The future biennial event will take place at the Urbe airport from January 21st to 24th, 2010. Quite obviously, Event Groups Srl and Demetra Centro Studi are looking to favour a new and far-reaching destiny for the historical airport area. Reading the event programme, we can perceive how those operating in the field of design have more than one reason to not miss the event. Its general impact will be massive, even if now it is mostly expressed implicitly. 47 factory_index Agenzia Spaziale Italiana Thales Alenia Space Gruppo Vitrociset www.asi.it www.thalesgroup.com www.vitrociset.it Asi è stata fondata nel 1988 e opera nel campo delle scienze e delle tecnologie avanzate. Dalla sperimentazione di servizi alla promozione per le telecomunicazioni, l’osservazione dello spazio e della terra, inclusa la prevenzione dei disastri naturali. La mission dell’ASI è di rendere la ricerca dedicata alle attività spaziali utile al miglioramento della qualità della vita. Thales Alenia Space è costituita da Thales (67%) e Finmeccanica (33%), e forma con Telespazio la “Space Alliance”. Thales Alenia Space rappresenta un punto di riferimento mondiale per lo sviluppo nel settore spaziale: dalla navigazione alle telecomunicazioni, dalla meteorologia al controllo ambientale, dalla difesa alla scienza e all’osservazione. Thales Alenia Space, vanta 11 siti industriali in 4 paesi Europei (Francia, Italia, Spagna e Belgio) con oltre 7,200 dipendenti in tutto il mondo. Vitrociset nasce dalla fusione di Ciset e Vitroselenia, la prima operante prevalentemente nel settore civile, la seconda nel militare, entrambi con specifica esperienza nei sistemi elettronici e informatici. È presente sul territorio nazionale ed estero, con proprie organizzazioni in Germania, Olanda, Belgio, Guyana Francese e in paesi dell’Asia, dell’Africa e del Sud America. ASI was established in 1988 and operates in the areas of science and advanced technology, experimenting and developing advanced services in various fields, including telecommunications and earth and universe observation activities. Its ambit includes the prevention of natural disasters. The mission of ASI is to enable the collective resources dedicated to activities in space to bring improvements to the quality of life on earth. 48 European leader for satellite systems and at the forefront of orbital infrastructures, Thales Alenia Space is owned by Thales (67%) and Finmeccanica (33%) and forms with Telespazio the “Space Alliance”. Thales Alenia Space represents a worldwide standard for space development: from navigation to telecommunications, from meteorology to environmental monitoring, from defense to science and observation. Thales Alenia Space has 11 industrial sites in 4 European countries (France, Italy, Spain and Belgium) with over 7,200 employees worldwide. Vitrociset arose from a merger between Ciset and Vitroselenia, of which the former prevalently operated in the civilian sector while the latter in the military sector, but both of which had specific experience in electronic and IT systems. It operates both nationally and internationally through branch organizations in Germany, the Netherlands, Belgium and French Guyana as well as in other Asian, African and South American countries. Aviointeriors Iacobucci Wixta Industries srl Oml Industriale www.avioninteriors.it www.iacobuccigroup.com www.wixta.com www.omlindustriale.com Una forte esperienza nella realizzazione di prodotti personalizzati e pronti all’installazione, ha fatto della Aviointeriors una delle aziende leader in Europa nel settore delle sedute per aeroplani. Lo sviluppo dei prodotti nasce da un sistema brevettato di studio ergonomico, l’Adaptive Comfort Approach, e si arricchisce di un’attenzione particolare alla ricerca stilistica in risposta all’immagine coordinata delle compagnie aeree. Iacobucci iniziò la sua attività 30 anni fa in Italia, inizialmente producendo solo carrelli portavivande. Nei 30 anni di attività l’azienda ha ottenuto una reputazione internazionale per l’alta qualità di prodotti di volo, che comprendono carrelli, macchine da caffè e elementi per la cambusa, che sono confezionati singolarmente per i propri clienti. Negli ultimi anni Iacobucci ha esteso la propria gamma di prodotti e ha aperto altri impianti di fabbricazione. Wixta industries, azienda recentemente fondata da Cristian Isopo, realizza sistemi di sollevamento, stabilizzazione e pesatura per aerei ed elicotteri. Mechatronic Tripod Jack, applicabile su diversi modelli di aeromobile, e Mechatronic Axle Jack, progettato per il sollevamento dei carrelli di atterraggio e del cambio pneumatici con un dispositivo unificato, per i Boeing e gli Airbus, con capacità di carico fino a 80 tonnellate, sono dispositivi innovativi per ottimizzare i tempi delle operazioni di manutenzione e costruzione degli aeromobili e garantire sicurezza e affidabilità. (N.C.) Nata nel 1947, OML Industriale è una storica azienda di servizi specializzata nel settore aeronautico. Grazie alla struttura compatta del suo organigramma, la OML è capace di garantire alle molteplici aziende con cui collabora flessibilità e prezzi competitivi. I servizi che la OML offre sono inerenti la progettazione, la prototipazione, la produzione, la revisione e l’installazione di elementi strutturali, di componenti meccaniche e di attrezzature per la movimentazione, il sollevamento e l’assembling. Aviointeriors’ long experience in the production of custom-made, ready-to-install products has made it one of Europe’s leading aircraft seating manufacturers. By adopting a “partner approach”, the companies develops a “passenger experience” for airline customers based on its standard models. Products are developed using a patented ergonomic system, the “Adaptive Comfort Approach” which also includes a study on style in order to ensure a coordinated image for airlines. Iacobucci commenced its activities 30 years ago in Italy, initially producing only meal and beverage trolleys. During the 30 years the company has established a worldwide reputation for high quality in-flight products, including trolleys, coffee makers and galley inserts, which are tailored to the individual requirements of its customers. Over the past few years Iacobucci has not only extended its range of products, but also opened up other manufacturing plants elsewhere.accidents. Wixta Industries, a recently founded company by Cristian Isopo, produces lifting, stabilizing and weighing systems for planes and helicopters. Mechatronic Tripod Jack, applicable to different aircraft models, and Mechatronic Axle Jack, designed to lift landing gear and tire changers with a single device for Boeings and Airbuses and with a weight capacity of 80 tons, are innovative devices that optimize aircraft maintenance and construction time and guarantee security and reliability. OML INDUSTRIALE (OML) is a long time established (1947) and well experienced company specializing in the Aereonautical Industry. Thanks to its compact structure, OML is able to offer to its various customers great flexibity and competitive prices. OML offers services concerning design, prototyping, production, overhaul and installation of airframe and engine components, and various type of equipment for metal working, handling, lifting and assembling of aeronautical components. 49 Sistema Compositi Abl EuroPlast Tech www.sistemacompositi.com www.ablsrl.it www.europlasttech.com Sistema Compositi è una azienda che opera dagli anni ‘70 nel mercato dei materiali compositi avanzati. L’assetto azionario vede una partecipazione al 50% di SNIA S.p.A., leader nel settore chimico, quotata alla Borsa di Milano. Sistema Compositi nasce dalla concentrazione di tre Società italiane di piccole e medie dimensioni ciascuna caratterizzata da una alta capacità tecnica e dalla specializzazione in linee di prodotti e tecnologie. ABL Srl ha iniziato la sua attività nel 1993. La società è in grado di fornire supporto tecnico e logistico così come la manutenzione di elicotteri e velivoli leggeri. ABL è inoltre specializzata in progettazione, costruzione e manutenzione di sistemi ausiliari di bordo ed equipaggiamenti di emergenza in campo aeronautico e navale, per applicazioni sia militari che civili. La sede centrale e divisione componenti si trova a pochi chilometri a sud di Roma, posizionata strategicamente tra l’aeroporto di Pratica di mare, l’aeroporto di Fiumicino e quello di Ciampino. EuroPlast Tech è un’azienda trasformatrice di materie plastiche. La specializzazione più praticata è quella della termoformatura. Interlocutore privilegiato è il comparto aeronautico di Fiumicino, adiacente ad Acilia, dove risiede l’azienda. Altre produzioni importanti riguardano il settore medicale. Occasionalmente produce apparati scenotecnici per cinema e Tv. Gli stampi sono realizzati con un CNC a 5 gradi di libertà. Per Fiumicino, produce i noti vassoi vuota-tasche blu ai varchi di controllo. ABL Srl began its activity in 1993. The Company can provide technical and logistic support and service for helicopters and light aircraft. ABL is also specialized in the design, manufacturing and maintenance of on-board auxiliary emergency equipment for the aviation and naval sector, in both military and civilian applications. Headquarter and component’s division is located a few miles to the south of Rome, strategically positioned among Pratica di Mare Airport, Fiumicino Rome Airport and Ciampino Rome Airport. EuroPlast Tech is a plastics transformer specialising mainly in thermoforming. Its key client is the aeronautics industry in Fiumicino, near Acilia, where the company is located. Other significant production is for the medical sector. The company occasionally produces theatrical/technical sets for cinema and television. Moulds are done using a CNC with five degrees of freedom. For Fiumicino Airport, EuroPlast Tech produces the well-known blue trays at security inspection points. Sistema Compositi has been active in the market for advanced composite materials since the 1970s. SNIA S.p.A., a quoted company on the Milan Stock Exchange and a leader in the chemicals sector, has a 50% shareholding. Sistema Compositi was formed from the amalgamation of three smallmedium sized Italian companies, each with advanced technical capabilities and each specialised in product lines and technologies. 50 Aero Sekur Aviogei MAM Avio Iniziative Industriali Italiane www.arosekur.com www.aviogei .it www.mamavio.com www.skyarrow.com Nata nel 1968, la Aero Sekur S.p.A., lavora a livello internazionale nella ricerca, la produzione e la fornitura di un’ampia gamma di prodotti e servizi nel campo aerospaziale, della difesa e della protezione civile. L’Azienda, inoltre, gestisce programmi in collaborazione con Clienti Privati ed Organizzazioni Governative per la fornitura di sistemi complessi e di pacchetti “tutto incluso”. La divisione Aero Sekur Fashion produce e commercializza abbigliamento sportivo con un trasferimento di tecnologie dal settore del paracadutismo. Aviogei progetta, assembla, certifica e distribuisce una vasta gamma di attrezzature per aerei, relative al trasporto dei passeggeri (scale, veicoli per persone diversamenti abili, carrello dei bagagli, ecc), delle merci (mezzi di trasporto, carico merci, trasportatore a nastro, unità di catering), sia per uso civile che per uso militare. Aviogei è fiera di essere leader del mercato di furniture aeree, sia in Italia che all’estero. La MAM Flight Solutions è un’azienda all’avanguardia per la progettazione di sistemi per l’aviazione, in particolare per il volo ultraleggero. La MAM Avio è particolarmente attiva nel campo degli autogiro e questi geniali veicoli sono in grado di offrire diversi servizi, sia per gli appassionati che per impieghi professionali. Presso le loro sedi, produttiva a Latina e commerciale vicino Pisa, è operativo il servizio di progettazione, vendita ed assistenza tecnica ed anche di hangaraggio e scuola di volo. (A.L.C) La Società è stata fondata a Trieste nel 1947 con il nome Meteor SpA. L’attività di costruzioni aeronautiche iniziò con la rimessa in efficienza di aerei quadriposto e triposto recuperati dal surplus delle Forze Armate Americane. Attualmente la Società, con sede a Roma, prosegue nei suoi programmi di ricerca e sviluppo con la produzione di due velivoli, Sky Arrow, la cui struttura è realizzata con un nuovo tipo di composito preimpregnato. Aero Sekur S.p.A. was founded in 1968. It works internationally in the field of research, production and supply of a wide range of aerospace products and services and in the field of defence and civil defence. The company also works on other programmes with private clients and governmental organisations and provides complex systems and “all-inclusive” packages. The Aero Sekur Fashion division produces and markets sportswear, exploiting parachute technologies. Aviogei designs, assembles, certifies and distributes a wide range of Airport Equipment for movement and transport of passengers ( stairs, vehicles for disabled people, luggage dollies, etc) and goods (transporters loader, cargo loader, conveyor belt loader, catering units), for both civilian and military use. AVIOGEI is proud of being one of the most important leader in Ground Support Equipment both in Italian and International Market. MAM Flight Solutions is an avantgarde company designing aviation systems, and microlight aircraft in particular. MAM Avio is particularly active in gyroplanes, and can offer a variety of services for these clever aircraft, both for leisure and professional uses. At their production headquarters in Latina and their sales offices near Pisa, they offer design, sales and technical assistance, hangar services and a flying school. The Company was established in Trieste in 1947 with the name Meteor SpA. Its aircraft building activity began by reconditioning four and three-seater aircraft recovered from the stock of the American Armed Forces. The Company is presently based in Rome and it continues to pursue its research and development programmes in the production of 2 Sky Arrow aircraft whose body is made with a new pre-impregnated composite material. 51 Innovation & Tradition Giuseppe Losco 52 L’esplorazione spaziale rappresenta un impegno a lungo termine, complesso ed impegnativo dove tutti i paesi interessati a questo ambizioso programma investono risorse considerevoli. Il dilemma che si pone per tutti è inviare per l’esplorazione spaziale uomini, robot o entrambi? Per la Luna o per Marte? Le missioni umane per motivi di sicurezza sono costosissime ma i robot possono raccogliere dati e svolgere compiti rischiosi ma non avranno mai l’abilità e la capacità evoluta ed intelligente degli uomini. L’esplorazione automatizzata è il completamento naturale delle missioni umane ma non sarà mai possibile sostituirle. Gli Stati Uniti hanno insediato una Commissione di selezionati esperti, affidata a Norman Augustine, esperto dell’industria aerospaziale statunitense, che ha concluso da poco i suoi lavori prospettando varie soluzioni “flessibili” in relazione alle risorse economiche disponibili. L’Europa attraverso la sua agenzia spaziale ESA concentrerà il suo impegno su un suo sistema autonomo europeo per il trasporto degli equipaggi umani e l’Italia ha assunto la leadership del Programma di esplorazione spaziale Aurora con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana). Il progetto prevede la possibilità di un viaggio di astronauti su Marte nel 2030-35, ma vedrà anche un ritorno dell’uomo sulla Luna, proprio adesso che sembra poterci essere sul suolo lunare acqua congelata. Tutti questi progetti continuano ad avere un imperativo sostanziale: l’abitabilità dei mezzi spaziali che condurranno queste nuove missioni. Space exploration is a complex and demanding long-term commitment. All the countries involved in these ambitious programmes have to invest considerable resources. The dilemma that they all face is whether to carry out space exploration with robots, humans or both? Should they go to the Moon or Mars? Human missions are extremely expensive for safety reasons, while robots can gather data and perform dangerous tasks but they will never have the advanced abilities and intelligence of people. Automated exploration is a natural complement to human missions but it will never be able to replace them. The United States have put together a committee of selected experts under Norman Augustine, an authoritative figure in the US aerospace industry. It has recently finished its work and presented various ‘flexible’ approaches that are possible with the economic resources available. Through its ESA space agency, Europe will concentrate on creating its own independent transport system for human crews and Italy has assumed the leadership of the Aurora space exploration programme with the ASI (Italian Space Agency). The project includes possible plans for a journey to Mars by astronauts in 2030-35, as well as humankind’s return to the Moon, which is highly topical following the recent discoveries that seem to indicate the presence of frozen water on the lunar surface. There is a significant element that is essential in all of these projects: the habitability of the space vehicles used in the new missions. Abitare in microgravità | Life in Microgravity environments Configurazione iniziale di FLECS con inserimento di cocoon | The initial FLECS configuration with the cocoon. Alcune famiglie tipologiche | Some typological families. Macrosistemi di membrana e di allestimento interno | Membrane and internal fitting macrosystems. Immagine esplicativa della fase di avanzamento per la soluzione definitiva | Image illustrating the progress. phase for the final approach. Lo scenario delle attività umane nello spazio da prevedere a partire dal medio termine (prossimi 10 - 15 anni) sarà caratterizzato da moduli abitati di grandi dimensioni realizzati con tecnologie inflatable atti a consentire la permanenza di equipaggi numerosi per lunghi periodi e, comunque, atti a rendere disponibili volumi interni – per funzioni di supporto alle attività da svolgere nello spazio – di gran lunga superiori a quelli finora disponibili nei moduli metallici tradizionali le cui dimensioni sono condizionate dai veicoli di lancio e trasporto da terra. La prefigurata svolta tecnologica basata sull’utilizzo di strutture inflatable è alla base di diversificate iniziative per la definizione degli effettivi possibili ambiti di utilizzo di queste e per la individuazione dei materiali più adatti e per la scelta delle migliori tecniche costruttive. La minimizzazione degli ingombri durante la fase di lancio consentita dai moduli inflatable determina la necessità della estensione di tale tecnologia anche per le partizioni, gli arredi e la componentistica di supporto. In questa prospettiva è stato sviluppato il progetto SHIC (Space Habitat Inflatable Component) che si è posto come obiettivo la progettazione, la realizzazione prototipale e la sperimentazione sulla ISS di un componente inflatable multipurpose per l’attrezzatura degli spazi interni di un modulo inflatable. Lo scopo di questo progetto è stato quello di provvedere a un ambiente dove i 53 Credits: Research Unit Fase I - 2003/2005 Responsabile Scientifico dell’Unità di ricerca: Prof. Arch. G.Losco - Professore Associato in tecnologia dell’architettura Dipartimento PROCAM Prof. Arch. G.Losco - Professore associato in tecnologia dell’architettura Prof. Arch. S.Santuccio - Professore associato in disegno Prof.Arch. F.O.Oppedisano Professore a contratto in tecniche della rappresentazione M.Falsetti - laureando in Architettura P.Perini - laureando in Architettura R.Spitoni - laurendo in Architettura Dipartimento ITACA Prof. Arch. A.Paris - Professore ordinario in Disegno Industriale Prof. Arch. G.Zuccon - Professore associato in Disegno Industriale Prof. Arch. L.Bradini - Professore a contratto ed esperto in progettazione di spazi estremi Research Unit Fase II – 2007/2009 Responsabile Scientifico dell’Unità di ricerca: Prof. Arch. G.Losco - Professore Associato in tecnologia dell’architettura Dipartimento PROCAM Prof. Arch. G.Losco - Professore associato in tecnologia dell’architettura Prof. Arch. L.Bradini - P.h.d. / Professore a contratto in Disegno Industriale Prof. Ing. G.Carfagna - Professore a contratto in prototipazione virtuale Collaboratori Erika Farroni - Dott.ssa in disegno Industriale Committente ASI – Agenzia Spaziale Italiana Viale Liegi, 26 _ 00198 Roma 54 Prime Contractor Thales Alenia Space Corso Marche, 41 _10146 Torino viaggiatori dello spazio del presente e del futuro possano vivere e lavorare in modo efficiente ed efficace per periodi continuativi di tempo sempre più lunghi, anche in previsione dei futuri viaggi su Marte. Il progetto vuole contribuire al processo di miglioramento della vita e del lavoro nello spazio considerando tutti quei fattori umani, human factors, indispensabili per creare un ambiente a misura d’uomo confortevole, piacevole ed efficiente. Un ambiente caratterizzato da condizioni estreme, di cui tre di esse incidono in modo determinante sull’uomo e, di conseguenza, sulle scelte progettuali: la microgravità, il confinamento e le radiazioni cosmiche. Per assolvere a questo scopo, il progetto è stato indirizzato al miglioramento complessivo delle condizioni di abitabilità nello spazio progettando strumenti e attrezzature in grado di facilitare i movimenti umani e migliorare lo svolgimento delle varie attività, a vantaggio di una maggiore produttività e qualità della vita a bordo. Il gruppo di ricerca Unità Cam composto dalle unità di ricerca del Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell’ambiente (ProCAM) dell’Università degli Studi di Camerino e il Dipartimento di Innovazione Tecnologica e nell’Architettura e Cultura dell’Ambiente (ITACA) dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, nell’ambito del programma FLECS (Flexible Expandible Commercial Structure) si è occupato della progettazione e della sperimentazione dell’abitabilità negli ambienti relativi ai moduli pressurizzati innovativi gonfiabili ed espandibili. Il progetto ricade come attività relativa a Habitability System e Life Support e si esplica attraverso il progetto SHIC - Space Habitat Inflatable Components - che propone un sistema abitativo, che si avvale della tecnologia inflatable, composto da una serie integrata di componenti per l’abitabilità interna dei moduli pressurizzati in assenza di gravità ed in stato di confinamento. In questa prospettiva il progetto SHIC ha comportato la definizione dell’intero modulo base standard inflatable attraverso la progettazione preliminare dei suoi componenti e la sua realizzazione prototipale sulla ISS. Il progetto si è sviluppato in due fasi distinte. La prima relativa alla individuazione di un modulo base da inserire all’interno di una struttura pneumatica per applicazioni Seconda ipotesi di modello: tipologia a settori | second model’s solution: sectors tipology. Seconda ipotesi di modello: tipologia a cellula o capsula. Concept Cad (cocoon) | Second model’s solution: cell or capsule tipology. Concept cad (cocoon). spaziali denominata SPES AV1 progettata dall’ASI in collaborazione con Alenia Spazio negli anni 2000-03. La seconda nella progettazione e nell’allestimento interno di una struttura spaziale inflatable configurata in forma di Shell sferica definita nella fase B1 del programma FLECS negli anni 2003-05. In questo quadro il gruppo di ricerca Unità Cam ha sviluppato in un primo progetto una soluzione basata su un modulo autonomo realizzato con tecnologie pneumatiche ed estensibili capaci di accorpare ed integrare più attività compatibili tra loro e coadiuvarle con items di supporto relativo a oggetti, attrezzature ed equipaggiamenti di tipo sperimentale ed innovativo. L’elemento base progettato, SHIC, è stato una struttura free-standing sicura fortemente plasmabile che si poteva adattare a qualsiasi forma e quindi a qualsiasi tipo di ambiente comunque definito. Nella seconda fase il concept di progetto si è discostato decisamente da quello sviluppato nella prima fase sia perché è stato introdotto un nuovo vincolo progettuale relativo all’adeguamento del modulo strutturale inflatable che assumeva una nuova configurazione geometrica di tipo sferico, sia perché il sistema precedentemente descritto contemplava la contemporanea presenza di una struttura che conteneva elementi rigidi. La nuova idea inerente il modulo SHIC per FLECS contempla l’utilizzo di materiali sia inflatable che non, ma comunque flessibili , pertanto, una volta configurato e dispiegato nello spazio il modulo strutturale FLECS deve allo stesso tempo essere autonomo ed indipendente dal modulo SHIC , avere una sua struttura autoportante, sostenere l’allestimento interno, massimizzare il volume a disposizione, essere leggero, essere impacchettato durante il volo ed essere rapidamente dispiegato. Il concept nell’ultima versione si basa sullo sviluppo della componente chiamata cocoon che costituisce un nucleo abitativo minimo in stato di microgravità. Il progetto è costituito da due macrosistemi: il macrosistema di membrana, che definisce lo spazio abitabile interno ed è costituito da due sottosistemi di supporto e di fissaggio ed il macrosistema di configurazione interna che a sua volta è costituito da due sottosistemi di allestimento interno e di supporto alle attività specifiche. Il design dell’allestimento ha origine concettuale sul recupero di alcuni riferimenti terrestri essenziali all’orientamento dei futuri abitanti del modulo. 55 Credits: Research Unit Phase I 2003/2005 Scientific Manager of the Research Unit: Prof. Arch. Giuseppe Losco - Associate Professor of Architectural Technology PROCAM Department Prof. Arch. Giuseppe Losco - Associate Professor of Architectural Technology Prof. Arch. Salvatore Santuccio - Associate Professor of Design Prof. Arch. Federico O. Oppedisano - Adjunct Professor of Representation Techniques Marco Falsetti - Architecture graduand Pierfrancesco Perini - Architecture graduand Renzo Spitoni - Architecture graduand ITACA Department Prof. Arch. Antonio Paris - Full Professor of Industrial Design Prof. Arch. Giovanni Zuccon Associate Professor of Industrial Design Prof. Arch. Luca Bradini - Adjunct Professor and Expert in the Design of Extreme Spaces RESEARCH UNIT PHASE II 2007/2009 Scientific Manager of the Research Unit: Prof. Arch. Giuseppe Losco - Associate Professor of Architectural Technology PROCAM Department Prof. Arch. Giuseppe Losco - Associate Professor of Architectural Technology Prof. Arch. Luca Bradini - PhD / Adjunct Professor of Industrial Design Prof. Eng. Giuseppe Carfagna - Adjunct Professor of Virtual Prototyping Contributors Erika Farroni - Graduate in Industrial Design Client ASI - Italian Space Agency Viale Liegi, 26 00198 Rome 56 Prime Contractor Thales Alenia Space Corso Marche, 41 10146 Turin The medium-term scenario (the next 10-15 years) for human activity in space will involve large inhabited modules made with inflatable technology. They will allow sizable crews to remain for long stretches and the internal areas – for support functions carried out alongside the work to be done in space – will be much bigger than those seen so far in the traditional metal modules whose sizes are dictated by the capacities of the land transport and launch vehicles. The expected technological turning point based on the utilization of inflatable structures has led to a range of initiatives to establish potential uses for them, identify the most suitable materials and select the best construction techniques. Inflatable modules offer maximum compactness during the launch phase and this means that the same technology must also be used for the partitions, furnishings and support equipment. The SHIC (Space Habitat Inflatable Component) project was developed with this in mind. Its objective was to design an inflatable multipurpose component for furnishing the internal areas of an inflatable module, create a prototype and trial it in the ISS. The aim of this project was to provide an environment in which present and future space travellers can live and work efficiently and effectively for continual periods of ever greater length, including those involved in future trips to Mars. The intention is for the project to help improve life and work in space, considering all of the human factors that are indispensable in the creation of a comfortable, pleasant and efficient environment for people. In these extreme conditions there are three elements that have a decisive effect on humans, and therefore on the design choices: microgravity, confinement and cosmic radiation. In order to achieve its purpose, the project focused on an overall improvement of the living conditions in space. Tools and equipment were designed to assist human movement and improve the performance of the various tasks carried out, thus giving greater productivity and quality of life on board. The Unità Cam research group, made up of research units from the Department of Environment Design and Construction (ProCAM) from the University of Camerino and the Department of Technological Innovation in Architecture and Environment Culture (ITACA) from Sapienza University in Rome, worked on the FLECS (Flexible Expandable Commercial Structure) programme. It designed and trialled inhabitable environments in innovative inflatable and expandable pressurized modules. The project involved Habitability Systems and Life Support. It was implemented in the SHIC – Space Habitat Inflatable Components – scheme, which proposes an inflatable technology-based inhabitable system consisting of an integrated range of components Configurazioni del sistema | system configurations. Vista di assemblaggio dei tubolari all’interno di FLECS | Assembly of the tubes inside FLECS. SHIC, struttura e descrizioni funzionali del dormire, del lavoro, dell’igiene e dell’organizzarsi | SHIC, structure and functional descriptions of sleeping, working, cleaning and organization. for living in pressurized modules in microgravity conditions and a state of confinement. The SHIC project planned the entire standard inflatable base module through the preliminary design of its components and prototyping on the ISS. The project had two distinct phases. The first involved creating a base module to place in a pneumatic structure for space applications. It was called SPES AV1 and it was designed by the ASI in association with Alenia Space in 2000-03. The second stage was the design and interior fitting of an inflatable space structure with a spherical shell shape in phase B1 of the FLECS programme, in 2003-05. In their first project, the Unità Cam research group designed an independent module featuring pneumatic and extendable technology that brought together and unified a number of compatible activities. This technology was assisted by experimental, innovative support items for objects, devices and equipment. The base element, SHIC, was designed as a safe free-standing structure capable of being shaped into any form, and therefore adapted to any kind of environment. In the second phase, there was a quite substantial divergence from the project concept developed in the first stage. This was down to two factors: a new design restriction was introduced regarding the adaption of the inflatable structure module, which took on a new spherical shape, and the system previously described also featured a structure containing rigid elements. The new idea for the SHIC module for FLECS involved the use of some materials that were inflatable and others that were not, but that were nonetheless flexible. Once the FLECS structural model has been deployed and taken shape in space, it must be autonomous and independent from the SHIC module, have its own self-supporting structure, be capable of hosting the internal fittings and offer maximum volume. It must also be light, be packed up during flight and be quick to deploy. The concept in the final version is based on the development of the component known as a cocoon, which is a minimal living unit for microgravity conditions. The design comprises two macro-systems: the membrane macro-system which forms the internal habitat and is made up of two sub-systems for support and attachment, and the internal configuration macro-system, which is also made up of two sub-systems; for the interior fittings and support for specific activities. The conceptual origin of the design for the fittings lies in the recovery of certain terrestrial references which will be essential for the orientation of the future inhabitants of the module. 57 Nicoletta Cardano La Storia tra le nuvole | History up among the clouds La vecchia gru Ansaldo dipinta di rosso e bianco, ancora oggi in uso, è la testimonianza emblematica della storia e della funzione del Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Collocato in uno scenario paesaggistico di grande rilievo il museo, inaugurato nel 1977, ha trovato la sua sede naturale nella vasta area dell’Idroscalo di Vigna di Valle, luogo storico per le vicende dell’aeronautica italiana. Qui agli inizi del Novecento fu insediato, grazie al Maggiore del Genio Maurizio Moris, il primo Cantiere Sperimentale Aeronautico. Un hangar e alcune baracche destinate ad officine e servizi sono state l’iniziale struttura di supporto per la sperimentazione di voli pioneristici leggendari, come quello del primo dirigibile militare italiano, il N.1 di Crocco e Ricaldoni che nel 1908 si levò da Vigna di Valle per sorvolare il centro di Roma. Nella solitudine in riva al lago, dietro la rete militare, così come nota l’”Illustrazione Italiana” nel 1908, pochi uomini si sono nel tempo impegnati nel collaudo di tutti i dirigibili italiani e, successivamente, degli idrovolanti, quando la struttura negli anni Venti diventa Centro Sperimentale per gli idrovolanti e per l’armamento navale, funzione assolta sino al 1945. Il Centro riunisce professionalità diverse, ingegneri, piloti, tecnici e operari specializzati che tra gli anni Venti e Trenta testano la produzione di prototipi, effettuano valutazioni comparate di velivoli, motori, materiali. Oltre alla gru, utilizzata oggi per la movimentazione dei velivoli e per il loro restauro, rimangono della fisionomia del cantiere aeronautico e dell’idroscalo le strutture degli hangar di diversa epoca che accolgono l’esposizione di oltre sessantacinque veicoli storici, in dotazione all’aviazione militare italiana in varie epoche, tra cui pezzi rari o addirittura unici, motori, documenti e cimeli sulla storia del volo. L’idea di istituire una esposizione dedicata al volo risale al 1913 quando per iniziativa di Giulio Dohuet, il grande teorico dell’aviazione militare, venne raccolta una prima documentazione sulla storia dell’aeronautica italiana a partire dal 1884. Il materiale, esposto inizialmente in Castel S. Angelo, fu trasferito negli anni Trenta nelle casermette della Batteria bassa sul Tevere e successivamente in una sede sul lungotevere delle Vittorie. Nel 1929 fu costituito presso la Reggia di Caserta il museo dell’Accademia Aeronautica, una raccolta con velivoli della prima guerra, strumenti e modellini. Nel dopoguerra il progetto del museo trovò varie formulazioni e ipotesi di destinazione tra Torino, dove fu temporaneamente sistemato nel Palazzo Vela, e Milano, come possibile sezione del Museo della Scienza e della Tecnica. Finalmente nel 1975 fu definita la sede nella zona, storicamente predestinata, di Vigna di Valle. L’esposizione negli hangar (il “Troster”, di produzione austro-ungarica, ricevuto come pagamento per danni della prima guerra mondiale dalla Germania;il “Velo”;il “Badoni”, di costruzione italiana, originariamente destinato a ospitare idrovolanti di Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, Hangar Velo, Schneider. Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, Hangar Velo. grandi dimensioni e il più recente “Skema”) unisce testimonianze e reperti della storia dell’aviazione a velivoli particolarmente rilevanti per l’innovazione e gli sviluppi tecnici, ad esemplari significativi del design aeronautico. Si ricordano tra gli altri il motore del primo velivolo dei fratelli Wright, perfettamente ricostruito; il Blériot XI-2 usato dagli italiani come ricognitore nel 1911 nella guerra di Libia; gli idrovolanti da corsa Macchi M-39 del 1926 e Macchi MC-72 (1931-34); il prototipo del Campini Caproni CC2 del 1936, uno tra i risultati più avanzati della ricerca aereonautica sulla propulsione a reazione durante la seconda guerra mondiale; il Sagittario 2, primo velivolo italiano a getto, progettato da Stefanutti, in grado di raggiungere e superare nel 1956 il limite di velocità del cosiddetto “muro del suono”. Tra gli aspetti più interessanti collegati alla raccolta vanno evidenziati quelli relativi all’incremento delle collezioni e al restauro. L’ampliamento delle collezioni presuppone l’individuazione di velivoli che hanno ormai cessato la loro funzione e quindi destinati alla rottamazione. Soltanto da poco tempo si attua la prassi di dare in deposito al museo nel momento della dismissione due esemplari dei veicoli militari. L’acquisizione passa anche da fortuiti ritrovamenti come è il caso delle carcasse del biplano Imam Ro 37- un aereo da ricognizione e da combattimento usato negli anni Trenta e poi durante la seconda guerra mondiale- rinvenute in un deposito di rottami in Afganistan durante la recente missione italiana. Nel 1938 una decina di aerei erano stati venduti dallo Stato Italiano all’Aviazione Afgana. Benché prodotto in 621 esemplari l’aereo era considerato estinto. Uno dei rottami del Ro 37 è attualmente esposto nel Museo di Vigna di Valle in attesa del restauro; con il suo aspetto drammatico di residuo si pone come contraddittoria parvenza di un oggetto che ha ragione d’essere per sua stessa natura soltanto come apparecchiatura complessa perfettamente funzionante. Il restauro dei veicoli storici è un tema su cui la direzione del Museo è da tempo impegnata: tema difficile e stimolante che si inserisce nell’articolata questione del recupero e della conservazione degli oggetti contemporanei e al tempo stesso della salvaguardia di apparecchiature e strumentazioni tecnologiche e di conoscenze ingegneristiche e scientifiche. 59 Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, panoramica Hangar Skema. 60 The old Ansaldo crane painted red and white – still in use today – is an emblematic sign of the history and function of the Air Force Museum in Vigna di Valle. The museum was opened in 1977 and is located in a very picturesque setting. It found a natural home in the huge water airport area of Vigna di Valle, which has played a big part in the history of the Italian air force. At the start of the twentieth century, Major Maurizio Moris of the Engineers Corps successfully campaigned to have the first experimental aeronautical production site opened here. The initial support structure consisted of a hangar and a few huts used as workshops and for services. Legendary pioneering flights took place here, such as that of the first Italian military airship, No. 1 by Crocco & Ricaldoni, which in 1908 took off from Vigna di Valle and flew over the centre of Rome. In the solitude on the lake shore, behind the military fencing, as described by ‘Illustrazione Italiana’ in 1908, over time a small group of men tested all of Italy’s airships and later its seaplanes: in the 1920s the facility became the Experimental Centre for seaplanes and for naval armament, continuing in this role until 1945. The Centre brought together various professional figures, including engineers, pilots, technicians and skilled labourers. In the Twenties and Thirties they produced and tested prototypes and carried out comparative assessments of aircraft, engines and materials. In addition to the crane, which is now used to move aircraft and during the restoration process, other remaining features of the aeronautical production site and the water airport are the hangars from various eras. They are home to the exhibitions, with over 65 historical aircraft that the Italian air force has used over the years, including rare or even unique items, engines, documents and mementos that tell the story of aviation. The idea of putting together an exhibition on flying dates back to 1913. Giulio Douhet, the great military aviation theorist, proposed the first collection of documents to tell the story of the Italian air force starting from 1884. The material was initially displayed in Castel Sant’Angelo. In the Thirties it was moved to the barracks of the lower battery on the Tiber and then to premises on Lungotevere della Vittoria. In 1929 the Museum of the Air Force Academy was established in the Royal Palace of Caserta, gathering together aircraft from the First World War, tools and models. After the Second World War, the museum project took on various forms and a number of ideas were put forward for its location. It was temporarily housed in Palazzo a Vela in Turin and there were suggestions for it to become a section of the Science and Technology Museum in Milan. Finally, in 1975 the decision was made to move it to the historically apt site of Vigna di Valle. The exhibitions in the hangars (the Austro-Hungarian “Troster” received from Germany as payment for damages suffered in the First World War, the “Velo”, the Italianmade “Badoni” that was originally designed for large seaplanes and the more recent “Skema”) bring together memories and items from the history of aviation, aircraft of great interest due to their innovative properties and technological aspects, as well as important examples of aeronautical design. These include the perfectly rebuilt engine of the Wright brothers’ first aircraft, a Blériot XI-2 used for reconnaissance by the Italians in the Italo-Turkish War in 1911, the racing seaplanes Macchi M-39 (1926) and Macchi MC-72 (1931-34), a prototype of the Campini Caproni CC2 from 1936 (one of the most advanced results of aeronautical research into jet propulsion during the Second World War), and a Sagittario 2, the first Italian jet aircraft, which was designed by Stefanutti and in 1956 was fast enough to break the sound barrier. Among the most interesting aspects related to the museum, a special mention should be given to those concerning additions to the collection and restoration. Adding new pieces means identifying aircraft that have been removed from service and are therefore due to be scrapped. Only recently has it become standard practice to give the museum two examples of any military aircraft being scrapped. Acquisitions also involve fortunate discoveries like the carcasses of the Imam Ro 37 biplane – a reconnaissance and fighter plane used in the Thirties and during the Second World War – found in a scrap heap in Afghanistan by Italians serving there recently. In 1938 a dozen or so aeroplanes were sold to the Afghan air force by the Italian government. Although 621 of these aeroplanes were made, it was thought that they were extinct. One of the Ro 37 wrecks is currently on display in the Vigna di Valle museum awaiting restoration; it is in the contradictory situation of looking like a piece of scrap while being an object whose sole and inherent reason for existence is to be a perfectly functional, complex piece of machinery. The museum’s management have been committed to the restoration of historical aircraft for some time: it is a difficult and stimulating issue that is part of the complicated matter of recovering and preserving contemporary objects while protecting technological equipment and tools as well as engineering and scientific knowledge. 61 LSD_la sapienza design factory Bhedehb – il letto microgravitazionale | the microgravitational bed Luca Bradini Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Giuseppe Losco Oggetto | topic: Letto microgravitazionale Bhedehb è un nuovo concetto di letto microgravitazionale da utilizzare a bordo dell’International Space Station (stazione spaziale orbitante). Esso è costituito da un sistema di moduli gonfiabili che grazie ad un inserto magnetico interno inducono l’attrazione del corpo verso la superficie morbida della parte superiore del modulo, così da simulare la sensazione di peso quindi il richiamo al riferimento terrestre della gravità. Il sistema di moduli può essere aggregato a piacere dall’astronauta il funzionamento è permesso anche da uno speciale pigiama che costituisce la parte attratta dai magneti. 62 Bhedehb is a new concept of microgravitational bed to use aboard the International Space Station (revolving space station). It is made of a system of inflatable modules that, thanks to an internal magnetic insert, attract the body towards the soft upper portion of the module, stimulating the sensation of weight, hence a calling to earthly gravity. The system of modules can be combined as desired by the astronaut, whose special pyjama acts as the part attracted by the magnets. Restyling Ulm Hydro Wave “LEM”_ Sistema d illuminazione per esterni da terra | Antonio Di Gioia Illumination system for use outdoors on Earth Laura Tornese Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Giovanni Zuccon, Luca Bradini Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Ing. Tommaso Perna, Prof. Felice Ragazzo Lo studio e la successiva rielaborazione di un prototipo sviluppato dalla Lenci Design hanno portato alla concezione di Hydro Wave: un velivolo anfibio che prende spunto da sistemi sviluppati in passato e che cerca soluzioni trasversali a quelle già applicate sugli idrovolanti e sulle imbarcazioni ad alte prestazioni. Il risultato è un ultraleggero estremamente versatile, che grazie alla sua caratteristica conformazione, e mediante l’effetto suolo, è in grado di utilizzare lo scafo come una appendice alare che gli permette di decollare in spazi ridotti. Il progetto LEM, sviluppato per la Rheinmetall Italia S.p.A., riprende la forma del veicolo spaziale usato per la prima discesa dell’uomo sulla luna, del 1969, Lunar excursion module. Progettato per identificare o delimitare un percorso in ambienti esterni, ha una struttura in alluminio con 13 fori, disposti in modo da consentire la diffusione della luce in modo funzionale e gradevole. Dopo lo studio del concept, sono stati eseguiti i Fogli di istruzione lavoro e controllo necessari per le fasi di lavorazione. Per la realizzazione del modello sono state effettuate le lavorazioni di tornitura, foratura, sgrossatura, finitura, verniciatura, asciugatura. The study and subsequent reworking of a prototype developed by Lenci Design led to the concept for Hydro Wave: an amphibious aircraft that is inspired by systems created in the past and seeks to implement approaches combining those which have been used on seaplanes and high performance boats. The result is an extremely versatile microlight with a distinctive form that exploits the ground effect, allowing it to use the hull as an additional wing and take off in restricted spaces. The LEM project, developed by Rheinmetall Italia S.p.A., is based on the shape of the space vehicle used to put the first man on the moon in 1969, the Lunar Excursion Module. Designed to identify or delimit a route in external environments, it is composed of an aluminium structure with 13 holes, arranged to allow light to be diffused in a functional and pleasant way. After studying the concept, the working and control instruction sheets were created for the machining phase. To create the model, turning, drilling, roughing, finishing, painting and drying were carried out. 63