`Newsletter sulla protezione dell`infanzia - N. 1 giugno

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`Newsletter sulla protezione dell`infanzia - N. 1 giugno
Newsletter
Sommario
Editoriale
Dossier
Il progetto di Sostegno alle Iniziative di Sviluppo Umano Locale nella città di Casablanca
sulla questione dei minori di strada
Chi siamo ?
I nostri partner
Il disagio minorile a Casablanca
Le nostre attività
Intervista a Amine EL AZADI formatore in tecniche di montaggio video di laboratori teatrali
per bambini
Eventi
Da Rabat a Napoli
Partenariati
Intervista a Mourad Gorouhi, direttore dell’associazione Tanmia.ma
Editoriale
I cambiamenti che influenzano attualmente il nostro mondo (mondializzazione, divario dei redditi,
catastrofi naturali…) ci portano ad interrogarci sul futuro dei nostri bambini. La presa in carico delle
generazioni future assume una grande importanza soprattutto in quei contesti dove i minori in
condizioni di precarietà sono particolarmente vulnerabili.
Il minore in difficoltà è un soggetto privato del sistema di protezione costituito dalla famiglia e
dall’insieme dei diritti definiti ad esempio dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia 1 .
Questi bambini sono spesso privati dei giochi quotidiani dell’infanzia o dell’adolescenza. Molti
muoiono a causa della miseria calpestati nella loro dignità umana. Per gli altri la vita è molto dura:
sopravvivono nello sconforto e cercano delle scappatoie ritrovandosi poi incastrati in incubi spesso
distruttivi (ad esempio la droga). Chi è responsabile di questa situazione?
I genitori sono spesso identificati come causa principale perché considerati incapaci di assumersi la
responsabilità dei propri figli e senza alcuna autorità. Il bambino che contesta l’educazione familiare e
scolastica è identificato come secondo responsabile. Infine si può parlare delle cause considerate
“indirette” che rientrano nella sfera della “mancata assunzione di responsabilità” legata alle
condizioni politiche, economiche e sociali del paese, all’esplosione demografica e all’esodo rurale
sullo sfondo della povertà che rappresenta il denominatore comune di tutte queste situazioni.
Le cause dei disagi dell’infanzia sono tanto diverse quanto è difficile assumersene la responsabilità e
noi potremmo essere tentati di considerare la situazione dei minori in difficoltà come l’anello di una
catena di paradossi spettacolari e tragici di una storia alla quale abbiamo finito per abituarci. Ora, è
nostro dovere pretendere una società più equa, più serena, più umana e assicurare a ciascuno dei
nostri bambini un’infanzia stabile e sicura.
Qual è la situazione del disagio minorile in Marocco? Il Marocco non sfugge a questo fenomeno
planetario. I vari rapporti sullo sviluppo umano dell’UNDP indicano che il tasso di scolarizzazione e
di alfabetizzazione in Marocco sono inferiori alla media dei paesi arabi e di alcuni paesi dell’Africa
sub sahariana. L’urbanizzazione galoppante e l’esodo rurale provoca situazioni di disoccupazione,
precarietà ed esclusione sociale di cui i bambini sono spesso le prime vittime.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro sostiene che siano 600.000 i minori tra i 6 e i 15 anni
che svolgono un’attività lavorativa. I ragazzi sono spesso impiegati in attività di piccolo commercio e
le ragazze lavorano spesso nelle sartorie a volte a partire dai sette anni di età. Le ragazze possono
spesso essere inviate a lavorare in regioni molto lontane o isolate e addirittura essere vendute come
governanti da genitori molto poveri, sfruttate come “serve” dalle famiglie ricche della città.
Il governo marocchino ha deciso di impegnarsi nella promozione della difesa dei diritti dell’infanzia
1
La Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia è stata adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni
Unite il 20 novembre 1989. Questa chiede agli stati firmatari di mettere in pratica ciò che promettono a parole. Il
diritto alla sopravvivenza e allo sviluppo, il diritto alla partecipazione e alla tutela. E’ stata ratificata dal Marocco nel
1993 e pubblicata nel 1996.
attraverso interventi nazionali e di cooperazione internazionale. Il Marocco ha inoltre fatto degli
sforzi nella promozione dello sviluppo umano, in particolare attraverso l’Initiative Nationale pour le
Développement Humain (INDH, lanciata nel maggio 2005). E’stato inoltre lanciato un Plane
d’Action National pour l’Enfance (PANE) 2006-2015, pubblicizzato con lo slogan “Un Maroc digne
de ses enfants”. Sono stati realizzati partenariati da una parte con lo scopo di sostenere il processo di
sviluppo umano per la lotta alla precarietà e all’esclusione sociale attraverso la protezione dell’infanzia
e dall’altra di rafforzare le competenze della società civile sugli assi principali di questi interventi.
Dall’anno 2007, l’ONG CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud), lavora in partenariato con
l’associazione Bayti nell’ambito del progetto “Sostegno alle Iniziative di Sviluppo Umano locale nella
città di Casablanca sulla questione dei minori di strada” finanziato dell’Unione Europea per una
durata di 36 mesi.
Questo progetto individua come beneficiari i bambini di strada della città di Casablanca e mira alla
reintegrazione dei minori che vivono in condizioni di disagio. Il progetto mira inoltre alla
capitalizzazione delle esperienze sulla questione dei minori di strada al fine di individuare e
diffondere modelli di buone pratiche e di trasferire l’esperienza di Casablanca in altre regioni del
Marocco.
La nostra newsletter presenta i programmi e l’avanzamento delle attività del CISS sulla questione
della protezione dell’infanzia e propone inoltre articoli, interviste e testimonianze di
approfondimento e riflessione sul tema.
Auguriamo a tutti una buona lettura e vi ringraziamo per la vostra fiducia!
L’équipe del CISS
Dossier
I bambini in difficoltà
Il progetto realizzato dall’associazione Bayti e dal CISS prende in considerazione il territorio della
città di Casblanca, capitale economica del Marocco, luogo dove sono stati identificati un numero
rilevante di minori che vivono per strada. Questi bambini e queste bambine sono abbandonati a loro
stessi, fanno i lustrascarpe, i parcheggiatori, vendono sigarette, rovistano tra i rifiuti. Li vediamo ogni
giorno agli incroci delle strade, al porto, sul lungomare in piccoli gruppi o da soli, mentre chiedono a
passanti e guidatori qualche moneta. Nell’età in cui dovrebbero essere a scuola per prepararsi alla vita
di adulti responsabili sono costretti a mendicare o a lavorare. Bambini di strada, bambini lavoratori
che subiscono le forme più orrende di sfruttamento; abusati e violentati, sopravvivono marchiati
indelebilmente dalla sofferenza fisica e psicologica.
Il nostro progetto si inserisce nel difficile contesto socio-economico marocchino dove il salario
minimo è di 1900 dirham (200 USD). Nel 2005, cinque milioni e mezzo di persone, circa il 18% della
popolazione locale viveva sotto la soglia di povertà, contro i 3,3 milioni del 1994. Questa situazione è
la risultante di un tasso di disoccupazione che colpisce all’incirca il 20% della popolazione in
particolare i giovani.
Il 73,3% delle famiglie sono proprietarie delle case in cui vivono, ma solo il 53% ha accesso all’acqua
potabile e il 65,9% all’elettricità. Nelle zone rurali queste percentuali sono nettamente inferiori:
rispettivamente il 7,8% e il 25,8%. L’istruzione è gratuita e obbligatoria fino alla fine del ciclo della
scuola primaria, malgrado questo molti bambini non sono scolarizzati.
Il nostro progetto
Il nostro progetto ha come ambizione il sostegno alle politiche sociali finalizzate alla lotta alla
precarietà e all’esclusione dei soggetti più marginalizzati. Il nostro obiettivo specifico è quello di
“Promuovere iniziative di rafforzamento degli strumenti di prevenzione, di tutela e di reinserimento
di minori in condizioni di disagio nella città di Casablanca, e il rafforzamento delle competenze
tecniche del personale delle associazioni marocchine che operano nell’ambito del disagio minorile”,
al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi globali seguenti:
-
“ Contribuire al miglioramento delle politiche pubbliche concernenti il tema dell’infanzia
attraverso la prevenzione, la tutela e il reinserimento dei minori di strada”.
“ Contribuire allo sviluppo di movimenti associativi sulla questione dell’infanzia e
all’individuazione di una dinamica di capitalizzazione di buone prassi di reinserimento sociale
in Marocco, nel Maghreb e nello spazio Euro-Mediterraneo”.
Il progetto si sviluppa su due livelli di intervento:
- un’area di intervento locale attraverso delle azioni trasversali di accompagnamento e reinserimento
sociale con un approccio innovativo attraverso la scolarizzazione e la formazione. I minori
intercettati sono accolti e accompagnati da un’équipe multidisciplinare composta da educatori,
assistenti sociali, psicologi, medici, insegnanti e animatori qualificati. 1500 bambini e 1200 bambine
saranno inoltre presi in carico per un reinserimento permanente.
- un’area di intervento nazionale che passa per la capitalizzazione delle esperienze finalizzata alla
diffusione di un modello di buone pratiche con lo scopo di rendere possibile il trasferimento delle
azioni in altre zone sia a livello regionale che nazionale.
Le azioni del progetto mirano inoltre al rafforzamento delle capacità tecniche delle associazioni locali
e dei partner istituzionali e alla realizzazione di un lavoro di rete tra i differenti attori. Quaranta
associazioni locali e dieci funzionari pubblici saranno inoltre formati sulla metodologia e gli strumenti
dell’approccio “di diritto”, sui modelli organizzativi, e sulle metodologie di gestione di progetti.
Inoltre saranno formati 100 educatori su tecniche pedagogiche innovative per l’animazione socioeducativa.
Le nostre azioni
Nell’ambito del nostro progetto, il CISS ha organizzato azioni di formazione concernenti i metodi e
gli strumenti utilizzati nell’”approccio di diritto”, nella gestione organizzativa, nella gestione dei
progetti, su tecniche pedagogiche innovative e sulla realizzazione di laboratori teatrali. Le attività di
formazione sono rivolte alle associazioni e agli enti pubblici.
Amine EL AZADI, membro della compagnia teatrale Nord Sud Art ha animato due sessioni di
formazione in “tecniche di elaborazione di progetti teatrali per l’infanzia” a Casablanca e a Beni
Mellal. L’intervista qui di seguito ci descrive il suo lavoro e la modalità di collaborazione nell’ambito
del progetto.
Amine El AZADI ha conseguito in Francia un diploma in animazione culturale, ed è inoltre
consulente e formatore nei progetti culturali per l’infanzia e l’adolescenza. Amine è attore e regista ed
ha realizzato diversi progetti nella creazione di piéces teatrali e progetti di formazione per animatori
sia in Marocco che in Francia.
L’intervista
Ci può presentare il lavoro che ha svolto nell’ambito del progetto?
Il mio lavoro consiste nell’ideare e realizzare dei moduli di formazione sul tema delle tecniche di
elaborazione di progetti teatrali per l’infanzia. La formazione è rivolta alle associazioni e ai soggetti
istituzionali che lavorano con i minori di strada o in condizione di disagio.
Chi ha partecipato agli atelier di formazione ?
La formazione era rivolta alle associazioni e ai soggetti istituzionali che operano nell’ambito delle
problematiche dei minori di strada. Abbiamo cercato di costituire dei gruppi eterogenei di persone
che venivano da regioni e da contesti differenti. Quando abbiamo realizzato gli atelier di formazione
a Casablanca erano presenti: educatori e animatori di associazioni locali, animatori di centri socioculturali oltre che membri dell’Entraide National. Questo ha permesso di dare un valore aggiunto sia
al gruppo che alla formazione.
Quali sono stati gli obiettivi? Quali sono i moduli di formazioni che ha realizzato?
Il nostro obiettivo è quello di formare degli animatori/educatori nell’elaborazione e la realizzazione
di progetti teatrali e culturali. Lo scopo che abbiamo è quello di far acquisire competenze
nell’ideazione e nella conduzione di attività teatrali e di animazione per bambini nell’ambito delle
associazioni e delle strutture che operano su questi temi.
La formazione è stata sviluppata in tre moduli: un modulo tecnico-pedagogico, un modulo sulla
metodologia del progetto e infine un modulo sull’elaborazione di un progetto.
Sono state utilizzate diverse tecniche formative. I partecipanti ad esempio hanno simulato situazioni
pratiche. Inoltre abbiamo proiettato dei video e animato dei dibattiti su vari temi tra cui il ruolo
dell’educatore e dell’animatore, la realtà delle associazioni marocchine, oltre a temi che toccano da
vicino le persone coinvolte: la migrazione illegale, la fuga dei bambini, lo sfruttamento dei minori…
Quali sono i bisogni espressi dalle associazioni? E quali sono le cose da migliorare?
Abbiamo potuto constatare un bisogno concreto da parte delle associazioni in materia di
organizzazione e formazione.
Per quanto riguarda le cose da migliorare, io penso che bisognerebbe sviluppare dei sistemi di
monitoraggio e accompagnamento successivi alla formazione che permetterebbero alle associazioni
di avere un sostegno e un inquadramento nella realizzazione dei loro progetti e individuare i nuovi
bisogni formativi di perfezionamento una volta conclusa la formazione iniziale e il lavoro realizzato
sul campo.
Si dovrebbero a mio avviso realizzare dei centri di formazione e accompagnamento e soprattutto
valorizzare il lavoro di rete questo permetterebbe di avere uno spazio per lo scambio di esperienze, di
progetti e di partenariati.
Avvenimenti
Incontri, scambi di esperienze e lavoro di rete
Da Rabat…
Dal 10 al 25 febbraio 2008, in un ambiente di studio e di dibattiti stimolanti, si è realizzato a Rabat un
incontro tra associazioni 2 del Marocco e della Repubblica Democratica del Congo, intitolato:
“Scambio di competenze: differenti pratiche in differenti contesti (Repubblica Democratica del
Congo – Marocco)”, questo incontro era finalizzato al rafforzamento delle capacità delle associazioni
nella presa in carico dei minori in difficoltà.
L’incontro aveva inoltre lo scopo di mettere in rete partner marocchini e congolesi che operano
nell’ambito della protezione dell’infanzia e del disagio minorile.
Questo approccio transnazionale è stato un modo per analizzare i diversi contesti di intervento, il
bisogno e le necessità specifiche dei beneficiari finali dei progetti oltre che una possibilità per
conoscere le reali condizioni dei minori in difficoltà in varie parti nel mondo.
Le attività si sono svolte nelle città di Casablanca, Rabat, Salé e Tangeri, alternando alle visite sul
campo agli atelier tematici. queste giornate hanno permesso di individuare delle “buone pratiche”
relative alla questione dei minori in difficoltà, alla presa in carico delle loro problematiche, e al
rispetto dei diritti dell’infanzia.
E’ stato inoltre affrontata la possibilità di formalizzare una rete transnazionale e elaborare un piano di
continuità attraverso l’integrazione delle istanze della ricerca universitaria affinché si concretizzi un
reale scambio di competenze in materia di identificazione, scrittura, realizzazione, valutazione e
capitalizzazione dei progetti sulla questione della comune presa in carico delle problematiche dei
minori in difficoltà.
2
Associazione REEJER, Associazione Bayti, Associazione Darna, Associazione Atfal, Espace-Associatif,
Associazione Tanmia, Università Mohammed VI Rabat. Facoltà des Scienze Giuridiche E>conomiche e Sociali.
E’ possibile visualizzare una presentazione dello svolgimento di questo incontro sul link:
http://www.selwane.tv/node/470
A Napoli
Allo scopo di consolidare la rete tra attori del nord e del sud, che operano sulle questioni dei minori
in difficoltà, il CISS ha organizzato un secondo incontro a Napoli (Italia), dal 30 marzo al 3 aprile
2008, sul tema “I minori in difficoltà, differenti pratiche in differenti sud”. L’incontro si è sviluppato
seguendo una dinamica di collaborazione e di scambio Sud-Sud e Nord-Sud. Ha fornito ai
partecipanti le conoscenze necessarie per l’identificazione, la scrittura e la realizzazione di azioni
future nell’ambito dello sviluppo sociale, e in particolare della tutela dell’infanzia.
Associazioni giunte dall’Algeria, dal Brasile, dall’Egitto, dal Marocco e dalla Repubblica Democratica
del Congo hanno preso parte a questo appuntamento napoletano.
I workshop hanno avuto come tema principale la messa in rete e la creazione di partenariati
transnazionali finalizzati ad interventi di sviluppo umano e sociale. Si è cercato inoltre di
approfondire la conoscenza delle differenti pratiche, tenendo in considerazione la specificità dei
contesti nazionali, gli elementi comuni delle pratiche socio-educative e pedagogiche e infine le
politiche nazionali di tutela dell’infanzia dei paesi di origine delle delegazioni che hanno partecipato ai
workshop. Sono state inoltre organizzati degli incontri con le realtà locali napoletane, permettendo
alle associazioni del sud di conoscere esperienze concrete di presa in carico dei minori in difficoltà.
Partenariati
Tanmia.ma un portale al servizio dello sviluppo
Il direttore di Tenmia.ma, il portale dello sviluppo in Marocco, ci ha rilasciato un’intervista
raccontandoci quali sono le idee che hanno permesso la nascita dell’associazione. Ci ha parlato
inoltre del partenariato con il CISS e delle relazioni tra realtà del sud e del nord del mondo.
Intervista con il direttore di Tanmia.ma
Ci racconta qualcosa del partenariato con l’Ong CISS?
Il nostro partenariato è basato su una dinamica informale. C’è sempre un motivo per incontrarci e,
all’inizio abbiamo lavorato con il CISS su un progetto per la realizzazione di strumenti di
sensibilizzazione sul tema della migrazione dei minori. Si tratta di supporti video di sensibilizzazione
realizzati nell’ambito del PASC I (Programma di Sostegno alla Società Civile), finanziato dal PNUD.
Nell’ambito di questa iniziativa, il CISS ci supporta nella diffusione dei prodotti audiovisivi realizzati
e nello sviluppo di partenariati internazionali. E’ attualmente in via di conclusione la produzione di
un cartone animato. Abbiamo un leggero ritardo nella messa in opera a causa della mancanza di
competenze nella capitalizzazione delle esperienze sulla questione dell’infanzia in generale e della
migrazione dei minori in particolare. Il dibattito aperto su questi temi e le differenti posizioni hanno
creato qualche ritardo sullo sviluppo del nostro progetto. Questo lavoro è inoltre il risultato di
un’ampia concertazione dei differenti interventi che ci ha coinvolti per diverso tempo. La difficoltà
principale è stata quella di concepire dei messaggi chiari che tenessero conto di tutti gli attori
coinvolti nella questione. Abbiamo lavorato all’inizio sulla versione araba, e successivamente
abbiamo progettato una versione in amazigh, italiano e francese e altre sceneggiature per trasmettere
differenti messaggi.
Noi consideriamo il nostro partenariato con il CISS come una sorta di possibilità di sviluppo del
lavoro di rete, una riflessione collettiva comune sulle politiche nazionali e sulle relazioni sud/sud e
sud/nord. La collaborazione con il CISS ci vede impegnati insieme soprattutto nell’ambito dei diritti
umani, diritti civili e i diritti dell’infanzia. Con il CISS possiamo avere più visibilità su questioni
nazionali e internazionali. Questo partenariato ci permette un’apertura, un arricchimento della nostra
realtà, ci consente di analizzare le differenze per trovare alternative.
Lavoriamo inoltre nell’ambito del PASC II per una riflessione, un’analisi concertata sulle strategie di
comunicazione, sui messaggi chiave…etc.
Il nostro partenariato ha una dimensione globale, basata sulla volontà di fare e sul reciproco
riconoscimento delle nostre esperienze. E’ una collaborazione basata sulla fiducia. Il nostro lavoro
valorizza quello del CISS e viceversa, è inoltre un partenariato alla pari dal momento che sia CISS che
Tenmia.ma sono un’emanazione della stessa rete di attori. Il CISS può aiutarci a crescere ad ampliarci
e a collaborare con altri territori del mondo avendo sviluppato delle competenze trasferibili che
possiamo condividere con altre realtà.
Può parlarci delle collaborazioni con altri partner del Nord?
Per quanto riguarda i partenariati, rappresentano per noi degli strumenti di scambio e di
mobilitazione su questioni che ci accomunano perché alla fine condividiamo lo stesso destino.
Noi proviamo ad esempio a sensibilizzare le società civili nel Nord sulla questione delle nuove
politiche migratorie e lottiamo per rafforzare i movimenti della società civile affinché questi
diventino delle vere controparti sia nel sud che nel nord.
Per quanto riguarda e le prospettive future, il partenariato con il CISS sarà rafforzato nell’ambito del
nuovo progetto finanziato dall’Unione Europea sulla questione dei “minori non accompagnati”.
Questo progetto prende in considerazione lo spazio euro-mediterraneo: Marocco, Algeria, Francia,
Spagna e Italia.
Come è nata l’idea di creare il portale Tanmia.ma?
Tanmia.ma è un’associazione creata a seguito di un’iniziativa promossa da un gruppo di attori locali
che operano sul tema dello sviluppo: attori privati, organizzazioni internazionali e la Banca Mondiale.
L’idea è nata nel 2002, nel periodo in cui era in corso il dibattito sul bisogno di rafforzamento delle
capacità degli attori locali sulle tematiche dello sviluppo. E’ stato quello il momento in cui sono nate
delle associazioni “intermediarie” che avevano come ruolo quello di sostenere gli attori locali per
rafforzare le loro capacità di mobilitazione e creare una dinamica di rete, intermediarie in termini di
trasferimento delle competenze e sviluppo delle reti associative.
L’idea di un portale che raccolga proposte, informazioni, conoscenze su differenti tematiche è nata
nello stesso momento in cui il Marocco si è aperto alle nuove tecnologie informatiche. Si è trattato
quindi di realizzare un portale che fosse in grado di ascoltare la base associativa, con contatti reali;
non si tratta di un gruppo di ingegneri che lavora su questioni tecniche, ma è soprattutto un lavoro di
ascolto delle realtà associative e di sviluppo di una rete reale che completa e implementa la rete
virtuale.
L’Association Marocaine de Solidarité et Développement, l’Association Démocratique des Femmes
du Maroc, l’Association Marocaine d’Appui à la Promotion de la Petite Entreprise (AMAPPE), Enda
Maghreb, Morocco Trade and Development Services (MTDS) sono gli enti principali che hanno
partecipato all’ideazione del portale e che fanno parte del comitato organizzativo.
L’associazione è stata creata nel 2004, per cercare di rispondere ad alcune questioni aperte
sull’utilizzo delle nuove tecnologie: come le nuove tecnologie possono rappresentare un supporto
per il rafforzamento delle capacità degli attori locali? E’ da questa domanda che nasce la mission
dell’associazione che ha quindi come scopo principale quello di rafforzare le capacità delle
associazioni attraverso le nuove tecnologie informatiche e attraverso la comunicazione per uno
sviluppo equo e partecipativo.
Qual’è la strategia adottata al momento della nascita di Tanmia ?
A partire dalla creazione dell’associazione, abbiamo definito delle azioni strategiche orientate alla
formazione e all’informazione on line e non, sulla mobilitazione della base associativa e sociale in
tutto il territorio marocchino attraverso relazioni virtuali e reali. Abbiamo inoltre lavorato su alcune
azioni di advocacy, come ad esempio quelle realizzate in occasione del dibattito sull’educazione
nazionale che ha preso piede dopo la pubblicazione del rapporto della Banca Mondiale sul tema
dell’educazione in Marocco.
Tanmia.ma ha mobilitato e unito un gruppo di attori della società civile locale e di esperti su tali
problematiche. Le associazioni hanno inoltre creato una rete propria, che ha partecipato al dibattito
in corso e ha proposto delle indicazioni concrete al Ministero dell’Educazione; queste associazioni
hanno poi creato un portale specifico su queste tematiche per rafforzare sistema educativo
marocchino. Inoltre la dinamica del dibattito concreto ha animato e stimolato quello sul web.
Il portale è inoltre un centro di risorse e di expertise che ne permette la capitalizzazione attraverso la
realizzazione e la diffusione di materiale.
Chi siamo?
Il CISS è un’organizzazione italiana che opera nell’ambito della cooperazione e della
solidarietà internazionale. Dalla data della sua creazione ad oggi ha gestito più di 78 progetti
pluriennali ( conclusi o ancora in corso) e più di 220 interventi minori cofinanziati dalla UE e dal
Ministero degli Affari Esteri italiano, dalle agenzie delle Nazioni Unite e dalla cooperazione
decentrata.
Il CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud) è un organismo che ha come scopo quello di
apportare la sua competenza tecnica e il suo sostegno agli attori che operano nell’ambito
dello sviluppo. E’ presente sul territorio marocchino dal 2004. Propone agli attori locali una visione
esterna e imparziale delle loro azioni al fine di individuare l’oggetto dei loro interventi, ad utilizzare
gli strumenti e i metodi più adatti ma anche a valutare l’efficacia del loro lavoro e a valorizzarlo. Gli
interventi sono realizzati con un approccio interdisciplinare e partecipativo coinvolgendo diverse
competenze.
Il nostro partner
L’associazione Bayti è stata fondata nel 1994 e opera nell’ambito del reinserimento familiare, della
scolarizzazione e della formazione professionale dei minori in difficoltà: bambini di strada, vittime di
abusi e violenze, minori sfruttati sul lavoro…il lavoro di questa associazione sulle questioni dei
minori è riconosciuto a livello internazionale. Il progetto permette la continuità delle azioni
intraprese da BAYTI, che da 13 anni opera nel territorio della città di Casablanca.