`Newsletter sulla protezione dell`infanzia - N. 1 giugno
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`Newsletter sulla protezione dell`infanzia - N. 1 giugno
Newsletter Sommario Editoriale Dossier Il progetto di Sostegno alle Iniziative di Sviluppo Umano Locale nella città di Casablanca sulla questione dei minori di strada Chi siamo ? I nostri partner Il disagio minorile a Casablanca Le nostre attività Intervista a Amine EL AZADI formatore in tecniche di montaggio video di laboratori teatrali per bambini Eventi Da Rabat a Napoli Partenariati Intervista a Mourad Gorouhi, direttore dell’associazione Tanmia.ma Editoriale I cambiamenti che influenzano attualmente il nostro mondo (mondializzazione, divario dei redditi, catastrofi naturali…) ci portano ad interrogarci sul futuro dei nostri bambini. La presa in carico delle generazioni future assume una grande importanza soprattutto in quei contesti dove i minori in condizioni di precarietà sono particolarmente vulnerabili. Il minore in difficoltà è un soggetto privato del sistema di protezione costituito dalla famiglia e dall’insieme dei diritti definiti ad esempio dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia 1 . Questi bambini sono spesso privati dei giochi quotidiani dell’infanzia o dell’adolescenza. Molti muoiono a causa della miseria calpestati nella loro dignità umana. Per gli altri la vita è molto dura: sopravvivono nello sconforto e cercano delle scappatoie ritrovandosi poi incastrati in incubi spesso distruttivi (ad esempio la droga). Chi è responsabile di questa situazione? I genitori sono spesso identificati come causa principale perché considerati incapaci di assumersi la responsabilità dei propri figli e senza alcuna autorità. Il bambino che contesta l’educazione familiare e scolastica è identificato come secondo responsabile. Infine si può parlare delle cause considerate “indirette” che rientrano nella sfera della “mancata assunzione di responsabilità” legata alle condizioni politiche, economiche e sociali del paese, all’esplosione demografica e all’esodo rurale sullo sfondo della povertà che rappresenta il denominatore comune di tutte queste situazioni. Le cause dei disagi dell’infanzia sono tanto diverse quanto è difficile assumersene la responsabilità e noi potremmo essere tentati di considerare la situazione dei minori in difficoltà come l’anello di una catena di paradossi spettacolari e tragici di una storia alla quale abbiamo finito per abituarci. Ora, è nostro dovere pretendere una società più equa, più serena, più umana e assicurare a ciascuno dei nostri bambini un’infanzia stabile e sicura. Qual è la situazione del disagio minorile in Marocco? Il Marocco non sfugge a questo fenomeno planetario. I vari rapporti sullo sviluppo umano dell’UNDP indicano che il tasso di scolarizzazione e di alfabetizzazione in Marocco sono inferiori alla media dei paesi arabi e di alcuni paesi dell’Africa sub sahariana. L’urbanizzazione galoppante e l’esodo rurale provoca situazioni di disoccupazione, precarietà ed esclusione sociale di cui i bambini sono spesso le prime vittime. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro sostiene che siano 600.000 i minori tra i 6 e i 15 anni che svolgono un’attività lavorativa. I ragazzi sono spesso impiegati in attività di piccolo commercio e le ragazze lavorano spesso nelle sartorie a volte a partire dai sette anni di età. Le ragazze possono spesso essere inviate a lavorare in regioni molto lontane o isolate e addirittura essere vendute come governanti da genitori molto poveri, sfruttate come “serve” dalle famiglie ricche della città. Il governo marocchino ha deciso di impegnarsi nella promozione della difesa dei diritti dell’infanzia 1 La Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia è stata adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Questa chiede agli stati firmatari di mettere in pratica ciò che promettono a parole. Il diritto alla sopravvivenza e allo sviluppo, il diritto alla partecipazione e alla tutela. E’ stata ratificata dal Marocco nel 1993 e pubblicata nel 1996. attraverso interventi nazionali e di cooperazione internazionale. Il Marocco ha inoltre fatto degli sforzi nella promozione dello sviluppo umano, in particolare attraverso l’Initiative Nationale pour le Développement Humain (INDH, lanciata nel maggio 2005). E’stato inoltre lanciato un Plane d’Action National pour l’Enfance (PANE) 2006-2015, pubblicizzato con lo slogan “Un Maroc digne de ses enfants”. Sono stati realizzati partenariati da una parte con lo scopo di sostenere il processo di sviluppo umano per la lotta alla precarietà e all’esclusione sociale attraverso la protezione dell’infanzia e dall’altra di rafforzare le competenze della società civile sugli assi principali di questi interventi. Dall’anno 2007, l’ONG CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud), lavora in partenariato con l’associazione Bayti nell’ambito del progetto “Sostegno alle Iniziative di Sviluppo Umano locale nella città di Casablanca sulla questione dei minori di strada” finanziato dell’Unione Europea per una durata di 36 mesi. Questo progetto individua come beneficiari i bambini di strada della città di Casablanca e mira alla reintegrazione dei minori che vivono in condizioni di disagio. Il progetto mira inoltre alla capitalizzazione delle esperienze sulla questione dei minori di strada al fine di individuare e diffondere modelli di buone pratiche e di trasferire l’esperienza di Casablanca in altre regioni del Marocco. La nostra newsletter presenta i programmi e l’avanzamento delle attività del CISS sulla questione della protezione dell’infanzia e propone inoltre articoli, interviste e testimonianze di approfondimento e riflessione sul tema. Auguriamo a tutti una buona lettura e vi ringraziamo per la vostra fiducia! L’équipe del CISS Dossier I bambini in difficoltà Il progetto realizzato dall’associazione Bayti e dal CISS prende in considerazione il territorio della città di Casblanca, capitale economica del Marocco, luogo dove sono stati identificati un numero rilevante di minori che vivono per strada. Questi bambini e queste bambine sono abbandonati a loro stessi, fanno i lustrascarpe, i parcheggiatori, vendono sigarette, rovistano tra i rifiuti. Li vediamo ogni giorno agli incroci delle strade, al porto, sul lungomare in piccoli gruppi o da soli, mentre chiedono a passanti e guidatori qualche moneta. Nell’età in cui dovrebbero essere a scuola per prepararsi alla vita di adulti responsabili sono costretti a mendicare o a lavorare. Bambini di strada, bambini lavoratori che subiscono le forme più orrende di sfruttamento; abusati e violentati, sopravvivono marchiati indelebilmente dalla sofferenza fisica e psicologica. Il nostro progetto si inserisce nel difficile contesto socio-economico marocchino dove il salario minimo è di 1900 dirham (200 USD). Nel 2005, cinque milioni e mezzo di persone, circa il 18% della popolazione locale viveva sotto la soglia di povertà, contro i 3,3 milioni del 1994. Questa situazione è la risultante di un tasso di disoccupazione che colpisce all’incirca il 20% della popolazione in particolare i giovani. Il 73,3% delle famiglie sono proprietarie delle case in cui vivono, ma solo il 53% ha accesso all’acqua potabile e il 65,9% all’elettricità. Nelle zone rurali queste percentuali sono nettamente inferiori: rispettivamente il 7,8% e il 25,8%. L’istruzione è gratuita e obbligatoria fino alla fine del ciclo della scuola primaria, malgrado questo molti bambini non sono scolarizzati. Il nostro progetto Il nostro progetto ha come ambizione il sostegno alle politiche sociali finalizzate alla lotta alla precarietà e all’esclusione dei soggetti più marginalizzati. Il nostro obiettivo specifico è quello di “Promuovere iniziative di rafforzamento degli strumenti di prevenzione, di tutela e di reinserimento di minori in condizioni di disagio nella città di Casablanca, e il rafforzamento delle competenze tecniche del personale delle associazioni marocchine che operano nell’ambito del disagio minorile”, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi globali seguenti: - “ Contribuire al miglioramento delle politiche pubbliche concernenti il tema dell’infanzia attraverso la prevenzione, la tutela e il reinserimento dei minori di strada”. “ Contribuire allo sviluppo di movimenti associativi sulla questione dell’infanzia e all’individuazione di una dinamica di capitalizzazione di buone prassi di reinserimento sociale in Marocco, nel Maghreb e nello spazio Euro-Mediterraneo”. Il progetto si sviluppa su due livelli di intervento: - un’area di intervento locale attraverso delle azioni trasversali di accompagnamento e reinserimento sociale con un approccio innovativo attraverso la scolarizzazione e la formazione. I minori intercettati sono accolti e accompagnati da un’équipe multidisciplinare composta da educatori, assistenti sociali, psicologi, medici, insegnanti e animatori qualificati. 1500 bambini e 1200 bambine saranno inoltre presi in carico per un reinserimento permanente. - un’area di intervento nazionale che passa per la capitalizzazione delle esperienze finalizzata alla diffusione di un modello di buone pratiche con lo scopo di rendere possibile il trasferimento delle azioni in altre zone sia a livello regionale che nazionale. Le azioni del progetto mirano inoltre al rafforzamento delle capacità tecniche delle associazioni locali e dei partner istituzionali e alla realizzazione di un lavoro di rete tra i differenti attori. Quaranta associazioni locali e dieci funzionari pubblici saranno inoltre formati sulla metodologia e gli strumenti dell’approccio “di diritto”, sui modelli organizzativi, e sulle metodologie di gestione di progetti. Inoltre saranno formati 100 educatori su tecniche pedagogiche innovative per l’animazione socioeducativa. Le nostre azioni Nell’ambito del nostro progetto, il CISS ha organizzato azioni di formazione concernenti i metodi e gli strumenti utilizzati nell’”approccio di diritto”, nella gestione organizzativa, nella gestione dei progetti, su tecniche pedagogiche innovative e sulla realizzazione di laboratori teatrali. Le attività di formazione sono rivolte alle associazioni e agli enti pubblici. Amine EL AZADI, membro della compagnia teatrale Nord Sud Art ha animato due sessioni di formazione in “tecniche di elaborazione di progetti teatrali per l’infanzia” a Casablanca e a Beni Mellal. L’intervista qui di seguito ci descrive il suo lavoro e la modalità di collaborazione nell’ambito del progetto. Amine El AZADI ha conseguito in Francia un diploma in animazione culturale, ed è inoltre consulente e formatore nei progetti culturali per l’infanzia e l’adolescenza. Amine è attore e regista ed ha realizzato diversi progetti nella creazione di piéces teatrali e progetti di formazione per animatori sia in Marocco che in Francia. L’intervista Ci può presentare il lavoro che ha svolto nell’ambito del progetto? Il mio lavoro consiste nell’ideare e realizzare dei moduli di formazione sul tema delle tecniche di elaborazione di progetti teatrali per l’infanzia. La formazione è rivolta alle associazioni e ai soggetti istituzionali che lavorano con i minori di strada o in condizione di disagio. Chi ha partecipato agli atelier di formazione ? La formazione era rivolta alle associazioni e ai soggetti istituzionali che operano nell’ambito delle problematiche dei minori di strada. Abbiamo cercato di costituire dei gruppi eterogenei di persone che venivano da regioni e da contesti differenti. Quando abbiamo realizzato gli atelier di formazione a Casablanca erano presenti: educatori e animatori di associazioni locali, animatori di centri socioculturali oltre che membri dell’Entraide National. Questo ha permesso di dare un valore aggiunto sia al gruppo che alla formazione. Quali sono stati gli obiettivi? Quali sono i moduli di formazioni che ha realizzato? Il nostro obiettivo è quello di formare degli animatori/educatori nell’elaborazione e la realizzazione di progetti teatrali e culturali. Lo scopo che abbiamo è quello di far acquisire competenze nell’ideazione e nella conduzione di attività teatrali e di animazione per bambini nell’ambito delle associazioni e delle strutture che operano su questi temi. La formazione è stata sviluppata in tre moduli: un modulo tecnico-pedagogico, un modulo sulla metodologia del progetto e infine un modulo sull’elaborazione di un progetto. Sono state utilizzate diverse tecniche formative. I partecipanti ad esempio hanno simulato situazioni pratiche. Inoltre abbiamo proiettato dei video e animato dei dibattiti su vari temi tra cui il ruolo dell’educatore e dell’animatore, la realtà delle associazioni marocchine, oltre a temi che toccano da vicino le persone coinvolte: la migrazione illegale, la fuga dei bambini, lo sfruttamento dei minori… Quali sono i bisogni espressi dalle associazioni? E quali sono le cose da migliorare? Abbiamo potuto constatare un bisogno concreto da parte delle associazioni in materia di organizzazione e formazione. Per quanto riguarda le cose da migliorare, io penso che bisognerebbe sviluppare dei sistemi di monitoraggio e accompagnamento successivi alla formazione che permetterebbero alle associazioni di avere un sostegno e un inquadramento nella realizzazione dei loro progetti e individuare i nuovi bisogni formativi di perfezionamento una volta conclusa la formazione iniziale e il lavoro realizzato sul campo. Si dovrebbero a mio avviso realizzare dei centri di formazione e accompagnamento e soprattutto valorizzare il lavoro di rete questo permetterebbe di avere uno spazio per lo scambio di esperienze, di progetti e di partenariati. Avvenimenti Incontri, scambi di esperienze e lavoro di rete Da Rabat… Dal 10 al 25 febbraio 2008, in un ambiente di studio e di dibattiti stimolanti, si è realizzato a Rabat un incontro tra associazioni 2 del Marocco e della Repubblica Democratica del Congo, intitolato: “Scambio di competenze: differenti pratiche in differenti contesti (Repubblica Democratica del Congo – Marocco)”, questo incontro era finalizzato al rafforzamento delle capacità delle associazioni nella presa in carico dei minori in difficoltà. L’incontro aveva inoltre lo scopo di mettere in rete partner marocchini e congolesi che operano nell’ambito della protezione dell’infanzia e del disagio minorile. Questo approccio transnazionale è stato un modo per analizzare i diversi contesti di intervento, il bisogno e le necessità specifiche dei beneficiari finali dei progetti oltre che una possibilità per conoscere le reali condizioni dei minori in difficoltà in varie parti nel mondo. Le attività si sono svolte nelle città di Casablanca, Rabat, Salé e Tangeri, alternando alle visite sul campo agli atelier tematici. queste giornate hanno permesso di individuare delle “buone pratiche” relative alla questione dei minori in difficoltà, alla presa in carico delle loro problematiche, e al rispetto dei diritti dell’infanzia. E’ stato inoltre affrontata la possibilità di formalizzare una rete transnazionale e elaborare un piano di continuità attraverso l’integrazione delle istanze della ricerca universitaria affinché si concretizzi un reale scambio di competenze in materia di identificazione, scrittura, realizzazione, valutazione e capitalizzazione dei progetti sulla questione della comune presa in carico delle problematiche dei minori in difficoltà. 2 Associazione REEJER, Associazione Bayti, Associazione Darna, Associazione Atfal, Espace-Associatif, Associazione Tanmia, Università Mohammed VI Rabat. Facoltà des Scienze Giuridiche E>conomiche e Sociali. E’ possibile visualizzare una presentazione dello svolgimento di questo incontro sul link: http://www.selwane.tv/node/470 A Napoli Allo scopo di consolidare la rete tra attori del nord e del sud, che operano sulle questioni dei minori in difficoltà, il CISS ha organizzato un secondo incontro a Napoli (Italia), dal 30 marzo al 3 aprile 2008, sul tema “I minori in difficoltà, differenti pratiche in differenti sud”. L’incontro si è sviluppato seguendo una dinamica di collaborazione e di scambio Sud-Sud e Nord-Sud. Ha fornito ai partecipanti le conoscenze necessarie per l’identificazione, la scrittura e la realizzazione di azioni future nell’ambito dello sviluppo sociale, e in particolare della tutela dell’infanzia. Associazioni giunte dall’Algeria, dal Brasile, dall’Egitto, dal Marocco e dalla Repubblica Democratica del Congo hanno preso parte a questo appuntamento napoletano. I workshop hanno avuto come tema principale la messa in rete e la creazione di partenariati transnazionali finalizzati ad interventi di sviluppo umano e sociale. Si è cercato inoltre di approfondire la conoscenza delle differenti pratiche, tenendo in considerazione la specificità dei contesti nazionali, gli elementi comuni delle pratiche socio-educative e pedagogiche e infine le politiche nazionali di tutela dell’infanzia dei paesi di origine delle delegazioni che hanno partecipato ai workshop. Sono state inoltre organizzati degli incontri con le realtà locali napoletane, permettendo alle associazioni del sud di conoscere esperienze concrete di presa in carico dei minori in difficoltà. Partenariati Tanmia.ma un portale al servizio dello sviluppo Il direttore di Tenmia.ma, il portale dello sviluppo in Marocco, ci ha rilasciato un’intervista raccontandoci quali sono le idee che hanno permesso la nascita dell’associazione. Ci ha parlato inoltre del partenariato con il CISS e delle relazioni tra realtà del sud e del nord del mondo. Intervista con il direttore di Tanmia.ma Ci racconta qualcosa del partenariato con l’Ong CISS? Il nostro partenariato è basato su una dinamica informale. C’è sempre un motivo per incontrarci e, all’inizio abbiamo lavorato con il CISS su un progetto per la realizzazione di strumenti di sensibilizzazione sul tema della migrazione dei minori. Si tratta di supporti video di sensibilizzazione realizzati nell’ambito del PASC I (Programma di Sostegno alla Società Civile), finanziato dal PNUD. Nell’ambito di questa iniziativa, il CISS ci supporta nella diffusione dei prodotti audiovisivi realizzati e nello sviluppo di partenariati internazionali. E’ attualmente in via di conclusione la produzione di un cartone animato. Abbiamo un leggero ritardo nella messa in opera a causa della mancanza di competenze nella capitalizzazione delle esperienze sulla questione dell’infanzia in generale e della migrazione dei minori in particolare. Il dibattito aperto su questi temi e le differenti posizioni hanno creato qualche ritardo sullo sviluppo del nostro progetto. Questo lavoro è inoltre il risultato di un’ampia concertazione dei differenti interventi che ci ha coinvolti per diverso tempo. La difficoltà principale è stata quella di concepire dei messaggi chiari che tenessero conto di tutti gli attori coinvolti nella questione. Abbiamo lavorato all’inizio sulla versione araba, e successivamente abbiamo progettato una versione in amazigh, italiano e francese e altre sceneggiature per trasmettere differenti messaggi. Noi consideriamo il nostro partenariato con il CISS come una sorta di possibilità di sviluppo del lavoro di rete, una riflessione collettiva comune sulle politiche nazionali e sulle relazioni sud/sud e sud/nord. La collaborazione con il CISS ci vede impegnati insieme soprattutto nell’ambito dei diritti umani, diritti civili e i diritti dell’infanzia. Con il CISS possiamo avere più visibilità su questioni nazionali e internazionali. Questo partenariato ci permette un’apertura, un arricchimento della nostra realtà, ci consente di analizzare le differenze per trovare alternative. Lavoriamo inoltre nell’ambito del PASC II per una riflessione, un’analisi concertata sulle strategie di comunicazione, sui messaggi chiave…etc. Il nostro partenariato ha una dimensione globale, basata sulla volontà di fare e sul reciproco riconoscimento delle nostre esperienze. E’ una collaborazione basata sulla fiducia. Il nostro lavoro valorizza quello del CISS e viceversa, è inoltre un partenariato alla pari dal momento che sia CISS che Tenmia.ma sono un’emanazione della stessa rete di attori. Il CISS può aiutarci a crescere ad ampliarci e a collaborare con altri territori del mondo avendo sviluppato delle competenze trasferibili che possiamo condividere con altre realtà. Può parlarci delle collaborazioni con altri partner del Nord? Per quanto riguarda i partenariati, rappresentano per noi degli strumenti di scambio e di mobilitazione su questioni che ci accomunano perché alla fine condividiamo lo stesso destino. Noi proviamo ad esempio a sensibilizzare le società civili nel Nord sulla questione delle nuove politiche migratorie e lottiamo per rafforzare i movimenti della società civile affinché questi diventino delle vere controparti sia nel sud che nel nord. Per quanto riguarda e le prospettive future, il partenariato con il CISS sarà rafforzato nell’ambito del nuovo progetto finanziato dall’Unione Europea sulla questione dei “minori non accompagnati”. Questo progetto prende in considerazione lo spazio euro-mediterraneo: Marocco, Algeria, Francia, Spagna e Italia. Come è nata l’idea di creare il portale Tanmia.ma? Tanmia.ma è un’associazione creata a seguito di un’iniziativa promossa da un gruppo di attori locali che operano sul tema dello sviluppo: attori privati, organizzazioni internazionali e la Banca Mondiale. L’idea è nata nel 2002, nel periodo in cui era in corso il dibattito sul bisogno di rafforzamento delle capacità degli attori locali sulle tematiche dello sviluppo. E’ stato quello il momento in cui sono nate delle associazioni “intermediarie” che avevano come ruolo quello di sostenere gli attori locali per rafforzare le loro capacità di mobilitazione e creare una dinamica di rete, intermediarie in termini di trasferimento delle competenze e sviluppo delle reti associative. L’idea di un portale che raccolga proposte, informazioni, conoscenze su differenti tematiche è nata nello stesso momento in cui il Marocco si è aperto alle nuove tecnologie informatiche. Si è trattato quindi di realizzare un portale che fosse in grado di ascoltare la base associativa, con contatti reali; non si tratta di un gruppo di ingegneri che lavora su questioni tecniche, ma è soprattutto un lavoro di ascolto delle realtà associative e di sviluppo di una rete reale che completa e implementa la rete virtuale. L’Association Marocaine de Solidarité et Développement, l’Association Démocratique des Femmes du Maroc, l’Association Marocaine d’Appui à la Promotion de la Petite Entreprise (AMAPPE), Enda Maghreb, Morocco Trade and Development Services (MTDS) sono gli enti principali che hanno partecipato all’ideazione del portale e che fanno parte del comitato organizzativo. L’associazione è stata creata nel 2004, per cercare di rispondere ad alcune questioni aperte sull’utilizzo delle nuove tecnologie: come le nuove tecnologie possono rappresentare un supporto per il rafforzamento delle capacità degli attori locali? E’ da questa domanda che nasce la mission dell’associazione che ha quindi come scopo principale quello di rafforzare le capacità delle associazioni attraverso le nuove tecnologie informatiche e attraverso la comunicazione per uno sviluppo equo e partecipativo. Qual’è la strategia adottata al momento della nascita di Tanmia ? A partire dalla creazione dell’associazione, abbiamo definito delle azioni strategiche orientate alla formazione e all’informazione on line e non, sulla mobilitazione della base associativa e sociale in tutto il territorio marocchino attraverso relazioni virtuali e reali. Abbiamo inoltre lavorato su alcune azioni di advocacy, come ad esempio quelle realizzate in occasione del dibattito sull’educazione nazionale che ha preso piede dopo la pubblicazione del rapporto della Banca Mondiale sul tema dell’educazione in Marocco. Tanmia.ma ha mobilitato e unito un gruppo di attori della società civile locale e di esperti su tali problematiche. Le associazioni hanno inoltre creato una rete propria, che ha partecipato al dibattito in corso e ha proposto delle indicazioni concrete al Ministero dell’Educazione; queste associazioni hanno poi creato un portale specifico su queste tematiche per rafforzare sistema educativo marocchino. Inoltre la dinamica del dibattito concreto ha animato e stimolato quello sul web. Il portale è inoltre un centro di risorse e di expertise che ne permette la capitalizzazione attraverso la realizzazione e la diffusione di materiale. Chi siamo? Il CISS è un’organizzazione italiana che opera nell’ambito della cooperazione e della solidarietà internazionale. Dalla data della sua creazione ad oggi ha gestito più di 78 progetti pluriennali ( conclusi o ancora in corso) e più di 220 interventi minori cofinanziati dalla UE e dal Ministero degli Affari Esteri italiano, dalle agenzie delle Nazioni Unite e dalla cooperazione decentrata. Il CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud) è un organismo che ha come scopo quello di apportare la sua competenza tecnica e il suo sostegno agli attori che operano nell’ambito dello sviluppo. E’ presente sul territorio marocchino dal 2004. Propone agli attori locali una visione esterna e imparziale delle loro azioni al fine di individuare l’oggetto dei loro interventi, ad utilizzare gli strumenti e i metodi più adatti ma anche a valutare l’efficacia del loro lavoro e a valorizzarlo. Gli interventi sono realizzati con un approccio interdisciplinare e partecipativo coinvolgendo diverse competenze. Il nostro partner L’associazione Bayti è stata fondata nel 1994 e opera nell’ambito del reinserimento familiare, della scolarizzazione e della formazione professionale dei minori in difficoltà: bambini di strada, vittime di abusi e violenze, minori sfruttati sul lavoro…il lavoro di questa associazione sulle questioni dei minori è riconosciuto a livello internazionale. Il progetto permette la continuità delle azioni intraprese da BAYTI, che da 13 anni opera nel territorio della città di Casablanca.