Pag.11

Transcript

Pag.11
In cammino
ESPERIENZE
Pa gina 11
Il messaggio vivo arcano di quelle pietre
di Geronimo Mirabilii*
A Loreto, una ridente cittadina posta su
un colle delle terre marchigiane, in provincia di Macerata, si venera una reliquia
che un'antica tradizione, oggi comprovata dalle ricerche storiche e archeologiche,
dice essere la casa della Beata Vergine
Maria.
Trasportata più di sette secoli fa (1294)
da Nazareth, è la casa dove Ella nacque,
ricevette l'annuncio della maternità divina e dove visse con Gesù e Giuseppe
un'esperienza sublime e meravigliosa,
una storia divina ed umana, intessuta di
grazia, di fede e d'amore senza pari.
Nelle Sacre Scritture leggiamo che
l'Arcangelo Gabriele annunciò a Maria il
mistero dell'incarnazione del Verbo divino nella sua casa di Nazareth.
Secondo la tradizione più accreditata,
dopo la nascita di Gesù a Betlemme e l'esilio in Egitto, la Sacra Famiglia, ritornata a Nazareth, si stabilì definitivamente
nella casa di Maria, dove Ella aveva ricevuto l'annuncio angelico. Dopo
l'Assunzione della Vergine al Cielo, l'umile casa di Nazareth fu subito venerata
come luogo santo, tanto che i pellegrini
dei primi secoli dell'era cristiana ci hanno
tramandato interessanti scritti, nei quali
descrivono la casetta come composta da
due parti: una grotta scavata nel monte e
la camera in muratura, composta da tre
pareti di pietre, poste come a chiusura
della grotta. La tradizione narra che la
Santa Casa fu trasportata dagli angeli
prima in Illiria, precisamente a Tersatto,
nell'odierna Croazia, e poi sul colle di
Loreto nel 1294, tanto che ancora oggi
nelle Marche e in Abruzzo, c'è l'usanza di
accendere grandi falò nella notte tra il 9 e
il 10 dicembre a ricordo della "Venuta",
termine caro ai devoti della Vergine
Lauretana.
Come ben sappiamo ogni leggenda ha un
fondamento storico, pertanto, anche se
meno attraente, dobbiamo attenerci a
documentazioni scientifiche. In base ai
documenti, ai risultati degli scavi archeologici a Nazareth e nel sottosuolo della S.
Casa (1962-65) e a studi filologici e iconografici, si va sempre più confermando
l'ipotesi secondo cui le pietre della S.
Casa sono state trasportate a Loreto su
nave, per iniziativa della nobile famiglia
Angeli, che regnava sull'Epiro. Un documento del settembre 1294, scoperto di
recente, attesta infatti, che Niceforo
Angeli, despota dell'Epiro, nel concedere
la propria figlia Ithamar in sposa a
Filippo di Taranto, quartogenito di Carlo
II d'Angiò, re di Napoli, trasmise a lui
una serie di beni dotali, fra i quali compaiono con spiccata evidenza: "le sante
pietre portate via dalla Casa della Nostra
Signora la Vergine Madre di Dio".
Ha detto Giovanni Paolo II in una delle
sue visite a Loreto:"La Santa Casa di
Loreto è il primo santuario di portata
internazionale dedicato alla Vergine e
vero cuore mariano della cristianità". Da
sempre, e oggi più che mai, l'insigne reli-
quia della Santa Casa di Maria è per il
pellegrino occasione e invito per meditare gli alti messaggi teologici e spirituali
legati al mistero dell'Incarnazione e
all'annuncio della Salvezza. "Hic Verbum
caro factum est" si legge sull'Altare nella
S. Casa a ricordare ad ogni uomo l'annuncio della Salvezza e l'incarnazione del
Figlio di Dio. Qui, e non altrove, il misericordioso progetto divino ha trovato
accoglienza nel "sì" di Maria. "Nella tua
casa Maria, ho respirato il tuo 'sì'. Una
proposta d'amore Dio ti getta nel cuore. E
l'Infinito s'incarna, scende in silenzio
l'Amore, dono di Dio per noi", recita il
testo di un popolare canto lauretano, e chi
è entrato in quella Casa non ha potuto
fare a meno di lasciarsi interrogare da
quel silenzio che custodisce un "sì" che
comunque ci appartiene e al quale noi
tutti apparteniamo, perché è il "sì" che ha
interrotto la catena dei nostri no, è il "sì"
che è diventato Corpo del Figlio di Dio,
Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre.
Quelle pietre consunte dal tempo e annerite dal fumo dei tanti ceri, testimoniano
proprio questo: il passaggio del Figlio di
Dio sulla terra. Allora, la Santa Casa è
luogo privilegiato di preghiera e meditazione per i Cristiani che vogliono rinnovare ogni giorno, ai piedi della Vergine, il
loro "sì" a Cristo, in particolar modo per
le persone consacrate e per i giovani alla
ricerca di un orientamento più generoso e
significativo nella loro vita.
In un mondo dove la dissacrazione sta
prendendo sempre più piede, la Santa
Casa difende il grande valore della famiglia, la sacralità del matrimonio dell'uomo con la donna, perché tra quelle pietre
ha vissuto la Famiglia di Nazareth che è
modello di tutte le famiglie cristiane e
non. Qui sta la radice della famiglia cristiana, qui riscopriamo il valore dell'amore e della vita, dei rapporti umani e cristiani, in una santità quotidiana che genera gioia anche nella sofferenza, nel silenzio e nel lavoro. Dentro la sua Casa,
infatti, quanti affanni, quante pene e
quante lacrime Maria accoglie nel suo
cuore di Madre! Quanti papà, quante
mamme, quanti ammalati, riuniti in preghiera, implorano dalla Madonna la salute del corpo, la pace dell'anima e soprattutto la forza nella sofferenza. Essi tornano alle proprie case a volte guariti anche
nel corpo, ma comunque sempre sereni e
lieti e col vivo desiderio di tornarvi ancora, perché la Madre di Dio, ha per ogni
figlio una carezza, un sorriso e una parola di conforto.
Allora, alle porte del Natale, spiritualmente presenti tra quelle povere pietre
che silenziosamente parlano e gridano
che è Dio la vera ricchezza, rivolgiamo la
nostra preghiera alla Vergine con le stesse parole del Cardinale Angelo Comastri,
Arcivescovo emerito di Loreto: "O
Maria, Vergine Lauretana: mentre passano i secoli ed i millenni, noi ci appoggiamo al tuo Cuore di Madre per intonare
nel nostro povero cuore la melodia del
tuo 'sì', che ci riempie di Eterno e ci rende
pellegrini felici verso la 'Santa Casa' dei
figli di Dio. Amen".
*Seminarista teologo