D idrogeologia - Comune di VALVERDE
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D idrogeologia - Comune di VALVERDE
REGIONE SICILIA PROVINCIA DI CATANIA COMUNE DI VALVERDE ADEGUAMENTO DELLO STUDIO GEOLOGICO ALLEGATO AL PROGETTO DI PRG ALLA NOTA DEL GENIO CIVILE DI CATANIA N° 33385 DEL 19.09.2011 E ALLA CIRCOLARE ARTA PROT. N° 1 DEL 14.01.2014 Dott. Geol. Eugenia Belluardo Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto ALLEGATO D LINEAMENTI IDROGEOLOGICI E VULNERABILITA’ DEGLI ACQUIFERI ANALISI TAVV. 5 APRILE 2014 INDICE ALLEGATI FUORI TESTO ........................................................................................................................................ 2 1. IDROGEOLOGIA DI SUPERFICIE E SOTTERRANEA DELL’AREA IN ESAME. ANALISI DELLA CARTA IDROGEOLOGICA (TAVV. 5) .................................................................................................................. 3 1.1. Idrogeologia dell’area di stretto interesse .............................................................................................. 3 1.2. Vulnerabilita’ dell’acquifero vulcanico ...................................................................................................... 6 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE................................................................................................................................. 9 ALLEGATI FUORI TESTO CARTOGRAFIA DI ANALISI TAVV. 5.1 - 5.2 – 5.3 - 5.4 – Carta Idrogeologica scala 1:2.000 Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457 1. IDROGEOLOGIA DI SUPERFICIE E SOTTERRANEA DELL’AREA IN ESAME. ANALISI DELLA CARTA IDROGEOLOGICA (TAVV. 5) Il massiccio dell’Etna è il risultato della sovrapposizione di più edifici vulcanici formatisi in tempi diversi per l’emissione di prodotti scarsamente differenziati da centri indipendenti e situati su assi eruttivi diversi. L’insieme dei prodotti eruttivi si sovrappone ad un basamento sedimentario, qui rappresentato dalle Argille marnose grigio-azzurre, che costituisce l’orizzonte impermeabile di sostegno delle falde contenute nell’acquifero costituito dal soprastante complesso vulcanico; il substrato impermeabile costituisce un pianoro con inclinazione NW-SE. All’interno del massiccio vulcanico vi è dunque la presenza di un importante circolazione idrica sotterranea alimentata annualmente dall’infiltrazione di un’elevata percentuale di acque di precipitazione. Data la variabilità dei prodotti eruttivi, nella "roccia serbatoio" delle vulcaniti, la circolazione idrica avviene in maniera piuttosto discontinua, spesso divisa in livelli, e si muove seguendo le linee di massima pendenza del basamento impermeabile. A seguito di ciò l’area in esame risulta priva di un vero reticolo idrografico superficiale mancando, non solo dei corsi d’acqua, ma anche incisioni torrentizie significative con deflussi limitati a brevi periodi dell’anno. L’unica incisione torrentizia esistente nell’area, peraltro con modesti deflussi, e il cui alveo è stato ormai completamente trasformato in una stradina di accesso a fondi agricoli (via Scale Settepani), è rappresentata dal Torrente Settepani. Le condizioni sopra descritte sono strettamente dipendenti dalle caratteristiche di elevata permeabilità delle vulcaniti affioranti che determinano una rapida infiltrazione delle acque limitando quindi notevolmente il deflusso in superficie. Questo potrebbe realizzarsi solo per poche ore all’anno in occasione di eventi meteorici di notevole intensità e durata magari in corrispondenza di depositi piroclastici a granulometria fine, mentre risulta assente, anche durante la stagione piovosa, in presenza di precipitazioni diluite nel tempo e di limitata intensità. 1.1. IDROGEOLOGIA DELL’AREA DI STRETTO INTERESSE Come sopra esposto, i terreni affioranti nell'area in esame sono quasi tutti (ad esclusione delle argille) di origine vulcanica e presentano dunque una permeabilità da media ad elevata, prevalentemente di tipo secondario (per fessurazione) e subordinatamente di tipo primario (per porosità). Nella fattispecie, le colate laviche prevalentemente lapidee, costituite da lave tenaci in banchi di spessore variabile generalmente fessurati e fratturati associati a scorie, passanti in basso a lave compatte in grossi banchi con frequenti fratture in parte beanti, presentano una permeabilità prevalentemente di tipo secondario da alta a media in relazione alla frequenza, Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457 estensione e ampiezza delle discontinuità, mentre le porzioni vulcanoclastiche presentano una permeabilità per porosità da media a bassa in funzione del loro grado di classazione e della percentuale di porzione limosa fine. Dunque, volendo caratterizzare dal punto di vista idrogeologico i terreni vulcanici “in grande” ovvero considerando le porzioni lapidee fratturate e quelle vulcanoclastiche, scoriacee, le brecce e le piroclastici nel loro insieme, attribuiamo al complesso una permeabilità di tipo misto da elevata a media. Il versante orientale dell’Etna rappresenta una delle principali strutture acquifere in cui si articola il massiccio vulcanico e può essere suddiviso in tre settori, ognuno dei quali può essere considerato una struttura acquifera dotata di una sua individualità, come segue: 1) Settore Nord - orientale; 2) Settore centro – orientale ; 3) Settore sud – orientale Nell’ambito di queste tre grandi idrostrutture è possibile riconoscere, alle quote mediobasse, strutture minori costituite spesso da paleovalli in cui sono contenuti corpi idrici parzialmente indipendenti. L’area in cui insiste il territorio comunale di Valverde è compresa nel settore centroorientale, essendo esso delimitato a Nord dall’alto strutturale di Nunziata - Nunziatella Puntalazzo e a Sud dall’allineamento Capo Mulini – Ficarazzi - S. Gregorio -Tremestieri Etneo Massa Annunziata. La delimitazione più evidente si ha in corrispondenza dei bassi versanti per la presenza in affioramento dei terreni sedimentari del substrato. Una delle aree di drenaggio che si delineano all’interno del settore centro–orientale è quella che si estende tra Acicatena – Aci S. Antonio - Trecastagni e S. Gregorio –Valverde – Capo Mulini. Il tratto compreso tra Aci S. Antonio – Valverde – S. Gregorio – S. G. La Punta e Viagrande presenta una morfologia particolarmente uniforme che riflette abbastanza bene le condizioni del substrato sedimentario impermeabile. Una brusca variazione di queste condizioni si osserva alle due estremità orientale ed occidentale dove si collocano rispettivamente le scarpate di faglia di Acicatena - S.Anna - Valverde e gli accentuati pendii di Trecastagni. Il limite meridionale dell’area di drenaggio coincide con quello della struttura ed è delimitato dagli affioramenti argillosi pleistocenici che si osservano dalla periferia di Capo Mulini fino a quella di S. Gregorio e nelle località Torre Casalotto, Fontana, Casalrosato, M.te Catira. Quest’area di drenaggio è sede di una ricca falda acquifera che defluisce in direzione circa W-E, con un gradiente idraulico medio del 3% che diventa molto più basso a monte della scarpata di faglia presente tra Aci S. Antonio e Acicatena. La falda risulta notevolmente sfruttata mediante un elevato numero di opere di captazione, costituite in maggioranza da pozzi che si spingono generalmente poco oltre i 100 metri di profondità. L’area di drenaggio appena descritta si estende fino ai più alti versanti del vulcano convogliando importanti deflussi sotterranei che si manifestano lungo il litorale di Capo Mulini; una parte di queste acque viene captata più a monte da un imponente sistema di opere, Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457 gallerie (gallerie Turchio, Consolazione e Tavolone) e pozzi di servizio, ed utilizzata per l’approvvigionamento potabile della città di Catania e di altri centri minori della fascia costiera. La galleria più vicina all’area in esame, è la galleria Turchio che si sviluppa tra Aci Bonaccorsi e Valverde, per una lunghezza complessiva di oltre 3 km trovando sbocco subito ad ovest della località S. Anna. Essa è dotata di due pozzi di servizio (pozzo Turchio e pozzo Cerasa) localizzati a NNW e NE della frazione Maugeri, nonché di cinque stazioni di pompaggio con pozzi perforati. Da dati di letteratura risalenti al 1975 si riporta per essa una portata di 1430 l/s . Nell’area di interesse sono presenti inoltre le sorgenti di Dionisio e Casalrosato; la prima ha una portata di 0,5 l/s, la seconda di 1,5 l/s ed hanno ambedue un utilizzo prevalentemente irriguo. Da dati di letteratura è stata rilevata nell’area di stretto interesse la presenza di un esiguo numero di captazioni, spesso ad uso privato, oggi quasi del tutto abbandonate soprattutto a causa del continuo abbassamento della falda; l’approvvigionamento a monte da parte delle gallerie drenanti sopra descritte ha infatti depauperato le riserve idriche dell’area ed ha portato negli anni ad un generale abbassamento del livello della falda, dato che si evince facilmente confrontando la profondità del livello della falda nei pozzi riportata su pubblicazioni di circa 30 anni fa con l’andamento delle isopiezometriche e la profondità della falda nel territorio di Valverde riportata su pubblicazioni più recenti. Proprio a causa dell’esiguità del numero di captazioni presenti nell’area e della difficoltà di reperire dati recenti circa la profondità del livello statico della falda nei pozzi censiti, non è stato possibile ricostruire in maniera puntuale e attendibile l’andamento delle isopiezometriche alla scala delle tavole. Da dati di letteratura si evince comunque che la falda acquifera si attesta ad una profondità di circa 150 metri nella porzione settentrionale dell’area del territorio comunale, dove è maggiore la potenza della successione vulcanica sul substrato impermeabile, per decrescere fino a meno di 50 metri dal p.c. procedendo verso Sud; la direzione principale del deflusso sotterraneo è da W verso E. Nelle TAVV. 5 la permeabilità è stata distinta in: • BASSA in corrispondenza dei depositi continentali recenti (depositi di versante, depositi di frana, riporto antropico, depositi colluviali), di nessun interesse idrogeologico. • da MEDIA ad ELEVATA (10-4 m/s<K<10-3 m/s) in corrispondenza delle vulcaniti a causa dell’estrema variabilità dei loro prodotti: essa infatti risulta elevata e prevalentemente di tipo secondario in corrispondenza delle porzioni lapidee variamente fratturate e fessurate e media per porosità in corrispondenza delle porzioni epiclastiche, delle vulcanoclastiti, delle brecce e delle scorie. Si tratta dunque di una permeabilità di tipo misto. • da MEDIA A BASSA (10-5 m/s<K<10-4 m/s) in corrispondenza dei depositi tufitici, ovviamente di tipo primario, in relazione al grado di classazione e alla percentuale di frazione limosa. Essi presentano scarso interesse idrogeologico ma possono essere sede di falde Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457 sospese. • MOLTO BASSA (K<10-6 m/s) in corrispondenza delle argille grigio-azzurre del substrato preetneo che costituiscono l’orizzonte impermeabile dell’acquifero vulcanico. La circolazione idrica sotterranea è qui praticamente assente. Si evidenzia la presenza di locali ed occasionali emergenze d’acqua che si manifestano quando la circolazione idrica superficiale che si attesta nelle coperture detritiche (che talora hanno notevoli spessori), intercetta la superficie topografica venendo a giorno, provocando talvolta locali deformazioni del suolo e fenomeni di creep di versante. 1.2. VULNERABILITA’ DELL’ACQUIFERO VULCANICO Per vulnerabilità di un acquifero si intende essenzialmente la possibilità di penetrazione e propagazione di un inquinante nell’acquifero stesso. Essa dipende da tre principali processi che si producono nel sottosuolo, ovvero: 1) lo spostamento dell’acqua o di un inquinante fluido portato dall’acqua attraverso l’insaturo fino a raggiungere la superficie della falda; 2) la dinamica del flusso sotterraneo nella zona di saturazione; 3) la concentrazione residua di un inquinante al suo arrivo nella zona di saturazione rispetto alla sua concentrazione iniziale. Durante il percorso nell’insaturo infatti, in funzione delle sue caratteristiche, avvengono molte interazioni tra suolo, rocce, acque sotterranee e inquinanti che concorrono a mitigare l’impatto di questi ultimi. Il territorio interessato dall’acquifero vulcanico sopra considerato (che ovviamente si estende oltre il territorio comunale di Valverde) rappresenta un’area ad elevata concentrazione di insediamenti umani di tipo residenziale e di attività a carattere agricolo. Il rischio di inquinamento delle risorse idriche sotterranee è quindi elevato, specie se si tiene conto dell’alto grado di permeabilità dei terreni vulcanici e della totale o parziale assenza di un impianto fognario e di efficaci sistemi di depurazione e di smaltimento dei rifiuti sia liquidi che solidi che caratterizza gli insediamenti urbani che ivi insistono. L’ubicazione di queste possibili fonti di inquinamento in rapporto alla posizione dei punti di captazione di acque utilizzate a scopi potabili e alle zone di drenaggio preferenziale della falda, evidenzia condizioni di alto rischio, nonostante la profondità della falda rispetto al piano campagna e l’esistenza di orizzonti di terreni porosi con capacità filtrante intercalati tra le lave lapidee. I terreni vulcanici presenti estesamente nell’area in esame costituiscono, dal punto di vista idrogeologico, una rete acquifera in vulcaniti molto permeabili, diffusamente fessurate, senza protezione superficiale, associate a prodotti scoriacei, brecce e tufi e prodotti di alterazione. Essi rappresentano dunque un acquifero ad alta vulnerabilità, nel quale la propagazione degli inquinanti è da molto rapida, in corrispondenza delle lave fratturate, a Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457 localmente lenta in presenza di scarsa fessurazione e di intercalazioni di materiale a granulometria fine. Gli affioramenti argillosi presenti nella porzione meridionale e sud-orientale dell’area costituiscono invece un complesso sedimentario poco permeabile praticamente privo di circolazione sotterranea. La profondità dal p.c. a cui si attesta la falda influenza ovviamente gli effetti di un inquinante in relazione ai tempi di percorrenza. Essendo la piezometrica media nell’area di interesse compresa tra 50 e 150 metri dal p.c. (procedendo da S verso N) la vulnerabilità dell’acquifero vulcanico può essere considerata alta. La vulnerabilità all’inquinamento nelle TAVV. 5 è stata così definita: • VULNERABILITA’ MEDIO-ALTA in corrispondenza dei prodotti vulcanici (Formazione Valverde- Vulcaniti dell’Ellittico- Lave recenti) in funzione della profondità della falda. • VULNERABILITA’ MEDIO-BASSA in corrispondenza delle Tufiti rosso-brune. • VULNERABILITA’ BASSA in corrispondenza delle Argille grigio-azzurre. La propagazione degli inquinanti resta limitata all’ambiente superficiale. I produttori reali e potenziali di inquinamento presenti nel territorio, possono essere distinti in puntuali (discariche, impianti di trattamento dei rifiuti, serbatoi interrati, cimiteri, industrie con scarichi organici e/o inorganici) e non puntuali (centri abitati e aree di espansione edilizia generalmente sprovvisti di rete fognaria e di impianti di trattamento delle acque reflue, aree interessate da attività agricole, attività zootecniche). A queste si aggiunge lo sversamento in sotterraneo di rifiuti liquidi quali il materiale di svuotamento delle fosse settiche. Il rischio di inquinamento esprime la probabilità che un evento dannoso si verifichi (pericolo) per il danno che da questo può derivare (valore-vulnerabilità). Da dati di letteratura si evince che l’area del territorio comunale di Valverde, è stata definita a vulnerabilità elevata, attraverso la valutazione di diversi parametri quali: ● Valore relativo socio-economico delle opere di captazione ● Qualità di base delle risorse idriche ● Livelli di valore delle risorse idriche ● Grado di esposizione dei soggetti a rischio ● Vulnerabilità intrinseca dell’acquifero ● Livelli di vulnerabilità dei soggetti a rischio Dall’incrocio di varie matrici con i parametri sopra riportati vengono fuori i valori della pericolosità relativa dei principali parametri di inquinamento (Hr) e quelli del danno atteso dei soggetti a rischio (D). Il rischio elevato richiede interventi strutturali e non strutturali di prevenzione di grande rilevanza, quali azioni di bonifica delle fonti inquinanti e interventi di disinquinamento degli acquiferi. Come già esposto nel precedente paragrafo, il deterioramento quantitativo delle risorse idriche si è già manifestato a Valverde attraverso la riduzione di produttività delle opere di Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457 captazione (con conseguente abbandono dei pozzi) e l’abbassamento della falda (che mediamente nel settore centro orientale etneo è stato di 70 metri). Del deterioramento qualitativo se ne è avuta evidenza ad esempio nelle acque della sorgente di Casalrosato che, mentre negli anni passati erano utilizzate dalla nota fabbrica di birra oggi dismessa e dunque come acque potabili e ad uso industriale, oggi non sono più acque potabili e vengono utilizzate solo a scopo irriguo. Lo stesso dicasi per la sorgente Fontana. Pur non essendo il territorio di Valverde sede di rilevanti produttori reali o potenziali di inquinamento (a parte il cimitero, i distributori di carburante, e qualche modesta attività con scarichi organico-biologici), l’acquifero vulcanico che ivi affiora in maniera estesa (e sul quale insistono anche altri comuni) può essere definito a rischio elevato specie in corrispondenza del centro abitato che insiste interamente su terreni di natura vulcanica dotati di permeabilità da elevata a media, e in totale assenza di un sistema fognario, mancanza che accomuna Valverde ad alcuni comuni limitrofi che sono totalmente o parzialmente sprovvisti di pubblica fognatura e che rappresenta dunque, a nostro parere, l’intervento strutturale da realizzare al più presto. La diffusa presenza di fosse settiche che sopperiscono alla mancanza della rete fognante, seppur realizzate e funzionanti a norma di legge, costituisce infatti una potenziale fonte di inquinamento dovuto, come già detto, allo sversamento in sotterraneo di rifiuti liquidi quali il materiale di svuotamento delle stesse. Inoltre, per salvaguardare la qualità delle acque sotterranee si possono prevedere: interventi di modifica delle modalità di sfruttamento dell’acquifero, in modo che il cono di depressione creato dal pompaggio non interessi aree a rischio elevato per la presenza di fonti di inquinamento; il monitoraggio delle variazioni del livello di falda in stazioni rappresentate ad esempio dai pozzi in disuso; il controllo dei principali parametri chimico-fisici delle acque di falda. APRILE 2014 Dott. Geol. Eugenia Belluardo Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Barbagallo M.-Caltabiano S.-Ferrara V.- Scandurra A.: “Contributo alla conoscenza dell’acquifero vulcanico interessato dalle opere di captazione che alimentano la città di Catania” Estratto da: Atti 4° Convegno Internazionale sulle Acque sotterranee – Acireale 17-21 febbraio 1980 Ferrara V. – “Idrogeologia del versante orientale dell’Etna”- Estr. da: Atti del 3° Convegno internazionale sulle acque sotterranee – Palermo 1-5 novembre 1975 Dott. Geol. Patrizia Di Benedetto– via Monti Iblei, 9 – 95030 Tremestieri Etneo (CT) – Tel. 3391580800 Dott. Geol. Eugenia Belluardo – via Cosenza 151 – 91016 Erice (TP) - Tel. 3926275457