Il Resto del Carlino I servizi sanitari tornano `a casa`
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Il Resto del Carlino I servizi sanitari tornano `a casa`
25 maggio 2013 Il Resto del Carlino I servizi sanitari tornano ‘a casa’ AD UN ANNO dall’emergenza terremoto, stanno trovando una sede stabile i servizi sanitari distrettuali a Cento, cominciando a rientrare nell’orbita dell’ospedale Santissima Annunziata. In particolare, quelli di Medicina del lavoro e Igiene pubblica, che erano stati dislocati temporaneamente nella struttura di Sant’Agostino Soccorso (a Sant’Agostino) e che hanno trovato sistemazione in via Armellini 7, in città. La direzione del Distretto cure primarie passa da via Ugo Bassi in via Cremonino, l’Assistenza domiciliare integrata è stata spostata nei locali del Laboratorio analisi in via Vicini, così come il servizio di vaccinazioni che occuperà gli studi medici di cardiologia e il servizio di veterinaria che da via Vicini passa in via Ugo Bassi, al civico 1. GLI SPOSTAMENTI si sono resi necessari dopo le scosse di maggio, che hanno richiesto un riassetto emergenziale dei servizi. Ma ora tornano a ‘casa’ e rientreranno nella logica di razionalizzazione e sviluppo, destinate a rafforzare il nosocomio centese nel prossimo futuro. Il sindaco Piero Lodi, affiancato dal direttore generale dell’Ausl Paolo Saltari, dal direttore del distretto ovest Mauro Manfredini e dal dottor Giuseppe Cosenza dell’area Igiene e Sanità pubblica del Santissima Annunziata, non ha potuto astenersi dal ringraziare gli operatori sanitari che un anno fa misero a disposizione le loro competenze, la loro opera (anche in condizioni critiche) nel corso dell’emergenza terremoto. E continuano il loro lavoro per la comunità. «Appena l’ospedale verrà ristrutturato — annuncia Cosenza —, le attività torneranno nella propria sede». In una sorta di fase 3 di ricollocazione dei servizi che, auspica il direttore Mauro Manfredini, «possa concentrare le attività attorno all’ospedale. Quella che abbiamo presentato oggi è una fase ancora transitoria e che presto verrà a risolversi». E l’impegno non mancherà hanno fatto intendere Lodi e Saltari, che considerano il Santissima Annunziata un punto di forza per l’intero territorio. La Nuova Ferrara «Ora si sciolga il nodo dell’ex S. Anna» Ha sbattuto la porta. «Qui non ci torno più». Stefano Bighi (nella foto), direttore della Radiologia ospedaliera, si è dimesso con effetto immediato. Un evento inatteso, spiegano in ospedale, almeno in questa forma. Sui motivi della scelta si rincorrono le ipotesi, ma sembra che da qualche tempo il primario non fosse più in sintonia con la direzione dell’ospedale nè con quella di dipartimento. Bighi ha anche partecipato di recente alla selezione per il responsabile di dipartimento, ma non sarebbe riuscito a scalzare la concorrenza di uno dei concorrenti, Luciano Feggi, che aveva già ricoperto l’incarico. La direzione del S. Anna non commenta. In corsia c’è chi fa notare che il clima aziendale in ospedale «è molto peggiorato negli ultimi tempi - commenta Pierluigi Api, segretario Anaao - lo ha ben evidenziato un nostro sondaggio fra gli iscritti. Inoltre chiedo, se il pareggio di bilancio è stato ottenuto con un intervento della Regione e con la riduzione dei servizi, qual è stata l’azione dei due direttori generali?». Meno posti letto, meno ricoveri, meno accessi al pronto soccorso. Il sistema sanitario provinciale sta scontando gli effetti di un intreccio di contingenze che peseranno sullo scenario locale almeno per i prossimi 2-3 anni. I conti della cura dimagrante li hanno presentati i due direttori generali di Asl e S. Anna, Paolo Saltari e Gabriele Rinaldi, nel corso della Conferenza socio-sanitaria territoriale riunita in Castello giovedì pomeriggio. Cifre che metteranno a dura prova sia i vertici delle due aziende che gli amministratori pubblici, chiamati a votare entro l’estate un altro capitolo della riorganizzazione che inciderà sulla distribuzione dei servizi territoriali e dei posti letto, che hanno già subito un calo sia nell’azienda ospedaliera che sul territorio. Gli occhi sono puntati in questi giorni sul dato nuovo emerso dalla riunione tecnico-politica in Castello: i 57 milioni di euro da recuperare entro il 2016. «La Regione - spiega il direttore generale del S. Anna, Gabriele Rinaldi - non intende più sostenere l’elevato livello di costi che in passato ha distinto la nostra provincia rispetto alle altre. Dovremo farci carico di questo vincolo e nei prossimi anni attuare i piani di rientro necessari». Una “bolletta” 2013 da 30 milioni di euro per la sanità provinciale era stata annunciata nel marzo scorso durante i lavori della Conferenza socio-sanitaria, che ospitò l’assessore regionale Carlo Lusenti, autore di una pubblica strigliata agli amministratori locali, invitati con tono perentorio e severo, a rientrare nei livelli di costo delle altre province. Il motivo della rampogna lo si è scoperto proprio giovedì, quando è stato ufficializzato il valore del contributo che la Regione ha dovuto versare nel 2012 per pareggiare i conti dell’azienda ospedaliera: 36 milioni di euro, un disavanzo indotto in buona parte - è stato detto in Conferenza - dai costi del sisma e del trasloco del S. Anna. I 30 milioni da risparmiare nel 2013, che includeranno una quota di spending review nazionale e un capitolo di spese da riassorbire sul piano strettamente locale, potrebbero pesare per circa due terzi sul S. Anna e per un terzo sul bilancio dell’Asl. Ipotesi che dovranno essere valutate e approvate dall’assessorato regionale. Entro giugno si potrà valutare meglio l’impatto della manovra sulla rete sanitaria locale, quando verranno comunicati gli interventi a carico del sistema ospedaliero. Resta da chiarire il futuro del S. Camillo di Comacchio, del Borselli di Bondeno, ma anche la rimodulazione dell’assistenza nelle altre strutture, come Delta, Argenta e Cento. E’ al momento avvolto nel mistero anche il ruolo dell’ex S. Anna di Ferrara, dove da mesi avrebbe dovuto insediarsi la ‘Città della Salute’. Il cosiddetto ‘anello’ è in buona parte deserto. «Risolvere questo nodo il più in fretta possibile ci aiuterà a contenere i costi a carico dell’azienda ospedaliera», spiega Rinaldi che oggi dirige un’azienda sanitaria con poco più di 700 posti letto mentre sulla carta dovrebbero essere 860. Da Comacchio intanto torna a farsi sentire la Consulta civica che addita «la più alta percentuale della regione nella riduzione del personale con una diminuzione, all’Asl, di 170 unità tra il 2005 e il 2011». I conti della sanità provinciale, scrive Manrico Mezzogori, presidente della Consulta, sono schiacciati da un ospedale «da rianimare» (Cona) e da «un indice mastodontico di personale in area dirigenziale. All’Asl su 2917 dipendenti ben 555 sono inseriti in questo ambito. Intanto si riduce a manetta il personale, si riducono a manetta i servizi (ultimo caso, la presenza della Guardia medica estiva sul litorale comacchiese, subito rientrata, per risparmiare 20mila euro), aumenta la mobilità passiva e di conseguenza tutti i costi degli altri indicatori sanitari. Cresce inoltre il ricorso agli istituti privati». Così è cambiato l’ospedale di Cento CENTO Ad un anno dal terremoto, la struttura ospedaliera di Cento fa il punto della situazione sulla dislocazione dei vari servizi. «Si è individuata una nuova logistica sanitaria – ha detto il sindaco, Piero Lodi, ricordando l’emergenza affrontata con professionalità da tutto il personale – in particolare per i servizi distrettuali, che ha consentito al sistema della sanità pubblica locale di non perdere nessun servizio e di vedere una razionalizzazione ma non certo un indebolimento in un momento in cui nel nostro nosocomio sono in corso importanti investimenti. Già oggi c’è quindi un ospedale più strutturato e, al termine dei cantieri, ci sarà quel salto di qualità che già si è fatto apprezzare». «In questo modo – ha ricordato anche il direttore generale dell’Ausl di Ferrara, Paolo Saltari – abbiamo cercato di portare tranquillità a tutti facendo la nostra parte, affrontando le criticità e risolvendole». A fare quindi il punto della situazione sono stati Mauro Manfredini, direttore del distretto Ovest e Giuseppe Cosenza, direttore del dipartimento di Sanità pubblica, che hanno spiegato la dislocazione dei servizi nella fase due di assestamento dei servizi. A cambiare collocazione sarà quindi la direzione del distretto dipartimento cure primarie, che andrà in via Cremonino 18, al primo piano, l’assistenza domiciliare integrata che passerà all’ospedale in via Vicini, 2 nei locali del laboratorio analisi, la Spsal (medicina del lavoro) e la Sip edilizia (igiene pubblica) che si potranno trovare in via Armellini, 7 e veterinaria che andrà in via Ugo Bassi, 1. Tutti gli altri servizi resteranno nella medesima sede prevista per la ricollocazione della prima fase di assestamento. «Abbiamo lavorato tanto e bene qui a Cento – ha detto Cosenza – in un clima di collaborazione con le autorità locali. C’è stata la volontà di fare le cose immediatamente. Siamo riusciti a tenere funzioni molto richieste dalla popolazione qui a Cento, senza chiudere e spostare le attività chissà dove. Il tutto sarà in via temporanea e, appena sarà ristrutturato l'ospedale ritorneremo nelle zone qui adiacenti».