CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_09_16)
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EVENTI Corriere della Sera Mercoledì 16 Settembre 2015 43 # La rete Associazione Don Milani, Cooperativa Santi Pietro e Paolo, Associazione Antropos, Cooperativa Solidarietà e Rinnovamento, Associazione Piano Terra, Cooperativa sociale Il Tappeto di Iqbal, Associazione Terra e Libertà e UISP Comitato regionale Campania, Cooperativa sociale Comunità del Giambellino, Vides Main, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Per sostenere i Punti Luce: illuminiamoilfuturo.it/punti-luce. Il sito ufficiale www.savethechildren.it. Scarica l’«app» Eventi Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. GIUSEPPE CHIANTERA PER SAVE THE CHILDREN Da Milano a Palermo sono più di 4.500 i giovanissimi coinvolti A supporto dei bambini e adolescenti in condizioni di deprivazione socio-culturale, Save the Children ha aperto 13 Punti Luce in 8 regioni, coinvolgendo finora più di 4.500 minori in attività culturali, sportive e ludiche. Il rapporto che certifica la povertà educativa è disponibile anche in rete, all’indirizzo www.savethechildren.it/pubblicazioni. Coinvolti i partner di progetto UISP Comitato provinciale Genova, CSI Comitato provinciale Catania, Associazione Inventare Insieme, Il commento Non è necessario che faccia tutto il governo Il reportage di Antonio Calitri di Maurizio Ferrera I l Rapporto di Save the Children punta il dito su una vera e propria piaga scoperta del nostro modello sociale e di intervento pubblico. I livelli di povertà educativa degli studenti sono troppo bassi e nel Mezzogiorno sono addirittura indecenti. In regioni come Sicilia , Campania, Basilicata uno studente di 15 anni ha il triplo di probabilità di non raggiungere competenze minime in matematica rispetto a uno studente trentino. In particolare la Calabria ha percentuali di alunni in povertà cognitiva identiche a quelle di paesi come la Turchia e la Bulgaria, e si avvicina pericolosamente ai paesi in via di sviluppo quali la Malesia ed il Messico. Che in un paese che si dice avanzato la situazione sia così drammatica è incomprensibile e inaccettabile. Il dramma è tanto più grave quanto più consideriamo che prevenire la povertà educativa non richiede sforzi immani né sul piano finanziario né su quello organizzativo. Save the children formula raccomandazioni molto ragionevoli e alla nostra portata: più scuole, insegnanti più motivati e attenti al problema, azioni mirate nei confronti di chi rischia di più, tempo pieno, attività extracurriculari. Dovrebbe essere già tutto previsto dalla «Buona Scuola». Purtroppo però le leggi non bastano, occorre attuarle e prendere impegni precisi sotto forma di target misurabili. I livelli di competenze sono fortemente correlati alla famiglia di origine, il che origina un circolo vizioso di generazione in generazione. La povertà economica non è il solo fattore responsabile, ma è il principale. Per questo qualsiasi piano non può prescindere da misure generali di contrasto alla povertà, come il reddito minimo di inclusione. Non è necessario che faccia tutto il governo. C’è il terzo settore, il volontariato, ci sono le Fondazioni. Queste ultime hanno un prezioso capitale di esperienze che può e deve essere valorizzato. Se ne ricordi il governo nella prossima legge di stabilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA R oberta, 17 anni, oggi ha la passione per la danza. Era arrivata l’anno scorso al Punto Luce di Bari, aperto da Save the Children nel quartiere Libertà, perché aveva bisogno di un aiuto per lo studio. Ora ha deciso di rimanere tra i volontari per aiutare gli altri ragazzi. Una delle storie di questo asilo mancato diventato un centro ad alta densità educativa per bambini e ragazzi dai 6 a 16 anni, e per le loro famiglie. Il Punto Luce di Bari è collocato, come gli altri dislocati in tutta Italia, in una delle zone più difficili della città: alto tasso di criminalità, forte presenza di extracomunitari e assenza di spazi sociali. Mancano perfino le piazze. Qui, al di là della guerra tra i clan, esattamente un anno fa fu ucciso uno studente albanese di 25 anni, «colpevole» di aver sedato una rissa tra quindicenni e di aver dato uno schiaffo al figlio di un boss della zona. Inaugurata nel maggio del 2014, la struttura è uno spazio di 400 metri quadri ricavata in una parte dell’oratorio della principale chiesa del quartiere, una volta laboratorio di falegnameria che poi avrebbe dovuto diventare un asilo, e infine preso in affitto da Save the Children per lanciare il suo progetto di contrasto alla povertà educativa. Il centro molto animato da bambini, ragazzi e mamme baresi e stranieri che vivono in zona, è formato da quattro sale più un giardino. Lo staff e i volontari di Save the Children si La lotta per la conoscenza nel «ventre molle» di Bari riconoscono dalla t-shirt rossa, altrimenti potrebbero essere confusi con molti degli studenti perché, ci spiega il coordinatore del centro, Francesco Muciaccia, «a parte alcune insegnanti in pensione che fanno da volontarie per i ragazzi, il resto del personale è formato da tre educatori trentenni e tanti volontari alla pari, nel senso che sono ex studenti e studentesse che prima frequentavano il centro per studiare e poi hanno deciso di restare e darci una mano». Il Punto Luce Imparare il metodo di studio in un quartiere a rischio. E gli ex studenti fanno i volontari Percorriamo il centro con Muciaccia. La prima sala che troviamo è il laboratorio che assomiglia più a una delle aule di «Fame». Parquet a terra, muri bianchi con disegni che ricordano i graffiti di Keith Haring, una parete tutta specchi e un videoproiettore. «Qui», illustra Muciaccia, «teniamo i laboratori per i ragazzi, da quello di hip hop e danza a quello di rap, dove il famoso rapper cittadino Torto Og insegna ai ragazzi a comporre le canzoni e a musicarle. Nel primo laboratorio di rap che abbiamo concluso, Torto Og e i ragazzi hanno composto insieme una canzone, l’hanno musicata, cantata e hanno girato un video che poi è stato caricato su Youtube. Con i 450 ragazzi che sono passati dal centro in questi mesi abbiamo realizzato laboratori di ogni Sintonia Educatori e ragazzi al lavoro (foto: Francesco Alesi per Save the Children) L’iniziativa Nel 2014, Save the Children ha lanciato la campagna Illuminiamo il futuro, per contrastare la povertà educativa. Ed ha aperto dei Punti Luce, spazi educativi in quartieri svantaggiati delle città, all’interno dei quali i bambini tra i 6 e i 16 anni e le loro famiglie usufruiscono di diverse attività gratuite. Quelli inaugurati sono 13 finora: a Catania, Palermo, Bari, Brindisi, Gioiosa Ionica, Scalea, Napoli (2), Roma (2), Genova, Torino, Milano. Altri tre Punti, a Sassari, Palermo e Milano, sono in preparazione genere, da quello di pianoforte e di musicoterapia, a quelli di fotografia, di scrittura creativa e di illustrazione, con la pubblicazione di un libro con i lavori realizzati dai ragazzi». C’è poi il vero cuore del Punto Luce, l’aula dove educatori e volontari combattono la povertà educativa cercando di fornire agli studenti un metodo di studio e provando a scoprire le loro attitudini: una sala grande e luminosa, con quattro grandi tavoli dove stanno seduti insieme ragazzi, educatori e genitori in un brusio non fastidioso. «Abbiamo subito chiarito ai genitori che non si tratta di un doposcuola», spiega Muciaccia, «partiamo dalle materie che studiano in classe, per aiutarli non tanto a fare i compiti o a risolvere i problemi di matematica che gli insegnanti gli hanno assegnato ma per fornir loro un metodo di studio». Per i più piccoli, le lezioni le seguono anche i genitori, di solito le mamme, così che possano apprendere un metodo per aiutare i figli anche a casa. Ancora più in là c’è un’altra sala, colorata, piena di giocattoli. Non è per i bambini che vengono a studiare ma per i loro fratellini e sorelline più piccole così che i genitori con più figli e che accompagnano quelli più grandi al Punto Luce, possono stare tranquilli di avere anche i più piccolini sotto controllo. L’ultimo locale è la palestra dove si svolgono tutti i laboratori sportivi e dove si gioca a basket e a pallavolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 8727381