Dalla `cultura dello scarto` alla `cura dell`altro`: quale speranza?
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Dalla `cultura dello scarto` alla `cura dell`altro`: quale speranza?
MATERIALE PER IL CONCORSO “Dalla ‘cultura dello scarto’ alla ‘cura dell’altro’: quale speranza? ” COSTRUISCI UNA FRASE CON UNA, CON DUE O CON TUTTE QUESTE PAROLE: CULTURA, SCARTO, CURA, ALTRO, SPERANZA a. “La cura nella scelta delle parole ci aiuta a non scartare la cultura dell’altro” Luca, 10 anni b. … FRASI DI PAPA FRANCESCO CULTURA a. Quando parliamo di ambiente, del creato, il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero (Udienza Generale, 5 giugno 2013) b. Che cosa vuol dire coltivare e custodire la terra? Noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Il verbo “coltivare” mi richiama alla mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione! (Udienza Generale, 5 giugno 2013) c. Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti. (Udienza Generale, 5 giugno 2013) d. Benedetto XVI ha ricordato più volte che questo compito affidatoci da Dio Creatore richiede di cogliere il ritmo e la logica della creazione. (Udienza Generale, 5 giugno 2013) e. Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione; e così non riusciamo più a leggervi quello che Benedetto XVI chiama “il ritmo della storia di amore di Dio con l’uomo”. (Udienza Generale, 5 giugno 2013) f. Ma il “coltivare e custodire” non comprende solo il rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. (Udienza Generale, 5 giugno 2013) g. Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. noi abbiamo questo compito! (Udienza Generale, 5 giugno 2013) h. Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. (Udienza Generale, 5 giugno 2013) i. Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. (Udienza Generale, 5 giugno 2013) j. Ricordiamo bene, però, che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame! (Udienza Generale, 5 giugno 2013) CURA a. custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. (Omelia, 19 marzo 2013) b. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. (Omelia, 19 marzo 2013) c. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. (Omelia, 19 marzo 2013) d. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. (Omelia, 19 marzo 2013) e. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio! (Omelia, 19 marzo 2013) f. Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! (Omelia, 19 marzo 2013) g. il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. (Omelia, 19 marzo 2013) L’ALTRO a. Abele è pastore, Caino è contadino. La loro identità profonda e, insieme, la loro vocazione, è quella di essere fratelli, pur nella diversità della loro attività e cultura, del loro modo di rapportarsi con Dio e con il creato. Ma l’uccisione di Abele da parte di Caino attesta tragicamente il rigetto radicale della vocazione ad essere fratelli. La loro vicenda (cfr Gen 4,1-16) evidenzia il difficile compito a cui tutti gli uomini sono chiamati, di vivere uniti, prendendosi cura l’uno dell’altro. (Messaggio per 47° giornata della Pace, 1 gennaio 2014) b. Alla domanda «Dov’è tuo fratello?», con la quale Dio interpella Caino, chiedendogli conto del suo operato, egli risponde: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?» (Gen4,9). (Messaggio per 47° giornata della Pace, 1 gennaio 2014) c. Il racconto di Caino e Abele insegna che l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento. Lo testimonia l’egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e tante ingiustizie: molti uomini e donne muoiono infatti per mano di fratelli e di sorelle che non sanno riconoscersi tali, cioè come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono. (Messaggio per 47° giornata della Pace, 1 gennaio 2014) SPERANZA a. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! (Omelia, 19 marzo 2013) b. … COSTRUISCI UNA CARTINA POP UP DELLA TUA CITTÀ: (OCCORRENTE: UNA CARTINA DELLA TUA CITTÀ, UN PAIO DI FORBICI, DELLA COLLA, UNA MACCHINA FOTOGRAFIA, FOGLI PER DISEGNARE, MATITE) h. prendi una cartina della tua città i. lungo il tragitto da casa a scuola, in palestra, in piscina, dai nonni, al supermercato o dove vuoi tu, scatta fotografie o disegna quello che ti piace di più e quello che ti piace di meno e che butteresti via! j. ritaglia le foto o i disegni fatti e incollali sulla tua cartina esattamente dove li hai visti k. ora fotografa o disegna la tua casa, la scuola, le strade, i palazzi… l. ritaglia le foto e i disegni fatti e incollali sulla tua cartina m. ecco fatta la cartina pop up di quello che ti piace e di quello che butteresti via LIBRI DA LEGGERE a. “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, Luis Sepúlveda b. “Il libro della giungla”, Rudyard Kipling c. “La fabbrica di cioccolato”, Roald Dahl d. “Sei la mia migliore amica ma ti odio!”, Rosie Rushton e. “Cosa c’è di più importante di uno scooter?”, Manuela Salvi f. “Una famiglia formato extralarge”, Lia Levi g. “Bambina affittasi” Jaqueline Wilson h. “L’occhi del lupo”, Daniel Pennac i. “Il gufo che aveva paura del buio”, Jill Tomlinson j. “Il mistero della ronda di notte”, Sebastiano Ruiz Mignone MUSICA a. “Lo stretto indispensabile” di Terry Gilkyson. Colonna sonora del film Il Libro della giungla, di Walt Disney b. … FILM a. “Edward mani di forbice”, di Tim Burton b. …