Attrezzature e Insiemi a P i Pressione
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Attrezzature e Insiemi a P i Pressione
Attrezzature e Insiemi a P Pressione i La protezione contro i pericoli di sovrappressioni secondo ll’approccio approccio imposto dalla moderna strategia di prevenzione e dalla PED • Primo o Pericolo e co o da d eliminare e e in premessa Pensare di venire a insegnare qualcosa I pericoli specifici dell dell’industria industria processo sono l’incendio, esplosioni l i i fisiche fi i h e o chimiche hi i h emissioni di sostanze tossiche nocive. di le l le o Negli impianti nei quali tali pericoli sono p p presenti,, g gli incidenti derivano quasi sempre d l dal mancato t contenimento delle sostanze stoccate, manipolate o trasformate entro i componenti e sistemi a ciò destinati. destinati “Lo Lo studio dei pericoli dell’industria di p processo è quindi, in buona sostanza, lo studio t di dei d i pericoli i li neii componenti e sistemi a pressione o suscettibili di essere sottoposti a pressione” (F.P.Lees - “Loss prevention in the process industries”). ) Di cosa parleremo 1)La Nuova Strategia di Prevenzione 2)Le definizioni e il significato i termini in t i i Ingegneristici I i ti i 3)Le regole tecniche esistenti 4)La ) corretta rappresentazione pp nelle relazioni tecniche da presentare agli enti La disposizione contenuta nell’articolo 17 del d l D.Lgs. D L 334/99 che imponeva e ancora impone all’ISPESL di ARMONIZZARE ON il procedimento di omologazione degli impianti ai sensi della legge 12 agosto 1982 n° 597 i cuii sono presenti in ti lle sostanze t ddell’allegato ll’ ll t I parte t 1e2 CON LE NORME TECNICHE del presente decreto i materia in t i di sicurezza i STUDIO DEI PERICOLI, STIMA E VALUTAZIONE DEI RISCHI Gli obiettivi l’approccio I metodi di tale studio sono fissati dalla nuova strategia di prevenzione che si sostanzia nel processo riconosciuto con il termine RISK ASSESSMENT La nuova strategia L t t i di prevenzione i peraltro lt ffa ormai parte del nostro ordinamento giuridico -D.Lgs. 626/94 inerente il sistema di prevenzione i e protezione t i d della ll salute l t d deii lavoratori; -D.Lgs. 359/99 sulle attrezzature di lavoro; Direttiva 1999/92/CE (Atex II) e D D.Lgs. Lgs 626 titolo VIII; -D.Lgs. 334/99 sui pericoli di incidente rilevante. rilevante - Infine il D.Lgs. n°93 del 25 febbraio 2000 che impone al fabbricante di: “ Analizzare i p pericoli per p individuare quelli q connessi con la sua attrezzatura a causa della pressione e di “progettarla e costruirla tenendo conto della sua analisi analisi” 1. LA NUOVA STRATEGIA DI PREVENZIONE I FONDAMENTI SOCIO CULTURALI Fondamenti 1)Il Pericolo P i l è connesso alle ll attività umane 2)Certi ) pericoli p non sono eliminabili 3)In questi casi occorre ridurre il RISCHIO a livelli li lli TOLLERABILI con misure ADEGUATE •Il giudizio sulla adeguatezza ed efficacia delle misure di prevenzione e protezione: · deve essere un giudizio di carattere globale ; deve essere rapportato al pericolo · non sempre tale giudizio può essere espresso in termini deterministici ma spesso deve essere formulato in termini probabilistici; · a volte il giudizio non può essere espresso in funzione del solo controllo di conformità a norme o standard; · tale controllo, in determinati casi, deve rappresentare solo il requisito minimo e pregiudiziale. 2.2.4 USO DEI TERMINI SICUREZZA E SICURO (Use of the word safety and safe) L’uso dei termini sicurezza e sicuro come aggettivi qualificativi dovrebbe essere evitato perché non apportano ulteriori informazioni. e in più possono essere interpretati come una assicurazione di eliminazione garantita dei rischi. E’ più corretto sostituire, ogni volta che sia possibile, i termini sicurezza e sicuro con l’indicazione degli obiettivi. Per esempio: - “elmetto protettivo” invece di “elmetto di sicurezza” ; 225 2.2.5 IL CONCETTO DI SICUREZZA (The (Th conceptt off safety) f t ) 2.2.5.1 Non esiste una sicurezza assoluta assoluta. La permanenza di un rischio di un certo valore è inevitabile. Questo valore del rischio è quello che in questa Guida è definito come rischio residuo. Quindi un prodotto, processo o servizio può soltanto essere relativamente sicuro 2.2.5.2 La sicurezza è raggiunta riducendo il rischio ad un livello tollerabile definito in questa Guida rischio tollerabile. Il rischio tollerabile è determinato dalla ricerca del migliore equilibrio possibile tra la soluzione ideale di sicurezza assoluta e la domanda di un prodotto, processo o servizio, ed altri fattori come il beneficio per l’utilizzatore, l’adeguatezza allo scopo, il costo effettivo e le convenzioni della società a riguardo. Ne consegue la necessità di rivedere continuamente il livello tollerabile, in particolare quando lo sviluppo, sia nella tecnologia che nella conoscenza, può guidare a miglioramenti economicamente realizzabili per ottenere il minimo rischio compatibile con l’uso del prodotto, processo o servizio 2.2.5.3 Rischio tollerabile: è il livello di rischio ottenuto con un processo iterativo di studio del rischio (analisi e valutazione del rischio) e riduzione del rischio (si veda Fig. 2.1) PROCESSO ITERATIVO DI STUDIO DEL RISCHIO Fig. 2.1 Identificazione dei pericoli Riduzione del rischio Stima del rischio Valutazione del rischio NO E’ stato raggiunto il livello di rischio tollerabile? SI Fine Studio dell rischio Definizione dell’uso normale e delle anomalie ragionevolmente prevedibili Analis si del rischio Partenza Fig. 4.1 CONOSCENZA DEL RISCHIO QUANTO E’ PROBABILE ? COSA PUO CONDURRE AL MALFUNZIONAMENTO ? QUALE PUO ESSERE L’EFFETTO ? STRUMENTI PER LO STUDIO DEL RISCHIO ESPERIENZE STORICHE METODI ANALITICI CONOSCENZE E INTUIZIONE Le tecniche da utilizzare per la individuazione e valutazione dei pericoli rappresentano una strada per incrementare la comprensione e la conoscenza dei pericoli associati ad un processo o ad un impianto, esistente i t t o in i ffase di progetto, tt all fifine di poter t prendere d le decisioni corrette in materia di gestione del rischio. Le tecniche adottate per una valutazione dei pericoli servono a consentire una migliore comprensione dei rischi associati a determinati impianti, esistenti o in corso di progettazione, in modo che le decisioni relative possano essere prese a avendo endo un nq quadro adro di riferimento più completo e affidabile. 5 5. APPROCCI ALLA VALUTAZIONE DELLE SITUAZIONE DI PERICOLO 1) Controllo di conformità alla pratica consolidata e corrente 2) Analisi e valutazione preventiva, predittiva e specifica 5.1 CONTROLLI DI CONFORMITA’ Esempio: CHECK LIST LIST-ANALYSIS ANALYSIS 5.2 ANALISI E VALUTAZIONE CON APPROCCIO PROBABILISTICO ffa riferimento, if i t per l'incidente l'i id t preso iin considerazione, sia alla probabilità di accadimento di t d dell'incidente ll'i id t sia i alla ll entità tità d dell danno . MATRICE DI RISCHIO frequente probabile improbabile remota bassa media alta altissima Conseguenza Superamento MAWP Zona 1 Basso rischio - non sono necessarie azioni Zona 2 Eventi che richiedono azioni, su base costi-benefici Zona 3 Alto rischio - sono necessarie modifiche PER LE ATTREZZATURE E INSIEMI ( ASSEMBLY) INSIEME( ASSEMBLY) Attrezzature assemblate in modo da costituire un tutto integrato in grado di funzionare ( in condizioni di Sicurezza) IL processo di Risk Assessment sulle Attrezzature in Pressione secondo La Norma Europea EN 764-7.”Sistemi di sicurezza per apparecchi non soggetti alle fiamme” fiamme preparata con mandato del CEN preparata,con CEN, dalla Commissione Europea (EC) e dalla Europea Free Trade Association, come supporto dei requisiti essenziali di sicurezza della Direttiva Europea per gli Apparecchi a pressione (PED) 97/23/EC Principio Informatore Se i limiti ammissibili possono essere superati, l’ l’apparecchio hi in i pressione i dovrà essere provvisto sarà prevista l’installazione di, diversi dispositivi che concorrono a determinare il livello ADEGUATO di protezione del componente: Complesso di dispositivi che costituiscono il SISTEMA DI SICUREZZA Del Sistema di sicurezza fanno parte Dispositivi e sistemi di limitazione quali 1 Sistemi di regolazione : 1. 2. Sistemi di monitoraggio: Dispositivi p di sicurezza come valvole di sicurezza, dischi di rottura, aste di torsione,, CSPRS,, etc o dispositivi di misura, controllo e regolazione g aventi funzioni di sicurezza (SRMCR), I sistemi di sicurezza o i loro componenti p devono essere indipendenti p da importanti altre funzioni, a meno che la funzione di sicurezza non venga influenzata da tali altre funzioni. Non sono d N da considerare id sistemi i t i di regolazione e monitoraggio che non fanno parte del sistema di sicurezza Figura 2- Risposte dei sistemi di regolazione, monitoraggio e sicurezza in relazione alla PS Legenda X Y Ps tempo pressione massima pressione ammissibile 1 - variazioni di pressione mantenute entro l’intervallo operativo di progetto per intervento dei sistemi di regolazione e controllo 2 - intervento del sistema di monitoraggio 3 - intervento del sistema di sicurezza Pressione Massima Pressione ammissibile PS x 1,10 Nessuna operazione continua in questa zonaa 1.100 Massima Pressione ammissibile PS 1.000 3 1 2 Normale intervallo operativo Il sistema di monitoraggio reagisce Il sistema di sicurezza reagisce Tempo Annesso E p della Norma Europea p e riferimenti alla Direttiva Europea p sugli g apparecchi pp in Scopo pressione (97/23/EC). P E D Dispositivi p di protezione ann.1\2.10 Dove appropr Ann. 1\2.10b) Sistema di Sicurezza EN 764-7 Dispositivi diretti che limitano la pressione (valvole di sicurezza sicurezza, Dischi di rottura, CSPRS…) ART.1/2.1.3 Accessori di Sicurezza Art. 1\2.13 Ann. 1\2.10a) Ann. 1\2.10 SISTEMA DI MONITORAGGIO SISTEMA DI REGOLAZIONE SRMCR Art. ½.1.3 (dispositivi di limitazione) Dispositivi limitatori (pressione, temperatura, livello, flusso) Dispositivi di misura, regolazione, controllo, indicatori Uno scenario incidentale (o dei rischi) è indicato in figura (Fig. 7) EVENTO SIGNIFICATIVO Evento incidentale Deviazione fuori controllo Deviazione di processo Anomalia Interventi di Emergenza e mitigazione Sistema di protezione inadeguato Fallimento del controllo Regolazione inadeguata Procedure di emergenza CSPRS (Pressure relief system) Sistema di it i e monitoraggio SRMCR (Safety related measurement, control and regulation system) y ) Sistema di regolazione Fig. g 7 Albero dei g guasti, rappresentazione pp di un generico scenario incidentale Questa figura mostra un percorso di eventi o catena che porta da un evento iniziale a certe conseguenze, attraverso una serie di eventi indesiderati ed in un particolare tempo di propagazione. L’analisi L analisi dei rischi secondo la 764/7 • La norma stabilisce che: Lo studio dei pericoli deve essere effettuato con gli strumenti della Ri k A Risk Analysis l i e Ri Risk kE Evaluation l ti come indicato nello schema di flusso f riportato in fig. f 1. Identificazione dei pericoli Stima del rischio Studio del rischio Denominazione dei confini Dell’apparecchio in pressione Analisi del ris A schio Inizio Valutazione del rischio Riduzione del rischio NO E’ stato raggiunto il livello di rischio tollerabile? Informazioni all’utilizzo del rischio residuo e misure idonee per ridurlo se necessario. Fine Figura 1 – Processo di valutazione e id i d dell rischio. i hi riduzione L’Analisi del rischio comporta: La determinazione dei limiti di pressione in tutte le fasi L’uso previsto e le anomalie prevedibili L’identificazione L identificazione dei pericoli (potenziali) la stima del rischio. La valutazione del rischio Valutazione dei rischio come processo in cui, sulla base dell’analisi dei rischi, si arriva ad esprimere un giudizio sul raggiungimento o meno del livello tollerabile di rischio) Lo studio deve essere effettuato con approccio realistico SONO DA VALUTARE DANNI ALLE PERSONE DANNI ALL’AMBIENTE DANNI AI BENI Il fabbricante e l’utilizzatore l utilizzatore dovrebbero considerare le condizioni più onerose che potrebbero esistere per pressione e temperatura p p La NORMA TECNICA DISPONIBILE GENERATORI DI VAPORE Recipienti nei quali si trasformano i liquidi in vapore a pressione più elevata di quella atmosferica allo scopo di impiegarlo fuori del recipiente stesso RECIPIENTI DI VAPORE Apparecchi che ricevono o racchiudono vapore proveniente da generatori separati nonché i recipienti sottoposti all’azione di gas o di vapori, o degli g uni e degli g altri insieme,, sviluppantisi pp nell’interno di essi per l’azione del calore e per effetto di azioni chimiche, semprechè nella camera di elaborazione o sulle pareti che la circondano si eserciti una pressione superiore alla pressione atmosferica RECIPIENTI PER GAS COMPRESSI LIQUEFATTI COMPRESSI, O DISCIOLTI Apparecchi che contengono gas compressi, liquefatti o soluzioni di gas dei quali sia impedita od ostacolata la libera evaporazione i nella ll atmosfera f DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 13 FEBBRAIO 1981, 1981 N.° 342 Sono esclusi dalla sorveglianza ….. I recipienti di vapore o di gas aventi pressione massima effettiva di funzionamento non superiore a 0 5 kg/cm2 e capacità superiore a 2000 litri purché 0,5 siano sottoposti sul luogo di primo o nuovo impianto alla verifica dei dispositivi p di sicurezza,, che verrà eseguita secondo le modalità previste al primo comma del successivo art. 65, ovvero, in mancanza dei dispositivi di sicurezza, ad una prova alternativa tendente ad accertare che il recipiente è stato installato i condizioni in di i i tali t li per cuii la l pressione i di progetto tt non possa essere superata in nessun caso. Decreto 1974 art 17 art. I recipienti fissi …………… devono essere installati in modo tale che, che durante d rante il normale esercizio, eserci io non vengano superati i limiti di temperatura e di pressione stabiliti nel progetto progetto, indipendentemente dall’intervento dei dispositivi di sicurezza. ---O--Quando per particolare natura o disposizione dell’impianto dell impianto non è possibile che i limiti di pressione e temperatura stabiliti nel progetto siano superati è escluso l’obbligo g degli g accessori di cui ai pprecedenti punti b ((valvola di sicurezza)) c (termometro) I RECIPIENTI DEVONO ESSERE MUNITI DI: • UN MANOMETRO O ALTRO INDICATORE DI PRESSIONE • UN TERMOMETRO O ALTRO INDICATORE DI TEMPERATURA • UNA O PIU’ VALVOLE DI SICUREZZA O DISPOSITIVI A FRATTURA PRESTABILITA SECONDO LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEGLI ARTICOLI SUCCESSIVI art. 20 I dispositivi di sicurezza devono essere dimensionati e devono funzionare in modo che la pressione non superi quella stabilita dalle specificazioni tecniche applicative di cui all’art. 58 del ppresente decreto ---O--La portata di fluido che essi possono scaricare non deve essere inferiore alla massima quantità di fluido comunque adducibile o generabile nel recipiente anche in relazione a prevedibili dibili anomalie li nell’esercizio ll’ i i d l del recipiente stesso e dell’impianto in cui è inserito art. 21 Qualora non siano state fornite dal progettista ovvero dall dall’utente utente le indicazioni della quantità di fluido da scaricare, l’A l’Associazione i i N i l per il Controllo Nazionale C t ll della Combustione accerta direttamente che le valvole installate siano rispondenti ai q di cui al p precedente art. 20 requisiti art. 22 I condotti di collegamento e ingresso ai di dispositivi iti i di sicurezza i nonché hé gli li eventuali t li condotti di scarico devono essere di dimensionati i i e realizzati li i in i modo d da d non limitare la funzionalità dei detti dispositivi di sicurezza. i ---O--- Lo scarico dei dispositivi p di sicurezza deve avvenire in modo tale da evitare danni alle persone VALVOLE DI SICUREZZA 4. Dimensionamento delle valvole di sicurezza destinate a scaricare liquidi 4.1 Le valvole di sicurezza destinate a scaricare li idi surriscaldati liquidi, i ld i o non, devono d essere dimensionate dal costruttore delle valvole di sicurezza stesse o dall’utente tenendo conto dellee ccaratteristiche de e s c e termodinamiche e od c e de del fluido da scaricare, salvo quanto disposto per casi particolari. particolari 5. Determinazione della portata di scarico delle valvole di sicurezza 5.1 5 1 Le valvole di sicurezza devono essere dimensionate in modo da scaricare una portata q la cui valutazione è strettamente connessa con la natura dell dell’impianto impianto di cui il recipiente fa parte e con le cause che possono determinare ll’intervento intervento di detti dispositivi. dispositivi Queste cause possono essere raggruppate in due categorie: a) anomalie di esercizio esercizio, quali errori di manovra, manovra disservizi dei controlli automatici o dei meccanismi di regolazione automatica compresi i dispositivi di riduzione di pressione con o senza by-pass, apporto di calore da sorgenti esterne non dovute ad incendio ed altre b) incendio esterno • q q=155000 *F S0,82 / L • AE = superficie p del recipiente p a contatto sia con il liquido sia con le fiamme [m²]; • Q’ = potenza entrante specifica per unità di superficie fi i [kW/m²]; [kW/ ²] Q = potenza totale entrante che per API 521 vale Per i casi generali • Q =34500*FAw0,82 [Btu/h] (2.16) • Q = 255600 *FA FAw0,82 [KJ/h] (2 16a) (2.16a) A determinate condizioni • Q =21000*FA 21000 FAw0,82 [Btu/h] (2.17) • Q =155520 *FAw0,82 [KJ/h] (2.17a) Water will reduce heat input Remotely operated depressuring valve allows stress on vessel to be reduced Where there is no liquid to absorb heat, the walls may overheat and burst at or below the set pressure of the relief valve l - the th relief li f valve l will ill nott prevent the vessel from bursting Insulation reduces heat input Slope the ground to prevent liquid accumulating under the vessel Boiling liquid absorbs heat and p prevents the walls getting too hot L’acqua riduce l’ingresso di calore La valvola di depressurizzazione permette di ridurre lo stress t termico t i La pendenza previene l’accumulo di liquido sotto il serbatoio Quando non c’è liquido che assorbe calore, le pareti possono surriscaldarsi e collassare, a o al di sotto della pressione di scatto della valvola di sicurezza – la valvola di scarico non protegge il serbatoio dalla rottura. L’isolamento riduce l’ngresso di calore Il liquido che bolle assorbe calore e protegge le pareti dal surriscaldamento OCCASIONI NON COLTE L’ASL può ridurre l’intervallo decennale di cui precedente comma nel caso di recipienti p al p contenenti fluidi corrosivi in relazione al tipo di materiale costituente ll’apparecchio apparecchio considerato. considerato I recipienti della classe c) di cui sopra saranno sottoposti all’esame dell’efficienza delle valvole di sicurezza ogni due anni a condizione che: 1) La taratura delle valvole di sicurezza, sicurezza alla presenza di un tecnico dell’ISPESL o ASL, venga effettuata ad intervalli di tempo di due anni; 2) La natura del fluido da scaricare sia tale da non pregiudicare i di l’ ffi i l’efficienza d ll valvole delle l l di sicurezza, i tenuto conto delle caratteristiche dei materiali costituenti tit ti le l valvole l l stesse. t art. 51 art Apparecchi pp facenti p parte di impianti a ciclo continuo Per gli apparecchi a vapore e per i recipienti di gas compressi, liquefatti o disciolti, facenti parte pa te d di impianti p a t a cciclo c o co continuo t uo può esse esseree concesso, su domanda tecnicamente motivata, ll’esonero esonero dall dall’esame esame annuale dell dell’efficienza efficienza delle valvole di sicurezza a condizione che: 1) La taratura delle valvole di sicurezza, sicurezza in presenza di un tecnico dell’ASL, venga effettuata ad intervalli di tempo di tre anni; sono ammessi intervalli di tempo superiori a tre anni su parere favorevole del Comitato Tecnico “Impianti a pressione” dell’ISPESL nel caso di cicli funzionali dell’ISPESL, f n ionali che eccezionalmente superino i tre anni di d t durata 2) La natura del fluido sia tale da non pregiudicare l’efficienza delle valvole di sicurezza, i t t tenuto conto t d ll delle caratteristiche dei materiali costituenti le valvole stesse 3) L’impianto sia dotato di dispositivi che realizzino li i l condizioni le di i i di cuii all primo i comma dell’art. 17 la cui affidabilità sia indicata in una relazione tecnica presentata dall utente dall’utente 4) In sede di verifica di esercizio venga accertato anche attraverso ll’esame accertato, esame delle registrazioni disponibili presso l’impianto, che h la l funzione f i d i sistemi dei i t i di regolazione l i e controllo sia rimasta invariata rispetto alle indicazioni contenute nella relazione tecnica p presentata dall’utente ((1). ) E1B5 E.1.B.5 3.2 DISPOSITIVI 3.2.1 Per i dispositivi p di cui al ppunto 3.1.1 valgono g le definizioni: FUNZIONE: compito affidato ad un dispositivo o ad un insieme di dispositivi p pper ottenere i risultati indicati nella relazione tecnica presentata dall’utente (es. indicazione, registrazione, regolazione, l i allarme, ll ecc..)) AFFIDABILITA’: capacità dei dispositivi di svolgere la f i funzione assegnata, per un periodo i d stabilito bili di tempo 3 2 2 I dispositivi si individuano nei 3.2.2 seguenti gruppi: 1. Si 1 Sistemii di regolazione l i add intervento i automatico i 2. Sistemi di protezione ad intervento automatico 3.2.3 I sistemi di regolazione ad intervento automatico hanno lo scopo di mantenere le variabili di processo entro i limiti prestabiliti. L’intervento L intervento potrà essere del tipo a tutto o niente, a gradino o modulante. 3.2.4 I sistemi di protezione ad intervento automatico hanno lo scopo di mettere in sicurezza l’impianto o parte dello stesso quando le variabili di processo hanno raggiunto condizioni limite prestabilite. 3.2.5 La dotazione minima dei dispositivi da porre a corredo dell’impianto, o di ciascuna parte dello stesso protetto da ogni singola valvola di sicurezza, sarà scelta dall’utente fra i gruppi di cui al punto 3.2.2 o fra una combinazione di essi, in relazione alle caratteristiche del processo e sulla base della esperienza di esercizio dell’impianto o di altri similari. La documentazione deve essere resa disponibile pper g gli organismi g di controllo aventi giurisdizione nella sede di installazione del componente. componente Il costruttore deve accertarsi che l’utilizzatore abbia specificato tutte le possibili cause di sovrappressione e il sistema di sicurezza adottato facendo specifico riferimento alla adottato, norma in argomento. 3.3. REGISTRAZIONI 3.3.1 L’utente dovrà tenere a disposizione dei funzionari A.N.C.C. i seguenti documenti: 1)) Le registrazioni, g , sotto forma di diagrammi g e/o fogli di marcia, dei dispositivi di cui al punto 3.1.1. FATTORI O ANOMALIE CHE POSSONO DETERMINARE SOVRAPPRESSIONI O VUOTO 1) Scambio di calore con l’ambiente esterno per: a) Incendio esterno b) Variazioni della temperatura ambiente 2)) Riscaldamento esterno: a) Anomalie sul vapore di riscaldamento ((valvola rimasta aperta p mancato funzionamento valvola di riduzione a monte)) b) Riscaldamento elettrico rimasto inserito 3) Riscaldamento interno: a)) Anomalie A li nella ll reazione i determinata d i da d mancato trasferimento inibitore b) Contaminazione C i i agentii esternii c) Eccessivo caricamento catalizzatore d) Errore nella sequenza di carico, alta temperatura e) Danneggiamento agitatore f) Mancata partenza agitatore g) Accumulo reagente h)) controllo i) l) m)) n) o) p) Mancato funzionamento organi g di Polimerizzazioni Decomposizioni R i i note e incontrollate Reazioni i ll Reazioni secondarie ignote Errore nel dosaggio Interruzione del ciclo 4) Condizioni Esplosive: a) Formazioni di miscele esplosive b) Polveri c)) Fluidi instabili 5) Anomalia nei servizi: a) Elettrici b)) Azoto c) Aria strumenti d) Fluido di raffreddamento 6)) Cattivo funzionamento di: a) strumenti di controllo quali: sensori di campo controllori valvole computer strumenti t ti analitici liti i b) Sistemi antincendio c) Agitatori d) Scambiatori e) Pompe p f)) Compressori 7) Errori umani: a) Errata chiusura di una valvola sulla mandata di una pompa b) Errata procedura c)) Errato E t caricamento i t d) Mancato intervento e) Manovra di emergenza errata 8) Uscita bloccata 9) Trasformazioni chimico-fisiche delle miscele: a) Espansione termica b) Aggiunta di un fluido estremamente volatile 10) Vaporizzazione V i i rapida id G.V. 1) 2) 3) 4) 5)) 6) 7) 8) 9) 10) 11) Coeff. Sicurezza V. di Sicurezza 1) V. di Sicurezza 2) M Manometro t 3) App. pp di Alimentazione x 2 4)) Bruciatore dimensionato Indicatore di livello Indicatore di livello 1) Valvola di non ritorno 2) V. di intercetto del vapore 3) Conduttore abilitato A.V. R.G. P < Pg - 2: 1) V. di sicurezza Riduttore 2) Manometro V. sul riduttore 3) Termometro VV. di sicurezza i Manometro P < Pg - 0,5: 0 5: V. di S. Manometro V. di scarico ASME a)) Il vessell non sia i destinato d ti t a contenere t esclusivamente aria – acqua o vapore di acqua b) L’utilizzatore deve specificare in modo esplicito che la protezione pp contro i p pericoli di dell’apparecchiatura sovrappressione è realizzato con un sistema e non con la valvola di scurezza c) L utilizzatore deve garantire che la L’utilizzatore pressione di progetto è più elevata della massima pressione che è “ragionevole” ragionevole presumere possa essere raggiunta con il sistema it di protezione t i adottato d tt t d) L’utilizzatore deve effettuare una analisi dettagliata dettagliata” nella quale siano “analisi stati individuati e studiati “tutti” gli scenari credibili che possono portare a una sovrappressione. Devono essere prese in considerazione tutte le possibili cause di sovrappressione descritte nella sezione 2 delle norme API Raccomandazioni pratiche 521 – “guida per gli scarichi di pressione e sistemi di depressurizzazione” e)) P Per l’analisi l’ li i dettagliata d li i di indicata all punto precedente deve essere adottato un approccio “organizzato e sistematico”, quale ad esempio: HAZOP – Hazard and Operability A l i Analysis FMECA – Film Modes,, Effects and Critically Analysis E T A – Fault Tree Analysis E.T.A. E.T.A. – Event Tree Analysis Wath if – What if Analysis o altre metodologie simili. simili L’analisi deve essere condotta da un team multidisciplinare. ltidi i li In ogni caso l’utilizzatore deve individuare tutte le possibili cause di pp determinate da sovrappressione condizioni operative o da anomalie e malfunzionamenti “credibili”,, includendo quelli delle apparecchiature e della strumentazione f) L’analisi precedentemente descritta deve essere condotta da ingegneri che abbiano maturato sufficiente esperienza nelle metodologie d l i di analisi li i applicabili li bili g) Ogni ipotesi di sovrappressione i di id t individuata d deve essere valutata l t t d da ingegneri esperti nel calcolo strutturale e nell’analisi di sicurezza di componenti in p pressione h) I risultati dell’analisi devono essere documentati e controfirmati dal responsabile della progettazione dei p componenti. Tale documentazione deve contenere almeno: 1) Descrizione dettagliata del processo e relativo l ti “I t “Instrument t Flow Fl Diagrams” (P&IDS) nel quale siano riportati i t ti tutti t tti gli li elementi l ti collegati ll ti e pertinenti al sistema nel quale è inserito il componente 2) Una U d descrizione i i chiara hi di tutti t tti i possibili “credibili” scenari che possono condurre a sovrappressione che possono prodursi in condizioni di marcia normale p o anomala, includendo quelli che possono derivare da cattivo funzionamento delle apparecchiature e d ll strumentazione della t t i 3) Un’analisi Un analisi che determini il valore della pressione massima a cui si può pervenire per ognuno degli scenari individuati 4) Una descrizione dettagliata di ogni elemento del sistema di regolazione e controllo adottato per limitare la pressione entro i limiti di progetto, progetto includendo una corretta identificazione di tutte le reali ridondanze e la p in valutazione dell’affidabilità espressa termini qualitativi o quantitativi del “Sistema di Sicurezza Globale” MATRICE DI RISCHIO frequente probabile improbabile remota bassa media alta altissima Conseguenza Superamento MAWP Zona 1 Basso rischio - non sono necessarie azioni Zona 2 Eventi che richiedono azioni, su base costi-benefici Zona 3 Alto rischio - sono necessarie modifiche