3 - Victor x MOSTRA

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3 - Victor x MOSTRA
il commento del Curatore
racchi
in sé spirito mente e anima, è solo uno tra i tanti
La parola giapponese Ki racchiude
strumenti di espressione filosofica di questa complessa cultura millenaria. La mano, il
gesto, il segno (l'immagine per l'occidente) e per ultimo l'aria, costituiscono gli strumenti,
molto efficaci nel creare e trasmettere quanto è forte la coscienza di un popolo.
La mostra analizza e descrive la relazione tra l'immagine e il suo rapporto con il mistero
della gestualità nella cultura giapponese. L'avventura sta nel gesto ma anche nell'arte, che
cerca la trascendenza e la verità, espresse
espresse con l'icona che l'anima del linguaggio artistico
ci regala.
La narrazione e il dialogo tra l'immagine e l’aria riescono a rappresentare ciò che parrebbe
impensabile; storie, esperienza di bellezza, immaginazioni, danno la possibilità di
percorrere i sentieri e di svelare la concretezza della trascendenza artistica del Giappone.
La contemporaneità di 5 artisti, Mitsuo Miyahara, Asako Hishiki, Sakutaro Nakagawa,
Takayuki Nakatake e Flavio Gallozzi, riapre le porte a un rapporto nato per restituire la
parola
arola alla testimonianza della bellezza, che non sottovaluta la profondità e la sensibilità
dell'immaginato.
La situazione creativa, in quanto simbolo per definizione (il segno), non può che essere
caratterizzata da una componente antropologica, che nell'arte
nell'arte giapponese propugna
concetti di cui bisogna conoscere il significato, o altrimenti intuire la frantumata percezione
dell'essenza artistica esercitata in un mondo di valori lontani dai nostri.
La cognizione del tempo e il legame con la storia si collegano
collegano alla tutela di una cultura,
sintetizzata nell'attenzione alle alleanze millenarie nella costruzione del gesto e del segno,
e affiancata all'irruzione del concetto di "aria" più che alla produttività artistica di
un'immagine arida e distante, sorda ai valori
va
umani.
Il tempo è il patrimonio dell'arte che usufruisce dell'«esperienza», e a colloquio costante e
diretto con l'artista, vuole appropriarsi come protagonista della responsabilità di mediare
tra il linguaggio estetico e il registro della comunicazione,
comunicazione, in cui un forte rapporto esteticoestetico
socio-antropologico
antropologico si sviluppa attraverso il segno.
Gli artisti coinvolti, attraverso varie espressioni - fotografia, pittura, collage e installazioni permettono di avvicinarsi all'estetica del Giappone, legata alla
alla sensibilità e al suo rigoroso
contrasto con l'efficienza iconografica. Bisogna chiaramente indicare che al centro del
sistema c'è la consapevolezza, che l'idea del segno è un simbolo di rappresentazione, non
solamente creato con l'accompagnamento di un gesto, ma con l'intervento affettivo e
spirituale d'una concezione umanistica, nella quale prevalgono tenaci valori concettuali.
La mostra è coordinata con una stretta interrelazione tra gli artisti che incarna l'omogeneità
territoriale del loro Paese, ed esprime il più elevato livello di spiritualità, raggiunto
attraverso i loro strumenti creativi, le singole opere.
Victor De Circasia